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    L’Argentina ha ripreso il lavoro con altri 8 giocatori in gruppo

    Di Redazione Sono ripresi ieri al centro federale di Buenos Aires gli allenamenti della nazionale maschile dell’Argentina, sotto la guida di Marcelo Mendez. Giunta ormai alla terza settimana di preparazione, la “seleccion” può contare ora su otto giocatori in più, che hanno raggiunto il paese dopo la conclusione dei rispettivi campionati: si tratta di Nicolas Uriarte, Matias Sanchez, Jan Martinez Franchi, Matias Giraudo, Luciano Palonsky, Pablo Crer, Martin Ramos, Agustin Loser, Nicolas Zerba e Federico Pereyra. All’appello mancano ancora “big” come Luciano De Cecco e Sebastian Solé, reduci dalla Finale Scudetto di Superlega, ma il CT comincerà già da questa settimana a delineare la lista dei giocatori per la VNL di Rimini, primo grande impegno stagionale. (fonte: Feva.org.ar) LEGGI TUTTO

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    Argentina: l’UPCN vince anche a Buenos Aires e conquista il suo ottavo titolo

    Di Redazione L’UPCN è campione di Argentina per l’ottava volta nella sua storia: dopo aver vinto in casa le prime due gare della finale scudetto, la squadra di San Juan si è ripetuta anche in Gara 3 sul campo del Ciudad Voley, tornando così a conquistare un titolo che le mancava dal 2018. Netto il successo della squadra di Fabian Armoa nella sfida decisiva: 0-3 (18-25, 22-25, 19-25) con primo e terzo set a senso unico. Combattuto soltanto il secondo parziale, in cui l’UPCN deve recuperare dal 6-1 iniziale, si porta avanti sul 14-16 grazie a Leozao e alla fine si impone grazie anche al servizio di Bozicovich. Tra i protagonisti della vittoria, oltre al già citato Leozao, anche Manuel Armoa, top scorer con 18 punti, Alejandro Toro, Pablo Guzman e il regista Sebastian Brajkovic. 15 punti di Dusan Bonacic per il Ciudad, che si congeda comunque a testa alta dopo la prima finale della sua storia, in un campionato certamente in tono minore per via del numero ridotto di squadre (solo 7 al via) e della partenza di moltissimi giocatori per l’estero. (fonte: Aclav.com) LEGGI TUTTO

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    Argentina: l’UPCN raggiunge il Ciudad Voley in finale

    Di Redazione Rimonta completata per l’UPCN, che dopo aver perso Gara 1 chiude alla “bella” la serie di semifinale contro il Ciudad Voley e si qualifica alla finale scudetto argentina contro il Ciudad Voley. La squadra vincitrice della regular season aveva iniziato in ritardo il suo cammino nei play off per due casi di positività al Covid-19, e l’approccio alla prima semifinale era stato pessimo, ma il terzo derby di San Juan in pochi giorni si è concluso con un secco 3-0 (25-17, 25-18, 25-22): grande protagonista Pablo Guzman con 18 punti. Per l’UPCN si tratterà della decima finale nella storia, con sette titoli vinti, mentre il Ciudad è al debutto assoluto. La serie decisiva non si disputerà più nella “bolla” ma con la classica formula in casa e in trasferta, al meglio delle tre vittorie: giovedì 25 e sabato 27 marzo si giocherà a San Juan e venerdì 2 aprile a Buenos Aires, dove si disputerà anche l’eventuale Gara 4. (fonte: Aclav.com) LEGGI TUTTO

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    Del Potro ci crede: “Il 2021 sarà il mio anno, non sarà un infortunio a decidere la fine della mia carriera”

    Juan Martin Del Potro con Gabriela Sabatini

    Juan Martin Del Potro non smette di credere nella possibilità di tornare a giocare ed essere competitivo. La sua carriera è una costellazione di infortuni, uno più grave dell’altro. Eppure è tornato, mille volte, e nelle brevi parentesi di salute è riuscito ad ottenere grandi risultati; come nel 2018, quando potendo giocare una stagione praticamente senza intoppi riuscì a vincere un 1000 ad Indian Wells e raggiungere la finale a US Open, toccando il n.3 del ranking ATP.
    Fermo da tempo per l’ennesima operazione al ginocchio, è apparso in Argentina in occasione dei premi Konex, insieme ad una sempre affascinante Gabriela Sabatini. DelPo ha rilasciato poche dichiarazioni, ricche di speranza e voglia di tornare in campo già nel 2021. “Il ginocchio? Continua a darmi un sacco di problemi, ma sento che non è ancora il momento di chiudere la mia storia, penso di avere qualcos’altro da dare. Voglio ritirarmi quando sarò io a decidelo, e lo farò in campo, non così. Il recupero mi sta costando molto, ho provato tutti i tipi di trattamenti ed emotivamente non è facile. Odio guardare le partite in televisione, voglio essere in campo. Sento ancora quel fuoco dentro di me che mi spinge a trovare nuove soluzioni e per competere di nuovo”.

    “Questo deve essere il mio anno – continua il gigante di Tandil – voglio continuare a combattere perché poter giocare alle Olimpiadi per me è fondamentale. Quell’appuntamento è la mia grande speranza, ho in testa il pensiero fisso che voglio parteciparvi, e continuerò a provarci fino alla fine. Giocare di nuovo sarebbe un grande premio, sento che questo lottare con tutte le mie forze per tornare non può non portare a nulla. Voglio di nuovo essere un giocatore di tennis, lo voglio per me stesso ma anche per mia sorella e mia madre”.
    Anche Juan Martín Del Potro ha salutato il rientro di Federer, ieri a Doha: “È sempre un piacere rivederlo, il suo esempio mi ispira per la mia lotta”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Schwartzman: “Guardando indietro, ho vissuto momenti difficili. Mio bisnonno si salvò dall’Olocausto”

    Diego Schwartzman

    Resilienza. Il dizionario la definisce come “la capacità di un individuo di affrontare e superare eventi traumatici o periodi di difficoltà”. Questa parola esprime esattamente la forza di Diego Schwartzman, arrivato a fine 2020 tra i migliori 8 al mondo (e qualificato alle Finals di Londra) dopo un percorso che definire ad ostacoli è riduttivo. Un fisico minuto (è il più basso tra i top 100, ed uno dei più piccoli ad esser arrivato così in alto in epoca moderna), una famiglia che l’ha sempre sostenuto ma che dovuto fronteggiare un collasso finanziario proprio mentre lui si affacciava faticosamente al tennis Pro. Rinunce, scelte difficili, sofferenza vera, ma alla fine la sua grande determinazione è stata premiata, regalandogli la possibilità di far fruttare il suo talento.
    In una lunga intervista concessa al magazine britannico Tennishead, Diego ripercorre alcune delle tappe importanti del suo viaggio, partendo addirittura dagli antenati, i suoi nonni, che per primi conobbero e superarono gli orrori del nazismo.  Una storia che merita di esser raccontata proprio oggi, 27 gennaio, nel “Giorno della Memoria”.
    “Ho radici ebree – racconta Diego – il bisnonno dalla parte di mia madre, che viveva in Polonia, fu caricato su un treno diretto verso un campo di concentramento durante l’Olocausto. Il destino ha voluto che il perno che collegava due vagoni del treno in qualche modo si ruppe, così che una parte del comvoglio continuò la sua corsa e l’altra rimase indietro. Ciò ha permesso a tutte le persone intrappolate all’interno, compreso il mio bisnonno, di scappare e salvarsi la vita. Fortunatamente ce la fece senza essere scoperto. Il solo pensiero di quest’episodio fa capire come le vite possono cambiare in un batter d’occhio”.

    “Il mio bisnonno ha portato la sua famiglia via nave in Argentina. Quando sono arrivati, parlavano yiddish e non spagnolo, n0n è stato facile. La famiglia di mio padre era russa, anche loro andarono in Argentina via mare. Non è stato facile per tutti cambiare completamente la loro vita dopo la guerra, ma lo hanno fatto. La mia famiglia aveva un business avviato nel settore dei gioielli, ma quando l’Argentina andò in bancarotta la crisi finanziaria travolse il nostro lavoro. Ci siamo ritrovati soli, io, i miei due fratelli maggiori, mia sorella maggiore e i miei genitori cercando in qualche modo di guadagnarci da vivere, anzi cercando di sopravvivere. Non avevamo soldi, era davvero difficile a giocare a tennis, non potevamo davvero permettercelo. Ma ho giocato più che potevo con enormi sacrifici. A un certo punto vendevamo persino braccialetti di gomma che erano rimasti dall’attività della mia famiglia. Abbiamo fatto tutto il possibile per ottenere i soldi per pagare i viaggi ai tornei e le spese. Guardando indietro, era una situazione davvero difficile. Ma all’epoca l’ho affrontata con lo spirito giusto, pensavo in grande, era un sacrificio necessario, a tratti persino divertente. Ho aiutato mia madre a vendere i braccialetti e così hanno fatto alcuni degli altri giocatori che erano con me. Tra una partita e l’altra andavamo tutti in giro con una borsa di braccialetti per vedere chi poteva vendere di più e mia madre gli dava il 20% delle vendite”.
    Una lotta imporsi nel mondo del tennis Pro con queste difficoltà. Infatti la crescita di Schwartzman è stata lenta, con un lungo percorso in patria. Diego ha giocato tornei in Argentina per la maggior parte della sua attività junior. Ha preso parte solo ad un evento del Grande Slam junior, perdendo al primo turno delle qualificazioni agli US Open, e non è mai stato un junior di successo. Dei primi 96 tornei che ha giocato da senior, 91 sono stati in Sud America, la maggior parte dei quali in Argentina. Gli altri cinque furono durante un breve viaggio in Europa, quando aveva 19 anni. “Venendo dal Sud America, ogni singolo passo che devi fare nel tennis è davvero costoso”, afferma Schwartzman. “Non è facile per le famiglie latino americane quando i figli cercano di intraprendere la strada del tennis Pro. A quel tempo sono stato fortunato perché avevamo molti tornei in Argentina e Sud America, a differenza di oggi. Avevamo forse 20 Futures all’anno in Argentina e alcuni Challenger tra Argentina e altri paesi limitrofi”.
    Nelle prime esperienze di viaggio, Schwartzman era con sua madre. “Non c’era mai una TV, in quasi tutti i tornei a cui andavamo, eravamo costretti a condividere il letto. Questo è ciò che potevamo permetterci”.
    Diego ha raccontato anche un piccolo aneddoto relativo a Maradona. “Conservo tutti i suoi messaggi, per me è stato una leggenda. Una volta mi disse una frase che fu per me di grande ispirazione. Avevo perso una partita contro Djokovic, giocando un buon tennis. Maradona mi fece i complimenti, consigliandomi di studiare i campioni ma stando attendo non imitare nessuno, perché un campione non lo puoi copiare, la copia sarà sempre peggiore dell’originale. Mi consigliava di osservare come hanno giocato contro di me, per capire i miei punti deboli, e allo stesso tempo capire la forza dell’avversario per poterlo affrontare al meglio al volta successiva”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    L’ATP 250 di Buenos Aires si svolgerà con 300 spettatori al giorno. La stella sarà Schwartzman

    Il centrale a Buenos Aires

    Nonostante gli effetti della pandemia, l’ATP tour torna in Argentina, anche se con molte restrizioni. Gli organizzatori del 250 di Buenos Aires hanno comunicato che Diego Schwartzman sarà la stella dell’edizione 2021, in programma presso il Lawn Tennis Club della capitale dal 27 febbraio al 7 marzo, una settimana dopo il Cordoba Open, che inizierà il 21 febbraio. Diego, numero 9 al mondo e miglior racchetta sudamericana in classifica, parteciperà al torneo per l’ottava volta, sperando di alzare la coppa del vincitore. Il suo miglior piazzamento resta la finale raggiunta nel 2019, sconfitto dal nostro Marco Cecchinato. La lista definitiva dei partecipanti verrà comunicata il prossimo primo febbraio.
    Schwartzman ha dichiarato: “Sono molto felice di giocare di nuovo il torneo. So che molte persone che conosco da molto tempo hanno fatto enormi sforzi per realizzarlo quest’anno, speriamo di vivere una bella edizione nonostante la situazione non facile che stiamo attraversando nel paese”. “Diego è un giocatore-simbolo per l’Argentina. Averlo è un orgoglio e una gioia”, ha detto Martin Jaite, il direttore del torneo. Martin Hughes, partner di Tennium (la società proprietaria della data) ha aggiunto: “Diego è un punto di riferimento e per noi è un piacere averlo, perché è anche in sintonia con lo sviluppo che stiamo facendo in Argentina, dove al di là delle difficoltà causate dalla pandemia proseguiamo con l’espansione globale dell’azienda nel mondo del tennis”. Il riferimento è alla serie di eventi Challenger che dovrebbero essere annunciati a breve sia in Argentina che in tutto il continente.

    Oltre alla soddisfazione per la presenza di Diego Schwartzman, gli organizzatori hanno annunciato che a causa della pandemia e delle conseguenti normative sanitarie stabilite dal governo, l’Argentina Open 2021 avrà un afflusso ridotto a soli 300 spettatori, e tutti legati alle sponsorizzazioni aziendali e agli accordi del torneo. Al momento non è prevista una vendita di biglietti al grande pubblico. Inoltre il torneo sarà organizzato con un protocollo sanitario molto stringente, conforme alle normative locali e a quelle dell’ATP Tour, con regolari test PCR all’arrivo dei tennisti e dei membri del loro staff, incluse tutte le persone coinvolte in vari livelli nell’evento.
    I giocatori potranno avvalersi solo due accompagnatori, occuperanno un settore specifico dello Sheraton Buenos Aires (hotel ufficiale dell’evento) e potranno recarsi al club solo a condizione che abbiano in programma una partita o una sessione di allenamento stabilita in un certo orario. Tutti i tennisti saranno costretti a soggiornare in hotel, anche quelli che risiedono a Buenos Aires, e potranno sostare al Buenos Aires Lawn Tennis Club solo per il tempo necessario allo svolgimento delle attività sportive. Per questo motivo l’organizzazione ha disposto nel club la presenza di un kinesiologo e un medico riservati per emergenze specifiche, non per consulti regolari; questo servizio verrà fornito direttamente in hotel a chi ne farà richiesta.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Un tour di 36 eventi Challenger e Futures sarà lanciato in America Latina (di Marco Mazzoni)

    La città di Conception, in Cile, ospiterà il primo nuovo Challenger

    L’ATP sta seguendo una politica “prudenziale”, vista l’incertezza della pandemia ancora in corso, tanto che il calendario 2021 è stato rilasciato solo fino a tutto marzo, con possibili ulteriori spostamenti, cancellazioni e novità. Ancor più ristretta la lista dei Challenger, che si ferma a febbraio. Tuttavia qualcosa di importante si sta muovendo nel circuito minore, con una novità molto interessante in procinto di essere lanciata. Il collega argentino Sebastan Torok ne ha parlato sulle colonne de La Nacion: il 2021 vedrà la nascita di un circuito di 36 tornei in America latina (escluso il Venezuela, troppi problemi politici al momento per investire nel paese). È confermato il lancio di un nuovo torneo in Cile a Conception: nella bella località marina sarà organizzato un Challenger su terra battuta dal 15 febbraio. Questo sarà il primo evento di una serie di tornei nel continente, 12 Challenger, 12 ITF Futures (oggi chiamati M15) e 12 W15 (ITF femminili), con un Masters finale per i migliori del mini-tour.
    L’iniziativa è nata grazie all’idea dell’ex giocatore argentino Horacio De La Pena (vincitore di 4 tornei e best ranking al n.31 nel 1987), da anni attivo in Cile con un’accademia da lui fondata e diretta. I tennisti latino americani da tempo sono in difficoltà per la scarsità di tornei nel continente, soprattutto quelli di seconda fascia necessari ad accumulare esperienza e punti per la scalata al “piano di sopra”. Una situazione che li costringe a lunghissime trasferte tra nord America, Europa o Asia, con altissimi costi e difficoltà logistiche che spesso scoraggiano all’avventura, ritardando o addirittura bloccando la crescita dei talenti della regione. Da questa considerazione è arrivata la spinta che ha portato De La Pena ad impegnarsi per costruire questo tour, che sta per esser lanciato grazie al sostegno economico del gigante Unilever (multinazionale titolare di 400 marchi tra i più diffusi nel campo dell’alimentazione, bevande, prodotti per l’igiene e per la casa).
    Dopo una lunga serie di contatti in più paesi sud americani tra ex giocatori, club e associazioni, e visto che tutti concordavano sulla bontà dell’idea per rilanciare il movimento del continente, De La Pena ha presentato il suo progetto in Cile a un dirigente dell’azienda main sponsor dell’ATP 250 di Santiago, che aveva anche sponsorizzato – con enorme successo – l’esibizione di Roger Federer e Alexander Zverev nel novembre 2019. Pochi giorni dopo, De la Peña ha ricevuto la risposta che sperava: la divisione regionale di Unilever si farà carico del progetto e contribuirà con oltre un milione di dollari per finanziare il tour, che dovrebbe chiamarsi “Circuit Dove Men + Care South American Legion”.

    Trovata la copertura finanziaria, De la Peña ha iniziato a contattare i personaggi più influenti del settore in sud America per creare una sinergia e dirigere il tour, ottenendo un riscontro molto positivo all’ATP e presso l’ITF relativamente alle date.
    I tornei partiranno su terra battuta – classica superficie in America latina, ma è allo studio la possibilità di organizzarne anche su altre superfici. La firma del contratto con Unilever dovrebbe essere di due anni, con l’intenzione di prorogarlo nel tempo. Inoltre, verrà aggiunto un accordo con la COSAT (South American Tennis Confederation) per istruire i giocatori su di un protolocco che regola la sicurezza nei tornei, ma anche istruzioni in merito alle politiche antidoping, scommesse, rapporti con la stampa e con gli sponsor.
    L’intenzione è quella di creare un vero e proprio tour nei minimi dettagli, con una struttura che coordini gli eventi anche a livello di produzione e distribuzione dei contenuti, per dare più forza commerciale alla nuova realtà. Infatti pare sia stato creato un consiglio di amministrazione in cui, oltre a De la Pena, figurano il paraguaiano Camilo Pérez (presidente del COSAT), l’uruguaiano Rubén Marturet (vicepresidente), il brasiliano Guga Kuerten con la sua Fondazione, il capo dell’Associazione argentina di Tennis di Agustin Calleri e Mariano Zabaleta, Rafael Westrupp (presidente della Confederazione brasiliana del tennis), il colombiano Santiago Giraldo, l’ecuadoriano Nicolás Lapentti, il peruviano Luis Horna, il boliviano Hugo Dellien, l’uruguaiano Pablo Cuevas e l’argentina Mercedes Paz (capitano della squadra Billie Jean King Cup, ex Fed Cup), tra gli altri. Tutti personaggi ancora attivi e molto influenti, a conferire ulteriore credibilità al progetto.
    Ancora non si conoscono i dettagli a livello di calendario degli eventi. Le scelte verrano effettuate tenendo conto degli aspetti geografici, per minimizzare spostamenti (e costi). Una serie di tornei dovrebbe svolgersi ininterrottamente in Argentina, Uruguay e Cile; e poi tra Colombia, Ecuador e Perù, quindi in Brasile. Stesso schema per i Futures: almeno due nella stessa sede in settimane consecutive, per ottimizzare la gestione sanitaria e mantenere le stesse persone (giocatori, staff). Pare sicuro che i primi eventi andranno in scena senza pubblico, in attesa di vedere gli sviluppi dei contagi nei vari paesi, visto che la presenza o meno degli spettatori dipenderà dalle decisioni dei governi locali.
    Il progetto sembra quindi ben fondato, solido dal punto di vista economico e ben strutturato in tutta l’America latina. Esattamente quello di cui c’era bisogno per dare una spinta ai molti giovani promettenti del continente, ma in estrema difficoltà nel muovere i primi passi visti i costi elevati per sostenere lunghe trasferte.”I giovani tennisti argentini devono affrontare non solo la competizione globale, oggi durissima, ma anche la crisi economica nel paese, che ha messo in difficoltà tutti. Qualche anno fa era più facile trovare un club o uno sponsor locale che sosteneva la tua attività per qualche anno, e così riuscire a viaggiare con il tuo coach senza dover contare ogni spesa. E poi c’erano delle serie di tornei dove  poter competere a buon livello per crescere di esperienza e racimolare punti. Oggi è diventato tutto assai più complicato” aveva dichiarato qualche tempo fa Jose Acacuso. Infatti nel passato in Argentina si svolgeva la “Copa Ericson”, con sette tornei Chellenger all’anno tra 1997 e 2001, e poi la Copa Petrobras, attiva con uno schema simile dal 2004 al 2011.
    L’augurio è che il main sponsor creda nel progetto a lungo termine, per dare la continuità necessaria ai vari eventi per crescere e radicarsi nel tessuto sportivo dei vari paesi, ed allo stesso tempo permettere alle nuove generazioni di tennisti latini di giocare con continuità e crescere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Argentina: L’UPCN si conferma sul trono della Coppa RUS

    Di Paola Lopez Marchetti
    L’UPCN di San Juan ha vinto per 3-0 (25-18, 27-25, 25-21) la finale della Coppa RUS Argentina contro l’esordiente Paracao, confermandosi sul trono per il secondo anno di fila e vincendo anche il primo trofeo della stagione. Una finale speciale per l’UPCN, che finisce il torneo giocato a Mar del Plata imbattuto e con un solo set perso in tutta la Coppa. La pressione era tutta sulle spalle della squadra di San Juan; per “La Bomba”, questo il soprannome del Paracao, essere arrivati in fondo era già più di quello che ci si aspettava. La partita decisiva è stata equilibrata, nonostante che in vari passaggi sia emerso il divario tra le due squadre.
    Senza dubbio l’esperienza di Sebastián Brajkovic nello smistare il gioco in maniera ottima tra i suoi attaccanti e la partecipazione di Ale Toro e Valdir Goncalves (14 punti a testa) in attacco sono stati fattori chiave nel risultato finale. Nel primo parziale il “Gremio” (un altro soprannome per l’UPCN) va subito alla carica e neutralizza i suoi rivali portandosi rapidamente avanti. Anche se l’UPCN domina completamente il primo parziale, nel secondo set il Paracao migliora in ricezione e in attacco e con Lapera (11 punti) e Vaca Alvarez (6 punti), pareggia a quota 17, prende le redini per un paio di minuti e domina il gioco (19-21). La squadra di San Juan però ribalta ancora il punteggio e si prende anche il secondo set.
    Nel terzo, la voglia di vincere ricarica i campioni uscenti e l’UPCN inizia il parziale con 4 punti di vantaggio, con Toro sempre presente. “La Bomba” cerca in tutti i modi di recuperare, però la bassa efficacia in attacco (39%) e la scarsa concretezza nei punti importanti la lasciano indietro. I campioni in carica continuano a crescere nel set e si guadagnano 2 match point: chiude Ale Toro con un mani out. Premiato come migliore in campo il palleggiatore della squadra di San Juan, Sebastián Brajkovic.
    Per l’UPCN è il 21° torneo nella storia e la quinta Coppa Argentina (Ex Coppa ACLAV): la squadra di San Juan raggiunge così il Bolivar.
    UPCN San Juan Voley-Paracao 3-0 (25-18, 27-25, 25-21)UPCN San Juan Vóley: Brajkovic, Leozao 9, Junior 9, Guzmán 7, Juninho 14, Toro 14, Perren (L), Bozikovich, Armoa 4, Gallardo. All. Fabián Armoa.Paracao: Urchevich, Vaca Álvarez 6, López 8, Sansone, Villarruel 12, Lapera 11, Arroyo (L), Albrecht, Alzueta 3, Verdun 2. All. Guillermo Escanés. LEGGI TUTTO