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    Da Bergamo: Maestrelli vince il derby: adesso c’è la rivincita con Engel

    Francesco Maestrelli ITA, 21-12-2002 – Foto Antonio Milesi

    Francesco Maestrelli è l’ultimo semifinalista del Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo & Sarco Lexus Bergamo. Nell’ultimo match di giornata, giocato quasi in contemporanea all’incontro che ha regalato all’Italia la finale di Coppa Davis, si è imposto su Stefano Napolitano con il punteggio di 6-3 7-6. Una partita solida, ben giocata, nella quale ha confermato le buone cose mostrate nei giorni precedenti. Tirato a lucido fisicamente, è stato aiutato da un rendimento spettacolare al servizio: 17 ace e appena 13 punti persi in battuta gli hanno permesso di giocare con una certa serenità. Un break è bastato per aggiudicarsi il primo set, poi nel secondo Napolitano è rimasto faticosamente a galla, sia pure barcollando in un paio di turni di servizio. Al tie-break l’esito sembrava scritto, con Maestrelli avanti 6-4. Tuttavia, il primo matchpoint veniva annullato da una risposta vincente (un po’ fortunata) di Napolitano. Si andava a oltranza, con Maestrelli che commetteva un grave doppio fallo sul terzo matchpoint (7-6), poi però vinceva un punto rocambolesco sul 7-7 e chiudeva alla quarta occasione, mantenendo intatta la speranza di confermare la finale conquistata dodici mesi fa in questo torneo, giocato a Rovereto. Per riuscirci dovrà battere il giovane Justin Engel, e può sperare grazie a un precedente favorevole: i due si sono affrontati tre mesi fa, al Challenger polacco di Grodzisk Mazowiecki, e si impose Maestrelli col punteggio di 6-4 7-6. Va detto che si giocava sul cemento all’aperto, in condizioni leggermente diverse. Il programma di sabato scatterà alle 16 con la finale del doppio (Paris-Willis vs. Poljak-Ruehl), poi alle 18 sarà tempo di semifinali. Si parte con Travaglia-Topo, poi alle 20 sarà il turno di Maestrelli-Engel. Entrambe le semifinali saranno trasmesse in diretta su Sky Sport Tennis.
    INTERNAZIONALI DI BERGAMO – Trofeo FAIP-Perrel (145.250€, indoor)Quarti di Finale SingolareMarko Topo (GER) b. Francesco Passaro (ITA) 7-5 6-3Stefano Travaglia (ITA) b. Federico Arnaboldi (ITA) 6-3 6-3Justin Engel (GER) b. Andrea Guerrieri (ITA) 6-3 3-6 7-6(4)Francesco Maestrelli (ITA) b. Stefano Napolitano (ITA) 6-3 7-6(7)
    Semifinali DoppioJoshua Paris / Marcus Willis (GBR-GBR) b. Theo Arribage / Albano Olivetti (FRA-FRA) 6-1 7-5Davis Poljak / Tim Ruehl (CZE-GER) b. Jarno Jans / Niels Visker (NED-NED) 6-4 5-7 10-5 LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo – Ironman Travaglia: “L’importante è rialzarsi. Sempre”

    Stefano Travaglia nella foto – Foto Antonio Milesi

    Un gran bel torneo chiude la stagione di Stefano Travaglia: l’ascolano ha ritrovato i top-200 ATP e, forte di una completa maturazione e il sostegno di coach Motti, è molto ottimista per il 2026. “Credo che il ragazzo che ero a 14 anni sarebbe fiero di me, ma voglio ancora qualcosa: ragionando a piccoli passi, mi piacerebbe ritrovare i top-100”. Intanto si giocherà un posto in finale contro il rampante Marko Topo. In semifinale anche Justin Engel, ma che fatica!
    C’è un motto ad accompagnare ogni singola giornata di Stefano Travaglia da quando, nel 2010, si era trasferito ad allenarsi in Sudamerica. “Non importa cadere, importa avere la forza di rialzarsi”. Ci si è affidato negli ultimi anni, costellati da tanti infortuni e un tempo che passava inesorabile. Invece Steto, come lo chiamano gli amici, chiuderà il 2025 tra i top-200 ATP al termine di una stagione iniziata ad aprile perché un problema al tendine rotuleo lo aveva bloccato per mesi, ma poi vissuta a tutta birra. Per questo, con un bel sorriso, si concede un bell’8.5 nel giudicare la sua stagione. Promozione strameritata, anche perché il Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo & Sarco Lexus Bergamo è il suo ultimo impegno prima di qualche giorno di relax e 3-4 settimane di preparazione in vista della trasferta australiana. Ma vuole chiudere in bellezza: intanto è in semifinale dopo il doppio 6-3 con cui ha battuto Federico Arnaboldi. Un match più complesso di quanto dica il punteggio, anche perché il comasco l’aveva preparato benissimo sul piano tattico, giocando con ordine e facendo spesso le scelte giuste (per esempio, attaccare il rovescio di Travaglia). “All’inizio faticavo un po’ a rispondere al suo servizio, però ero molto solido nei miei turni di battuta e nel gioco da fondocampo – racconta Travaglia – e questo mi ha permesso di vincere il primo. Nel secondo sono partito un po’ a rilento, ma quando ho annullato una palla break sullo 0-2 e 30-40 ho capito che gli ero sempre attaccato nei game di risposta, e da lì sono ripartito”. È un Travaglia di ottimo umore, desideroso di raccontarsi, quello che si concede un po’ di pausa prima della semifinale contro Marko Topo (le ultime due giornate saranno trasmesse in diretta TV su Sky Sport). Un Travaglia soddisfatto della scelta di non andare in Sudamerica per giocare i Challenger in Europa, sul cemento indoor. “Magari non come sulla terra, ma anche qui si possono fare tanti scambi. Certo, bisogna essere molto preparati fisicamente perché si corre parecchio, ma con qualche giorno di allenamento mi sono adattato bene, con la semifinale a Helsinki e quella a Bergamo”. Ex numero 60 ATP, Travaglia ha iniziato la sua stagione con mille dubbi. “Il ginocchio stava bene, ma non sapevo come avrebbe reagito a carichi di lavoro diversi, perché tornei e allenamenti sottopongono il fisico a stress del tutto differenti. Ho giocato tante partite, spesso partendo dalle qualificazioni, e il ginocchio ha risposto bene. Spero lo faccia ancora. Non sapevo di quanto tempo avrei avuto bisogno per avere buone sensazioni a livello tennistico. Insomma, alla fine mi darei 8.5”.
    L’AIUTO DI MOTTI E LA MATURITÀ
    Non c’è dubbio che a questa mini-rinascita abbia contribuito coach Alessandro Motti: nonostante abbia varie attività, ha garantito a Travaglia un impegno full-time a partire da giugno. “Era quello di cui avevo bisogno – continua Stefano – ci conosciamo da tanto, abbiamo anche giocato qualche doppio insieme, quindi l’adattamento è stato rapido. Dovevamo soltanto conoscerci a livello lavorativo, ma la sua presenza costante mi ha permesso di resettare alcuni aspetti tecnici che si possono perdere giocando quasi ogni settimana. Mi ha dato solidità con i fondamentali e i risultati si sono visti, perché a Modena ho vinto il torneo a poche settimane dall’inizio della collaborazione. Sin dall’inizio mi è piaciuto come rispondevo ai suoi suggerimenti e come li ho messi in pratica, soprattutto nei punti importanti, aspetto cruciale perché capita di perdere partite dopo aver vinto più punti dell’avversario. Mi ha dato solidità, abbiamo fatto un ottimo lavoro e dividerei il merito al 50%: mio perché metto in pratica quello che dice, suo perché mi dà una grossa mano”. Travaglia compirà 34 anni il prossimo 28 dicembre e, parlandogli, si percepiscono una profonda maturazione e una certa serenità. Aspetti che risaltano ancora di più ripensando a qualche anno fa, quando il suo carattere fumantino emergeva anche sul campo. Per questo è naturale chiedergli quali consigli darebbe al se stesso di vent’anni fa, quando si affacciava al tennis. E se il Travaglia 14enne sarebbe orgoglioso di quello che poi avrebbe ottenuto. “È facile parlare col senno di poi, perché ho avuto tanti infortuni, ma gli direi di investire di più su un team che si occupasse anche di preparazione atletica e fisioterapia. Però non gli direi di essere più pacato, perché quell’euforia che a volte si sfogava con ira, rabbia e racchette rotte mi ha permesso di diventare quello che sono. Magari perdevo la partita, ma il giorno dopo ero il primo ad arrivare al circolo ad allenarmi, per mostrare a tutti – ma soprattutto a me stesso – che la voglia c’era. Quanto agli obiettivi… ne avevo tanti. Sognavo di entrare tra i top-100, di giocare in Coppa Davis e vincere un titolo ATP. Quest’ultimo l’ho soltanto sfiorato, poi dopo la finale persa con Sinner mi ero prefissato di entrare tra i top-50. Non dico che l’anno prossimo punterò a quello perché ragiono su piccoli step, però, un passo alla volta… chissà. Quest’anno ho raggiunto tutti i miei obiettivi: giocare senza infortuni, tornare a giocare gli Slam e vincere un Challenger. L’anno prossimo punto a essere competitivo senza stop forzati. Quanto allo Steto di 20 anni fa… secondo me sarebbe contento sia di quello che ho ottenuto, sia di quello che sto facendo adesso. Non credo sia scontato”.
    UN TALENTO DA ALLENAREE qui torniamo al motto, alla voglia di rialzarsi dopo ogni caduta. Quando elenchiamo le difficoltà e gli ostacoli tra cui ha dovuto slalomeggiare in oltre 900 partite da professionista, Travaglia annuisce e poi dà una risposta molto articolata quando per spiegare la sua capacità di non perdere mai fiducia. “Negli ultimi anni ho giocato a intermittenza, quindi spendevo un mucchio di energie per fare punti, però sentivo che a livello tennistico non mi ero perso nulla. Sapevo che continuità e lavoro atletico, con un ‘rinfresco’ a livello tennistico, mi avrebbero permesso di fare ancora bene. Dall’operazione al gomito del 2022 in avanti, la differenza l’ha fatta la maturità in campo e fuori. Faccio le cose giuste più costantemente, ho grande motivazione e quello che faccio mi piace più di prima. Un merito? Ho trovato gli stimoli anche quando le cose non andavano bene, ho provato a godermi il percorso e a dare tutto come quando ero salito al numero 60. Non dico divertirmi, ma trovare stimoli che mi facessero godere ogni momento sul campo da tennis”. Per farlo, ha dovuto riconsiderare anche certe abitudini: “Io sono un grande lavoratore, ho talento ma deve essere allenato. Ho approfondito questi aspetti con i team che mi hanno seguito, occupandomi minuziosamente della parte atletica perché avevo avuto infortuni. E su quella tecnica ho cercato di migliorarmi perché giocavo alla pari con i più forti, ma capitava di perdere a causa di momenti bui e il mio carattere molto acceso. Ho smussato gli angoli, e farlo costantemente mi ha portato ad avere buoni risultati”. Intanto è già numero 190 ATP nella proiezione ranking, ma potrebbe salire ancora in caso di finale o vittoria. Dovesse vincere il torneo si assesterebbe intorno al numero 157 ATP, subito alle spalle del 40enne Stan Wawrinka, uno che non ha intenzione di mollare. Vedendo il Travaglia attuale, che a (quasi) 34 anni si muove alla grande, è lecito domandarsi quanto possa continuare. E quali possano essere gli obiettivi realistici per il futuro. “Cerco di vedere le cose positive: è vero che ho avuto tanti infortuni, ma mi hanno forgiato a livello mentale. Oggi sono più forte e consapevole. Sul futuro io penso a piccoli step: se fossi numero 400 magari direi altre cose, ma il mio obiettivo è provare a tornare tra i top-100 perché adoro affrontare i più forti e giocare i grandi tornei. Sulla longevità… mi piace come il mio fisico ha reagito ad allenamenti diversi, e mi piace essere stato competitivo per tante partite. Quando ero top-100 è capitato che non fossi in grado di competere perché avrei potuto lavorare meglio, ma adesso ho raggiunto la piena conoscenza del mio corpo: ognuno ha bisogno di cose specifiche sul piano atletico e fisioterapico. Per adesso dico che sono carico per il 2026, poi magari facciamo un’altra intervista e potrò rispondere in modo più preciso”.
    GUERRIERI LOTTA COME UN LEONE, MA LA SPUNTA ENGELPer raggiungere la dodicesima finale Challenger in carriera, Travaglia dovrà battere Marko Topo. Nel primo match di giornata, il 22enne bavarese si è imposto 7-5 6-3 su Francesco Passaro grazie a una prestazione di alto livello, incentrata su servizio e un dritto molto potenti. Topo ha accettato di lottare nel territorio preferito di Passaro, le botte da fondocampo, è spesso è stato lui ad avere la meglio in scambi giocati a ritmi molto elevati. Subito avanti, si era fatto raggiungere sul 5-5 ma uno strappo all’undicesimo game ha sigillato il primo set. Nel secondo parziale, un break al quinto gioco ha indirizzato definitivamente la partita. Negli ultimi game è sembrato che Passaro non ci credesse più molto, ma il suo avversario non gli ha mai dato respiro. Prima apparizione a bordocampo per Stefano Pescosolido, che accompagnerà il perugino nella preparazione invernale con la prospettiva di seguirlo anche nel 2026. Prosegue il torneo del baby Justin Engel, che però ha faticato moltissimo per avere la meglio su uno splendido Andrea Guerrieri. In oltre due ore di battaglia, l’emiliano ha azzerato le circa 400 posizioni di differenza (n.196 contro n.573). Il suo tennis morbido, atipico, si è appoggiato alla perfezione alle botte di Engel e si è assistito a un match equilibrato e spettacolare, reso divertente dall’evidente contrasto di stili. Con un atteggiamento molto composto, Guerrieri è riuscito a portare il match al terzo (peraltro dopo aver perso il primo con qualche recriminazione). Si è giocato punto a punto, con Guerrieri capace di salvarsi sul 5-6 e 0-30 con un paio di punti fortunati, e di portarsi addirittura 2-0 nel tie-break finale. Nel momento del bisogno, Engel ha effettuato un paio di giocate di qualità e tanto è bastato per condurlo in semifinale. Il tedesco ha evidenziato un grande potenziale, ma alcune scelte tattiche e qualche alto e basso hanno tradito i suoi diciotto anni. In qualche modo, la fiducia e l’esperienza accumulata nel 2025 gli è bastata per vincere un match molto complicato. Peccato per Guerrieri, che è stato a pochi punti da un’impresa quasi clamorosa. E non meritava di chiudere con un doppio fallo che ha sigillato il punteggio sul 6-3 3-6 7-6.
    DIRETTA TV – Le ultime due giornate degli Internazionali di Bergamo – Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo & Sarco Lexus Bergamo godranno di diretta TV. Semifinali e finale saranno trasmessi in diretta su Sky Sport, che garantirà la copertura su Sky Sport Tennis, canale 203. Le due semifinali (alle 18 e alle 20) saranno commentate da Calogero Destro, mentre la finale di domenica pomeriggio vedrà al microfono Federico Ferrero. LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: Maestrelli vuole chiudere in bellezza un bel 2025

    Francesco Maestrelli ITA, 21-12-2002 – Foto Antonio Milesi

    Il 2025 è stata una buonissima stagione per Francesco Maestrelli, sempre più vicino al best ranking. Potrebbe ottenerlo in caso di successo a Bergamo. “Ognuno ha il suo percorso, l’importante è arrivare”. Passano anche Guerrieri e Napolitano: con sei italiani nei quarti, è record. Forfait Lajal, Engel nei quarti giocando tre game.
    Dodici mesi fa, Francesco Maestrelli si era presentato all’edizione roveretana degli Internazionali di Bergamo da numero 284 ATP. Era reduce da un periodo non semplice, nel quale doveva ancora prendere le misure con coach Giovanni Galuppo ed era ripartito dai tornei ITF per ritrovare punti e fiducia. Oggi è tra i protagonisti alla ChorusLife Arena, e da numero 157 ha raggiunto i quarti al Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo & Sarco Lexus Bergamo. È già certo di contenere i punti in scadenza, ma se dovesse vincere il torneo migliorerebbe addirittura il best ranking (n.149, risalente al 26 giugno 2023). Sarebbe un traguardo simbolico a suggellare una stagione decisamente positiva, impreziosita da due titoli Challenger (Francavilla al Mare e Brasov) e una continuità che gli ha permesso di tornare a giocare le qualificazioni dei tornei del Grande Slam. Va da sé che il prossimo obiettivo sarà quello di arrivare nei tabelloni principali. Per arrivarci bisogna vincere partite come quella contro Buvaysar Gadamauri, belga di origine russa, uno dei giocatori più apprezzati nei giorni scorsi. Talentuoso, con uno spettacolare rovescio a una mano, aveva incantato un po’ tutti. Ma Maestrelli si è imposto con un doppio 6-3, anche se non sono mancate le difficoltà: nel primo set ha dovuto cancellare complessivamente nove palle break, mentre nel secondo si è trovato addirittura in svantaggio 3-0, peraltro con doppio break. Nessun problema: Maestrelli ha messo il turbo e si è aggiudicato sei game di fila, lasciando per strada soltanto sette punti. “Lui colpisce molto bene la palla, con il rovescio trova traiettorie complicate – dice Maestrelli – è un tennista ‘di mano’, poi quelli che giocano il rovescio come lui sono sempre meno. Io ho pensato a servire bene ed essere produttivo per non fargli fare gioco. A un ritmo più basso, sarebbe stato molto pericoloso”. Maestrelli ripete più volte un concetto: “sto lavorando tanto”, ribadendo quanto creda nei frutti del lavoro. Come quello sul servizio, per esempio. Raggiunge velocità elevatissime, ma ogni tanto gli scappa via. Ha commesso sette doppi falli, di cui tre in un game. “Ci stiamo concentrando molto sulla seconda di servizio: vorrei essere più aggressivo di quanto non sarei naturalmente, e a volte può capitare che mi scappi un po’, soprattutto quando non sono lucidissimo. Ma succede perché chiedo molto a questo fondamentale”.
    L’IMPORTANTE È ARRIVAREEccezion fatta per l’eventuale finale in Serie A1 del suo TC Santa Margherita Ligure, Bergamo è l’ultimo torneo della stagione di Maestrelli, dunque è il momento dei bilanci. “Ovviamente ambisco sempre al meglio, ma sono soddisfatto. L’anno era iniziato così così per via di un infortunio, ma con il lavoro ho trovato continuità e sono arrivati i risultati. Sono contento e non mi dispiacerebbe terminare nel migliore dei modi, magari confermando la finale dell’anno scorso, sia pure in un’altra città”. Coetaneo di Lorenzo Musetti e Flavio Cobolli, il pisano non si fa condizionare dai risultati altrui, ma si concentra sul suo percorso. “Non è importante quando si arriva, l’importante è riuscirci – spiega – ovviamente sarebbe meglio farlo in fretta, ma sto dando il mio 100%. È questo a contare. Io credo di avere buone potenzialità e penso che sia questione di tempo: non mi interessa che altri siano arrivati prima, ma spero di fare come loro”. Talvolta i numeri possono essere interessanti per comprendere le attitudini di un giocatore: Maestrelli vanta un bilancio di cinque vittorie e sei sconfitte contro i top-100 ATP (ottimo, per chi non c’è mai entrato), mentre è 34-47 contro i giocatori compresi tra la centesima e la duecentesima posizione. Cosa può significare? “Non conoscevo questa statistica: è chiaro che nei Challenger è più raro affrontare i top-100, accade solo in alcuni periodi dell’anno. Poiché attualmente mi trovo nella fascia 100-200, spero di trovare solidità e continuità contro questo tipo di giocatori. Se poi avrò l’occasione di giocare tornei ancora più grandi, vedremo. Per l’anno prossimo, comunque, mi piacerebbe avere più continuità con giocatori di questo livello”.
    “CALENDARIO DENSO, MA I TENNISTI NON VANNO IN GUERRA”In un periodo in cui è molto vivace il dibattito sul calendario ATP, secondo alcuni troppo lungo, è interessante conoscere il parere di uno come Maestrelli, che ha appena giocato la sua partita numero 73 in stagione (limitandosi al singolare). E Bergamo è il suo trentunesimo torneo. I big hanno ragione nel lamentarsi del calendario troppo duro, oppure ha ragione Felix Auger-Aliassime quando dice che i tennisti fanno quello che amano e che certe osservazioni non hanno troppo senso? “In tutta onestà, non mi so collocare – dice Maestrelli – il calendario è molto fitto, a volte la sensazione di non potersi fermare può portare al burnout psicologico. Non mi dispiacerebbe se in estate ci fosse un periodo senza tornei, nel quale ci sarebbe la possibilità di allenarsi e riposare. Apprezzerei un calendario meno denso, ma si può fare anche così. In fondo giochiamo a tennis, mica andiamo in guerra. Quello del tennista è un lavoro duro sotto tanti punti di vista, ma va riconosciuto che sotto altri aspetti siamo dei privilegiati”. A chiudere, pochi minuti prima che scendesse in campo per il doppio con Stefano Travaglia, è inevitabile chiedergli come si è evoluto il suo rapporto con i social media dopo il famoso sfogo contro gli haters di un paio d’anni fa, che sfiorò addirittura la narrativa mainstream. “Io non sono ancora un personaggio pubblico, ma per persone più esposte può essere un’arma a doppio taglio: non mi piace che tutti possano interagire con tutti, soprattutto quando viene fatto in modo negativo, con cattiveria. Io ritengo di aver fatto pace con i social, nel senso che me ne disinteresso. Non li uso particolarmente, mi svago con altro. Ovviamente non li trascuro, ma non sono la mia vita e non mi faccio condizionare”. Ciò che conta, adesso, è continuare a vincere sul campo da tennis.
    AVANZANO GUERRIERI E NAPOLITANO: SEI ITALIANI NEI QUARTIIl prossimo avversario di Maestrelli sarà Stefano Napolitano, alle 20 di un venerdì più italiano che mai: sono infatti addirittura sei gli azzurri nei quarti di finale a Bergamo. Oltre al pisano, hanno centrato la Final Eight anche Andrea Guerrieri e lo stesso Napolitano. Erano match per certi versi simili, contro avversari provenienti dalle qualificazioni (nel caso di Visker addirittura lucky loser), ma non per questo meno pericolosi. Guerrieri ha raggiunto il risultato più importante della sua carriera rifilando un netto 6-4 6-0 al bulgaro Alexander Donski: curiosamente, giocherà il suo primo quarto di finale Challenger dopo aver giocato (e vinto) quattro partite, mentre il suo avversario si presenterà con appena tre game sulle gambe. Già, perché dopo aver approfittato del ritiro di Hamish Stewart sul 2-1 nel primo set, Justin Engel non è nemmeno sceso in campo contro Mark Lajal per il forfait dell’estone. Problemi alla parte bassa della schiena, già evidenziati al primo turno, gli hanno suggerito prudenza e ha scelto di non rischiare. Un peccato per il torneo, che si vede privato del suo match pop-corn, atteso sin dal sorteggio del tabellone. Approda ai quarti anche Napolitano, bravissimo a tenere a basa il doppista Niels Visker, giunto al secondo turno un po’ per caso. Interprete di un tennis basato sul servizio, l’olandese fa enorme fatica negli spostamenti e nel palleggio da fondocampo. Se viene abbandonato dal suo colpo migliore, non è questo il suo livello. Napolitano lo ha brekkato per tre volte, firmando un 6-4 6-4 che lo spinge al derby contro Maestrelli: sarà il terzo scontro diretto tra i due, il primo su una superficie diversa dalla terra battuta. Il bilancio dice 2-0 Maestrelli, ma si giocherà in condizioni diverse rispetto al passato. Il programma scatterà alle 11, con la prima semifinale del doppio, poi a seguire si giocheranno tutti i quarti di singolare sul Campo Centrale.
    INTERNAZIONALI DI BERGAMO – Trofeo FAIP-Perrel (145.250€, indoor)Secondo Turno SingolareFrancesco Maestrelli (ITA) b. Buvaysar Gadamauri (BEL) 6-3 6-3Andrea Guerrieri (ITA) b. Alexander Donski (BUL) 6-4 6-0Stefano Napolitano (ITA) b. Niels Visker (NED) 6-4 6-4Justin Engel (GER) b. Mark Lajal (EST) ritiro
    Quarti di Finale DoppioTheo Arribage / Albano Olivetti (FRA-FRA) b. Michele Ribecai / Juan Cruz Martin Manzano (ITA-ITA) 6-2 3-6 10-7Davis Poljak / Tim Ruehl (CZE-GER) b. David Pichler / Filip Pieczonka (AUT-POL) 7-5 6-4Joshua Paris / Marcus Willis (GBR-GBR) b. Francesco Maestrelli / Stefano Travaglia (ITA-ITA) 7-6(5) 6-4 LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: Capolavoro Napolitano, Passaro vince il derby e centra i quarti

    Francesco Passaro ITA, 2001.01.07 – Foto Antonio Milesi

    Il protagonista che non ti aspetti. Si pensava che Stefano Napolitano non avesse molte chance contro Otto Virtanen, testa di serie numero 3 degli Internazionali di Bergamo – Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo & Sarco Lexus Bergamo. Invece è venuta fuori una partita vibrante, intensa, (per adesso) la più bella del torneo. E c’è stato il lieto fine a tinte azzurre, con il punteggio finale di 3-6 7-6 6-4: dopo aver eliminato i primi due del seeding, dunque, l’Italia ha estromesso anche il n.3. E pensare che sembrava tutto a favore di Virtanen, comodamente padrone del match fino al 6-3 5-3, forte di un tennis leggero e aggressivo che tre anni fa gli aveva permesso di vincere il torneo. Quando è andato a servire per il match, tuttavia, ha incassato la fiammata d’orgoglio di Napolitano e la partita è entrata in un’altra dimensione. Ed è successo di tutto, tra scambi al fulmicotone e ritmi altissimi: agganciato il 5-5, Napolitano ha rimontato da 0-40 in un game che avrebbe mandato il finlandese a servire una seconda volta per il match. Sul 6-5 si è trovato a sua volta 0-40, con tre setpoint consecutivi. Niente da fare. Nel tie-break è salito 5-1, poi 6-3, ma ha incassato l’ennesima rimonta di Virtanen. Mostrando una granitica solidità mentale, è riuscito a chiudere al settimo (!) setpoint. Nel terzo non è calato d’intensità, anzi, è stato lui a continuare a picchiare a volontà. Si è trovato 15-40 sul servizio di Virtanen sia sull’1-1 che sul 2-2, ma il finlandese si è salvato. Stesso scenario sul 3-3, ma stavolta è arrivato lo strappo decisivo che permette a Napolitano di giocarsi un match molto invitante contro l’olandese Niels Visker, eliminato nelle qualificazioni ed entrato in tabellone come lucky loser. Appuntamento giovedì, non prima delle 17, con Visker che in serata sarà chiamato a giocare anche il doppio. Numero 490 ATP, ammesso in tabellone grazie al ranking protetto, Napolitano è sembrato a tratti quello di qualche anno fa, quando arrivò a giocarsi il titolo contro Matteo Berrettini. Un singolo match non basta per effettuare previsioni sul lungo termine, ma il successo di due mesi fa nella sua Biella fa pensare che la seconda carriera di Napolitano possa serbare qualcosa di interessante. Nell’ultimo match di giornata, Francesco Passaro ha centrato un posto nei quarti vincendo agevolmente il derby contro Lorenzo Sciahbasi, un 6-2 6-3 che ha evidenziato una superiorità piuttosto netta del perugino (seguito a Bergamo dal tecnico FITP Mosé Navarra), la cui pesantezza di palla ha costretto spesso Sciahbasi sulla difensiva. Non c’è quasi mai stata partita: due break al quarto e all’ottavo game hanno sigillato il primo set, mentre nel secondo Sciahbasi ha provato a tenere duro, ma non è mai stato competitivo in risposta (zero palle break per lui) e uno strappo sul 4-3 ha spalancato a Passaro le porte dei quarti. Venerdì se la vedrà con Marko Topo in un match che promette battaglia, tra due giocatori in ottima forma.
    INTERNAZIONALI DI BERGAMO – Trofeo FAIP-Perrel (145.250€, indoor)Primo Turno SingolareMark Lajal (EST) b. Alexey Vatutin (RUS) 5-7 7-5 6-3Niels Visker (NED) b. Tom Gentzsch (GER) 7-6(3) 6-4Stefano Napolitano (ITA) b. Otto Virtanen (FIN) 3-6 7-6(6) 6-4
    Secondo Turno SingolareMarko Topo (GER) b. Beibit Zhukayev (KAZ) 6-4 7-6(4)Stefano Travaglia (ITA) b. Milos Karol (SVK) 6-4 7-5Federico Arnaboldi (ITA) b. Nerman Fatic (BIH) 7-5 4-6 7-5Francesco Passaro (ITA) b. Lorenzo Sciahbasi (ITA) 6-2 6-3
    Primo Turno DoppioMichele Ribecai / Juan Cruz Martin Manzano (ITA-ITA) b. Adelchi Virgili / Augusto Virgili (ITA-ITA) 6-2 6-4Davis Poljak / Tim Ruehl (CZE-GER) b. Ivan Liutarevich / Giorgio Ricca (BLR-ITA) 6-4 3-6 10-6Joshua Paris / Marcus Willis (GBR-GBR) b. Alexander Donski / Denys Molchanov (BUL-UCR) 7-6(4) 6-3Francesco Maestrelli / Stefano Travaglia (ITA-ITA) b. Victor Cornea / Nino Serdarusic (ROM-CRO) 6-4 7-5Jarno Jans / Niels Visker (NED-NED) b. Milos Karol / Patrik Niklas-Salminen (SVK-FIN) 7-6(3) 4-6 10-5Jakob Schnaitter / Mark Wallner (GER-GER) b. Nerman Fatic / Stefan Latinovic (BIH-SRB) 7-6(3) 6-3

    Center Court – ore 11:00Juan Cruz Martin Manzano / Michele Ribecai vs Theo Arribage / Albano Olivetti Francesco Maestrelli vs Buvaysar Gadamauri (Non prima 12:30)Alexander Donski vs Andrea Guerrieri Niels Visker vs Stefano Napolitano (Non prima 17:00)Mark Lajal vs Justin Engel (Non prima 20:00)
    Court 1 – ore 11:00David Pichler / Filip Pieczonka vs David Poljak / Tim Ruehl Francesco Maestrelli / Stefano Travaglia vs Joshua Paris / Marcus Willis (Non prima 16:00)Jakob Schnaitter / Mark Wallner vs Jarno Jans / Niels Visker LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo – L’Italia di Marko Topo: “Lo so, per voi sono Mickey Mouse…”. Bene Travaglia e Arnaboldi

    Marko Topo – Foto Antonio Milesi

    Ogni volta che viene in Italia, Marko Topo scherza sul suo cognome. Autore di un buon 2025, vuole chiudere in bellezza: intanto è nei quarti a Bergamo, e racconta come mai ha scelto di giocare per la Germania dopo aver rappresentato la Serbia. L’Italia è certa di avere un semifinalista: nei quarti ci sarà Travaglia-Arnaboldi. Il comasco ha battuto Fatic in un match da “mal di testa”
    “Lo sai cosa significa il tuo cognome in italiano?”. “Certo, mouse!”. Quando Marko Topo ascolta questa domanda si concede un sorriso a trentadue denti, specchio di una personalità allegra, frutto di un background familiare balcanico (papà Dragoljub e mamma Snezana sono serbi), sebbene dal 2022 abbia scelto di tornare a giocare per la Germania. “Ogni volta che vengo in Italia c’è qualcuno che mi chiama ‘topolino’, il modo in cui voi chiamate Mickey Mouse”. È di buon umore, Topo, e non potrebbe essere altrimenti dopo aver raggiunto i quarti al Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo & Sarco Lexus Bergamo. Dopo la mini-impresa contro Choinski, ha battuto il big server kazako Beibit Zhukayev, che in classifica gli sta dietro di appena una posizione (n.282 contro n.283). È finita 6-4 7-6 e per lui ci sarà un quarto di finale contro chi emergerà dal derby Passaro-Sciahbasi. “Beibit serve benissimo, ma nel primo set ho risposto altrettanto bene – racconta Topo – ho trovato quattro grandi risposte e l’ho brekkato. Sono contento di aver poi cancellato tutte le occasioni che lui ha avuto per tornare in partita. Nel secondo abbiamo servito entrambi molto bene, ma nel tie-break ho giocato bene tutti i punti. Alla fine soltanto un paio hanno fatto la differenza”. Numero 400 del mondo a inizio anno, ha scalato oltre cento posizioni grazie a due tornei vinti e alcuni piazzamenti di rilievo nel circuito Challenger. “È stata una buona stagione, sia pure con alcuni alti e bassi – racconta – quando ho potuto giocare ho reso bene, ma ho avuto un problema allo stomaco che mi ha impedito di giocare per un paio di mesi in estate. Nonostante le battute d’arresto, posso dire di aver avuto una buona stagione. Poteva andare meglio, ma tutto sommato va bene così”. Intanto ha già fissato gli obiettivi per il 2026: giocare le qualificazioni in tre Slam su quattro (“Per Melbourne è troppo tardi, ma da Parigi in poi voglio esserci”) e chiudere tra la centesima e la centocinquantesima posizione ATP. Per riuscirci, ha scelto di affidarsi al coach che lo segue come un’ombra anche a Bergamo, Timon Reichelt.
    DJOKOVIC, LA SERBIA, LA GERMANIA“La mia base è a Stoccarda con lui, però io vivo a Monaco di Baviera. La mia famiglia abita ancora lì, quindi mi capita di andarci spesso e talvolta di allenarmi, però sono più spesso a Stoccarda”. Topo non lo dice, ma di tanto in tanto trascorre un po’ di tempo presso il Tennis Club Djukic di Belgrado, città in cui ha vissuto per quattro anni e ha avuto la possibilità di allenarsi spesso con Novak Djokovic. La prima volta aveva quindici anni, e nei primi dieci minuti di allenamento era nervosissimo. Poi ha avuto la fortuna di effettuare diverse sessioni di allenamento con la leggenda serba. Inevitabile chiedergli cosa renda Djokovic così speciale. “Tutto. Parto dal presupposto che secondo me è il GOAT, senza dubbio – racconta – e per essere il migliore di sempre devi essere speciale in tutto: avere la migliore mentalità, il miglior rovescio, la miglior risposta, le migliori qualità atletiche… Vincere un altro Slam? Quest’anno ha giocato quattro semifinali, non è troppo lontano, però Sinner e Alcaraz sono più giovani, più in forma e stanno giocando in modo incredibile. Dalla semifinale in poi è dura, perché a quel punto deve batterli entrambi. Gli darebbe una mano una prematura eliminazione… Ma lui è il GOAT, quindi tutto è possibile”. Djokovic è l’assist perfetto per comprendere meglio il rapporto di Topo con la Serbia, da lui rappresentata fino al 2022. Come mai ha scelto di giocare per la Germania? “In realtà la domanda corretta sarebbe chiedermi perché a suo tempo ho giocato per la Serbia – spiega Topo – sono nato in Germania e ci ho vissuto tutta la mia infanzia. A 15 anni mi sono spostato a Belgrado per motivi economici, in Serbia la vita è meno cara e ho avuto un buon sostegno. I miei genitori vengono da lì, dunque ci ho abitato per 3-4 anni. È stato un bel periodo e per questo ho scelto di rappresentare la Serbia. Poi però sono tornato in Germania, mi sono sentito bene, ho pensato che era il Paese della mia infanzia e per questo ho scelto di rappresentarlo di nuovo”. Con un sorriso, Topo torna a effettuare il defaticamento nella palestra della ChorusLife Arena, perché lo chiameranno pure “Topolino”, ma il 22enne nato a Grafelfing, sobborgo a ovest di Monaco di Baviera, è davvero ben messo atleticamente. “So che non mi manca nulla per entrare tra i top-100 e respirare l’aria del tennis che conta. Devo semplicemente essere più costante, settimana dopo settimana. O almeno quasi tutte le settimane”.
    SUPER TRAVAGLIA, BATTICUORE ARNABOLDI: L’ITALIA VAProsegue l’avventura di Stefano Travaglia, che a Bergamo ha scelto di chiudere la stagione (si è infatti cancellato dal Challenger di Atene della prossima settimana). Dopo il giovane Dodig, ha superato lo slovacco Milos Karol in un match “chirurgico”, nel senso che gli sono bastati due break per sigillare il punteggio di 6-4 7-5. Uno strappo nel primo game, e un altro sul 5-5 del secondo gli hanno permesso di battere un avversario ostico, a dispetto di una classifica che lo vede al numero 449. Accompagnato da coach Alessandro Motti, il marchigiano ha evidenziato un buon ordine tattico e una condizione fisica ottimale. Aiutato dal campo della ChorusLife Arena, piuttosto lento, riesce ad esaltare le sue qualità difensive. E con il dritto fa male: intanto è certo di chiudere l’anno tra i top-200 ATP (è virtualmente al numero 193), traguardo non scontato visto che il suo 2025 è scattato soltanto ad aprile per un problema al tendine rotuleo del ginocchio. Intanto è certo di giocare le qualificazioni all’Australian Open, poi non avrà punti da “difendere” nei primi tre mesi dell’anno. E chissà che il sogno di riavvicinarsi ai top-100 non possa concretizzarsi. L’Italia è certa di avere almeno un giocatore in semifinale, poiché Travaglia se la vedrà con il lucky loser Federico Arnaboldi, emerso da un match tiratissimo, quasi folle, contro Nerman Fatic. La settimana del comasco sta assumendo le sembianze di una favola: eliminato nelle qualificazioni, dopo il ripescaggio nel main draw ha eliminato la testa di serie numero 1 e poi ha vinto un match quasi surreale contro il bosniaco. Avanti 7-5 3-0, Arnaboldi ha avuto un pesante passaggio a vuoto e si è trovato a giocare il terzo. Nel set decisivo è stato per due volte in svantaggio di un break (4-3 e 5-4), ma in un mare di paure il match si è protratto tra scambi lunghi, quasi surreali. Il merito di Arnaboldi è stato di restare attaccato al match, anche nei momenti peggiori. E ha vissuto momenti duri nell’ultimo game: con Fatic al servizio è stato 15-40 e sul primo matchpoint ha sbagliato un facile passante ravvicinato, mentre sul secondo il bosniaco ha giocato una complicatissima volèe vincente. Ce n’era abbastanza per andare fuori di testa, ma la quarta occasione è stata quella buona. E così Arnaboldi ritrova i quarti di un Challenger dopo cinque mesi, durante i quali c’è stata una striscia di dodici sconfitte consecutive. Ed è curioso, quasi simbolico, che questa piccola rinascita arrivi nella città in cui ha vinto il suo primo titolo professionistico: nel 2021, infatti, si impose al torneo ITF del vicinissimo TC Città dei Mille. E anche allora era partito dalle qualificazioni. I prossimi giorni diranno se è un segno del destino. Travaglia-Arnaboldi sarà il primo scontro diretto tra i due, dopo che due mesi fa, a Biella, l’ascolano diede forfait prima di scendere in campo. LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: Dopo il numero 1 va ko anche il n. 2: exploit Guerrieri. E che Maestrelli!

