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    Le Next Gen ATP Finals di Nakashima iniziano dalla MTA: “Opportunità di crescita per i ragazzi”

    Naashima ha scelto la Milano Tennis Academy per allenarsi in vista delle Next Gen ATP Finals al via martedì all’Allianz Cloud

    Da martedì sarà uno dei protagonisti delle Next Gen Atp Finals, che vedranno i migliori otto under 21 del mondo giocarsi il Master di fine stagione all’Allianz Cloud, e per non lasciare nulla al caso lo statunitense Brandon Nakashima ha voluto fare rotta su Milano con addirittura una settimana d’anticipo. Gli serviva una base per allenarsi, e l’ha trovata alla Milano Tennis Academy sui campi dello Sporting Club Milano 2, dove è arrivato martedì ed è rimasto fino a giovedì, a lavorare in vista dell’appuntamento clou del 2021 dei Next Gen.
    Del gruppetto, il 20enne di San Diego – reduce dal titolo nel Challenger francese di Brest e finalista quest’anno ai tornei Atp di Los Cabos e Atlanta – è uno dei più forti e promettenti, già numero 65 del mondo ad appena vent’anni. “La presenza sui nostri campi di un giocatore di tale spessore – ha detto Piercarlo Guglielmi, general manager MTA – rappresenta un’ulteriore opportunità di crescita per i nostri ragazzi, che hanno la possibilità di osservare da vicino uno dei sicuri protagonisti del tennis del futuro, e anche di giocare insieme a lui”. Già, perché nei tre giorni di permanenza a Segrate, a fargli da sparring partner sotto l’occhio di Francesca Schiavone e Ugo Pigato si sono alternati alcuni dei migliori prospetti dell’Academy, invitati a saggiare il proprio tennis contro un ragazzo che farà tanta strada. “Rispetto a molti dei nostri – continua Guglielmi – la differenza d’età non è nemmeno così tanta, il che rende la possibilità ancora più interessante. Perché Nakashima può essere un esempio concreto del percorso da compiere, e confrontarsi con un giocatore così aiuta a progredire”.
    Il fatto che un tennista come lo statunitense, classe 2001 di mamma vietnamita e papà di origini giapponesi, abbia scelto i campi in cemento della MTA per preparare uno dei tornei più prestigiosi della sua giovane carriera, rappresenta anche una sorta di certificazione di qualità per l’Academy, e per la sua visibilità capace di varcare i confini nazionali. “Nella mission di un progetto come il nostro – dice ancora Guglielmi – certi aspetti sono fondamentali, e la possibilità di offrire ai nostri ragazzi delle opportunità simili è fra questi. Fin dalla fondazione della MTA ci siamo posti anche l’obiettivo di diventare una possibile base d’appoggio per i tennisti di alto livello in transito da Milano, grazie alla qualità delle strutture e dei servizi, ma anche dal punto di vista logistico grazie alla vicinanza con l’aeroporto di Linate”. Aspetti che hanno colpito Dusan Vemic, coach del talento californiano, che si è complimentato per l’ambiente, i servizi, l’organizzazione e la collaborazione che ha trovato allo Sporting Club Milano 2. Da parte di chi è abituato a girare nei tornei più importanti del mondo, l’investitura vale il doppio e ribadisce la qualità della MTA. Con l’augurio che i giorni trascorsi presso l’Academy possano rivelarsi preziosi nella scalata di Nakashima verso un ruolo da protagonista alle Finals. LEGGI TUTTO

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    L’infortunio di Federer ha messo fine ad una delle statistiche più impressionanti della sua carriera

    Roger Federer nella foto

    Roger Federer ha avuto l’anno segnato da diversi problemi fisici e questo ha naturalmente avuto ripercussioni sui suoi numeri nel 2021.
    A causa di un grave infortunio al ginocchio, lo svizzero ha giocato in questa stagione solo a Doha, Ginevra, Roland Garros, Halle e Wimbledon e ha visto così concludere una delle sue statistiche più incredibili.Federer, infatti, ha concluso la stagione senza raggiungere una semifinale per la prima volta da quando è a tempo pieno nel circuito ATP.Roger è diventato professionista nel 1998 ed è vero che in quell’anno non ha raggiunto nemmeno una semifinale, ma aveva comunque alternato tornei ATP a tornei junior.
    Dal 1999, Federer aveva sempre raggiunto le semifinali di un torneo ATP o del Grand Slam almeno una volta come tennista a tempo pieno, cosa che è terminata quest’anno.Nel 2021, il miglior risultato di Federer è arrivato a Wimbledon, dove ha raggiunto i quarti di finale. LEGGI TUTTO

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    Stefanos Tsisipas: “Le Finals di Torino sono il mio obiettivo principale”

    Stefanos Tsitsipas GRE, 12-08-199

    Stefanos Tsitsipas, numero tre del mondo, si è “tirato fuori” dal Masters 1000 di Parigi Bercy a metà del primo set quando era sotto 4-2 contro il lucky loser Alexei Popyrin dopo soli 25 minuti di partita. Il 23enne greco ha dichiarato di avere un infortunio al braccio destro e non ha voluto rischiare nulla per le Finals di Torino.
    “Non mi sono mai ritirato in vita mia, ma oggi ho dovuto farlo. Devo avere qualche precauzione per le ATP Finals di Torino, che sono il mio obiettivo principale. Ho questo infortunio da un po’, ma i dolori sono peggiorati nella giornata di oggi”. LEGGI TUTTO

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    New York o Bergamo, Rune è sempre lo stesso

    Holger Rune – Foto Antonio Milesi

    Il baby-fenomeno non ha tradito. Costretto a scendere in campo alle 23 per il protrarsi dei match precedenti, Holger Vitus Nodskov Rune ha approcciato con grande professionalità l’impegno al Trofeo FAIP-Perrel (44.820€, indoor) e si è preso un posto negli ottavi. Se Bergamo è stata il trampolino di lancio per futuri campioni, in questa edizione è fin troppo facile individuare il danese come potenziale stella. Sotto gli occhi di mamma Aneke (che si è concessa una simpatica interazione con alcuni spettatori, a suon di pugnetti) e di coach Lars Christensen, si è imposto 6-3 6-4 sull’esperto Mathias Bourgue (n.223 ATP).
    Lo si potrebbe definire un match di routine, ma impressiona che lo abbia gestito così ad appena 18 anni. Si è visto il Rune che abbiamo ammirato contro Djokovic allo Us Open: non c’era l’atmosfera delirante dell’Arthur Ashe, ma il centinaio di irriducibili che non ha voluto perdere il suo esordio ha potuto ammirare una prestazione tutto pepe, grinta, e alcune notevoli accelerazioni di dritto. Le stimmate si sono viste nella gestione dei punti importanti: sul 3-3 nel primo set si è trovato in svantaggio 15-40 e ha ricucito il game, strappando poi il servizio a Bourgue nel turno successivo. Nel secondo, invece, l’occasione nel settimo game l’ha avuta Holger e l’ha sfruttata, chiudendo quando la mezzanotte era scoccata da 23 minuti. Con l’eliminazione di tutti i giocatori italiani, gli occhi si concentrano ancora di più sul danese che aspetta di capire se potrà giocare le Next Gen Finals di Milano (“Dipenderà dalla presenza o meno di Sinner” dice la madre) e che potrebbe anche acciuffare in extremis l’ammissione diretta all’Australian Open 2022. Se anche non ce la facesse, è certo che sarebbe la sua seconda e ultima presenza nelle qualificazioni. Rune tornerà in campo giovedì sera, non prima delle 21, per sfidare Filip Horansky. In precedenza aveva esordito Alex Molcan, testa di serie numero 1, che ha tribolato più del dovuto per superare il lucky loser Nino Serdarusic. Lo slovacco è un pedalatore, carica ogni colpo con tanta rotazione (soprattutto con il dritto) e ha due gambe-motorino che sono la base di un’ottima fase difensiva. Non esattamente il prototipo del giocatore da indoor, ma la grinta e l’atteggiamento gli permettono di colmare qualche lacuna. Si è imposto 6-7 6-4 6-2, sfibrando alla distanza la resistenza croata, e tornerà in campo per gli ottavi contro il bosniaco Nerman Fatic. Nel frattempo prosegue la favola dell’ungherese Fabian Marozsan: alla seconda presenza in assoluto in un Challenger, e la prima in un main draw, ha superato in due set l’esperto Stakhovsky e ha centrato un posto nei quarti, in cui attende il vincitore di Donskoy-Novak. Storie da Challenger, storie da Bergamo.
    TROFEO FAIP-PERREL BERGAMO (44.820€, indoor)
    Primo Turno SingolareEvgeny Donskoy (RUS) b. Federico Gaio (ITA) 6-3 6-3Alex Molcan (SVK) b. Nino Serdarusic (CRO) 6-7(4) 6-4 6-2Holger Rune (DAN) b. Mathias Bourgue (FRA) 6-3 6-4
    Secondo Turno SingolareDamir Dzumhur (RUS) b. Jiri Lehecka (CZE) 6-4 6-4Liam Broady (GBR) b. Illya Marchenko (UCR) 6-4 4-6 6-3Zdenek Kolar (CZE) b. Cristopher O’Connell (AUS) 5-7 7-6(5) 7-5Fabian Marozsan (UNG) b. Sergiy Stakhovsky (UCR) 7-5 6-2
    Primo Turno DoppioDuje Ajdukovic / Pavel Kotov (CRO-RUS) b. Mats Hermans / Piotr Matuszewski (NED-POL) 3-6 6-4 10-8Radu Albot / Artem Sitak (MDA-RUS) b. Anirudh Chandrasekar / Vijay-Sundar Prashanth (IND-IND) 6-2 6-2Damir Dzumhur / Nerman Fatic (BIH-BIH) b. Luca Margaroli / Evan Hoyt (SUI-GBR) 7-6(4) 6-2Federico Gaio / Francesco Forti (ITA-ITA) b. Sriram Balaj / Divij Sharan (IND-IND) 4-6 7-6(2) 13-11 LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: La nuova casa di Evgeny Donskoy

    Evgeny Donskoy – Foto Antonio Milesi

    Cade anche Federico Gaio, ultimo italiano in gara. Per la prima volta nella storia del torneo, non c’è neanche un azzurro al secondo turno. Il faentino cede a Evgeny Donskoy, la cui vita è cambiata dopo aver messo su famiglia. “Sono tornato a Mosca per loro. E adesso non viviamo più in una casa con una sola stanza!”
    In quindici edizioni, non era mai capitato che l’Italia non raccogliesse neanche una vittoria al Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, indoor). Siamo la nazione con più titoli (cinque, grazie alla doppietta di Seppi e i successi di Bolelli, Berrettini e Sinner), ma quest’anno la sorte non ha dato una mano ai nostri, spesso opposti ad avversari complicati o fuori portata, per vari motivi. L’ultimo ad arrendersi è stato Federico Gaio, battuto 6-3 6-3 da Evgeny Donskoy, 31enne russo noto al grande pubblico per una sola ragione: un antico successo contro Roger Federer a Dubai, sua unica vittoria contro un top-10. I due si erano già affrontati quattro volte, con un bilancio di 3-1 per il russo. L’unica vittoria di Gaio era giunta sulla terra rossa di Belgrado, lo scorso aprile. Le condizioni indoor hanno dato una mano a Donskoy, giocatore completo e senza particolari punti deboli. “In effetti mi piace molto questa superficie, rapida ma non troppo – racconta il moscovita – le condizioni sono però dettate dalle palline: nel primo set abbiamo giocato alcuni game molto lunghi, sono diventate pesanti ed era difficile tirare un vincente. Quando sono nuove è tutto molto rapido, ma con l’usura cambia tutto”. Curiosamente, i primi otto game sono stati vinti tutti dal giocatore alla sinistra del giudice di sedia. Donskoy ha poi tenuto il servizio nel nono game, salvo poi scappare via sul 2-2 nel secondo. Un altro break, al termine di un gioco di sedici punti, gli ha regalato un posto negli ottavi. La vita di Donskoy, immediato rincalzo ai quattro moschettieri di Russia (Medvedev, Rublev, Karatsev, Khachanov), è cambiata da quando ha messo su famiglia. Con la moglie Anna hanno due figli, Timofey (4 anni il prossimo 20 novembre) e Mikhail (un anno e mezzo), e da allora il tennis non è più la priorità assoluta. “Grazie per avermi fatto questa domanda, adoro parlare della mia famiglia! – dice Donskoy – la mia vita è radicalmente cambiata ed è difficile girare il mondo senza di loro. Per avvicinarmi ho smesso di allenarmi in Spagna e sono tornato a Mosca: prima tornavo a casa una volta ogni due mesi, mentre adesso ogni qualche settimana. È fondamentale, perché a causa del COVID non possono viaggiare con me. Il tennis è molto importante, ma la famiglia è la cosa più preziosa del mondo”.
    L’INVERNO DI MOSCAQualche tempo fa, Donskoy aveva detto di vivere in una casa con una sola stanza. “Un anno fa abbiamo cambiato – dice con entusiasmo – adesso viviamo in un appartamento con quattro stanze e siamo in cinque: io, mia moglie, i miei figli e mia suocera che ci dà una mano con i bambini. Prima uscivamo più spesso per respirare un po’, adesso ognuno ha la sua stanza, posso dormire da solo quando devo allenarmi, è una bella differenza”. L’amore per la famiglia ha convinto Donskoy a tornare in Russia dopo aver cambiato diverse sedi di allenamento: prima della Spagna, aveva trascorso molto tempo in Austria. Tornano in mente le parole di Daniil Medvedev, che ha scelto la Francia perché – a suo dire – a Mosca non ci sono le condizioni giuste per allenarsi: troppo caos e distanze eccessive. “Quello che dice è vero – afferma Donskoy – se parliamo di tennis, Mosca non è la città giusta per allenarsi. C’è un motivo se nessun top-player ha scelto di restarci. La mia nuova casa si trova a 25-30 minuti dai campi, che va ancora bene: nella precedente dovevo guidare un’ora e quarantacinque minuti per arrivarci, una follia. Per il resto, la qualità della vita è buona: l’unica cosa che non mi piace sono le condizioni meteorologiche invernali: non parlo del freddo, anche se tutti preferiamo il sole e 30 a gradi alla neve e -15, ma il problema è che d’inverno non si vede mai il sole! È sempre cupo, piovoso, con nuvole basse che sembrano quasi venirti addosso. Ti svegli al mattino ed è sempre scuro…. vivere così per 30 giorni di fila è dura. Con la mia famiglia sogniamo di trovare un altro posto per trascorrere l’inverno, mentre d’estate Mosca è perfetta”. Sul piano tecnico, Donskoy ha lavorato per un periodo con il guru Boris Sobkin, storico coach di Mikhail Youzhny. Oggi il rapporto si è interrotto e Evgeny viaggia con il coetaneo Vladimir Karusevich. Nel frattempo Sobkin ha iniziato una collaborazione con la danarosa federtennis del Kazakhstan. “Abbiamo un rapporto fantastico, ma ci siamo separati perché faticavo dal punto di vista economico – dice Donskoy – lui è stato molto gentile, era disposto a continuare, ma io non me la sono sentita. Non ero disposto a utilizzarlo in quel modo, mi sarebbe sembrato di sfruttarlo”. Numero 170 ATP (è stato n.65 nel 2013), Donskoy è convinto di poter giocare almeno altri due anni ad ottimi livelli. “Voglio tornare tra i top-100 ATP, poi si vedrà. Fisicamente sto bene, credo di potercela fare. Sogno ancora di vincere un torneo ATP: ce l’hanno fatta giocatori ai quali non mi sento inferiore, ma a volte è questione di fortuna, sorteggi e situazioni favorevoli. Il mio miglior risultato è una semifinale (Mosca 2015, ndr), ma quando trovi un giocatore forte e in forma come Cilic è dura… ci vuole soprattutto fortuna”. Il suo percorso bergamasco proseguirà contro Dennis Novak, contro il quale ha giocato (e vinto) una durissima battaglia al Challenger di Nottingham nel 2019.
    BROADY E KOLAR GIÀ NEI QUARTISono iniziati i match di secondo turno: hanno già conquistato il pass per i quarti di finale Liam Broady e Zdenek Kolar. Il primo ha confermato l’ottimo stato di forma battendo Illya Marchenko (finalista nel 2020) in tre set. La vittoria al Challenger di Biel gli ha dato una grossa mano in termini di autostima, e si è visto in un match decisamente combattuto, chiuso col punteggio di 6-4 4-6 6-3. Una volta perso il secondo set, ha trovato un break immediato in avvio di terzo e lo ha conservato fino alla fine, aiutato da un Marchenko un po’ troppo falloso. A seguire, Kolar e O’Connell hanno dato vita al match più lungo del torneo, durato 2 ore e 57 minuti. L’ha spuntata il ceco, alla sua quarta presenza a Bergamo, con il punteggio di 5-7 7-6 7-5. Avrà tempo per recuperare: curiosamente, si è qualificato per i quarti ancora prima che il suo potenziale avversario (il n.1 Alex Molcan) scendesse in campo per il match di primo turno. Dinamiche che possono verificarsi nei tornei indoor.
    Palaagnelli – Ora italiana: 11:00 (ora locale: 11:00 am)1. Evgeny Donskoy vs [2] Dennis Novak 2. Cem Ilkel vs [4] Radu Albot 3. [1] Alex Molcan OR [LL] Nino Serdarusic vs [Q] Nerman Fatic (non prima ore: 16:00)4. [1] Lloyd Glasspool / Harri Heliovaara vs Evgeny Donskoy / Mikhail Kukushkin 5. Damir Dzumhur / Nerman Fatic vs [3] Radu Albot / Artem Sitak 6. [3] Holger Vitus Nodskov Rune OR Mathias Bourgue vs Filip Horansky (non prima ore: 21:00)
    Italcementi – Ora italiana: 11:30 (ora locale: 11:30 am)1. [4] N.Sriram Balaji / Divij Sharan OR Francesco Forti / Federico Gaio vs Duje Ajdukovic / Pavel Kotov 2. Zdenek Kolar / Jiri Lehecka vs [2] Romain Arneodo / Sergiy Stakhovsky (non prima ore: 13:00) LEGGI TUTTO

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    Edoardo Eremin dice addio al tennis “Troppi infortuni, qualche scelta sbagliata e una personalita’ un po’ particolare…non mi hanno permesso di arrivare dove ho sempre sognato”

    Edoardo Eremin nella foto

    Edoardo Eremin, classe 1993, ha deciso di ritirarsi dal tennis professionistico.
    Dichiara l’azzurro sui social: “Solo chi ha vissuto questo sport e chi mi conosce bene sa realmente cosa vuol dire…Ho sacrificato tutto per il tennis fin da bambino,rinunciando alla famiglia,agli amici.. ma non mi e’ mai pesato perche’ ho sempre pensato che fosse la strada giusta per me.Con il passare di questi mesi pero’ non vedo piu’ prospettiva in questo mondo per me ed e’ giunto il momento di guardare in faccia la realta’.Lascio il tennis professionale con la consapevolezza che certi sacrifici erano diventati piu’ un peso che un piacere,non ero piu’ felice.Troppi infortuni, qualche scelta sbagliata e una personalita’ un po’ particolare…non mi hanno permesso di arrivare dove ho sempre sognato.Ho sempre vissuto nell’instabilita’, nell’incertezza e,a 28 anni, per poter guardare il futuro in maniera diversa ho necessita’ di costruire finalmente la mia vita.So benissimo cosa c’e’ dietro a questo mondo..sudore,sofferenza,sacrifici economici,pressione della partita…saper gestire vittorie e sconfitte..tutte cose che sono alla normalita’ del giorno ed e’ per questo che faro’ sempre il tifo per i miei amici/colleghi connazionali conosciuti in questo mio percorso.Con me portero’ per sempre bellissimi ricordi di esperienze uniche vissute in giro per il mondo.Questo sport mi ha dato disciplina,mi ha insegnato a portare rispetto verso il prossimo e mi ha fatto comprendere bene cosa vuol dire “umilta’”.Ringrazio tutti coloro che in questi anni mi sono stati vicini con il loro affetto e interesse,i miei familiari ed i miei amici.
    chiudo questo capitolo della mia vita,accogliendo da un altra prospettiva quello che mi si presentera’ in futuro.
    grazie,
    dodo ❤️ LEGGI TUTTO

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    Bergamo / La giovane Italia sfida la “vecchia” Ucraina

    Illya Marchenko – Foto Antonio Milesi

    Affascinante incrocio tra Italia e Ucraina nella prima giornata di main draw: Matteo Arnaldi e Luca Nardi cercheranno l’impresa contro gli esperti Stakhovsky e Marchenko, gente con un passato da top-50 e scalpi eccellenti. Nelle qualificazioni brilla il siciliano Luca Potenza, a caccia del suo primo main draw in un Challenger.
    618 giorni dopo, Bergamo torna a ospitare incontri del tabellone principale del suo Challenger. Era la tarda serata del 22 febbraio 2020 quando Enzo Couacaud vinceva un match durissimo contro Chun-hsin Tseng, conquistando un posto per una finale che non si sarebbe mai giocata. Quel giorno era in campo anche Illya Marchenko, la cui presenza in questo lunedì è simbolica, come se fosse un filo sottile che lega l’inizio e (si spera) la fine della pandemia. Dopo una prima giornata dedicata alle qualificazioni, il Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, indoor) entra nel vivo con i primi match del tabellone principale e c’è grande curiosità per la doppia sfida dei giovani italiani ai super-esperti ucraini. Talmente esperti che quando sono nati (entrambi nel 1987) erano ancora cittadini dell’Unione Sovietica. Il pubblico del Pala Agnelli è curioso di vedere all’opera Matteo Arnaldi contro Sergiy Stakhovsky (secondo match dalle 14), e poi (non prima delle 18) il talentuoso Luca Nardi contro Marchenko. Si tratta di due test perfetti per verificare i progressi di due ragazzi che possono dare linfa al nostro movimento: oggi abbiamo qualità e quantità, ma è necessario produrre giocatori a gettito continuo per mantenere il trend positivo. Arnaldi ha compiuto 20 anni lo scorso febbraio ed è in grande ascesa: nel solo 2021 ha scalato circa 700 posizioni nel ranking ATP in virtù di ottimi risultati nel circuito ITF (vittorie a Bolzano e Skopje, più due finali) e i primi risultati di rilievo nel circuito Challenger, con ben quattro secondi turni (Todi, Bucarest, Napoli ed Ercolano, i primi due partendo dalle qualificazioni).
    KUKUSHKIN RITROVA BERGAMO DOPO 11 ANNIArnaldi è transitato da Bergamo lo scorso giugno, giocando un ottimo torneo al torneo ITF del TC Club Città dei Mille, perdendo un’incredibile semifinale contro Federico Arnaboldi. Proverà a riscattarsi contro l’uomo che nel 2013 causò una delle più grosse sorprese dell’Era Open, battendo Roger Federer sull’erba di Wimbledon. Oggi Sergiy Stakhovsky non è più lo stesso, ma rimane un osso duro anche in virtù di un tennis ordinato e spettacolare. Quest’anno si è qualificato all’Australian Open, poi il suo miglior risultato è la semifinale a Porto. Insomma, Arnaldi ha una bella occasione per dimostrare il suo valore su una superficie veloce dopo aver giocato quasi tutto l’anno sulla terra battuta. A seguire, il giovanissimo Luca Nardi avrà un impegno sulla carta proibitivo contro Marchenko, a suo agio in queste condizioni e dotato di una condizione fisica strabordante nonostante abbia 34 anni. Nardi ne ha 18 e quest’anno ha scalato circa 350 posizioni in virtù di due successi ITF (Genova e Madrid), più una finale. Il pesarese possiede un talento già notato all’estero, al punto che lo scorso anno gli offrirono una wild card per il torneo ATP di Anversa. Sarà un match da non perdere. In serata sarà poi il turno di Mikhail Kukushkin, che torna a Bergamo a distanza di undici anni dopo tre apparizioni consecutive tra il 2008 e il 2010. Il suo miglior risultato è la semifinale del 2009, quando perse contro il futuro vincitore Lukas Rosol. Oggi torna da n.159 ATP e se la vedrà con il talentuoso Zdenek Kolar, altro abituale frequentatore del torneo bergamasco.
    L’IMPRESA DI LUCA POTENZAIl primo turno delle qualificazioni ha regalato forti emozioni: se è vero che soltanto un italiano su quattro ha passato il turno, la vittoria di Luca Potenza è di quelle indimenticabili. Il 21enne di Licata (ma residente a Roma) ha superato il francese Matteo Martineau in tre tie-break (6-7 7-6 7-6 lo score), peraltro dopo aver annullato due matchpoint, il primo sul 7-6 5-3 e il secondo sul 5-4 al terzo per il suo avversario. Con la tenacia che lo contraddistingue, Potenza ha chiuso al sedicesimo punto del tie-break finale e si è tolto una bella soddisfazione, lui che non ha praticamente nessuna esperienza nei Challenger: è la sua terza apparizione in assoluto dopo quelle di Forlì e Barletta, in cui ha sempre perso nelle qualificazioni. Per ragioni di ambiente e di “portafoglio”, ha concentrato quasi tutta la sua attività nei tornei ITF tunisini di Monastir, laddove un resort ne ospita uno quasi ogni settimana. Quest’anno si è anche aggiudicato un paio di titoli, ma adesso punta a un salto di qualità. La vittoria contro Martineau è un ottimo punto di partenza, anche se per centrare il main draw avrà bisogno di una mezza impresa contro il rampante Filip Misolic, 20enne austriaco (è nato lo stesso giorno di Roger Federer, esattamente 20 anni dopo) che quest’anno ha vinto quattro titoli ITF e scalato quasi mille posizioni.
    Palaagnelli – Ora italiana: 10:00 (ora locale: 10:00 am)1. [1] Nino Serdarusic vs [7] Nerman Fatic 2. Filip Misolic vs [WC] Luca Potenza 3. [5] Liam Broady vs Danilo Petrovic (non prima ore: 14:00)4. [Alt] Sergiy Stakhovsky vs [WC] Matteo Arnaldi 5. Illya Marchenko vs [WC] Luca Nardi (non prima ore: 18:00)6. Mikhail Kukushkin vs [6] Zdenek Kolar (non prima ore: 20:00)
    Italcementi – Ora italiana: 10:00 (ora locale: 10:00 am)1. Fabian Marozsan vs Calvin Hemery 2. [4] Pavel Kotov vs [8] Alexey Vatutin 3. Jiri Lehecka vs Hugo Grenier (non prima ore: 14:00) LEGGI TUTTO

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    Frances Tiafoe sulla partita di ieri contro Sinner: “ho provato a capire se si sarebbe innervosito un po’, So come portare gli spettatori dietro di me”

    Frances Tiafoe nella foto

    Frances Tiafoe ha parlato del suo comportamento tenuto contro Jannik Sinner nella semifinale del torneo di Vienna.
    “È stata una lunga settimana per me. Ho cercato di divertirmi e di coinvolgere la folla, ho provato a capire se si sarebbe innervosito un po’, So come portare gli spettatori dietro di me, poche battute e cose del genere, e poi ho iniziato a giocare in modo incredibile.Il pubblico sugli spalti ha fatto la differenza” . LEGGI TUTTO