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    Da Rovereto: Alexey Vatutin, il cavaliere solitario di Russia

    Alexey Vatutin – Foto Stefano Eccel

    A 32 anni e con quasi 900 match sulle gambe, Alexey Vatutin continua a inseguire i suoi obiettivi nonostante viaggi da solo e non riesca a tornare a casa da tre anni a causa dell’isolamento della Russia. “La solitudine può essere noiosa, ma ormai sono abituato”. Prizmic vince il derby croato ed estromette il n.1 Coric.
    Due fettine di carne con patate, accompagnate da un piatto d’insalata. Erano le 16.30 quando Alexey Vatutin si concedeva un ibrido tra pranzo e cena dopo aver battuto Daniel Masur col punteggio di 6-2 7-5, approdando ai quarti del Trofeo Perrel-FAIP di Rovereto (120.950€, Mapei). In piena solitudine. Forse gli pesa, perché ha invitato il cronista a sedersi al tavolo con lui, affermando che non c’era bisogno di aspettare che finisse di mangiare. “Ad essere onesto sono quasi sempre da solo quando giro per i tornei – racconta – quando ero top-200 ATP ho fatto qualche settimana con il coach, ma nella maggior parte dei casi viaggio in solitudine. È più facile permettersi qualcuno quando sei giovane o hai alle spalle una federazione che, tra contratti e budget importanti, mette a disposizione allenatori, preparatori e fisioterapisti. Se non hai un sostegno di quel tipo è difficile avere un coach tutte le settimane, perché il giocatore deve sostenere tutte le spese, dai voli a tutto il resto. È molto costoso, soprattutto oggi. Mi piace stare da solo, spesso mi rende la vita più facile, a volte è noioso ma ormai ci sono abituato. Per me, comunque, è ok”. Ed è ok anche il momento che sta vivendo: si è presentato in trentino da numero 340 ATP e da qualche mese sta raccogliendo diverse vittorie. L’ultima, come detto, è arrivata contro Masur al PalaBaldresca. “Ci avevo giocato due volte e avevo sempre perso, inoltre lui è piuttosto forte sul cemento indoor. Nel primo ho giocato molto bene, nel secondo ho avuto varie chance di brekkarlo e quando ce l’ho fatta (5-4 e servizio, ndr) mi sono fatto riprendere. Poi l’ho brekkato di nuovo e nell’ultimo game mi sono innervosito. Dal 40-0 mi sono ritrovato 40-40, per fortuna ho trovato un modo per spuntarla”.
    NIENTE RUSSIA DA TRE ANNINei quarti se la vedrà con August Holmgren, che durante il suo match effettuava un’intensa seduta di allenamento con Martin Landaluce. Ma la storia di Vatutin, soprattutto quella recente, merita di essere raccontata. Quando gli chiediamo qual è l’aspetto più difficile di essere cittadino russo in questo periodo, risponde senza esitazione. “Non torno a casa da due anni e mezzo. Anzi, ormai sono tre. L’ultima volta che sono stato a trovare i miei genitori a Volgograd risale al dicembre 2021. Avrei la possibilità di farlo, ma è molto complicato: costa molto ed è difficile organizzare il viaggio. Da quando è iniziato il tutto ho visto i miei genitori soltanto due volte, l’ultima due anni fa a Istanbul. Abbiamo trovato una soluzione intermedia e abbiamo trascorso una settimana in compagnia. Da allora non li vedo più. Prima stavo in Germania, adesso faccio base in Francia, a Cannes. Ma sono abituato anche a stare lontano da casa: anche prima ci tornavo 1-2 volte all’anno, per un paio di settimane”. Toccare certi argomenti può essere delicato, ma Vatutin non si scompone neanche quando si tocca lo spinoso tema delle mancate strette di mano tra le tenniste ucraine e quelle russe e bielorusse. “Capita di parlarne con altri giocatori – racconta – posso capirle, perché se stringono la mano a russe o bielorusse la stampa ucraina si scatena e porta la gente a odiarle. Il fenomeno è più diffuso tra le donne perché sono più combattive tra loro, per natura. Tra uomini siamo più rilassati, parliamo tranquillamente e comprendiamo la situazione. Posso dire che per noi russi non c’è problema”. Vatutin è un tipo riflessivo – non potrebbe essere altrimenti, trascorrendo molto tempo in solitudine – e anche sul campo trasmette questa sensazione. Non essendo un gigante (è alto 178 centimetri), il suo gioco si fonda su due gambe molto rapide e una certa intelligenza tattica. “Il mio idolo è sempre stato Nikolay Davydenko. Ho anche lavorato con suo fratello Edouard. Quando avevo 18 anni mi sono spostato in Germania e mi sono allenato con lui per 3-4 anni, fino al suo ritiro. Avevo anche una grande ammirazione per David Nalbandian, credo che lui e Kolya avessero i migliori rovesci a due mani del circuito. Nel 2006 li ho visti giocare uno contro l’altro nella finale di Coppa Davis tra Russia e Argentina, a Mosca”.
    VOGLIA DI LAVORARENumero 136 ATP nel luglio 2018, Vatutin ha ritrovato una dinamica positiva dopo un periodo difficile. “L’anno scorso ho avuto la pubalgia e mi sono strappato i legamenti, dunque ho saltato quattro mesi – racconta – al rientro ho avuto qualche problema quando giocavo partite lunghe, perché il giorno dopo faticavo a muovermi al 100%. Anche quest’estate ho avuto un piccolo infortunio che mi ha bloccato 2-3 settimane, ma poi dal Challenger di Szczecin ho iniziato a giocare bene, raggiungendo la finale e poi qualificandomi al torneo ATP di Anversa. Ho battuto gente forte, sto finalmente bene e mi piace giocare sul cemento indoor”. E allora va avanti, nonostante abbia 32 anni e già 878 partite professionistiche sulle gambe (“Non lo sapevo, grazie per l’informazione”). Quando gli chiediamo dove trova la forza per andare avanti tra le difficoltà appena descritte, non ha dubbi. “Mi piace allenarmi, mi piace giocare a tennis, amo la competizione e adoro la sensazione di vedere i frutti del duro lavoro – racconta – so di avere il potenziale per giocare di nuovo le qualificazioni degli Slam e di poter battere tanti top-200 (ne ha battuti più di 40, a cui si aggiungono otto top-100, ndr): è la ragione per cui mi alleno ancora duramente. Se non avessi questa sensazione non avrebbe senso andare avanti, ma visto che ce l’ho… perché no?”. E allora viene spontaneo domandarsi dove può portarlo, questa sensazione. “Vedremo. Di sicuro vorrei tornare a giocare gli Slam, magari raggiungere il traguardo dei top-100 ATP. Il problema è che giocando questi tornei è dura: con i quarti a Rovereto ho raccolto 14 punti, molti meno di quanti ne potrei conquistare vincendo un ITF da 25.000 dollari, laddove è molto più semplice arrivare in fondo”. Vatutin dice il vero: il vincitore ne prende 25, il finalista 16. Sono i risultati della riforma che ha incrementato il divario dei punti tra i tornei ATP e i Challenger per valorizzare la qualità delle vittorie. La ratio è comprensibile, ma in questo modo è diventato complicatissimo entrare tra i top-100 giocando soprattutto i Challenger. “Ma io non ho un numero in testa. Sono concentrato sul mio gioco. Vedremo dove mi porterà” conclude Vatutin, prima di dedicarsi finalmente al suo pasto. I piatti saranno ormai diventati freddi, ma lui sorride e accetta le scuse.
    VA FUORI IL N.1 CORIC: DERBY CROATO A DINO PRIZMICLa partita più combattuta del torneo, per certi versi la più bella, potrebbe aver simboleggiato un passaggio generazionale nel tennis croato. Il giovane Dino Prizmic (classe 2005) ha superato l’esperto Borna Coric, estromettendo la testa di serie numero 1 dal Challenger di Rovereto. I due si sono scambiati “sberle” per 2 ore e 40 minuti davanti a diverse centinaia di appassionati che hanno affollato il PalaBaldresca nonostante la contemporaneità dei singolari di Italia-Argentina di Coppa Davis. Coric e Prizmic possiedono un tennis molto simile, quasi fotocopia, fondato su estrema solidità e una condizione atletica perfetta, senza lasciare troppo spazio allo spettacolo. Sarebbe facile dire che ha vinto il più giovane (e dunque più fresco), ma la verità è che il match si è deciso sui dettagli. Dopo un primo set in cui Prizmic sembrava superiore, Coric ha trovato la misura dei suoi colpi e si è aggiudicato il secondo. Enorme battaglia nel terzo, quando il treno buono per l’ex n.12 ATP è passato sul 3-2 in suo favore e 0-40 sul servizio di Prizmic. Lì il baby di Spalato ha dato il massimo, schivando il pericolo con coraggio. Sul 5-5 ha sigillato il break decisivo in modo spettacolare: sul 30-40, Coric ha tentato un coraggioso serve and volley, ma le due volèe non sono state incisive. Il secondo passante ha scatenato l’urlo di Prizmic, poi bravo a chiudere col punteggio di 6-3 4-6 7-5. Sarà lui l’avversario di Francesco Maestrelli nella Night Session di venerdì (non prima delle 19.30). Di certo, dopo una stagione in cui ha saltato quattro mesi complessivi (peraltro in due periodi diversi), la sua freschezza atletica sembra quasi strabordante. Grinta e motivazione, poi, fanno parte del pacchetto.
    Center Court – ore 13:00Martin Landaluce vs Geoffrey Blancaneaux Oleg Prihodko vs (2) Luca Nardi Alexey Vatutin vs August Holmgren (Non prima 17:00)Prizmic Dino vs Francesco Maestrelli (Non prima 19:30)
    Court 1 – ore 14:00Jakob Schnaitter / Mark Wallner vs Theo Arribage / Francisco Cabral N.Sriram Balaji / Rithvik Choudary Bollipalli vs Oleg Prihodko / Jelle Sels LEGGI TUTTO

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    Da Rovereto: La ripartenza di Maestrelli, (quasi) senza social

    Francesco Maestrelli ITA, 21-12-2002 – foto Stefano Eccel

    Un successo di valore contro Michael Agwi spinge Francesco Maestrelli nei quarti di finale. Il pisano è in una fase importante della sua carriera: trovato l’amalgama con coach Galuppo, si è allontanato dai social media evitando inutili pressioni esterne. KO il roveretano Giovanni Oradini.
    Testa bassa e pedalare. Non lo dice esplicitamente, ma è la filosofia che accompagna questa fase della carriera di Francesco Maestrelli. La storia è nota: autore di una spettacolare cavalcata nel 2022, quando abbandonò l’anonimato facendo irruzione tra i top-200 ATP, negli ultimi due anni si è un po’ fermato. Il 2024 non è stata una stagione troppo soddisfacente. Lo dice serenamente, sia pure con la soddisfazione di aver centrato i quarti al Trofeo Perrel-FAIP di Rovereto (120.950€, Mapei) al termine di una bella partita contro il rampante Michael Agwi. Oltre due ore e mezza in cui – a proposito di metafore calcistiche – il pisano ha pedalato parecchio per contenere gli attacchi dell’avversario. Alla fine ha avuto ragione lui, col punteggio di 7-6 6-7 6-2. “Complimenti ad Agwi, credo che crescerà molto. Ha doti e colpi di primissimo piano, inoltre mi sembra un bravo ragazzo. Gli auguro il meglio. Proprio in virtù della sua bravura è stata una partita difficile: ho avuto le mie chance per chiuderla prima, ma mi sono fatto prendere dalla tensione. Dopo il tie-break del secondo si era complicata, ma sono stato bravo a non andare via di testa e restare focalizzato sul match. Ha pagato” dice il numero 284 ATP, che nel secondo set era stato per due volte avanti di un break, ma ha finito col perderlo. Però ha avuto la tenacia di raccogliere uno dei migliori risultati stagionali. Venerdì sfiderà il vincente di Coric-Prizmic, ottima chance per giocare una partita di alto livello. Qualche mese fa, Maestrelli diceva che l’obiettivo stagionale era giocare tante buone partite, senza guardare troppo i numeri. “In parte ci sono riuscito, in parte no – ammette – ho avuto diversi periodi in cui non ho avuto l’atteggiamento e la mentalità giusta per crescere. Quindi in parte non ce l’ho fatta, ma è inutile piangere sul latte versato: non mi resta che lavorare, sono contento del finale di stagione e voglio che non sia una casualità. Anzi, voglio che uscire dalle difficoltà diventi un mio punto di forza”.
    L’UMILTÀ DI TORNARE NEGLI ITFDa ormai un anno, al suo fianco c’è coach Giovanni Galuppo, presente anche al CT Rovereto. “Abbiamo avuto un periodo di adattamento, ci siamo dovuti conoscere – racconta Maestrelli – come tanti, anch’io ho una personalità un po’ complessa. Il consiglio più prezioso che mi ha dato è quello di mettere tutta la forza che ho in ogni partita, senza guardare il risultato. Io devo lavorare su ogni punto e poi si tireranno le somme. È il suggerimento che mi porto dietro anche quando la strada è in salita”. Maestrelli ha avuto il suo momento di maggiore popolarità nell’estate 2023, denunciò l’inaccettabilità degli insulti e delle minacce ricevuti dai tennisti dopo ogni sconfitta. La faccenda divenne virale, sfiorando la narrativa mainstream. Dopo oltre un anno, gli chiediamo se quel filmato ha avuto effetto, riducendo il fenomeno. “Per la verità non saprei, perché ho ridotto tantissimo l’utilizzo dei social media – dice il pisano – mi sono allontanato dal lifestyle social, concentrandomi soprattutto su me stesso. Non l’ho fatto tanto per quello, ma perché ho ritenuto giusto pensare a me, senza guardarmi attorno e magari sentirmi sbagliato per il semplice fatto di avere i miei tempi di crescita. Mi sta facendo bene, anche se ovviamente non posso cancellare del tutto i social. Fanno parte del mio lavoro e sto cercando di delegare questa parte a chi mi sta vicino”. Saggia decisione, anche perché i cosiddetti “haters” avrebbero certamente avuto da ridire sulla scelta di tornare a giocare qualche torneo ITF dopo aver giocato esclusivamente Challenger o ATP per due anni. “All’inizio ho fatto un po’ fatica ad accettarlo, non tanto il giocare a un livello più basso, quanto la scelta di doverlo fare per trovare cose che si erano un po’ perse. Non è facile vedere che fai bene qualcosa e poi sentire il bisogno di scendere al gradino di sotto, laddove ci sono meno comfort. Giocare ad alti livelli è molto meglio, credetemi. Al primo torneo ho faticato un po’, ma mi è servito. Se ci sarà bisogno lo farò ancora, con estrema umiltà. So che la priorità è lavorare duramente, non tanto i tornei che giochi”.
    NIENTE OBIETTIVIProprio in virtù di questo, non sorprende la sua prudenza al momento di parlare di obiettivi. Anzi, sembra proprio che li veda come qualcosa di distraente. “Non ho pensato molto a quale può essere un traguardo realistico per la mia carriera – racconta – perché queste cose non mi aiutano. Per carità, so di avere delle potenzialità ma non ho mai pensato a un obiettivo numerico perché distoglierebbe l’attenzione dal lavoro quotidiano. Semplicemente vorrei arrivare a fine carriera sapendo di aver dato il massimo. In quel caso sarò contento a prescindere e non avrò rimpianti”. Il 2025 dirà se la filosofia ha pagato, ma un mini-traguardo è forse giusto fissarlo: arrivare a giocare e qualificazioni degli Slam. Il prize money di Mastrelli nel 2024 è di circa 100.000 dollari lordi, ma al netto di tasse e spese c’è da credere che non gli sia rimasto molto. E quando gli chiediamo qual è il montepremi necessario per non avere troppi pensieri, risponde senza esitazione. “La differenza sta nel giocare almeno le qualificazioni dei quattro Slam – dice sicuro – se ci riesci puoi investire su te stesso e su chi ti sta a fianco, con una certa tranquillità. Questo, ovviamente, se sei in grado di gestirti bene”. Sarà uno dei prossimi step, anche se c’è un altro a cui tiene moltissimo: il suo Pisa, primo in Serie B. “Sono molto superstizioso e quando me lo chiedono resto in silenzio e faccio gli scongiuri. È lunghissima, ma ho fiducia in Pippo Inzaghi. Non ho vissuto gli anni di Romeo Anconetani, ma me li hanno raccontati e pare sia stato un bel vedere. Speriamo di riviverlo”. I suoi impegni gli impediscono di andare allo stadio con la frequenza di qualche anno fa, ma quando gli chiediamo se trova il tempo per guardare le partite, quasi ci fulmina con lo sguardo: “Certo, non scherziamo! E le guardiamo anche con tanta tensione…”. Chissà che non siano proprio i nerazzurri a dargli ulteriore carica…
    ORADINI ELIMINATO, AVANZA LANDALUCENon è bastato nemmeno il simpatico striscione con scritto “Curva Oradini” a spingere Giovanni Oradini al successo contro Alexey Vatutin. Il russo non ha un tennis appariscente, ma sa mettere l’avversario in condizione di sbagliare. Se non si possiede un colpo-killer, dunque, è difficile batterlo. È la sintesi che spiega il 6-2 6-4 per il russo, anche se Oradini può recriminare per l’ultimo game: brekkato sul 4-4, nel gioco successivo si è trovato 0-40 sul servizio di Vatutin, ma non ha sfruttato le chance. Rimpianti per la terza, una risposta di dritto scaraventata in rete su una morbida seconda palla. Sarebbe stata comunque difficile per “Giò”, sostenuto a gran voce dagli amici di sempre e da tanti concittadini. Il roveretano ha perso anche in doppio, in coppia con quel Geoffrey Blancaneux che è nei quarti in singolo (ha superato Zapata Miralles) ed è suo compagno di squadra in Serie A1, con i colori dell’ATA Battisti Trento. I due saranno impegnati domenica a Roma per una delicata gara di ritorno dei play-out dopo il 3-3 di domenica scorsa. Mentre si registra l’eliminazione a sorpresa di Raphael Collignon (reduce dal successo a Lione), prosegue la corsa di Martin Landaluce, sempre più “stellina” di questo torneo. Il madrileno ha superato 6-2 7-5 il francese Kyrian Jacquet, peraltro autore di una buona prestazione. Ancora una volta, Landaluce ha dato l’impressione di avere una cilindrata superiore rispetto ai suoi avversari. Dopo aver dominato il primo set, si è un po’ disunito quando ha servito per il match sul 5-4, ma ha avuto la capacità di strappare nuovamente il servizio al suo avversario nell’undicesimo game. Con questo successo, lo spagnolo mantiene vive le speranze di qualificarsi in extremis per le Next Gen Finals di Jeddah: in questo momento è in nona posizione, con una ventina di punti di svantaggio rispetto all’americano Nishesh Basavareddy, in questi giorni impegnato al Challenger di Puerto Vallarta.
    Il programma di domaniCenter Court – ore 12:30Oleg Prihodko vs Luka Mikrut Daniel Masur vs Alexey Vatutin Borna Coric vs Dino Prizmic (Non prima 17:00)Max Hans Rehberg vs Luca Nardi (Non prima 19:30)
    Court 1 – ore 12:30Francesco Maestrelli / Samuel Vincent Ruggeri vs Theo Arribage / Francisco Cabral N.Sriram Balaji / Rithvik Choudary Bollipalli vs Filippo Romano / Stefano Travaglia Milos Karol / Vitaliy Sachko vs Jakob Schnaitter / Mark Wallner Oleg Prihodko / Jelle Sels vs Filip Bergevi / Johannes Ingildsen LEGGI TUTTO

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    Da Rovereto: Michael Agwi, United Colors of Tennis (con il programma di domani)

    Michael Agwi – Foto Stefano Eccel

    Mamma ucraina, padre nigeriano, passaporto irlandese e formazione tedesca: è l’affascinante mix di Michael Agwi, uno dei giocatori più migliorati del 2024. A Rovereto sta mostrando un tennis un po’ acerbo ma – potenzialmente – dirompente. “Non devo farmi prendere dal panico. Da bambino giocavo a calcio, ma poi…”. Arnaboldi vince il derby con Jacopo Berrettini e “punta” l’Australian Open.
    Ci sono scommesse sicure, predestinati la cui strada verso il successo sembra segnata. Per esempio, Martin Landaluce. Ma ci sono altre storie, ancora più affascinanti, perché arrivano dal nulla o giù di lì. Chi ha visto giocare per la prima volta Michael Agwi al Trofeo Perrel-FAIP di Rovereto (120.950€, Mapei) avrà strabuzzato gli occhi. Potente, brillante, completo… Com’è possibile che sia soltanto numero 423 ATP e abbia dovuto giocare le qualificazioni? Le risposte si trovano tra le pieghe della partita contro Enrico Dalla Valle, gestita con una certa comodità per un set e mezzo, ma che poi si è complicata maledettamente, tra matchpoint annullati ed errori grossolani. Alla fine l’irlandese l’ha spuntata col punteggio di 6-1 6-7 6-3 e sarà l’avversario di Francesco Maestrelli al secondo turno (match inaugurale di mercoledì, alle 10). Per lui è soltanto la seconda apparizione nel main draw di un ATP Challenger: anche se il 2024 è stata la stagione della svolta si vedono alcune scorie dell’anno scorso, quando si era prefissato di entrare tra i primi mille e aveva fallito l’obiettivo. Quest’anno ha vinto quattro titoli ITF e ha scalato settecento posizioni. “Ho giocato molto bene nei primi due set, ma al momento di chiudere ho iniziato a pensare troppo, e ho improvvisamente perso la prima di servizio – racconta Agwi – la concretezza al momento di chiudere le partite è qualcosa su cui devo lavorare. Ho avuto problemi di questo tipo anche la scorsa estate, quando ho giocato in Bundesliga con il mio club di Berlino. Però, nel complesso, ho giocato molto bene”. Vero. Alto, slanciato, potente, ha tutto per diventare un grande giocatore. Davvero.
    BASTA PANICOE poi è aiutato da un affascinante incrocio di razze, svelato direttamente da lui. “Mia madre è ucraina, mio padre è nigeriano. Lui studiava in Ucraina e si sono conosciuti lì. Poi si sono trasferiti in Irlanda per lavoro, io sono nato a Dublino ma quando avevo un anno si sono spostati in Germania, a Berlino. Questa è la storia”. In effetti Michael parla con un accento tedesco abbastanza marcato e afferma di parlare bene il russo, oltre a provare a imparare l’ucraino. Un mix affascinante, che potrebbe anche attirare parecchi sponsor. Michael è accompagnato a Rovereto dalla madre Olga, a cui è legatissimo (“Ha lavorato di notte negli hotel per permettermi di giocare”), e sta provando a metterci del suo. Quest’anno ha compiuto un salto di qualità impressionante: “Credevo di poter giocare bene già due anni fa, ma adesso è cambiato qualcosa nella mia mente – racconta deciso – adesso ho più fame di vincere, sono più concentrato e aggressivo: questo non significa che riuscirò a giocare tutti i punti al 100%, ma che lotterò su ogni palla. Inoltre voglio imparare a gestire le sconfitte. Faccio tutto meglio rispetto al passato, ma c’è ancora tanto da migliorare. Lo vedo a ogni partita, oggi sono andato nel panico quando era il momento di chiudere, anche nel terzo set. Devo migliorare ancora”. I tornei Challenger sono la linea di passaggio ideale per capire come funziona il tennis “vero”. Agwi se ne sta accorgendo, perché ha le idee chiare sulle differenze con il circuito ITF: “A questo livello tutti sfruttano le loro chance – racconta – se arriva una palla lenta o corta, tutti attaccano senza esitazione. Non c’è spazio per errori, come si è visto nel secondo set. Sicuramente è più dura, anche perché c’è un enorme livellamento: non c’è molto gap tra le teste di serie e tutti gli altri”.
    TENNISTA GRAZIE… A UN DENTE ROTTONonostante abbia appena 21 anni, ha già imparato ad ascoltare il suo corpo ed evita di andare in overtraining. Quando si allena presso il suo club, il Blau Weiss Berlino, segue ritmi non maniacali: “Cerco di lavorare dalle 2 alle 4 ore al giorno, mi dedico alla preparazione atletica tre volte alla settimana e mi tengo sempre un giorno di riposo. Più in generale, cerco di adattare l’allenamento al mio fisico. Provo ad assecondare le mie sensazioni”. Idoli veri e propri non ne ha avuti, anche se ha ammesso di amare allo stesso modo i Big Three: “Quando ero piccolo guardavo soprattutto Federer, amo la mentalità di Nadal e adoro le capacità e le abilità di Djokovic”. E pensare che da ragazzino poteva diventare un calciatore. “All’età di 7 anni mi sono dedicato al calcio, ma poi per colpa di qualcun altro mi sono rotto un dente, così mia madre mi ha detto di concentrarmi sul tennis”. La passione per il calcio gli è rimasta nel tifo, poiché sostiene il Barcellona (“Grazie a Lionel Messi”) e il Borussia Dortmund (“Per via di Marco Reus”). Ma il calcio ha lasciato spazio a un’avventura molto affascinante, che potrebbe vivere pagine molto, molto intriganti. E Rovereto potrebbe essere il luogo dei primi capitoli, delle prime storie dell’avventura di Michael Agwi.
    ARNABOLDI “VEDE” L’AUSTRALIAN OPENIl primo derby italiano di giornata è andato a Federico Arnaboldi, bravo a superare Jacopo Berrettini in una partita molto combattuta. Il lombardo aveva una motivazione extra, poiché Rovereto rappresenta – molto probabilmente – l’ultima occasione per incamerare punti per giocare le qualificazioni dell’Australian Open. “Con Jacopo avevo già giocato due volte in tornei ITF e di recente in Serie A2, ma sempre sulla terra battuta – racconta Arnaboldi – oggi era tutto diverso, e il suo tipo di gioco poteva darmi fastidio dalla parte del rovescio. Sono contento di come l’ho gestita, perché su questi campi a volte la palla rimbalza e in altre occasioni scivola. Sono abbastanza soddisfatto, ho avuto un piccolo calo a inizio secondo set, ma il terzo l’ho giocato piuttosto bene”. Con questi 7 punti, Arnaboldi è virtualmente numero 228 ATP. Il margine per andare a Melbourne (e assicurarsi il relativo prize money) è risicato, quindi sarà molto importante il match serale di mercoledì contro il danese August Holmgren. E sarebbe bello raggiungere l’obiettivo sullo stesso campo laddove, un anno e mezzo fa, perdeva contro il cugino Andrea che oggi è il suo coach (e con il quale si è divertito a giocare in doppio). “Mentre eravamo in viaggio per Rovereto ho pensato a questa coincidenza. Che dire? Lavoro con mio cugino dalla fine dell’anno scorso, per me è sempre stato un sogno lavorare con lui e direi che i risultati sono arrivati”. Con la speranza che possano migliorare ancora, per un ragazzo educatissimo e con un tennis davvero piacevole da guardare. Accede al secondo turno anche Luca Nardi. Proprio come Arnaboldi, anche il pesarese è a caccia di punti preziosi per l’Australian Open, nel suo caso per il tabellone principale. Accreditato della testa di serie numero 2, si è imposto 3-6 6-2 6-2 con un buon Giovanni Fonio, i cui gesti piuttosto ampi sono penalizzati dalla superficie veloce. Dopo un inizio lento, Nardi ha trovato la misura dei suoi colpi, offrendo anche uno spettacolo molto gradevole. Il tabellone gli è amico: a giudicare dai nomi che orbitano nella sua zona di tabellone (impoverita dal forfait di Jan Choinski per un dolore agli adduttori), la semifinale è l’obiettivo minimo.
    Center Court – ore 10:00Michael Agwi vs Francesco Maestrelli Alexey Vatutin vs Giovanni Oradini (Non prima 11:30)Bogdan Pavel / Augusto Virgili vs Milos Karol / Vitaliy Sachko Raphael Collignon vs Daniel Masur (Non prima 15:00)Martin Landaluce vs Kyrian Jacquet Federico Arnaboldi vs August Holmgren (Non prima 19:30)
    Court 1 – ore 10:00Denys Molchanov / Matej Vocel vs Theo Arribage / Francisco Cabral Filip Duda / David Poljak vs Filip Bergevi / Johannes Ingildsen Geoffrey Blancaneaux vs Bernabe Zapata Miralles (Non prima 13:00)Alexander Donski / Bruno Pujol Navarro vs Francesco Maestrelli / Samuel Vincent Ruggeri Geoffrey Blancaneaux / Giovanni Oradini vs Filippo Romano / Stefano Travaglia Marco Bortolotti / Victor Cornea vs Oleg Prihodko / Jelle Sels LEGGI TUTTO

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    Da Rovereto: Bogdan Pavel, il laureato combattuto tra singolare e doppio (con il programma di domani)

    Bogdan Pavel nella foto – Stefano Eccel credit

    Primo main draw in un torneo Challenger per il 25enne Bogdan Pavel, professionista da un anno e mezzo perché ha frequentato l’università negli Stati Uniti. Tuttavia, vorrebbe focalizzarsi sul doppio per provare a “vivere di tennis”. Le difficoltà del tennis in Romania e l’elogio del college. Esordio OK per Maestrelli: bella vittoria su Herbert.
    John Millman è uno dei personaggi più brillanti ad aver frequentato il circuito ATP. Anni fa raccontò le vicissitudini di quando era costretto a giocare i tornei minori. Utilizzò come esempio un evento ITF giocato a Pitesti, in Romania, descritta come una città non esattamente ricca. È il luogo in cui è nato e cresciuto Bogdan Pavel, nome ai più sconosciuto ma protagonista del giorno al Trofeo Perrel-FAIP di Rovereto (120.950€, Mapei). Ha ancora una modesta esperienza nel circuito internazionale, poiché ha scelto di frequentare l’università negli Stati Uniti, raccogliendo una laurea in economia. E oggi sta decidendo cosa fare della sua carriera nel tennis. Lo fa con grande lucidità dopo aver raggiunto il suo primo main draw in un torneo Challenger. D’altra parte è numero 795 ATP: con una classifica del genere è dura. “Mi sono presentato a Rovereto soprattutto per il doppio, ma poi una serie di forfait mi hanno permesso di giocare il singolare. Ho raccolto due belle vittorie, ho trovato fiducia nel mio gioco e ho vinto due belle partite. Spero di vincere ancora!” racconta dopo il 6-2 7-5 al macedone Kalin Ivanovski, ex sparring di Novak Djokovic che ha ripreso a giocare da poche settimane dopo aver perso tutto l’anno per un grave infortunio all’anca, con tanto di operazione. Avanti 6-2 2-0, il rumeno ha perso cinque giochi di fila, ha annullato un setpoint con un passante alla disperata e ha raccolto un controparziale di cinque game che ha accolto con un urlo, immortalato via smartphone dalla fidanzata Alexandra, con lui al CT Rovereto. “Il mio gioco è ancora in costruzione – racconta – avendo frequentato il college ho giocato molto sul cemento, quindi ho un buon servizio e mi piace prendere il controllo del gioco con il dritto. Ma mi piace anche palleggiare, se necessario: diciamo che mi so adattare”. Avrà bisogno di tutte queste qualità per battere Max Hans Rehberg, suo avversario al primo turno.
    SINGOLARE O DOPPIO?Pavel è intorno al numero 250 nella classifica di doppio, dunque viene spontaneo domandargli se si focalizzerà soprattutto sul doppio o se – magari in virtù delle prestazioni a Rovereto – proverà a fare qualcosa di interessante anche in singolare. “Bella domanda. In questo momento sono concentrato sul doppio per vedere fino a dove posso spingermi: se poi prendo qualche punto in singolare è un buon aiuto, soprattutto a livello economico – racconta – tra qualche mese valuterò il mio ranking: se potrò continuare a frequentare i Challenger o magari qualcosa di più continuerò con il doppio, se invece dovessi calare riprenderò a giocare con continuità il singolare, perché nei tornei ITF è durissima andare avanti, a maggiore ragione solo con il doppio. La curiosità è che quando mi alleno non faccio niente di specifico per il doppio, perché è difficile trovare qualcuno che si dedichi esclusivamente a quello. A me piace molto, amo le tattiche e le strategie. E poi se entri tra i top-100 riesci a vivere con il tennis…”. Vivere di racchette e palline è un miraggio per decine di giocatori, a maggior ragione se provengono da un Paese come la Romania. “Sono necessari tanti sacrifici. A 17 anni ho lasciato Pitesti per andare ad allenarmi a Bucarest perché non avevo più nessuno con cui allenarmi – racconta – però è dura in tutto il Paese. Ci sono sempre meno bambini che giocano a tennis perché la federazione non può garantire chissà quale supporto. Non possiamo paragonarci a Italia, Spagna, Francia… adesso le cose stanno cambiando: nel 202 abbiamo ospitato 15-16 tornei ITF, tre ATP Challenger (Pavel ha vinto il doppio a Iasi, ndr) e l’ATP 250 di Bucarest, laddove mi hanno concesso una wild card in doppio. I miei genitori, finché hanno potuto, hanno sostenuto le mie ambizioni anche se è stato tutto più facile negli anni dell’università: non dovevano preoccuparsi perché il College mi pagava tutto per nove mesi all’anno. La verità è che molti rumeni smettono perché non hanno soldi, soprattutto da junior”. Secondo Pavel, infatti, la differenza emerge soprattutto a livello giovanile: chi proviene da un Paese ricco può giocare ogni settimana, mentre i rumeni possono permettersi di uscire dal Paese una volta al mese. Se va bene. “E per me era una pressione immensa, perché sentivo l’obbligo di dover fare punti. Adesso la federazione prova ad aiutarci, soprattutto con campi gratuiti e palle a disposizione… speriamo vadano avanti così, perché è necessario trovare buoni giocatori per ispirare i giovani”.
    BENEDETTO COLLEGENei fatti, Pavel (che non ha alcun legame di parentela con Andrei Pavel, ex numero 13 ATP) fa il professionista da poco più di un anno perché ha scelto l’University of Central Florida, laddove ha rappresentato i Knights fino all’agognata laurea, ottenuta nella primavera 2023. Quando gli chiediamo se consiglierebbe il college a un giovane tennista, gli si illuminano gli occhi. In fondo era un assist, perché indossa ancora orgogliosamente la felpa della sua ex franchigia. “Al 100%. È un’esperienza che ti fa crescere come persona e come giocatore. Se a 18 anni non sei un prodigio come Sinner o Alcaraz, non vedo perché non andare – racconta – non devi pagare nulla: ti mettono a disposizione tutto, dall’equipaggiamento alle strutture, passando per ottimi coach. Io sono stato allenato da John Roddick, fratello di Andy. Maturi tanto, sviluppi il corpo, hai un’ottima educazione…è fantastico”. E pensare che lui non aveva intenzione di andarci… “Perché in Romania c’è l’idea sbagliata per cui non puoi fare il professionista se vai all’università. Invece è il contrario, puoi allenarti in condizioni perfette e ti danno tutto quello di cui hai bisogno. Certo, ti devi allenare 4 ore al giorno, fare preparazione atletica e quando hai finito devi studiare. Può essere difficile, devi saperti organizzare, io stesso ho faticato nel primo semestre, ma fa parte della crescita. E nessuno ti obbliga a restare: se vuoi andare, puoi farlo. Io sono andato a Orlando con questo spirito, e oggi posso dire che mi manca molto. I compagni diventano un po’ come una famiglia, dei fratelli aggiunti”. Ma tutto questo, oggi, è da declinare al passato. Bogdan Pavel vuole provare a vivere di tennis.
    CHE BRAVO MAESTRELLILa prima soddisfazione azzurra l’ha firmata Francesco Maestrelli, ed è un successo che vale parecchio. Il pisano ha vinto un match contro classifica e contro pronostico, battendo 7-6 6-3 uno specialista di questi campi (nonché ex vincitore del Trofeo Perrel-FAIP) come Pierre-Hugues Herbert. Il 2024 è stata una stagione complicata per il pisano: l’ha iniziata intorno al numero 220, oggi è indietro di sessanta posizioni ed è stato costretto a frequentare alcuni tornei ITF, come non gli accadeva da tempo. Un posto nelle qualificazioni dell’Australian Open è ormai un miraggio (salvo miracoli dell’ultima ora), ma affrontare la pre-season con fiducia è un obiettivo concreto, ancora più vicino dopo il 7-6 6-3 contro il francese. Un buon successo, nel quale Maestrelli ha evidenziato una maggiore propensione al gioco offensivo, concretizzata con diverse discese a rete. La scarsa fiducia è stata evidenziata dalle difficoltà nel chiudere il primo set: avanti 5-4 e 40-0 sul suo servizio, era convinto di aver chiuso il parziale con un ace, ma la tecnologia Foxtenn ha decretato che la palla era fuori, sebbene anche il francese fosse già incamminato verso la panchina. Maestrelli si è distratto, si è fatto brekkare e nel tie-break ha rischiato ancora: avanti 3-0 e poi 4-2, si è trovato in svantaggio 5-4 ma in qualche modo è riuscito a chiudere, esclamando spesso “Vamos” verso il suo angolo. Un break nel secondo game del secondo set è stato decisivo, anche se il francese ha avuto chance sia sul 2-0 che sul 4-2. Nel primo caso, Maestrelli ha cancellato la palla break con una millimetrica palla corta (corretta dal nastro), mentre nel secondo è stata sufficiente una robusta discesa a rete. La prossima settimana è iscritto al Challenger di Maia, in Portogallo, ma Rovereto potrebbe anche essere l’ultimo torneo della sua stagione. Tuttavia, per artigliare un ranking sufficiente per assicurarsi l’Australia dovrebbe vincere il titolo. Il suo prossimo avversario uscirà dal match tra Enrico Dalla Valle e Michael Agwi.
    “QUALI” SENZA GIOIE, SUPER MARTEDÌLe qualificazioni non hanno regalato posti extra ai giocatori italiani, poiché è arrivata l’eliminazione di Andrea Guerrieri e Luca Castagnola. I due avevano un compito piuttosto complicato con Vitaliy Sachko e Michael Agwi. Quest’ultimo, in particolare, sembra avere la possibilità di fare ottime cose anche nel main draw, laddove sfiderà Enrico Dalla Valle. Il match sarà il secondo nella giornata di martedì, densa di tennis: in programma dieci match di singolare, tra i quali spicca la sessione serale con Borna Coric impegnato contro Samuel Vincent Ruggeri. In campo anche due derby azzurri (Arnaboldi-Berrettini e Fonio-Nardi), senza dimenticare l’impegno di Stefano Travaglia contro Geoffrey Blancaneaux. Il programma scatterà alle 10 del mattino: l’ingresso sarà gratuito per i primi tre match sul campo centrale, poi a partire da Prizmic-Sachko potranno accedere solo i possessori dei tagliandi, acquistabili direttamente al CT Rovereto oppure prenotabili (anche per le sessioni dei giorni successivi) scrivendo all’indirizzo info@delfederico.it.
    Center Court – ore 10:00Jacopo Berrettini vs Federico Arnaboldi Enrico Dalla Valle vs Michael Agwi Stefano Travaglia vs Geoffrey Blancaneaux Dino Prizmic vs Vitaliy Sachko Giovanni Fonio vs Luca Nardi (Non prima 17:00)Borna Coric vs Samuel Vincent Ruggeri (Non prima 19:30)
    Court 1 – ore 10:00Mika Brunold vs Kyrian Jacquet Jan Choinski vs Oleg Prihodko Luka Mikrut vs Kilian Feldbausch N.Sriram Balaji / Rithvik Choudary Bollipalli vs Daniel Masur / Alexey Vatutin (Non prima 15:00)Andrea Arnaboldi / Federico Arnaboldi vs Jakob Schnaitter / Mark Wallner Bogdan Pavel vs Max Hans Rehberg LEGGI TUTTO

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    Da Rovereto: Nove azzurri all’assalto di Borna Coric

    Giovanni Oradini nella foto – Foto Stefano Eccel

    Tanti italiani nel main draw del Trofeo Perrel-FAIP, al via con le qualificazioni. Il tabellone è guidato da Borna Coric (subito opposto a Vincent Ruggeri) e Luca Nardi, entrambi a caccia dell’Australian Open. Rovereto tiferà per Giovanni Oradini, subito due derby: Arnaboldi-Berrettini e Nardi-Fonio. Occhio ai campioni del futuro: Landaluce, Prizmic e Feldbausch,
    Nove azzurri daranno la caccia all’ultimo ATP Challenger del 2024 sul suolo italiano. L’appuntamento è al Palabaldresca di Rovereto, sede della diciannovesima edizione del Trofeo Perrel-Faip (120.950€, Mapei). Nel rispetto della prassi, il primo atto ufficiale si è svolto nel tardo pomeriggio di sabato, con il sorteggio dei due tabelloni di singolare (main draw e qualificazioni). Il seeding è di primo piano, con l’ex n.12 ATP Borna Coric, testa di serie numero 1, a caccia di punti per mettere in ghiaccio l’ammissione al main draw dell’Australian Open 2025. Stesso obiettivo per Luca Nardi (n.105 ATP), che a Rovereto proverà a chiudere in bellezza una stagione di alti e bassi. Da segnalare la presenza del giovanissimo Martin Landaluce, classe 2006, uno dei più attesi della nuova generazione. Nel rispetto di una tradizione che vuole i tornei Challenger come luogo di incrocio tra “vecchio” e “nuovo”, si segnala la presenza di Pierre-Hugues Herbert, che peraltro ha vinto questo torneo (a Bergamo) nel 2016.
    ROVERETO TIFA ORADINIGli appassionati roveretani, naturalmente, faranno un gran tifo per il figlio prediletto della loro terra, quel Giovanni Oradini che è partito da Rovereto salvo poi andare a studiare negli Stati Uniti. Il trentino ha ottenuto una wild card (le altre due sono andate a Jacopo Berrettini e Francesco Maestrelli) e fa parte – come detto – di un gruppone di azzurri tutti a caccia di un obiettivo, o semplicemente di un po’ di fiducia prima di iniziare la preparazione invernale. Dando un’occhiata al tabellone, il match clou promette di essere Coric-Vincent Ruggeri, con il leader del tabellone opposto al rampante azzurro, già sparring della nazionale di Coppa Davis. Salvo sorprese, il vincitore se la vedrà con Dino Prizmic (classe 2005), altro giocatore destinato a un grande futuro. In casa Italia ci sono un paio di derby: Luca Nardi esordisce contro Giovanni Fonio, ammesso in tabellone in extremis e interprete di un tennis molto elegante, mentre la wild card Jacopo Berrettini pesca Federico Arnaboldi in un match tra due ragazzi non più giovanissimi, ma con ancora importanti margini di crescita. Match non impossibile per Oradini, impegnato contro il russo Alexey Vatutin, mentre l’attesissimo Landaluce esordirà contro l’olandese Jelle Sels.
    SCATTANO LE QUALIFICAZIONICe n’è davvero per tutti i gusti, vista anche la presenza di due giocatori “pittoreschi”: lo youtuber Jules Marie e l’ex DJ Alexander Ritschard, uno che anni fa aveva rischiato l’amputazione di un braccio (gli si era intasata un’arteria e il sangue aveva smesso di affluire). Lo show scatta già domenica con il primo turno delle qualificazioni: si parte alle 10 e sono in campo ben dieci azzurri, compreso il 15enne Pietro Bertasi, veneto che è già classificato 2.8 in Italia. Curiosamente, il tabellone è guidato da Egor Gerasimov, ex n.65 ATP e soprattutto finalista di questo torneo proprio nel 2016… contro Pierre-Hugues Herbert. Da seguire con attenzione anche il giovane svizzero Kilian Feldbausch (classe 2005), che dopo una brillante carriera junior sta ultimando la prima stagione da professionista. Curiosità anche per Michael Agwi, irlandese di origine tedesca che si trova molto a suo agio sui campi veloci. Più in generale, le qualificazioni dei Challenger meritano sempre di essere seguite perché spesso nascondono nomi destinati alla popolarità. Nel 2023, per esempio, passò quasi inosservata la presenza del cinese Yunchaokete Bu, che oggi è stabile tra i top-100 ATP. I tagliandi per accedere al Palabaldresca saranno disponibili in loco. Chi vuole avere la certezza di accedere per le fasi finali (o per qualsiasi sessione) può prenotare il proprio biglietto scrivendo all’indirizzo info@delfederico.it
    Md(1) Borna Coric vs Samuel Vincent Ruggeri Dino Prizmic vs QualifierEnrico Dalla Valle vs Qualifier(WC) Francesco Maestrelli vs (5) Pierre-Hugues Herbert
    (4) Raphael Collignon vs Daniel Masur (Alt) Alexey Vatutin vs (WC) Giovanni Oradini (WC) Jacopo Berrettini vs Federico Arnaboldi Jules Marie vs (8) August Holmgren
    (6) Martin Landaluce vs Jelle Sels Qualifier vs Kyrian Jacquet Stefano Travaglia vs Geoffrey Blancaneaux Bernabe Zapata Miralles vs (3) Alexander Ritschard
    (7) Jan Choinski vs QualifierLuka Mikrut vs QualifierQualifier vs (Alt) Max Hans Rehberg Giovanni Fonio vs (2) Luca Nardi LEGGI TUTTO

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    Challenger Rovereto: Il Tabellone Principale e di Qualificazione con il programma di domani. 20 azzurri al via tra Md e Quali

    Luca Nardi ITA, 2003.08.06

    Challenger Rovereto – Tabellone Principale – indoor hard(1) Borna Coric vs Samuel Vincent Ruggeri Dino Prizmic vs QualifierEnrico Dalla Valle vs Qualifier(WC) Francesco Maestrelli vs (5) Pierre-Hugues Herbert
    (4) Raphael Collignon vs Daniel Masur (Alt) Alexey Vatutin vs (WC) Giovanni Oradini (WC) Jacopo Berrettini vs Federico Arnaboldi Jules Marie vs (8) August Holmgren
    (6) Martin Landaluce vs Jelle Sels Qualifier vs Kyrian Jacquet Stefano Travaglia vs Geoffrey Blancaneaux Bernabe Zapata Miralles vs (3) Alexander Ritschard
    (7) Jan Choinski vs QualifierLuka Mikrut vs QualifierQualifier vs (Alt) Max Hans Rehberg Giovanni Fonio vs (2) Luca Nardi

    Challenger Rovereto – Tabellone Qualificazione – indoor hard– 1 GERASIMOV, Egor 🇧🇾 vs PAVEL, Bogdan 🇷🇴– IVANOVSKI, Kalin 🇲🇰 vs 8 GAUTIER, Alexis 🇫🇷
    – 2 PRIHODKO, Oleg 🇺🇦 vs Alt BULDORINI, Peter 🇮🇹– WC FUMAGALLI, Filiberto 🇮🇹 vs 7 KAROL, Milos 🇸🇰
    – 3 SACHKO, Vitaliy 🇺🇦 vs MARINO, Pietro 🇮🇹– CATINI, Niccolo 🇮🇹 vs 9 GUERRIERI, Andrea 🇮🇹
    – 4 FELDBAUSCH, Kilian 🇨🇭 vs Alt ROMANO, Filippo 🇮🇹– WC MOROLLI, Alberto 🇮🇹 vs 10 VISKER, Niels 🇳🇱
    – 5 AGWI, Michael 🇮🇪 vs GUTIERREZ, Oscar Jose 🇧🇷– CASTAGNOLA, Luca 🇮🇹 vs 12 LAVAGNO, Edoardo 🇮🇹
    – 6 BRUNOLD, Mika 🇨🇭 vs WC FERRARI, Gianmarco 🇮🇹– WC BERTASI, Pietro 🇮🇹 vs 11 MARTIN, Andres 🇺🇸

    Center Court – ore 10:00Oleg Prihodko vs Peter Buldorini Niccolo Catini vs Andrea Guerrieri Alberto Morolli vs Niels Visker Egor Gerasimov vs Bogdan Pavel Luca Castagnola vs Edoardo Lavagno Pietro Bertasi vs Andres Martin
    Court 1 – ore 10:00Filiberto Fumagalli vs Milos Karol Vitaliy Sachko vs Pietro Marino Kilian Feldbausch vs Filippo Romano Kalin Ivanovski vs Alexis Gautier Michael Agwi vs Oscar Jose Gutierrez Mika Brunold vs Gianmarco Ferrari LEGGI TUTTO

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    Arriva il grande tennis: Rovereto è pronta (con entry list completa)

    Luca Nardi ITA, 2003.08.06 – Foto Patrick Boren

    La sede della Provincia Autonoma di Trento ha ospitato la presentazione del Trofeo Perrel-FAIP, che quest’anno si giocherà al Palabaldresca. Un efficace lavoro di squadra tra istituzioni e privati ha permesso di mettere in piedi un torneo ancora più ricco. Capienza raddoppiata, nomi di richiamo e un desiderio non troppo velato: mantenere il grande tennis a Rovereto.
    C’è una frase che, più di tutte, rispecchia lo spirito di questa curiosa edizione del Trofeo Perrel-FAIP (140.000$, Mapei indoor). L’ha pronunciata Giulia Robol, sindaca della città di Rovereto. “Sfogliando la brochure del torneo, leggere il titolo ‘La bellezza dell’asse Rovereto-Bergamo’ mi ha appassionato. Si tratta di una collaborazione significativa e strategica, e nutro la speranza che col tempo si possa continuare e crescere. In fondo, Rovereto è la Città della Pace e dello Sport”. La storia è nota: storicamente ospitato a Bergamo, uno dei più longevi Challenger italiani quest’anno farà tappa al Palabaldresca, delizioso impianto indoor situato all’interno del Circolo Tennis Rovereto. Cresce il montepremi, cresce la categoria (da “75” a “100”), crescono le ambizioni. Il territorio ha captato l’importanza dell’evento, mettendo a disposizione l’elegante Sala Belli presso la sede della Provincia Autonoma di Trento, nel cuore pulsante del capoluogo. Un segno di grande vicinanza tra sport, istituzioni e organizzatori. La novità di questa edizione è la creazione di un vero e proprio Comitato Organizzatore, presieduto da Giovanni Laezza, il quale ha un po’ fatto gli onori di casa, ringraziando le figure chiave che hanno permesso la realizzazione di un torneo così importante. “L’assessore Roberto Failoni, Maurizio Rossini di Trentino Marketing e tutto lo staff di The Olme Sport. Il nostro compito è stato quello di riqualificare l’impianto, rispettando gli standard sempre più severi richiesti dall’ATP. Il nostro obiettivo, naturalmente, è quello di garantire la continuità del binomio tra Rovereto e il tennis”. Rovereto ha ereditato la “pesante” storia del torneo di Bergamo, ove per “pesante” si intendono i nomi di Jannik Sinner, Matteo Berrettini, Holger Rune e Jack Draper, giusto alcuni degli ex vincitori. Una storia resa possibile dalla The Olme Sport, rappresentata da Glauco Merelli. “Ero poco più che ventenne ai tempi della prima edizione, e credo di aver ricoperto qualsiasi ruolo all’interno dell’organizzazione. Quest’anno le difficoltà logistiche a Bergamo ci hanno permesso di sfruttare la splendida accoglienza di Rovereto e del Trentino. La cosa bella è che abbiamo lo stesso entusiasmo di sempre”.
    MIGLIORAMENTI STRUTTURALIEntusiasmo ribadito dal co-direttore del torneo, quel Marco Fermi che dal 2006 è il frontman del torneo e che a Rovereto condivide la direzione tecnica con Luca Del Federico. “Noi partiamo sempre dall’enorme passione per questo sport – ha detto – oltre all’esperienza nella gestione di centri sportivi”. Dopo aver ringraziato le istituzioni, dall’assessore Failoni a Michele Dorigotti, Assessore allo Sport del Comune di Rovereto (“Incredibilmente disponibile alle mie sollecitazioni”), ha sottolineato l’intervento sulle strutture. “Grazie alla seconda tribuna sul lato lungo, la capienza del campo centrale sarà più che raddoppiata, arrivando a circa 500-600 posti. Più in generale, ci siamo impegnati affinché il Circolo Tennis Rovereto – già molto bello – si rifacesse il trucco e si presentasse ancora più accogliente. Abbiamo esteso a Rovereto un’iniziativa già molto riuscita a Bergamo: invitare le scolaresche di tutta la zona nelle sessioni mattutine, in modo da coinvolgere più giovani possibili e magari intercettare nuovi iscritti per la scuola tennis del CT Rovereto”. Ha avuto un ruolo molto importante l’APT, l’azienda per il turismo di Rovereto, Vallagarina e Monte Baldo, rappresentata da Carla Costa. Oltre a ringraziare Failoni per l’entusiasmo con cui aveva accolto (“Accettando l’idea in 2 minuti”) l’arrivo del tennis a Rovereto, ha ricordato quanto lo sport possa fare bene al turismo dell’intera zona. “A Rovereto abbiamo tanti eventi, penso al Palio della Quercia, ma questo torneo può rappresentare qualcosa di davvero importante e spero che possa essere mantenuto”. La speranza di conservare il grande tennis anche in futuro è condivisa da Giulia Robol, da qualche mese sindaca di Rovereto (peraltro dopo essere stata reggente dall’autunno 2023). “A prescindere dai sindaci che si sono succeduti, Rovereto ha sempre avuto una forte vocazione per lo sport. Come amministrazione comunale, vogliamo mantenere e rendere competitivi i nostri impianti ed è quello che abbiamo fatto con la struttura del CT Rovereto. Tutto questo – ci tengo a dirlo – in collaborazione con la Provincia. Nello specifico, vediamo nei circoli tennistici non solo un luogo dove si svolge l’attività sportiva, ma anche laddove si costruiscono i rapporti giovanili e la personalità dei ragazzi. Non facciamo tutto questo per noi stessi, ma per fare in modo che il nostro territorio possa arricchire la nostra Provincia. Vediamo lo sport come uno stile di vita”.
    TENNIS PROTAGONISTA IN TRENTINOÈ poi intervenuto Roberto Failoni, Assessore all’Artigianato, Commercio, Turismo, Foreste, Caccia e Pesca della Provincia Autonoma di Trento. Una figura fondamentale, perché fu lui, circa due anni fa, a premere il simbolico tasto “play” per lo svolgimento della prima edizione. “Dissi di sì in due minuti perché è il mio costume – racconta colui che nel 2019 poté premiare Jannik Sinner, vincitore al torneo ITF di Trento subito dopo essersi rivelato a Bergamo – ci sono situazioni che necessitano risposte immediate. Il tennis ne aveva bisogno: pur essendo uno sport molto importante, era tra quelli con meno manifestazioni sul nostro territorio: noi abbiamo eventi di ogni tipo, non ci manca niente, ed è stato bello integrare la nostra offerta con un torneo così importante. Accolgo con piacere l’idea di coinvolgere le scuole, forse questa sarà una delle sfide più affascinanti. Ribadisco che abbiamo la fortuna di avere tanti impianti di qualità, dunque questa era un’occasione unica per afferrare la bellezza di questo sport. Noi ci impegneremo molto anche sotto il profilo della comunicazione: non dobbiamo più dare per scontato che la gente si informi sui giornali o in TV, ma bisogna essere molto presenti sui vari canali digital”.
    BIGLIETTERIASul piano tecnico, le indicazioni più significative sono arrivate da Marco Fermi, che ha già individuato i giocatori di maggior interesse: il parco giocatori è guidato da Borna Coric e Lucas Pouille, gente che in tempi recenti ha flirtato con i top-10 del tennis mondiale (e nel caso del francese c’è anche entrata). “Nel rispetto dell’importante tradizione di Bergamo, avremo un tabellone che mischierà giocatori d’esperienza e giovani in grande ascesa: segnalerei i nomi di Martin Landaluce, spagnolo classe 2006, e Dino Prizmic, croato del 2005 che la scorsa settimana ha fatto grandi cose a Bratislava”. Per adesso, l’Italia schiera Luca Nardi e – con ogni probabilità – Stefano Travaglia, ma gli organizzatori hanno a disposizione tre wild card per provare a migliorare ulteriormente la forza del torneo: in questi giorni sono in corso contatti con alcuni nomi di grande prestigio.”Tra i quattro inviti per le qualificazioni, naturalmente, avremo un occhio di riguardo per i giocatori locali, in modo da dare loro la possibilità di vivere un’esperienza nel professionismo”. L’evento scatterà domenica 17 novembre con le qualificazioni, mentre i primi incontri del main draw sono previsti per il pomeriggio di lunedì 18 novembre. Sabato 23 si giocheranno le semifinali del singolare e la finale del doppio, mentre domenica 24 il gran finale scatterà alle 14. L’accesso all’impianto – anche per ragioni di capienza – sarà possibile con l’acquisto del biglietto d’ingresso sin dal primo giorno. I dettagli sono indicati sul sito del torneo, www.roveretochallenger.it: i tagliandi si potranno comunque acquistare in loco, oppure essere prenotati scrivendo all’indirizzo info@delfederico.it.
    (Clicca per vedere l’entry list) Challenger Rovereto (MD) Inizio torneo: 18/11/2024 | Ultimo agg.: 09/11/2024 14:36Main Draw (cut off: 188 – Data entry list: 30/10/24 – Special Exempts: 0/0)

    Alternates LEGGI TUTTO

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    L’Australian Open si conquista a Rovereto

    Luca Nardi al Trofeo Perrel-FAIP 2022 – Foto Antonio Milesi

    Tre top-100 e nomi di primissimo piano impreziosiscono l’entry list del Trofeo Perrel-FAIP. Borna Coric e Lucas Pouille guidano un parco giocatori in cui spicca il baby-fenomeno Landaluce e giocatori dal gran passato come Herbert, Djere e Kukushkin: l’obiettivo di tutti è il main draw dell’Australian Open. L’Italia punta su Luca Nardi.
    Un ex vincitore di un Masters 1000, un ex top-10 (nonché ex semifinalista Slam) e un paio di baby fenomeni: il parco giocatori del Trofeo Perrel-FAIP di Rovereto (140.000$, indoor) si presenta così, nel migliore dei modi, mantenendo la tradizione del torneo di Bergamo e migliorando l’entry list della prima edizione del torneo del Palabaldresca, che nel febbraio 2023 non aveva avuto neanche un top-100. Quest’anno ce ne saranno almeno tre, e i due giocatori di più alta classifica si possono definire “top di gamma” per un evento Challenger. A guidare l’entry list c’è Borna Coric, classe 1996 ed ex numero 12 ATP, uno che soltanto due anni fa vinceva il Masters 1000 di Cincinnati. Il croato sarà a Rovereto per assicurarsi un posto in tabellone all’Australian Open 2025, stesso obiettivo di Lucas Pouille. Il francese è appena rientrato tra i top-100 ATP dopo un periodo complicato, ma a trent’anni è convinto di poter fare ancora qualcosa di importante. Stiamo parlando di un giocatore che soltanto pochi anni fa raggiungeva la semifinale all’Australian Open (quando era allenato da Amelie Mauresmo), oltre a vantare un quarto allo Us Open, con tanto di vittoria contro Rafael Nadal. Tra l’altro si tratta di un giocatore molto completo, di tipica scuola francese, bello e spettacolare da vedere. Chiude il trio dei top-100 ATP il britannico Jacob Fearnley, una delle storie più belle del 2024. Diventato professionista dopo la lunga militanza all’università americana, in poco più di tre mesi è entrato tra i top-100 a suon di vittorie nel circuito Challenger (e con l’esperienza di un match a Wimbledon contro Novak Djokovic). Classe 2001, è coetaneo di quel Jack Draper che l’anno scorso vinceva il Trofeo Perrel-FAIP e oggi è tra i top-15. I due hanno avuto un percorso molto diverso, ma chissà che questo torneo non possa lanciare Fearnley proprio come aveva fatto il connazionale.
    LANDALUCE, LA STELLA DEL FUTUROGli occhi saranno puntati sul giovanissimo spagnolo Martin Landaluce, uno dei giovani più promettenti del circuito. Classe 2006, sembra destinato a essere la più credibile spalla di Carlos Alcaraz negli anni a venire. Quest’anno ha scalato circa 300 posizioni e di recente ha vinto il ricco Challenger di Olbia. A proposito di giovani, ci sarà anche il croato Dino Prizmic, classe 2005, che è sceso al numero 380 dopo che l’anno scorso – ancora in età da tornei junior – era salito in 155esima posizione. Quest’anno aveva iniziato qualificandosi per l’Australian Open, poi un infortunio lo ha bloccato per oltre due mesi e il rientro non è stato facile. Adesso è in risalita, come dimostrato qualche settimana fa con la semifinale a Mouilleron le Captif, e vede in Rovereto la possibilità giusta per risalire. Come spesso accade nei tornei Challenger, c’è un affascinante mix tra giovani e tennisti esperti. Quest’ultima categoria è rappresentata dal pluridecorato Pierre-Hugues Herbert. Non solo è stato uno dei migliori doppisti degli ultimi 20 anni, ma è anche un antico vincitore del Trofeo Perrel-FAIP: si impose nel 2016, successo che diede il via a una scalata che qualche anno dopo lo avrebbe portato al numero 36 nella classifica ATP di singolare. Un giocatore d’altri tempi, il cui serve and volley è sempre un piacere da osservare. In campo anche Laslo Djere, uno che è stato numero 27 del mondo e vanta due titoli ATP, compreso il “500” di Rio de Janeiro, senza dimenticare l’eterno Mikhail Kukushhkin, classe 1987 e ancora molto competitivo. Il francese, il serbo e il kazako fanno parte di quel gruppetto di giocatori non troppo distanti dalla centesima posizione ATP, che rappresenterà la linea di confine per l’ammissione diretta all’Australian Open. Tutti hanno scelto Rovereto perché saranno assegnati gli ultimi punti per delineare la classifica di fine anno, quella valida per l’entry list di Melbourne. Questo garantirà motivazione, impegno e spettacolo al pubblico trentino.
    LUCA NARDI PER RILANCIARSIIn Casa Italia, l’attesa è soprattutto su Luca Nardi. Il talentuoso pesarese aveva incantato tutti a inizio anno, con la prestigiosa vittoria contro Novak Djokovic a Indian Wells e la successiva vittoria a Napoli, poi si è un po’ perso. Attualmente è numero 102 ATP e punta a ritrovarsi. Uno col suo tennis può rendere ovunque, anche sul tappeto Mapei che sarà allestito presso il CT Rovereto. Dovrebbe essere ammesso in tabellone anche l’esperto Stefano Travaglia, che si sta rilanciando da quando è seguito da coach Gipo Arbino, e forse può nutrire qualche speranza di ammissione anche Federico Arnaboldi, motivatissimo perché anche lui a caccia di un posto all’Australian Open (in questo caso per le qualificazioni). Nel febbraio 2023, il lombardo perse contro il cugino Andrea che oggi gli fa da allenatore in quella che – potenzialmente – può essere davvero una bella storia. Ma i tornei Challenger sono belli soprattutto per la loro imprevedibilità: le vicende più interessati possono svilupparsi anche tra i giocatori meno accreditati alla vigilia. Basti pensare che lo scorso anno, proprio a Rovereto, passò inosservata la presenza nelle qualificazioni del cinese Yunchaokete Bu, che oggi è addirittura numero 74 ATP. Un aneddoto come un altro che suggerisce di prestare massima attenzione anche al tabellone preliminare. Il fenomeno che non ti aspetti può arrivare anche da lì.
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    Main Draw

    Entry
    Name
    Current Ranking
    Entry Ranking

    [1]
    🇭🇷 Borna Coric
    95
    95

    [2]
    🇫🇷 Lucas Pouille
    97
    97

    [3]
    🇬🇧 Jacob Fearnley
    98
    98

    [4]
    🇮🇹 Luca Nardi
    102
    102

    [5]
    🇫🇷 Harold Mayot
    107
    107

    [6]
    🇨🇭 Alexander Ritschard
    108
    108

    [7]
    🇰🇿 Mikhail Kukushkin
    110
    110

    [8]
    🇭🇷 Duje Ajdukovic
    117
    117


    🇫🇷 Pierre-Hugues Herbert
    124
    124


    🇷🇸 Laslo Djere
    129
    129


    🇨🇭 Jerome Kym
    134
    134


    🇪🇸 Martin Landaluce
    162
    162


    🇧🇪 Raphael Collignon
    167
    167


    🇩🇰 August Holmgren
    168
    168


    🇬🇧 Paul Jubb
    180
    180


    🇵🇱 Maks Kasnikowski
    181
    181


    🇫🇷 Valentin Royer
    183
    183


    🇷🇺 Alibek Kachmazov
    186
    186


    🇬🇧 Jan Choinski
    188
    188


    🇭🇷 Dino Prizmic
    380
    27


    🇭🇷 Luka Mikrut
    393
    30

    WC
    To be announced

    WC
    To be announced

    WC
    To be announced

    SE
    To be announced

    SE
    To be announced

    Q
    Qualifier

    Q
    Qualifier

    Q
    Qualifier

    Q
    Qualifier

    Q
    Qualifier

    Q
    Qualifier

    Alternates

    Alt
    Name
    Current Ranking
    Entry Ranking

    1
    🇮🇹 Stefano Travaglia
    191
    191

    2
    🇫🇷 Clement Chidekh
    200
    200

    3
    🇷🇴 Filip Cristian Jianu
    214
    214

    4
    🇫🇷 Antoine Escoffier
    223
    223

    5
    🇦🇷 Santiago Rodriguez Taverna
    230
    230

    6
    🇮🇹 Federico Arnaboldi
    241
    241

    7
    🇫🇷 Maxime Janvier
    247
    247

    8
    🇫🇷 Geoffrey Blancaneaux
    249
    249

    9
    🇮🇹 Samuel Vincent Ruggeri
    256
    256

    10
    🇧🇪 Gauthier Onclin
    259
    259

    11
    🇧🇾 Ilya Ivashka

    269 (PR)

    12
    🇩🇪 Daniel Masur
    274
    274

    13
    🇮🇹 Enrico Dalla Valle
    276
    276

    14
    🇫🇷 Jules Marie
    278
    278

    15
    🇫🇷 Kyrian Jacquet
    279
    279

    16
    🇫🇷 Benoit Paire
    282
    282

    17
    🇪🇸 Bernabe Zapata Miralles
    283
    283

    18
    🇮🇹 Giovanni Fonio
    289
    289 LEGGI TUTTO