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    Federer mette all’asta da Christie’s oltre 300 cimeli per finanziare la sua fondazione

    Una racchetta di Federer presente all’asta

    La prossima estate i cacciatori di cimeli sportivi e tennistici in particolare avranno un appuntamento da non perdere. La storica casa d’aste londinese Christie’s ospiterà la Roger Federer Collection, in due sessioni di aste esclusive con importanti cimeli sportivi personali del campione svizzero. Il ricavato andrà totalmente a sostegno della Roger Federer Foundation, attiva in molti progetti in Africa per la salute e scolarizzazione di migliaia di bambini in difficoltà.
    Il 23 giugno si svolgerà l’asta principale, con 20 oggetti che ricordano momenti straordinari della carriera di Federer: dalle scarpe con cui vinse il Roland Garros 2009 (a completamento del proprio career Grand Slam), visivamente segnate dalla terra rossa parigina, alla racchetta della finale di Wimbledon 2007, quella disputata con il centrale dei Championships “scoperchiato”, visti i lavori in corso per la costruzione del tetto retrattile. All’asta anche l’intero completo indossato nella finale di Roland Garros 2009, ed un borsone autografato portato in campo a Wimbledon. Altro oggetto “cult” il cardigan bianco indossato nella finale di Wimbledon 2012, insieme alla racchetta di quell’edizione del torneo.
    Seguirà una seconda asta online, dal 23 giugno al 14 luglio 2021, con oltre 300 oggetti di Roger, per i quali sarà possibile fare un’offerta. La collezione ripercorre l’intera la carriera di Federer dalle Olimpiadi di Sydney nel 2000 fino agli ultimi (pochi) incontri disputati nel 2021. Molti degli oggetti messi all’asta riguardano momenti storici e partite memorabili disputate contro i suoi più grandi rivali, tra cui Nadal, Djokovic, Murray, Agassi e via dicendo.
    Roger ha personalmente espresso il desiderio di includere stime accessibili, già a partire da 100 sterline (anche se presumiamo sia difficile accaparrarsi qualcosa con una cifra così bassa). Saranno disponibili per le offerte oggetti di vario tipo: magliette, cappellini, polsini, asciugamani, borsoni, ecc. Uno dei pezzi più pregiati sarà il blazer indossato a Wimbledon 2006.
    Dichiara lo svizzero lanciando l’iniziativa: “Ognuno dei pezzi in vendita rappresenta un momento unico nella mia vita di tennista. Con questa asta ho la possibilità di condividere una parte della mia collezione personale con i miei fans e, soprattutto, il ricavato andrà alla mia fondazione per proseguire nella realizzazione dei nostri progetti educativi in Africa”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La Svizzera potrebbe spostare all’8 agosto la festa Nazionale in onore del compleanno di Federer

    Roger Federer

    Arriva dalla Svizzera una notizia curiosa. Secondo il quotidiano Blick, il prossimo maggio nel corso del Consiglio Nazionale del paese, sarà dibattuta una proposta di Nicolò Paganini, ex direttore delle fiere Olma a San Gallo e oggi membro del Consiglio nazionale centrale e Presidente dell’Associazione Svizzera del Turismo. Anche nello splendido paese alpino, il turismo è in ginocchio per colpa della pandemia. Per questo Roger Federer si è speso in prima persona per promuovere le bellezze del proprio paese e il turismo, nella speranza che la prossima estate ci possa essere un ritorno di vacanzieri da tutto il mondo, dopo una stagione invernale quasi totalmente compromessa.
    Visto l’impegno costante di Roger per il suo paese, Paganini ha lanciato l’idea di una mozione per spostare le celebrazioni del giorno nazionale della Svizzera dal 1° agosto all’8 agosto, il compleanno di Federer. Quest’anno tra l’altro Roger spegnerà 40 candeline, quindi un compleanno ancor più speciale.
    La proposta potrebbe apparire bizzarra, ma è stata recepita con entusiasmo da gran parte degli schieramenti politici nazionali. I consiglieri nazionali di molti gruppi parlamentari (e delle regioni turistiche) hanno firmato la proposta di Paganini, da Jon Pult dei Grigioni a Greta Gysin del Ticino, inclusi l’ex consigliere di governo Jacqueline de Quattro, Berners Melanie Mettler ed Erich von Siebenthal.
    La data del 1 ° agosto viene celebrata da 130 anni esatti. Il rinvio in onore di un atleta – e per evidenti scopi di marketing – secondo Paganini non equivarrebbe a un sacrilegio patriottico. “Federer rappresenta molti valori svizzeri – afferma Paganini – non c’è nessuno meglio di Roger capace di portare nel mondo la precisione, cordialità e modestia che ci contraddistingue“. De Quattro concorda: “Non vogliamo festeggiare il campione di tennis, vogliamo celebrare il suo grande impegno per il nostro Paese”.
    Il “partito” dei favorevoli allo spostamento della festa nazionale è alimentato anche dall’illustre parere dello storico Pult: “È sempre meglio che celebrare il 1 ° agosto, che storicamente non è documentato. La data esatta della sottoscrizione della Federal Letter del 1291 (Patto federale, ritenuto il documento costituzionale più antico della Svizzera che unisce i tre cantoni forestali in un’eterna alleanza) è dubbia, ma è indiscusso che Federer sia il miglior atleta individuale che abbiamo mai avuto”.
    Paganini è consapevole che la mossa innescherà discussioni e incontrerà aspre critiche, ma è convinto che la stragrande maggioranza della popolazione apprezzerà il gesto. “Roger Federer è il nostro miglior ambasciatore da più di 20 anni. Ha dato un contributo importante per consentire al mondo di conoscere la Svizzera. È ora di restituirgli qualcosa. Nell’anno del suo 40esimo compleanno, è un’occasione unica”.
    Roger è abituato a spostare folle oceaniche, in tv e nelle arene tennistiche, adesso si arriva a progettare lo spostamento in suo onore il giorno della festa nazionale. Roger Uber Alles…
    Marco Mazzoni
    ps: Buon Pesce d’Aprile 😉 LEGGI TUTTO

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    Holger Rune contatta Djokovic via Instagram: si allenerà col n.1 sulla terra di Monte Carlo

    È proprio vero che la nostra vita è cambiata tanto dall’avvento dei social network, in ogni settore. I contatti sono diventati più facili e immediati. Curioso l’episodio che vede coinvolti il n.1 del mondo Novak Djokovic ed il giovanissimo danese Holger Rune, una delle promesse del tennis internazionale. Pochi giorni fa serbo ha comunicato di […] LEGGI TUTTO

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    La pandemia negli USA ha portato ad una crescita della pratica del tennis del 22% nel 2020

    Campi da tennis negli USA

    Il New York Times ha da poco pubblicato un studio interessante sull’impatto che la pandemia da Covid-19 ha avuto nella pratica sportiva negli USA nel 2020. Alcune discipline hanno avuto un vero e proprio tracollo, perché vietate in molti stati da protocolli sanitari, o perché considerate “a rischio” da parte degli appassionati. Su tutti il basket, che pare abbia perso molti praticanti.
    Al contrario, secondo la ricerca tennis e golf hanno beneficiato moltissimo della situazione d’emergenza, con un nettissimo aumento dei praticanti da giugno a fine anno. È stata una netta inversione di tendenza, visto che sia il golf che il tennis avevano chiuso le annate precedenti con un calo dei praticanti (sempre secondo studi federali). Probabilmente una certa fetta di società statunitense ha considerato tennis e golf come discipline più sicure, perché da praticare all’aperto, a distanza di sicurezza, in strutture con misure precauzionali efficaci, insieme ad alcuni aggiustamenti per accogliere le nuove direttive del dipartimento della salute (es: molti club hanno tenuto gli spogliatoi chiusi, solo la parte dei campi da gioco aperta).
    Secondo lo studio riportato dal quotidiano newyorkese, da giugno a dicembre nel 2020 i courts di golf a livello nazionale hanno visto un aumento del 27% di praticanti, soprattutto da persone “inattive”, ossia che erano fermi senza praticare alcuna disciplina – quindi non tanto uno spostamento da uno sport all’altro.
    Il Physical Activity Council, che monitora l’attività in oltre 100 sport e discipline, ha rilevato che la pratica del tennis negli USA è aumentata del 22% nella seconda parte del 2020, con 21,6 milioni di americani che hanno affermato di aver giocato a tennis almeno una volta nel periodo. È stato rilevato che quasi 3 milioni di cittadini USA hanno iniziato a giocare per la prima volta, continuando la pratica nel tempo, e che 3,8 milioni di americani hanno tirato fuori dagli armadi racchette e palline dopo una pausa significativa (oltre 5 anni), con un aumento del 40% rispetto all’anno precedente. Sono numeri importanti, potremmo dire sorprendenti.
    L’articolo ha stimolato un piccolo dibattito nel mondo dei club di tennis e delle accademie: come sfruttare d’ora in avanti quest’afflusso imprevisto e notevole di nuovi giocatori o tennisti di ritorno? Come farli continuare a giocare nel tempo, costruendo così una nuova base di giocatori?
    Secondo gli studi, l’età media di un tennista USA è di circa 32 anni, ma i professionisti locali hanno affermato che da marzo 2020 sono venuti a giocare nuovi giocatori di tutte le età, sia molto più anziani che giovanissimi.
    Mike Woody, direttore nazionale del settore tennis per Genesis Health Clubs (proprietari di oltre una dozzina di strutture dedicate al tennis tra Colorado, Kansas, Iowa, Nebraska e Missouri), ha affermato che la chiave per lo sviluppo e il mantenimento di nuovi giocatori è stata convincerli che lo sport era accessibile per persone di qualsiasi età, anche iniziando da zero da adulti senza necessariamente aver iniziato a giocare da giovani. “Dobbiamo sbarazzarci dell’immagine del tennista come agonista. Dobbiamo dare alle persone l’opportunità di giocare, non di competere, di divertirsi e fare sport sano in totale sicurezza e tranquillità, anche avere senza velleità agonistiche”.
    Secondo Woody, nel 2020 c’è stato un vero cambiamento nella spinta ad iniziare la pratica tennistica. Le donne adulte (over 30) erano solite iniziare col tennis soprattutto per l’aspetto sociale, ossia far parte di un gruppo di amici/amiche dopo il lavoro e nei weekend, frequentando un club, prendendo lezioni e coltivando nuove amicizie. Al contrario, gli uomini adulti più spesso iniziavano la pratica tennistica dopo aver cessato altri sport coltivati al college (basket e baseball su tutti) sfruttando la dimensione individuale che aiuta la pratica rispetto agli sport di squadra, riprendendo dopo aver giocato da ragazzi e cercando velocemente la competizione in circuiti locali di vario livello. Con l’avvento delle limitazioni per colpa della pandemia, la stragrande maggioranza dei nuovi giocatori ha scelto il tennis perché sport considerato sicuro e giocato in ambienti controllati.
    Un report interessante. Sarebbe ancor più curioso conoscere i numeri riferiti ai neo praticanti giovani in età scolare, e perché no, uno studio del genere in Italia.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Roger Federer ha avuto almeno un match point in 7 delle sue 27 sconfitte dal 2017

    Roger Federer, classe 1981 e n.6 ATP

    L’ex numero uno del mondo Roger Federer (310 settimane in vetta) ha perso solo 27 partite dal suo ritorno al tennis nel 2017 dopo la sua prima assenza per un intervento chirurgico al ginocchio sinistro. Dal 2017, Federer ha vinto tre Grand Slam e sei Masters 1000 e in molte delle sue sconfitte ha avuto la possibilità di vincere.
    Questo è stato il caso ancora una volta ieri, quando ha avuto un match point contro Nikoloz Basilashvili prima di essere eliminato nei “quarti” dell’ATP 250 di Doha.

    In tutto, Federer ha avuto almeno un match point in sette dei 27 incontri che ha perso negli ultimi quattro anni – il 25 per cento:
    – Dubai 2017 contro Evegeny Donskoy – 3 match point– Stoccarda 2017 contro Tommy Haas – 1 match point– Indian Wells 2018 contro Juan Martín Del Potro – 3 match point– Wimbledon 2018 contro Kevin Anderson – 1 match point– Madrid 2019 contro Dominic Thiem – 2 match point– Wimbledon 2019 contro Novak Djokovic – 2 match point– Doha 2021 contro Nikoloz Basilashvili – 1 match point LEGGI TUTTO

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    Bella iniziativa a favore dei cani abbandonati al Challenger di Nur Sultan

    Una delle foto dell’iniziativa

    I cani sono i migliori amici dell’uomo. Non è solo un detto: la loro presenza nelle nostre case arricchisce enormemente la vita di chi decide di adottare un amico a quattro zampe, provare per credere. Per questo è bello diffondere la splendida iniziativa in corso questa settimana durante il Challenger di Nur Sultan (nuovo nome dal 2019 di Astana, in Kazakistan).
    Tutti i partecipanti al torneo sono stati invitati a scattare delle foto con alcuni cani abbandonati per sensibilizzare l’opinione pubblica locale e non sul problema dell’abbandono degli animali e del randagismo in genere, in sostegno di una associazione che si batte per la difesa degli animali.

    Le foto hanno fatto il giro della capitale del paese e per fortuna tre dei cani fotografati sono stati adottati il giorno seguente, insieme ad altre richieste arrivate per altri “amici” abbandonati. Che dire, Bravi!
    Marco Mazzoni

    It’s a dog’s life in Nur-Sultan 🐶
    This week, players competing in Nur-Sultan took part in a photo shoot with homeless pets, to support local NGOs in the protection of homeless animals. Thanks to this campaign, three dogs were adopted from the shelter the following day. 😊❤️ pic.twitter.com/hQdw3gsE7u
    — ATP Challenger Tour (@ATPChallenger) March 3, 2021 LEGGI TUTTO