More stories

  • in

    L’ATP volta le spalle al Sudamerica: è polemica sul calendario 2026

    L’ATP volta le spalle al Sudamerica: è polemica sul calendario 2026

    Il tennis sudamericano alza la voce contro l’ATP, accusata di marginalizzare sempre più i tornei della regione. Al centro delle polemiche le recenti decisioni che penalizzano in particolare il torneo di Buenos Aires, storico appuntamento del circuito che dal 2026 si troverà in una posizione ancora più scomoda nel calendario.
    “L’ATP sta commettendo un grave errore”, ha denunciato Tomas Etcheverry. “Hanno aggiunto tornei dove ce n’erano già, hanno elevato eventi dove non era necessario. Ci hanno danneggiato. Quando hanno tolto Cordoba non è stato giusto. Il tour qui diventa troppo breve: se ci togli un torneo e per di più non elevi questo da 250 a 500 non ci stanno dando quello di cui abbiamo bisogno.”
    La situazione si aggraverà ulteriormente nel 2026, quando il torneo di Buenos Aires si troverà a competere con due ATP 500 (Dallas e Rotterdam) e sarà programmato appena due settimane dopo gli Australian Open, in coincidenza con le qualificazioni di Coppa Davis.
    Anche Alexander Zverev, prima testa di serie del torneo argentino, si è unito alle critiche, sottolineando la passione unica di paesi come Argentina e Brasile per il tennis. Nonostante gli sforzi organizzativi di Buenos Aires, che ha completamente rinnovato le sue infrastrutture puntando a un upgrade di categoria, l’ATP sembra orientata a privilegiare altre aree geografiche.La decisione di elevare tornei come Doha e Dallas, eventi con meno storia e tradizione, lasciando Buenos Aires come ATP 250, è vista come l’ennesimo segnale di disinteresse verso una regione che conta numerosi giocatori nella top 100 e top 200. “Possiamo competere in quantità con qualsiasi continente”, ha aggiunto Etcheverry, “chiediamo solo che si rendano conto che anche qui vogliamo vedere il grande tennis.”
    Il rischio è che la storica “gira” sudamericana sulla terra rossa, già privata del torneo di Cordoba, possa ulteriormente perdere peso nel calendario ATP, in un circuito sempre più orientato a promuovere i tornei di categoria superiore.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Djokovic pronto al rientro: “A Doha per il titolo numero 100”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Novak Djokovic è pronto a tornare in campo dopo il ritiro in semifinale agli Australian Open 2025. Il campione serbo, che si è completamente ripreso dall’infortunio muscolare subito nel match contro Alcaraz, ha confermato la sua partecipazione al torneo di Doha in un’intervista rilasciata a Vijesti durante un soggiorno in Montenegro.
    Il recupero e il rientro“La lesione è completamente guarita e sono pronto per nuovi successi”, ha dichiarato Djokovic. “Lo staff medico mi ha dato il via libera per allenarmi. Il torneo di Doha inizia tra sette giorni e mantengo la mia tabella di marcia. Ultimamente ho avuto più infortuni che nei primi 15 anni di carriera: forse è dovuto all’età, ma il mio corpo mi ascolta ancora e mantengo quella fiamma interiore per raggiungere nuovi obiettivi.”
    Gli Australian Open e le ambizioniSul suo ritiro a Melbourne, Djokovic mantiene un atteggiamento positivo: “Con il livello mostrato contro Alcaraz nei quarti, credo che avrei avuto ottime possibilità contro Zverev in semifinale e, se fossi stato in salute, anche contro Sinner. Il livello di tennis raggiunto in Australia è promettente per il resto della stagione.”Gli obiettivi immediati sono chiari: “Spero che il titolo numero 100 possa arrivare a Doha, lo inseguo da ottobre. Quanto al 25° Slam, è una sfida molto più grande, ma credo di poterci riuscire. Se non credessi di poter competere a questo livello con i migliori al mondo, non continuerei a giocare.”
    La nuova generazioneParlando dei giovani talenti, Djokovic ha speso parole di elogio particolare per Alcaraz e Sinner, che stanno sviluppando una nuova rivalità: “Alcaraz ha sempre brillato non solo per il suo tennis e i suoi incredibili successi in giovane età, ma per essere un tennista corretto e gentile con tutti. Quando perde, lo fa con il sorriso, cosa impressionante per qualcuno così giovane. Si comporta come se fosse nel circuito da 10 anni.”
    Il momento attualeIl serbo ha anche riflettuto sul suo momento attuale: “Mi trovo in bilico tra il desiderio di godermi quanto raggiunto, affrontando partite e tornei in modo più rilassato, e la mentalità vincente a cui sono sempre stato abituato, dove solo il titolo rappresenta un successo. Mi ha sorpreso vedere come molti abbiano considerato la semifinale agli Australian Open un successo: forse suona strano, ma per me, con tutto quello che ho ottenuto in carriera, non è ciò che cercavo.”
    La passione che continuaSul perché continui a giocare, Djokovic ha concluso con una riflessione profonda: “Principalmente perché amo questo sport. Il tennis è ciò che più mi fa crescere come persona. Durante una partita attraversi un milione di emozioni: alcune bellissime, altre terribili. Passi attraverso dubbi, critiche, estasi, rabbia, piacere… Sento di poter ancora ispirare le giovani generazioni a prendere in mano una racchetta. Questo mi motiva, mi dà forza. Mi piacerebbe che tutti iniziassero a giocare a tennis, ma sarei soddisfatto se dessero una chance a qualsiasi sport, perché l’attività fisica è fondamentale per la salute fin da giovani.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Disavventura per Zverev: bagagli alle Maldive prima dell’esordio a Buenos Aires

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    Inizio complicato per Alexander Zverev all’ATP 250 di Buenos Aires. Il numero 2 del mondo, che ha scelto di partecipare al torneo argentino invece di rimanere in Europa per i tornei indoor, è arrivato nella capitale sudamericana, ma i suoi bagagli hanno preso una direzione completamente diversa.La compagnia aerea ha infatti informato il tennista tedesco che le sue valigie sono finite alle Maldive. Una situazione surreale che Zverev ha però preso con filosofia e ironia: “Immagino sia un segno che ho bisogno di vacanze”, ha commentato.
    Una scelta insolita quella di Zverev di giocare a Buenos Aires in questo periodo dell’anno, quando la maggior parte dei top player preferisce rimanere in Europa per i tornei al coperto. E ora, prima ancora di scendere in campo, deve fare i conti con questo imprevisto che rende ancora più particolare il suo debutto sulla terra rossa argentina.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Halep dice addio al tennis: “È una liberazione, non ho più nulla da dare”

    Simona Halep nella foto – Foto getty images

    Simona Halep ha ufficialmente annunciato il suo ritiro dal tennis professionistico dopo la sconfitta al WTA 250 di Cluj-Napoca. In una lunga e toccante intervista al portale 30-0, l’ex numero uno del mondo ha spiegato le ragioni della sua decisione.
    “Non so perché tutti abbiano paura di questo momento, io mi sento bene, anche se forse tra qualche giorno sarà più difficile”, ha confessato Halep. “Per me è una liberazione. Non sono il tipo di persona che scende in campo solo per esserci. Non riuscivo nemmeno ad allenarmi! Prima di venire qui, potevo allenarmi al massimo un’ora al giorno sulla terra battuta.”
    Il momento decisivo è arrivato quando i medici le hanno prospettato un intervento al ginocchio: “Mi hanno detto che per risolvere l’infortunio avrei avuto bisogno di un impianto di cartilagine, con un recupero di un anno e mezzo, senza garanzie di tornare ai livelli precedenti. Ho sempre voluto evitare la chirurgia.”
    La rumena guarda con soddisfazione alla sua carriera: “Non porto con me nulla di negativo da questo sport. È stata una passione, un obiettivo nella vita, era il mio destino. Se rinascessi, farei lo stesso. Mi piace avere il potere di dire basta, accettare che è arrivato il momento. Mi tengo i bei ricordi, i due Slam, il numero uno mondiale.”
    Sul futuro, Halep ha le idee chiare: “Non ho paura di quello che verrà. Ho investito in alcune attività in Romania con la mia famiglia. Non voglio responsabilità, né programmi, né orari rigidi. Il mio obiettivo è imparare a giocare a golf, andare in palestra ogni giorno e prendermi cura del mio corpo. Voglio anche diventare madre, finora sono stata solo un’atleta di alto livello, non una persona normale.”
    Non manca un riferimento al periodo della sospensione per doping: “Prima di quell’episodio non credevo nel male, lì ho capito che c’è molto male nel mondo. La gente mi chiede se non sento il bisogno di vendicarmi, ma no. Sono in pace per non aver fatto nulla di male.”Un pensiero speciale va a Darren Cahill, suo storico allenatore: “Tutti gli allenatori hanno avuto un ruolo importante, ma per fare il salto e vincere uno Slam, Darren mi ha aiutato molto. È un grande allenatore, ha creduto in me, mi capiva perfettamente.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Il segreto di Alcaraz: “Vi spiego perché ho cambiato il peso della racchetta”

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Carlos Alcaraz approda in semifinale all’ATP 500 di Rotterdam 2025 con una convincente vittoria su Pedro Martinez. In conferenza stampa, il murciano ha rivelato interessanti dettagli sulla modifica apportata alla sua racchetta durante la pre-stagione e ha commentato il momento d’oro del tennis italiano.
    “Ho aggiunto cinque grammi alla racchetta”, ha spiegato Alcaraz. “Ho iniziato a usarla così in Australia e sento più potenza, la palla esce in modo diverso. Riesco a generare più forza mantenendo lo stesso controllo. Ovviamente dipende anche dall’avversario che affronti, ma sento che posso imprimere più potenza con maggiore facilità.”Sulla sua prestazione contro Martinez, lo spagnolo si è detto molto soddisfatto: “Sono felice del livello mostrato oggi. Ogni volta che scendo in campo cerco di mantenere la stessa intensità per tutto il match, evitando alti e bassi. Oggi ci sono riuscito alla perfezione. Mi sento bene fisicamente e mentalmente, sono pronto per il weekend.”
    Alcaraz ha anche commentato l’esplosione del tennis italiano, dopo l’ottima prestazione di Bellucci nel torneo: “Non sono per nulla sorpreso. Se lo meritano. Stanno facendo un gran lavoro in tutto il paese: hanno rappresentanti nel doppio, nel singolare, nella WTA… È naturale che abbiano così tanti giocatori nella top-100.”
    Sul torneo di Rotterdam, il murciano ha espresso il suo apprezzamento: “Il pubblico è fantastico. Ho sentito il loro supporto sia in allenamento che durante le partite. Non ho potuto visitare molto la città, ma sto godendo enormemente del sostegno che ricevo. Mi piacerebbe aggiungere il mio nome all’albo d’oro di questo torneo. È per questo che sono qui.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Il presidente WADA sul caso Sinner: “Non paragonabile a Swiatek”

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Il presidente dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) Witold Banka ha fatto chiarezza sui casi di Jannik Sinner e Iga Swiatek, spiegando le ragioni del diverso trattamento riservato ai due tennisti. In un’intervista al sito polacco Rz, Banka ha sottolineato l’impossibilità di paragonare i due casi, sia per le sostanze coinvolte che per le circostanze.Mentre la WADA ha accettato la squalifica di un mese inflitta a Swiatek dall’ITIA per la positività alla Trimetazidina, dovuta a una contaminazione di melatonina assunta per problemi di sonno, ha invece presentato ricorso al TAS contro l’assoluzione di Sinner, trovato positivo al Clostebol.
    “Non mettiamo in dubbio che non abbia assunto deliberatamente sostanze dopanti”, ha precisato Banka riguardo a Sinner, “ma richiamiamo l’attenzione sulla responsabilità dell’atleta per le azioni dei suoi collaboratori. Uno sportivo professionista è responsabile anche delle azioni del suo staff e questa è la quintessenza dell’antidoping.”Il presidente WADA ha evidenziato la sostanziale differenza tra i due casi: “Una traccia di trimetazidina in un medicinale contenente melatonina, come nel caso di Swiatek, è una cosa. Lo steroide contenuto nell’unguento utilizzato dal più stretto collaboratore di Sinner è qualcosa di completamente diverso.” Secondo Banka, l’unico elemento comune tra i due casi è che “stiamo parlando di due dei migliori tennisti del mondo.”
    Nel caso di Sinner, la sostanza proibita era presente in un farmaco da banco utilizzato dal suo ex fisioterapista per un taglio al dito, trasmessa poi involontariamente durante un massaggio effettuato senza guanti. Nonostante l’ITIA abbia creduto a questa versione dei fatti assolvendo il tennista italiano, la WADA ha deciso di presentare ricorso, sottolineando come le procedure seguite siano state le stesse di qualsiasi altro caso disciplinare.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Ruud e la nuova sfida sul veloce: “Devo mettermi alla prova”

    Casper Ruud nella foto – Foto Antonio Fraioli

    Casper Ruud continua la sua strategia di inizio stagione sul cemento, scegliendo di partecipare all’ATP di Dallas dove è già approdato ai quarti di finale contro Nishioka. Il numero 5 del mondo ha deciso di abbandonare la tradizionale tournée sudamericana sulla terra battuta per concentrarsi sul miglioramento del suo gioco sulle superfici veloci.
    “Quest’anno volevo venire qui a Dallas. È un torneo nuovo per me. Ho sentito molte cose positive, specialmente da John Isner che vive qui e ha giocato questo torneo fin dall’inizio. Inoltre, è stato promosso a categoria 500. Si adattava al mio calendario e volevo provare qualcosa di nuovo”, ha spiegato il norvegese.
    La scelta di giocare indoor a Dallas non è casuale. Ruud, consapevole delle sue vulnerabilità su questa superficie, ha deciso di mettersi alla prova: “È una superficie veloce indoor. So che il mio gioco può essere vulnerabile qui perché uso molto il topspin. Non prendo sempre la palla così presto e sono vulnerabile agli attacchi dei giocatori che colpiscono piatto o forte. Ma devo sfidarmi. Questo sarà l’ultimo torneo indoor che giocherò per sei o sette mesi, voglio che ci sia un buon finale.”Dopo Dallas, Ruud volerà in Messico per il torneo di Acapulco, uno dei suoi appuntamenti preferiti del calendario: “Mi piace molto giocare ad Acapulco. Mi sono divertito molto lì l’anno scorso e negli anni precedenti, è una delle mie tappe preferite dell’anno e Dallas è abbastanza vicina.” Una strategia che lo scorso anno ha dato i suoi frutti, con le finali raggiunte sia a Los Cabos che ad Acapulco.
    Questa programmazione rappresenta un chiaro segnale della volontà di Ruud di evolversi come giocatore completo, uscendo dalla sua zona di comfort sulla terra battuta per migliorare le sue prestazioni sul veloce, in particolare in vista dei tornei di fine stagione.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Sam Sumyk si racconta: dal tennis femminile a Cazaux, una nuova sfida

    Sam Sumyk si racconta: dal tennis femminile a Cazaux, una nuova sfida

    Sam Sumyk, uno dei coach più rispettati nel circuito femminile, ha deciso di intraprendere una nuova avventura nel tennis maschile al fianco di Arthur Cazaux. Dopo aver guidato campionesse del calibro di Vera Zvonareva, Victoria Azarenka, Eugenie Bouchard, Garbiñe Muguruza, Anastasia Pavlyuchenkova e Donna Vekic, il tecnico francese ha spiegato in un’intervista a Tennis Majors le ragioni di questa scelta.
    “Non so se sia un cambiamento naturale, ma non è nemmeno strano”, spiega Sumyk. “La mia impressione è che quando hai trascorso così tanto tempo nel circuito femminile, come nel mio caso, probabilmente vieni etichettato come un coach femminile. In 30 anni di carriera ho ricevuto solo due offerte per allenare uomini, ma non ero disponibile e le ho dovute rifiutare.”
    Sul tema delle differenze tra l’allenare uomini e donne, Sumyk mantiene una visione aperta: “Sono personalità diverse. Anche se alleni due ragazze, sono persone diverse, magari di culture o generazioni diverse. Certo, ci sono differenze tra uomini e donne, ma parliamo dello stesso sport. Si può allenare chiunque, non esiste un gruppo di allenatori per le donne e uno per gli uomini.”Riguardo al suo nuovo progetto con Arthur Cazaux, il coach francese si mostra entusiasta: “È un grande progetto che mi permetterà di imparare ancora di più e diventare un allenatore migliore. Sono con un giocatore interessante, in un progetto che mi farà crescere. Per me si tratta soprattutto di divertirmi, non penso al ranking. Comincio ad annoiarmi quando vedo che non sto imparando nulla. È in quel momento che diventa un lavoro e mi dico che è meglio fermarsi.”
    Sumyk ha anche voluto sfatare il mito del “metodo Sumyk”: “Non credo nei metodi, credo nelle formule vincenti. Per ogni progetto devi trovare la formula per avere successo. Un metodo significa che hai trovato il trucco e lo applichi sempre, ma non è così. Vendere un metodo è una truffa.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO