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    Da Bergamo: La nuova casa di Evgeny Donskoy

    Evgeny Donskoy – Foto Antonio Milesi

    Cade anche Federico Gaio, ultimo italiano in gara. Per la prima volta nella storia del torneo, non c’è neanche un azzurro al secondo turno. Il faentino cede a Evgeny Donskoy, la cui vita è cambiata dopo aver messo su famiglia. “Sono tornato a Mosca per loro. E adesso non viviamo più in una casa con una sola stanza!”
    In quindici edizioni, non era mai capitato che l’Italia non raccogliesse neanche una vittoria al Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, indoor). Siamo la nazione con più titoli (cinque, grazie alla doppietta di Seppi e i successi di Bolelli, Berrettini e Sinner), ma quest’anno la sorte non ha dato una mano ai nostri, spesso opposti ad avversari complicati o fuori portata, per vari motivi. L’ultimo ad arrendersi è stato Federico Gaio, battuto 6-3 6-3 da Evgeny Donskoy, 31enne russo noto al grande pubblico per una sola ragione: un antico successo contro Roger Federer a Dubai, sua unica vittoria contro un top-10. I due si erano già affrontati quattro volte, con un bilancio di 3-1 per il russo. L’unica vittoria di Gaio era giunta sulla terra rossa di Belgrado, lo scorso aprile. Le condizioni indoor hanno dato una mano a Donskoy, giocatore completo e senza particolari punti deboli. “In effetti mi piace molto questa superficie, rapida ma non troppo – racconta il moscovita – le condizioni sono però dettate dalle palline: nel primo set abbiamo giocato alcuni game molto lunghi, sono diventate pesanti ed era difficile tirare un vincente. Quando sono nuove è tutto molto rapido, ma con l’usura cambia tutto”. Curiosamente, i primi otto game sono stati vinti tutti dal giocatore alla sinistra del giudice di sedia. Donskoy ha poi tenuto il servizio nel nono game, salvo poi scappare via sul 2-2 nel secondo. Un altro break, al termine di un gioco di sedici punti, gli ha regalato un posto negli ottavi. La vita di Donskoy, immediato rincalzo ai quattro moschettieri di Russia (Medvedev, Rublev, Karatsev, Khachanov), è cambiata da quando ha messo su famiglia. Con la moglie Anna hanno due figli, Timofey (4 anni il prossimo 20 novembre) e Mikhail (un anno e mezzo), e da allora il tennis non è più la priorità assoluta. “Grazie per avermi fatto questa domanda, adoro parlare della mia famiglia! – dice Donskoy – la mia vita è radicalmente cambiata ed è difficile girare il mondo senza di loro. Per avvicinarmi ho smesso di allenarmi in Spagna e sono tornato a Mosca: prima tornavo a casa una volta ogni due mesi, mentre adesso ogni qualche settimana. È fondamentale, perché a causa del COVID non possono viaggiare con me. Il tennis è molto importante, ma la famiglia è la cosa più preziosa del mondo”.
    L’INVERNO DI MOSCAQualche tempo fa, Donskoy aveva detto di vivere in una casa con una sola stanza. “Un anno fa abbiamo cambiato – dice con entusiasmo – adesso viviamo in un appartamento con quattro stanze e siamo in cinque: io, mia moglie, i miei figli e mia suocera che ci dà una mano con i bambini. Prima uscivamo più spesso per respirare un po’, adesso ognuno ha la sua stanza, posso dormire da solo quando devo allenarmi, è una bella differenza”. L’amore per la famiglia ha convinto Donskoy a tornare in Russia dopo aver cambiato diverse sedi di allenamento: prima della Spagna, aveva trascorso molto tempo in Austria. Tornano in mente le parole di Daniil Medvedev, che ha scelto la Francia perché – a suo dire – a Mosca non ci sono le condizioni giuste per allenarsi: troppo caos e distanze eccessive. “Quello che dice è vero – afferma Donskoy – se parliamo di tennis, Mosca non è la città giusta per allenarsi. C’è un motivo se nessun top-player ha scelto di restarci. La mia nuova casa si trova a 25-30 minuti dai campi, che va ancora bene: nella precedente dovevo guidare un’ora e quarantacinque minuti per arrivarci, una follia. Per il resto, la qualità della vita è buona: l’unica cosa che non mi piace sono le condizioni meteorologiche invernali: non parlo del freddo, anche se tutti preferiamo il sole e 30 a gradi alla neve e -15, ma il problema è che d’inverno non si vede mai il sole! È sempre cupo, piovoso, con nuvole basse che sembrano quasi venirti addosso. Ti svegli al mattino ed è sempre scuro…. vivere così per 30 giorni di fila è dura. Con la mia famiglia sogniamo di trovare un altro posto per trascorrere l’inverno, mentre d’estate Mosca è perfetta”. Sul piano tecnico, Donskoy ha lavorato per un periodo con il guru Boris Sobkin, storico coach di Mikhail Youzhny. Oggi il rapporto si è interrotto e Evgeny viaggia con il coetaneo Vladimir Karusevich. Nel frattempo Sobkin ha iniziato una collaborazione con la danarosa federtennis del Kazakhstan. “Abbiamo un rapporto fantastico, ma ci siamo separati perché faticavo dal punto di vista economico – dice Donskoy – lui è stato molto gentile, era disposto a continuare, ma io non me la sono sentita. Non ero disposto a utilizzarlo in quel modo, mi sarebbe sembrato di sfruttarlo”. Numero 170 ATP (è stato n.65 nel 2013), Donskoy è convinto di poter giocare almeno altri due anni ad ottimi livelli. “Voglio tornare tra i top-100 ATP, poi si vedrà. Fisicamente sto bene, credo di potercela fare. Sogno ancora di vincere un torneo ATP: ce l’hanno fatta giocatori ai quali non mi sento inferiore, ma a volte è questione di fortuna, sorteggi e situazioni favorevoli. Il mio miglior risultato è una semifinale (Mosca 2015, ndr), ma quando trovi un giocatore forte e in forma come Cilic è dura… ci vuole soprattutto fortuna”. Il suo percorso bergamasco proseguirà contro Dennis Novak, contro il quale ha giocato (e vinto) una durissima battaglia al Challenger di Nottingham nel 2019.
    BROADY E KOLAR GIÀ NEI QUARTISono iniziati i match di secondo turno: hanno già conquistato il pass per i quarti di finale Liam Broady e Zdenek Kolar. Il primo ha confermato l’ottimo stato di forma battendo Illya Marchenko (finalista nel 2020) in tre set. La vittoria al Challenger di Biel gli ha dato una grossa mano in termini di autostima, e si è visto in un match decisamente combattuto, chiuso col punteggio di 6-4 4-6 6-3. Una volta perso il secondo set, ha trovato un break immediato in avvio di terzo e lo ha conservato fino alla fine, aiutato da un Marchenko un po’ troppo falloso. A seguire, Kolar e O’Connell hanno dato vita al match più lungo del torneo, durato 2 ore e 57 minuti. L’ha spuntata il ceco, alla sua quarta presenza a Bergamo, con il punteggio di 5-7 7-6 7-5. Avrà tempo per recuperare: curiosamente, si è qualificato per i quarti ancora prima che il suo potenziale avversario (il n.1 Alex Molcan) scendesse in campo per il match di primo turno. Dinamiche che possono verificarsi nei tornei indoor.
    Palaagnelli – Ora italiana: 11:00 (ora locale: 11:00 am)1. Evgeny Donskoy vs [2] Dennis Novak 2. Cem Ilkel vs [4] Radu Albot 3. [1] Alex Molcan OR [LL] Nino Serdarusic vs [Q] Nerman Fatic (non prima ore: 16:00)4. [1] Lloyd Glasspool / Harri Heliovaara vs Evgeny Donskoy / Mikhail Kukushkin 5. Damir Dzumhur / Nerman Fatic vs [3] Radu Albot / Artem Sitak 6. [3] Holger Vitus Nodskov Rune OR Mathias Bourgue vs Filip Horansky (non prima ore: 21:00)
    Italcementi – Ora italiana: 11:30 (ora locale: 11:30 am)1. [4] N.Sriram Balaji / Divij Sharan OR Francesco Forti / Federico Gaio vs Duje Ajdukovic / Pavel Kotov 2. Zdenek Kolar / Jiri Lehecka vs [2] Romain Arneodo / Sergiy Stakhovsky (non prima ore: 13:00) LEGGI TUTTO

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    Edoardo Eremin dice addio al tennis “Troppi infortuni, qualche scelta sbagliata e una personalita’ un po’ particolare…non mi hanno permesso di arrivare dove ho sempre sognato”

    Edoardo Eremin nella foto

    Edoardo Eremin, classe 1993, ha deciso di ritirarsi dal tennis professionistico.
    Dichiara l’azzurro sui social: “Solo chi ha vissuto questo sport e chi mi conosce bene sa realmente cosa vuol dire…Ho sacrificato tutto per il tennis fin da bambino,rinunciando alla famiglia,agli amici.. ma non mi e’ mai pesato perche’ ho sempre pensato che fosse la strada giusta per me.Con il passare di questi mesi pero’ non vedo piu’ prospettiva in questo mondo per me ed e’ giunto il momento di guardare in faccia la realta’.Lascio il tennis professionale con la consapevolezza che certi sacrifici erano diventati piu’ un peso che un piacere,non ero piu’ felice.Troppi infortuni, qualche scelta sbagliata e una personalita’ un po’ particolare…non mi hanno permesso di arrivare dove ho sempre sognato.Ho sempre vissuto nell’instabilita’, nell’incertezza e,a 28 anni, per poter guardare il futuro in maniera diversa ho necessita’ di costruire finalmente la mia vita.So benissimo cosa c’e’ dietro a questo mondo..sudore,sofferenza,sacrifici economici,pressione della partita…saper gestire vittorie e sconfitte..tutte cose che sono alla normalita’ del giorno ed e’ per questo che faro’ sempre il tifo per i miei amici/colleghi connazionali conosciuti in questo mio percorso.Con me portero’ per sempre bellissimi ricordi di esperienze uniche vissute in giro per il mondo.Questo sport mi ha dato disciplina,mi ha insegnato a portare rispetto verso il prossimo e mi ha fatto comprendere bene cosa vuol dire “umilta’”.Ringrazio tutti coloro che in questi anni mi sono stati vicini con il loro affetto e interesse,i miei familiari ed i miei amici.
    chiudo questo capitolo della mia vita,accogliendo da un altra prospettiva quello che mi si presentera’ in futuro.
    grazie,
    dodo ❤️ LEGGI TUTTO

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    Bergamo / La giovane Italia sfida la “vecchia” Ucraina

    Illya Marchenko – Foto Antonio Milesi

    Affascinante incrocio tra Italia e Ucraina nella prima giornata di main draw: Matteo Arnaldi e Luca Nardi cercheranno l’impresa contro gli esperti Stakhovsky e Marchenko, gente con un passato da top-50 e scalpi eccellenti. Nelle qualificazioni brilla il siciliano Luca Potenza, a caccia del suo primo main draw in un Challenger.
    618 giorni dopo, Bergamo torna a ospitare incontri del tabellone principale del suo Challenger. Era la tarda serata del 22 febbraio 2020 quando Enzo Couacaud vinceva un match durissimo contro Chun-hsin Tseng, conquistando un posto per una finale che non si sarebbe mai giocata. Quel giorno era in campo anche Illya Marchenko, la cui presenza in questo lunedì è simbolica, come se fosse un filo sottile che lega l’inizio e (si spera) la fine della pandemia. Dopo una prima giornata dedicata alle qualificazioni, il Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, indoor) entra nel vivo con i primi match del tabellone principale e c’è grande curiosità per la doppia sfida dei giovani italiani ai super-esperti ucraini. Talmente esperti che quando sono nati (entrambi nel 1987) erano ancora cittadini dell’Unione Sovietica. Il pubblico del Pala Agnelli è curioso di vedere all’opera Matteo Arnaldi contro Sergiy Stakhovsky (secondo match dalle 14), e poi (non prima delle 18) il talentuoso Luca Nardi contro Marchenko. Si tratta di due test perfetti per verificare i progressi di due ragazzi che possono dare linfa al nostro movimento: oggi abbiamo qualità e quantità, ma è necessario produrre giocatori a gettito continuo per mantenere il trend positivo. Arnaldi ha compiuto 20 anni lo scorso febbraio ed è in grande ascesa: nel solo 2021 ha scalato circa 700 posizioni nel ranking ATP in virtù di ottimi risultati nel circuito ITF (vittorie a Bolzano e Skopje, più due finali) e i primi risultati di rilievo nel circuito Challenger, con ben quattro secondi turni (Todi, Bucarest, Napoli ed Ercolano, i primi due partendo dalle qualificazioni).
    KUKUSHKIN RITROVA BERGAMO DOPO 11 ANNIArnaldi è transitato da Bergamo lo scorso giugno, giocando un ottimo torneo al torneo ITF del TC Club Città dei Mille, perdendo un’incredibile semifinale contro Federico Arnaboldi. Proverà a riscattarsi contro l’uomo che nel 2013 causò una delle più grosse sorprese dell’Era Open, battendo Roger Federer sull’erba di Wimbledon. Oggi Sergiy Stakhovsky non è più lo stesso, ma rimane un osso duro anche in virtù di un tennis ordinato e spettacolare. Quest’anno si è qualificato all’Australian Open, poi il suo miglior risultato è la semifinale a Porto. Insomma, Arnaldi ha una bella occasione per dimostrare il suo valore su una superficie veloce dopo aver giocato quasi tutto l’anno sulla terra battuta. A seguire, il giovanissimo Luca Nardi avrà un impegno sulla carta proibitivo contro Marchenko, a suo agio in queste condizioni e dotato di una condizione fisica strabordante nonostante abbia 34 anni. Nardi ne ha 18 e quest’anno ha scalato circa 350 posizioni in virtù di due successi ITF (Genova e Madrid), più una finale. Il pesarese possiede un talento già notato all’estero, al punto che lo scorso anno gli offrirono una wild card per il torneo ATP di Anversa. Sarà un match da non perdere. In serata sarà poi il turno di Mikhail Kukushkin, che torna a Bergamo a distanza di undici anni dopo tre apparizioni consecutive tra il 2008 e il 2010. Il suo miglior risultato è la semifinale del 2009, quando perse contro il futuro vincitore Lukas Rosol. Oggi torna da n.159 ATP e se la vedrà con il talentuoso Zdenek Kolar, altro abituale frequentatore del torneo bergamasco.
    L’IMPRESA DI LUCA POTENZAIl primo turno delle qualificazioni ha regalato forti emozioni: se è vero che soltanto un italiano su quattro ha passato il turno, la vittoria di Luca Potenza è di quelle indimenticabili. Il 21enne di Licata (ma residente a Roma) ha superato il francese Matteo Martineau in tre tie-break (6-7 7-6 7-6 lo score), peraltro dopo aver annullato due matchpoint, il primo sul 7-6 5-3 e il secondo sul 5-4 al terzo per il suo avversario. Con la tenacia che lo contraddistingue, Potenza ha chiuso al sedicesimo punto del tie-break finale e si è tolto una bella soddisfazione, lui che non ha praticamente nessuna esperienza nei Challenger: è la sua terza apparizione in assoluto dopo quelle di Forlì e Barletta, in cui ha sempre perso nelle qualificazioni. Per ragioni di ambiente e di “portafoglio”, ha concentrato quasi tutta la sua attività nei tornei ITF tunisini di Monastir, laddove un resort ne ospita uno quasi ogni settimana. Quest’anno si è anche aggiudicato un paio di titoli, ma adesso punta a un salto di qualità. La vittoria contro Martineau è un ottimo punto di partenza, anche se per centrare il main draw avrà bisogno di una mezza impresa contro il rampante Filip Misolic, 20enne austriaco (è nato lo stesso giorno di Roger Federer, esattamente 20 anni dopo) che quest’anno ha vinto quattro titoli ITF e scalato quasi mille posizioni.
    Palaagnelli – Ora italiana: 10:00 (ora locale: 10:00 am)1. [1] Nino Serdarusic vs [7] Nerman Fatic 2. Filip Misolic vs [WC] Luca Potenza 3. [5] Liam Broady vs Danilo Petrovic (non prima ore: 14:00)4. [Alt] Sergiy Stakhovsky vs [WC] Matteo Arnaldi 5. Illya Marchenko vs [WC] Luca Nardi (non prima ore: 18:00)6. Mikhail Kukushkin vs [6] Zdenek Kolar (non prima ore: 20:00)
    Italcementi – Ora italiana: 10:00 (ora locale: 10:00 am)1. Fabian Marozsan vs Calvin Hemery 2. [4] Pavel Kotov vs [8] Alexey Vatutin 3. Jiri Lehecka vs Hugo Grenier (non prima ore: 14:00) LEGGI TUTTO

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    Frances Tiafoe sulla partita di ieri contro Sinner: “ho provato a capire se si sarebbe innervosito un po’, So come portare gli spettatori dietro di me”

    Frances Tiafoe nella foto

    Frances Tiafoe ha parlato del suo comportamento tenuto contro Jannik Sinner nella semifinale del torneo di Vienna.
    “È stata una lunga settimana per me. Ho cercato di divertirmi e di coinvolgere la folla, ho provato a capire se si sarebbe innervosito un po’, So come portare gli spettatori dietro di me, poche battute e cose del genere, e poi ho iniziato a giocare in modo incredibile.Il pubblico sugli spalti ha fatto la differenza” . LEGGI TUTTO

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    Boris Becker sulla questione vaccinazioni: “I tennisti sono spiriti liberi”

    Boris Becker nella foto

    La questione della vaccinazione Covid-19 continua ad essere uno dei principali punti di discussione nel mondo del tennis, non ultimo con l’Australian Open che si avvicina velocemente. Restano molte domande sulla questione dei tennisti non vaccinati se saranno ammessi in Australia, ma Boris Becker ha spiegato perché il tasso di vaccinazione è ancora basso tra i tennisti.
    “I tennisti sono i loro stessi manager. Non giocano per una squadra e sono spiriti liberi. Non ci piace essere etichettati”, ha esordito l’ex numero uno del mondo.
    Tuttavia, non gli piace vedere questo tasso così basso. “Ho sentito i numeri e naturalmente sono rimasto sorpreso che ci siano così tanti tennisti che non sono vaccinati. Se si guarda intorno, il numero di persone vaccinate nel mondo sta aumentando. Penso che questo sia positivo. Per esempio, due terzi dei calciatori della Premier League sono vaccinati”, ha sottolineato.
    “Gli atleti devono rendersi conto che se vogliono continuare a fare il loro sport, prima o poi devono vaccinrsi. Capisco coloro che hanno qualcosa in contrario. Ma se sei un atleta devi seguire le regole. Molti lo trovano difficile, ma è così che funziona”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Matteo Berrettini: “Ci vediamo alle Finals di Torino”

    Matteo Berrettini nella foto

    Matteo Berrettini si è ritirato dal torneo di Parigi Bercy solo per un motivo precauzionale.
    Dichiara l’azzurro: “In questi giorni ho avvertito dolore al collo per questo ho deciso di cancellarmi dal torneo. Voglio essere sicuro di poter competere al 100% alle Finals di Torino. Ci vediamo a Torino LEGGI TUTTO

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    Thomas Muster prevede problemi per Dominic: “Thiem tornerà nell’élite solo nel 2023”.

    Thomas Muster quando allenava Dominic Thiem

    Roger Federer e Rafael Nadal torneranno dall’infortunio nel 2022, ma anche Dominic Thiem farà la stessa cosa nella prossima stagione dopo che un grave problema al polso destro gli ha rovinato il resto della stagione. Ora, però, Thomas Muster, che sa anche cosa vuol dire avere a che fare con lesioni gravi, mette un freno alle aspettative.
    “Thiem tornerà nell’élite solo nel 2023. Il prossimo anno sarà molto complicato per lui. Non può nemmeno guardare troppo la classifica. Con il disgelo dei punti, scenderà vicino al numero 60. Se non difenderà gli ‘ottavi di finale’ agli Australian Open l’inizio della stagione sarà duro, potrebbe ucire dalla top 100. Da lì, è probabile che non entrerà nemmeno nel tabellone di tutti i tornei”, ha sottolineato l’ex leggenda del tennis austriaco.
    Muster, che ha avuto da coach un rapporto burrascoso con Thiem e soprattutto con il padre, ha anche dato alcuni consigli. “Ora deve riabituarsi a tutto, è una conseguenza di questo infortunio. Sia nell’allenamento quotidiano che prima delle partite. Un recupero così non avviene da un giorno all’altro. Dopo il mio infortunio ho avuto bisogno di molto tempo per tornare, ho giocato con molto dolore il resto dell’anno e mi ci è voluto molto tempo per tornare al top”. LEGGI TUTTO

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    Adaptive Tennis Randstad: “Che emozione indimenticabile”

    Foto di gruppo con tutti i partecipanti

    Yastremska e le pro del Ladies Courmayeur Open hanno i brividi. Storie di vita che invitano a riflettere, molto più importanti di un rovescio a tutto braccio su una palla break.
    Buongiorno alla vita, buongiorno al coraggio, buongiorno ai disabili che fanno sport e danno un segnale decisivo ai normodotati. Adaptive Tennis Randstad conquista il Courmayeur Ladies Open – Cassina Trophy al Courmayeur Sport Center e regala una mattinata di gioia e di sorrisi ma anche di profonde e importanti riflessioni. Lo dicono le facce e l’attenzione delle protagoniste del torneo “250“ WTA che interrompono più volte il riscaldamento nei campi attigui d’allenamento approntati dall’amministrazione comunale guidata dal dinamico sindaco Roberto Rota. Non solo si fermano, ma parlano a bassa voce, chiedono scusa se una palla schizza incontrollata altrove, osservano, si guardano e trasecolano anche. Colpite, colpitissime da quanto accade accanto a loro. Molto impressionate dalla capacità, dalla volontà, ma soprattutto dalla forza dei disabili che vedono palleggiare con perizia a pochi metri di distanza: chi quasi cieco, chi con una protesi, chi in carrozzina. Sono momenti importanti, di formazione, proprio come vuole il messaggio Randstad Italia, promotore e organizzatore dell’esibizione di Adaptive Tennis, disciplina che – grazie a racchette e palline – mette in risalto le qualità atletiche e umane di persone con varie tipologie di disabilità. Il Deus ex machina è l’atleta paralimpico (nonché “educa-allenatore” di “Allenarsi per il Futuro” Ranstad Italia e Bosch Italia), nonché stella di bronzo al merito sportivo paralimpico, Massimiliano Manfredi, e porta in campo gli atleti di quattro associazioni, in rappresentanza di altrettante disabilità: Bionic People con 2 atleti “standing”,– Real Eyes Sport con 2 atleti “blind”,– Ash Novara con 2 atleti Fisdir,– Lab 3.11, in collaborazione con FIT, con 2 atleti wheelchair.
    Tutte le atlete sono fortemente colpite dalla scena, ma l’espressione quasi contrita della numero 1 del torneo, Dayana Yastremska, è davvero particolare. La 21enne ucraina è titubante, dolce, gentile, disponibilissima, mentre rimanda la pallina che le arriva di là della rete e incita e sostiene l’avversario che palleggia con lei, ma soprattutto ha gli occhi sgranati nell’osservare la scena. Solo alla fine, ancora molto impressionata dalle foto di rito, confesserà la sua doppia sensazione di imbarazzo: “Mi ricorderò per sempre questa esperienza, rimarrà davvero indimenticabile. È vero, sono molto toccata: la persona cieca con cui ho palleggiato è stata davvero incredibile. Mia madre ha avuto problemi con la vista, che ha superato, e quindi l’esperienza è stata ancor più emozionante”. Dayana conquista così molti punti nell’applausometro dell’umanità. Figurarsi se conoscesse le storie molto particolari che la circondano. Per esempio c’è Gianluca Cappiello, categoria B3 “blind”, ipovedente dalla nascita, che può giocare con 2 rimbalzi o anche uno della speciale pallina più grande e soffice, e soprattutto con un sensore che segnala con un suono l’impatto al suolo aiutando la scarsa visione del giocatore. “I B1 giocano su un campo ridotto e con tre rimbalzi della palla, i B2 su un campo normale ma con due rimbalzi”, racconta il 24enne di Cassago Brianza che è stato spinto dall’amico Davide: “Io ho la visione del un ventesimo a un occhio e un cinquantesimo all’altro, vedo qualcosa, vedo la figura, spesso non la faccia, mi aiuto coi colori di com’è vestita la persona. Sfortunato io? C’è chi non vede proprio niente, non mi lamento”.
    C’è Emanuele “Lele” Bezzi, 28 anni di Cameri (Novara) C1, atleta con sindrome di Down della FISDIR, che da 15 anni sviluppa la sua passione di tennista: “E’ la mia vita, gioco due volte la settimana alla Polisportiva ASH di Novara, e due coi normodotati a al TC Cameri, fra non molto voglio provare anche il Padel”. Sogna di diventare istruttore e poi maestro di tennis, e sintetizza la sua esperienza contro una professionista WTA dicendo: “Non ho sentito tanto la differenza con la sua palla, me la rimandava bella, tesa, anche lei ha dei colpi!”. Con la mamma che ridacchia della sua simpatia.C’è Gabriele Vietti 49enne di Vigevano, la storia del tennis con la Sindrome di Down, campione mondiale 2016, star degli Special Olympics anche nel nuoto, nel basket e nel tennis tavolo. Ha battuto Bezzi, suo compagno di doppio, ma la settima scorsa agli Europei c’è stata la rivincita da parte del giovane avversario che è così considerato il futuro degli atleti con la sindrome di Down (Trisome games).C’è Giorgio Napoli di Luino un bel ragazzo di 23 anni che due anni fa per un incidente stradale ha perso una gamba e ora si aiuta con un arto alla Pistorius. ”La prima reazione, quando i medici mi hanno informato che mi avevano dovuto amputare una gamba, è stata quella di dire: “Devo andare avanti, devo reagire anche per la gente che rivuole bene, per la mia famiglia. Oggi, da Bionic People standing, studio alla IULM e dico che l’incidente mi ha reso migliore e mi ha dato una forza maggiore nel proseguire, nell’avere un obiettivo”.C’è Gregory Leperdi, di Torino, anche lui Bionic People e nazionale di para ice hockey, anche campione europeo con la nazionale in una delle sole sette discipline ai Giochi Paralimpici invernali.C’è Giulia Capocci una bella ragazza 30enne di Arezzo trapiantata a Torino, che non ama raccontare della malattia del 2013 la trattiene su una sedia a rotelle: da normodotati giocava già a tennis in terza categoria e quindi aveva trovato una realizzazione agonistica nel tennis weelchair, arrivando al numero 1 d’Italia e al 4 del mondo nel 2016, ma da due anni ha dovuto interrompere per problemi alla schiena: “Mi allenavo ed andavo in giro per il mondo 25/26 settimane proprio come i professionisti”. Infatti termina il palleggio con la Yastremska col braccio destro dolorante. Oggi lavora a Torino alla LAB3 11 Srl: “Sta per laboratorio terzo piano stanza 11”.E qui si apre un’altra finestra sull’affascinante mondo dei disabili. Perché la stanza dov’è stato ricoverato Costantino Perna dopo l’incidente d’auto del 2010 che gli ha massacrato la spina dorsale rendendolo un paraplegico incompleto: “Fortunatamente qualche muscolo funziona, riesco a camminare col bastone e posso giocare a tennis sia pure in carrozzina, contro i miei figli che giocano all’impiedi”. Era già un artigiano nel campo della meccanica, durante i nove mesi di degenza, ha ragionato sulle sedie a rotelle e ha pensato che se fosse riuscito a personalizzarle avrebbe evitato di creare un ulteriore disagio a chi già ha il disagio della sua condizione. “Così nel 2013 ho brevettato questa sedia a rotelle regolabile in base all’atleta, la Advantage, che ora vendiamo a 2000 euro ed esportiamo pure. Una cifra che viene colmata spesso dal Rotary, dal circolo, dal comune o dalle famiglie di riferimento della persona che la richiede ma che ultimamente sta accontentando anche la richiesta di tantissimi bambini. Il nostro distributore è Decathlon, abbiamo lanciato un progetto scuola molto interessante che a Cremona ha il suo acme, abbiamo un accordo con la FIT nel quadro di “Racchette di Classe”, e sono orgoglioso del fatto che 2 giocatori su 8 del Master finale wheelchair da lunedì ad Orlando sono nostri testimonial: l’argentino Gustavo Fernandez e lo spagnolo Martin De la Puente. E da lunedì pomeriggio alla Sisport siamo al Tourin in Love, nella Race to Tourin delle Nitto ATP Finals, progetto legato agli sportivi con disabilità”. LEGGI TUTTO