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    Le venticinque semifinali Slam per il tennis azzurro al maschile, da De Morpurgo a Sinner

    Jannik Sinner, prima semifinale a US Open

    Da Wimbledon 2023 a US Open 2024 corrono circa 14 mesi. In quest’arco di tempo davvero ristretto Jannik Sinner ha completato un personale e prestigiosissimo en plein di semifinali nei tornei dello Slam. La sua quarta “semi” è in programma oggi a New York (ore 21) contro Jack Draper, in palio la finale nel quarto major in stagione. In caso di vittoria, per il pusterese sarebbe la seconda finale Slam in carriera e nell’anno, dopo quella vinta a Melbourne lo scorso gennaio. La semifinale raggiunta dal nostro n.1 è la terza a US Open per un tennista italiano e 25esima in assoluto al maschile per i nostri colori nei quattro tornei più importanti dell’annata tennistica. Il 2024 resterà negli annali come stagione migliore di sempre per i nostri tennisti: infatti Sinner ha giocato le semifinali in Australia, Roland Garros e US Open, e Musetti a Wimbledon più quella Olimpica, quindi di fatto una sorta di “Golden Slam” di semifinalisti.
    Nicola Pietrangeli detiene il record per il tennis italiano di semifinali Slam giocate: 5. Tutto lascia pensare che Jannik, arrivato a quota 4 a US Open 2024, spazzerà via anche questo primato del leggendario tennista romano, ma intanto ripercorriamo le 25 presenze di nostri giocatori tra i migliori quattro dei major. Si parte da molto lontano, i ruggenti anni ’30 sul rosso parigino.
    Il primissimo tennista azzurro a giocare una semifinale Slam è stato Uberto De Morpurgo a Parigi nel 1930: non ebbe fortuna, non riuscendo ad issarsi al match per il titolo, stoppato da uno dei leggendari “moschettieri” Henri Cochet (7-5 6-1 6-2 il punteggio della partita). Dopo solo due anni l’Italia torna protagonista a Roland Garros, con Giorgio de Stefani che si qualifica per la semifinale e la vince, regolando il ceco Roderich Menzel in quattro set (6-3 2-6 7-5 6-4 lo score). Purtroppo non riuscì a vincere la finale, stoppato da Cochet in quattro set (6-0 6-4 4-6 6-3). De Stefani ci riprova nel ’34, sua seconda semifinale a Roland Garros, ma stavolta è battuto da Gottfried Von Cramm al termine di una battaglia di cinque set (3-6 6-4 6-1 3-6 6-2).
    Arriva la seconda guerra mondiale, e dobbiamo aspettare gli anni ’50 per rivedere un tennista italiano tra i migliori quattro di uno Slam. Sarà ancora a Parigi, sulla nostra “amata” terra battuta, grazie alle imprese di Beppe Merlo prima e di Nicola Pietrangeli dopo. Merlo nel 1955 e 1956 gioca e perde per due anni di fila la semifinale a Bois de Boulogne: la prima contro Sven Davidson, sconfitta piuttosto netta in tre set (6-3 6-3 6-2), e la seconda contro uno dei più forti di sempre, l’australiano Lewis Hoad con il suo polso d’acciaio e forse il tennis più completo di sempre (6-4 7-5 6-4 lo score per il “canguro”).
    Passano tre anni e sale in cattedra il talento e tocco di palla fantastico di Nicola Pietrangeli, che finalmente porta un tennista italiano sul trono di un torneo dello Slam. “Nick” nell’arco di sei anni gioca le sue 5 semifinali Slam tra Parigi e Wimbledon. Con il suo tennis completo e ricco di variazioni, Pietrangeli nel 1959 raggiunge la prima “semi” a Parigi dove batte Neale Fraser, completando il suo torneo da sogno con la vittoria in finale contro il sudafricano Ian Vermaak (3-6 6-3 6-4 6-1 lo score). Nel 1960 arriva un anno d’oro per le racchette azzurre. Infatti a Roland Garros i semifinalisti italiani sono due, Pietrangeli e Orlando Sirola. Nicola batte Robert Haillet in semifinale e alza il suo secondo (e ultimo) trofeo Slam in carriera regolando in finale il cileno Luis Ayala in cinque set (3-6 6-3 6-4 4-6 6-3); proprio Ayala sconfisse Sirola in semifinale.
    Forse del suo miglior momento in carriera, Pietrangeli gioca un tennis fantastico anche sui prati di Wimbledon, dove sbarca tra i migliori quattro del torneo e costringe il più forti di tutti, Rod Laver, a dare il 101% per batterlo. Il mancino australiano si impone al termine di una battaglia epica, rimontando uno svantaggio di due set a uno all’italiano, per 4-6 6-3 8-10 6-2 6-4. Pietrangeli non riuscirà a tornare in semifinale ai Championships londinesi, ma sbarca per altre due volte in semifinale a Parigi. Nel 1961 batte lo svedese Jan Erik Lundquist in tre set, 6-4 6-4 6-4 il punteggio, ma non riesce a completare un tris di vittorie consecutive, stoppato in finale da Manuel “Manolo” Santana. Nicola tornerà in semifinale anche nel 1964, battendo di nuovo Lundquist (4-6 6-4 6-3 6-3), e sconfitto poi in finale di nuovo da Santana, 6-3 6-1 4-6 7-5 lo score, con l’amarezza per non aver sfruttato sei set point nel quarto set.
    Dopo l’era Pietrangeli, si passa all’era Open e alle imprese dei nuovi campioni azzurri: Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, che negli anni ’70 portano la prima storica Coppa Davis in Italia (1976) e riportano per cinque volte il tricolore in semifinale negli Slam. Panatta sbarca per la prima volta in carriera tra i migliori 4 di un Major a Roland Garros 1973, dove è fermato in tre set (6-4 6-3 6-2) dallo jugoslavo Niki Pilic. Passano due anni e Adriano ci riprova, sempre a Parigi, e stavolta cede alla ragnatela di Bjorn Borg in quattro set (6-4 1-6 7-5 6-4). Panatta nel 1976 vive il suo anno d’oro: stavolta a Parigi nessuno riesce a fermarlo. Nei quarti si prende la rivincita su di un fortissimo Borg (6-3 6-3 2-6 7-6), in semifinale supera Eddie Dibbs (6-3 6-1 7-5) e vince la finale, suo unico alloro Slam, contro Harold Solomon (6-1 6-4 4-6 7-6).
    Subito dopo Panatta, tocca a Corrado Barazzutti portare l’Italia per due volte in semifinale Slam. Nel 1977 è battuto da Jimmy Connors a Forest Hills sulla terra verde americana (7-5 6-3 7-5). Fu il primo italiano tra i migliori 4 nello Slam americano, e quel match è passato alla storia per l’incredibile scorrettezza subita dal friulano per colpa dell’allora n.1 Connors. Durante il settimo game del primo set, su una palla break a favore di Barazzutti, Connors giocò un rovescio incrociato con la palla chiamata in gioco dal giudice di linea. Barazzutti contestò la chiamata, indicando chiaramente il segno “out” della palla, ma Jimbo accorse nel punto incriminato e incredibilmente cancello col piede il segno, rendendo impossibile la verifica del giudice di sedia, Quest’episodio davvero grave risultò decisivo nell’innervosire l’azzurro, facendo girare l’incontro a favore di Connors. Nel 1978 Barazzutti arrivò in semifinale a Roland Garros, ma fa demolito dalla regolarità di Bjorn Borg (6-0 6-1 6-0 lo score).
    Terminata l’epopea dei campioni degli anni ’70, il tennis italiano vive annate grigie, pochissime soddisfazioni e le semifinali Slam restano un sogno proibito. È necessario attendere ben 40 anni, il 2018, per ritrovare un azzurro in semifinale a Parigi. L’impresa, davvero sorprendente, è di Marco Cecchinato che gioca il miglior torneo della vita, sbattendo fuori pure Novak Djokovic nel torneo e issandosi in “semi”, dove si arrende al gioco potente di Dominic Thiem, 7-5 7-6 6-1 il punteggio. È la prima fiammata del Rinascimento del tennis italiano. L’anno seguente (2019) esplode a New York Matteo Berrettini, che inizia sul cemento nord americano la sua straordinaria carriera di vertice che lo porta tra i top10, tre volte in semifinale in tre diversi Slam e addirittura in finale ai Championships, primo e unico italiano a riuscirci. A US Open 2019 è stoppato in “semi” dalla potenza e diritto mancino di Rafael Nadal (7-6 6-4 6-1). Nel 2021 il romano vola sui prati di Wimbledon, è quasi ingiocabile al servizio e in semifinale sconfigge Hubert Hurkacz (6-3 6-0 6-7 6-4), guadagnandosi la chance di vincere i Championship. In finale vince il primo set contro Djokovic, poi subisce la rimonta del campione serbo. Berrettini segna un’altra pagina storica per il tennis azzurro approdando per la prima volta nel  2022 in semifinale agli Australian Open, di nuovo stoppato da Nadal (6-3 6-2 3-6 6-3). È la terza e per ora ultima semifinale Slam del romano.
    Siamo arrivati all’attualità, a Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Sinner cresce, migliora il suo gioco con un servizio più efficace e un diritto pesantissimo. Rimette a posto il fisico e inizia a volare sul tennis mondiale. A Wimbledon 2023 sbarca per la prima volta in semifinale in uno Slam. Perde da Djokovic in tre set (6-3 6-4 7-6) ma impara moltissimo. Lavora ancor più duramente in estate e autunno, e dall’ottobre 2023 si prende tutto, diventando quasi imbattibile sul cemento e fortissimo in ogni contesto. Vince l’Australian Open 2024, battendo Djokovic in semifinale (6-1 6-2 6-7 6-3) e quindi Daniil Medvedev in finale, rimontando due set al russo; a Roland Garros arriva con discreti problemi all’anca ma riesce comunque ad issarsi in semifinale, dove Carlos Alcaraz rimonta uno svantaggio di due set e a uno (2-6 6-3 3-6 6-4 6-3). A Wimbledon 2024 è Lorenzo Musetti a far sognare l’Italia, con una fantastica cavalcata che lo porta in semifinale, dove è battuto da Djokovic in (6-4 7-6 6-4), sua prima semifinale in un Major. Jannik invece nel torneo è stoppato nei quarti da Medvedev, ma si prende una sonora rivincita a US Open, ancora nei quarti. Un successo che gli apre le porte alla sua prima semifinale, quella di stasera contro Jack Draper. In questi anni d’oro, sognare le vittorie Slam non è più peccato.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Barazzutti sfida Binaghi per presidenza della FITP

    Corrado Barazzutti

    Il 2024 sarà non solo l’anno Olimpico ma anche quello del rinnovo della Presidenza della FITP. Scontata la ricandidatura dell’attuale Presidente Angelo Binaghi, forte del momento d’oro del tennis italiano, della crescita dei tesserati e degli Internazionali d’Italia, con la super ciliegina delle Atp Finals a Torino. A sorpresa spunta uno sfidante “di peso”: Corrado Barazzutti. L’ex Davisman italiano e oggi super-coach di Lorenzo Musetti, dopo anni passati da Capitano di Davis e poi coach di Fognini, ha sciolto la sua riserva e comunicato ufficialmente sia a Binaghi che a tutti i circoli italiani la sua candidatura attraverso una lettera, come riporta il collega Lorenzo Vendemiale su Il Fatto Quotidiano e conferma anche l’agenzia ANSA.
    L’elezione avverrà dopo i Giochi Olimpici. Teoricamente il mandato in corso doveva essere l’ultimo per Binaghi (è in carica ininterrottamente dal 2001), ma un emendamento del Governo ha cancellato la norma sul limite dei mandati che avrebbe impedito la sua candidatura (è ancora in vigore solo per il Coni). La nuova norma rende più complicata la rielezione di un presidente di vecchio corso, visto che per chi è alla quarta rielezione è necessario un quorum maggiorato del 66%, ossia due terzi dei voti.
    Sembra che nell’ambiente si parlasse da tempo della ipotesi di Barazzutti come possibile alternativa a Binaghi. Nella lettera inviata ai circoli, l’ex top 10 azzurro motiva quel che lo spinge a presentarsi come nuovo presidente della FITP, tra cui la voglia di dare voce a realtà più periferiche, e segna come punti centrali del suo possibile governo del tennis nazionale l’eliminazione del contestato meccanismo delle armonizzazioni e l’abbattimento delle quote federali.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Lorenzo Musetti: sfide e cambiamenti nel percorso verso il 2024

    Lorenzo Musetti nella foto – Foto Getty Images

    La stagione tennistica del 2023 si è conclusa con Lorenzo Musetti classificato al 27° posto nel ranking mondiale. Il giovane talento italiano ha affrontato un anno di alti e bassi, trovando particolari difficoltà sulle superfici veloci e indoor. La sua prestazione contro il serbo Miomir Kecmanovic in semifinale di Coppa Davis è stata emblematica delle sfide affrontate dal carrarino nel corso dell’anno.
    Nonostante le indiscutibili qualità tennistiche, Musetti ha mostrato una mancanza di continuità nel suo gioco. Una posizione di gioco troppo arretrata rispetto alla riga di fondo lo ha esposto frequentemente agli attacchi avversari, limitando l’efficacia delle sue giocate. Questo aspetto, che sembrava essere stato parzialmente risolto alla fine del 2022, si è ripresentato quest’anno, incidendo sulle sue performance.
    Il 2023 ha visto Musetti esprimersi al meglio sulla terra rossa europea, con risultati promettenti anche sull’erba, come evidenziato dal coach Simone Tartarini in un’intervista a SuperTennis. “Abbiamo ottenuto buoni risultati su terra battuta a Montecarlo, Roma e Parigi, e su erba con i quarti a Stoccarda e al Queen’s, oltre al terzo turno a Wimbledon”, ha dichiarato Tartarini. Tuttavia, variazioni nella vita privata di Musetti, compresa l’attesa della paternità, hanno influenzato la sua concentrazione e i risultati.
    L’anno prossimo, Musetti avrà nuove sfide da affrontare e cambiamenti nella sua squadra. Sarà papà, un evento che secondo Tartarini richiederà adattamenti e potrebbe influenzare la sua concentrazione sul tennis. Inoltre, il 2024 vedrà l’introduzione di Corrado Barazzutti nel ruolo di super coach nel team di Musetti. Barazzutti, noto per aver allenato giocatori come Fabio Fognini e Francesca Schiavone e per essere stato capitano della squadra di Coppa Davis italiana, porterà una vasta esperienza che potrebbe essere decisiva nello sviluppo di Musetti.La prossima stagione vedrà Musetti prepararsi a Montecarlo, con la possibilità di partecipare ai tornei di Brisbane o Hong Kong. Questo potrebbe includere un confronto con giocatori del calibro di Rafa Nadal. Con l’aggiunta di Barazzutti, il team di Musetti si rafforza nella speranza di superare le sfide dell’ultimo anno e di portare il giovane talento italiano a nuovi successi.
    Le parole di Tartarini a SuperTennus riflettono ottimismo e fiducia per il futuro: “Musetti è molto intelligente e quanto sta accadendo è una bella notizia. Non ci saranno problemi il prossimo anno e sarà concentrato solo sul tennis”.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Corrado Barazzutti: “Fossi stato ancora io il capitano di Coppa Davis mi avrebbero crocifisso per la sconfitta con la Croazia”

    Corrado Barazzutti nella foto

    “Fossi stato ancora io il capitano di Coppa Davis mi avrebbero crocifisso per la sconfitta con la Croazia”. Lo dice all’Adnkronos l’ex capitano azzurro di Coppa Davis Corrado Barazzutti commentando la sconfitta degli azzurri ai quarti di finale contro la Croazia. “C’è stata anche un po’ di sfortuna per l’infortunio che ci ha privato di Berrettini -aggiunge Barazzutti-. Non sono d’accordo con la scelta del doppio, secondo me era male assortito . Dispiace per la sconfitta perché la squadra aveva un potenziale da finale”. LEGGI TUTTO

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    Corrado Barazzutti duro verso Jannik Sinner e smentisce il CONI: “Musetti non può giocare le olimpiadi”

    Corrado Barazzutti ha parlato della rinuncia di Jannik Sinner alle Olimpiadi. “Fa impressione vedere Djokovic 34 anni entusiasta di partecipare alle Olimpiadi. Dispiace vedere Jannik Sinner 20 anni mortificare la piu alta competizione mondiale come valori. Alla quale nessun atleta senza probemi fisici rinuncerebbe per niente al mondo. Soprattutto alla prima partecipazione. Sinner ha già […] LEGGI TUTTO

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    Corrado Barazzutti saluta sui social: “Volandri ha una squadra capace di vincere la Davis”

    Corrado Barazzutti, ex capitano degli azzurri

    Corrado Barazzutti non è più il Capitano di Davis azzurra, sostituito dopo 20 anni da Filippo Volandri (che resterà anche Direttore tecnico del settore maschile della Federtennis).
    Attraverso la propria pagina Facebook, Corrado saluta e ringrazia, sottolineando come al neo Capitano spetti un bel compito: guidare un team con grande talento, giovani e giocatori più esperti, verso potenziali grandi obiettivi come poter vincere di nuovo una Davis.

    Ecco il post di Barazzutti. LEGGI TUTTO

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    Fabio Fognini ringrazia Corrado Barazzutti: “Per me è stato più di un coach, più di un capitano di Coppa Davis. Corrado è stato per me una guida”

    Fabio Fognini con Corrado Barazzutti nella foto

    Dopo 20 anni l’Italia del tennis cambia capitano salutando Corrado Barazzutti. Su Instagram il ringraziamento di Fabio Fognini all’ormai ex capitano di Davis: “Per me è stato più di un coach, più di un capitano di Coppa Davis. Corrado è stato per me una guida, e lo è stato per tutta la mia carriera”.
    “Ciao amici,oggi vorrei salutare e ringraziare una persona che è stata per me più di un coach, più di un capitano di Coppa Davis.Corrado è stato per me una guida, e lo è stato per tutta la mia carriera.GRAZIE CAPITANO @corradobarazzutti_official per tutto ciò che mi hai insegnato,dall’essere me stesso al non arrendermi mai…mi hai guidato e con te ho capito quanto sia importante sputare sangue per questa fantastica bandiera!!!Abbiamo scambiato opinioni, ci siamo scontrati, abbiamo riso e gioito, molte volte i tuoi allenamenti mi hanno fatto vomitare, ma la tua passione per questo sport mi ha fatto capire quanto lo ami e quanto sia importante per te stare sul campo da tennis.Puntualmente quando decidevi di farmi scendere in campo, non mi sono mai tirato indietro. Per quella maglia ho sempre dato tutto me stesso, non importava vittoria o sconfitta, era il fuoco che avevo dentro che mi faceva lottare come un leone, e tu eri lì con me.In questo momento le nostre strade si separano, ma è solo un arrivederci. Con la speranza di avere ancora l’opportunità di difendere i colori più belli del mondo e di lottare insieme ai miei compagni, ti auguro tutto il meglio!!!Un grande abbraccio”

    Fogna LEGGI TUTTO

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    Filippo Volandri è il nuovo Capitano di Davis dell’Italia. Dopo 20 anni termina l’era Barazzutti

    Filippo Volandri nella foto

    Il Consiglio Federale della FIT ha nominato questo pomeriggio Filippo Volandri nuovo capitano della squadra di Coppa Davis.
    Volandri, che dal 2018 ricopre anche l’incarico di Direttore Tecnico Nazionale, subentra a Corrado Barazzutti, il cui mandato è scaduto lo scorso 31 dicembre. Barazzutti è stato capitano di Coppa Davis ininterrottamente per 20 anni.
    “Il tennis italiano sarà sempre grato a Corrado Barazzutti per lo straordinario contributo offerto al nostro movimento prima da giocatore e poi da tecnico – ha detto il presidente della FIT Angelo Binaghi – Così come facemmo grazie a lui nel 2001, voltando pagina per procedere al totale rinnovamento dirigenziale, tecnico ed etico della Federazione, abbiamo ritenuto che la recente fase di eccezionale sviluppo del nostro Settore Tecnico maschile fosse la più adatta per procedere a un nuovo cambiamento in ottica futura”.
    “A Corrado – ha proseguito Binaghi – va il nostro ‘grazie’ più sincero per i risultati che ha ottenuto e per l’esempio che ha saputo dare a giocatrici e giocatori italiani per due decenni. A Filippo Volandri va l’augurio di proseguire sulla panchina azzurra l’ottimo lavoro che sta svolgendo già da qualche anno, assieme a tutto lo staff tecnico federale, per favorire e coordinare la crescita dei nuovi talenti tricolori”.
    “Ringrazio il Consiglio Federale per la fiducia riposta in me – ha detto il neocapitano Filippo Volandri – In questo momento così importante nella mia carriera di tecnico un grazie altrettanto sentito va poi a Corrado, che nel 2001, appena nominato capitano, mi fece debuttare in Coppa Davis nonostante fossi ancora un ragazzo. Spero di riuscire a onorare quanto lui questo ruolo”.
    Su Instagram: “In questa foto esordisco in Coppa Davis e realizzo uno dei miei sogni,da oggi ne divento il capitano!!un onore e una grande responsabilità!!!ringrazio @_federtennis per la possibilità e @corradobarazzutti_official per avermi fatto esordire e per avermi insegnato molto.
    Il Consiglio Federale ha anche espresso l’auspicio che Barazzutti voglia continuare con un diverso incarico la propria collaborazione con la FIT. LEGGI TUTTO