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    Tiley: “I giocatori devono guadagnare di più. Un ecosistema sano funziona quando si ha il giusto numero di giocatori che si guadagnano da vivere”

    Craig Tiley

    “Il tennis non deve cadere nell’autocompiacimento. Tutto va molto veloce. I giocatori devono guadagnare più soldi. Un ecosistema sano funziona quando c’è il giusto numero di giocatori che guadagnano abbastanza da permettersi un allenatore ed essere sereni per il futuro”. Queste due frasi importanti estratte dalla lunga e interessante intervista rilasciata da Craig Tiley, CEO di Tennis Australia e direttore degli Australian Open, al magazine Clay. Tiley, uno dei personaggi più influenti nel mondo della racchetta e capofila del progetto “Premier Tour” guidato dagli Slam, che attualmente sembra essersi un po’ arenato, ha spaziato su molti temi, dalla situazione del “suo” torneo al tennis internazionale Mette anche in guardia dall’ascesa del mondo arabo nel tennis, cercando di proteggere a spada tratta l’inizio stagione da tempo focalizzato in Australia e che potrebbe esser messo in pericolo dall’ipotesi di un Masters 1000 in Arabia Saudita. Riportiamo alcuni dei passaggi più interessanti dell’intervista.
    “Novità per l’Australian Open 2025? Abbiamo il mandato che almeno il 50% delle strutture per i tifosi cambi ogni anno, ma ci sono cose che non possono essere cambiate. Non puoi cambiare edifici permanenti. Quindi portiamo costantemente avanti l’esperienza e stiamo attualmente lavorando con il team su alcune esperienze per i fan molto innovative e anche su una combinazione di esperienze dei giocatori con loro. Ne abbiamo una lista di circa 50, ma prendiamo una decisione finale, scegliamo le cinque migliori e le realizziamo. E questo è il ritmo normale o il programma normale che seguiamo ogni anno. L’anno scorso abbiamo testato il movimento del pubblico durante le partite e un nuovo concetto di bar sugli spalti, il pubblico l’ha adorato. Cerchiamo di avvicinare tifosi e giocatori. Abbiamo creato molta più ombra per i nostri tifosi su tutti i campi, perché il nostro obiettivo finale è avere tutti i posti all’ombra. E così, ogni anno faremo alcune cose che daranno ai fan un’esperienza molto diversa, e non sarà diverso per il 2025”.
    “Penso che il tennis sia un buon prodotto. Posso parlare bene degli Australian Open e dell’estate nell’emisfero sud fino agli Australian Open. Gennaio è uno dei periodi dell’anno più seguiti per il tennis, perché gli Australian Open si svolgono nel fuso orario di India, Cina, Giappone e Sud-Est asiatico. E il pubblico è enorme. E la gente ha sete di tennis. È estate. È l’inizio. Tutti i giocatori tornano a giocare dopo la pausa. Quindi, sul calendario, gennaio è uno dei mesi più ricchi, uno dei mesi più visti. Ed è un ottimo modo per iniziare la stagione con stadi pieni e tanta emozione. Spesso senti i giocatori dire che ci sono troppi tornei. So che tutti stanno cercando di trovare una soluzione. E probabilmente porterà a chiedersi come funzionano insieme gli Slam e il Tour. Tutto quello che posso dire in questo momento è che ci sono conversazioni in corso”.
    Anche per Tiley sono pochi i giocatori che riescono a “stare bene” facendo i professionisti. “Questo è un problema per il nostro sport, è una sfida per il tennis. I giocatori devono guadagnare più soldi. Un ecosistema sano funziona quando c’è il giusto numero di giocatori che guadagnano abbastanza da potersi permettere un allenatore, possono permettersi di viaggiare e possono mettere da parte abbastanza soldi per fare investimenti per il futuro. È un gioco legato alle prestazioni, quindi devi anche crescere di categoria per avere più opportunità. Questo deve continuare ad esistere, ma ho sempre saputo, dal mio periodo come