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    F1: Sebastian Vettel positivo al Covid, salta il Gp del Bahrain

    ROMA – Sebastian Vettel è risultato positivo al Covid e non potrà correre il Gran Premio del Bahrain, primo appuntamento stagionale della Formula 1. Ad annunciarlo è stata la Aston Martin, che ha comunicato anche la presenza in pista di Nico Hulkenberg al posto dell’ex Ferrari, già a partire dalla prima sessione di prove libere.
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    F1, Sainz: “Guidare per la Ferrari è come giocare per la nazionale”

    ROMA – Carlos Sainz Jr. è alla Ferrari dal 2021, ma è stato sùbito accolto dalla famiglia rossa con affetto e calore. Un aspetto che il pilota classe 1994 non ha mai mancato di sottolineare. Però forse è proprio in questi giorni, in cui si respira aria di fiducia a Maranello, che Sainz sta capendo cosa significa appartenere alla scuderia più blasonata e più intrisa di storia della Formula 1: “In Ferrari è diverso – ha detto al podcast ufficiale del Circus “Beyond the Grid”-. È qualcosa che non avevo mai provato prima. I tifosi sono pazzi e lo sono per qualcosa che di più grande di te. Perché quando guidi per la Ferrari rappresenti l’Italia intera: è come giocare per la nazionale”.Guarda la galleryNuova Ferrari F1-75: Leclerc e Sainz la svelano a Maranello
    Le parole di Sainz
    La costanza di Charles Leclerc e Carlos Sainz ha permesso alla Ferrari di arrivare terza nel campionato costruttori. Alcuni addetti ai lavori hanno però bollato lo stile di guida dello spagnolo come troppo morbido, opinioni che non trovano l’approvazione di Sainz: “In pista sono molto aggressivo, anche tutti mi chiamano ‘smooth operator’. Ogni volta che ho avuto l’opportunità di andare a podio l’ho colta. Ho anche sfiorato la vittoria. È tutta questione di avere la macchina giusta”. Forse la F1-75 – e lo dicono i primi dati dei test pre-season – può essere la vettura della svolta, con la quale puntare a obiettivi più alti: “Voglio vincere almeno una gara quest’anno, poi potrò ambire a qualcosa di più. Lavoro tutti i giorni per realizzare il mio sogno”, ha infatti concluso Sainz. LEGGI TUTTO

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    F1, Sainz: “Quando sei in Ferrari rappresenti l'Italia”

    ROMA – Maranello l’anno scorso lo ha fatto immediatamente sentir parte di una grande famiglia, quella della Ferrari. Così, in questi giorni di avvicinamento all’esordio stagionale, in cui si respira aria di fiducia, Carlos Sainz sta capendo cosa significa appartenere alla scuderia più blasonata e più intrisa di storia della Formula 1: “In Ferrari è diverso – ha detto al podcast ufficiale del Circus “Beyond the Grid”-. È qualcosa che non avevo mai provato prima. I tifosi sono pazzi e lo sono per qualcosa che di più grande di te. Perché quando guidi per la Ferrari rappresenti l’Italia intera: è come giocare per la nazionale”.Guarda la galleryLeclerc e Sainz svelano la nuova Ferrari F1-75
    Sullo stile di guida
    La costanza di Charles Leclerc e Carlos Sainz ha permesso alla Ferrari di arrivare terza nel campionato costruttori. Alcuni addetti ai lavori hanno però bollato lo stile di guida dello spagnolo come troppo morbido, opinioni che non trovano l’approvazione di Sainz: “In pista sono molto aggressivo, anche tutti mi chiamano ‘smooth operator’. Ogni volta che ho avuto l’opportunità di andare a podio l’ho colta. Ho anche sfiorato la vittoria. È tutta questione di avere la macchina giusta”. Forse la F1-75 – e lo dicono i primi dati dei test pre-season – può essere la vettura della svolta, con la quale puntare a obiettivi più alti: “Voglio vincere almeno una gara quest’anno, poi potrò ambire a qualcosa di più. Lavoro tutti i giorni per realizzare il mio sogno”, ha infatti concluso Sainz. LEGGI TUTTO

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    F1, Horner: “Wolff esule fiscale a Monaco, io sempre tra pista e fabbrica”

