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    I Kosmos di Piqué vogliono (ancora una volta) cambiare il format delle Finali di Coppa Davis per attirare più pubblico

    I Kosmos di Piqué vogliono (ancora una volta) cambiare il format delle Finali di Coppa Davis per attirare più pubblico

    Kosmos, società guidata da Gerard Piqué, sta lavorando per modificare il format delle Finals di Coppa Davis al fine di attirare un pubblico più numeroso negli stadi e aumentare i ricavi dai biglietti. Secondo fonti ascoltate dal sito ‘2Playbook’, Kosmos “sta lavorando per cambiare il formato della competizione a 10 giorni, in modo che il torneo possa avere due fine settimana ed essere giocato solo nel pomeriggio. Secondo la stessa fonte, le 133.000 persone che hanno partecipato all’edizione del 2019 sono state molto meno di quanto previsto da Kosmos e dalla stessa Federazione Internazionale (ITF).

    Javier Alonso, direttore esecutivo di Kosmos, ha dichiarato: “Stiamo lavorando con l’ITF su come migliorare le cose e avere più pubblico presente per migliorare l’impatto economico, forse un cambiamento di format. Abbiamo 24 anni davanti a noi”, ha dichiarato Alonso, ricordando che il contratto è di 25 anni.
    Kosmos e le autorità locali di Madrid hanno un contratto biennale, 2019 e 2020, per le finals, ma hanno annullato l’edizione di quest’anno a causa del covid-19. Una nuova sede per l’evento del 2021 rimane sul tavolo. LEGGI TUTTO

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    Break Point – A Davis Cup Story, documentario sulla Coppa Davis che verrà rilasciato gratuitamente a partire dal 26 novembre su Rakuten TV

    Break Point – A Davis Cup Story, documentario sulla Coppa Davis che verrà rilasciato gratuitamente a partire dal 26 novembre su Rakuten TV

    Rakuten TV ha annunciato oggi l’imminente anteprima di Break Point: A Davis Cup Story, il documentario sulla più antica e importante competizione internazionale di tennis al mondo. Il documentario, prodotto da Kosmos Studios, ripercorre l’ultima edizione del torneo – svoltosi a Madrid nel 2019 – durante il quale la Spagna ha vinto per la sesta volta, in scena con un format completamente rinnovato: fase finale a 18 squadre e disputata in una sola settimana.
    Break Point: A Davis Cup Story si concentra sulle storie delle due squadre finaliste della competizione: Spagna e Canada. La Spagna, con Nadal come numero 1 e quattro titoli di Coppa Davis tra i suoi successi, contro le giovanili della squadra canadese, guidata dal 20enne Denis Shapovalov, che ha avuto la possibilità di vincere la prima Coppa Davis per il suo paese .
    Per entrambe le squadre, la Coppa Davis 2019 è stata ricca di emozioni, con le sconfitte di alcuni dei loro protagonisti per infortunio o addirittura ritirate durante la competizione. Il documentario racconta con grande emozione la storia personale di Roberto Bautista che, dopo aver temporaneamente abbandonato la competizione per la morte del padre, è tornato a sostenere la sua squadra, ha giocato la finale e ha portato la vittoria per la Spagna.

    Break Point: A Davis Cup Story, disponibile gratuitamente ed esclusivamente su Rakuten TV dal 26 novembre, mostra le motivazioni, le sfide e gli ostacoli delle squadre partecipanti e presenta le incredibili testimonianze dei principali protagonisti del torneo. Oltre a Nadal, Bautista, Khachanov, Rublev, include anche interviste esclusive con Feliciano López, il capitano spagnolo Sergi Bruguera o il capitano canadese Frank Dancevic, tra gli altri.
    Rakuten TV, che quest’anno festeggia il suo decimo anniversario, presenterà Break Point: A Davis Cup Story nella sezione FREE della piattaforma, rendendolo disponibile gratuitamente in tutta Europa. Con questo nuovo lancio, la piattaforma continua ad espandere il suo catalogo di contenuti esclusivi, originali e gratuiti, insieme ad altri documentari di successo all’interno del Canale Rakuten Stories, come Matchday – Inside FC Barcelona, MessiCirque, il documentario su Sadio Mané Made in Senegal, Andrés Iniesta – L’Eroe Inaspettato, I Segreti de La Roja – Campioni del Mondo 2010, o Ride your Dream che racconta l’avventura di Ana Carrasco, la prima donna a vincere un campionato del mondo di motociclismo.
    Break Point: A Davis Cup Story è la nuova produzione di Kosmos Studios, la società di produzione, fondata dal giocatore del FC Barcelona Gerard Piqué nel 2017 che fa parte della Kosmos Holding. Nel 2019, Rakuten Inc. e la società di produzione hanno presentato insieme Matchday: Inside FC Barcelona, la serie di documentari creata da Barça Studios in associazione con Rakuten H Collective Studio e Producciones del Barrio, che ha mostrato i segreti del Barça durante la stagione 2018-2019. LEGGI TUTTO

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    “Il COVID-19 è stato usato come scusa dagli organizzatori della Coppa Davis per evitare il fallimento della manifestazione”

    Lo dichiara Ivo Kaderka, presidente della Czech Republic Tennis Federation è in linea con quanto dichiarato mesi fa da Nicolas Mahut. Entrambi concordano sul fatto che i Kosmos Group, guidati da Gerard Piqué, non ha fatto alcuno sforzo per cercare di ospitare la Coppa Davis 202′ poiché hanno visto il coronavirus come un’ancora di salvezza […] LEGGI TUTTO

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    Rafa Nadal e la propria top5 delle vittorie

    Rafa Nadal all’US Open 2013

    Il canale Twitter della Davis Cup oggi ha citato Rafa Nadal, ricordando quella che il campione maiorchino considera la propria personalissima Top5 delle sue vittorie. Ecco la classifica dei trionfi a lui più cari, o più importanti in carriera.

    1. Roland Garros 20052. Wimbledon 20083. US Open 20134. Coppa Davis 20045. Australian Open 2009
    Siete d’accordo? LEGGI TUTTO

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    Claudio Mezzadri a SuperNews: “La Coppa Davis? Non esiste più. Il calendario dei prossimi eventi molto affollato, prevedo defezioni e infortuni.”

    SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Claudio Mezzadri, ex tennista oggi commentatore televisivo dei grandi eventi tennistici. Mezzadri ci ha raccontato come è nato l’amore per il tennis, quali sono stati i suoi traguardi sportivi più importanti e come ha conosciuto, nel ’98, il giovanissimo Roger Federer. Abbiamo chiesto al nostro intervistato una personale opinione sul futuro del campione svizzero, sul calendario stilato per i prossimi eventi di tennis e sul nuovo format ideato per la Coppa Davis. Infine, l’ex tennista ha commentato le potenzialità di alcuni giovani tennisti italiani.

