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    Nba, Curry e Doncic show: Wembanyama firma il primo successo degli Spurs

    Dopo la sconfitta all’esordio contro i Dallas Mavericks, gli Spurs rialzano la testa e superano, ancora in casa, gli Houston Rockets ai supplementari con il punteggio di 126-122. Sugli scudi il 19enne francese Victor Wembanyama, autore di 21 punti e 12 rimbalzi in 31 minuti. Il classe 2004 griffa così la sua prima vittoria in Nba firmando il canestro del pareggio nel derby texano. Il migliore per i padroni di casa è però Devin Vassell che manda in visibilio l’AT&T Center con 25, mentre per i Rockets tutto il quintetto in doppia cifra con le doppie doppie di Fred VanVleet (24 con 12 assist) e Alperen Sengun (25+14).  LEGGI TUTTO

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    Nba Playoff, Curry trascina i Warriors che accorciano sul 2-1

    SAN FRANCISCO (Stati Uniti) – I Golden State Warriors, privi dello squalificato Draymond Green, non falliscono Gara 3 tra le mura del Chase Center e riaprono la serie contro i Sacramento Kings (2-1). I ragazzi di Kerr si sono imposti con personalità per 114-97 guidati da uno strepitoso Stephen Curry da 36 punti di cui 15 nel 2° periodo compresa la tripla sulla sirena per il 53-41. I Phoenix Suns invece si portano sul 2-1 contro i Clippers (privi anche di Leonard) dopo il successo tirato per 129-125 a Los Angeles: superlativa prestazione di Devin Booker da 45 punti, Kevin Durant chiude con 28 punti compreso l’assist per la decisiva tripla di Craig a 84″ per il +6. Per i padroni di casa vani i 72 punti combinati da Norman Powell (42) e Russell Westbrook (30). Infine i Philadelphia 76ers mettono un’ipoteca sulla serie contro i Nets vincendo anche Gara 3 102-97 per il 3-0: uomo partita Tyrese Maxey (25 punti) oltre a Joel Embiid autore della stoppata decisiva su Dinwiddie a 8″. LEGGI TUTTO

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    Basket NBA: Warriors dynasty, Curry come Magic, Jordan e Duncan

    TORINO -Ci si inchina, appassionati e ammirati al cospetto della Warriors Dynasty che ormai ha assunto le dimensioni di un impero, assimilabile a quello dei Chicago Bulls Anni 90 (6 titoli), dei San Antonio Spurs  90-2000 (5 titoli), dei Lakers Anni 80, capaci di 5 titoli su 9 finali in 12 anni. Un po’ diverso il discorso per i Lakers di Kobe Bryant, perché all’inizio non erano di Kobe, pur determinante nel titolo 2000. Ma è soprattutto questione di caratterizzazione del gioco e di avere una guida. Le quattro dinastie avevano e hanno un giocatore di estremo riferimento che ha cambiato il gioco o la percezione dello stesso. E avevano un allenatore-guida. Poi certo, c’erano anche altre superstar, un secondo violino e a volte un terzo. Ma due nomi accomunano le 4 storie, in ordine cronologico. Magic Johnson e coach Pat Riley, lo showtime. Michael Jordan e Phil Jackson a Chicago, Tim Duncan e Gregg Popovich a San Antonio. Infine Steph Curry e Steve Kerr a Golden State, appunto. Prendendo spunto da una pubblicità varrebbe la pena di dire No Stph, No party. Perché è vero che il gioco di condivisione e di occupazione di spazi prima di Curry e Klay Thompson e del loro tiro da tre da distanza superiore ha cambiato tutto, ma è altrettanto che proprio l’avvento di Curry, la sua bidimensionalità e la crescita costante, l’etica del lavoro, la sfrontatezza nel mostrarsi, hanno dato una dimensione diversa al fenomeno. Il quarto titolo in 8 anni su 6 finali, è però il capolavoro. Perché nel frattempo Golden State ha visto partire Kevin Durant e ha dovuto attendere 940 giorni Klay Thompson, frantumatosi prima il crociato e poi il tendine d’Achille. Al secondo infortunio altre franchigie avrebbero desistito, cominciato la ricostruzione, Golden State ha creduto nel gruppo, nella crescita di altri giovani (nonostante l’infortunio a Wiseman, seconda scelta assoluto 2020 e fuori tutta questa stagione e un pezzo dell’altra), nel magnifico terzetto, forse il trio più forte della storia: Curry, Thompson e Draymond Green. Due anni di attesa e sconfitte. E poi il ritorno, con protagonisti nuovi, rilanciati come Andre Wiggins, cresciuti come Jordan Poole e Kevon Looney, pure lui tornato da infortuni. Così il 103-90 di gara-6 a Boston è l’apoteosi perché, finalmente, il premio di miglior giocatore è andato al capo, che già aveva due trofeo da Mvp stagionale, ma mai delle finali. E Steph alla fine ha detto: “Abbiamo ancora tanto da re”.. una promessa per i compagni e per gli appassionati che arrivano due ore prima in ogni arena per vedere il suo riscaldamento ormai mitico, con tiri da ogni posizione, palleggi, movimenti mai visti prima. E una minaccia per gli avversari. Con la sfrontatezza di chi in partita dopo una canestro ha indicato il dito per il nuovo anello e poi ha mandato tutti a nanna, con il gesto che si fa ai bambini per portarli a dormire. Steph è tra gli eletti. il miglior playmaker della storia. Non lo diciamo noi, ma i suoi compagni Iguodala e Green LEGGI TUTTO

