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    Roddick difende Djokovic: “Incredibile che sia arrivato in finale a Wimbledon”

    Novak Djokovic classe 1987, n.2 del mondo – Foto Getty Images

    La finale di Wimbledon 2024 tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz ha scatenato un acceso dibattito nel mondo del tennis. Le prestazioni di Djokovic, apparso fisicamente limitato, hanno sollevato molte domande. Tuttavia, Andy Roddick, ex numero uno del mondo, è intervenuto in difesa del campione serbo nel suo canale YouTube “Saca con Andy Roddick”.“È incredibile che Novak sia arrivato alla finale di Wimbledon,” ha affermato Roddick. “Viene da un intervento chirurgico, con mancanza di forma fisica, poco tennis e nessuna partita. E nonostante ciò, è arrivato in finale a Wimbledon.”
    L’ex campione americano ha elogiato l’approccio di Djokovic al torneo: “Novak non aveva partite precedenti, non era in forma, tutto ciò che cercava di fare era essere abbastanza in salute per giocare il primo turno e poi, abbastanza in salute per il secondo, e così via.”
    Roddick ha anche risposto alle critiche sulla performance di Djokovic in finale: “Che la gente dica ‘Oh, non si muoveva bene’, non è uno scherzo. Bisogna allenarsi per essere bravi in qualcosa. Senza colpa, non ha avuto quelle ripetizioni rapide, e quando arrivi al massimo livello del gioco, quei margini vengono esposti rapidamente.”
    Allo stesso tempo, Roddick non ha lesinato elogi per Alcaraz: “Carlos lo ha messo in evidenza. Ha giocato in grande quando doveva farlo, ha piazzato quelle palle corte quando doveva, ha servito seconde di servizio presto, non voleva che Novak si sistemasse.”
    Questo intervento di Roddick offre una prospettiva interessante sulla finale di Wimbledon, sottolineando sia la straordinaria forza di Djokovic che l’eccezionale prestazione di Alcaraz. Le parole dell’ex campione americano ricordano quanto sia difficile competere ai massimi livelli dopo un infortunio, anche per un campione del calibro di Djokovic.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Roddick rivela: “Lotto da anni contro un tumore della pelle

    Andy Roddick nella foto – Foto Getty Images

    Andy Roddick nel corso dell’ultima puntata del suo fortunato e interessante podcast “Served with Andy Roddick” ha rivelato di soffrire da diversi anni di alcune forme di tumore alla pelle. I primi sintomi della malattia sono arrivati poco dopo il suo ritiro dal tennis Pro, avvenuto nel 2012 dopo US Open.
    “Ho dovuto affrontare diversi tipi di cancro della pelle da quando ho smesso di giocare. Cinque o sei anni fa mi è stato asportato un tumore a cellule squamose dal labbro. Non ne avevo mai parlato. Stamattina, per esempio, mi sono fatto un trattamento laser al viso ed è per questo che mi vedete così su YouTube, come se fossi arrabbiato”.
    L’americano, n.1 del mondo nel 2003 e vincitore di US Open nello stesso anno, ha approfittato del suo podcast per lanciare un messaggio di prevenzione di questa malattia.
    “Tutta questa faccenda è pesante. Dovrò fare un lavoro di prevenzione per il resto della mia vita. Quello che dovete fare è usare la protezione solare. Mettete la protezione solare ai vostri figli. Soprattutto se giocano a tennis”, afferma Roddick, che ricorda che questo il tipo di cancro non appare immediatamente. “Il problema non si verificherà quando il bambino avrà otto anni, ma potrebbe verificarsi quando il bambino sarà più grande e avrà tipo 38 anni”. LEGGI TUTTO

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    Andy Roddick chiede un cambio immediato del calendario ATP: “I tennisti hanno bisogno di più riposo. Abbiamo visto Sinner fare lavoro in palestra durante il torneo di Madrid perché, non essendoci una pre-stagione, i tennisti devono svolgere questo tipo di lavoro durante gli eventi”

    Andy Roddick nella foto – Foto Getty Images

    Andy Roddick, uno degli analisti più attivi del momento, non esita a fare affermazioni decise su temi di attualità scottanti. L’ultimo argomento su cui si è espresso con forza riguarda il calendario ATP, chiedendo un cambiamento immediato. “Abbiamo visto Sinner fare lavoro in palestra durante il torneo di Madrid perché, non essendoci una pre-stagione, i tennisti devono svolgere questo tipo di lavoro durante gli eventi. Sono uno sciocco a pensare che abbiamo bisogno che i tennisti trascorrano più settimane a casa, riposando e preparandosi fisicamente? In tutti gli sport si vede come abbiano mesi di riposo. Come possiamo essere così folli da organizzare un calendario di competizioni che dura 11 mesi all’anno o più?”, ha affermato con decisione l’americano su tennisuptodate.com.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Sinner, il migliore degli ultimi sei mesi, ma Roddick dubita sull’essere favorito al Roland Garros

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Jannik Sinner sembra non essere influenzato dal cambio di superficie, poiché continua a dominare sia sul cemento che sulla terra battuta. Ad oggi, è il tennista in migliore forma e per molti è attualmente il migliore al mondo.
    Tutto ciò lo posiziona come uno dei favoriti per la vittoria del Roland Garros. Tuttavia, per l’ex tennista Andy Roddick non è così: “Si può affermare con certezza che Jannik Sinner è stato il miglior giocatore negli ultimi sei mesi. È stato così dominante a Miami da risultare assurdo. Ora è al secondo posto nel ranking mondiale e probabilmente è il favorito per concludere l’anno come numero 1, considerando il calendario più discontinuo di Novak Djokovic. Detto questo, e lo dico con cautela, la terra battuta sarà la superficie più impegnativa per Sinner. Ciò che fa naturalmente bene, intimidire dalla linea di fondo, viene ostacolato dalla terra battuta più di qualsiasi altra cosa, quindi non sarà uno dei due principali favoriti per il Roland Garros e i suoi rivali probabilmente apprezzeranno il cambio di superficie”, afferma l’ex numero 1 del mondo.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Qualità delle palle sotto accusa a Indian Wells: l’allarme degli allenatori

    Le palle di Indian Wells

    Andy Roddick entra nel dibattito sulle condizioni delle palle da tennis a Indian Wells, sollevando critiche sulla loro qualità. L’ex campione americano ha espresso sorpresa e delusione per il cattivo stato delle palle utilizzate nel prestigioso torneo californiano, un tema che negli ultimi tempi è diventato argomento ricorrente tra i professionisti del circuito.
    Roddick, noto per il suo servizio potente e il suo gioco aggressivo, ha portato alla luce la questione attraverso un commento che evidenzia come, a suo dire, le condizioni delle palle siano peggiorate rispetto agli standard già discutibili osservati in tornei recenti. Secondo l’ex numero uno del mondo, le palle mostrano segni evidenti di deterioramento dopo “alcuni minuti” di utilizzo durante le sessioni di allenamento, un fatto che ha descritto come “surreale”.
    Queste osservazioni aggiungono un ulteriore livello di preoccupazione riguardo alla qualità dell’equipaggiamento fornito agli atleti in competizioni di alto livello, sottolineando l’importanza di garantire condizioni di gioco eque e ottimali. La critica di Roddick invita organizzatori e produttori a riflettere sulla necessità di assicurare materiali che rispettino gli standard richiesti dal professionismo nel tennis, al fine di preservare l’integrità dello sport e la performance degli atleti.
    Dichiara Roddick: “Ho ricevuto due messaggi da due dei migliori allenatori del mondo nell’ultima ora che parlano di quanto siano pessime le palle a Indian Wells. A quanto pare, questo è stato dopo solo alcuni minuti di riscaldamento. Come mai questo problema non è stato risolto nel tempo?

    What caused the ball to look like this? Wrong answers only pic.twitter.com/HUg2H0xaFZ
    — Served with Andy Roddick (@Served_Podcast) March 5, 2024

    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Tra tradizioni e rivoluzioni: Il Tennis alla Svolta Saudita? Andy Roddick contrario

