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    Volandri difende Sinner: ‘Una squalifica sarebbe la più grande ingiustizia della storia’

    Filippo Volandri – Foto FITP

    Filippo Volandri, capitano dell’Italia di Coppa Davis, ha difeso con forza Jannik Sinner riguardo la possibile squalifica che potrebbe arrivare dal TAS dopo il ricorso della Wada in seguito al testo positivo al clostebol.
    “Non voglio nemmeno pensare a una possibile squalifica di Sinner, data la sua onestà e le prove irrefutabili che ha fornito”, ha dichiarato l’ex tennista. “Se c’è una persona che può tenere la testa alta, quella è Jannik. Una squalifica sarebbe la più grande ingiustizia della storia”.
    Parole nette quelle del capitano azzurro, che difende a spada tratta uno dei protagonisti del successo italiano in Coppa Davis.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Davis Cup 2024: una vittoria di squadra, trainata da Berrettini

    Matteo Berrettini esulta a Malaga (foto Brigitte Grassotti)

    Una manifestazione affascinante, complessa e pure “scomoda” come la Davis Cup la si vince di squadra, costruendo un team solido che sopperisce a qualche assenza pesante nelle varie fasi dell’evento e crea un clima positivo per spingere ogni membro a dare il massimo e reggere la pressione di partite mentalmente durissime. Tuttavia capita quasi sempre che all’interno di una squadra ci sia un tennista che spicca sugli altri, che trascina il gruppo moralmente e fisicamente sul campo, alzando il livello generale e risultando così decisivo al successo. Nell’edizione 2023 era stato indubbiamente Jannik Sinner a caricarsi tutto e tutti sulle proprie spalle, vincendo le proprie partite e dando sicurezza a Lorenzo Sonego, compagno di doppio altrettanto importante per il successo italiano. La vittoria di quest’anno porta ancora la firma del nostro magnifico n.1, impeccabile  nelle sue tre partite in singolare a Malaga, ma il giocatore simbolo dell’Italdavis 2024 è senza ombra di dubbio Matteo Berrettini. È lui il volto del team azzurro capace di alzare la terza “insalatiera”, colui che più di tutti desiderava vincere dopo aver solo assistito in panchina da “primo tifoso” al successo dell’anno scorso. Se l’era ripromesso, un chiodo fisso, e un patto con Jannik: il prossimo anno torniamo qua e la vinciamo insieme. Sinner è uomo di parola, non promette niente a caso e il suo verbo è scolpito nella pietra, perdura nel tempo e puoi fidarti ciecamente. Missione compiuta, grazie alla potenza dell’altoatesino, sempre più dominante nel tennis maschile, ma anche e soprattutto grazie a Berrettini che oltre ad esser stato decisivo a Malaga lo è stato a Bologna nella fase a gironi.
    Matteo infatti dopo US Open si è preparato a dovere per essere presente nella città emiliana a metà settembre e guidare la giovane truppa di Volandri, con Cobolli all’esordio e priva pure di Musetti, oltre che Sinner (campione a New York una manciata di giorni prima della Davis e per questo giustamente esentato). Berrettini è campione dentro, si è preso la responsabilità morale di guidare i compagni, lo si vedeva chiaramente nella settimana bolognese. È diventato Primus inter pares, leader morale di un gruppo di enorme potenziale ma ancora acerbo.
    Volandri ha fatto il suo da capitano, e la seconda vittoria di Malaga ha confermato ancor più quanto il suo ruolo sia stato sottovalutato… “Ha vinto Sinner da solo” pensava l’italiano tifoso-medio… Chiaro, l’anno scorso Jannik ha trascinato tutti con un’esuberanza tecnica e morale superiore, …come ha fatto in semifinale a battere un fortissimo Djokovic in singolare e poi “triturarlo” anche in doppio è roba già entrata nella leggenda del nostro sport per la porta principale. Ma “Filo” era lì, ha fatto da parafulmine in mille occasioni, silente e risoluto, e quest’anno non ha sbagliato una scelta, una mossa. Applausi sinceri. E il treno vincente è partito da Bologna, dai gironi, dove era necessaria la serenità in un gruppo giovane e ancor più il carisma di uno come Matteo, che tra sguardi seri e risate da amico della porta accanto è stato decisivo a sostenere moralmente i compagni.
    Testa, ma anche campo… a Bologna erano necessari i punti in singolare di Berrettini e lui ha marcato presente. Ha lottato, non ha giocato nemmeno il suo miglior tennis a differenza di Malaga, dove ha davvero impressionato ricordando a tratti il giocatore devastante capace di fare finale a Wimbledon, semi a Melbourne e US Open e tanto altro. Anche a Malaga erano necessari i suoi punti, nel doppio decisivo contro gli argentini e poi nei primi singolari di semifinale e finale. E Matteo non ha tradito le attese. Non poteva farlo, non era consentivo. Imperativo categorico diventato scudo protettivo contro ogni possibile malasorte o problema. No, stavolta no. Voglio vincere e vinceremo. Tutto è partito dalla sua forza morale, dalla sua voglia assoluta di rivalsa, di riprendersi almeno in parte quel che un fato maligno sotto forma di infortuni gli ha tolto per troppo tempo. Così che Berrettini ha affrontato un autunno solo discreto sul tour, con qualche sconfitta di troppo, ma l’obiettivo era affinare la condizione e sbarcare a Malaga con la massima forma possibile, per farsi trovare pronto ed esplodere tutta la sua potenza. Singolare o doppio non importa; conta solo giocare al proprio meglio e mettere in campo tutto e di più, per andare a prendersi la vittoria più pesante in carriera. Per una volta le cose sono andate esattamente come voleva lui, anzi, forse ancor meglio.
    Infatti in molti – incluso chi scrive – era non poco dubbioso sul rendimento in doppio del nostro Matteo-Nazionale. La sua storia nella disciplina è modestissima, e di grandi vittorie non c’era traccia. Ma si torna al punto di prima, anzi ai due punti focali. Sinner, la sua aura, quella che trasmette in campo ai compagni ed avversari; il desiderio diventato imperativo di vincere in Berrettini. Così Matteo ha giocato indubbiamente il suo miglior doppio in carriera. Pochi gli schemi “classici” applicati insieme a Jannik per chiudere l’angolo e aggredire lo spazio… ma c’era tanto di quel servizio, di quella potenza e di quella voglia di vincere che i due rispettabilissimi argentini pur giocando assai bene alla fine hanno ceduto. E nonostante il romano avesse a fianco il tennista più forte del mondo, i punti più belli e pesanti se li è presi proprio Matteo, con qualche risposta di rovescio che è andata oltre ai suoi difetti, con tempi di chiusura sul net ottimi, e bordate devastanti.
    Forte di questa vittoria decisiva, in semifinale c’era un minimo dubbio: tenerlo buono per un altro eventuale doppio decisivo, o mandarlo subito in campo a sfidare l’australiano? Probabilmente Volandri e Berrettini non avranno quasi parlato, sarà bastato uno sguardo. Matteo si è preso la responsabilità di giocare il primo match contro l’insidiosissimo davisman Kokkinakis e ha vinto una partita meravigliosa, dura, pure in rimonta. L’ha vinta con lo spirito guerriero di chi non contemplava la sconfitta come possibilità. Stavolta vinco io, la coppa voglio alzarla insieme agli altri. Da protagonista. Detto fatto, e bis nella finale, con una prestazione ancora superiore contro Van de Zandschulp, demolito nelle sue relative certezze dalla forza mentale e potenza di un Berrettini troppo voglioso di vincere per potersi permettere anche il minimo dubbio o incertezza. Lo sguardo verso la panchina prima del break strappato in finale, o quel recupero col taglio sotto di diritto contro Kokkinakis… giocate e momenti che non si possono spiegare affidandosi al libro del gioco, lì si entra in territori che rimandano all’animo, alla Forza del Pensiero di un ragazzo profondo, umile e determinato. Uno che per una volta è stato più forte della sfiga e degli avversari. Si è regalato e ci ha regalato una vittoria memorabile. Per lui è il titolo più “pesante” in carriera, dopo 10 ATP tra 250 e 500. Questa Davis Cup vale di più, tanto di più. Grazie Matteo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Le parole degli azzurri dopo la vittoria in Davis Cup. Volandri: “Questo gruppo è diventato squadra”

    La squadra italiana di Davis Cup a Malaga (foto Brigitte Grassotti)

    C’è tanta soddisfazione nella squadra italiana nuovamente vittoriosa in Davis Cup a Malaga. Una conferma del titolo 2023 importantissima e non scontata, ulteriore certificazione di come nel 2024 il tennis italiano nel suo complesso abbia dimostrato di essere di gran lunga il più competitivo al mondo, grazie alle straordinarie vittorie di Sinner e non solo. Riportiamo le parole di Volandri, Sinner, Berrettini e Musetti nella press conference conclusiva della Final 8.“Il fatto che tutti guardano il tennis ora credo ci abbia responsabilizzato” afferma Filippo Volandri, capitano del team azzurro di Davis, “ci ha fatto crescere e ha allargato le nostre spalle anche se i ragazzi ce l’hanno già belle larghe… La vittoria dell’anno scorso ci ha insegnato che non è stata solo una vittoria sportiva ma anche sociale. Purtroppo viviamo ogni giorno dei fatti di cronaca non dei migliori… pertanto regalare a tutta l’Italia un sorriso con lo sport sia molto importante. Se poi ci mettiamo che anche le ragazze si sono laureate campionesse del mondo è ancora più importante. Siamo orgogliosi”.
    Chiedono a Sinner sugli errori sui match point. Così Jannik: “Sapevo che poteva essere l’ultimo punto dell’anno. Si poteva chiudere una stagione incredibile per me. Significava tanto per me, altrimenti non sarei venuto qua. Il tennis può essere molto imprevedibile, anche se avevo due break. Sì, le emozioni ci sono sempre, nessuno è una macchina…” Lo interrompe Matteo Berrettini dicendo “Ha dimostrato di essere umano anche lui, non è una macchina!”, nelle risate generali.
    Solo sei sconfitte per Sinner, qual è quella più indigesta e come passerà la off season. “Monte Carlo contro Tsitsipas, ma anche i quarti di finale a Wimbledon, tra le due direi quella nello Slam. Andrò a casa per Natale, mi piace passarlo insieme con le persone che amo, per me Natale è una giornata speciale, da piccolo non vedevo così tanto i miei quindi passare una gionata con loro per me è importante. Andrò a Dubai a fare la preparazione”.
    Domanda per Berrettini, come ha chiuso l’annata, sulla sua preparazione per il 2025 e notizie sul prossimo allenatore. “Non sarò testa di serie in teoria in Australia (ha chiuso da n.35 al mondo, ma le chance di esserlo ci sono in caso di forfait), era un obiettivo e non è andato ma questo raggiunto qua è ancora più importante. Per l’anno prossimo ancora le cose sono in fase di definizione, giocherò la prima settimana dell’anno ma non so ancora dove. Riguardo all’allenatore non ho novità, appena ci saranno vi farò sapere”.
    Chiedono a Musetti sul supporto dei compagni vista la sconfitta sofferta nel primo match. “Quando ho finito il match contro Cerundolo l’ho sentito come un imprevisto, perché i miei compagni possono confermare quanto in allenamento mi sentissi bene. È stata un brutta sorpresa la mia performance, non sono riuscito a tirare fuori delle soluzioni come invece ha fatto Matteo ieri. Dal di fuori sono riuscito ad apprezzare ancora di più il lavoro che hanno fatto i ragazzi. Sono due anni che non sono così vincente o almeno partecipe in campo di queste due vittorie in Davis, ma almeno poterle condividere con dei ragazzi fantastici mi fa stare tranquillo e mi spinge ad affrontare il prossimo anno con tanti stimoli e motivazioni per poter crescere partendo da partite di questo genere”.
    Chiedono a Volandri ripensando al gennaio 2021, quando è entrato come capitano, se la squadra sia andata oltre alle sue aspettative. “È stato un viaggio straordinario, c’è tantissimo lavoro dietro nella costruzione della squadra oggi. C’è stato un lavoro importante nella costruzione di un gruppo che è diventato una squadra con la voglia di riportare a casa questo trofeo meraviglioso. Hanno esordito sei ragazzi, loro hanno dato molto a me ed io spero di aver dato qualcosa a loro per la crescita che hanno compiuto. Si vince e si perde da squadra, ed è quello che ha fatto la differenza. L’anno scorso dopo la prima vittoria ho chiesto a loro di aprire un ciclo, restare al vertice, però loro vanno più veloci di me e quindi questo trofeo rimane in Italia per un altro anno. Adesso ci dovremo riorganizzare per avere nuovi obiettivi”.
    Berrettini chiude la press conference prendendo la parola: “Vorrei ringraziare tutti i ragazzi che stanno dietro con noi, dottori, fisioterapisti, incordatori… Umberto Rianna, ci tenevo a ringraziarlo come tutti gli altri per il loro aiuto, supporto, organizzazione sono persone importanti”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Davis Cup Italia: Berrettini subito o tenerlo “fresco” per l’eventuale doppio decisivo?

    Il team italiano a Malaga (foto Brigitte Grassotti)

    Il titolo dell’articolo va diretto al punto. Finale di Davis Cup 2024, Italia vs. Olanda. Capitan Volandri (forse) ha una sola scelta da operare: mandare subito in campo Matteo Berrettini nel primo singolare tra i numeri 2 contro Botic Van de Zandschulp, oppure risparmiare il romano e tenerlo pronto a giocare un eventuale doppio decisivo insieme a Jannik Sinner, optando così per Lorenzo Musetti nel primo singolare? Tutto nasce dal fatto che Volandri sembra aver deciso di “non affidarsi” alla coppa Bolelli – Vavassori, non in grandissima condizione alle ATP Finals, in un eventuale doppio decisivo, puntando tutto sulla forza di Jannik, in grandissima forma e capace di trascinare anche moralmente il compagno in doppio. In generale la sensazione è che per il doppio – qualora si disputi – si voglia puntare in ogni caso su due tennisti più affidabili a livello di tenuta agonistica con il massimo della posta in palio. Oltretutto gli olandesi hanno in Koolhof un giocatore fantastico, che insieme a Van de Zandschulp forma un team di grande livello, capace di buttare fuori la Spagna padrona di casa nella prima giornata.
    Ideale sarebbe ripetere la giornata di ieri: evitarsi il “fastidio” del doppio decisivo vincendo i primi due singolari. Ma se Jannik Sinner resta una discreta sicurezza, per la sua grande condizione e anche l’aver battuto Griekspoor 5 volte su 5 (3 nel 2024), sul primo match di singolare, quello tra n.2, la faccenda si complica. E lì diventa decisiva anche la strategia, la visione di Volandri che ha il polso della situazione del suo gruppo.
    In questo potrebbe venire in soccorso del capitano la recente sfida con l’Olanda a Bologna nella fase a gironi. Matteo Berrettini infatti ha affrontato Van de Zandschulp, vincendo una bella partita in tre set. Oltretutto Matteo ha sempre battuto l’olandese, 4 volte su 4, l’ultima a Tokyo (cemento Outdoor) in due set. Berrettini rispetto al torneo giapponese e anche alla sfida di Bologna dello scorso settembre sembra in una condizione migliore, più scattante fisicamente e terribilmente motivato ad alzare quella coppa che l’anno scorso ha accarezzato solo da primo tifoso, e che quest’anno desidera alzare da protagonista. Quindi abbinando i precedenti, alla forma e alla motivazione, probabilmente non ci saranno sorprese e Matteo sarà il primo a scendere in campo alle 16, contro il n.2 Orange.
    Tra Musetti e Van de Zandschulp c’è un solo precedente, le qualificazioni dell’Australian Open 2021, con l’olandese vittorioso in rimonta. Partita ormai datata, quindi non troppo significativa, e con un Lorenzo davvero giovane e con poca esperienza a quel livello. Musetti non è affatto piaciuto nel primo match di queste finali, battuto nettamente da Cerundolo, per la delusione di tutti ed in primis la sua, davvero dispiaciuto per non aver minimamente reso quanto poteva. Sembra difficile che Volandri possa sceglierlo come primo singolarista: potrebbe essere una mossa azzardata, a meno che non veda in Musetti una voglia di rivalsa assoluta, e tenendosi così Matteo più fresco per un eventualmente doppio decisivo.
    Manca poco ormai all’appuntamento con la storia. Confermare la vittoria dello scorso anno sarebbe splendido, storico in tutti i senti. “Abbiamo costruito un gruppo, poi una squadra. L’anno scorso abbiamo vinto il titolo ma vorrei aprire un ciclo: questo dicevo ai ragazzi all’inizio della fase a gironi a Bologna”, afferma Volandri. Il capitano mette anche in guardia tutti da facili entusiasmi, vista la vittoria di Bologna arrivata senza l’enorme valore aggiunto di Sinner: “È tutto diverso rispetto a settembre, intanto perché è una finale, poi la superficie è diversa. Gli olandesi vengono dall’aver vinto contro Spagna e Germania e sono grandi iniezioni di fiducia. Cambia tutto, in Davis le classifiche non contano e in una finale ancora meno”.
    Non è facile tenere a bada l’entusiasmo, con un Sinner così è fin in troppo facile sognare. Il campo è quel che decide, servono due vittorie per riportare ancora a casa la grande Insalatiera. Chiunque giochi contro l’Olanda, forza ragazzi!
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Davis Cup Italia: Musetti o Berrettini? E l’incognita “doppio”

    Filippo Volandri, capitano del team azzurro di Davis Cup

    Orologio fissato per le 17, o poco dopo. L’ItalDavis scende in campo contro l’Argentina nella prima sfida della Final 8, con l’obiettivo – e non più sogno – di confermarsi campioni nella più antica manifestazione sportiva a squadre per nazioni al mondo (prima edizione 1900). L’uscita di scena della Spagna, super favorita almeno per il contesto e “l’effetto Nadal” e che invece si è rigirato contro ai padroni di casa come un dolorosissimo boomerang, pone il team capitanato da Volandri ancor più favorito, ma ci sono 3 sfide da vincere, e non sarà affatto una passeggiata. Già l’esordio contro il team albiceleste è da prendere con la massima attenzione. Infatti se vogliamo dare per “tranquillo” l’incontro tra i due numeri n.1, vista la condizione stratosferica mostrata da Jannik Sinner a Torino, il resto della faccenda resta piuttosto ingarbugliata e gli altri due punti sono assolutamente da conquistare in campo con due prestazioni di alto livello. Gli argentini infatti se hanno una dote che sempre li contraddistingue è la loro immancabile “garra”, la voglia di vincere e di competere. E tutti sappiamo quanto la Davis sia strana e può sovvertire anche valori considerati acquisiti.
    Dato per scontato Sinner come secondo singolare di giornata, quello tra i numeri n.1, probabilmente contro Baez (“sacrificato alla causa” contro il n.1, difficile per qualsiasi argentino oggi battere Jannik), il resto della formazione italiana lo conosce solo Filippo Volandri. E a poche ore dal primo match, di certezze nessuna. Da Malaga trapelano varie indiscrezioni, ma tra loro si contraddicono: si vocifera di Musetti scelto per aprire la sfida agli argentini, probabilmente opposto a Francisco Cerundolo, e quindi dopo il match di Sinner – qualora si fosse sul’1 pari – di un doppio formato dallo stesso Jannik in coppia con Berrettini; altre indiscrezioni invece fanno trapelare la volontà di Volandri di affidarsi per il match d’apertura alla solidità mentale e super servizio di Berrettini, con la consolidata coppia Bolelli – Vavassori pronta a giocare il punto decisivo contro gli specialisti argentini Molteni – Gonzalez. Quindi di tutto un po’, e pertanto non resta che attendere le 16 circa per scoprire l’arcano e vedere chi affiancherà Sinner in campo con la maglia azzurra.
    Non facile fare valutazioni da casa, poiché solo Volandri ha visionato gli allenamenti e lo stato di forma fisico e mentale dei nostri, in particolare Musetti e Berrettini, fermi da Parigi Bercy, pertanto la prudenza ci spinge ad affidarci alla capacità di valutazione del capitano e di tutto il team. La posta in palio è grande, voglia di sbagliare zero. A priori si possono fare solo queste valutazioni, basandoci sulla storia e personalità dei nostri giocatori.
    Sicuramente Berrettini nella sua carriera di altissimo livello ha dimostrato ampiamente di esser “giocatore”, uno che sa vincere le partite. L’ha confermato anche Bologna lo scorso settembre dove, pur non al massimo fisicamente, in un contesto simile a quello che troverà a Malaga ha portato al team punti fondamentali. Il suo servizio resta un’arma clamorosa indoor, e quindi non affidarsi alla sua esperienza al massimo livello, potenza e forza mentale è un bell’azzardo. Tuttavia Musetti nel 2024 ha svoltato verso una carriera di altissimo profilo, confermando in più occasioni – l’ultima a Vienna qualche settimana fa, in condizioni indoor – di poter battere chiunque, anche un tipo tostissimo come Zverev. Lorenzo da mesi è diventato un giocatore molto più solido, concentrato ed offensivo. Quei momenti di buco e passività che l’hanno zavorrato ed affossato tante volte sembrano – per fortuna – lontani ricordi. Quindi, a chi affidare il primo match, peraltro contro un avversario molto competitivo come dovrebbe essere Cerundolo? Anche se in Davis è tutto un po’ diverso, Musetti è 1 pari contro Francisco, recente la sconfitta di Lorenzo nella finale di Umag, ma si era sulla terra battuta all’aperto; Berrettini ha vinto l’unico precedente, 2023 a Monte Carlo, altro contesto quindi difficile valutazione.
    Un’ultima nota per il doppio. Oggettivamente Bolelli e Vavassori a Torino non hanno brillato. Non hanno disputato brutte partite, ma rispetto alla loro eccezionale prima parte di 2024, hanno perso un po’ di smalto, alternando momenti di grandissima vis e potenza ad altri in cui la risposta non va e pure le sincronie offensive sembrano meno incisive. La Davis è qualcosa di tremendo a livello di pressione, ancor più con il doppio che sull’1 pari è decisivo. Chissà che Volandri non metta in dubbio anche la loro presenza, anche se averli portati a Malaga sembra già quasi un’investitura ufficiale. E l’alternativa quale sarebbe poi? Sinner ok, ma con chi?
    A chiusura, le sensazioni in apertura di giornata? Difficile, molto difficile… Sinner n.1, senza ombra di dubbio; primo singolare a Musetti, e doppio per Bolelli – Vavassori, a meno che all’ultimo minuto, magari vedendo come si sono svolti gli incontri, Volandri non cambi qualcosa. Potrebbe accadere per esempio se Musetti avesse affrontato una partita durissima e quindi si opti per Berrettini in doppio con Jannik. Ma alla fine queste valutazioni lasciano il tempo che trovano. L’importante è affidarsi alla classe dei nostri e alla lucidità di Volandri nelle scelte. E che Jannik trascini di nuovo la squadra verso l’Olimpo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Italia-Argentina ai quarti di Davis: Sinner dopo il trionfo di Torino, Volandri valuta le opzioni (domani in campo alle ore 17)

    Filippo Volandri – Foto FITP

    L’Italia campione in carica si prepara alla sfida con l’Argentina nei quarti di finale di Coppa Davis a Malaga, in un confronto che mette di fronte due delle nazionali più ambiziose del torneo. Gli azzurri arrivano da un momento straordinario, con otto vittorie consecutive nella competizione e un’unica sconfitta negli ultimi due anni, rimediata contro il Canada nella fase a gironi 2023.
    IL FATTORE SINNERLa grande incognita della vigilia è Jannik Sinner, arrivato martedì a Malaga dopo il trionfo storico alle ATP Finals di Torino. Il capitano Filippo Volandri dovrà valutare attentamente le condizioni fisiche e mentali del numero uno italiano prima di decidere se schierarlo. L’Italia può comunque contare su alternative di altissimo livello: Lorenzo Musetti, fresco di bronzo olimpico a Parigi 2024, e Matteo Berrettini, che sta ritrovando la migliore condizione.
    LE SCELTE DELL’ARGENTINADall’altra parte della rete, il capitano Guillermo Coria ha diverse opzioni per i singolari. Sebastian Baez è il più alto in classifica, ma nella fase a gironi a Manchester sono stati Francisco Cerundolo e Tomas Etcheverry a trascinare la squadra. Gli argentini cercano un risultato storico: la prima semifinale dal loro unico trionfo nel 2016.
    I PRECEDENTI E LE STATISTICHENei cinque confronti diretti tra le due nazionali, l’Italia ha vinto gli ultimi due, incluso il match nella fase a gironi 2022. L’Argentina può vantare due successi, entrambi ottenuti in trasferta sul suolo italiano.
    LE DICHIARAZIONI“È una situazione diversa dall’anno scorso, ma siamo più concentrati sull’obiettivo e più fiduciosi”, ha dichiarato Volandri alla vigilia. “Le condizioni sono diverse, ma abbiamo grandi giocatori che si adattano rapidamente. In Davis la classifica non conta, è come un altro sport. Lo sappiamo bene e ci stiamo preparando al massimo”.
    Dall’altra parte, Francisco Cerundolo esprime la fiducia del gruppo argentino: “Siamo super felici di essere qui. Per me, Baez ed Etcheverry è il primo quarto di finale. È un ottimo modo di chiudere l’anno. Abbiamo tutti fatto una grande stagione e speriamo di finire alla grande qui, giocando il nostro miglior tennis giovedì”.
    LA FORMULALa sfida si deciderà al meglio dei tre incontri: due singolari e un eventuale doppio decisivo. Il vincitore affronterà in semifinale una tra Usa o Australia, con in palio un posto per la finalissima di domenica.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Davis Cup: i pre-convocati di Volandri per la Final 8 di Malaga. C’è Sinner, no Berrettini

    Filippo Volandri, capitano del team azzurro di Davis Cup

    Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Flavio Cobolli, Simone Bolelli e Andrea Vavassori. Questo il quintetto di giocatori italiani convocati dal Capitano Filippo Volandri per la Final 8 di Davis Cup, che si svolgerà dal 19 al 24 novembre sul veloce indoor del ‘Palacio de Deportes José María Martín Carpena’ di Malaga. Non selezionati al momento invece Matteo Berrettini e Matteo Arnaldi. Come conferma il Capitano azzurro, sono stati chiamati i primi 3 del ranking ATP in singolare, e la coppia attualmente al quarto posto della Race to Turin. Le cose potrebbero cambiare nelle settimane precedenti all’evento.
    Queste le parole rilasciate da Volandri: “Quest’anno torneremo a Malaga con l’obiettivo di onorare, come sempre, la maglia azzurra e di dare il massimo per il nostro Paese. Ci tengo a sottolineare che queste pre-convocazioni sono basate sull’attuale ranking. Da qui a novembre raccoglierò tutti gli elementi che mi consentiranno di fare le convocazioni definitive, sulla base della condizione fisica e mentale dei nostri ragazzi. La rosa è composta da giocatori importanti e tutti di altissimo livello, su cui so di poter contare. Stiamo tutti lavorando per arrivare pronti all’appuntamento con la Final 8. Nei quarti dovremo affrontare l’Argentina, una squadra importante: Guillermo Coria ha a disposizione singolaristi di assoluto valore come Cerundolo, Etcheverry, Baez e un doppio di qualità come quello composto da Molteni e Gonzalez. Noi, però, abbiamo una squadra forte, composta da ragazzi eccezionali che formano un gruppo che proprio nella coesione trova la sua forza. Non posso dunque che guardare con ottimismo a novembre e al futuro della Coppa Davis”.

    IL PROGRAMMA DI GIOCO
    I quarti si giocheranno dal 19 al 21 novembre. Il 22 e 23 novembre si disputeranno le semifinali mentre domenica 24, alle ore 16, andrà in scena la finale.
    Questo, nel dettaglio, il quadro completo dei quarti (lo schedule, con data e orario di ciascun tie, verrà comunicato prossimamente da ITF):
    – ITALIA vs Argentina
    – USA vs Australia
    – Canada vs Germania
    – Spagna vs Olanda

    COPERTURA TV  
    Sarà possibile seguire tutta la competizione in diretta tv su Sky Sport così come su SuperTennix, la piattaforma streaming della FITP e – sempre in streaming – anche su Now. Inoltre, le partite dell’Italia saranno trasmesse in chiaro sui canali Rai (Rai 2 e Rai Sport). LEGGI TUTTO

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    Volandri dopo il successo sul Brasile in Davis Cup: “L’obiettivo era vincere e ci siamo riusciti”

    Filippo Volandri

    Il capitano del team azzurro di Davis Cup Filippo Volandri ha parlato dopo il successo dei suoi ragazzi per 2-1 contro il Brasile nel primo incontro della fase a gironi. Una solida prestazione di Berrettini e la grande grinta di Arnaldi hanno portato ai nostri colori i due punti in singolare, ininfluente la sconfitta in doppio di Bolelli e Vavassori. “L’obietivo oggi era vincere e ci siamo riusciti. Sono felice, fiero dei miei giocatori. Credo che avremmo meritato di vincere anche il doppio, ma la Davis dà e la Davis toglie”.
    “Matteo ha giocato un primo set perfetto, nel secondo ci aspettavamo che Fonseca alzasse il livello, come è successo” così Volandri commette la prestazione di Berrettini .”Credo che a Matteo abbia fatto bene stare in campo un altro po’, sentire quel brivido del tiebreak. È stato bravo a rimontare da 0-4. Gli mancano un po’ di match, ma sta bene”.
    Il capitano è orgoglioso anche della prestazione di Arnaldi, vittorioso dopo ben 3 ore e 40 minuti di battaglia: “Arnaldi ha fatto un’ottima partita. Secondo me c’è stato un calo di tensione quando è andato a servire per il match” commenta Volandri. “Devo fare i complimenti a Monteiro, che ha fatto una prestazione super al servizio e con il diritto. Poi è ovvio che i giocatori si vedono nei momenti più importanti e Matteo è stato più giocatore, come lo è stato Berrettini rispetto a Fonseca, un ragazzo che giocherà benissimo”.
    Non sembra particolarmente preoccupato per il problema fisico accusato dal sanremese negli ultimi punti del duro incontro: “La caviglia di Arnaldi è ok, è solo stanco dato che la partita è stata molto lunga. Fortunatamente abbiamo un giorno di riposo e saremo pronti per il prossimo incontro” conclude Volandri.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO