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    Australian Open: il tennis tattico di Medvedev schianta Tsitsipas, il russo vola in finale vincendo in tre set

    Daniil Medvedev, 25 anni

    Troppo Medvedev per Tsitsipas. Il russo ha schiantato la resistenza del greco con un tennis estremamente razionale, tattico ed efficace, vincendo 6-4 6-2 7-5 e volando così in finale a sfidare il “tiranno” di Melbourne Novak Djokovic.
    Da grande appassionato di scacchi, Medvedev ha controllato il campo ed il match con un’abilità di calcolo ed una praticità pazzesca. Mai un colpo fuori posto o tatticamente errato; mai una forzatura o una dispersione di energia. Daniil ha messo in pratica il suo game plan con una efficienza ed efficacia terrificante, non dando di fatto mai una chance al rivale di ribaltare l’incontro. Che il tennis del russo fosse difficile da scardinare per Stefanos lo si sapeva, anche dai precedenti (5-1 per Daniil), ma dopo l’incredibile prestazione vs. Nadal si sperava in una maggior resistenza del greco. Niente. Il match si è svolto tutto dalla parte del russo, perfetto nel mettere pratica il suo tennis che non riesci a sfondare, ti porta all’errore o a cedere campo, subendo quindi l’improvviso affondo che può arrivarti da destra, da sinistra, in avanzamento, con un passante perfetto. Perfetto il tennis di Medvedev oggi, pochissime sbavature, solo nel terzo quando ormai si sentiva il match in tasca ed ha concesso le prime palle break al rivale. È stato un attimo: con rabbia e lucidità ha resettato tutto e si è rimetto a manovrare, a controllare il campo, trovando con un passante incredibile il break decisivo nell’undicesimo game.
    Troppo Medvedev per Tsitsipas, ma qualcosina si può rimproverare al greco. Intanto si sapeva che per provare a vincere, doveva essere perfetto al servizio, o il più efficace possibile. Non lo è stato. In ogni set appena è calato al servizio, Medvedev ha trovato l’allungo approfittandone immediatamente. Tsitsipas forse ha pagato la fatica della maratona durissima vs. Nadal: è stato un filo lento nel cercare la palla col rovescio, così che non è riescito a scaricare la massima forza in accelerazione, generando colpi buoni ma non ottimi, e steccando qualche palla di troppo. Quando si colpisce il rovescio ad una mano come lui, non di forza ma di anticipo, anche una frazione di secondo di ritardo diventa una problema enorme. Inoltre il greco ha cercato solo nel terzo set la via della rete con continuità. Vero che è una tattica al limite, ma visto che nello scambio non riusciva ad aver la meglio, forse avrebbe potuto spingersi più in avanti già dal secondo set, per provare a togliere al rivale il tempo di imbastire la sua ragnatela e così uscire dalla morsa letale sull’angolo sinistro.
    Medvedev infatti ha capitalizzato il netto vantaggio sulla diagonale del rovescio. Fin dalla risposta o nello scambio alla prima occasione, Daniil è stato chirurgico nell’inchiodare sulla sinistra Stefanos con palle lunghe e senza peso (difficilissime da controbattere per chi gioca d’anticipo e non di forza come Tsitsipas), guadagnando campo e piazzando quindi un’accelerazione micidiale lungo linea col rovescio; oppure se Tsitsipas riusciva a girare lo scambio sulla diagonale del diritto, lo faceva comunque da una posizione ormai troppo arretrata aprendo l’angolo sinistro, con il russo velocissimo nel tirare un improvviso diritto in corsa lungo linea, quasi sempre vincente.
    La lucidità tattica di Medvedev è impressionante. Non fatica mai più del dovuto, cerca di sfruttare ogni situazione a proprio vantaggio lavorando lo scambio con quelle palle di varia altezza e rotazione, complicatissime da spingere per chi non ha “punch” nel braccio e gioca di timing, fino ad uno strappo improvviso che coglie l’avversario impreparato. È il russo che controlla, che analizza, che “scannerizza” ogni posizione sul campo del rivale giocando il colpo più efficace per costruirsi una situazione di vantaggio, prontamente sfruttata. Non sarà bello da vedere agli occhi dei puristi del gesto, ma il tennis del russo è straordinario per chi ama la parte tattica del gioco, e lui è stato bravissimo a sviluppare armi tecniche ideali a massimizzare la sua lettura strategica.
    Medvedev arriva così a 20 successi consecutivi, 12 contro top10. Fare 21 sarà il passo più difficile, perché avrà di fronte domenica Novak Djokovic, 8 volte vittorioso nel torneo e mai sconfitto in finale. Con il tennis mostrato oggi, ha chance reali per tentare il colpaccio, ma sarà una partita completamente diversa sul piano tattico e mentale, perché di fronte avrà a sua volta un “muro”, un difensore fortissimo ed un atleta incredibilmente resistente nella lotta. Applausi comunque a Tsitsipas per il suo torneo, ottimo. Ha ancora ampi margini di crescita, e questo la dice lunga sulla sua forza.

    Ecco la cronaca della semifinale.
    Tsitsipas serve il primo punto del match. Lungo scambio, Medvedev sposta a destra e sinistra il rivale, con palle lunghe e senza peso, il marchio di fabbrica del russo, che ottiene il 15 iniziale. Stefanos rompe gli indugi, col diritto entra deciso accelerando da sinistra e forzando gli errori dell’avversario. 1-0 Tsitsipas. Medvedev tiene il proprio turno di servizio in totale sicurezza, buone prime e qualche scambio. Il set scorre seguendo i turni di servizio, fino al quinto game. Sul 30 pari una risposta cross violenta e precisa di Daniil provoca l’errore di Stefanos, è la prima palla break del match. Si salva “TsiTsi” con una solida prima al T. Medvedev è entrato in ritmo in risposta: mangia campo al rivale, lo butta ancor più lontano con un diritto senza peso e quindi affonda col rovescio lungo linea in spinta, uno schema perfetto e micidiale. Spinge ancora col rovescio Daniil, Stefanos sbaglia in lunghezza. Break Medvedev, avanti 3-2 e quindi 4-2, con un altro game di servizio perfetto (perso solo un 15 con la battuta il russo finora). Nel nono game, con il greco al servizio sotto 3-5, alcuni scambi sono bellissimi, tra la leggerezza e improvvisi strappi del russo e le accelerazioni del greco. Un perfetto rovescio lungo linea vale a Stefanos il punto del 4-5. Daniil va a servire per il primo set. La prima di servizio funziona peggio del solito, Tsitsipas ne approfitta spingendo forte col diritto. Per la prima volta si va ai vantaggi sul servizio del russo. Spreca il terzo set point con un doppio fallo, novità in questo match. È solo un attimo: Ace da destra, strettissimo, quindi una botta a 215 km/h al centro, a trasformare il quarto set point.
    Secondo set, Stefanos al servizio. Accelera i colpi, cerca di scambiare con grande velocità proiettandosi in avanti, ma Medvedev rimette tutto, così che Tsitsipas è costretto a prendersi grandi rischi. Stefanos guarda il suo team con il fuoco negli occhi dopo aver chiuso il primo game del secondo parziale, tenendo un atteggiamento molto aggressivo anche in risposta. Però troppi errori col rovescio, l’impatto è fin troppo avanzato (forse per compensare una minor spinta con le gambe) e sono 15 d’oro per il rivale. 1 pari. Nel terzo game il greco va in difficoltà. Si incita a spingere, ad essere aggressivo, e corre in avanti alla prima apertura di campo; ma il russo risponde con un passante di rovescio tirato da rasoterra bellissimo. Il gioco tattico di Medvedev è troppo più consistente sulla diagonale di rovescio, Stefanos sbaglia e si vai vantaggi. Il game diventa molto duro, il greco è inchiodato dal rivale nell’angolo sinistro, fa fatica ad uscirne. Lo schema martellamento sulla diagonale sinistra e quindi accelerazione lungo linea frutta al russo la prima palla break del secondo set. Perfetto Medvedev: risponde lungo, prende il comando delle operazioni, muove l’avversario e trova l’affondo vincente con un diritto lungo linea improvviso micidiale. Break Medvedev, avanti 2-1 e servizio. Al momento il match è in controllo del russo, in un amen vola 3-1 avanti. Troppo sicuro il russo, il match prende un’accelerata tutta dalla parte di Daniil, anche perché Stefanos sembra incapace di trovare una soluzione tecnica a risolvere i suoi problemi tattici. Nel settimo gioco l’ennesimo attacco garibaldino (o forse disperato) di “TsiTsi” è punito dall’ennesimo passante perfetto dell’”orso” russo. 0-40, tre palle del doppio break. Con una risposta improvvisa, micidiale (appena sfiorato il nastro) e vincente di diritto, Medvedev scappa via 5-2 col secondo break. Dal 3-2 Daniil piazza un parziale di 12 punti a 1, con un Ace esterno chiude il set 6-2. Enorme differenza tra i due nel parziale, troppo più efficace il tennis del russo.
    Terzo set, ancora il greco parte al servizio, ma la musica non cambia. Stefanos ci prova, accelera col diritto, ma sul 30 pari subisce un colpo pazzesco in difesa del russo che letteralmente gli spacca gambe e morale. È immediata palla break. Solito schema, Medvedev martella sul rovescio, Tsitsipas sbaglia. Cede ancora il servizio il greco, vola avanti di un break anche nel terzo Daniil. È una sentenza, sembra un match point perché Medvedev consolida il vantaggio senza problemi, volando avanti 2-0. Stefanos è bravo a restare in scia, non crolla di schianto, salvandosi da un delicato 0-30 e quindi 30-40 sotto 1-3, aggrappandosi al servizio. Cancella anche una seconda palla break ai vantaggi, con grande coraggio e qualità venendo a rete. La reazione d’orgoglio nel salvare il game di battuta regala a Stefanos la spinta per giocare super aggressivo nel sesto game. Medvedev forse si distrae, perde fluidità alla battuta e commette un doppio fallo sul 15-30 che gli costa il 15-40, sono le prime due palle break di tutto il match! Cancella la prima Medvedev con rabbia, rischiando l’errore per troppa foga. Non entra il servizio sulla seconda, e sbaglia un diritto di scambio (rarissimo errore) per lui assai banale, un po’ scomposto nell’impatto. Break Tsitsipas, quando tutto pareva finito, il match improvvisamente si riaccende. 3 pari. Il pubblico incita a tanti decibel il greco, vuole partita, vuole quella lotta che è finora mancata. Tsitsipas cavalca l’onda e si porta avanti 4-3. Medvedev si ricompone e impatta 4 pari. Tsitsipas adesso è super aggressivo, verticalizza immediatamente per scappare dalla ragnatela viscida e letale del rivale, una mossa tattica forse tardiva, ma funziona. Tiene il proprio game di battuta, salendo 5-4. Ora la pressione è sul russo, chiamato a servire per allungare il set. Medvedev stranamente accelera i tempi, mentalmente ha pagato la reazione di Stefanos, sentiva di aver già chiuso il match avanti 3-1 nel terzo. Errori che gli costano un pericoloso 15-30, a due punti dal set il greco! Daniil ritrova freddezza e la prima di servizio, è 5 pari. “TsiTsi” serve, corre avanti ma per due volte tocca male sotto rete, “maligno” il solito passante di rovescio del rivale. 0-30, suona di nuovo l’allarme per lui. Daniil torna freddo, chirurgico. Trova una risposta a tutta e poi affondo col diritto inside out, 0-40 e tre palle break. Avanti tutta Stefanos, cancella la prima, ma niente può sul passante di rovescio lungo linea di Daniil, colpo pazzesco giocato in corsa, quasi sdraiato per terra, con la palla che magicamente fila via retta, liscia, imprendibile. Break Medvedev, avanti 6-5 e servizio, per chiudere il match.
    Medvedev non trema più: servizio, diritto profondo, rovescio veloce e preciso. 40-15, due match point. Basta il primo: seconda di servizio a 208 km/h (!) al centro, avanti col rovescio cross, la difesa di Tsitsipas non può nulla. Game Set Match Medvedev. Una vittoria netta, meritata, che gli apre le porte della seconda finale Slam dopo quella di US Open 2019. Sarà ancora sfavorito, ma da allora è cresciuto moltissimo, e nell’ultimo scontro diretto alle Finals è stato Daniil a vincere.

    Marco Mazzoni

    (4) D. Medvedev vs (5) S. Tsitsipas

    GS Australian Open

    D. Medvedev [4]
    6
    6
    7

    S. Tsitsipas
    4
    2
    5

    Vincitore: D. Medvedev

    Servizio
    Svolgimento
    Set 3

    D. Medvedev

    0-15
    15-15
    30-15
    40-15

    6-5 → 7-5

    D. Medvedev

    15-0
    30-0
    40-0
    40-15

    5-5 → 6-5

    D. Medvedev

    0-15
    0-30
    15-30
    30-30
    40-30

    4-5 → 5-5

    S. Tsitsipas

    15-0
    15-15
    30-15
    30-30
    40-30
    40-40
    A-40

    4-4 → 4-5

    D. Medvedev

    15-0
    30-0
    30-15
    30-30
    30-40
    40-40
    A-40

    3-4 → 4-4

    S. Tsitsipas

    15-0
    30-0
    40-0
    40-15

    3-3 → 3-4

    D. Medvedev

    0-15
    15-15
    15-30
    15-40
    30-40

    3-2 → 3-3

    S. Tsitsipas

    0-15
    0-30
    15-30
    30-30
    30-40
    40-40
    40-A
    40-40
    A-40

    3-1 → 3-2

    D. Medvedev

    15-0
    30-0
    30-15
    40-15

    2-1 → 3-1

    D. Medvedev

    0-15
    0-30
    0-40
    15-40

    2-0 → 2-1

    D. Medvedev

    15-0
    30-0
    40-0

    1-0 → 2-0

    S. Tsitsipas

    0-15
    15-15
    15-30
    30-30
    30-40

    0-0 → 1-0

    Servizio
    Svolgimento
    Set 2

    D. Medvedev

    15-0
    30-0
    40-0

    5-2 → 6-2

    S. Tsitsipas

    0-15
    0-30
    0-40

    4-2 → 5-2

    D. Medvedev

    15-0
    30-0
    40-0
    40-15

    3-2 → 4-2

    S. Tsitsipas

    15-0
    15-15
    15-30
    30-30
    40-30

    3-1 → 3-2

    D. Medvedev

    15-0
    30-0
    40-0

    2-1 → 3-1

    S. Tsitsipas

    0-15
    15-15
    15-30
    30-30
    40-30
    40-40
    A-40
    40-40
    A-40
    40-40
    40-A

    1-1 → 2-1

    D. Medvedev

    0-15
    15-15
    15-30
    30-30
    40-30

    0-1 → 1-1

    S. Tsitsipas

    15-0
    15-15
    30-15
    30-30
    40-30
    40-40
    A-40

    0-0 → 0-1

    Servizio
    Svolgimento
    Set 1

    D. Medvedev

    15-0
    15-15
    30-15
    40-15
    40-30
    40-40
    A-40
    40-40
    A-40

    5-4 → 6-4

    S. Tsitsipas

    0-15
    15-15
    30-15
    30-30
    40-30
    40-40
    A-40

    5-3 → 5-4

    D. Medvedev

    0-15
    15-15
    30-15
    40-15
    40-30

    4-3 → 5-3

    S. Tsitsipas

    15-0
    15-15
    30-15
    40-15

    4-2 → 4-3

    D. Medvedev

    15-0
    30-0
    40-0

    3-2 → 4-2

    S. Tsitsipas

    15-0
    30-0
    30-15
    30-30
    30-40
    40-40
    40-A

    2-2 → 3-2

    D. Medvedev

    15-0
    30-0
    40-0

    1-2 → 2-2

    S. Tsitsipas

    15-0
    15-15
    30-15
    40-15
    40-30

    1-1 → 1-2

    D. Medvedev

    15-0
    30-0
    30-15
    40-15

    0-1 → 1-1

    S. Tsitsipas

    0-15
    15-15
    30-15
    40-15

    0-0 → 0-1

    17 Ace 32 Doppi falli 368% % primo servizio 70%88% % di punti vinti su primo servizio 61%50% % di punti vinti su secondo servizio 46%5/9 Break point 1/30 Tiebreak vinti 045 Punti vinti in risposta 21106 Punti vinti 7719 Giochi vinti 115 N. max giochi vinti di fila 310 N. max punti vinti di fila 461 Punti vinti al servizio 5614 Giochi vinti al servizio 10

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    Medvedev vs. Tsitsipas, per sfidare il trono del “Djoker” (di Marco Mazzoni)

    Stefanos Tsitsipas, seconda semifinale agli Australian Open

    Non ce ne voglia il bravissimo e sorprendente Karatsev, nessuno credeva che oggi il 27enne russo potesse sconfiggere Djokovic. A Melbourne il n.1 del mondo ha vinto tutte le semifinali a cui aveva partecipato. La Rod Laver Arena è IL suo campo, adora la velocità della superficie, il rimbalzo, le palle, tutto. È sempre il più pronto tra i big a scattare dai blocchi ed iniziare una nuova stagione. Vincendo. Sarà la nona finale per il serbo, ed è molto probabile che possa suonare la propria Nona Sinfonia. Il suo tennis del resto è imponente quanto gli straordinari capolavori del Maestro Beethoven. Certi palati non gradiscono il suo incedere un po’ robotico, fluido sì ma irrimediabilmente costruito. Plasmato con duro lavoro, visione e precisione per dominare nel tennis dei nostri giorni.
    Sarà di tutt’altra pasta lo sfidante per il titolo 2021 degli Australian Open. A contendere l’ennesimo Brooke Norman Trophy a Nole, in campo ci sarà il tennis classicheggiante ma attualissimo di Stefanos Tsitsipas, o quello “storto”, tattico, cerebrale di Daniil Medvedev. Due giocatori emergenti, terribilmente diversi. In tutto.
    A livello tecnico, non li accomuna proprio niente. Stefanos è l’erede prediletto della scuola classica, e si potrebbe dire “beh, da uno nato ai piedi dell’Olimpo, cosa aspettarsi di diverso…”. Rovescio ad una mano estremamente elegante (più bello che forte a dire il vero), impatti puliti e veloci, a costruire un gioco a tutto campo fatto di accelerazioni e cambi di ritmo col diritto, servizi potenti e variazioni di tocco. Fin troppo poco a rete, con la sua mano e un tennis offensivo potrebbe e dovrebbe scendere più spesso in avanti. È fortissimo ma non del tutto evoluto a mio avviso, può crescere ancora in mille aspetti. La rimonta strepitosa di ieri su Nadal ha confermato che il ragazzo sta diventando uomo sul lato personale. Nel recente passato era un bello e impossibile, non amava “sporcarsi” troppo nella lotta, facendosi da parte quando il gioco si faceva troppo duro e non gli era consentito vincere di puro talento. Ha mangiato la polvere, ha riflettuto molto e capito che senza elevare a tutta il proprio spirito combattivo non sarebbe mai arrivato in cima, accettando anche di poter vincere giocando male o peggio del suo potenziale. Talvolta, vincere “ugly” può andare benissimo lo stesso… Un passo non scontato per un tipo col suo piglio, uno che non ama perdere e che mentalmente è da sempre “programmato” per essere il migliore. Questo Tsitsipas che lotta, che ringhia (ma non sbraita), ci piace assai.

    Di fronte il moscovita Medvedev, totalmente opposto a Tsitsipas. “Bello” il greco, un po’ “storto” il russo; tennis classico Stefanos, totalmente personale e antiestetico Daniil; istintivo e umorale TsiTsi, cerebrale, tattico e affascinante Medv. Troppo diversi per legare i due, tanto che nonostante la breve carriera già si son scontrati un paio di volte. La più clamorosa a Miami 2018, quando dalla bocca del greco uscì un infelice “bullshit russian” (beh, avete capito…), che fece esplodere di rabbia Daniil a fine match, spinto ad urlare verso l’arbitro “non è colpa mia se l’altro è un ragazzino viziato che non sa lottare in campo”. La risposta piccata di Tsitsipas arrivò qualche mese dopo sui social (dove è abilissimo ad alimentare il proprio personaggio…), con un’affermazione piccata contro il tennis del russo, definito “noioso, è capace solo di tirarti la palla di qua in qualche modo”.
    I due pare abbiano seppellito l’ascia di guerra, ma in campo domani mattina se ne vedranno delle belle, perché entrambi non possono lasciarsi sfuggire quest’occasione d’oro per andare a sfidare il n.1 al mondo, e provare non solo a detronizzarlo ma a far trionfare finalmente questa tanto promossa “NextGen” che continua a restare in scia ai super-campioni, ATP Finals a parte. Già, perché i due, tra l’altro, sono proprio gli ultimi vincitori del Masters a Londra, prima il greco nel 2019 e l’anno scorso Daniil, in un’edizione clamorosa in cui sconfisse tutti i migliori con un tennis inestricabile.

    Che partita vedremo? Intanto, si spera molto bella. Il contrasto di stile è totale. I precedenti dicono 5-1 Medvedev, ma sono tutti un po’ datati. L’ultimo, alle Finals 2019, l’ha vinto Stefanos. Negli Slam, l’unico match tra i due è di US Open 2018, vittoria del russo in quattro set. La sensazione, per il torneo disputato e non solo, è che Medvedev sia favorito e ancora un po’ più forte. Daniil ha esattamente il tennis per mandare fuori palla Stefanos, perché è un difensore fortissimo, che non ti dà ritmo e può ribaltare lo scambio all’improvviso con una bordata da destra o da sinistra che non leggi e ti lascia fermo. Inoltre, se prende ritmo alla battuta, nei suoi turni di servizio quasi non gioca. Scacco Matto? Possibile, Tsitsipas dovrà indovinare una prestazione di quantità paragonabile alla sua vittoria su Rafa, ma paradossalmente prendendosi ancora più rischi. Infatti nella bellissima rimonta vs. Nadal, Stefanos dal terzo set ha giocato molto bene e servito benissimo, ma ha approfittato di un calo fisico importante del rivale, che ha iniziato a sbagliare di più e soprattutto giocare meno intenso e più corto. Medvedev proporrà per 4 ore una ragnatela di palle diverse per angolo, rotazione e profondità, molto difficili da attaccare, e Tsitsipas non sembra possedere la potenza per sfondare il rivale. Come può vincere Tsitsipas? Se Medvedev giocherà al suo meglio, Stefanos dovrà essere molto aggressivo, rubare tempo a Daniil e costringerlo a prendersi rischi con passanti, colpi da fuori dal campo, chiamandolo a rete. Dovrà stanarlo dalla sua “tana” e portarlo a giocare dove non ama. 
    È una sfida affascinante, perché anche a livello mentale sarà bellissimo vedere chi sarà più pronto e tosto. TsiTsi avrà preso una fiducia enorme dopo cotanta vittoria, Daniil finora ha macinato il suo tennis col pilota automatico. A volte il russo cala nell’intensità, e quando la prima non gira tutto il suo tennis ne risente molto, perché in quel caso nei propri turni di servizio è costretto a prendere più iniziative del solito invece di contrattaccare, e questo scombina non poco i suoi piani.
    Ci sarebbe ancora moltissimo da dire per presentare questa sfida. Lasciamo che a parlare sia il campo, domattina. È una partita che potrebbe diventare un classico nelle fasi finali degli Slam. Gli ingredienti per un match splendido ci sono tutti, speriamo che Stefanos non si sia scaricato troppo mentalmente, e che entrambi giochino il miglior tennis. Chi sfiderà il trono del Djoker domenica?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Australian Open: Karolina Muchova elimina la n.1 del mondo in rimonta. Bene Daniil Medvedev che approda in semifinale

    Gli Australian Open, che da giovedì torneranno ad accogliere il pubblico per un massimo di 7’477 spettatori, hanno perso la numero uno al mondo in campo femminile nei quarti di finale. La padrona di casa Ashleigh Barty si è infatti fatta sorprendere dalla ceca Karolina Muchova (WTA 27), che si è imposta con il punteggio […] LEGGI TUTTO

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    Rublev a caccia della prima semifinale Slam, col servizio migliorato. Basterà a sconfiggere Medvedev? (di Marco Mazzoni)

    Il match clou nella notte australiana sarà il derby russo tra Daniil Medvedev ed Andrey Rublev. I due moscoviti, compagni di torneo fin dagli esordi giovanili, si giocheranno un posto in semifinale, a sfidare il vincente di Nadal vs. Tsitsipas. Se sulla presenza di Medvedev tra i migliori quattro in questo Slam scommettevano in molti […] LEGGI TUTTO

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    Chi è il migliore tra Federer, Djokovic e Nadal? Medvedev risponde “Per me, sono, senza dubbio, i tre migliori nella storia del tennis”

    È il grande dibattito nel tennis. Chi mettereste nel posto più alto nella storia del tennis: Roger Federer, Novak Djokovic o Rafael Nadal? Diversi stanno dando la loro opinione e questa volta è stato il turno di Daniil Medvedev ad essere chiamato a “deporre”. Il tennista russo ha fatto una profonda analisi degli avversari e […] LEGGI TUTTO

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    ATP Cup: Medvedev liquida Berrettini in due set, la Russia vince il torneo

    Daniil Medvedev nella foto

    La Russia è la vincitrice della seconda edizione dell’ATP Cup. La compagine capitanata da Evgeny Donskoy si è imposta in finale sull’Italia per 2-0: a regalare il punto decisivo, dopo il successo in apertura di programma di Rublev su Fognini, è stato Daniil Medvedev, che ha superato Matteo Berrettini con il punteggio di 6-4 6-2 in un’ora e 19 minuti di gioco. Sarà ininfluente ai fini dell’esito finale, dunque, il doppio che si disputerà tra pochi minuti sulla “Rod Laver Arena“.
    Medvedev, attuale numero quattro del ranking ATP, allunga così la sua striscia di imbattibilità, sconfiggendo Berrettini per la seconda volta in altrettanti scontri diretti: il russo, classe 1996, non perde dal 30 ottobre scorso (venne sconfitto ai quarti di finale dell’ATP 500 di Vienna da Kevin Anderson) ed ha raggiunto quest’oggi quota quattordici vittorie consecutive (negli ultimi tre mesi ha lasciato per strada appena cinque set, di cui uno in semifinale all’ATP Cup contro Zverev).
    Per Berrettini, numero 10 del mondo, si interrompe invece il momento positivo nel quale aveva colto tre importanti successi questa settimana a Melbourne Park contro giocatori del calibro di Thiem, Monfils e Bautista Agut: in caso di vittoria con Medvedev, il romano si sarebbe portato in nona posizione nella classifica mondiale scavalcando Diego Schwartzman.

    PRIMO SET – Tanti scambi lunghi nelle prime battute dell’incontro… quasi tutti vinti da Medvedev: nel terzo gioco, il russo si presenta piuttosto aggressivo in risposta creando più di un problema a Berrettini. Dopo essersi visto annullare tre chance per il break, il moscovita va a segno alla quarta occasione approfittando di una ingenua smorzata di Berrettini in uscita dal servizio: passante vincente e 2-1 Russia.Medvedev, chiamato a servire per confermare il vantaggio, tentenna più del previsto nel quarto game, inaugurato con un doppio fallo: la prima chance del controbreak sfuma con un grave errore di dritto di Berrettini, sulla seconda è invece un servizio vincente da sinistra a fare la differenza. La frazione prosegue con un Medvedev praticamente perfetto in battuta: il russo sbaglia pochissimo anche da fondocampo, a differenza di Berrettini (l’italiano realizza il doppio degli errori), e chiude 6-4 in 43 minuti, vincendo a zero gli ultimi due turni di servizio.
    SECONDO SET – Berrettini rischia di complicarsi fin da subito la vita anche nel secondo parziale: sotto 30-40, l’allievo di Vincenzo Santopadre (nell’occasione capitano del team azzurro) riesce però a salvare una palla break e a tenere successivamente ai vantaggi. La svolta, come accaduto in precedenza, è rappresentata dal terzo game: Berrettini riesce a fare ancora peggio rispetto a quanto successo nel primo set, con Medvedev che ottiene il break a zero mettendo un’ipoteca sulla conquista dell’incontro. La partita si chiude definitivamente nel quinto gioco, con il nativo di Mosca che strappa nuovamente la battuta all’italiano (a trenta, dopo aver sciupato le prime due opportunità): sotto per 5-1, c’è spazio per una mini-reazione d’orgoglio di Berrettini che salva due match point sul proprio servizio allungando la contesa solo di qualche secondo. Dopo il cambio di campo, infatti, per Medvedev chiudere i conti è un gioco da ragazzi.
    ITALIA – RUSSIA 0-2Andrey Rublev (RUS) b. Fabio Fognini (ITA) 6-1 6-2Daniil Medvedev (RUS) b. Matteo Berrettini (ITA) 6-4 6-2 LEGGI TUTTO

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    Daniil Medvedev: “Più partite riesco a vincere in ATP Cup, migliore sarà il mio stato di forma in vista degli Australian Open”

    Daniil Medvedev, vincitore del Masters 2020

    Daniil Medvedev nella nottata italiana sarà protagonista con la sua Russia della semifinale di ATP Cup contro la Germania di Alexander Zverev e Jan-Lennard Struff. Il russo, dopo l’ATP Cup, sarà in campo agli Australian Open e insieme a Djokovic, il favorito numero uno della vigilia, ha tutte le carte in regola per conquistare il suo primo torneo dello Slam.
    “Mi sento bene” – ha dichiarato Daniil ai media durante la ATP Cup – “Penso che non tutti siano al 100% della condizione fisica. Più partite riesco a vincere in ATP Cup, migliore sarà il mio stato di forma in vista degli Australian Open“.
    In merito al suo gioco e al modo di affrontare le partite, il russo ha dichiarato di avere tattiche e idee di gioco varie a seconda degli avversari che affronta e delle differenti situazioni che si creano in partita. “Gioco sempre per vincere. Se per vincere una partita, ho bisogno di colpire più forte che posso, lo farò. A volte ci sono partite in cui mi sento come se non potessi semplicemente difendere, quindi devo giocare in modo diverso. Provo a vincere la partita nel modo più semplice e pratico possibile. A volte basta difendere e colpire la palla. A volte devi andare a rete. A volte devi restare indietro. Dipende. Non mi interessa molto. Chiaramente, lavoro per avere molte armi nel mio gioco. Cerchiamo di trovare cose nuove, sì, mischiamo tattiche diverse. A volte funziona, a volte no. A volte l’avversario è più bravo di te, a volte non giochi bene”.

    Spesso i “fab four” hanno preferito non disputare tornei prima dello slam australiano, per Daniil questa scelta appare lontana dalla sua idea di preparazione di un torneo dello slam. “So che a volte i migliori giocatori (Roger, Nadal, Djokovic ndr.) hanno deciso di prendere parte al primo Grande Slam dell’anno senza nessuna partita alle spalle. Loro in passato l’hanno fatto e poi hanno pure vinto il torneo, come ha fatto Roger molte volte o anche lo stesso Novak. Io ho bisogno di giocare un po’ di partite all’inizio dell’anno per entrare in forma. Più gioco, meglio è. Ecco perché l’ ATP Cup mi piace. Spero di essere qui ancora per molti anni per preparare lo slam di Melbourne. “
    Il tennista di Mosca, in merito alle limitazioni attuate dal Governo australiano in accordo con Tennis Australia, ha mostrato sempre una notevole comprensione senza esternare lamentele come altri suoi colleghi.  “Tennis Australia, con il governo australiano e con il governo dello Stato di Victoria, hanno fatto tutto il possibile per realizzare questo torneo con tutte le restrizioni da loro ritenute necessarie. Siamo venuti qui per fare il nostro lavoro. Cerchiamo di seguire le regole. Questa è la cosa più importante“.
    Luigi Calvo LEGGI TUTTO

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    Medvedev, il tattico: “Ho bisogno di un tennis difensivo, ma non solo, l’importante è saper cambiare” (di Marco Mazzoni)

    Daniil Medvedev, vincitore del Masters 2020

    Daniil Medvedev è uno dei tennisti più attesi del 2021. Il russo ha chiuso il travagliato 2020 col “botto”, vittoria a Bercy e soprattutto alle ATP Finals, dove ha sbaragliato la concorrenza vincendo tutti gli incontri e sconfiggendo nel torneo Djokovic, Nadal e Thiem, i primi tre al mondo. Una dimostrazione di forza che gli è servita moltissimo a ritrovare fiducia dopo una stagione non così buona. Infatti fino agli ultimi due tornei dell’anno (Bercy e Masters) Daniil non era riuscito nemmeno a raggiungere una finale. Agli Australian Open era stato battuto negli ottavi da Wawrinka, quindi pochissima strada negli indoor europei. Nell’estate americana, quella della ripartenza, la semifinale a New York, sconfitto in tre set da Thiem, senza mai dare l’impressione di poter ribaltare l’incontro. Poi due uscite immediate sulla terra in Europa (incluso Roland Garros) e quindi secondo turno a San Pietroburgo, nella sua Russia e in condizioni indoor, dove il suo tennis si esalta.
    Spesso nervoso, poco efficace con la prima, Daniil non dava l’impressione di riuscire ad alzare il livello nei momenti di difficoltà, proprio dove invece aveva impressionato nel 2019. Lo conferma lo stesso giocatore in una intervista rilasciata al sito dell’ATP, in cui ha parlato della svolta a fine 2020. Ne riportiamo alcuni passaggi tra i più interessanti, insieme ad alcune considerazioni.
    “Sicuramente ho avuto dei problemi, specialmente quando non stavo giocando bene”, ha confessato Medvedev. “A volte finisco per perdere la pazienza. Non avevo raggiunto una finale nell’anno… e questo sotto tensione ti viene in mente e non aiuta”.
    “Il tennis non è uno sport facile. È difficile spiegare alcune cose che accadono … Quando sei a terra, devi trovare il modo migliore per alzarti velocemente. C’erano aspettative, io volevo solo dimostrare che sono capace di giocare un buon tennis e battere i ragazzi più bravi”.
    Ricorda con grande soddisfazione la vittoria contro Nadal alle Finals. Un match che aveva praticamente perso, con Rafa a servire per il match nel secondo set. “Quando Rafa stava servendo per la partita, una parte della mia mente stava già pensando …Va bene, tra pochi minuti uscirò da questo campo. È un vero peccato, ero in ottima forma. Mi sentivo come se non stessi giocando peggio di lui. Ho subito un break  nel secondo set, quindi sapevo che quel game era la mia ultima possibilità, ho dovuto dare tutto. Sapevo che avrebbe sentito la pressione come qualsiasi altro giocatore che sta servendo per la partita, e ne ho approfittato riuscendo a trovare delle ottime risposte. Mi sono ritrovato 5 pari, ed ora sì che la pressione era tutta su di lui, perché aveva sprecato la possibilità di chiudere la partita. Da lì in poi ho giocato sempre meglio. Questo è solo un piccolo esempio di cose che ti vengono in mente, che ti fanno concentrare sull’obiettivo e possono girare una partita praticamente persa”.

    Il non festeggiare platealmente dopo una vittoria, anche se importante, è stata una scelta ben precisa: “L’anno scorso ho deciso che sarebbe stato il mio marchio di fabbrica. A molte persone piace, ad altre no, ma è così che preferisco. Quando vinci grandi tornei o anche una bella partita contro grandi avversari e non festeggi, hai effettivamente l’opportunità di guardarti intorno e sentire tutta l’energia che sta circolando. Come artista, come giocatore di tennis, puoi sentire tutto se ci pensi, ed è bellissimo gustarsi tutto questo“.
    L’ultimo focus è relativo al suo tennis. Daniil è un tennista “tattico” nel mero senso del termine: la sua tecnica di gioco – assai personale – è del tutto funzionale al suo piano tattico. Non ci sono molti altri tennisti (anzi, non se ne vedeva da anni!) capaci di “sgonfiare” la palla con ritmi così bassi, comandare lo scambio verso angoli, rotazioni e velocità a lui congeniali e quindi strappare all’improvviso con un’accelerazione fulminante, di diritto o di rovescio, totalmente improvvisa e difficile da leggere. Abbinando quest’abilità difensiva e di contrattacco al suo servizio poderoso e alla qualità notevole anche in risposta, ecco un tennista a dir poco ostico da battere. Per tutti. Uno che non riesci sfondare, che ti fa perdere ritmo (tattica ideale contro la maggior parte degli avversari), che ti fa impazzire perché non capisci che diavolo sta per fare. Un giocatore a suo modo affascinante, perché diverso e capace di regalare grande spettacolo. Eppure alcuni gli rimproverano di essere un difensore… Interessante la sua risposta: “Il mio gioco? Se devo stare sulla difensiva, rimarrò sulla difensiva. Ma di solito contro i primi 10 giocatori restare solo in difesa non funzionerà, quindi devo cambiare tattica. Ovviamente quando mi sento bene, mi piace colpire la palla forte, soprattutto con il diritto. Ma nemmeno tirare solo forte funziona. Alle Finals ho ottenuto più punti vincenti di ogni avversario in tutte le partite che ho giocato, e che ho vinto, il che è fantastico. È la dimostrazione che il mio gioco funziona. Sono felice che le piccole cose su cui abbiamo lavorato con il mio allenatore abbiano funzionato in un contesto così importante”.
    Medvedev è indubbiamente un tennista che divide. Puoi amarne il gioco tattico, vario e bizzarro, oppure odiarne quel gesto scomposto che fa inorridire i “puristi”, come il suo sguardo spesso sprezzante. Di sicuro Daniil non lascia indifferenti. Ogni suo match contro un top player è un bel contrasto di stile perché nessuno gioca come lui. Ricordo il mio primo contatto dal vivo: Milano, NextGen Finals 2017. Mentre tutti erano (giustamente) ammaliati dalla spettacolare irruenza tecnica di Shapovalov, dalla consistenza di Chung e dalla furia di Rublev in accelerazione, personalmente rimasi stupefatto dal potenziale di Medvedev, passato quasi inosservato ai più. Daniil ancora non sapeva stare in campo, caotico in tutti i sensi, ma riusciva a passare con totale nonchalance da palle “spaccate” per violenza pura a scambi lenti, lavorati, “rognosissimi” grazie ad un tocco sopraffino. La palla gli usciva dalle corde in modo spettacolare, non ne leggevi la direzione. Se mette ordine nel suo gioco e nella sua testa, sarà il più forte di tutti questi giovani, pensai. Il campo sta dimostrando proprio questo: Daniil è riuscito a dare un senso al proprio talento costruendosi un gioco unico e vincente.
    Vedremo se agli Australian Open sarà da corsa per il titolo. Nelle sue quattro partecipazioni non ha mai superato gli ottavi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO