More stories

  • in

    Alex Michelsen si prepara alla sfida contro Sinner: “Non ho nulla da perdere”

    Alex Michelsen USA, 25.08.2004 – Foto Getty Images

    Alex Michelsen, giovane promessa del tennis americano, si appresta ad affrontare la sfida più importante della sua carriera all’ATP di Cincinnati. Dopo aver superato Tallon Griekspoor al primo turno, il 57° del ranking mondiale si troverà di fronte al numero uno, Jannik Sinner.
    “Sarà molto divertente, non ho nulla da perdere,” ha dichiarato Michelsen all’ ATP. “Scenderò in campo cercando di dare il meglio e di giocare con libertà, divertendomi. Vedremo cosa succederà.”Per Michelsen, questa sarà la prima volta contro un top 5. “Ho giocato contro Zverev quando era sesto al mondo, ma affrontare il numero uno è un’esperienza completamente nuova,” ha ammesso.Un aspetto interessante è che i due non hanno mai giocato insieme, nemmeno in allenamento. Michelsen vede questo come un potenziale vantaggio: “Forse questo mi aiuterà un po’. Jannik non ha mai visto il mio gioco e sono sicuro di sapere molto più su di lui di quanto lui sappia di me.”
    Parlando dell’evoluzione di Sinner, Michelsen ha osservato: “Non credo che il suo gioco sia cambiato molto. È diventato molto più forte, veloce e in forma, ma il suo stile di gioco rimane sostanzialmente lo stesso. Ha migliorato il servizio e forse il dritto, ma il modo in cui gioca è invariato.”L’americano si dice entusiasta di giocare sul campo centrale: “Mi piace. Potete mettermi sul campo 25 e sarò felice, ma se mi mettete sul centrale sono ancora più felice. Spero che il pubblico mi sostenga, essendo americano.”
    Michelsen ha anche parlato delle sue ambizioni per le Next Gen ATP Finals, ricordando i successi di Alcaraz e Sinner in quel torneo: “Se potessi vincere e mettere il mio nome accanto al loro, sarebbe fantastico. Ma vincere un torneo non è mai facile. Vedremo, ma credo che il solo fatto di far parte delle Next Gen sia molto positivo per la mia fiducia.”Infine, l’americano ha espresso ammirazione per la performance di Sinner agli Australian Open: “Il livello che ha raggiunto nel quinto set della sua prima finale Slam è stato epico.”
    Con questa mentalità positiva e senza pressioni, Michelsen si prepara a dare il massimo contro il nostro campione, in quello che si preannuncia come un incontro emozionante e formativo per il giovane talento americano.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Jannik Sinner e l’esordio oggi a Cincinnati: “mi sento abbastanza bene”

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Jannik Sinner si prepara al suo esordio nell’ATP di Cincinnati con un mix di cautela e determinazione. Dopo un periodo di incertezza dovuto a problemi fisici all’anca, Sinner si presenta al torneo americano con rinnovata fiducia e ambizione.
    “Mi sento abbastanza bene,” ha dichiarato Sinner ai media statunitensi. “Ovviamente ho passato quasi una settimana senza allenarmi prima del torneo e poi, dopo aver giocato due o tre giorni di fila, un po’ più del solito. Questo potrebbe aver avuto un potenziale impatto sull’anca, ma non ho paura. Mi sento bene con l’anca e sono ansioso di tornare a giocare sui campi qui.”
    Il tennista altoatesino ha anche affrontato la delusione per aver dovuto rinunciare alle Olimpiadi a causa di una tonsillite: “Le Olimpiadi erano il mio obiettivo principale per la stagione perché mi sono perso le ultime giocate a Tokyo nel 2021. Quest’anno sentivo che, dato che stavo giocando bene al Roland Garros, avrei potuto giocare bene su quel campo, cercando di darmi la possibilità di vincere una medaglia. Ma a volte bisogna accettarlo.”
    Sinner ha poi condiviso alcune riflessioni sulla sua stagione e sulle sfide mentali che affronta: “Tutti abbiamo dubbi. A volte, anche prima di vincere un Grande Slam, avevo dei dubbi sul fatto che potessi vincerlo o meno. E poi arrivi al punto in cui lo vinci. Dopo, nella tua mente sai che puoi farlo, ma devi ancora lavorare molto per questo.”
    Riguardo al torneo di Cincinnati, Sinner lo vede come un’opportunità cruciale in vista degli US Open: “Per arrivare a questo punto, bisogna essere in forma fisica. La forma generale deve essere perfetta durante tutto l’anno per arrivare a questa posizione perché è il risultato di giocare in modo costante tutto l’anno. Qui di solito faccio un po’ fatica a giocare a causa delle condizioni, ma non vedo l’ora di vedere la mia reazione quest’anno, è una grande prova per me. Credo che questo torneo possa darti molta fiducia per gli US Open, che è l’ultimo Grande Slam che abbiamo nel 2024. Secondo me, questo è un torneo molto importante e sarà un bel test per le mie condizioni fisiche.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Da Promessa Junior a Campione Masters 1000: La rinascita di Alexei Popyrin

    Alexei Popyrin AUS, 05.08.1999 – Foto Getty Images

    Nel mondo del tennis, il passaggio dal circuito junior a quello professionistico è spesso paragonato a un salto nel vuoto. Alexei Popyrin, fresco vincitore dell’ATP Masters 1000 di Montreal 2024, ne sa qualcosa. Il talentuoso australiano, che a soli 25 anni ha conquistato il titolo più prestigioso della sua carriera, si è aperto in una recente intervista, rivelando le sfide e le pressioni che ha dovuto affrontare nel suo percorso verso la vetta del tennis mondiale.
    “Quando vinci un Grande Slam junior, pensi che il prossimo passo sarà semplice, ma non è così,” confessa Popyrin, ripercorrendo i suoi esordi. Vincitore del Roland Garros junior e già numero due del mondo nella categoria, il giovane Alexei si aspettava una rapida ascesa nel circuito maggiore. Tuttavia, la realtà si è rivelata ben diversa.
    Mentre suoi coetanei come Shapovalov e Auger-Aliassime facevano rapidi progressi, Popyrin ha dovuto affrontare una strada più tortuosa. “Rompere la barriera del Top 500 è molto difficile. Arrivare al Top 250 è molto difficile. Stare nel Top 100 è un altro livello. Mantenersi nel Top 100 è ancora più complicato,” spiega l’australiano, sottolineando la durezza del circuito professionistico.
    Il suo percorso non è stato lineare. Dopo aver vinto il suo primo titolo ATP nel 2021 ed essere entrato nella Top 60, Popyrin ha vissuto un brusco calo nel 2022, scivolando fuori dai primi 120 del mondo. “Ho dovuto ricevere una wild card per giocare agli Australian Open,” ricorda, evidenziando quanto velocemente possano cambiare le cose nel tennis professionistico.Ma Popyrin non si è arreso. Con determinazione e pazienza, ha iniziato a ricostruire la sua carriera. Il 2023 è stato un anno cruciale, con la vittoria a Umag e buone prestazioni nei Masters 1000 che gli hanno permesso di consolidarsi nella Top 50.
    Il 2024 si è rivelato altalenante fino alla settimana di Montreal. “Ho iniziato l’anno al numero 38, questa settimana ero 62. Non ho difeso tutti i miei punti,” ammette Popyrin, rivelando le preoccupazioni che lo tormentavano prima del torneo canadese.
    La vittoria a Montreal, tuttavia, rappresenta una svolta significativa. “È incredibile. Il duro lavoro degli ultimi anni sta dando i suoi frutti questa settimana,” afferma con orgoglio. La sua performance nella finale contro Andrey Rublev, che lui stesso definisce “uno dei migliori match che abbia mai giocato in vita mia,” è la prova tangibile del suo talento e della sua resilienza.
    Questa vittoria non solo proietta Popyrin verso nuovi traguardi in classifica, ma segna anche un punto di svolta mentale. “Mi sono sentito molto tranquillo, sinceramente. Lavoro per giocare partite come questa, mi godo le finali e le semifinali dei grandi tornei. È dove sento di poter esprimere il mio miglior tennis,” dichiara con rinnovata fiducia.
    Dal trionfo junior alle difficoltà del circuito professionistico, fino alla gloria di un Masters 1000, il suo percorso dimostra che nel tennis, come nella vita, il successo raramente arriva senza ostacoli. Ma con dedizione, pazienza e la giusta mentalità, anche i sogni più ambiziosi possono diventare realtà anche senza avere un talento unico.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    La piaga delle fake news nel mondo del tennis

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto ATPTour

    Nel panorama mediatico contemporaneo, il tennis non è immune dalla diffusione di notizie false e fuorvianti. Questo fenomeno, che sta diventando sempre più preoccupante, colpisce non solo i social media ma anche testate giornalistiche considerate “importanti”. La facilità con cui queste notizie si propagano sta minando la credibilità dell’intero settore giornalistico sportivo.
    Uno dei problemi più evidenti è la discrepanza tra i titoli allarmistici e il contenuto effettivo degli articoli. Non è raro imbattersi in titoli che gridano all’infortunio di un giocatore di spicco, solo per scoprire, leggendo l’articolo, che il problema è già stato risolto o che si trattava di un fastidio minore avuto nei messi precedenti . Questa pratica, nota come “clickbait”, è finalizzata ad attirare l’attenzione del lettore a scapito dell’accuratezza dell’informazione.
    Nelle settimane scorse, il giovane talento italiano Jannik Sinner è stato al centro di una serie di notizie false che hanno circolato ampiamente sui social media. Si è parlato di una sua presunta squalifica, di problemi nei rapporti con il padre e persino dell’abbandono da parte del suo allenatore. Tutte queste notizie si sono rivelate completamente infondate, ma hanno comunque generato un clamore mediatico di chi non mangia tennis ogni giorno.
    Uno dei problemi più gravi è l’apparente impunità di cui godono i creatori e i diffusori di queste fake news sui social media. Le piattaforme sembrano incapaci di controllare efficacemente il flusso di informazioni false, permettendo a queste notizie di proliferare senza conseguenze. Questo non solo danneggia l’immagine degli atleti coinvolti, ma mina anche la fiducia del pubblico nei confronti dei media sportivi in generale.
    La diffusione incontrollata di fake news nel tennis sta avendo un impatto negativo sull’intero settore del giornalismo sportivo. Anche i professionisti che si impegnano a fornire informazioni accurate e verificate rischiano di vedere la propria credibilità erosa dall’abbondanza di notizie false in circolazione. Il pubblico, bombardato da informazioni contrastanti, potrebbe sviluppare un atteggiamento di scetticismo generalizzato verso tutte le fonti di notizie sportive.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Alcaraz da Cincinnati: “Punto al numero 1 mondiale a fine stagione”

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Carlos Alcaraz, il campione del Roland Garros e di Wimbledon 2024, è arrivato a Cincinnati per tornare alle competizioni dopo aver vinto la medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Lo spagnolo ventunenne ha parlato della parte restante della stagione e ha identificato un obiettivo principale: essere il numero uno al mondo alla fine della stagione!
    “Ovviamente, essere il numero 1 è sempre un obiettivo quando sono dietro agli altri in classifica. E voglio anche qualificarmi per le ATP Finals. Alla fine dell’anno, se sei vicino alla prima posizione nella Race, sei anche vicino a finire l’anno come numero 1 del mondo. Sono molto concentrato su questo, ad andare a ogni torneo pensando di giocare un buon tennis, di ottenere un buon risultato per migliorare la mia classifica. Finire l’anno come numero uno è uno dei miei obiettivi principali. Sto lottando per essere il numero 1 del mondo, è qualcosa che voglio raggiungere il più rapidamente possibile. Questo è un torneo molto importante, molto buono per me. Cercherò di mostrare un ottimo tennis, di giocare allo stesso livello in cui ho giocato finora”, ha confessato.
    Alcaraz ha anche parlato del breve periodo di vacanza che ha trascorso con la famiglia e gli amici dopo i Giochi. “Avevo bisogno di alcuni giorni senza pensare al tennis. Sono ansioso di giocare qui a Cincinnati, sono felice di essere tornato. Ovviamente, ho ottimi ricordi dell’anno scorso, sono arrivato in finale e ho perso in quell’epico incontro con Djokovic”.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Chris Evert lancia un appello post-Olimpiadi: “Muoviamoci!”

    Chris Evert nella foto

    Mentre il sipario cala sui Giochi Olimpici di Parigi 2024, una voce autorevole del tennis mondiale si alza per trasformare l’ispirazione olimpica in azione concreta. Chris Evert, leggenda del tennis americano, ha colto l’occasione per lanciare un messaggio potente e urgente, rivolto soprattutto alle giovani generazioni.
    La cerimonia di chiusura, pur non raggiungendo forse i picchi emotivi dell’intero evento, ha fornito a Evert la piattaforma ideale per un appello che va ben oltre il mondo dello sport professionistico.“Se queste due settimane non ci ispirano ad allenarci, sollevare pesi, correre, camminare, nuotare, semplicemente MUOVERCI… non so cosa potrà farlo”, ha dichiarato l’ex campionessa americana, con un tono che mescola passione e preoccupazione.Le parole di Evert risuonano come un campanello d’allarme, particolarmente rivolto a una generazione sempre più sedentaria, soprattutto oltreoceano. Il suo messaggio sembra voler scuotere i giovani dall’apatia fisica, invitandoli a staccarsi dai dispositivi elettronici per abbracciare l’attività fisica in tutte le sue forme.
    L’appello di Evert non è solo un invito all’azione, ma una riflessione profonda sul potere ispiratore dello sport. I Giochi Olimpici, vetrina mondiale di eccellenza atletica e determinazione umana, dovrebbero secondo l’ex tennista servire da catalizzatore per un cambiamento nelle abitudini quotidiane.In un’epoca in cui la tecnologia spesso domina il tempo libero dei giovani, il messaggio di Evert assume una rilevanza particolare. Non si tratta solo di formare futuri atleti olimpici, ma di promuovere uno stile di vita attivo e salutare per tutti.L’invito a “semplicemente MUOVERSI” è un richiamo alla semplicità e all’accessibilità dell’attività fisica. Evert suggerisce che non serve essere atleti d’élite per beneficiare del movimento: una passeggiata, una nuotata o una corsa leggera possono fare la differenza.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Nadal verso un finale alla Federer? Le riflessioni di Naomi Broady