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    Nba: delude Curry, Thompson trascina i Warriors. Chicago ritrova Caruso

    Autore di 38 punti nella serata no di Steph Curry (appena 8), è Klay Thompson a trascinare Golden State – senza Draymond Green – nel 122-109 inflitto ai campioni in carica di Milwaukee, che interrompono così una striscia di sei successi consecutivi. Festa grande a Chicago dove, nel 101-91 con cui regolano Cleveland, si rivede in campo dopo 22 partite di assenza l’italo-texano Alex Caruso: privi di LaVine, alle prese con un problema al ginocchio, in casa Bulls spiccano i 25 punti di DeRozan e il 20+14 di Vucevic. Show di Clarkson, che con 45 punti segna il record di franchigia per una riserva, nel 134-125 di Utah contro Sacramento, e massimo in carriera anche per Hart (44, più 8 rimbalzi e 6 assist) nel 127-118 di Portland contro i Wizards. Chiudono il quadro le vittorie di Toronto, 125-117 a Denver nel segno di Siakam (33 punti, di cui 23 nel primo tempo), Barnes (25) e Boucher (21+13), di Minnesota, 113-104 a Miami senza Jimmy Butler, Caleb Martin e Victor Oladipo ma trascinati da Tyler Herro (autore di 30 punti in uscita dalla panchina), e di Indiana, 119-108 a San Antonio (19 a testa per Haliburton e Washington jr, inutili i 26 di Landale). LEGGI TUTTO

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    Nba: flop Curry, i Warriors ringraziano Thompson. Chicago ritrova Caruso

    Con Steph Curry in serata no (appena 8 punti), sono i 38 Klay Thompson a trascinare Golden State – senza Draymond Green – nel 122-109 inflitto ai campioni in carica di Milwaukee, che interrompono così una striscia di sei successi consecutivi. Festa grande a Chicago dove, nel 101-91 con cui regolano Cleveland, si rivede in campo dopo 22 partite di assenza l’italo-texano Alex Caruso: privi di LaVine, alle prese con un problema al ginocchio, in casa Bulls spiccano i 25 punti di DeRozan e il 20+14 di Vucevic. Show di Clarkson, che con 45 punti segna il record di franchigia per una riserva, nel 134-125 di Utah contro Sacramento, e massimo in carriera anche per Hart (44, più 8 rimbalzi e 6 assist) nel 127-118 di Portland contro i Wizards. Chiudono il quadro le vittorie di Toronto, 125-117 a Denver nel segno di Siakam (33 punti, di cui 23 nel primo tempo), Barnes (25) e Boucher (21+13), di Minnesota, 113-104 a Miami senza Jimmy Butler, Caleb Martin e Victor Oladipo ma trascinati da Tyler Herro (autore di 30 punti in uscita dalla panchina), e di Indiana, 119-108 a San Antonio (19 a testa per Haliburton e Washington jr, inutili i 26 di Landale). LEGGI TUTTO

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    Nba, i Lakers battono Golden State: LeBron da urlo con 56 punti

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – Dopo una serie di 4 sconfitte consecutive, in uno dei momenti più complicati della stagione, i Los Angeles Lakers battono per 124-116 Golden State Warriors, trascinati dalla prestazione mostruosa di LeBron James, autentico mattatore della partita con 56 punti e 10 rimbalzi e vincitore del solito duello con Steph Curry, che ne realizza 30, oltre a 4 rimbalzi ed un assist. Momento nero per i Warriors, che ora sono al quarto ko di fila e hanno subito il sorpasso in classifica da Memphis. I Grizzlies, adesso secondi in Western Conference, hanno battuto senza troppe difficoltà gli Orlando Magic con il punteggio di 124-96, nella notte. Ottime prestazioni sia di Ja Morant che di Desmond Bane, che hanno messo rispettivamente a referto 25 e 24 punti.
    Eastern Conference, i risultati
    Passando alla Eastern Conference, i Miami Heat consolidano il proprio primato in classifica imponendosi per 99-82 nello scontro ad alta quota contro i Philadelphia 76ers privi di James Harden, protagonista dell’ultimo successo sui Cleveland Cavaliers e tenuto a riposo in via precauzionale. Per gli Heat si mettono in evidenza con 21 punti realizzati a testa Jimmy Butler e Tyler Herro, mentre a Philli non è bastato un ottimo Joel Embiid (22 punti, 15 rimbalzi). I Dallas Mavericks, pur dovendo fare a meno della propria star, Luka Doncic, battono sulla sirena i Sacramento Kings col punteggio di 114-113, grazie alla tripla a 3 secondi dal termine sganciata da Finney Smith. Sugli scudi anche Spencer Dinwiddie, che conferma il suo ottimo stato di forma, mettendo a referto 36 punti: gli stessi realizzati da Karl-Anthony Towns (oltre a 15 rimbalzi) nel successo dei Minnesota Timberwolves sui Portland Trail Blazer (135-121). In chiusura trionfano anche gli Charlotte Hornets – con 31 punti di Terry Rozier – contro i San Antonio Spurs, con il punteggio di 123-117. LEGGI TUTTO

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    Nba, show di LeBron: 56 punti! I Lakers superano Golden State

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – Dopo ben quattro sconfitte di fila, e nel mezzo di uno dei momenti più complessi della regular season, i Los Angeles Lakers si impongono con il punteggio di 124-116 sui Golden State Warriors, trascinati da un inarrestabile LeBron James, autentico mattatore della sfida con una prestazione individuale da 56 punti e 10 rimbalzi e ovviamente vincitore del solito duello personale con Steph Curry, che ne realizza “solamente” 30, oltre a 4 rimbalzi e un assist. Momento di crisi nera per i Warriors, che ora sono al loro quarto ko consecutivo e hanno subito anche il sorpasso in classifica da parte di Memphis. I Grizzlies, che adesso sono al secondo posto in Western Conference, hanno battuto senza troppi problemi gli Orlando Magic nella notte, per 124-96. Ottime prestazioni d parte di Ja Morant e Desmond Bane, che rispettivamente hanno messo a referto 25 e 24 punti.
    I risultati della Eastern Conference
    Passando invece alla Eastern Conference, i Miami Heat riescono a consolidare il primato in classifica superando nello scontro al vertice per 99-82 i Philadelphia 76ers privi di James Harden, protagonista dell’ultima vittoria sui Cleveland Cavaliers ma tenuto a riposo in maniera precauzionale. Per gli Heat si mettono in grande evidenza con 21 punti a testa Jimmy Butler e Tyler Herro, mentre ai Sixers non è bastata la buonissima prova offerta da Joel Embiid (22 punti e 15 rimbalzi). I Dallas Mavericks, pur dovendo fare a meno di Luka Doncic, vincono sulla sirena contro i Sacramento Kings 114-113, grazie alla tripla a 3” dalla fine sganciata da Finney Smith. Sugli scudi anche Spencer Dinwiddie, che conferma il suo ottimo momento realizzando 36 punti: gli stessi di Karl-Anthony Towns (a cui si aggiungono anche 15 rimbalzi) nel trionfo di Minnesota sui Portland Trail Blazer (135-121). Infine, trovano la vittoria anche gli Charlotte Hornets – con 31 punti del solito Terry Rozier – contro i San Antonio Spurs, per 123-117. LEGGI TUTTO

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    Curry trascina Golden State, Chicago vola con DeRozan

    SAN FRANCISCO (Stati Uniti) – Dopo lo stop con Toronto, torna a vincere Golden State che supera Sacramento 113-98. Ritorno al successo per i Warriros e ritorno in campo per il Re del tiro da tre Steph Curry che ne mette a referto 30 guidando i suoi alla vittoria insieme alla tripla doppia di Green che chiude con 16 punti, 11 rimbalzi e 10 assist. Non bastano ai Kings i 24 punti e gli 11 assist di Haliburton e per gli uomini di Gentry arriva il 19 ko stagionale che al momento vorrebbe dire niente playoff. Ad Est continua il buon momento di Chicago che con un DeRozan da 26 punti si sbarazza di Houston. 133-118 il finale: i Bulls mettono al sicuro il risultato con tre quarti di pregevole fattura per poi controllare nel quarto periodo il tentativo di rientro ospite guidato dalla doppia doppia di Wood (23 punti, 11 rimbalzi).
    Philadelphia: Embid ne fa 41. Ok Utah e San Antonio
    Notte magica per Joel Embid che piazza 41 punti e 10 rimbalzi nella vittoria in rimonta di Philadelphia al TD Garden di Boston. Celtics ko in una gara lottata e vinta dai Sixers 108-103 con carattere e la super prova del camerunense, mentre agli uomini di coach Udoka non bastano i 30 di Brown e la doppia doppia di Kanter. Sorridono anche Utah e Oklahoma che superano rispettivamente Charoltte (112-102) e Memphis (102-99): straripante Gobert per i Jazz con 23 punti e 21 rimbalzi, per i Thunder è invece il duo Gilgeous Alexander-Giddey ad illuminare la serata. Colpo esterno allo Stapels Center di San Antonio che piega per 116-92 i Clippers grazie alla tripla doppia di Murray (24 punti, 12 rimbalzi e 13 assist), e alle due doppie doppie di Poeltl e Johnson. LEGGI TUTTO