    Come nasce la tua passione per il tennis?E’ stato papà a trasmettermi la passione per lo sport. Negli anni ’50, mio padre ha giocato e allenato in Serie A. In seguito, dopo essersi trasferito in Svizzera, ha continuato la carriera da allenatore di calcio, diventando tecnico di tutte le squadre del Ticino. Allo stesso tempo, però, amava giocare a tennis. Quando diventò maestro di tennis, anche io iniziai a praticarlo.
    Nel 1987, il tuo best ranking: 26esimo in classifica nel singolare e 23esimo nel doppio. Nello stesso anno, hai vinto 3 dei 5 tornei del tuo palmares, uno in singolo e due in doppio. Quale competizione hai più a cuore? E perché?Il torneo più importante che ho vinto è l’ATP di Ginevra, l’unico torneo del circuito maggiore vinto in singolare. Ho un ricordo veramente straordinario di quella competizione, è stato raggiungere il traguardo dopo anni di sacrifici. Il torneo che preferisco, invece, è quello degli Internazionali di Roma, in cui ho sempre giocato benissimo: nel 1985 e nell’1987 sono arrivato ai quarti di finale partendo dalle qualificazioni, mentre nel 1984 ho battuto Cash. A Roma ho sempre raggiunto ottimi risultati.
    Sei uno degli otto giocatori svizzeri che in Coppa Davis possiede un bilancio positivo sia nel singolare (11 vittorie e 4 sconfitte) sia nel doppio (3 vittorie e 2 sconfitte). Che emozioni ti regalava la Davis?La Davis è speciale per il tennis. Anzi, preferisco dire “era” speciale, dal momento che adesso non è più così. Quella attuale non ha nulla a che vedere con quella del passato. Nel tennis, la Coppa Davis rappresentava l’unica occasione di giocare per una propria squadra e per la propria nazione prima che per se stessi. Per questo motivo, c’era una responsabilità differente nei giocatori. Inoltre, il valore del pubblico era completamente diverso, sia per ciò che riguarda le partite giocate in casa sia per quelle giocate in trasferta. Era davvero una competizione affascinante, molto sentita dalla maggior parte dei giocatori.
    Cosa ne pensi del nuovo format ideato per la Coppa Davis? Rimani fedele al format precedente o trovi quello attuale ugualmente interessante?Il format attuale ha annichilito lo spirito della Coppa Davis: non esiste più il fattore campo, che era determinante quanto affascinante, si giocava al meglio dei cinque set, tutte le partite venivano disputate nell’arco di tre giorni, c’erano trasferte importanti, c’era una grande voglia di giocare per la propria bandiera. Adesso, la Davis è un campionato a squadre che dura otto giorni, che si gioca solo in Spagna, scelta che non considero equa, dal momento che l’unico team a giocare in casa è proprio quello spagnolo, con la conseguente presenza del solo pubblico spagnolo e di pochissimi tifosi delle altre nazioni. Inoltre, si gioca tutto nella stessa giornata, non giocano tutti e non si gioca al meglio dei cinque set. E’ un torneo che ad alcune persone piace e ad altre no, quello che però è certo è che questa non è più la Coppa Davis. Si tratta di un evento a cui auguro tutto il successo possibile, ma che non è la Coppa Davis. Il tennis ha perso qualcosa.
    Nel ’99 sei stato capitano del team svizzero. In squadra c’era un diciassettenne, un certo Roger Federer. C’erano già tutti i segni distintivi del fuoriclasse e i presupposti per una carriera straordinaria come la sua?Io non lo conoscevo. Sapevo dell’esistenza di questo ragazzo, che giocava molto bene, e sapevo che ci fossero delle aspettative su di lui, era un tennista conosciuto. Io ho avuto modo di conoscerlo nel ’98, quando mi nominarono capitano del team svizzero. Roger non era ancora in squadra, ma io questo ragazzino che giocava bene dovevo conoscerlo. Andai a vederlo giocare in un torneo. L’ho conosciuto in quell’occasione e l’ho inserito subito in squadra, facendolo debuttare. Era già un ragazzo speciale, con qualità eccezionali, era uno di quei giovani tennisti, come Hewitt, che promettevano molto bene. C’era un gruppo di giocatori dalle ottime capacità e lui ne faceva parte. Oggi, sappiamo tutti come è continuata la storia.
    Federer tornerà in campo a gennaio 2021. Pensi possa essere l’ultima stagione del “King”?Il programma è questo. Ha deciso di prendersi tutto il tempo necessario per risolvere il suo problema al ginocchio. Quello che stupisce positivamente è il suo spirito, rimasto sempre quello di un ragazzino: Roger ha ancora una voglia incredibile di giocare, di girare il mondo, di competere, di sacrificarsi. Tuttavia, lo spirito deve essere sostenuto dal fisico. L’incognita è proprio questa, ovvero se il fisico lo sosterrà. Il prossimo anno Federer compirà 40 anni. Nelle ultime partite che ha giocato, lo svizzero ha dimostrato di esserci ancora. Lui vuole esattamente questo: continuare a giocare e ottenere nuovi risultati. Nel momento in cui si accorgerà di non essere più competitivo, sentirà di non avere più le forze e le energie necessarie, allora smetterà di giocare. Purtroppo, quel momento non è poi così lontano.
    A fine carriera, chi tra Djokovic, Nadal e Federer avrà collezionato più Slam?Se prendiamo in considerazione l’età e ciò che sta succedendo nell’ATP, direi che Djokovic e Nadal siano i due tennisti con più probabilità di superare Federer, Novak in particolare, soprattutto se ci riferiamo soltanto ai risultati degli Slam. E’ difficile immaginare che Federer possa ancora riuscire a vincere altri Slam. In realtà dicevamo così anche nel 2017, ma adesso ci sono tre anni in più a fare la differenza.
    Da commentatore, cosa pensi di questo finale di stagione, denso di appuntamenti e con un calendario stravolto a causa dall’emergenza sanitaria? Gli US Open sono a rischio. Se si giocassero, potrebbero registrare molte assenze a causa dei successivi appuntamenti su terra?Se si giocherà a New York, sicuramente ci saranno delle defezioni. E’ molto probabile che giocatori importanti non partecipino. Il sistema di classifica modificato, poi, permetterebbe a Nadal di rinunciare al torneo, poiché lo spagnolo manterrebbe i punti totalizzati lo scorso anno. Per questo, credo che il programma stravolto in questo modo sia una forzatura, che ha il solo intento di far perdere meno soldi ai tornei. Spostamenti di date, raggruppamento di tornei collocati uno dopo l’altro danno vita ad un programma difficile e affollato. Una cosa è certa: nessun tennista giocherà tutto, poiché significherebbe giocare Cincinnati, Us Open, Madrid, Roma e Parigi uno dietro l’altro. Una cosa pazzesca. Ci saranno tornei, al di là delle defezioni, con tabelloni meno forti, che daranno più spazio a giocatori di seconda fascia, pronti ad approfittare della situazione per conquistare classifica. Inoltre, mi aspetto infortuni, poiché non sarà possibile passare dal giocare sul cemento alla terra di punto in bianco, come se non ci fossero difficoltà. La finale di New York, poi, si giocherebbe nello stesso giorno d’inizio del torneo di Madrid. E’ una follia, un pericolo per molti giocatori. Un calendario più diluito sarebbe stato più auspicabile. Tuttavia, il tennis è un business e gli organizzatori dei tornei premevano tantissimo affinché si disputassero. Anche le ATP Finals si giocheranno, con la nuova regola, ed è quasi già stabilito che ci saranno gli stessi tennisti dello scorso anno, a meno che qualcuno non migliori i suoi stessi risultati superando chi lo precede. La qualificazione al Master avviene in base ai risultati ottenuti da marzo 2019 a oggi. Lo stesso Berrettini avrà la possibilità di giocarsi le ATP Finals, un’occasione fantastica per lui, anche se tutto ciò credo che non sia poi così giusto da un punto di vista sportivo. Ma, come dicevo prima, il tennis è anche business: si vuole il cartello importante alle Finals, quindi è fondamentale per gli sponsor avere i più forti nel torneo.

    C’è un giovane giocatore italiano che promette particolarmente bene?Io seguo molto gli svizzeri, ma credo che di italiani promettenti ce ne siano tanti: Musetti è molto bravo, Sinner promette davvero bene, ha la mentalità giusta, anche Sonego ha un buon carattere, un buon spirito. Sono giocatori in evoluzione, che si stanno definendo. Per ciò che riguarda le nuove promesse della Svizzera, ci sono tre, quattro tennisti classe 2003 molto interessanti. LEGGI TUTTO

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    Nicolas Mahut e John Millman sparano a zero su Piquè

    Nicolas Mahut e John Millman, due tennisti che hanno rappresentato le loro squadre nella prima edizione del nuovo format delle Finals di Coppa Davis, hanno criticato fortemente il modo veloce in cui l’avvenimento è stato annullata mesi prima che si svolgesse, nonostante il fatto che ci sarà il tennis nella stessa sede, a Madrid, due […] LEGGI TUTTO

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    L’Equipe svela perchè la Davis è stata cancellata. Solo un motivo economico. Lo scorso anno persi 50 milioni di euro. I Kosmos di Piqué risparmieranno 18 milioni cancellando la Davis

    E’ una delle domande del momento nel tennis mondiale: perché Gerard Piqué e i suoi Kosmos sono stati così veloci ad annullare le Finals di Coppa Davis 2020, quando sono previste solo a novembre a Madrid (la città che ospiterà un altro evento tennistico a settembre)? Il giornale francese “L’Equipe” offre una spiegazione molto interessante […] LEGGI TUTTO