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    Il futuro di Rafael Nadal continua a essere oggetto di speculazioni nel mondo del tennis. Mentre molti si chiedono quando e come il campione spagnolo deciderà di appendere la racchetta al chiodo, l’ex tennista britannica Naomi Broady ha offerto una prospettiva interessante sulla potenziale conclusione della carriera del maiorchino.
    Broady, che ha raggiunto la 76ª posizione nel ranking WTA, ha condiviso le sue riflessioni in un’intervista a Sky Sports, suggerendo che Nadal potrebbe seguire le orme del suo grande rivale e amico Roger Federer nel modo di congedarsi dal tennis professionistico.“Nadal ha chiaramente un piano in mente per il suo ritiro, ma tiene le carte strette al petto,” ha affermato Broady. L’ex tennista britannica ha sottolineato come i grandi campioni, citando anche l’esempio di Andy Murray, tendano a ritirarsi solo quando si sentono completamente pronti, e non prima.
    La Broady ha poi avanzato un’ipotesi intrigante: “Se scegliesse di ritirarsi alla Laver Cup come ha fatto Roger Federer, vivendo quella celebrazione davvero incredibile degna della sua carriera, sarebbe fantastico.” Questa prospettiva evoca il commovente addio di Federer nel 2023, quando lo svizzero ha chiuso la sua straordinaria carriera proprio alla Laver Cup, circondato dai suoi più grandi rivali e amici.Tuttavia, la Broady non esclude altre possibilità: “Molti pensavano che avrebbe scelto di celebrare questo tipo di cose alle Olimpiadi – a Roland Garros sul campo Philippe-Chatrier – giocando per il suo paese.” Il legame di Nadal con la terra rossa parigina e il suo orgoglio nel rappresentare la Spagna rendono questa opzione altrettanto plausibile.La Broady conclude con un’osservazione che riassume il mistero che circonda le intenzioni di Nadal: “Chi lo sa? Semplicemente non lo sappiamo.” Questa incertezza alimenta l’attesa e la curiosità dei fan del tennis in tutto il mondo.
    Ciò che emerge chiaramente dalle parole di Broady è il rispetto per la scelta personale di un campione del calibro di Nadal. Qualunque sia la decisione finale dello spagnolo, è evidente che il mondo del tennis si prepara a celebrare degnamente uno dei suoi più grandi protagonisti.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Djokovic: Nuove sfide all’orizzonte per il campione senza limiti

    Novak Djokovic classe 1987, n.2 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic, il fenomeno serbo che ha riscritto la storia del tennis, si trova ora di fronte a un interrogativo che molti si pongono: cosa resta da conquistare per un atleta che ha vinto tutto? La recente medaglia d’oro olimpica, l’unico grande trofeo che mancava nella sua bacheca, ha completato un palmarès da sogno. Tuttavia, chi conosce Djokovic sa che la sua fame di vittorie è insaziabile.A 37 anni, con tutti i record più prestigiosi già infranti, il campione di Belgrado ha recentemente dichiarato che la sua motivazione principale rimane l’amore per il tennis e il desiderio di costruire un’eredità che trascenda i meri risultati. Ma conoscendo la sua mentalità competitiva, è lecito pensare che ci siano ancora obiettivi statistici capaci di stimolare la sua proverbiale determinazione.
    Tra le sfide che potrebbero spingere Djokovic a prolungare la sua carriera, spicca la possibilità di diventare il giocatore con più partite vinte in tutti e quattro gli Slam. Attualmente, il serbo insegue Roger Federer in Australia e a Wimbledon (8 vittorie di distanza), Jimmy Connors agli US Open (10 vittorie) e Rafael Nadal al Roland Garros (16 vittorie). Un traguardo che richiederebbe almeno altri tre anni ai massimi livelli.Un altro record a portata di mano è quello di diventare il campione Slam più anziano nell’Era Open. Basterebbe un trionfo allo US Open 2024 per raggiungere questo obiettivo, coronando una carriera caratterizzata da una longevità e una costanza straordinarie.
    Non meno affascinante è la prospettiva di vincere tutti i tornei Masters 1000 per tre volte ciascuno. Djokovic è già l’unico ad averli vinti tutti almeno due volte, e gli manca solo il trofeo di Montecarlo per completare il triplete in ogni evento.
    Sul fronte delle vittorie totali in carriera, il serbo punta a diventare il terzo giocatore della storia a raggiungere quota 1200 partite vinte (attualmente ne conta 1116). Un traguardo che, sebbene impegnativo considerando la riduzione dei suoi impegni, non sembra irraggiungibile per un atleta del suo calibro.
    Infine, c’è il record assoluto di titoli vinti in carriera. Con 99 trofei all’attivo, Djokovic è a un passo dal diventare il terzo giocatore a raggiungere la tripla cifra. Il primato di Jimmy Connors (109) sembra lontano, ma mai dire mai con un campione come Nole.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO