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    La Tennis Training si arricchisce con l’esperienza di Giampaolo Coppo

    Giampaolo Coppo con Gian Marco Moroni

    Cresce l’organico tecnico della Tennis Training School, che da qualche mese può contare su un’ulteriore figura di grande spessore umano e professionale.Stiamo parlando del tecnico nazionale e coach WTA Giampaolo Coppo, una laurea in Filosofia ed una in Psicologia e uno dei maestri più esperti del panorama nazionale, che, nel corso della sua carriera, ha allenato tanti nomi illustri del tennis tricolore, da Davide Sanguinetti a Vincenzo Santopadre, passando per Francesca Schiavone, Tatiana Garbin e Mara Santangelo.
    “Il suo inserimento è stato preziosissimo – spiega il direttore tecnico Fabio Gorietti – considerato quanto ha aggiunto dal punto di vista tecnico e mentale grazie alla sua esperienza nell’allenamento di tennisti di alto livello. Un innesto che ha fatto si che aumentasse l’armonia nel gruppo dei maestri, e più in generale ha portato ad una crescita di tecnici e ragazzi, tutti molto coinvolti dal suo modo di operare”.

    Giampaolo che è responsabile nazionale per conto della Federazione del settore Wheelchair e docente per i corsi dei Tecnici e Maestri federali, collabora anche nel settore degli Under 16 nazionali.
    “In questa fase della mia carriera – spiega Coppo – lavoro solo nei posti in cui mi sento completamente a casa, luoghi in cui mi piace mettere a disposizione la mia esperienza con quelle persone con cui ho stabilito un legame importante nel tempo e Fabio Gorietti è sicuramente uno dei miei migliori amici nel circuito. Già prima di giugno lo sono venuto a trovare molto spesso qui a Foligno, e siamo stati in campo insieme, per cui è venuto naturale instaurare questa collaborazione.Per quanto mi riguarda – prosegue – cerco di passare tutto quello che so a Fabio e ai maestri, fermo restando che poi sono loro a trovare la quadra con i giocatori. Quello che mi ha colpito è che qui alla Tennis Training, pur non avendo lavorato sempre insieme, la logica e l’approccio è assolutamente compatibile e questo rende tutto più semplice e divertente.” LEGGI TUTTO

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    Parlano Jannik Sinner e Stefano Travaglia dopo il successo e la finale a Melbourne. Sinner come Djokovic e Nadal

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    Queste le parole di Jannik Sinner dopo il secondo successo in carriera nel circuito maggiore e di Stefano Travaglia alla sua prima finale ATP in carriera.La stella 19enne è il più giovane giocatore a vincere due titoli ATP da quando Novak Djokovic, 19 anni, nel 2006 vinse Amersfoort e il Moselle Open a Metz. Sinner è anche il più giovane giocatore a vincere titoli back-to-back dai tempi di Rafael Nadal, 19 anni, che vinse al China Open di Pechino del 2005 e al Mutua Madrid Open.È stata la prima finale ATP tutta italiana dal 22 maggio 1988, quando Massimiliano Narducci sconfisse Claudio Panatta 3-6, 6-1, 6-4 a Firenze.
    Le parole di Sinner: “Ci sono stati momenti molto belli l’anno scorso a Sofia, che ovviamente porto con me. Ma non si tratta solo di vincere. A volte perdere partite, partite importanti può aiutarti forse anche di più, soprattutto quando sei giovane.”

    “Ovviamente, ora c’è maggiore fiducia. Questo è Il mio secondo titolo ATP, e questa vittoria è un po’ diversa dall’altra. È stata una settimana difficile per ogni giocatore, giocando due volte in un giorno [venerdì]. Ieri ho avuto un match molto difficile contro Karen [Khachanov], quindi oggi sono molto contento della mia prestazione”.
    Sinner ha ammesso di essersi sentito un po’ stanco nel secondo set, “[C’era] un po’ di tensione, e non ho giocato in modo perfetto. Ho cercato di rimanere in partita, ho cercato di giocare punto su punto. In qualche modo, devi trovare una soluzione anche quando non giochi bene, cosa che ho fatto oggi, e per questo sono molto orgoglioso della mia prestazione”.
    “È stata una settimana davvero ottima, quindi sono davvero felice dei risultati”, ha dichiarato Stefano Travaglia. “Purtroppo, oggi non ho giocato così bene – forse perché ero stanco, forse la tensione per la prima finale. Ma posso prendere delle cose positive da questa finale, e domani è un altro giorno”. LEGGI TUTTO

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    Ufficiale: Fabio Fognini scenderà in campo con scarpe K-Swiss

    Fabio Fognini classe 1987

    K•Swiss, l’iconico marchio statunitense del tennis, è orgoglioso di annunciare che la star del tennis italiano e numero 17 al mondo Fabio Fognini, è parte della famiglia K•Swiss Tennis. Fabio ha firmato un accordo di due anni per le calzature.
    “La Ultrashot 3 è super stabile e migliora i miei movimenti in campo. Sono entusiasta di lavorare con un marchio la cui priorità sta nelle calzature da tennis”. Ha dichiarato il tennista ligure.

    Fabio Fognini ha ottenuto 9 titoli ATP in singolo, 5 titoli ATP in doppio e nel 2019, grazie anche alla vittoria del Monte-Carlo Rolex Master, ha raggiunto il suo best ranking, numero 10 ATP. Fabio ama particolarmente la terra rossa ma grazie ai suoi colpi potenti, alla velocità di gambe e alla completezza del suo gioco ha ottenuto ottimi risultati anche sulle superfici più veloci.
    Fabio indosserà la nuovissima scarpa da tennis ad alte prestazioni K•Swiss Ultrashot 3. LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner: “È bello vedere che in Italia ci sono tanti tennisti, grandi tennisti”

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    Jannik Sinner : “Molto del merito va a Khachanov. Abbiamo avuto una grande battaglia anche agli US Open, 7-6 al quinto. È un grande giocatore e sono molto felice oggi di essere in finale.È bello vedere che in Italia ci sono tanti tennisti, grandi tennisti. Penso che tutti noi ci spingiamo un po’ a vicenda.Stiamo tutti giocando un tennis molto ma molto buono. Ognuno è diverso come tennista, quindi penso che sia bello avere questa quantità di giocatori”.

    “Non sono preoccupato per l’Australian Open. Vedremo sul momento come andrà in base alle decisioni che prenderemo e soprattutto a come gestiremo il pre partita contro Denis. Lui è un giocatore molto forte quindi dovrò essere in forma sia mentalmente che fisicamente“. LEGGI TUTTO

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    Sinner completa l’incredibile Italian Day. Prima storica finale tutta azzurra sul veloce (di Marco Mazzoni)

    Jannik Sinner, prima finale 2021

    Che il tennis maschile azzurro fosse pronto a regalarci un 2021 da protagonisti era più di una speranza. Ma arrivare alla prima “vera” settimana di tennis giocato, dopo l’antipasto di inizio gennaio, e ritrovare TUTTI azzurri nelle finali che contano, beh, è qualcosa di straordinario.
    L’incredibile Italian Day è scattato in piena notte all’ATP Cup con l’acuto Fognini, che finalmente ha scacciato l’incubo Carreno Busta, regolato in tre set. Bravissimo Fabio, a vincere e lanciare la “furia” di un Berrettini sempre più convincente. Matteo ha regalato il secondo punto al team azzurro, regolando in due set il pericoloso (soprattutto ad inizio stagione) Bautista Agut, con una dimostrazione di forza impressionante nel primo set. “Berretto” ha macinato servizi e diritti potentissimi, sfondando letteralmente l’iberico. L’Italia vola in finale nell’ATP Cup, domani sfiderà l’imponente “armata russa”. Sarà un match in cui pariamo sfavoriti, ma chissà… Bravissimi tutti, abbiamo la chance di vincere un trofeo nuovo, in una competizione interessante, ideale inizio di stagione “down under”.
    Quindi all’ATP Great Ocean Road Open, sempre in svolgimento sui campi di Melbourne Park, in campo Stefano “Steto” Travaglia che, dopo una partenza con troppa tensione, si libera a fila dritto come un treno, regolando in due set Monteiro e regalandosi la prima finale ATP. Bravissimo l’azzurro ad esplodere servizio e diritto, con potenza e precisione, ma finalmente molto incisivo anche in risposta e migliorato di rovescio. Ha impressionato la sua chiusura del match, quando in passato si faceva divorare dalla tensione. Oggi niente, voleva a tutti i costi prendersi la finale, tanto che nel game conclusivo ha sparato a tutta velocità, senza tremare, consegnando tre Ace e un dritto vincente al fulmicotone dei suoi. Travaglia si merita questo risultato: dopo il gravissimo infortunio al polso che qualche anno fa ha quasi rischiato di interrompere la sua carriera, “Steto” è cresciuto anno dopo anno, costruendosi fisico, testa, migliorando il rovescio e crescendo nell’intensità. Travaglia è un tennista molto più completo di quello che in tanti gli riconoscono, ha qualità e “garra”; ha servizio, un diritto “bestiale” e ha voglia di imporsi. Bravissimo “Steto”!

    A chiudere il filotto azzurro, ecco Jannik Sinner, nel match forse più atteso, sia per l’enorme interesse generato dal nostro “kid” (considerato la vera promessa del 2021 dalla maggior parte degli osservatori internazionali) che per l’avversario, il tosto russo Karen Khachanov. Che partita… che lotta. A dire il vero, non è stato un match squisitamente “bello” sul piano estetico e della pura qualità. I due giocavano un po’ a specchio, un tennis non identico ma simile come impostazione, e questo crea sempre le peggiori condizioni a livello meramente estetico. Però che lotta, che emozioni, che susseguirsi di fasi sportivamente drammatiche. Senza star a raccontare tutti momenti, up and down, di un match davvero sofferto, voglio assolutamente sottolineare il finale di partita, quello che racconta esattamente che razza di talento e potenziale super-campione sia Jannik Sinner. L’azzurro ha condotto l’intero match a livello di gioco, è stato più spesso in controllo dello scambio, prendendosi più rischi, anche se a mio avviso ha cercato troppo poco il cambio improvviso col rovescio lungo linea, per mettere a nudo la pesantezza di Khachanov sul contro piede. Avanti di un break nel terzo, conquistato di forza in spinta, Jannik non è riuscito a chiudere servendo per il match sul 5-4. Non è mai arrivato a match point, ha sbagliato col diritto, non ha ricavato nulla col servizio. In un amen è scivolato sotto 5-6, e sul 30-40 ha affrontato al servizio un match point. Chiunque avrebbe tremato, vista la recentissima memoria negativa dell’occasione sfumata per chiudere. Jannik no. Ha preso in mano lo scambio, ha spinto accelerando 5 o 6 palle una più potente e lunga dell’altra, stroncando senza paura la resistenza del russo, un grande lottatore. Superato il pericolo, al tiebreak ha giocato da campione, prendendo più rischi, spingendo e trovando finalmente un cambio col rovescio lungo linea che ha spezzato la resistenza del rivale, un affondo di una bellezza straordinaria e precisione chirurgica, soprattutto per il momento in cui l’ha giocato. Ha chiuso il tiebreak dopo oltre 3 ore di battaglia, esultando in modo molto composto, perché Sinner sa benissimo che questa nuova finale ATP è “solo” un altro importantissimo passo verso la vetta, un altro mattoncino dorato per costruire un castello meraviglioso. Bravo, bravissimo Jannik. Queste sono le vittorie più importanti per crescere, perché figlie di una grande lotta, ottenute in match in cui è stato bravo a risolvere problemi, a risalire dopo momenti difficili.
    Aveva chiuso il suo 2020 a Sofia vincendo il suo primo ATP, riparte con una finale ATP. Grandissimo.

    Domani quindi Travaglia vs Sinner, prima finale della storia tra due italiani NON su terra battuta, e settima finale di tutti i tempi sull’ATP tour tra due azzurri. Ecco le altre sei:
    A.Panatta b. Mulligan (Senigallia – 1971)
    A.Panatta b. Bertolucci (Firenze – 1974)
    Zugarelli b. Barazzutti (Bastad – 1976)
    Barazzutti b. Bertolucci (Cairo – 1980)
    Pistolesi b. Cancellotti (Bari – 1987)
    Narducci b. C.Panatta (Firenze 1988)
    Una finale che mancava da 23 anni e prima sul veloce, segno di come il tennis italiano si sia ormai pienamente evoluto dalla “natia” terra rossa.
    Ma prima di questa splendida finale, tutti a tifare Fognini, Berrettini & C nell’ATP Cup, contro la Russia. Di sicuro un italiano vincerà un torneo, ed il team azzurro lotterà per portare a casa l’ATP Cup. Un vecchio adagio dice “Se son rose, fioriranno”, qua il tennis azzurro rischia di regalarci molto più di una fioritura, ma un intero giardino incantevole…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Da Melbourne: Le parole di Jannik Sinner e Stefano Travaglia dopo l’accesso alle semifinali

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    Jannik Sinner ha parlato dopo l’accesso alle semifinali del torneo ATP 250 di Melbourne 1.
    All’inizio della giornata nel suo match di secondo turno, Sinner è stato costretto a salvare un set point nel tie-break del primo set per vincere 7-6(6), 6-2 contro Aljaz Bedene. Il copione si è ripetuto nel suo incontro con Kecmanovic. Dopo aver fallito otto set point, l’italiano ha dovuto salvare tre palle set in un altro tie-break del primo set prima di ottenere poi la vittoria in poco meno di due ore.

    “Ogni torneo è diverso. Ogni giorno [e] partita è diversa. A volte ti senti bene. A volte ti senti più o meno stanco. A volte hai dolore da qualche parte. Quindi ogni giorno è sicuramente diverso. Oggi è stata una giornata fuori dal comune, giocando due partite in un giorno ed è stata una lunga giornata ovviamente. Sono felice di avercela fatta e che alla fine sia andato tutto bene”.
    Stefano Travaglia ha ottenuto la sua prima semifinale in carriera nel circuito ATP: “E’ stata una giornata davvero complicata perché abbiamo dovuto giocare due partite in un giorno… E’ stata davvero dura, ma penso di essermi adattato molto bene ai campi, e ho giocato il mio miglior tennis oggi, specialmente nel terzo set contro Hurkacz”. LEGGI TUTTO

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    McEnroe: “2 su 3 negli Slam? No, un tiebreak a 10 al posto del quinto set”

    John McEnroe

    John McEnroe è da sempre un personaggio che divide. Uno che fa discutere, che cavalca le epoche con carisma e idee a volte strampalate, altre interessanti. Durante una trasmissione su ESPN, il “genio” newyorkese ha detto la sua in merito all’infinito dibattito sulla lunghezza degli incontri negli Slam. Troppi 5 set? Match troppo lunghi? Portare tutto due su tre come nei tornei ATP? Per avvicinare più pubblico televisivo, da anni si parla di modifiche, incluso il format (discusso) provato alle NextGen Finals di Milano, con qualche argomento interessante ma anche molti dubbi.
    Ecco che arriva la proposta di McEnroe, contrario a una rivoluzione negli  Slam con match su tre set, ma favorevole ad una soluzione per accorciare la lunghezza degli incontri con un finale thrilling: un super tiebreak a 10 al posto del set decisivo.

    “Ho sempre cercato una soluzione “nel mezzo”, ossia con partite al meglio di cinque set, ma con un tiebreak da 10 punti alla fine del quarto set. Questo sarebbe il mio compromesso, la soluzione che ritengo sia ideale. Non farei mai Slam due su tre, ma così sarebbe comunque diverso e più breve”.
    Continua John, con la sua consueta irruenza verbale: “Ma vogliamo o no che questo sport cresca, per l’amor di Dio? Ci spariamo continuamente sui piedi, non lo capisco. Abbiamo questo sport incredibile, dovremmo cercare di renderlo il più accessibile, in modo che più persone possibile vogliano sintonizzarsi. Personalmente cedo che ottenere questo risultato sarebbe un gioco da ragazzi. Lo ripeto da 30 anni”.
    Meno prorompente ma sulla stessa linea di pensiero anche la connazionale Chris Evert, ex campionessa e oggi apprezzata commentatrice negli States: “La soluzione del decider con tiebreak a 10 funziona. Guarate il circuito junior, è tutto quello che fanno, negli ITF. Ci sono ancora abbastanza punti in un tiebreak a 10 punti in modo che tu possa esprimere il tuo tennis, non è come un tiebreak classico a sette in cui ogni punto è  decisivo, tanto che finisci per giocarlo quasi con terrore”.
    Chissà se prima o poi si arriverà ad una innovazione, o secondo i punti di vista, ad una rivoluzione o involuzione…
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    È scomparso a 90 anni Tony Trabert, pluricampione Slam negli anni ’50

    Tony Trabert, con Rod Laver e Pete Sampras

    Ieri è scomparso a 90 anni Tony Trabert, ex campione statunitense, vincitore di 5 titoli dello Slam in singolare negli anni ’50 e altrettanti in doppio. La notizia arriva dall’International Hall of fame, in cui Trabert era inserito dal 1970 per la sua splendida carriera. Trabert si trovava nella sua residenza a Ponte Vedra, Florida.
    Era nato il 16 agosto 1930 a Cincinnati da una famiglia umile, ma l’evidente talento e passione per il tennis spinsero il padre Arch ad indebitarsi pur di consentire al giovane Tony di viaggiare per il paese e crescere nei vari campionati giovanili.
    Nel suo anno d’oro, il 1955, arrivò molto vicino a completare un Grande Slam: vinse infatti Roland Garros, Wimbledon e gli US Open, ma la sconfitta in semifinale in Australia non gli permise l’impresa che l’avrebbe reso ancor più leggendario. Al termine di quella stagione, Trabert fu riconosciuto come n.1 al mondo (allora non c’era una vera classifica stilata al computer o con un metodo matematico preciso come ai nostri giorni).

    È stato anche capitano di Davis per gli Stati Uniti, vincendo due “insalatiere”.
    Era diventato un volto molto noto al grande pubblico in epoca moderna grazie al suo fortunato ruolo di commentatore televisivo e volto principale, per oltre 30 anni, come voce degli US Open per la CBS, nonché per Channel Nine australiano. Appesa la racchetta al chiodo, ha condiviso la sua passione e competenza tennistica gestendo un importante campo di addestramento per giovani.
    Nel 2001 era diventato Presidente dell’International Tennis Hall of Fame, ruolo che ha ricoperto per 11 anni.
    La sua carriera tennistica iniziò nel 1951, quando vinse i campionati NCAA in singolo per l’Università di Cincinnati, dove fu anche titolare della squadra di basket. La sua carriera si interruppe per due anni, costretto a prestare servizio nella Marina militare durante la guerra di Corea. Nel 1953 tornò finalmente in campo, iniziando una corsa incredibile che lo vide raggiungere il vertice del tennis mondiale. Tra il 1953 e il 1955, Trabert vinse 38 titoli in singolo, tra cui due successi a Roland-Garros (’54 e ’55) e agli US Open (’53 e ’55), dove ha vinto senza perdere un set. Trabert vinse anche Wimbledon nel ’55 senza perdere un set, un’impresa compiuta solo tre volte da un campione maschile. 
    È sempre stato un personaggio molto rispettato nell’ambiente, portava in ogni ambito una classe innata e la sincerità del suo giudizio era molto apprezzata. Così lo ricorda Stan Smith, vincitore di 2 Davis capitanato da Tony: “Non è stato solo un fantastico esempio per tutti noi su come essere un grande campione, ma anche un saggio allenatore e mentore, un leader giusto ed efficace, un uomo che ha restituito allo sport qualcosa di importante e un formidabile ambasciatore a 360° per il tennis . Era un buon amico, ci mancherà moltissimo”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO