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    Il mito della freddezza

    L’indimenticata Jana Novotna nella foto

    Quando guardiamo una partita di tennis, e il giocatore o la giocatrice per cui facciamo il tifo non chiude a suo favore un punto delicato, può venire quasi naturale cercare le cause che l’hanno portato/a a perdere il punto nel controllo delle emozioni, il cosiddetto “braccino”, e richiamare alla mente atleti o atlete che nelle situazioni topiche di un match davano invece la sensazione di avere tutto sotto controllo, anche negli scambi più complessi, o addirittura di sentirsi ancora più a loro agio con quel tipo di tensione.
    E questo potrebbe portarci a pensare al mito della freddezza, dell’atleta emotivamente glaciale e imperturbabile. Se paragoniamo tra loro giocatori come Fognini, Kyrgios o Nadal, ci troviamo di fronte stili di gestione delle emozioni differenti. Perdere un punto in una fase delicata di un match, mentalmente parlando, può essere paragonato allo stare nel bel mezzo di un ingorgo che ci farà arrivare in ritardo a lavoro. Come reagireste in questa situazione? Contro voi stessi, contro gli altri, o manterreste la lucidità? E cosa differenzia queste diverse reazioni?Possiamo provare a cercare la risposta a questo quesito nel concetto di autoefficacia, che può essere descritto come il senso di fiducia nelle proprie abilità, tale da fornirci la percezione di poter affrontare un determinato compito con successo.
    Tuttavia, se una determinata situazione viene codificata come pericolosa, significa che una zona del nostro cervello, l’amigdala, il centro di controllo delle nostre emozioni, ha riconosciuto, nel confronto tra l’esperienza corrente e quelle passate, un segnale per il quale è meglio metterci in guardia, e per fare questo ci offre tre soluzioni immediate e biologicamente adattive: attacco, fuga, freezing. Quando allora osserviamo giocatori come Paire, Fognini, o Kyrgios perdere il controllo durante un momento delicato del match, probabilmente ciò che sta accadendo è che le risorse disponibili per un problem solving più “raffinato” non siano più sufficienti per evitare l’attivazione del nostro sistema limbico: la reazione “ruba” il posto all’azione, il senso di pericolo supera la percezione di autoefficacia, e ci si ritrova ostaggi del cosiddetto sequestro emotivo. Quello che nel trading ti può far perdere soldi, nella vita può logorare le relazioni, nel tennis può far perdere le partite.Quando il carico cognitivo è tale da rendere inefficace la gestione della frustrazione, con reazioni a volte rabbiose contro sé stessi o contro gli altri, le cause possono essere molteplici, e non sempre vanno ricercate all’interno di un singolo incontro, o un singolo punto. Ad esempio, possiamo avere ridotte risorse cognitive a disposizione perché abbiamo dormito poco e male, perché abbiamo litigato con la nostra compagna o il nostro compagno, perché non vinciamo una partita da tanto e tendiamo a pensare eccessivamente durante tutto l’incontro, o semplicemente perché sentiamo di non esserci allenati abbastanza.È come se la memoria RAM di un telefonino fosse sovraccarica per l’eccessivo numero di applicazioni aperte in contemporanea.
    In sintesi, quella che chiamiamo in gergo freddezza non è altro che la capacità del tennista e della tennista di far fronte agli eventi stressanti di un match attraverso risposte cognitive e di gestione emotiva adeguate alla situazione.
    Non tutti gli atleti hanno imparato ad affrontare questo tipo di eventi in autonomia nel migliore dei modi, e molto può dipendere dal mix di variabili biologico-ambientali che hanno influenzato la crescita di quel singolo individuo. Tuttavia, pur trovandoci di fronte a comportamenti o attitudini non irreversibili o prive di margini di miglioramento, la falsa credenza che lo psicologo si occupi esclusivamente di “disturbi mentali” ha per lungo tempo tenuto lontano questa figura dal mondo dello sport, facendoci percepire come normale la frustrazione che si manifesta durante un match, con i suoi monologhi infiniti, le racchette distrutte o le accuse all’avversario, all’arbitro o al tifo troppo rumoroso, come se fossero aspetti del gioco sul quale si può fare poco o niente, perché semplicemente quel giocatore è troppo emotivo, troppo impulsivo, o senza carattere.Per questo la notizia di Lorenzo Musetti, che avrebbe potuto scegliere di non condividere pubblicamente, di richiedere il supporto di uno psicologo, assume particolare significato, in quanto potrà dare coraggio a tutti quegli atleti, che ancora oggi, hanno paura di appoggiarsi a un professionista, per timore di essere a sproposito etichettati come deboli, strani, o senza speranza, e far comprendere a chi ancora nutre dei dubbi, che l’intervento dello psicologo nello sport è possibile, utile, e forse necessario.

    Dott. Marco Caocci LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner in esclusiva su Eurosport Players Voice – “Vorrei essere Federer per un giorno. Sul rosso cambia tutto: tirare sempre forte non serve”. Vagnozzi “Sinner potrebbe diventare anche più forte di Alcaraz”

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    A soli vent’anni, Jannik Sinner ha già conquistato 5 titoli ATP, giocato due quarti di finale Slam e un epilogo Masters 1000, raggiungendo lo scorso autunno le Finals di Torino. Intervistato in esclusiva da Simone Eterno di Eurosport Italia, il giovane Jannik si racconta a Players Voice, dai suoi prossimi obiettivi sul rosso a un sogno chiamato Federer:
    «Non penso al ranking (oggi è numero 13 della classifica ATP, ndr), non l’ho mai fatto e credo che non lo farò mai. Mi piace invece pormi degli obiettivi in senso più ampio: vedermi per esempio cresciuto fisicamente, dove so di avere tanto margine. E poi mentalmente, perché a vent’anni non puoi essere completo. Se poi penso al gioco, ecco, vorrei svegliarmi ed essere un altro tennista per un giorno: vorrei essere Roger Federer. Un’utopia, ma credo che ci si possa lavorare con l’obiettivo più realistico di diventare un giocatore un po’ diverso, più completo. Non vuol dire che mi vedrete fare il serve&volley o giocare solo slice, però forse un giorno, in partita, se ce ne fosse bisogno, vorrei sentirmi pronto, affidandomi anche a soluzioni del genere. Insomma, il vero obiettivo è diventare un giocatore migliore, più completo, nella mia ottica di crescita».
    Com’è cambiata la vita di Sinner da quando, nel 2019, ha fatto il suo ingresso nel circuito ATP? «Oggi è tutto diverso e ho maturato il pensiero di potermela giocare con tutti. So anche che questo comporta delle pressioni, soprattutto in Italia, dove c’è grande attesa su di me. La pressione però è un privilegio. Sono io il primo a voler vincere e a “voler arrivare”, quindi per quanto tutti parlino e tutti scrivano, non lo vivo come un problema, ma come parte del gioco. Lo accetto, mi sta bene.
    Come persona invece non mi sento cambiato. Sono lo stesso ragazzo di sempre, rimasto me stesso. Guardo la vita con la stessa prospettiva, ovvero aver la fortuna di poter fare ciò che mi piace, “selezionando” le persone che davvero contano per me e limitando l’uso dei social, che eppure sono parte integrante della vita di uno sportivo, per risparmiare ogni energia mentale necessaria per il tennis».
    Sinner parla delle esigenze che richiede il gioco sul rosso, impegnato in questi giorni agli Internazionali di Roma verso il grande appuntamento con il Roland Garros, che Eurosport e discovery+ trasmetteranno in diretta integrale ed esclusiva: da domenica 22 maggio alla finale maschile del 5 giugno, su Eurosport 1 le partite di cartello, su Eurosport 2 i match italiani, con Roberta Vinci volto nostrano di una grande squadra di ex-campioni e oggi analisti di Warner Bros. Discovery come John McEnroe, Mats Wilander, Barbara Schett e Justine Henin.
    «Sulla terra cambiano molte cose. Anzi, cambia un po’ tutto: devi giocare in modo diverso, cercare più rotazioni, più angoli, e anche servire diversamente, perché tirare sempre forte non serve. Sento che su questa superficie posso ancora imparare tante cose. Monte Carlo è stato subito un bel banco di prova e spero di ritrovare a Roma quell’atmosfera che avevo trovato anche a Torino, perché quel tifo lì è davvero speciale. Il pubblico un’arma e se hai la possibilità, la devi usare. Mi aspettano grandi giornate di tennis e non vedo l’ora!».
    Parla anche Simone Vagnozzi dal sito degli Internazionali D’Italia: “Ho un ‘materiale’ tra i migliori del mondo. Ha un tennis molto efficiente, deve completarsi in diverse aree del suo gioco, come a rete, deve aggiungere variazioni. Sono contento della sua disponibilità e del suo approccio al lavoro.Siamo contentissimi di essere qui, c’è grande euforia su Jannik. Il clima è ottimo, il pubblico lo aiuterà. Riccardo Piatti è il miglior coach in Italia a livello di risultati. Non mi posso confrontare con lui: io ho iniziato la mia carriera da sei anniSe avessi paura di tutti i commenti e le reazioni non avrei preso questo incarico. Sicuramente per me è un’occasione importantissima, spero di poterlo aiutare.Jannik però gioca sempre per vincere, e questo rende il lavoro più facile. Per un allenatore, sapere che il giocatore dà sempre e comunque il 100% è speciale.I coach bravi sono importanti, devo difendere anche la categoria. Anche perché tra i giocatori si sta riscoprendo un po’ di varietà. Basta vedere un giocatore come Alcaraz, che si è lanciato, è ancora più precoce di Jannik. Ma questo non significa che Jannik non possa diventare ancora più forte”. LEGGI TUTTO

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    Alexander Zverev: “Due giorni fa sono andato a dormire alle 4 di notte, ieri alle 5:20”

    Alexander Zverev nella foto

    Alexander Zverev è polemico dopo la sconfitta nella finale del torneo di Madrid: “Due giorni fa sono andato a dormire alle 4 di notte, ieri alle 5:20; qualsiasi persona normale se va a dormire una sera alle quattro e quella dopo alle cinque avrà problemi anche solo a svegliarsi la mattina dopo. Quindi per me giocare una finale in un mille, contro Carlos Alcaraz, quello che io ritengo sia il giocatore più forte del mondo, non è facile.In questo momento sono un pochino arrabbiato mi verrebbe da dire, perché non avevo coordinazione, non avevo coordinazione al servizio, nei colpi da fondo, ho sbagliato due smash perché vedevo la pallina e poi tutto si muoveva nella mia testa. Non voglio togliere nulla a Carlos; oggi forse anche se fossi stato fresco non avrei vinto oggi ma sarebbe stato un altro match, avrei avuto la possibilità di lottare, ma se vai a dormire alle quattro il giorno dopo sei morto. Io invece il giorno dopo ho giocato”. LEGGI TUTTO

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    Seconda giornata qualificazioni Internazionali Under 18 “Città di Santa Croce”

    Gaia Parravicini nella foto

    Nella seconda giornata in programma al Torneo ITF giovanile “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini, organizzato dal Tennis Club Santa Croce sull’Arno (Pisa), si sono conclusi i tabelloni di qualificazioni con un ricco calendario di incontri (24 in totale) per assegnare con un doppio turno i quattro pass a disposizione per i due tabelloni principali.
    In attesa di conoscere tutti i verdetti, che saranno emessi in tarda serata, ottiene una meritatissima qualificazione Gaia Parravicini, ritrovata a contendersi a sorpresa (data l’eliminazione prematura delle teste di serie del loro settore) un posto nel main draw nel derby con Sara Milanese. La tennista lombarda non ha dovuto faticare più di tanto per superare il doppio turno odierno, in mattinata contro Caselli (62 61) e nel pomeriggio contro l’irpina Milanese, prendendo in mano le sorti del match dopo alcune incertezze iniziali. Ostacolo superato anche per Denise Valente. La numero 1 del tabellone cadetto ha sofferto tantissimo per centrare l’obiettivo, uscendo indenne da un vibrante super tie-break (14-12) contro la statunitense Alexia Harmon.
    Manca la qualificazione sul filo di lana invece Lorenzo Shabasi. Il marchigiano, tesserato per il Match Ball Firenze, dopo una brillante vittoria di mattina contro il canadese Chan si infrange nel match decisivo di fronte al muro eretto dallo spagnolo Joan Torres Espinosa, numero 2 del tabellone di quali. Nonostante gli sfavori del pronostico, Shabasi si è portato avanti per 8-5 e 9-8 nel super tie-break, senza riuscire a sfruttare un match point a disposizione. Dopo la cavalcata fino alle semifinali nel Grado 2 di Prato, il suo cammino a Santa Croce si interrompe prematuramente.Da lunedì 9 maggio prenderanno il via i tabelloni principali di singolare e di doppio. Impressionante lo spessore degli atleti in gara, con ben quattro giocatori e giocatrici tra i primi venti delle classifiche mondiali under 18: il maschile parlerà soprattutto spagnolo con il numero 1 argentino Lautaro Midon (15 al mondo) e il numero 2 messicano Rodrigo Pacheco Mendez (17 al mondo), mentre tra le donne le favorite saranno la slovacca Nikola Daubnerova (16 al mondo) e la svizzera Sabine Naef (21 al mondo). Escludendo i qualificati, sono otto gli italiani presenti nei tabelloni principali, guidati per classifica da Giorgia Pedone e Daniele Minighini.L’ingresso sui campi del Tc Santa Croce è libero per tutta la durata della manifestazione. LEGGI TUTTO

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    38° Torneo Internazionale Under 18 “Città di Prato”: Inseriscono il proprio nome nell’albo d’oro del torneo la giapponese Sara Saito e il canadese Jaden Weekes

    Sara Saito nella foto

    Grande tennis sul centrale Ciardi – Focosi per le finali del 38° Torneo Internazionale Giovanile Under 18 “Città di Prato”. A vincere sono stati la giapponese Sara Saito sulla giovanissima Alina Korneeva (che viene sconfitta anche nella finale del doppio) e il canadese Jaden Weekes che ha superato il neozelandese Jack Loutit con due match conclusi entrambi al terzo set. Nel doppio vincono gli italiani Nosei e Sciahbasi. Ai vincitori sono stati assegnati il Trofeo Loris Ciardi, il Trofeo delle Nazioni, il Trofeo Marini Industrie e il Trofeo Concessionaria Checcacci
    La finale femminile ha visto una sfida tra due giovani di cui sentiremo parlare in futuro. La giapponese, classe 2006, mentre la russa, che ha giocato senza bandiera, nata nel 2007 hanno dimostrato di essere davvero delle giocatrici di ottimo livello. Primo set a favore della giapponese per 62 ma c’è il ritorno della giocatrice dell’est che prevale nel secondo set per 64. A quel punto sembrava che la più giovane potesse conquistare la vittoria ma la costanza della giapponese e la determinazione hanno fatto la differenza e con diversi colpi lungolinea riusciva a vincere la sfida e il torneo concludendo la gara per 64.
    Nel tabellone maschile in una sfida tra due mancini il numero uno, il canadese Jaden Weekes (Itf,40), conferma la sua solidità e supera il neozelandese Jack Loutit, per 46 64 63. Parte meglio il neozelandese che fa il break e rimane in vantaggio fino al 4-4 poi fa il break e chiude il primo set. Nel secondo parte meglio il canadese ma l’avversario riesce a recuperare fino al 4-4 ma Weekes cambio ritmo e conquista il secondo set. Nel terzo parità fino al 2-2 break del canadese fino al 4-2 poi recupero di Loutit ma non riesce l’aggancio e chiude 6-3 il canadese che vince il torneo da favorito. A conclusione le premiazioni con la presenza del prefetto di Prato Dr.ssa Adriana Cogode. Il direttore del torneo è stato Antonio Maccio mentre il giudice arbitro Riccardo De Biase.
    “E’ stato un grande torneo per due aspetti perché siamo riusciti a riprendere il cammino di una tradizione che purtroppo si era interrotta per il covid e poi vedere i giovani rivitalizzare il circolo è qualcosa di unico – spiega il presidente del Tc Prato Marco Romagnoli – 25 nazioni rappresentate un grazie a tutta l’organizzazione e a chi ha sostenuto la manifestazione” “Tanto pubblico e spettacolo per una manifestazione davvero unica – spiega il presidente della Federtennis Toscana Luigi Brunetti – è bello vedere i giovani di tutti i paesi del mondo sui nostri campi” “Il Comune di Prato non può non sostenere queste manifestazioni – spiega Luca Vannucci assessore allo sport del Comune di Prato – e saremo sempre a fianco di chi organizza eventi di carattere internazionale che rappresentano la nostra città nel mondo”
    Nel doppio femminile vincono la lituana Patricja Paukstyte insieme alla danese Rebecca Munk Mortensen 64 26 10-4. In finale hanno superato la coppia Korneeva e Simunyu. Nel maschile conquistano il trofeo gli azzurri Nosei – Sciahbasi sul duo Michal Krajci in coppia con Benjamin Torrealba per 64 64
    FinaliTabellone maschileWEEKES, Jaden [1] (Can b LOUTIT, Jack (Nzl) 46 64 63
    Tabellone femminileSAITO, Sara [2] (Jpn) – KORNEEVA, Alina 62 46 64 LEGGI TUTTO

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    Carlos Alcaraz primo giocatore a battere Nadal e Djokovic su terra nello stesso torneo

    Carlos Alcaraz nella foto

    Carlos Alcaraz ancora una volta ha portato l’Estadio Manolo Santana in piedi battendo Novak Djokovic e conquistando la finale del Masters 1000 di Madrid. In un duello davvero incredibile, il 19enne ha firmato un’altra pagina di storia.L’iberico con questo successo è diventato il primo giocatore in assoluto a battere Djokovic e Rafael Nadal nello stesso torneo su terra battuta.
    Altri undici erano già riusciti a battere Nole e Rafa nello stesso evento, ma mai sulla terra battuta. David Nalbandian (Madrid’2007 sul veloce), David Ferrer (ATP Finals’2007), Andy Roddick (Dubai’2008), Nikolay Davydenko (Shanghai’2009), Robin Soderling (ATP Finals’2009), Ivan Ljubicic (Indian Wells’2010), Roger Federer (ATP Finals’2010), Stan Wawrinka (Australian Open’2014), Juan Martín Del Potro (Giochi olimpici’2016), Dominic Thiem (ATP Finals’2020) e Daniil Medvedev (ATP Finals’2020) sono stati gli altri a realizzare l’impresa, ma sempre fuori dalla terra battuta.
    D’altra parte, Alcaraz diventa anche il più giovane tennista a battere sia Djokovic che Nadal nella sua carriera, indipendentemente dalla superficie. In questo parametro, lo spagnolo supera il marchio di Stefanos Tsitsipas, che aveva 20 anni, quando ha aggiunto trionfi contro Nole e Rafa. LEGGI TUTTO

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    Gilles Simon si ritira alla fine della stagione: “Nessuna tristezza, nessun rimpianto”

    Gilles Simon nella foto

    Il francese Gilles Simon ha annunciato sui social media che si ritirerà alla fine della stagione. Dopo 20 anni al vertice, l’ex numero 6 del mondo e vincitore di 14 titoli ATP, dirà addio al tennis e metterà fine ad una grande carriera dove il suo più grande risultato è stato vincere l’ATP 500 ad Amburgo ed approdare in finale al Mutua Madrid Open nel 2008, perdendo contro Andy Murray. Dopo Jo-Wilfred Tsonga, un altro tennista francese appenderà la racchetta al chiodo dopo aver fatto parte di una delle migliori generazioni di tennisti francesi della storia.
    Simon ha detto addio sui social media: “È stata un’avventura magica, meravigliosa e straordinaria. Si fermerà alla fine dell’anno. Un grande GRAZIE a tutti coloro che l’hanno resa possibile. Nessuna tristezza, nessun rimpianto. Solo la volontà di mettere tutto quello che mi resta. In ogni partita, fino alla fine”. LEGGI TUTTO

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    Prima giornata qualificazioni Internazionali Under 18 “Città di Santa Croce” Dopo 3 anni ritorna il torneo

    Jacopo Bilardo nella foto

    Dopo oltre mille giorni di attesa e due edizioni saltate a causa della pandemia, finalmente il campo è tornato a parlare… Si è aperto infatti il rientrante Torneo ITF giovanile “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini, organizzato dal Tennis Club Santa Croce sull’Arno (Pisa), giunto alla quarantaduesima edizione, unica manifestazione tennistica internazionale di Grado 1 di scena in Italia, per importanza subito dietro al Bonfiglio.
    Ad essere emozionati, più che i giovani protagonisti del rettangolo di gioco, sono gli uomini e le donne dello staff santacrocese e il pubblico giunto copioso al Cerri già dall’esordio. Ma sono bastati pochi scambi affinché l’elettricità e quel pizzico di commozione per il “grande ritorno” degli Internazionali lasciassero il posto ai primi verdetti dei campi. L’impresa del giorno la compie Emma Rizzetto: la piemontese recupera un match quasi perso contro la testa di serie numero 2 del tabellone cadetto, la kazaka Kenzhibayeva, fino a trionfare in un super tie-break vietato ai deboli di cuore (26 76 13-11). Avanza invece la prima favorita delle qualificazioni Denise Valente (76 63 su Penne), così come il numero 1 tra gli uomini Giammarco Gandolfi (63 62 su Schold). Successo a dir poco rocambolesco di Jacopo Bilardo su Peter Buldorini, con l’eliminazione di uno degli azzurrini più accreditati delle qualificazioni: il bolognese si porta in vantaggio per 5-4 40-0 ma spreca tre set-point, perde il parziale iniziale e poi si ritira nel secondo set per un leggero malore.Intanto sono state ufficializzate le wild card assegnate per i tabelloni principali, che prenderanno il via da lunedì e per la prima volta nella storia si distribuiranno su un formato ridotto di 32 giocatori e 32 giocatrici. La pattuglia azzurra con appena due tennisti italiani inseriti per meriti di classifica (Giorgia Pedone e Daniele Minighini) viene rimpolpata dagli inviti concessi a Federico Cinà, Lorenzo Carboni, Federico Bondioli, Anna Paradisi, Francesca Pace e Diana De Simone. Le ultime wild card spetteranno a Manas Dhamne e Ela Nala Milic, giovanissimi di belle speranze seguiti da Riccardo Piatti, ex coach di Jannik Sinner.L’ingresso sui campi del Tc Santa Croce è libero per tutta la durata della manifestazione. LEGGI TUTTO