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    Daniel Evans diventa furibondo per la pausa “bagno” di Karatsev

    Daniel Evans nella foto

    Daniel Evans ha lasciato la semifinale del torneo di Sydney contro Aslan Karatsev sconfitto e molto frustrato. Il britannico era scontento di qualcosa di molto specifico che è accaduto durante il duello e che è diventato molto famoso nel 2021: le pause per il bagno. Karatsev è andato in bagno alla fine del secondo set ed ha superato i cinque minuti – tre per usare il bagno e due per cambiare i vestiti – qualcosa che ha lasciato Evans furioso, sparando parole durissime.
    “Questa è una c****** vergogna, una vergogna. F****** per lui. Non hai fatto rispettare le regole. Non li hai fatti rispettare! Nessuno in questo circuito gioca a tennis senza correre. Sei seduto lì con il tuo walkie-talkie, a cosa ti serve? Voglio una risposta. Hai una risposta? Per quanto tempo è stato fuori dal campo? Dimmelo, voglio saperlo”, ha dichiarato, ricevendo alla fine un warning per condotta antisportiva.
    Ma Evans non si è fermato qui: “Il problema di questo circuito è che avete tutti paura. Quello che mi stai dicendo è una bugia. Dite le cose come stanno. Questa è una vergogna c******. Cinque minuti per cambiare pantaloncini e maglietta? Cinque minuti?….”. LEGGI TUTTO

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    Caso Djokovic: Crolla reputazione Australia. Crollo reputazionale Paese potrebbe provocare anche -1,5% di export

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Secondo l’analisi di Zwan svolta attraverso l’algoritmo ReputationRating, lo scoppio della vicenda Djokovic, fin da subito sotto i riflettori di tutto il mondo, ha causato una grossa perdita di capitale reputazionale, non solo di Nole, ma di tutti gli stakeholder coinvolti nel caso. Ad essere impattati, infatti, risultano i Driver reputazionali CSR, Leadership e Governance.Gli Stakeholder con la reazione più negativa sono, su tutti, Cittadini e Istituzioni Internazionali.
    Rispetto al periodo di analisi di novembre 2021, in seguito al susseguirsi delle vicende sul caso, si registra nel mese di gennaio 2022 un crollo del capitale reputazionale dei soggetti coinvolti: Novak Djokovic, più di tutti, con un decremento del 21.93%, seguono Tennis Australia (ente organizzatore degli Australia Open) con 17.01% e il Governo Australiano che registra un calo di 13.61 punti percentuali.
    Come è naturale aspettarsi, la vicenda legata al Campione Serbo ha causato, a cascata, un crollo della Reputazione dell’Australia (-14.91% rispetto a dicembre 2021). Gli errori nella gestione del Governo, in primis, insieme a quelli di Tennis Australia, dipingono agli occhi degli Stakeholder internazionali (in particolare i Cittadini esteri) un Paese non pronto alla gestione di una manifestazione sportiva internazionale. Ulteriori conferme di questo sentiment, arrivano da alcuni giocatori dello stesso Australian Open: il tennista Tomic, ha recentemente dichiarato ai microfoni internazionali: «Incredibile che ci lascino autotestare in stanza con il tampone rapido». Un’ennesima accusa, che fa crollare la reputazione dell’AO, e dell’intero Paese.
    Proprio su questo punto, registriamo che l’Australia è stata superata in reputazione dal Sud Africa (+18.52%). Questo risultato diviene più comprensibile anche alla luce della gestione della Pandemia Covid-19 da parte del Paese africano: uno dei primi a rimuovere restrizioni e controlli serrati, portando avanti una strategia di fattuale “convivenza con il virus”.
    Negli equilibri geopolitici, i crolli reputazionali dei Paesi, portano sovente a delle ripercussioni nell’ appetibilità agli occhi dell’investitori Esteri, e dunque nell’export. In casi precedenti, un crollo reputazionale di simile portata, ha provocato una relativa diminuzione dell’export nell’ordine di 1.5 punti percentuali.
    Questo è quanto emerge dalla nuova analisi realizzata da Zwan, azienda specializzata in corporate reputation, attraverso ReputationRating, l’unico motore di ricerca e comparazione di Brand basato su un algoritmo che offre una valutazione completa, tangibile, affidabile e imparziale della Reputazione di Paesi e Organizzazioni; l’algoritmo “Reputation Rating” pesa e misura le dimensioni della reputazione, certificando una serie di parametri oggettivi e soggettivi, attraverso la tecnologia blockchain.
    Dall’inizio della pandemia da Covid-19, le posizioni (e le relative prese di posizione al riguardo) di Djokovic non hanno dato vita facile alla sua reputazione globale. Ma non solo: le continue e periodiche accuse sui sospetti finti infortuni da parte dei colleghi per uscire fuori da momenti difficili della gara; il cartellino rosso all’Open Usa 2020, dopo aver scagliato una pallata sulla gola della giudice di linea.
    Tutto questo aveva già fatto registrare dei crolli reputazionali graduali, che adesso si accentuano con la falsa dichiarazione di “non aver viaggiato nei 14 giorni precedenti al suo arrivo – il 5 gennaio – in Australia”. I tweet e i post Social, sempre poco esplicativi, lasciano trasparire diverse incongruente con quanto dichiarato al Governo Australiano, tra viaggi a Belgrado a Natale, ed eventi che hanno visto la sua partecipazione, nonostante la positività al Covid (dichiarata dallo stesso Nole, dopo diverso tempo). Ad essere maggiormente impattato, pertanto, sembra essere proprio la CSR (Responsabilità Sociale) percepita del Serbo (-24.10%), proprio in merito al mancato rispetto delle normative e l’ombra del “No-Vax” che aleggia sulla sua reputazione.
    In questo quadro, è la leadership del Governo Australiano che ne esce lesa (-16.91%). In tutta la vicenda, tra revoche, indecisioni e dietrofront, il Governo è parso non al di sopra delle parti, bensì un’entità al pari dello stesso Campione Serbo e di Tennis Australia, fallendo nel suo tentativo di lanciare un segnale, con la revoca della visa, e titubante nel prendere decisioni sulla base di regole prestabilite. Le dichiarazioni dello stesso Djokovic in merito al suo interrogatorio con la Border Force, gettano ulteriori ombre sulla sua Governance (-12.67%): “Mi ha dato l’impressione che la decisione sul mio visto non dipendesse completamente dalle persone che stavano parlando con me, e invece dipendesse da qualcun altro al di sopra di loro” – così dichiara Nole.
    Non da meno è il crollo della reputazione di Tennis Australia, ente organizzatore degli Australian Open. Il solo prevedere, e accettare, delle esenzioni dall’obbligo vaccinale, senza opportune verifiche, è un chiaro segnale di orientamento al profitto. In altre parole, un AO senza Djokovic, il n. 1 al mondo, non è appetibile ai media e agli sponsor quanto un AO con Djokovic. Tennis Australia ha messo il proprio tornaconto davanti alle proprie scelte, tenendo da parte i princìpi alla base di una corretta leadership e responsabilità sociale.
    “Da questo caso, ne escono tutti sconfitti. Ognuno, a suo modo, ha giocato male la propria partita sul piano comunicazionale. È impensabile per un ente Governativo non dettare le regole del gioco in modo inequivocabile, scendendo al pari degli altri interlocutori. È impensabile macchiare la reputazione degli Australian Open, tentando in ogni modo di far partecipare il n.1 al mondo – nonostante le irregolarità evidenti – solo per guardare al profitto del torneo. È impensabile, per il peso mediatico che ha il campione di Tennis tra i più vincenti della storia, poter parlare di trasmutazione delle molecole d’acqua con la forza del pensiero, in piena pandemia, in diretta Instagram con un sedicente guru del benessere, senza che il suo ufficio stampa lo fermi.” – commenta così Davide Ippolito, cofondatore di Zwan e ReputationRating.
    A percepire questi cali reputazionali, e dunque parliamo di Stakeholder, sono per lo più Cittadini, come rilevato dalla Sentiment Analysis in rete degli utenti, che tra blog post, Social e Forum ha registrato un Sentiment fortemente negativo attorno alle principali keyword e notizie in merito al caso Djokovic: all’incirca l’87% dei cittadini, si è espresso contro l’operato dei tre soggetti coinvolti.Anche le Istituzioni Internazionali sono tra gli altri Stakeholder a reagire negativamente alle vicende australiane (-13.12%).
    Joe Casini, cofondatore di Zwan e ReputationRating, commenta così questa crescita: “Soffermandoci sull’operato di Djokovic, è opportuno sottolineare come non fosse assolutamente obbligatorio dare delle spiegazioni (in particolar modo se si ritiene di essere nel giusto). Ma un vero leader argomenta e spiega la propria posizione, prima che sia qualcuno a richiederlo espressamente, seguendo gli intramontabili princìpi della chiarezza e della trasparenza. In questa cattiva gestione della sua comunicazione, si annidano molte criticità familiari a molte organizzazioni nel mondo del business”. LEGGI TUTTO

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    Bernard Tomic ed il complesso rapporto con il padre: “Le aspettative di mio padre erano sempre molto alte. Mi ha visto come numero uno del mondo e vincere 10 o 20 Grand Slam, mi ha messo molta pressione”

    Bernard Tomic nella foto

    Bernard Tomic è sinonimo di polemica e, giorni prima di risultare positivo al covid-19, ha rilasciato un’altra intervista bomba che prende di mira suo padre.L’australiano, in una conversazione con il Sydney Morning Herald, ha ammesso che suo padre è stato il principale responsabile delle sue frustrazioni come giocatore di tennis.
    “Ancora oggi ho paura di mio padre. Onestamente non vorrei crescere mio figlio come loro hanno cresciuto me. Mio padre ha commesso diversi errori quando ho iniziato a giocare a tennis. Era pazzo, questo è certo, ma allo stesso tempo mi ha fatto diventare quello che sono oggi, mi ha insegnato cos’è la disciplina al 100%”.
    Tomic guarda indietro con un po’ di dispiacere: “Oggi guardo a tutto quello che ho vissuto e non crescerei mai i miei figli in quel modo, cercherei di farlo in modo diverso. In realtà mio padre è un uomo buono, ha un buon cuore, ha dedicato molto tempo e sforzi per farmi diventare quello che sono ora”.“Le aspettative di mio padre erano sempre molto alte. Mi ha visto come numero uno del mondo e vincere 10 o 20 Grand Slam, mi ha messo molta pressione. Non è facile vivere una situazione del genere, la gente non capisce che in questo mondo si è sempre sotto pressione, pressione e ancora pressione. Ci sono stati momenti in cui non volevo nemmeno giocare a tennis. Posso dire che non mi sono goduto il viaggio al 100% ma alla fine ho sempre continuato a sognare di battere i migliori e arrivare in alto”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Il lento recupero di Borna Coric

    Borna Coric nella foto

    La vita professionale di Borna Coric continua ad essere un incubo. Il croato, che non gioca da quasi un anno, aveva previsto di tornare alla competizioni agli Australian Open – è stato uno dei primi tennisti ad arrivare a Melbourne – ma purtroppo non giocherà nemmeno questa volta.
    L’attuale numero 89 del mondo ha annunciato il suo ritiro dal primo Grand Slam della stagione e ha spiegato che la spalla non è ancora completamente recuperata.
    “Purtroppo la mia spalla non è ancora pronta per competere per cinque set, quindi io e il mio team abbiamo deciso di fare la difficile scelta di ritirarci dagli Australian Open. Sono molto vicino ad essere al 100% e sono arrivato in Australia con la chiara intenzione di fare il mio ritorno in campo, ma voglio essere sicuro di non fare passi indietro nell’ultima fase del mio recupero”, si legge su Instagram. LEGGI TUTTO

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    L’Ordine dei giornalisti critica l’atteggiamento di Djokovic a L’Equipe: “È preoccupante”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Le polemiche sono scoppiate quando Novak Djokovic ha ammesso di aver saputo di essere positivo al Covid-19 quando ha rilasciato un’intervista a L’Équipe lo scorso 18 dicembre. Questa risposta ha immediatamente scatenato l’indignazione sui social media, con molte critiche all’atteggiamento del numero uno del mondo, che si è tolto la maschera per il servizio fotografico, con l’Associazione internazionale dei giornalisti di tennis che ha voluto rilasciare una dichiarazione per condannare la situazione e lasciare un messaggio.
    “La notizia che Novak Djokovic non ha detto a uno dei nostri membri – e al resto del team de L’Équipe quel giorno – che era risultato positivo al Covid-19 è estremamente preoccupante. Come giornalisti, siamo molto attenti a rispettare tutte le regole del Covid-19 e ci aspettiamo che i giocatori facciano lo stesso. Inoltre, i giornalisti devono essere completamente vaccinati per viaggiare agli Australian Open di quest’anno”, si legge in una dichiarazione inviata alla CNN. LEGGI TUTTO

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    Caso Djokovic: Il Governo Australiano “L’Australia, in quanto Paese sovrano, mantiene la massima discrezionalità su chi lascia entrare nel suo Paese”.

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Ormai mancano poche ora ed il giudice Anthony Kelly si pronuncerà sulla validità del certificato di esenzione dal vaccino anti-Covid presentato da Novak Djokovic per partecipare agli Australian Open.Il governo ha consegnato in tribunale una risposta di 13 pagine alla difesa fatta dal team di avvocati del numero uno del mondo.Nel documento si legge, tra l’altro, che il “diritto di ingresso in Australia per qualcuno che non è cittadino del paese non esiste” e che “il governo si riserva il diritto di revocare il visto di Djokovic anche se il serbo vincesse questo primo appello in tribunale”, facendo capire che un primo ‘round’ vinto dal leader ATP potrebbe essere solo l’inizio di un secondo ‘round’.
    Il tribunale di Melbourne ha pubblicato la risposta che il governo porterà in aula. Gli avvocati dell’esecutivo australiano sottolineano il fatto che il campione serbo «non è vaccinato», e dunque non in regola rispetto alle norme per rimanere nel Paese.
    Il governo australiano dice che l’infezione da Covid non è una motivazione sufficiente per ottenere l’esenzione medica e Djokovic non ha fornito ulteriori prove evidenti di controindicazione al vaccino. «L’Australia, in quanto Paese sovrano, mantiene la massima discrezionalità su chi lascia entrare nel suo Paese». LEGGI TUTTO

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    Pierre-Hugues Herbert positivo al Covid 19. Aveva dato forfait a Melbourne perchè non vaccinato

    Pierre Hugues Herbert nella foto

    Pierre-Hugues Herbert è stato il primo giocatore ad annunciare che non avrebbe giocato gli Australian Open perché non è era vaccinato per il Covid-19. Il n. 110 ATP non ha nemmeno richiesto un’esenzione medica e ha concentrato il suo programma sui Challenger ed aveva in programma di giocare i tornei di Forlì 2 e Forlì 3 prima di risultare positivo al Covid-19.
    Herbert ora si trova impossibilitato a fare quel viaggio e si è ritirato da entrambi i tornei per colpa della malattia causata dal nuovo coronavirus. “Purtroppo non potrò viaggiare a Forlì 2 e Forlì 3 la prossima settimana perché sono risultato positivo al Covid-19. Mi sento bene e ho solo lievi sintomi al momento. Spero di tornare presto a gareggiare”, ha divulgato via Instagram. LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic e i tanti dubbi sulla vicenda

    Novak Djokovic in data 17 dicembre 2021

    Seguiamo un po’ i fatti su quello che hanno dichiarato i legali di Novak Djokovic e sulla sua positività in data 16 dicembre 2021.
    Il deposito dell’atto al tribunale non è del tutto chiaro se il 16 dicembre fosse la data in cui è stato effettuato il test PCR o se fosse il giorno in cui ha ricevuto i risultati (o entrambi, i risultati possono spesso essere ottenuti in poche ore ora).
    Il 16 dicembre è stata una giornata molto impegnativa per Djokovic:Oltre ad aver fatto il tampone che poi è risultato positivo, Djokovic ha anche preso parte a una tavola rotonda senza mascherina e ha partecipato a una cerimonia interna senza mascherina per un francobollo fatto in suo onore quel giorno.
    Il 17 dicembre, il giorno *dopo* il presunto test PCR positivo di Djokovic del 16 dicembre, Djokovic ha partecipato a una cerimonia di premiazione per bambini presso il Novak Tennis Center.Ci sono molti post dei ragazzi che posavano per le foto con lui in quel giorno e senza mascherina.
    Una domanda è in sospeso: se Djokovic dichiarava di essere positivo al coronavirus negli ultimi sei mesi come motivo per un’esenzione, quando l’ha ottenuta? dato che la scadenza dei termini era il 10 dicembre, sei giorni prima della sua positività?
    “Mentre il processo sarà in corso, non ci saranno dichiarazioni pubbliche”, viene detto dal team PR di Novak Djokovic.
    Ricapitolando il tutto10 dicembre: scade la deadline per la richiesta di esenzione16 dicembre: Djokovic è positivo17 dicembre: Djokovic è immortalato al suo Tennis Center senza mascherina30 dicembre: Djokovic riceve l’esenzione da Tennis Australia LEGGI TUTTO