    ROMA – Dopo il Gran Premio di Abu Dhabi i rapporti fra i due – già non buoni – sono precipitati. Christian Horner e Toto Wolff, capitani in pista per Red Bull e Mercedes, si punzecchiano reciprocamente nelle loro rispettive uscite a mezzo stampa. L’ultimo a farlo è stato il britannico di Milton Keynes che in un’intervista al “Daily Mail” ha detto: “Non vivo a Monaco come un esule fiscale e non gestisco la mia squadra a distanza. Wolff viene dalla finanza e vede solo il bilancio. I suoi risultati sono frutto di questa mentalità. Non so se ha la stessa passione di un pilota: se tra dieci anni sarà ancora in Formula 1 o si ritirerà sul suo yacht di lusso”.
    Le parole di Horner
    Parole taglienti, queste di Horner, che però fanno onore alla verità. Horner ha infatti corso per anni nelle categorie cosiddette minori, mentre Wolff nel 1998 ha fondato la venture capital “Marchfifteen” con l’amico René Berger ed è entrato in Formula 1 da azionista. Tuttavia, i risultati raccolti da Wolff sono sotto gli occhi di tutti e hanno ormai segnato un’era della Mercedes. I due, in sostanza, non potrebbero essere più diversi. “Abbiamo solo rapporti professionali. Non cenerei con lui, anche se non è cattivo. Mi piace stuzzicarlo”, dice il britannico. “C’è stata – aggiunge però Horner – una campagna per gettare ombre sul titolo di Verstappen. Ma il 2021 è passato”. Il Gran Premio del Bahrain è infatti questo weekend e le scintille non sfavilleranno solo in pista. LEGGI TUTTO

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    F1, Horner punge Wolff: “Io sempre tra pista e fabbrica, lui a Monaco come un esule fiscale”

    ROMA – Fra i due non c’è mai stato buon sangue e l’epilogo di Abu Dhabi dell’anno scorso ha acuito questo rapporto conflittuale. Christian Horner e Toto Wolff, team principal rispettivamente di Red Bull e Mercedes, si stuzzicano di continuo nelle loro interviste. L’ultimo a farlo è stato il britannico di Milton Keynes che in un’intervista al “Daily Mail” ha detto: “Se non sono in pista, sono in fabbrica. Non vivo a Monaco come un esule fiscale e non gestisco la mia squadra a distanza. Wolff viene dalla finanza e vede solo il bilancio. I suoi risultati sono frutto di questa mentalità. Non so se ha la stessa passione di un pilota: se tra dieci anni sarà ancora in Formula 1 o si ritirerà sul suo yacht di lusso”.
    Sulla Mercedes
    Parole taglienti, queste di Horner, che però fanno onore alla verità. Horner ha infatti corso per anni nelle categorie cosiddette minori, mentre Wolff nel 1998 ha fondato la venture capital “Marchfifteen” con l’amico René Berger ed è entrato in Formula 1 da azionista. Tuttavia, i risultati raccolti da Wolff sono sotto gli occhi di tutti e hanno ormai segnato un’era della Mercedes. I due, in sostanza, non potrebbero essere più diversi. “Abbiamo solo rapporti professionali. Non cenerei con lui, anche se non è cattivo. Mi piace stuzzicarlo”, dice il britannico. “C’è stata – aggiunge però Horner – una campagna per gettare ombre sul titolo di Verstappen. Ma il 2021 è passato”. La nuova stagione infatti si avvicina, con il Gran Premio del Bahrain che dista ormai solo una manciata di giorni. LEGGI TUTTO

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    F1, Norris: “Da Sochi 2021 ho imparato tanto, ora è tutto nelle mie mani”

    ROMA – Fidarsi della propria scuderia: Lando Norris si avvicina alla Formula 1 2022 con questa lezione ben impressa in mente. Il pilota della scuderia di Woking, infatti, non aveva seguito le istruzioni della sua scuderia e al Gran Premio di Russia la vittoria è sfumata: “Ho imparato tanto da quella gara. Ma lì ho scoperto – dice Norris al “The Guardian” – di essere pronto per vincere”. Il passato però è lontano e il futuro è vicino, con il Gran Premio del Bahrain che incombe: “Speriamo di avere un’auto leggermente più veloce quest’anno. Ma ora dipende solo di me e cercherò di mostrare a tutti il mio lato ??migliore, che sono abbastanza bravo da sfidare Hamilton e Verstappen”.Guarda la galleryNuova McLaren MCL36: la Papaya svelata da Norris e Ricciardo
    Le parole di Norris
    Tanto dei risultati in pista in Formula 1 passa dall’alchimia che pilota e team riescono a costruire fra loro. Un aspetto che Norris non tralascia, nonostante i suoi 22 anni: “Recentemente ho girato molto per il nostro quartier generale di Woking al mattino. Volevo vedere come stavano tutti. E questa è una cosa molto importante per me, perché un pilota deve stringere un legame con i propri tecnici per provare ad essere vincenti in pista”. In questi giorni frenetici di avvicinamento al semaforo verde, Norris spera che il sistema di frenata, che nei test ufficiali hanno lasciato a desiderare, possa migliorare. LEGGI TUTTO

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    F1, Norris: “Speriamo in una McLaren migliore, ma ora tocca a me”

    ROMA – Lando Norris punta alla Formula 1 con l’entusiasmo di chi ha imparato una severa lezione: avere fiducia nel proprio team. Il pilota della McLaren, infatti, non aveva ascoltato le istruzioni della sua scuderia e al Gran Premio di Russia la vittoria è sfumata: “Ho imparato tanto da quella gara. Ma lì ho scoperto – dice Norris al “The Guardian” – di essere pronto per vincere”. Il passato però è lontano e il futuro è vicino, con il Gran Premio del Bahrain che incombe: “Speriamo di avere un’auto leggermente più veloce quest’anno. Ma ora dipende solo di me e cercherò di mostrare a tutti il mio lato ??migliore, che sono abbastanza bravo da sfidare Hamilton e Verstappen”.
    Questione di chimica
    Tanto dei risultati in pista in Formula 1 passa dall’alchimia che pilota e team riescono a costruire fra loro. Un aspetto che Norris non tralascia, nonostante i suoi 22 anni: “Recentemente ho girato molto per il nostro quartier generale di Woking al mattino. Volevo vedere come stavano tutti. E questa è una cosa molto importante per me, perché un pilota deve stringere un legame con i propri tecnici per provare ad essere vincenti in pista”. Nel frattempo, Norris si prepara a concretizzare sull’asfalto i buoni segnali che la McLaren ha inviato durante i test pre-season. Magari provando a migliorare il sistema di frenata, non proprio affidabile nei test in Bahrain. LEGGI TUTTO

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    F1, Wolff senza segreti: dall'espulsione a scuola fino alla svolta con Hamilton

    ROMA – I fantasmi del passato possono assumere – anche inconsciamente – il controllo della nostra vita. Traumi infantili che pensavamo superati, ma che non lasciano in pace neanche Toto Wolff. Scheletri che dall’armadio del team principal della Mercedes proprio non vogliono andare via, svelati da lui stesso in un’intervista edita dal “Times”. “Avevo 12 anni, ero in aula al ‘Lycée Francais’ e il preside mi ha convocato nel suo ufficio. Nonostante la scuola avesse sollecitato i miei genitori, le tasse di me e mia sorella di 10 anni non erano state ancora pagate”, ricorda Wolff. Che continua: “Ho ancora negli occhi l’umiliazione di dover prendere tutte le mie cose dalla classe e andarmene tra le risate beffarde dei miei compagni. Cercare aiuto per migliorare la mia salute mentale mi aiuta a sbloccare un potenziale altrimenti soffocato dalla sofferenza”.
    Hamilton, la svolta
    Tutta una questione di testa, dunque, per un team principal capace di vincere otto titoli costruttori consecutivi in Formula 1. Tanti di questi successi glieli ha regalati Lewis Hamilton. Un rapporto che ha rischiato di incrinarsi nel 2016, quando la rivalità con Rosberg spinse fin quasi all’addio il britannico: “Era Natale – dice Wolff – e organizzai una cena. In cucina ero con Lewis e paragonai il nostro legame professionale a un matrimonio. A lui non piacque questa frase e discutemmo molto. Poi però ci trovammo sullo stesso piano”. Una chiacchierata in cucina che ha di fatto aperto l’era di Hamilton, interrotta dal trionfo di Max Verstappen sulla Red Bull. Anche per questo trauma, sportivo naturalmente, ci saranno volute ore di terapia, che però sembrano aver dato i frutti sperati. LEGGI TUTTO