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    Il dato di precocità che unisce Rune alle grandi leggende del tennis

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Holger Rune non ha iniziato la stagione al livello che ci si aspettava, ma ha già recuperato la fiducia e nell’ATP Masters 1000 di Montecarlo si è riconfermato come uno dei grandi nomi del presente e del futuro.
    Dopo la sua vittoria in semifinale contro Jannik Sinner, il danese ha raggiunto una nuova finale di un Masters 1000 e ha eguagliato Novak Djokovic in finali di questo tipo di eventi senza aver raggiunto i 20 anni. Una statistica che vede al primo posto Rafa Nadal con sette e dove compaiono anche nomi come Carlos Alcaraz, Andrei Medvedev e Andre Agassi.
    Si sono qualificati nella finale di diversi Masters 1000 prima di festeggiare il loro 20esimo compleannoNadal – 7 finalesMedvedev – 3 finalesAlcaraz – 3 finalesAgassi* – 2 finalesDjokovic – 2 finalesRune – 2 finales
    ✍️Agassi aveva giocato una finale a Roma prima del 1990 LEGGI TUTTO

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    Da Monte Carlo: Parlano Jannik Sinner e Holger Rune dopo la semifinale (sintesi partita)

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    Jannik Sinner : “Anche se c’era il vento, le condizioni all’inizio della partita erano abbastanza veloci. Dopo la pioggia il campo era più lento, non riuscivo a fare il gioco che volevo fare, anche se spingevo la palla non andava veloce come andava prima.Ho servito anche un po’ peggio, sentivo che la palla non usciva bene. Da fondocampo mi sentivo abbastanza in controllo anche se ho fatto qualche errore in più. È andata così”. “Ogni partita è diversa. Ogni partita racconta la sua storia. In un senso ci sono aspetti simili al match con Zverev dello scorso anno. Anche nel terzo set spesso ero sopra sul mio servizio, spesso ero 30-0, poi mi sono incartato un po’ anche quando tenevo la battuta. Anche l’ultimo game, è girato un po’ male, ha toccato un pizzico di riga, il mio nastro, oggi è andata così, non c’è tanto da dire. “Ovviamente ringrazio il pubblico perché mi ha aiutato moltissimo, però mi dispiace molto perché sentivo che ero molto vicino a poter vincere questo torneo. Ma è andata così, vediamo come andrà a Barcellona. Proverò a prendere gli aspetti positivi di queste ultime settimane, ma appena uscito dal campo è difficile buttar giù questa sconfitta la sogni, sei lì, è difficile.È positivo che fossi spesso io in controllo da fondo, ero spesso io a fare gioco. Potevo sicuramente fare meglio nelle scelte finali in ogni punto. Lui ha servito bene e non sono riuscito a rispondere in maniera efficace. In ogni modo è positivo che fossi sempre io in controllo, ho sbagliato io oggi”. [embedded content] Holger Rune : “Jannik ha cominciato alla grande, io ho dovuto trovare le risorse dentro di me per rimontare questa partita. Il pubblico è stato straordinario, è sempre bello e divertente giocare in queste condizioni e con questa atmosfera.In Australia non è stato per niente divertente contro Andrey Rublev, sono stato sfortunato. Tutti e due abbiamo giocato una grande partita, con Rublev siamo 1-1 nei precedenti e domani spero di passare in vantaggio e andare 2-1“. LEGGI TUTTO

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    Shamil Tarpischev: “Abbiamo vinto Wimbledon”

    Shamil Tarpischev nella foto

    Shamil Tarpischev, il controverso presidente della federazione tennistica russa, ha impiegato poche ore per reagire al titolo di Elena Rybakina, russa naturalizzata kazaka che ha vinto un’edizione del torneo di Wimbledon che ha messo al bando i tennisti russi e bielorussi. Il capitano della Davis russa ha reagito prontamente al titolo della Rybakina in diversi media russi.
    “Incredibile. Congratulazioni, Rybakina. Abbiamo vinto Wimbledon”, ha detto Tarpischev parlando del trionfo della tennista che ha fatto la storia del Kazakistan. LEGGI TUTTO

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    Tennis in Tv: Programmazione SuperTennis (10-16 Luglio 2022)

    DOMENICA 10 LUGLIOalle 14 LIVE Wimbledon Finale Juniores maschileAlle 17:30 LIVE Wimbledon Finale doppio femminileAlle 21 Wimbledon Finale Singolare maschile (Differita)
    LUNEDÌ 11 LUGLIODalle 11 LIVE WTA 250 BudapestDalle 13 LIVE ATP 250 BastadAlle 19:15 WTA 250 Losanna (Differita)Alle 21:15 WTA 250 Budapest (Differita)
    MARTEDÌ 12 LUGLIODalle 11 LIVE ATP 250 BastadAlle 19:15 WTA 250 Losanna (Differita)Alle 21:15 WTA 250 Budapest (Differita)
    MERCOLEDÌ 13 LUGLIODalle 11 LIVE ATP 250 BastadAlle 19 LIVE ATP 250 NewportAlle 21 WTA 250 Budapest (Differita)Alle 23:30 WTA 250 Losanna (Differita)
    GIOVEDÌ 14 LUGLIODalle 11 LIVE ATP 250 BastadDalle 19 LIVE ATP 250 NewportAlle 23 WTA 250 Losanna (Differita)
    VENERDÌ 15 LUGLIODalle 11 LIVE ATP 250 BastadAlle 12:45 Colpo da CampioneDalle 19 LIVE ATP 250 Newport
    SABATO 16 LUGLIOAlle 11 LIVE WTA 250 Losanna (Semifinali)Dalle 13 LIVE ATP 250 Bastad (Semifinali)Alle 17:15 WTA Budapest (Differita Semifinali)Dalle 19 LIVE ATP 250 Newport (Semifinali)Alle 23 WTA 250 Losanna (Differita Semifinali) LEGGI TUTTO

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    La fidanzata di Fritz ha guadagnato 30.000 follower durante l’incontro con Nadal

    La fidanzata di Fritz ha guadagnato 30.000 follower durante l’incontro con Nadal

    Fidanzata dell’americano Taylor Fritz, l’influencer americana Morgan Riddle ha attirato così tanta attenzione per le sue reazioni nell’incontro in cui Fritz è stato eliminato da Wimbledon (battuto dallo spagnolo Rafael Nadal in una battaglia di cinque set), che i suoi social network sono esplosi durante quella partita.
    I canali televisivi di tutto il mondo hanno mostrato le reazioni di Riddle a ciò che stava accadendo nel match del suo fidanzato e il successo è stato tale che la 24enne ha finito per guadagnare 30.000 follower su Instagram durante il duello.
    Riddle, che frequenta Fritz da due anni, vive a Los Angeles e ha oltre 250.000 follower su TikTok e 88.000 follower su Instagram. LEGGI TUTTO

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    Sulle tracce dello svizzero Roger: Appare a Wimbledon

    Roger Federer nella foto

    Il torneo di Halle è più piatto e tedioso senza Roger Federer, vincitore per 10 volte su quell’ erba ‘battuta’, come la chiamava il poeta del tennis Gianni Clerici. Non basta neppure lo splendido rovescio del losannese Wawrinka per consolarmi! Che fare quindi quando sei in preda a una profonda nostalgia del tennista più grande e disinvoltamente elegante di tutti i tempi? Chiudere la Tv e partire per la Svizzera, alla ricerca di Roger!My Switzerland m’informa periodicamente delle sue mete più amate: andrò quindi per montagne e, se non lo troverò lì, mi spingerò fino a Basilea, la sua città. La posta in palio è altissima, e io non tornerò senza aver vinto!Per recuperare lo svantaggio iniziale, le mie racchette da neve dovranno essere ben accordate, perché sulle Alpi svizzere, a Verbier o attraverso il trenino a cremagliera da Montreux a Rochers de Naye, spingendomi al villaggio di Les Diablerets, e poi fino alle vertiginose vette del ghiacciaio Glacier 3000, potrei incontrare Roger!La neve svizzera mi accoglie, intrisa di un religioso silenzio come quello presente sui campi da tennis, e induce ad abbassare rispettosamente la voce. Ed ecco che, coronato dal candore accecante delle sue montagne, mi appare Roger a Wimbledon, con la sua misurata, regale eleganza dei movimenti. Nel silenzio risuona, assordante, il suo back vincente, seguito da un fragoroso applauso che scuote le montagne.
    Poi sparisce, lasciandomi in estasi, a contemplare quel paesaggio che ha in sé la sezione aurea. La divina proporzione aurea del paesaggio svizzero mi procura lo stesso incanto e stupore che provo nell’assistere a una partita di Roger Federer. La stessa Bellezza è insita nella natura svizzera e nella natura dello svizzero Roger!Dinanzi a quel mondo innevato mi convinco che esiste una perfezione nel paesaggio svizzero, visibile ad occhio nudo, percepibile attraverso il palpito della natura, assimilabile attraverso odori balsamici, balsami dell’anima, così come esiste una bellezza che esalta lo spirito nelle partite live di Federer. Quanto mi mancano quelli che David Foster Wallace chiamava “Momenti Federer”! La vista di quei colpi impossibili che mi facevano palpitare e rimanere con la bocca aperta e gli occhi strabuzzati con l’espressione incredula da “meravigliato” del presepe. Ma più dei colpi spettacolari del campione, manca dai campi la sua maestria nel prefigurare i colpi dell’avversario, i suoi gesti sobri ed essenziali, la flessuosità dei movimenti, la precisione del diritto, i suoi ace nel servizio vincente, il suo serve & volley in velocità a rete, il suo genio ineffabile insomma.Sono davvero stanca di seguire partite ove viene ostentata la potenza bruta e aggressiva, sono stanca degli eccessivi sudori gocciolanti degli atleti, dei tic volgari, degli sbilanciamenti e delle cadute, delle racchette sbattute a terra e fracassate, degli inviperiti sguardi in cagnesco prima della battuta, degli improperi all’indirizzo dell’avversario, del giudice e perfino della propria panchina, dei grugniti affannati ad ogni colpo: voglio la grazia regale di Roger, il suo autocontrollo, l’esclusiva classe del gentleman sportivo, la suprema raffinatezza del suo tocco magico!Federer ha assimilato, interiorizzato l’Armonica Bellezza della natura del suo Paese: lo ha fatto grazie ad uno spettacolare paesaggio che forma e conforma. L’ambiente educa l’uomo, che respira e palpita all’unisono con esso. L’equilibrio e la proverbiale precisione dei colpi di Federer sono il riflesso del suo intimo legame affettivo col paesaggio naturale, che è perfettamente armonico: la rappresentazione mentale che Roger Federer ha di se stesso rispecchia il modello del rapporto d’amore con madre Natura, sempre presente nei suoi occhi, fin dalla nascita.

    Un filo verde unisce infatti Madre Natura alla natura degli Svizzeri. Il patrimonio verde vegetale svizzero non viene tanto custodito e incrementato, quanto celebrato come in un culto. La Svizzera rappresenta un modello di emancipazione ecologica, radicata nella sua natura. Le strategie più innovative vengono ricercate nelle sue università, al fine di acclimatare in maniera equilibrata l’uomo all’ambiente: ne deriva un modus esistenziale che impedisce a uno svizzero di agire smodatamente, senza modus, ovvero misura. La popolazione svizzera esprime infatti un proprio equilibrio tra il sentire e il vivere: aspira a un mondo idealmente perfetto mentre cerca, instancabilmente ogni duro giorno, di rendere concretamente vivibile il mondo che ha attorno. Niente di più coerente. Niente di più “federeriano”. Niente di più distante dalla nostra società!La percezione del contrario, riferita alla nostra realtà, mi induce a riflessioni amare: come sono stanca della volgarità, della sconnessione e della confusione della nostra società! Sono stanca del degrado, degli scempi paesaggistici, dell’indecoroso spettacolo urbano che si offre ogni giorno ai miei occhi. La natura violata ci mostra il suo continuo strazio e non ne sentiamo il gemito e quel lamento che dal profondo della terra si alza a noi, perché nelle nostre sterili e tossiche città a misura di profitto abbiamo perso il contatto ‘naturale’ con la terra. Si gioca contro natura, si vive contro natura, assuefatti al brutto e alla sozzura. Viaggiare in Svizzera fa riscoprire quel legame, fa ritornare al rapporto salvifico con la Natura, da cui ci siamo sradicati. Distratti nella frenesia delle nostre città, abbiamo trascurato cosa significhi girovagare senza una particolare meta, immersi in un bagno di foresta; siamo incapaci di radicare i nostri piedi nel terreno come la Dafne di Ovidio, di commuoverci per il senso profondo di spiritualità che, paradossalmente, il contatto con la terra evoca in noi.Le foreste svizzere occupano più del 30% della superficie del Paese, e sono in costante crescita da oltre 150 anni grazie ad un’illuminata legge forestale varata a beneficio della collettività. La Suprema Armonia naturale non è infatti una fortunata contingenza, ma dipende dalla cura diligente e appassionata degli uomini, e quindi soggetta a turbamenti, disordine e caos; similmente il talento di Federer è frutto di una vita disciplinata, segnata da duri e continui allenamenti e sacrifici, e da una grande, infinita passione per il gioco del tennis, di cui è il rappresentante più degno e significativo.Continuo pertanto il mio viaggio in Svizzera per regalarmi il privilegio di respirare l’aria del Paradiso e per ritrovare con Federer nei campi da tennisquel Paradiso perduto.

    Come non basta una spaventosa tormenta di neve e un freddo estremo a dissipare l’Armonica Bellezza dalla natura svizzera, così non basta qualche sconfitta di Federer in seguito ai noti problemi alla gamba per cancellare il suo leggendario talento.Come Roger Federer, un altro intramontable campione della storia fu ferito alla gamba sinistra. Il 3 luglio 1866, sceso in campo contro gli austriaci durante la Terza guerra d’Indipendenza, a Monte Suello, il generale Giuseppe Garibaldi, già provato dalla ferita d’Aspromonte del 1862, rimase nuovamente ferito nel momento cruciale della battaglia e nelle sue Memorie scrive: “…ferito alla coscia sinistra fui obbligato di ritirarmi, lasciando il comando al colonnello Corte…” . Destino degli Eroi, quello di subire ferite nel corpo e nell’anima! Garibaldi si ritirò a Caprera, luogo dell’anima: immerso nella natura, coltivò i suoi ideali e non si arrese mai, neanche di fronte alle sconfitte.Ma qual è il luogo dell’anima di Roger, dove trovarlo? Dopo aver inutilmente perlustrato le sue montagne, mi dirigo verso le città da lui più amate, città sostenibili. La sostenibilità fa parte del DNA svizzero, così pure il biologico e la riciclabilità. Zurigo è tra le prime 10 città più sostenibili del mondo e Basilea, la città di Federer, è la città più green d’Europa, dove gli spazi verdi sono obbligatori perfino sui tetti piani delle case. Il 20 volte campione Slam, dopo oltre un anno di assenza, tornerà a giocare un match ufficiale nella sua Svizzera, precisamente dal 22 al 30 ottobre disputerà lo Swiss Indoors di Basilea, torneo di categoria ‘500’ già vinto 10 volte in passato, l’ultima volta nel 2019. E pertanto mi fermo qui , in attesa di incontrare Federer. Intanto sperimento la pacificazione profonda con l’essenza umana, che solleva un potente imperativo morale: tornare alla Natura, perdersi in essa per riconoscersi, ricostruire la nostra ‘casa’.Buon viaggio in Svizzera, buon ritorno a casa!Buon ritorno, Roger!

    Gisella Bellantone LEGGI TUTTO

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    Parla al Corriere della Sera Darren Cahill il supercoach di Jannik Sinner: “Come mentalità mi ricorda Hewitt: ha la stessa scintilla negli occhi, che non si vede spesso nel circuito”

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Getty Images

    Dal Corriere della Sera arriva l’intervista di Gaia Piccardi a Darren Cahill.Sinner sarà in campo sulla terra di Umago (Croazia) dal 25 luglio, diretto verso lo swing canadese e americano (Cincinnati) che conduce all’Open Usa, l’ultimo Slam.
    Darren, lei ha portato per mano il giovane Hewitt, l’anziano Agassi e la rumena Halep al numero 1: crede di farcela anche con Sinner?«Uh, che domanda difficile! Ci crede se le dico che con Jannik non abbiamo mai parlato di classifica in queste settimane? Per me il ranking è irrilevante. Fondamentale è mettere il ragazzo nella condizione di lavorare al meglio, ogni decisione in funzione del suo bene. La classifica, se saremo bravi, seguirà».
    Come si dividerà il lavoro con Vagnozzi?«Faremo settimane da soli con Jannik e periodi insieme: presto ci spartiremo il calendario. Il periodo di prova di Wimbledon è stato molto positivo: conoscevo Jannik come giocatore ma non come persona. Mi ha impressionato. È umile, spiritoso, ben educato e pieno di passione per il tennis. Queste sono le doti umane più importanti per me. Poi viene l’atleta, le cui qualità sono sotto gli occhi di tutti».
    Con Vagnozzi vi spartirete anche i campi d’intervento sul giocatore?«Dal mio punto di vista, un tennista è fatto di tecnica, tattica ed emozioni. Con Simone lavoreremo su tutto insieme, compensando le nostre virtù e debolezze. La condivisione di esperienze produce solo ricchezza».
    A proposito di condivisione, ha parlato con Piatti?«Certo che sì, siamo in contatto: io e Riccardo ci conosciamo da anni, lo stimo molto, Jannik l’ha formato lui. Non potevo non sentirlo».
    Qual è la lezione più preziosa che Sinner ha imparato dalla sfida con Djokovic?«Io vedo solo spunti positivi: martedì Jannik ha capito di poter giocare alla pari con l’ex n.1 del mondo. Non è un’informazione da poco. Ha capito che una partita con i top player è fatta di fasi e che dovrà alzare l’intensità del suo tennis insieme al livello, come ha fatto Novak dal terzo set in poi. Jannik, invece, è rimasto allo stesso livello dei primi due. L’ho visto stanco, alla fine: cinque set sull’erba sono brutali. Avrebbe dovuto dosare meglio le energie per non finire in riserva. Imparerà in fretta».
    Quanto è importante dotarlo di più soluzioni?«Vitale. Immagini Jannik come un arciere: nella sua faretra dovrà avere molte più frecce di quante ne ha ora. Se un piano non funziona, via, si cambia».
    Sinner, cosa gli manca ancora per battere Djokovic: una sconfitta che è una promessaDopo il k.o., Sinner è stato meno duro del solito con se stesso: ho sbagliato troppo, ha detto, ma posso darmi il permesso di essere felice.«Ci dice quanto il ragazzo, a 20 anni, abbia voglia di migliorarsi e uscire dalla sua zona di confort. Con Novak ha perso senza mai smettere di provarci, essere creativo. Non può essere triste, proprio no. Con un 3% di maturità in più, già cambia tutto. È una spugna: impara da ogni palla. Ma è già eccezionale».
    Djokovic ha detto che vede un po’ di se stesso in Jannik.«L’ha detto anche a me, ha ragione. Ma vado oltre. Come mentalità mi ricorda Hewitt: ha la stessa scintilla negli occhi, che non si vede spesso nel circuito. Jannik è una tigre in gabbia, aspetta solo di essere liberata in campo».
    È stato Sinner in persona a contattarla: le ha detto perché l’ha scelta?«A dire il vero no. Credo l’abbia fatto per non avere rimpianti in futuro. Oggigiorno avere due coach non è inusuale. Sono felice e onorato che mi abbia chiamato».
    La sua migliore qualità?«La fiducia. La convinzione di poter arrivare al vertice di questo sport. Non è qualcosa che si impara: ci nasci. Forse gli deriva anche dal suo passato di sciatore. Sentii parlare per la prima volta di questo ragazzo italiano proprio qui a Wimbledon, da Riccardo Piatti che all’epoca lo allenava, circa tre anni fa. La stagione dopo era già un top player. Da allora seguo i progressi di Jannik costantemente».
    La sua miglior superficie?«Quella su cui al momento è più pericoloso? Certamente il veloce. All’Open Usa la palla vola, i campi sono rapidi: vedremo di arrivarci preparati».
    Chi vince Wimbledon domenica, secondo lei, Darren?«Djokovic».
    E Wimbledon 2023?«So cosa vorrebbe sentirsi dire: ci stiamo lavorando sodo, fidatevi di noi». LEGGI TUTTO

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    Matteo e Jacopo Berrettini protagonisti di “Gioca con il campione”

    Matteo e Jacopo Berrettini protagonisti di “Gioca con il campione”

    Giocare a tennis con Matteo e Jacopo Berrettini sul campo centrale del Club La Meridiana di Casinalbo. È il piccolo sogno che questo pomeriggio hanno realizzato una ventina di bambini e ragazzi nell’ormai tradizionale appuntamento con “Gioca con il Campione”: un momento che il Club ogni anno organizza durante lo svolgimento del Memorial Fontana per dare la possibilità ai più piccoli di giocare e divertirsi con i campioni che partecipano al torneo internazionale.
    E quest’anno i fratelli Berrettini hanno voluto fare davvero un regalo speciale ai piccoli tennisti, inconsapevoli della presenza di Matteo e Jacopo.
    Matteo Berrettini, numero 11 del Ranking Atp Mondiale, sta trascorrendo qualche giorno di allenamenti, insieme a Jacopo e al coach Vincenzo Santopadre, ospite della Meridiana ed ha gentilmente accolto l’invito dell’organizzazione a passare un po’ di tempo con i bambini sul campo da tennis. E’ stata naturalmente una grande festa a sorpresa: i bambini accompagnati dai maestri e dagli istruttori del Club La Meridiana hanno potuto “palleggiare” con Matteo e Jacopo, hanno scherzato con loro e hanno anche giocato anche qualche “punto”.
    I fratelli Berrettini sempre disponibili, sorridenti e spontanei, ancora una volta si sono dimostrati “Campioni” non solo di tennis.
    Dopo le foto di rito le consigliere del Club La Meridiana, Elisabetta Vaccher e Samantha Passardi ringraziando i due atleti per la straordinaria disponibilità e simpatia hanno consegnato loro una litografia che riproduce la storica villa Giovanardi sede del Club e una confezione di aceto balsamico di Modena prodotto all’interno del sottotetto della dimora storica. LEGGI TUTTO