    Andy Roddick nella foto – Foto Getty Images

    Nel cuore delle discussioni che animano il mondo del tennis, l’ipotesi di un Súper Circuito finanziato dall’Arabia Saudita continua a suscitare dibattiti e a dividere opinioni. Con ingenti investimenti già riversati nel settore, il regno saudita dimostra un interesse crescente verso il tennis, paventando la nascita di un circuito che potrebbe rivoluzionare radicalmente l’intero panorama sportivo.
    Andy Roddick, ex numero 1 del mondo e protagonista di battaglie memorabili sui campi da tennis, ha condiviso la sua visione decisa in merito a questa potenziale svolta. Attraverso il suo podcast, “Served with Andy Roddick”, l’ex campione statunitense non nasconde le proprie perplessità, sottolineando l’importanza fondamentale dei tornei del Grande Slam nel cuore dei tennisti. “Dall’età di sei anni, i giocatori sognano di competere e trionfare in queste arene leggendarie”, afferma Roddick, evidenziando la difficile rinuncia a partecipare a eventi così radicati nella tradizione e nel desiderio di ogni atleta.
    Roddick, che ha già concluso la sua carriera agonistica, racconta di aver rifiutato di partecipare a un’esibizione finanziata da questo nuovo circuito, in segno di coerenza con la sua posizione critica. L’ex campione dell’US Open pone l’accento sul valore intrinseco dei Grand Slam e su come la loro eventuale assorbimento in un circuito alternativo, con un proprio sistema di ranking e gestione, potrebbe segnare la fine dell’ATP così come la conosciamo.
    Il dibattito si estende poi alle implicazioni etiche e sociali legate all’organizzazione di eventi in Arabia Saudita, dove la legislazione in materia di diritti LGBTQ+ solleva preoccupazioni significative. La posizione di Roddick su questo tema è chiara: come proteggere gli atleti in un contesto dove aspetti fondamentali della loro identità sono considerati illegali? L’ex tennista statunitense fa riferimento al caso di Daria Kasatkina, atleta apertamente omosessuale, interrogandosi sul messaggio che il mondo del tennis invierebbe ospitando competizioni in un paese con leggi così restrittive.
    Roddick, pur ammettendo di non essere direttamente coinvolto nelle dinamiche attuali del circuito, invita a una riflessione aperta e al mantenimento di una mente critica verso le evoluzioni future del tennis. La possibilità di un cambiamento positivo, con una maggiore apertura e accettazione, rimane un’ipotesi da non scartare a priori, sebbene le condizioni attuali suggeriscano un approccio cauto.
    In un mondo sportivo sempre più influenzato da grandi investimenti e da scelte che spesso si scontrano con la tradizione, la questione saudita rappresenta un punto di svolta cruciale per il futuro del tennis. Tra il rispetto dei valori fondamentali dello sport e l’esplorazione di nuove frontiere, la comunità tennistica si trova davanti a scelte complesse, che richiedono un dialogo aperto e approfondito. La voce di Andy Roddick, con la sua esperienza e la sua passione indiscussa per il tennis, offre un contributo prezioso a questo dibattito, ricordandoci che il cuore dello sport risiede non solo nelle vittorie e nelle sconfitte, ma anche nei valori che lo animano.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic alla prova del tempo: La sfida della nuova generazione

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    La sconfitta di Novak Djokovic agli Australian Open 2024 contro Jannik Sinner ha scosso il mondo del tennis, sollevando interrogativi sul futuro immediato del campione serbo. Nonostante una prestazione sotto le aspettative, Djokovic rimane una figura dominante nello sport, ma come sottolinea Andy Roddick, il tempo non gioca a suo favore.
    In una recente puntata del suo podcast “Served with Andy Roddick”, l’ex numero uno del mondo ha espresso preoccupazione per Djokovic, evidenziando come l’avanzare dell’età e l’emergere di nuovi talenti possano rappresentare ostacoli sempre più significativi. “Djokovic ha inciampato in questo torneo… ma resta il migliore al mondo. Tuttavia, la nuova generazione, guidata da Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, sa di poter vincere e non si arrenderà facilmente”, ha affermato Roddick.
    Questi giovani talenti, consapevoli delle proprie possibilità, stanno mettendo in discussione il dominio di Djokovic, instillando la convinzione che possano effettivamente superarlo. “La questione sarà legata all’acume mentale e al suo sviluppo. Per dieci anni, la presenza di Djokovic a Indian Wells, Miami o qualsiasi altro torneo su superficie dura non ha destato preoccupazioni. Ma ora, sono curioso di vedere come reagirà alle pressioni dopo la sconfitta nei grand slam”, riflette Roddick.
    Djokovic e la sua straordinaria capacità di motivarsi di fronte alle difficoltà saranno cruciali nei prossimi mesi. “Di solito, è bravo a trovare un rivale contro cui combattere e utilizzarlo come stimolo. Questa capacità di auto-motivarsi è quasi un superpotere”, aggiunge Roddick, sottolineando come Djokovic debba sfruttare questa qualità per mantenere il suo status di favorito e tenere a bada la nuova generazione.
    La sconfitta a Melbourne non segna la fine dell’era Djokovic, ma apre un capitolo entusiasmante nel tennis mondiale, dove la nuova generazione si affaccia con determinazione e talento, pronta a sfidare i giganti dello sport. Djokovic, con la sua esperienza, non è estraneo alle sfide. La sua risposta nei prossimi tornei sarà un indicatore chiave del futuro del tennis, in un momento di passaggio generazionale che promette grandi emozioni e rivalità accese.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Roddick punge Alcaraz: “Il suo servizio non fa male, anzi è peggiorato”

    Andy Roddick con la moglie Brooklyn Decker

    Quando si parla di servizio Andy Roddick è certamente uno dei massimi “esperti” in materia. A-Rod si è issato in vetta al ranking ATP (ultimo statunitense a riuscirci) e ha vinto US Open nel 2003 grazie alla sua formidabile battuta, una vera e propria bordata a tratti irresistibile. È andato vicino a vincere Wimbledon, ma il tennis più completo di Federer l’ha stoppato per ben tre volte in finale. Oggi Roddick è un apprezzato commentatore nel suo paese, e nel corso del seguito postcast  “Served with Andy Roddick”, insieme al giornalista John Wertheim, ha parlato degli ultimi Australian Open, riconoscendo la qualità e tennis davvero efficace di Jannik Sinner. All’interno del programma, Andy si è soffermato sul momento non eccellente di Carlos Alcaraz, estromesso dal torneo in modo piuttosto netto da Zverev. Secondo l’americano, Alcaraz ha qualche problema al servizio, un colpo che a suo dire è addirittura peggiorato.
    “Non penso che tutto andrà liscio per Carlos nelle prossime settimane, anche se i tornei che si stanno avvicinando, come Indian Wells, si disputano su di una superficie fantastica per lui, perché la palla salta alta e questo gli darà un po’ di aiuto con il suo servizio in kick. Ma è proprio la battuta il suo principale problema oggi” commenta Roddick. La sua analisi entra poi nel dettaglio del colpo.
    “Penso che il suo servizio oggi lasci molto a desiderare. È l’unica cosa che non credo sia migliorata negli ultimi due anni. Ricordo di averlo visto allora e… wow, era una furia. Ha vinto Miami un paio di anni fa e serviva a 135 miglia, mentre ora mi sembra che stia servendo anche sotto alle 127. Ma non è solo una questione di velocità. Non penso che abbia un movimento corretto, fa poco movimento. Ci sono grandi battitori che servono direttamente verso il campo, quelli che arrivano a 136 miglia, magari riesci a metterci la racchetta e la rimandi di là. E poi ci sono i giocatori che hanno un servizio tipo Roger Federer, che possono servire solo a 118 miglia ma la palla scivola via, ha effetto, e sulla tua racchetta in risposta non la prendi bene, ti mette davvero in difficoltà anche se non è così rapida”.
    “Alcaraz al contrario se non serve quel kick che fa alzare la palla e ti allontana, che ti butta fuori dalla tua zona, ha una battuta che i ribattitori riescono a gestire e non vanno così in difficoltà. Deve creare un po’ di movimento nel servizio, cercare altri effetti. Lui ama imporre il suo tennis, fare il prepotente in campo, ma deve essere più bravo con la prima palla. In questo momento il suo servizio in slice sembra quasi andare dritto, non funziona. Non ha affatto efficacia, davvero lontanissimo da chi invece con lo slice fa la differenza, tipo un Pete Sampras che ti tirava una palla che si allontanava da te se non la prendevi più tanto effetto aveva”
    Il principale difetto per Roddick è la prevedibilità del servizio dello spagnolo: “Gli avversari lo leggono bene, puoi in un certo senso inquadrarlo e impattare bene la palla, ottenere quel buon suono ‘pop’ e rispondere in modo efficace. Penso che il servizio sia il punto più ovvio in cui Alcaraz debba migliorare” conclude Andy.
    Effettivamente andando a scrutare le statistiche di Alcaraz al servizio, non figura ai primi posti per efficacia della sua battuta, e la tendenza dei suoi numeri è in netto peggioramento dalla scorsa estate. Dati sui quali lo spagnolo e il suo team devono attentamente riflettere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO