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    Cahill e Vagnozzi: Gli architetti dietro l’ascesa di Jannik Sinner

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Getty Images

    È possibile raggiungere la vetta solo con un ambiente solido e un’etica del lavoro impeccabile. Questo sembra essere il mantra che guida Jannik Sinner, il giovane tennista italiano. Le riflessioni dei suoi due allenatori, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, offrono una visione approfondita di come sia allenare questo promettente atleta, con particolare attenzione alle parole dell’esperto tecnico australiano.
    Nonostante durante l’adolescenza non sembrasse destinato alle vette che ha raggiunto oggi, con molti coetanei apparentemente più dotati e promettenti, la crescita di Sinner è stata esponenziale. Questo sviluppo, frutto del suo impegno quotidiano, ha permesso al nativo di San Candido di stabilirsi tra i migliori giovani tennisti al mondo. Con già un Masters 1000 nel suo palmarès, sembra solo questione di tempo prima che vinca un Grand Slam e si posizioni come una delle principali rivali di Carlos Alcaraz per gli anni a venire.
    Riferendosi a Sinner, Vagnozzi ha dichiarato ad atptour.com: “La prima volta che ho visto Jannik aveva 14 anni e stava giocando contro alcuni ragazzi che allenavo. È molto facile lavorare con lui grazie al suo carattere. È sempre desideroso di migliorare e, quando è in campo, lo fa spesso con un sorriso, mostrando un impegno serio. Abbiamo posto molta enfasi sulla sua forma fisica, ma nel pomeriggio dedicavamo sempre un’ora agli aspetti tecnici, come la volée, il rovescio tagliato e il servizio”. Vagnozzi ha poi raccontato, ridendo, di come una volta abbiano scommesso 20 euro con Jannik che non avrebbe centrato alcuni obiettivi sul campo con il suo servizio al primo tentativo, facendo perdere loro la somma.
    D’altro canto, Cahill, con la sua vasta esperienza e conoscenza profonda del gioco, svolge un ruolo cruciale nella squadra di Sinner, focalizzandosi principalmente sull’aspetto mentale. “È incredibile vedere quanto duramente lavori ogni giorno. È un privilegio far parte del suo entorno. È rispettoso, intelligente e la sua famiglia è meravigliosa. Sinner è sempre pronto ad alzare l’asticella perché crede nel suo potenziale, ma sa che può realizzare i suoi sogni solo con un’etica del lavoro impeccabile”, afferma Cahill.
    E conclude: “Sono i dettagli a fare la differenza tra i buoni giocatori e i migliori. Il mio ruolo è aiutarlo a padroneggiare questi dettagli. Mi focalizzo molto sul dargli fiducia, specialmente quando affronta momenti critici in campo. È davvero un piacere lavorare con lui”.Con questa solida squadra alle spalle e mantenendo l’attuale etica del lavoro, sembra inevitabile che per Jannik Sinner le ricompense arriveranno molto presto.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Cahill: “Il tour ha bisogno di gente come Kyrgios e Shelton”

    Darren Cahill, coach di Jannik Sinner

    Darren Cahill ha partecipato al podcast Advantage Connors, il programma radio di Jimmy, molto seguito negli USA, soffermandosi in particolare sul connazionale Nick Kyrgios (quest’anno praticamente inattivo, eccetto una fugace apparizione su erba) e su Ben Shelton, rivelazione dell’ultimo US Open e grande promessa del tennis statunitense. Per l’allenatore di Jannik Sinner, Nick e Ben sono due enormi valori aggiunti per l’ATP Tour, con il loro carattere e tennis molto personale spostano l’interesse e spingono la gente ad andare negli stadi. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero di Darren.
    “Quando lo vedi giocare può darti la sensazione che non gliene freghi niente. In realtà è esattamente l’opposto. Lo puoi capire da come parla con il suo box nel corso delle partite, per come cera di ricevere supporto. Abbiamo bisogno di lui, che torni presto a giocare. Il tennis è più grande di qualsiasi giocatore, ovviamente, ma la sua assenza è una perdita per lo sport. Quando gioca bene e si sente a posto fisicamente, porta molto in ogni torneo a cui gioca. Quindi gli auguro solo il meglio. Spero che si riprenda e speriamo di rivederlo molto presto”, conclude Darren su Kyrgios.
    Il discorso quindi vira quasi naturalmente su Shelton: “Ben è come Kyrgios. Ti piace Kyrgios? Ti piace Ben? O invece lo odi? Non mi interessa, sul tour porta qualcosa di diverso e la gente per loro si muove, compra un biglietto per vederli giocare, sono diversi. Ben porta vera gioia in quello che fa in campo, non ha paura, non gli importa contro chi gioca. Mi piace il suo atteggiamento, ha energia e la gente lo sente e vive insieme a lui in campo. Penso che il fatto che Djokovic lo abbia un po’ preso in giro imitando la sua esultanza sia stato incredibile, è il segnale di quanto sia dirompente la presenza di Ben. Non puoi avere dei robot sul tour, è importante ci sia gente di personalità”.
    Cahill scommette su di un futuro da top 10 per il giovane americano: “Shelton è incredibilmente coraggioso nei grandi momenti del match. Agli US Open giocava per il pubblico e si divertiva. Deve adesso arrivare a produrre questi risultati settimana dopo settimana per essere un fattore tra i big e arrivare tra i primi 10. Credo che Ben sia ancora molto giovane, non è abituato, forse troppe aspettative sono cadute sulle sue spalle dopo gli Australian Open e per diversi mesi l’ha sofferto. Ora vedremo Ben migliorare costantemente ogni settimana. Penso che sia destinato ad entrare tra i primi 10 al mondo”.
    Un’investitura importante per Shelton, giocatore dal carattere e attitudine completamente diversa da quella di Kyrgios ma con una presenza attentato forte e un tennis super offensivo, carico di adrenalina. Quello che, come sottolineato da Cahill, spinge il pubblico a guardarti, sia che lo ami, sia che lo odi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Parla al Corriere della Sera Darren Cahill il supercoach di Jannik Sinner: “Come mentalità mi ricorda Hewitt: ha la stessa scintilla negli occhi, che non si vede spesso nel circuito”

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Getty Images

    Dal Corriere della Sera arriva l’intervista di Gaia Piccardi a Darren Cahill.Sinner sarà in campo sulla terra di Umago (Croazia) dal 25 luglio, diretto verso lo swing canadese e americano (Cincinnati) che conduce all’Open Usa, l’ultimo Slam.
    Darren, lei ha portato per mano il giovane Hewitt, l’anziano Agassi e la rumena Halep al numero 1: crede di farcela anche con Sinner?«Uh, che domanda difficile! Ci crede se le dico che con Jannik non abbiamo mai parlato di classifica in queste settimane? Per me il ranking è irrilevante. Fondamentale è mettere il ragazzo nella condizione di lavorare al meglio, ogni decisione in funzione del suo bene. La classifica, se saremo bravi, seguirà».
    Come si dividerà il lavoro con Vagnozzi?«Faremo settimane da soli con Jannik e periodi insieme: presto ci spartiremo il calendario. Il periodo di prova di Wimbledon è stato molto positivo: conoscevo Jannik come giocatore ma non come persona. Mi ha impressionato. È umile, spiritoso, ben educato e pieno di passione per il tennis. Queste sono le doti umane più importanti per me. Poi viene l’atleta, le cui qualità sono sotto gli occhi di tutti».
    Con Vagnozzi vi spartirete anche i campi d’intervento sul giocatore?«Dal mio punto di vista, un tennista è fatto di tecnica, tattica ed emozioni. Con Simone lavoreremo su tutto insieme, compensando le nostre virtù e debolezze. La condivisione di esperienze produce solo ricchezza».
    A proposito di condivisione, ha parlato con Piatti?«Certo che sì, siamo in contatto: io e Riccardo ci conosciamo da anni, lo stimo molto, Jannik l’ha formato lui. Non potevo non sentirlo».
    Qual è la lezione più preziosa che Sinner ha imparato dalla sfida con Djokovic?«Io vedo solo spunti positivi: martedì Jannik ha capito di poter giocare alla pari con l’ex n.1 del mondo. Non è un’informazione da poco. Ha capito che una partita con i top player è fatta di fasi e che dovrà alzare l’intensità del suo tennis insieme al livello, come ha fatto Novak dal terzo set in poi. Jannik, invece, è rimasto allo stesso livello dei primi due. L’ho visto stanco, alla fine: cinque set sull’erba sono brutali. Avrebbe dovuto dosare meglio le energie per non finire in riserva. Imparerà in fretta».
    Quanto è importante dotarlo di più soluzioni?«Vitale. Immagini Jannik come un arciere: nella sua faretra dovrà avere molte più frecce di quante ne ha ora. Se un piano non funziona, via, si cambia».
    Sinner, cosa gli manca ancora per battere Djokovic: una sconfitta che è una promessaDopo il k.o., Sinner è stato meno duro del solito con se stesso: ho sbagliato troppo, ha detto, ma posso darmi il permesso di essere felice.«Ci dice quanto il ragazzo, a 20 anni, abbia voglia di migliorarsi e uscire dalla sua zona di confort. Con Novak ha perso senza mai smettere di provarci, essere creativo. Non può essere triste, proprio no. Con un 3% di maturità in più, già cambia tutto. È una spugna: impara da ogni palla. Ma è già eccezionale».
    Djokovic ha detto che vede un po’ di se stesso in Jannik.«L’ha detto anche a me, ha ragione. Ma vado oltre. Come mentalità mi ricorda Hewitt: ha la stessa scintilla negli occhi, che non si vede spesso nel circuito. Jannik è una tigre in gabbia, aspetta solo di essere liberata in campo».
    È stato Sinner in persona a contattarla: le ha detto perché l’ha scelta?«A dire il vero no. Credo l’abbia fatto per non avere rimpianti in futuro. Oggigiorno avere due coach non è inusuale. Sono felice e onorato che mi abbia chiamato».
    La sua migliore qualità?«La fiducia. La convinzione di poter arrivare al vertice di questo sport. Non è qualcosa che si impara: ci nasci. Forse gli deriva anche dal suo passato di sciatore. Sentii parlare per la prima volta di questo ragazzo italiano proprio qui a Wimbledon, da Riccardo Piatti che all’epoca lo allenava, circa tre anni fa. La stagione dopo era già un top player. Da allora seguo i progressi di Jannik costantemente».
    La sua miglior superficie?«Quella su cui al momento è più pericoloso? Certamente il veloce. All’Open Usa la palla vola, i campi sono rapidi: vedremo di arrivarci preparati».
    Chi vince Wimbledon domenica, secondo lei, Darren?«Djokovic».
    E Wimbledon 2023?«So cosa vorrebbe sentirsi dire: ci stiamo lavorando sodo, fidatevi di noi». LEGGI TUTTO

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    Sinner si allena a Eastbourne con Darren Cahill. Sarà lui il “supercoach”?

    Darren Cahill

    Secondo quanto riporta Sky Sport, Jannik Sinner è approdato sull’erba di Eastbourne per iniziare la preparazione pre-torneo, in compagna del coach Vagnozzi e di Darren Cahill, noto ex giocatore australiano e soprattutto coach di Simona Halep, Llyeton Hewitt, Daniela Hantuchova e Andre Agassi, ma anche brevi collaborazioni con Murray e Verdasco.
    Non ci sono altre conferme o notizie da parte del team di Jannik, in piena evoluzione dopo l’ingresso del nuovo fisioterapista Jerome Bianchi e del preparatore atletico Umberto Ferrara pochi giorni fa.
    Cahill è un coach stimato e molto noto nell’ambiente, ha quasi sempre elevato il livello di gioco dei propri assistiti, portandoli a grandi risultati. Da “vecchio” giocatore molto proiettato in avanti, ha sempre spinto i proprio assistiti a cercare un gioco più verticale alla ricerca della rete. Vista la voglia di Sinner di giocare meno ancorato alla linea di fondo, avrà optato per Cahill proprio per questo? Si attendono conferme dal diretto interessato. LEGGI TUTTO

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    Super coach in arrivo per Jannik Sinner

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    Arrivano novità su Jannik Sinner. A dare l’annuncio praticamente ufficiale è stato Sky Sport attraverso il proprio account Twitter. Il talentuoso 20enne avrebbe raggiunto l’accordo con un super coach davvero di lusso: si tratta dell’australiano Darren Cahill che non ha bisogno di presentazioni. Simone Vagnozzi rimarebbe sempre come primo coach. LEGGI TUTTO

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    Cahill sorprende tutti, dice che è esausto e lascia Anisimova senza allenatore ad Indian Wells

    Amanda Anisimova nella foto

    Darren Cahill che è stato per molti anni uno degli allenatori più rilevanti sulla scena internazionale, negli ultimi giorni ha bruscamente e sorprendentemente terminato la sua collaborazione di grande successo con la giovane americana Amanda Anisimova, con cui ha lavorato per alcuni mesi.L’australiano si è recato a Indian Wells per lavorare con la tennista ventenne, ma l’ha sorpresa alla fine della prima sessione di allenamento affermando di essere esausto.
    Il giornalista americano Ben Rothenberg rivela che Anisimova ha ora solo il sostegno di Hleb Maslau & Rob Brandsma, poiché Cahill, dopo aver dichiarato di essere esausto per il viaggio e le complicate regole di quarantena dell’Australia, ha deciso di tornare nel suo paese, dove ha la sua famiglia. LEGGI TUTTO

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    Emma Raducanu lascia il suo coach, ne cerca uno più esperto (e Cahill è libero…)

    Emma Raducanu al Met-gala

    L’onda mediatica di Emma Raducanu non si arresta in patria. Servizi fotografici, interviste, anche un bel nuovo contratto di sponsorizzazione con il gigante del lusso Tiffany & Co., che ha intravisto in lei una testimonial estremamente interessante a livello globale.
    Al momento non è certo il suo rientro in torneo, ma arriva come un fulmine a ciel sereno una notizia tecnica. Emma ha deciso di abbandonare il suo coach Andrew Richardson, che la seguiva da tempo e sostenuta nella sua clamorosa corsa vincente all’ultimo US Open. Nessun contrasto tra i due: secondo il collega UK Mike Dickson, la decisione di Raducanu sarebbe scaturita dalla volontà di legarsi ad un coach con maggiore esperienza a livello di vertice sul tour WTA, per arricchire e solidificare il suo tennis.
    Di coach ottimi in giro ce ne sono molti, ma… non è passato inosservato che proprio da pochi giorni si è liberato Darren Cahill, ex top10 australiano e guida di Simona Halep per molti anni. Darren ha arricchito moltissimo il gioco della rumena, dandole una spinta decisiva sino alla vittoria negli Slam (Wimbledon 2019, Roland Garros 2018).
    Non abbiamo alcun riscontro in merito, al momento è solo una suggestione ma… un vecchio adagio dice “a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina”. Certamente una coppia tecnica Raducanu-Cahill sarebbe molto, molto intrigante.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Simona Halep e Darren Cahill interrompono la loro collaborazione

    “Dalle nozze al divorzio”. No, Simona Halep, fresca sposa, non ha deciso di mollare il nuovissimo marito… ma ha scelto, di comune accordo, di interrompere il lungo rapporto di collaborazione con il suo allenatore, l’australiano Darren Cahill. I due lavoravano insieme da ben sei anni, baciati da una crescita importantissima e molti grandi successi per […] LEGGI TUTTO