    Francesco Maestrelli ITA, 21-12-2002 – Foto Antonio Milesi

    Una serata un po’ folle e un po’ romantica, a forti tinte azzurre, ha chiuso il lunghissimo martedì degli Internazionali di Bergamo – Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo & Sarco Lexus Bergamo. Intanto, una notizia: dopo Shintaro Mochizuki (prima testa di serie) è uscito di scena anche Billy Harris, numero 2 del tabellone. Entrambe le sorprese sono state firmate da due azzurri, poiché a Federico Arnaboldi si è aggiunto Andrea Guerrieri, autore della più importante vittoria in carriera, la seconda nel main draw in un Challenger, la seconda in carriera contro un top-200 ATP… entrambe contro Harris. Già, perché il miglior successo dell’emiliano (nonché l’unico in un torneo di categoria) era arrivato proprio contro il britannico, lo scorso anno a Francavilla al Mare. Con una tenacia straordinaria e un encomiabile ordine tattico, Guerrieri si è imposto col punteggio di 6-7 7-5 6-3 e ha esultato con moderazione, segno di una profonda convinzione di poter essere competitivo a questi livelli. In particolare, è stato glaciale nei punti importanti, cancellando sedici palle break su diciassette al britannico, molto nervoso nel terzo set. Le cose potevano complicarsi nel finale: avanti 5-2 e 15-40 sul servizio di Harris, l’azzurro ha sciupato due matchpoint e poi si è trovato a sua volta 15-40 nel game successivo. Ha cancellato le due palle break con altrettanti vincenti (uno di dritto e l’altro di rovescio), salvo poi chiudere con l’ultimo errore del britannico. Una grande gioia e una grande possibilità, poiché negli ottavi se la vedrà con un giocatore che gli sta dietro in classifica, il bulgaro Alexander Donski, anche lui proveniente dalle qualificazioni. Per Guerrieri sarà la grande occasione per centrare il primo quarto di finale in un torneo Challenger. Grande serata anche per Francesco Maestrelli: finalista in carica di questo torneo, aveva pescato il giocatore con il passato più importante tra quelli presenti a Bergamo, quell’Emil Ruusuvuori che è stato numero 37 ATP e soltanto due anni fa conduceva la Finlandia a una storica semifinale di Coppa Davis. Una grande battaglia, in cui il pisano ha mostrato le sue doti da combattente, oltre a una fisicità sempre esplosiva. In svantaggio 3-1 nel terzo set, ha saputo recuperare ed è stato lui a essere più lucido nei momenti decisivi, salvo imporsi col punteggio di 6-4 3-6 7-6. Va detto che Ruusuvuori, nel terzo set, ha tenuto un atteggiamento fin troppo calmo, quasi indolente, ma questo non toglie meriti a un Maestrelli che è molto vicino al suo best ranking (n.149 ATP, oggi è 157), risalente a due anni e mezzo fa. Lunedì prossimo gli scadranno i punti del FAIP-Perrel di dodici mesi fa, ma la sua stagione è decisamente positiva, avendo scalato un centinaio di posizioni rispetto a gennaio. E negli ottavi partirà favorito contro il qualificato Buvaysar Gadamauri, che in un match dalla pregevole estetica, tra grandi esponenti del rovescio a una mano, ha sfruttato il modo di stare in campo ancora un po’ acerbo di Pierluigi Basile. Insomma, per adesso è il torneo delle sorprese. In attesa degli esordi di Virtanen e Lajal, soltanto due teste di serie hanno passato il primo turno. E ci sono sei italiani negli ottavi.
    INTERNAZIONALI DI BERGAMO – Trofeo FAIP-Perrel (145.250€, indoor)Primo Turno SingolareLorenzo Sciahbasi (ITA) b. Viktor Durasovic (NOR) 3-6 7-6 7-5Federico Arnaboldi (ITA) b. Shintaro Mochizuki (GIA) 7-6(4) 4-6 6-2Alexander Donski (POL) b. Fausto Tabacco (ITA) 4-6 6-3 6-4Francesco Passaro (ITA) b. Michele Ribecai (ITA) 7-6(6) 6-2Nerman Fatic (BIH) b. Fabrizio Andaloro (ITA) 6-4 6-6 ritiroMilos Karol (SVK) b. Andrea Pellegrino (ITA) 6-4 6-2Justin Engel (GER) b. Hamish Stewart (GBR) 2-1 ritiroBuvaysar Gadamauri (BEL) b. Pierluigi Basile (ITA) 6-3 6-2Francesco Maestrelli (ITA) b. Emil Ruusuvuori (FIN) 6-4 3-6 7-6(3)Andrea Guerrieri (ITA) b. Billy Harris (GBR) 6-7(5) 7-5 6-3
    Primo Turno DoppioDavid Pichler / Filip Pieczonka (AUT-POL) b. Alexey Vatutin / Beibit Zhukayev (RUS-KAZ) 6-2 6-1Theo Arribage / Albano Olivetti (FRA-FRA) b. Viktor Durasovic / Lukas Hellum-Lillengeem (NOR-NOR) 6-3 6-3 LEGGI TUTTO

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    Lorenzo Sciahbasi, quando meno te l’aspetti

    Lorenzo Sciahbasi – Foto Antonio Milesi

    Lorenzo Sciahbasi non avrebbe dovuto giocare a Bergamo. Una wild card in extremis lo ha condotto alla ChorusLife Arena, laddove ha colto la prima vittoria Challenger in carriera. Studia Scienze Motorie, idolatra Berrettini e ha il nonno iraniano: è lui il protagonista del giorno. Adesso sfida Passaro. Bravissimo Arnaboldi: mette KO la prima testa di serie, Shintaro Mochizuki.
    Tra i passati vincitori degli Internazionali di Bergamo spicca Jannik Sinner, e ci mancherebbe. L’anno prima, tuttavia, ci fu la bella vittoria di Matteo Berrettini. Fu uno dei trampolini di lancio di una carriera culminata con la finale a Wimbledon (e tante altre vittorie). Non poteva esserci un luogo migliore, dunque, per accogliere la prima vittoria Challenger di Lorenzo Sciahbasi, 20enne marchigiano che ha in Berrettini la principale fonte d’ispirazione. “Mi sono appassionato al tennis con Roger Federer, ma io sono di San Benedetto del Tronto e da ragazzino mi capitava di frequentare il Challenger. Un anno vidi Berrettini giocare al primo turno, facemmo una foto insieme e mi sono innamorato del suo tennis – racconta Lorenzo, uno dei protagonisti di giornata al Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo & Sarco Lexus Bergamo – vinse il torneo e ancora oggi, per me, è una fonte d’ispirazione per quello che ha fatto e quello che continua a fare. Nei limiti del possibile provo a imitarlo, anche se non è facile perché è interprete di un gioco molto particolare”. Berrettini vinse il suo primo Challenger nella cittadina di Sciahbasi, che ha raccolto la sua prima vittoria Challenger laddove si era imposto Berrettini. Corsi e ricorsi storici, affascinanti perché maturati per caso. Già, perché Sciahbasi non avrebbe dovuto giocare a Bergamo: impossibilitato a giocare le qualificazioni perché impegnato nei play-off di Serie A1, ha ottenuto l’invito in extremis grazie all’intercessione di Luca Del Federico. “Che ringrazio. È stata una sorpresa inaspettata, ma ci tenevo a giocare in un impianto così bello. E poi le cose belle possono nascere in modo inaspettato”. Proprio come la vittoria-thriller contro il norvegese Viktor Durasovic, numero 238 ATP, giocatore di più alta classifica battuto nella sua giovane carriera. Sciahbasi si è imposto 3-6 7-6 7-5 e ha avuto la capacità di non arrendersi quando l’avversario l’ha brekkato nel terzo set, andando a servire sul 5-3. “Ho iniziato a crederci nel tie-break del secondo set, quando ho visto che il livello era più o meno pari. Forse lui era ancora leggermente sopra, ma iniziava a fare fatica. Ammetto che sul 3-5 al terzo avevo un po’ smesso di crederci, ma ho continuato a lottare con la stessa intensità e questo ha pagato”.
    COLLEGE NO, UNIVERSITÀ SÌDa circa un anno, Sciahbasi si allena presso il Piatti Tennis Center di Bordighera, laddove è seguito da Riccardo Piatti, Andrea Volpini e Cristian Brandi, anche se nei tornei viene accompagnato prevalentemente da Luca Vanni. “Ma in questo torneo sono da solo, perché la mia partecipazione non era prevista. Mi accompagnano mio papà Massimo e Carlo Polidori, uno dei miei primi maestri che oggi fa l’osteopata”. Dopo un inizio non semplicissimo, la Cura Bordighera sta dando frutti interessanti: oggi Lorenzo è numero 660 ATP, circa ottocento gradini più in alto rispetto a gennaio. “Per la verità non era iniziata benissimo – continua – anche perché venivo da una stagione complicata. Quest’anno mi ero prefissato di provare a salire, e dopo maggio le cose sono cambiate. Ho giocato la prima finale a Messina, ho iniziato a crederci e sono arrivati risultati importanti, culminati col mio primo titolo professionistico a Santa Margherita di Pula. Tra l’altro arrivavo dopo un infortunio, avevo poche aspettative ed è stato un torneo fantastico. Sì, direi che posso essere soddisfatto”. Non tutti sanno che Sciahbasi studia Scienze Motorie presso l’Università del Molise, aderendo a un programma che permette di studiare pur proseguendo la carriera agonistica. In virtù di questo, è naturale chiedergli se abbia mai preso in considerazione l’idea di andare al College, anche perché è stata la scelta di Gabriele Vulpitta, suo compagno di doppio quando raggiunsero la finale al Roland Garros junior 2023. “L’anno scorso ho ricevuto tante offerte, e c’è stato un momento in cui avevo preso in seria considerazione l’ipotesi – racconta – mi ero appena trasferito a Bordighera e non era iniziata benissimo, quindi avevo valutato l’opzione. Poi le cose sono migliorate e l’ho scartata. Quest’anno sono arrivate proposte ancora più importanti, ma avevo scelto di fidarmi di Piatti. La decisione ha pagato, dunque adesso non è il momento di andare negli USA, e non so se succederà mai. Al di là di questo, la possibilità di studiare è molto importante. Capita di vedere il tennis come un’ossessione, mentre lo studio toglie un po’ di pressione, aiuta a svagarti e comunque vale la pena costruirsi un percorso: non giochiamo a tennis per tutta la vita, dunque è importante avere un Piano B”.
    IL NONNO IRANIANOA proposito di piani, quello immediato racconta di una preparazione per il 2026, che Sciahbasi vorrebbe dedicare a più tornei Challenger possibili (“Ma molto dipenderà dalle entry list: a inizio anni potrebbero essere competitive e dunque faticherei a entrare, quindi magari inizierò con i tornei ITF nella speranza di migliorare in fretta”), mentre più sul lungo termine c’è la suggestione di visitare il Paese d’origine, l’Iran. Suo nonno proviene da Teheran. “Sono legato all’origine familiare, anche se non ne so ancora molto. Lui si è trasferito in Italia quando aveva 18 anni, e inizialmente non avrebbe dovuto fermarsi, invece ha conosciuto mia nonna e così ha messo su famiglia. Oggi non ho il progetto di andarci, anche per la difficile situazione attuale, ma in un giorno mi piacerebbe visitare i luoghi delle mie origini e dove è cresciuto mio nonno”. L’avventura di Sciahbasi proseguirà mercoledì, non prima delle 20, nel derby azzurro contro Francesco Passaro, vincitore del derby contro Michele Ribecai, peraltro dopo aver annullato un setpoint nel primo parziale. E il futuro? “Il sogno è quello di tutti, entrare tra i top-10 e vincere uno Slam. Tuttavia, se tra quindici anni dovessimo sederci qui e io mi sarò piazzato tra i top-100 potrò dire di essere felice. Certo, se arrivo al numero 150 non avrò certo fatto pena. Ma per essere appagato, mi prenderei l’ingresso tra i top-100”.
    EXPLOIT ARNABOLDI: BATTUTO MOCHIZUKIVa fuori il numero 1 del tabellone. L’unico top-100 in gara, Shintaro Mochizuki, si è arreso al lucky loser Federico Arnaboldi. Il caso del comasco è emblematico di come il tennis possa dare e togliere: aveva perso nelle qualificazioni, poi 24 ore dopo ha raccolto la vittoria più importante della sua carriera, poiché Mochizuki ha lo stesso ranking (n.94 ATP) di Chun-Hsin Tseng, battuto nelle “quali” del Roland Garros. Arnaboldi ha saputo adattarsi fin da subito al gioco particolare del giapponese, fatto di colpi leggeri e anticipati. Inoltre ha avuto il merito di non disunirsi dopo aver perso il secondo set. Anzi, ha finito dominando il terzo e si è preso un successo molto importante per la sua fiducia, visto il periodo molto complicato da cui proviene. Tra l’altro il tabellone si fa interessante, poiché negli ottavi se la vedrà con il bosniaco Nerman Fatic, che ha usufruito del ritiro di Fabrizio Andaloro nel tie-break del secondo set. In quella zona di tabellone è uscita l’altra testa di serie: la sconfitta di Andrea Pellegrino contro Milos Karol non è così sorprendente, vista la qualità espressa dallo slovacco nelle qualificazioni. E pensare che nelle qualificazioni aveva rischiato grosso contro l’olandese Visker, battuto dopo tre tie-break tiratissimi. Esordio quasi fantasma per l’atteso Justin Engel, rimasto in campo appena tre game: il baby tedesco ha usufruito del ritiro di Hamish Stewart sul 2-1 nel primo set. Mercoledì si completerà il quadro del primo turno, ma si giocheranno anche i primi quattro match degli ottavi. Il clou sarà il derby serale tra Passaro e Sciahbasi, mentre in precedenza ci sarà l’esordio di Otto Virtanen, vincitore nel 2022, opposto a Stefano Napolitano. In avvio di giornata, Stefano Travaglia proverà a dare continuità al buon successo contro Dodig, sfidando il potente Karol. LEGGI TUTTO

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    Challenger 100 Bergamo: Il Tabellone Principale e di Qualificazione. Tanti azzurri al via. Dieci italiani e un top-100 per prendersi l’eredità di Draper

    Francesco Passaro ITA, 2001.01.07

    741 giorni dopo, il grande tennis torna a Bergamo. Il main draw è guidato dal brillante Shintaro Mochizuki: in attesa delle qualificazioni, ci sono già dieci italiani in tabellone (con Passaro, Pellegrino e Maestrelli nel seeding). Tra i giovani, da seguire Matej Dodig e – soprattutto – Justin Engel.
    Ci sono ben dieci italiani ai nastri di partenza degli Internazionali di Bergamo – Trofeo FAIP-Perrel, presented by Intesa Sanpaolo & Sarco Lexus Bergamo (145.250€, indoor). In attesa dell’esito delle qualificazioni, che potrebbe aumentare il numero di azzurri in gara, è la prima notizia del sorteggio del main draw, effettuato nella serata di sabato dal supervisor ATP Riccardo Ragazzini, nella nuovissima sede della ChorusLife Arena. Spazi enormi, degni di un torneo del circuito maggiore, hanno accolto lo staff e i primi giocatori sbarcati a Bergamo, in un’atmosfera quasi surreale, a cui bisognerà abituarsi nei prossimi giorni. Lo stacco dal vecchio palazzetto (risalente agli anni ’60 e oggi destinato ad altro utilizzo) al nuovo impianto fa quasi impressione – in positivo – viste le facilities a disposizione. Come spesso accade nei giorni alla vigilia di un torneo, sono arrivati alcuni forfait. Era stata assegnata una wild card ad Adrian Mannarino (n.70 ATP), che sarebbe stato la prima testa di serie. Poche ore prima del sorteggio è giunta notizia che si è sottoposto a un’infiltrazione alla spalla che gli impedirà di giocare per qualche giorno. Il giocatore in persona ha chiamato il direttore del torneo, Marco Fermi, per scusarsi dell’imprevisto. Problemi fisici hanno impedito di esserci anche a Jacopo Vasamì, il cui invito è stato assegnato all’altro azzurro di grande prospettiva, Pierluigi Basile. Il main draw è dunque guidato dal giapponese Shintaro Mochizuki (n.92 ATP), interprete di un tennis leggero e spettacolare, che sarà una grande sorpresa per gli appassionati bergamaschi. Come detto, sono già dieci gli italiani certi di un posto nel main draw: hanno un posto nel seeding Francesco Passaro (n.4), Andrea Pellegrino (6) e Francesco Maestrelli (8), quest’ultimo finalista in carica del Trofeo FAIP-Perrel, la cui passata edizione si era tenuta provvisoriamente a Rovereto.
    ATTESA PER ENGEL E DODIGSubito un derby per Passaro, che se la vedrà con il redivivo Marco Cecchinato: desta curiosità la presenza del siciliano, autore di una buona stagione e reduce da una serie di tornei (ben giocati) in Sudamerica. L’ultima presenza di Cecchinato a Bergamo risale addirittura al 2014, e il fatto che abbia scelto di giocare un torneo indoor è molto incoraggiante per la sua voglia di andare avanti con grande motivazione. Dando uno sguardo ai match di primo turno, il clou è la sfida tra Otto Virtanen, super-specialista di questi campi (e vincitore a Bergamo nel 2022, ultima edizione nel vecchio palazzetto) e Stefano Napolitano, ammesso grazie al ranking protetto e finalista nel 2018, quando si arrese a Matteo Berrettini. Intrigante anche la sfida tra due ottimi protagonisti del 2025 a livello Challenger, l’estone Mark Lajal (semifinalista nel 2023) e il croato Luka Mikrut, che negli ultimi mesi ha compiuto un salto di qualità impressionante, vincendo due Challenger e facendo irruzione tra i top-200 ATP. Ma Bergamo – si sa – è il torneo che lancia i campioni del futuro: e allora gli occhi sono puntati sul croato Matej Dodig (classe 2005) e, soprattutto, sul tedesco Justin Engel (2007). Entrambi sono in lizza per un posto alle Next Gen Finals, in programma tra un mese a Jeddah, in Arabia Saudita, e saranno tra i più attesi. Il tedesco si è già fatto notare nel circuito ATP e qualche settimana fa ha vinto il suo primo Challenger, peraltro in condizioni simili a quelle di Bergamo. Esordirà contro un qualificato, poi avrebbe proprio il vincitore di Lajal-Mikrut, in un possibile match pop-corn.
    QUALIFICAZIONI: BERGAMO TIFERÀ BORRELLILa pattuglia italiana è poi completata dall’esperto Stefano Travaglia (subito opposto a Dodig: interessante scontro generazionale), e le wild card Lorenzo Sciahbasi e Fausto Tabacco. Ce n’è davvero per tutti i gusti, considerando il gap generazionale di ben sedici anni tra il giocatore più “anziano” in gara (Travaglia) e il più giovane (Engel). Il torneo scatterà domenica (a partire dalle 10) con i match delle qualificazioni: tanti nomi poco conosciuti, e per questo da seguire con ancora più attenzione, perché tra loro potrebbero nascondersi diversi prospetti interessanti. Detto che, nel tabellone a 24 giocatori trovano spazio nove italiani, merita una menzione il giovanissimo Niels McDonald, campione in carica del Roland Garros junior, oltre a giocatori di qualità come il russo Alexey Vatutin e Federico Arnaboldi, quest’ultimo impegnato nel tentativo di chiudere al meglio una stagione difficile. Gli appassionati bergamaschi, naturalmente, avranno un occhio di riguardo per il giocatore di casa Leonardo Borrelli, impegnato in un match difficile contro lo spagnolo Sergio Hernando Callejon (n.565 ATP). Per accedere alla ChorusLife Arena nei giorni di gara è possibile acquistare i tagliandi sui circuiti TicketOne o Clappit, altrimenti la biglietteria è disponibile dall’ingresso spettatori, presso il Gate 4 dello splendido impianto bergamasco. L’attesa è finalmente terminata: 741 giorni dopo il successo di Jack Draper all’Italcementi, Bergamo torna a respirare aria di grande tennis.

    Challenger 100 Bergamo – Tabellone Principale – indoor hard(1) Shintaro Mochizuki vs Qualifier(Alt) Fabrizio Andaloro vs Nerman Fatic Stefano Travaglia vs Matej Dodig Qualifier vs (6) Andrea Pellegrino
    (4) Francesco Passaro vs Marco Cecchinato (WC) Lorenzo Sciahbasi vs Viktor Durasovic (Alt) Mika Brunold vs Beibit Zhukayev Marko Topo vs (5) Jan Choinski
    (8) Francesco Maestrelli vs (PR) Emil Ruusuvuori (WC) Pierluigi Basile vs QualifierDaniil Glinka vs Tom Gentzsch (PR) Stefano Napolitano vs (3) Otto Virtanen
    (7) Mark Lajal vs Luka Mikrut Justin Engel vs QualifierQualifier vs (WC) Fausto Tabacco Qualifier vs (2) Billy Harris

    Challenger 100 Bergamo – Tabellone Qualificazione – indoor hard(1) Hamish Stewart vs (PR) Lorenzo Bocchi Giovanni Oradini vs (11) Anton Matusevich
    (2) Oleg Prihodko vs (WC) Niels McDonald (Alt) David Pichler vs (8) Buvaysar Gadamauri
    (3) Alexey Vatutin vs (Alt) Ivan Liutarevich (WC) Leonardo Malgaroli vs (10) Andrea Guerrieri
    (4) Federico Arnaboldi vs (Alt) Nicola Rispoli (Alt) Alexander Donski vs (12) Johan Nikles
    (5) Milos Karol vs (Alt) Filip Pieczonka Niels Visker vs (7) Nikolay Vylegzhanin
    (6) Michele Ribecai vs (Alt) Giorgio Ricca (WC) Leonardo Borrelli vs (9) Sergio Callejon Hernando

    Center Court – ore 10:00Federico Arnaboldi vs Nicola Rispoli Leonardo Borrelli vs Sergio Callejon Hernando Michele Ribecai vs Giorgio Ricca Oleg Prihodko vs Niels McDonald (Non prima 15:00)Giovanni Oradini vs Anton Matusevich Leonardo Malgaroli vs Andrea Guerrieri
    Court 1 – ore 10:00Alexander Donski vs Johan Nikles Milos Karol vs Filip Pieczonka Niels Visker vs Nikolay Vylegzhanin David Pichler vs Buvaysar Gadamauri (Non prima 15:00)Hamish Stewart vs Lorenzo Bocchi Alexey Vatutin vs Ivan Liutarevich LEGGI TUTTO