allenatore universitario a quello come allenatore professionista, fino alla gestione aziendale, di aver sempre sostenuto un maggior compenso per i giocatori. Fortunatamente, agli Australian Open ho avuto una posizione di leadership e ho potuto prendere decisioni; una delle prime cose che abbiamo fatto quando sono arrivato è stata aumentare drasticamente i compensi dei giocatori”. In effetti negli Slam tutti i giocatori nei tabelloni principali ottengono un prize money ragguardevole, anche perdendo al primo turno, Così non si può certo dire per chi naviga nelle qualificazioni degli ATP o Challenger.
    “Penso che il pericolo più grande per il tennis oggi sia l’autocompiacimento. I leader pensano che ciò che abbiamo sia soddisfacente? Perché il mondo si muove molto velocemente. L’unica costante che è cambiata dopo il COVID è la velocità. Quindi abbiamo bisogno di uno sport agile, che sappia adattarsi e muoversi. Se riposiamo sugli allori e diventiamo compiacenti, perderemo. Questa è la prima cosa. La seconda cosa è che la direzione e la gestione dello sport sono molto disintegrate e decentralizzate. Funziona meglio quando tutto è collegato. Quindi i leader devono trovare un modo per stare di più insieme. Ha molto senso per i giocatori, per i tornei. Insieme non solo ci si protegge meglio a vicenda, ma ci tiene al riparo anche dai disturbi, e hai anche la possibilità di fare più cose. E la terza cosa è fare in modo di continuare a sostenere il percorso, facendo in modo che i bambini abbiano una racchetta in mano“.
    “Siamo fortunati nel tennis, guarda i grandi campioni. Nel femminile è arrivata Coco, così come sono emersi Jannik e Carlos. Tutti pensano, oh, Roger Federer, Rafa, Serena, Venus, se ne sono andati! Quale sarà il prossimo? Ricordo gli anni in cui Andre Agassi, Pete Sampras e Steffi Graf se ne andarono, cosa faremo? Il tennis sarà un disastro. E anche prima, c’è stato un periodo in cui nessuno poteva dominare, Pat Cash ha vinto Wimbledon ma molti erano i campioni. Dobbiamo assicurarci di lavorare per il mio terzo punto, per continuare a investire lungo il percorso e convincere i ragazzi a prendere in mano una racchetta”.
    “Premier Tour? È un tentativo di riunire le persone e tenere conversazioni, tutte le parti interessate, sono in corso proprio ora” taglia corto Tiley, che poi dice la sua in modo schietto sul possibile M1000 in Arabia: “Siamo stati molto chiari su questo punto. Per lo sport del tennis, iniziare la stagione in questo modo, in Nuova Zelanda, Hong Kong, Australia, è la cosa migliore per i giocatori in viaggio. È la cosa migliore per promuovere gli Australian Open. Quel mese di gennaio, come dicevo prima, è uno dei più visti dal pubblico. E penso che quando tutti lo guardano significa che è ciò che ha più senso. Quindi continuiamo a prendere decisioni sulle cose che hanno più senso”.
    Un Masters 1000 in Sud America? “Oh, è difficile, devi chiederlo a qualcun altro, perché non sono io a prendere le decisioni al riguardo. Collaboriamo con la COSAT e la Federazione Brasiliana di Tennis nella promozione degli Australian Open in Sud America. Andre Sá, che è brasiliano, lavora per noi, è il direttore delle nostre relazioni con i giocatori. Lavoriamo a stretto contatto col Sud America. Lavoreremo di più lì perché crediamo che sia un’altra regione come l’Asia. Il Sud-Est asiatico e il Sud America sono regioni in grande crescita. Da lì sono arrivati ​​grandi campioni. Penso che abbiano eventi e penso che sia importante avere eventi. Sul livello di questi eventi se ne potrà parlare, ma è importante che esistano”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Wawrinka critica duramente l’ipotesi di tour Premium degli Slam: “Vogliono solo più potere e non c’è trasparenza. Il progetto degli Arabi è più interessante”

    Stan Wawrinka (foto Getty Images)

    Il mondo del tennis sembra a un bivio. Da un lato la strabiliante proposta economica dei fondi sauditi, per unire i tour ATP e WTA in un’unica entità, con “2 billion Dollar” sul tavolo, per quel che è trapelato; dall’altra l’ipotesi del tour Premium voluto dagli Slam (su tutti trainato dall’australiano Tiley) con i 1000 gestiti da questa nuova entità e tutti gli altri eventi regalati a una sorta di circuito minore, certamente più povero e poco visibile. La sensazione è che a breve qualcosa cambierà nel mondo della racchetta, e pochi sono i tennisti che escono allo scoperto con prese di posizione chiare. Forse gli stessi giocatori sono ancora poco informati o non sanno bene come muoversi.
    Non Stan Wawrinka, veterano svizzero ancora voglioso di giocare e provare forti emozioni in campo, nonostante risultati lontanissimi da quando se la giocava alla pari negli Slam con i big. L’elvetico ha rilasciato parole al veleno al quotidiano L’Equipe, nel quale si dice interessato alla proposta dei sauditi, che non stravolgerebbe completamente la stagione tennistica, mentre boccia senza mezzi termini l’ipotesi del tour guidato dagli Slam che, a suo dire, sono poco trasparenti con i loro ricavi e solo a caccia di un maggior potere. Riportiamo i passaggi più significativi del pensiero di Wawinka.
    “Dobbiamo guardare la realtà in questo momento. Oggi ci sono quattro i tornei, quelli del Grande Slam, che raccolgono la maggior parte dei profitti del tennis. Ma ridistribuiscono questi guadagni solo a pochi” afferma Stan. “La maggior parte dei profitti dei quattro grandi tornei dell’anno va direttamente a loro, alla loro federazione. Tutto inizia da lì, questo è il primo problema. Gli Slam non sono trasparenti sui conti, sui profitti che ottengono perché non li vogliono dividere con nessuno. Non lavorano per il futuro del tennis, non hanno voglia di lavorare nella gestione dei giocatori e dei giovani. Non hanno alcuna intenzione di condividere e nemmeno perdere potere”.
    “Circuito Premium voluto dagli Slam? Credo che l’obiettivo delle loro proposte sia solo il potere, averne abbastanza da sparire ATP e WTA, mantenere i Masters 1000 perché un’annata deve esserci ed eliminare i tornei attualmente 500 e 250. La loro idea è: vogliamo solo ciò che porta soldi e ce li fa aumentare. Ma perché nessuno si oppone e dice siete pazzi? Questo progetto crea vantaggi solo a loro. Per me è incredibile. Dobbiamo muoverci con unità perché il vero problema del tennis è la governance. Questi quattro tornei decidono per loro stessi. Sono anni che ne parliamo e loro non solo non ridistribuiscono i soldi ai giocatori, a nessuno, ma vogliono ancora più potere cancellando tutto il resto. Non vedo come possa funzionare, anche sapendo che non sono mai stati giusti nella ridistribuzione delle loro entrate”.
    Per Wawrinka è necessario un passo indietro degli Slam su questi giochi di potere: “Gli Slam dovranno cambiare direzione. Per il momento non vogliono fare alcun passo indietro ma devono cambiare mentalità, altrimenti sarà difficile andare avanti. Devono accettare la realtà. Sono essenziali, sono i tornei più importanti, ma dobbiamo muoverci tutti nella stessa direzione, non possono fare tutto di testa loro. Secondo me, l’obiettivo è quello di avere una governance che includa tutti, ATP, WTA, i quattro Grandi Slam e i giocatori. Tutte le parti coinvolte, tutti riuniti intorno allo stesso tavolo per avere finalmente decisioni comuni. Solo così possiamo andare avanti”.
    Stan apre ai sauditi, o almeno apprezza come si stano muovendo: “L’Arabia Saudita è entrata nel tennis attraverso la sponsorizzazione e l’organizzazione del torneo NextGen. Il tennis è diventato la loro massima priorità per i prossimi anni. Supportano i giocatori, vogliono far parte di questo mondo. Per ora da loro arrivano solo proposte positive. Probabilmente hanno imparato dai loro errori, come il fallimento con la Liv nel golf e vogliono fare le cose per bene unendosi al Tour attuale”.
    Wawrinka conclude con parole d’apprezzamento per le ultime mosse dell’ATP guidata da Gaudenzi: “Ognuno è libero di dire quel che vuole, ma è indubbio che l’ATP si stia muovendo bene, sta andando nella direzione giusta. L’idea di Andrea Gaudenzi è di voler far crescere i Masters 1000, accorciare un po’ il calendario e avviare una nuova modalità di governance. Oggi i Masters 1000 hanno totale trasparenza sui propri guadagni con noi giocatore e grande quantità di profitti è redistribuita, questo è un dato di fatto che nessuno può contestare. L’ATP sta andando sempre più dalla parte dei giocatori, gli Slam no. Se chiedi a uno Slam di farti vedere i conti, ti dice di no, da parte loro c’è chiusura e mancanza di trasparenza. Alla fine è soprattutto colpa loro se il processo di rinnovamento si è bloccato o non va avanti al meglio”.
    Parole molto chiare, in piena linea a quel che Wawrinka ha abituato nella propria carriera, e che gli sono costate anche una certa antipatia. A questo punto, visto che ormai quel che erano indiscrezioni sembrano esser state confermate, sarebbe interessante che la PTPA, la nuova associazione dei giocatori, prendesse parola in modo chiaro esponendo i fatti e il punto di vista dei giocatori se, come loro affermano, la stragrande maggioranza dei Pro si è affilata ai loro programmi. Non guasterebbe nemmeno una presa di posizione ufficiale degli Slam, magari Craig Tiley che sembra il principale promotore di questa possibile rivoluzione. Si è scritto in passato che i ricchi fondi arabi stessero cercando di strappare addirittura lo Slam all’Australia, e da qua è partita la reazione di Tiley, alzando l’asticella a un livello superiore. Poche certezze, orizzonte incerto. La guerra di potere nel tennis continua…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Tiley conferma: “Nadal giocherà gli Australian Open, torna anche Kyrgios e probabilmente Osaka”

    Rafael Nadal con la coppa degli AO22

    Nel corso del programma Nine Today sulla tv australiana, il CEO di Tennis Australia e direttore gli Australian Open Craig Tiley ha annunciato che alcune stelle della disciplina torneranno in gara alla prossima edizione del primo Slam della stagione. Tra questi, Rafael Nadal.
    Interrogato sull’eventuale ritorno a Melbourne della ex campionessa Naomi Osaka, ferma per i noti problemi mentali e quindi anche la maternità, Tiley ha affermato che la nipponica dovrebbe rientrare, ma non solo lei: “Sì, avremo il ritorno di alcune leggende, di alcuni campioni assenti per un paio d’anni. Possiamo rivelare in esclusiva che Rafa tornerà a Melbourne. È stato fuori dal circuito per gran parte del anno, ho parlato con lui negli ultimi giorni. Ha confermato che tornerà l’anno prossimo, il che ci entusiasma tutti. È una notizia incredibile, fantastica”.
    Poi Tiley ha spiegato meglio la situazione dello spagnolo: “Non parteciperà all’evento a meno che non pensi di poterlo vincere, non si presenterà solo per giocare, si presenterà per vincere. Lui ama davvero stare in Australia, restiamo in contatto. Finora i primi segnali sono stati davvero buoni”.
    Non solo Rafa. Anche Nick Kyrgios è atteso al rientro a Melbourne dopo un 2023 passato quasi interamente ai box per colpa di problemi a un ginocchio, risolti attraverso un’operazione. “Sappiamo che Nick si sta allenando regolarmente, quindi pensiamo che sarà dei nostri. Ama giocare di fronte al suo pubblico più di ogni altra cosa, e qua tutti non vedono l’ora di ritrovarlo in campo. La sua è solo una questione di salute. Ha avuto un infortunio significativo e in molti casi per molti atleti può essere un infortunio che mette fine alla carriera. C’è voluto del tempo ma ha superato tutto ciò ed è in procinto tornare. Mi aspetto pienamente che sia qui e sia pronto a giocare, a regalare a tutti l’intrattenimento che desideriamo” conclude il direttore del torneo. LEGGI TUTTO

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    Le autorità australiane esigono spiegazioni sul “caso Djokovic”

    Rod Laver Arena, Melbourne

    In Australia il “caso Djokovic” ha scatenato, come prevedibile, un vero e proprio putiferio. Non si contano le reazioni indignate di appassionati e gente comune, che ha puntato il dito contro le autorità che hanno permesso l’esenzione medica al n.1 del mondo, con i social letteralmente intasati da critiche molto pungenti. Arrivano le prime reazioni ufficiali, che vanno nella medesima direzione: serve chiarezza sul perché sia stata concessa l’esenzione medica.
    “L’aspettativa del nostro Governo è che Novak spieghi alla comunità quali sono le circostanze della sua esenzione, nonché i motivi che spiegano tutte le sue azioni volte a venire a competere in Australia“, ha affermato il primo ministro ad interim Jacinta Allan. “Le regole per le quali gli è permesso giocare sono legittime poiché hanno seguito la procedura stabilita, ma la cosa più decente che un tennista possa fare è spiegare tutto quello che è successo”.
    Il deputato liberale Trent Zimmerman è stato assai critico: “È vergognoso, un vero schiaffo in faccia a tutti gli australiani che hanno fatto la cosa giusta e hanno seguito tutte le linee guida. L’esenzione dovrebbe essere revocata se la credibilità del torneo e delle regole stabilite dal governo per entrare nel paese sono da mantenere. È un risultato molto deludente che può generare un’enorme frustrazione nelle persone”.
    Carolyn Broderick, direttore medico di Tennis Australia. “Nessuno dei collegi medici che hanno preso la decisione è stato incaricato di provare la veridicità dei documenti presentati, il loro ruolo non è stato quello di indagine. Tuttavia, hanno chiesto che tutta la documentazione avesse i relativi sigilli ufficiali, sebbene alcuni dei le cose ricevute erano semplici rapporti di laboratorio”. Una dichiarazione che lascia quantomeno perplessi, visto che l’ha pronunciata.
    Craig Tiley, il capo di Tennis Australia, stenta a prendere una posizione chiara, segnale di quanto sia in grave difficoltà. Ha dichiarato infatti: “Non c’è stato alcun trattamento favorevole per Djokovic, alcune esenzioni sono state respinte e siamo stati molto rigorosi quando si trattava di far entrare nel Paese una persona non vaccinata. Siamo empatici con le persone che potrebbero essere arrabbiate con la posizione di Novak sulla vaccinazione, ma è sua responsabilità spiegare tutto e dare i motivi per cui hai ricevuto l’esenzione“. In pratica, Tennis Australia ha dato l’esenzione a Novak, ma solo Novak che può spiegare  perché l’abbia ricevuta.
    La sensazione che siamo solo all’inizio di una vicenda che in ogni caso guasta non poco il primo Slam stagionale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Tiley (AO): “Djokovic? Avremo un quadro molto più chiaro nei prossimi giorni, ma è già un po’ tardi”

    Craig Tiley, direttore di Tennis Australia

    Un silenzio che fa un rumore incredibile. La vicenda di Novak Djokovic, 9 volte campione agli Australian Open e detentore del titolo, ha del paradossale. Il primo Slam dell’anno scatterà tra meno di due settimane e ancora tutto tace sulla posizione del serbo. Il numero uno del mondo è volato in Spagna dalla sua città natale, Belgrado, per immergersi nella calma e clima più caldo della Soto Tennis Academy, allenandosi con le stesse palle dell’Australian Open, a caccia di sensazioni “simili” a quelle che troverebbe a Melbourne. Ma niente sembra muoversi a suo favore per un viaggio last-second in Australia. Ci sono ancora dei voli charter che potrebbero imbarcare dei tennisti con esenzioni mediche, ma non è dato a sapere sulla situazione di Djokovic, arroccato sulla propria difesa della privacy. L’ha confermato anche il diretto di Tennis Australia, Craig Tiley, in un’intervista a Today, in cui parla anche di Djokovic.
    “Arrivando in Australia, ogni atleta che entra deve essere vaccinato e mostrarne la prova, o deve aver fatto domanda per un’esenzione medica. Nel caso dei giocatori di tennis, è molto più rigoroso di chiunque altro venga in Australia chiedendo un’esenzione medica”, ha spiegato Tiley. “Ci sono due panel medici che valutano qualsiasi applicazione e la valutano alla cieca. Non sanno chi è il richiedente. Seguendo le linee guida, l’esenzione viene concessa o meno. Il motivo della concessione dell’esenzione rimane privato, tra il collegio e il richiedente. Sappiamo di atleti che hanno chiesto l’esenzione e in alcuni casi è stata concessa. Alcuni di questi [giocatori] hanno indicato di essere qui, ma spetta all’atleta rivelare e [decidere] se vogliono condividere tali informazioni”.
    “Per quanto riguarda lo stato relativo a Novak, nei prossimi giorni avremo un quadro molto più chiaro“, ha affermato Tiley. “Indubbiamente si sta facendo piuttosto tardi per presentarsi e giocare agli Australian Open. Quello di cui sono consapevole è lo stesso di tutti gli altri. Novak ha chiarito che non avrebbe rivelato le sue condizioni mediche, o se fosse vaccinato o meno. È una sua scelta farlo”.
    Il direttore del torneo si mostra molto fiducioso sulle condizioni di sicurezza del torneo: “O prova della vaccinazione, o  un’esenzione per motivi medici. Se lo hanno fatto, sono considerati vaccinati e ammessi sul posto. Tutti saranno al sicuro”.
    In Serbia sui media continua il tam tam di voci su Novak, con alcuni che si dicono certi della presenza last second del campione a Melbourne, altri che invece parlano dell’esenzione richiesta ma respinta, condizione che non gli permette di volare in Australia. Un’attesa che, visto il torneo ormai a ridosso, inizia francamente ad essere “stucchevole”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Craig Tiley: “Nei prossimi giorni sapremo se ci sarà Novak Djokovic a Melbourne”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    I giorni passano e il dubbio rimane. Novak Djokovic non ci sarà agli Australian Open per la prima volta in carriera? La situazione del numero uno del mondo rimane avvolta ormai in un segreto di stato, ma Craig Tiley ha fatto un po’ di luce, assicurando che si aspetta una decisione definitiva entro la fine di questa settimana.
    “Abbiamo ancora alcuni voli charter in arrivo per la fine di questa settimana e poi i giocatori saranno tutti qui. Per quanto riguarda Novak, avremo un’idea molto più chiara di ciò che accadrà nei prossimi giorni, perché ormai manca poco per giocare gli Australian Open . Ci sono ancora alcune questioni da risolvere e penso che questo accadrà nei prossimi giorni”, ha detto a Nine Network.
    Ricordiamo che Djokovic potrà giocare gli Australian Open solo se sarà vaccinato o se riceverà una esenzione medica da un gruppo di specialisti che lavorano con Tennis Australia. LEGGI TUTTO

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    Ons Jabeur positiva al covid, al rientro da Abu Dhabi. Tiley: “Solo vaccinati o con esenzione medica certificata”

    Ons Jabeur

    Nadal, Moya, Raducanu, Bencic… ora anche Ons Jabeur. La talentosa tunisina ha comunicato via social di esser positiva al covid-19, al rientro da Abu Dhabi. Nessun tennista ha puntato il dito contro la ricca esibizione disputata negli Emirati Arabi Uniti, ma appare evidente che qualcosa nella macchina organizzativa dell’evento non abbia funzionato.
    “Anche se sto avvertendo sintomi forti, spero di superare il virus velocemente e stare bene presto. Mi trovo in isolamento in Tunisia e vi darò aggiornamenti appena avrò superato la malattia” afferma Ons.
    Jabeur, come tutti gli altri contagiati di recente, vedono così a rischio la trasferta in Australia, qualora non riescano a negativizzarsi rapidamente dal virus.

    Will be back soon! 🙏 pic.twitter.com/iJCktGQ1VT
    — Ons Jabeur (@Ons_Jabeur) December 21, 2021

    Stanotte il direttore degli Australian Open, Craig Tiley, si è detto comunque fiducioso sulla presenza di Rafa al torneo 2022. “Sono fiducioso che Rafa verrà. I giocatori che ora risultano positivi smetteranno di essere contagiosi dopo un po’, in quel momento non ci saranno problemi”. Non ci sono invece grandi novità relativamente a Novak Djokovic, pluricampione – e campione in carica – degli Australian Open. “Se Novak si presenta e gioca agli Australian Open, sarà perché è vaccinato o perché ha un’esenzione medica” afferma Tiley, “mantenere privati ​​i dati medici è una scelta, come chiunque noi potrebbe fare con qualsiasi questione privata. Non obbligheremo a divulgare questi dettagli né chiederemo di farlo. Se sarà qui è perché soddisfa le condizioni necessarie per esserci. Vogliamo avere i migliori giocatori, mi piacerebbe che arrivasse Novak: se è d’accordo con le condizioni, eccellente, altrimenti sarà una delusione”.
    Tuttavia il factotum del tennis australiano ammette che ci potrebbero essere dei giocatori non vaccinati, ma con una esenzione medica certificata. “Chiunque venga in Australia sarà vaccinato, è meglio così. Ci sarà una piccola percentuale di persone che hanno un’esenzione medica. Quindi, se qualche giocatore, tifoso o staff è qui, è perché sono vaccinati o hanno un’esenzione medica che è stata approvata e consente loro di essere iscritti all’Australian Immunization Registry. Questo ci dà un ulteriore livello di sicurezza”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO