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    Nicolas Massu è positivo al test Covid-19 e non viaggierà con Dominic Thiem ad Adelaide

    Arrriva un problema per Dominic Thiem per gli Australian Open. L’austriaco, numero 3 ATP, si è imbarcato per Adelaide senza Nicolàs Massu dopo che l’allenatore è risultato positivo al Covid-19. Senza alcun sintomo, l’ex tennista cileno è stato colto di sorpresa dal risultato e dovrà rimanere in isolamento in questa fase, prima di poter entrare […] LEGGI TUTTO

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    Dominic Thiem (ri)trova l’amore accanto ad un’artista circense

    Dominic Thiem (ri)trova l’amore accanto ad un’artista circense

    Il 2020 è stato un anno molto complicato per il mondo intero, ma sembra essere stato positivo per Dominic Thiem. Il 27enne austriaco non solo ha vinto il suo primo titolo del Grand Slam agli Us Open, ma ha anche trovato la felicità fuori dal campo accanto a un giovane artista circense.

    Lili-Paul Roncalli, ballerina, è la nuova fiamma dell’austriaco, che dall’inizio della sua carriera ha avuto due relazioni pubbliche: con una modella austriaca e con la tennista francese Kristina Mladenovic, fidanzati tra il 2017 e il 2019. LEGGI TUTTO

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    Thiem e i coach, dalla comunicazione con Massu alla ruggine e cause con Bresnik

    Dominic Thiem

    Dominic Thiem è stato uno dei migliori tennisti nel 2020, grazie alla vittoria a US Open, la finale agli Australian Open ed alle ATP Finals. Una crescita iniziata già nel 2019, grazie allo scatto avuto dopo la separazione con lo storico coach Bresnik e il nuovo percorso intrapreso con Nicolas Massu. Il cileno ha aiutato Dominic a rendere il suo tennis più offensivo: servizio più incisivo, una posizione in campo più avanzata alla ricerca del punto con meno scambi, il tutto senza snaturarne l’incredibile potenza nella spinta. Una visione vincente, visti gli ottimi risultati raggiunti che lo pongono immediatamente dietro ai due leader Djokovic e Nadal.
    Massu ha parlato alla stampa cilena raccontando i segreti del loro ottimo rapporto: “Ci capiamo molto bene sia a livello personale che professionale. Tutto nasce da un’ottima comunicazione, grande rispetto e la volontà di scendere in campo e in palestra per migliorare ogni giorno. Ci unisce la passione per il tennis e il modo in cui lavoriamo, cerchiamo entrambi di alzare l’asticella, dare il nostro 100% ogni giorno.”
    I due sono persone molto diverse dal punto di vista caratteriale, ma per Massu questo si è rivelato uno dei loro maggiori punti di forza: “Si, non ci assomigliamo molto, ma penso che questo ci rafforzi, abbiamo personalità diverse ma condividiamo la stessa passione per essere migliori ogni giorno. Non abbiamo nemmeno una grande differenza di età, e questo ci aiuta ad avere una grande energia dentro e fuori dal campo da tennis. A livello personale, ci stiamo conoscendo di più e stiamo costruendo la fiducia nel nostro progetto ogni giorno”.

    Mentre l’idillio tra i due sembra quasi perfetto, continuano a “volare gli stracci” tra Thiem e Gunter Bresnik, ex coach di Dominic. Il “guru” austriaco è stato decisivo nella crescita del giovane Dominic verso il professionismo, portandolo da junior (nemmeno tra i più quotati all’inizio) alla top10. Tanto che quando Thiem ha deciso di cambiare strada, Gunter non l’ha presa affatto bene, esternando all’ennesima potenza il suo carattere notoriamente spigoloso. Prima dichiarazioni al veleno, tipo “se non fosse stato per me, Dominic sarebbe rimasto un tennista da Futures” o frasi simili; poi una serie di cause legali per ottenere quel che, a suo giudizio, gli spetta come risarcimento per la rottura unilaterale di accordi pluriennali.
    L’ultima richiesta di Bresnik pare sia stata di 450mila euro, come percentuale che gli spetterebbe per contratti di sponsorizzazione chiusi quando era ancora manager di Dominic. Una somma ulteriore ai milioni già ricevuti dopo la separazione: si parla di cifre enormi (svariati milioni di euro, circa un terzo dei guadagni di Dominic da accordi pluriennali sottoscritti quando i due erano ancora insieme). Herwig Straka (l’attuale manager di Thiem) aveva offerto due milioni di euro o il 10% di questi contratti, ma Bresnik ha respinto le due proposte, trascinando tutta la faccenda e contratti in tribunale per ottenere quel che, a suo dire, gli spetta.
    Secondo alcune fonti austriache (il portale Spox) dopo un’infinita serie di accuse tra i legali delle due parti, sembra che i due siano finalmente scesi a patti, con un incontro risolutore fissato per fine febbraio 2021, dove un mediatore giudiziario cercherà di risolvere la faccenda trovando un accordo che soddisfi entrambe le parti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il meglio e… il peggio del 2020 (di Marco Mazzoni)

    Martina Trevisan, quarti di finale a Roland Garros 2020

    Stiamo per mandare in archivio un’annata triste come poche altre. Anche il mondo del tennis è stato travolto da una situazione imprevedibile e devastante, con strascichi pesantissimi che rischiano di compromettere buona parte del 2021, tennistico e non. Nonostante tutto qualcosa in campo è successo. Si sono giocati tre Slam su quattro (Australian Open in totale regolarità), le ATP Finals, alcuni Masters 1000 e niente Davis (o quel che è adesso…). Il nostro tennis si è esaltato grazie alla crescita di Jannik Sinner, Lorenzo Sonego, Salvatore Caruso, Stefano Travaglia e Lorenzo Musetti, oltre al recupero di Marco Cecchinato e quello straordinario di Martina Trevisan, nettamente la pagina più bella del 2020 in casa Italia.
    Anche se l’anno è stato strano, incompleto e (speriamo) irripetibile, ecco un pagellone di fine 2020, con il meglio e il peggio della stagione, secondo il mio personale punto di vista. Senza la pretesa di essere esaustivo e aperto a ogni valutazione contraria.

    Miglior giocatore del 2020: Dominic Thiem
    Numeri alla mano Djokovic ha meritato di chiudere la stagione da n.1, ma il suo anno è stato troppo “travagliato” – in campo e fuori – per eleggerlo ai miei occhi come migliore in stagione; inclusa la vittoria Slam in Australia, arrivata anche grazie ad un calo di Thiem nel momento decisivo della finale, quando sembrava avere la partita in pugno. Onore e applausi a Nadal per il suo ennesimo titolo a Parigi e record a 20 Slam, ma ha giocato troppo poco. Preferisco premiare Dominic Thiem, perché finalmente un tennista nato nei ’90s è riuscito a vincere uno Slam. Inoltre ha fatto finale a Melbourne e ha lottato sino all’ultimo 15 alle ATP Finals, regalando momenti di grande tennis (bella la sfida vs. Nadal). Gli è mancato l’acuto a Parigi, dove tutti l’aspettavano, ma ha pagato forse lo sforzo di New York. Di sicuro di tutti gli inseguitori è quello che ha mostrato più segnali di crescita. Thiem è ormai al livello di Rafa e Novak nei grandi appuntamenti.

    Miglior giocatrice del 2020: Iga Swiatek
    Iga ha impressionato a Parigi. Tanto. Nel torneo che tutti noi ricorderemo per la cavalcata bellissima di Martina Trevisan, la polacca ha demolito tutto e tutte con potenza e qualità impressionanti. Gioca un gran tennis Swiatek, spinge, attacca, lo fa con un piglio da star vera. Adesso tutti ci auguriamo che non sia l’ennesima meteora del tennis rosa, dirompente ma effimera. Lei sembra diversa. Quando la osservi mentre parla i suoi occhi emanano una luce intensa, è un fiume irruento in piena, pronto a straripare. Speriamo che il WTA Tour abbia trovato in lei una nuova vera campionessa, è indispensabile.

    Miglior italiano del 2020: Jannik Sinner
    In quest’annata a dir poco balorda, con Berrettini e Fognini in cattive condizioni fisiche, impossibile non premiare il talento dirompente di Sinner. Ha vinto il suo primo ATP 250, ma il torneo più importante del suo anno (e della sua giovanissima carriera) resta Roland Garros. Jannik è stato l’unico capace di impegnare davvero Nadal. Non inganni il punteggio: chi ha visto il match con attenzione ricorda benissimo come il super campione maiorchino sia stato costretto a giocare al 100% per superare l’impeto dell’azzurro. In moltissimi scambi Jannik ha messo sotto Rafa, anche nelle direttrici preferite dal 20 volte campione Slam. La strada è ancora lunga, ma il percorso intrapreso da Sinner sembra proprio quello giusto, supportato in modo perfetto da Riccardo Piatti e tutto il team. Avanti tutta! Merita una menzione anche Lorenzo Sonego, che zitto zitto ha chiuso l’anno al n.33 (best raning) e battuto Djokovic a Vienna. Applausi sinceri.

    Miglior italiana del 2020: Martina Trevisan
    La sua storia ha commosso il mondo della racchetta, e non solo, durante la magica cavalcata a Roland Garros. Lei ha incantato tutti, per quel sorriso travolgente e per quel braccio fatato che finalmente si è preso il palcoscenico che merita. È ancora giovane, con tanto da dire e da dare al nostro sport, in un momento di grande difficoltà nel panorama rosa nazionale. Aspettiamo Martina con fiducia nel 2021, pronti a sorridere con lei.

    Miglior torneo del 2020: ATP Finals
    Si è giocato un po’ troppo poco perché questa categoria (un po’ come le altre…) sia davvero completa. Però l’ultimo torneo del 2020 è stato interessante, intrigante, con tante bellissime partite. Alla faccia di chi si ostina a considerarlo un “accessorio”. Niente di più sbagliato: basta chiedere ai tennisti. Anche l’Australian Open è stato un buon torneo, con molti match intensi ed una finale ricca di colpi di scena, ma salutiamo Londra augurandoci che Torino 2021 non la faccia affatto rimpiangere.

    Match dell’anno 2020: Schwartzman vs. Shapovalov a Roma
    Ok, non è stata una finale, ma questa splendida partita ha entusiasmato per intensità, qualità e vittoria al fotofinish dell’argentino. La creatività e traiettorie di Shapo vs. le rincorse e qualità di Diego. Contrasto di stile perfetto, emozioni fino all’ultima palla in oltre tre ore di partita. Ho avuto la fortuna (enorme) di vivere tutto il match dal campo. Tanto tantissimo tennis di qualità. Bravissimi, un gran bel manifesto per il nostro sport.

    Delusione dell’anno: Felix Auger-Aliassime
    Forse è un po’ forte come candidatura al premio meno ambito, ancor più viste le tre finali raggiunte in stagione. Non se lo aggiudica per averle perse tutte (6 su 6, contando il 2019…), ma per come il giovane canadese sia rimasto completamente fermo a livello di evoluzione nel suo tennis. Mentre molti altri giovani sono cresciuti notevolmente (vedi Sinner, Rublev, Humbert, Ruud per citarne alcuni), FAA continua a giocare “un buon tennis”, ordinato, ma senza quel quid che lo possa portare a sconfiggere i migliori e fare un vero salto di qualità. Nel 2020 non è mai riuscito a sconfiggere un top10, soprattutto non ha mai mostrato un salto in avanti sia sul piano tecnico che agonistico. Serve, probabilmente, un cambio di coach o di prospettiva, per elevare quel tennis completo in cui fa tutto bene ma niente in modo straordinario. Una citazione purtroppo la merita anche il nostro Matteo Berrettini, che ha la scusante di non esser stato bene in larghi periodi della stagione (già da gennaio), ma che senza la protezione del ranking particolare di quest’anno avrebbe subito un tracollo in classifica. Tutti ci auguriamo che nell’inverno ritrovi la miglior condizione fisica e il nostro movimento quel campione che ha dimostrato di essere. Forza Matteo!

    Pagina nera dell’anno: la creazione della PTPA
    Niente contro le rivendicazioni dei giocatori. Che la torta degli introiti debba esser divisa in modo più equo è sacrosanto, ma è singolare il modo in cui questa associazione è stata annunciata e come viene portata avanti. In un anno segnato dalla pandemia, con il sistema quasi al collasso e con un US Open alle porte molto complicato da disputare, lo strappo portato avanti da Djokovic, Pospisil e gli altri “senatori” è stato singolare. Ancor più perché loro (soprattutto Pospisil, quello che pare il “braccio armato” del gruppo, mi si passi il termine) hanno rilasciato molte interviste dando risposte alquanto contraddittorie sulla volontà di non creare una frattura insanabile, senza fornire dati precisi su quanti giocatori hanno aderito (perché quest’aria fumosa sui numeri?), e nemmeno spiegare un programma strutturato su obiettivi concreti. In balia delle onde nel mare in tempesta, solo remando tutti all’unisono se ne esce vivi… In questo Andrea Gaudenzi (Presidente ATP) è apparso esemplare, come assai interessante è la sua visione e programma per il futuro, questo sì ben spiegato nei minimi dettagli e molto vicino alle richieste (sottolineo giuste) dei giocatori. Per tutti questi motivi, la PTPA, proprio nel difficilissimo 2020, pare qualcosa di cui si poteva fare proprio a meno.

    Chiudo con una piccola speranza per il 2021. Che la ricerca e il comportamento responsabile di tutti noi possa contribuire a sconfiggere la maledetta pandemia, in modo che possiamo tornare a quella semplice vita di tutti i giorni che oggi ci manca terribilmente. In parallelo, che il mondo del tennis ritrovi completezza e regolarità, magari con 4 nuovi vincitori Slam, e perché no, un azzurro tra di loro…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il padre di Thiem commenta la decisione del figlio di giocare i Giochi Olimpici: “Non contano molto”

    Dominic Thiem AUT, 1993.09.03

    Dominic Thiem, 27 anni, ha dichiarato nei primi anni della sua carriera che i Giochi Olimpici non erano una priorità, ma ha cambiato idea negli ultimi mesi da quando è allenato dal cileno Nicolas Massu, campione olimpico di singolare e doppio ad Atene 2004. Suo padre, Wolfgang, ha qualche difficoltà a capire questo cambiamento di opinione.

    “Sono rimasto stupito. Credo che abbia cambiato idea dal momento in cui ha vinto un Grand Slam. Nel tennis, i Giochi Olimpici non contano molto. Ha 27 anni ed è ora di essere intelligenti nella scelta delle priorità”, ha confessato in un’intervista a ‘Tennis Head’. LEGGI TUTTO

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    Dominic Thiem ed il cambio di idea sui Giochi Olimpici dopo la conoscenza di Nicolas Massu: “Parteciperò ai Giochi Olimpici di Tokyo. Il mio allenatore mi ha raccontato le meravigliose emozioni che ha provato”

    Dominic Thiem AUT, 1993.09.03

    Dominic Thiem, il numero tre della classifica mondiale, ha cambiato idea su diversi temi negli ultimi anni, soprattutto da quando ha iniziato a lavorare con il campione olimpico ad Atene 2004 Nicolas Massu. Uno dei temi sui quali ha cambiato radicalmente idea è proprio l’importanza dei Giochi Olimpici.
    Thiem non ha giocato a Rio’2016 – anche se all’epoca era già in top 10 – e non aveva in programma di gareggiare a Tokyo’2020 (avrebbe partecipato a un altro torneo nella stessa settimana), ma il fatto che l’evento sia stato rinviato di un anno lo ha fatto riflettere e decidere che giocherà in Giappone. “Parteciperò ai Giochi Olimpici di Tokyo, che inizieranno il 23 luglio. Ci ho pensato a lungo e l’anno prossimo dovrei giocare meno tornei. Sono entusiasta di competere per una medaglia. Il mio allenatore, Nicolas Massú, ha vinto due medaglie d’oro [nel singolo e nel doppio, la prima nella storia del Cile] ai Giochi di Atene del 2004 e mi ha raccontato le meravigliose emozioni che ha provato. Voglio provare questo tipo di emozioni. Per un atleta, l’atmosfera di un’Olimpiade deve essere unica, voglio assorbire tutto questo”.

    Thiem ha anche rivelatoche sarà in vacanza per 10 giorni e ha scelto di rimanere in Austria. “Non possiamo viaggiare a causa della pandemia e ho deciso di rimanere in Austria. Niente allenamenti, niente riunioni, niente di programmato. Raramente vado al telefono. Devo ricaricare le batterie al cento per cento perché ho grandi obiettivi per il 2021”, ha rivelato l’austriaco. LEGGI TUTTO

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    Tennis, Ranking ATP: i top e i flop del 2020

    In questo anno particolare, dove la stagione del tennis si è tutta (o quasi) concentrata nella seconda parte dell’anno, il miglior tennista ad avanzare di posizioni nel ranking ATP (nella Top 50) è il giovane italiano Jannik Sinner (41 posizioni guadagnate). Questo è uno dei dati che risalta agli occhi confrontando il ranking mondiale di fine stagione 2020, cioè dopo la conclusione delle Nitto ATP Finals, con quella della scorsa stagione, ovvero del 31 dicembre 2019. Insieme a Sinner, solo altri tre tennisti hanno guadagnato più di venti posizioni rispetto alla classifica di fine 2019. Ecco di seguito tutti i tennisti che in questa stagione hanno guadagnato posizioni e chi invece ne ha perse.

    Tennis – I tennisti che hanno guadagnato posizioni
    Considerando i tennisti presenti anche fuori dai top 100 (parlando del ranking 2019), c’è da fare una menzione particolare per Vasek Pospisil. Il trentenne canadese è risalito di 89 posizioni rispetto a un anno fa e al momento occupa la 61esima posizione. La stagione 2020 è anche la stagione di Pedro Martinez e Yannick Hanfmann, che guadagnano rispettivamente 86 e 76 posizioni. Bene anche Emil Ruusuvuori, Tommy Paul e Federico Coria, con l’ultimo che è entrato per la prima volta nella top 100. Guadagnano 27 posizioni anche Ugo Humbert, che avanza dalla posizione numero 57 di un anno fa alla posizione numero 30, e Casper Ruud, dalla 54esima alla 27esima posizione. Ne ha guadagnate 21 Kyle Edmund, da 69 a 48, mentre Tennys Sandgren e Lorenzo Sonego ne guadagnano 19.
    Tennis – I tennisti che hanno perso posizioni
    Tra tutti i top 50, il tennista che ha perso più posizioni è Kei Nishikori. Il tennista nipponico, causa infortunio, ha saltato molti tornei in questo 2020 ed è arretrato di 28 posti, dalla posizione numero 13 all’attuale 41. Considerando tutti i top 100 i peggiori sono Lucas Pouille e Radu Albot, con il primo che è arretrato di 48 posizioni (dalla 22 alla 70) e il secondo di 47 (dalla 46 alla 93). Tra i top 10, invece, cambia la distribuzione dei punti rispetto al 2019: oggi tra Medvedev e Federer (n. 5) ci sono 1840 punti, complice anche l’assenza per tutta la stagione a causa di un infortunio. Mentre tra Medvedev (vincitore delle Nitto ATP Finals) e Tsitsipas (n.6) c’è un divario di 2545 punti. Da notare che un’anno fa, tra Thiem (n.4) e il greco, il divario era soltanto di 525 punti.
    Escono dalla top 100: Andreas Seppi, Hugo Dellien, Roberto Carballes-Baena, Yasutaka Uchiyama, Gregoire Barrere, Jaume Munar, Leonardo Mayer, Damir Dzumhur, Ivo Karlovic, Alexei Popyrin, James Duckworth. LEGGI TUTTO