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    Caso Sinner, il presidente ATP Gaudenzi: “Nessun trattamento di favore. Sopravvivremo anche se Sinner verrà squalificato”

    Andrea Gaudenzi nella foto – Presidente dell’ATP dal Gennaio 2020

    Il presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi ha respinto con fermezza le accuse secondo cui Jannik Sinner avrebbe ricevuto un trattamento preferenziale nel suo caso di doping, dichiarandosi fiducioso che il tennis sopravviverà anche se il numero 1 al mondo dovesse ricevere una lunga sospensione.
    In un’intervista esclusiva con AAP, Gaudenzi ha insistito sul fatto che il caso Sinner è stato gestito “secondo le regole” e che, proprio come Novak Djokovic – che si è lamentato della mancanza di trasparenza verso i giocatori – anche lui non era stato informato prima che scoppiasse la controversia.
    Sinner è arrivato a Melbourne per difendere il suo titolo agli Australian Open con il suo futuro avvolto nell’incertezza, dopo che l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) ha impugnato la decisione per essere risultato positivo due volte a uno steroide anabolizzante lo scorso marzo.
    L’Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis (ITIA) ha stabilito che Sinner non aveva colpe, accettando la spiegazione del 23enne secondo cui la sostanza proibita sarebbe entrata nel suo sistema involontariamente attraverso un massaggio del suo fisioterapista, che avrebbe utilizzato uno spray contenente lo steroide per trattare un taglio al dito.
    “Credo sinceramente che ci siano state molte informazioni errate su questa vicenda, il che è spiacevole”, ha dichiarato Gaudenzi prima dell’inizio dell’Australian Open di domenica. “Sono sicuro al 100% che non c’è stato alcun trattamento preferenziale.”Il presidente ATP ha anche sottolineato come il caso sia ancora in corso, con la WADA che ha presentato appello, e Sinner potrebbe ancora ricevere una sospensione fino a due anni se riconosciuto colpevole. “È un peccato per lo sport”, ha ammesso Gaudenzi, “ma sopravvivremo. Il tennis è un prodotto molto forte.”
    Gaudenzi ha concluso invitando tutti ad essere pazienti e ad attendere l’esito del procedimento, ricordando come il tennis abbia sempre superato momenti difficili, compreso il ritiro di grandi campioni come Federer, Nadal e prossimamente Djokovic.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Gaudenzi: “Calendario? I giocatori intanto potrebbero giocare meno esibizioni”

    Il campo dell’UTS di Londra

    Il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi puntualizza un aspetto importante sull’annoso dibattito del calendario troppo lungo: le tante, anzi crescenti esibizioni disputate da molti tennisti. L’ha fatto nel corso dell’intervista a L’Equipe, della quale abbiamo già riportato il suo pensiero in merito alle palle da gioco, che dal prossimo anno saranno gestite in modo centralizzato per molti eventi consecutivi, e via via sempre di più. Con la speranza di coinvolgere in questo progetto di razionalizzazione anche gli Slam, che sono indipendenti dalla decisioni dell’ATP. Relativamente al fatto che la stagione si troppo lunga, questo il pensiero di Gaudenzi.
    “Il tennis non è come nel calcio o nel basket, dove gli atleti vengono assunti da un club e giocano di conseguenza. I nostri giocatori sono lavoratori indipendenti che possono decidere il proprio programma”.
    “Sì, è vero che la classifica li obbliga a giocare, ma dipende soprattutto dai tornei più importanti, gli Slam, i Masters 1000 e le ATP Finals. Abbiamo deciso di rafforzare i Masters 1000, ma in questo nuovo formato se raggiungi la finale giochi solo una partita in più rispetto a quello precedente”.
    “Inoltre, alcuni giocatori scelgono di fare molte esibizioni fuori dal tour. Questo non si vede in altri sport. La domanda è: vuoi investire nel circuito o fuori dal circuito? Accorciare la stagione? Sì, ma allora bisogna ridurre il numero dei tornei ATP 250. Pertanto i giocatori possono anche decidere di giocare meno esibizioni e decidere di dedicare più tempo al riposo”.
    Un punto di vista che sottolinea aspetti importanti, e che lo stesso Jannik Sinner in una dichiarazione di quest’anno condivide (“Possiamo anche decidere di non giocare”). Sembra difficile che si possa fare un passo indietro sulla quantità di tornei top, e alla fine i tornei 250 sono importantissimi per quell’insieme di ottimi giocatori che non stazionano nei piani alti del ranking, per dar loro la opportunità di giocare, guadagnare punti e salire in classifica. Non sono invece necessarie le molte esibizioni che tanti tennisti disputano, come in questi giorni l’UTS a Londra, quelle negli Stati Uniti (con Alcaraz presente tra gli altri) e quella di Las Vegas appena prima di Indian Wells, la stessa Laver Cup o il ricchissimo Six Kings per citarne solo alcune. Un’esibizione può essere un momento di svago e usata come allenamento, ma è singolare che spesso a criticare la lunghezza dell’annata siano proprio gli stessi tennisti di vertice che affollano il proprio calendario staccando assegni pesanti con varie comparsate molto ben retribuite…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Questione palle, Gaudenzi: “Dal 2025 inizia una gestione centralizzata”. Ma non in tutta l’annata

    Andrea Gaudenzi, presidente ATP

    Dal 2025 l’ATP inizierà a gestire in modo centralizzato le palle utilizzate nei tornei per venire incontro alle ripetute (spesso veementi) lamentele dei giocatori, da tempo assai insoddisfatti della tenuta e qualità complessiva delle sfere da gioco. L’ha affermato il Presidente ATP Andrea Gaudenzi in una chiacchierata col quotidiano francese L’Equipe, nella quale afferma che “abbiamo preso questa decisione l’anno scorso e la applicheremo progressivamente dal 2025. Ad esempio, useremo le stesse da Monte Carlo a Roma”. 
    Tuttavia non sarà una vera e propria rivoluzione, con una sorta di “palla unica” che accompagnerà i tornei da gennaio a novembre, per due motivi. Il primo è che l’ATP non ha alcuna giurisdizione sugli Slam; il secondo è che “i tornei hanno sottoscritto dei contratti con i produttori e bisognerà aspettare che si concludano” afferma Gaudenzi 
    Sasha Zverev recentemente aveva offerto una spiegazione tecnica assai convincente del perché le palle sono così contestate da dopo la Pandemia di Covid-19. In pratica i tennisti hanno notato che le palle perdono più rapidamente la pressione interna, come se agli impatti – decisamente robusti – con le corde diventassero molto rapidamente permeabili all’aria, mentre dovrebbero essere pressurizzate con una ottima tenuta; inoltre il feltro che le ricopre è da tempo di una qualità inferiore rispetto al passato e sempre con gli impatti con le corde tende a perdere consistenza, rendendo la palla più grossa e floscia. Un riscontro empirico rilevato anche da molti osservatori, che avevano fotografato una palla del tutto nuova e poi dopo pochi minuti di gioco, con un’evidente differenza ed un usura quasi immediata.
    Sarà interessante quindi vedere se dall’anno prossimo, progressivamente all’introduzione della stessa palla in più settimane consecutive, i giocatori troveranno benefici sia per la qualità del gioco che per la questione infortuni, parimenti importante. Carreno Busta per esempio ha accusato senza mezzi termini le palle per la ricaduta del grave infortunio subito. Inoltre diventa a questo punto decisivo anche il comportamento degli Slam: Roland Garros, per esempio, sarà diposto ad adottare la stessa palla che i tennisti troveranno nella stagione su terra battuta, per dare continuità al gioco e alle sensazioni dei giocatori?
    È corretto rilevare che da sempre il tennis, nella sua lunga stagione, ha vissuto di palle diverse a seconda dei contesti. Il vero nocciolo del problema quindi, probabilmente, più che in un produttore “unico”, è che le palle abbiano una qualità complessiva superiore, che le renda più vicine a quello che erano in passato. Sempre ci sono stati tennisti che non amavano un certo tipo di palla in relazione al proprio gioco; ma da alcuni anni ormai tutti si lamentano, quindi è sicuramente un problema di fondo sulla qualità dei materiali di produzione, più che la difformità stessa.
    Nell’intervista Gaudenzi ha continuato ad insistere sul tema della governarce e necessità di maggiore integrazione tra le sette grandi realtà che regolano il tennis professionistico, ITF, ATP, WTA e i quattro Slam. “Solo una maggiore integrazione può far perdurare il tennis. Oggi ognuno di questi sette organismi prende decisioni nel proprio interesse il tennis nel suo complesso ne risente. Per questi noi spingiamo per la massima unione”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Gaudenzi pensa al futuro: “Vorrei tornare alle finali Masters 1000 al meglio dei 5 set”

    Andrea Gaudenzi nella foto – Presidente dell’ATP dal Gennaio 2020

    Andrea Gaudenzi, presidente dell’ATP, sta valutando cambiamenti significativi per il tennis del futuro. In un’epoca di transizione dopo l’era di Federer, Nadal, Djokovic e Serena Williams, il dirigente italiano propone di riportare le finali dei Masters 1000 al formato dei cinque set.
    La proposta di Gaudenzi“Ne ho parlato con Roger Federer durante l’ultima Laver Cup. Concordavamo sul fatto che i migliori match della nostra storia si sono sempre giocati al meglio dei cinque set”, ha dichiarato Gaudenzi al giornalista Lorenzo Ercoli. “La possibilità di tornare ai cinque set per le finali Masters 1000 esiste, ma dovrebbe essere una nostra decisione”.Il cambiamento non sarebbe immediato, ma risponde a una preoccupazione precisa: “Non possiamo permettere che tra 30 anni nessuno ricordi le partite più importanti disputate nell’ATP”. Gaudenzi ha evidenziato come il tennis, nonostante il miliardo di spettatori, monetizzi solo l’1,3% nei media.
    La proposta rappresenterebbe un ritorno al passato, considerando che fino al 2008 le finali Masters 1000 si giocavano al meglio dei cinque set. Il cambio fu introdotto per preservare il fisico dei giocatori, specialmente con tornei ravvicinati.Questa iniziativa si aggiunge ad altri cambiamenti già implementati, come l’estensione a due settimane dei Masters 1000, dimostrando la volontà dell’ATP di innovare mantenendo le tradizioni che hanno reso il tennis uno sport unico.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    ATP Finals: in Italia fino al 2030? Forse non più a Torino

    Inalpi Arena a Torino

    Domenica 17 novembre gli appassionati italiani sognano di festeggiare la vittoria di Jannik Sinner alle ATP Finals, ma il tennis italiano potrebbe addirittura brindare a un doppio successo, tecnico ed organizzativo. Infatti nella giornata conclusiva delle Finals il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi terrà la classica conferenza stampa di fine torneo e potrebbe annunciare l’accordo per mantenere il massimo evento ATP in Italia per altri 5 cinque anni, fino al 2030. In Italia sì, forse non più a Torino. Da giorni si rincorrono indiscrezioni, non tutte concordanti, sulla prossima fumata bianca, e lo stesso Gaudenzi, interpellato dalla stampa nazionale appena sbarcato a Torino, si è trincerato dietro un mezzo sorriso tagliando corto, “lo saprete domenica”. Andiamo per ordine.
    Le ATP Finals sono al quarto anno nella città sabauda, per il contratto in vigore il 2025 sarà l’ultima edizione a Torino. L’evento è organizzato in modo convincente, per la soddisfazione di giocatori, ATP, sponsor. Molti dei tennisti in gara nella kermesse di fine anno vivono a Monte Carlo, a un tiro di schioppo da Torino; l’impianto è di alto livello, la città ha accolto tutti con il suo solito rigore ma anche un calore importante. Tutti contenti insomma. Per questo Torino vorrebbe fortemente mantenere l’evento per altri anni, possibilmente cinque. Anche il Presidente FITP Angelo Binaghi si è speso con parole importanti in più occasioni, sottolineando l’impegno concreto a far restare il torneo di singolare che chiude l’annata a Torino, o in Italia, per altri cinque anni, forte del n.1 del mondo e di un movimento sempre più profondo e vincente ad ogni livello. Ricapitolando: parlando di rinnovo dell’accordo nei mesi scorsi, l’Italia è sempre rimasta in pole position.
    Le indiscrezioni parlano di almeno altre 3-4 offerte convincenti, probabilmente da Stati Uniti, Asia e sicuramente Arabia Saudita. Da Riyadh ormai si ha il tennis come obiettivo primario. L’aver portato le WTA Finals e le NextGenATP nel grande paese non ha placato l’appetito dei regnanti e dei ricchissimi fondi d’investimento (PIF), entrati nel mondo del tennis con un’importante sponsorizzazione relativa alla classifica e visibile anche a Torino. Tuttavia l’Italia ha messo sul piatto del rinnovo la qualità delle edizioni già svolte e il gradimento generale, e anche l’avere il miglior tennista del mondo – ancora assai giovane – è un asso della manica che può sbaragliare la concorrenza. Quindi le indiscrezioni parlano di accordo già raggiunto per altri 5 anni in Italia, ma forse non tutti a Torino.
    L’ATP ha voglia di crescere: vorrebbe un impianto ancor più grande e moderno rispetto all’Inalpi Arena, e per questo si guarda a Milano dove è in costruzione un nuovo palazzo dello sport in zona Rogoredo che ospiterà eventi delle prossime Olimpiadi invernali 2026. Una struttura all’avanguardia, dai progetti assai moderna e futuristica, con una capienza massima di 16mila spettatori, quindi superiore a quanto garantito dal palazzo dello sport torinese. Milano è una città molto in vista anche a livello internazionale, motore più dinamico dell’Italia a livello economico e delle tendenze, quindi candidatura fortissima per mantenere le ATP Finals in Italia. Quando il torneo di sposterebbe a Milano? Forse nel 2026, o più facile dal 2027. Infatti l’ATP attende di capire come sarà questo nuovo palasport milanese, già in costruzione – manca solo un anno e mezzo all’appuntamento olimpico – ma già nell’occhio del ciclone per problemi di vario tipo: lievitazione dei costi, qualche pasticcio ai cantieri, addirittura un allestimento interno che ha provocato le ire del CONI. Per tutto questo l’ATP resta cauta, tenendosi “stretta” Torino ed eventualmente pronta a sbarcare a Milano se l’impianto sarà soddisfacente.
    Torino resterebbe a bocca asciutta dopo aver vissuto annate splendide con i migliori del mondo? Nì. Si ipotizza che tennis di grande livello possa restare in città con la creazione di un torneo nuovo, un ATP 500, da svolgersi o in autunno prima delle Finals sempre all’Inalpi Arena, super collaudata, o in primavera su terra battuta, ma in quel caso lo spazio sarebbe da trovare (una ipotesi la settimana di Barcellona, altro evento di categoria 500, subito dopo Monte Carlo).
    Queste le indiscrezioni. È sempre bene essere cauti quando si parla di calendario ed eventi poiché le faccende politico sportive sono delicate, spesso i cambiamenti di rotta possono essere repentini, come i rilanci o rotture all’ultimo secondo nel corso di trattative assai complesse e con più attori attorno al tavolo. Un esempio concreto viene dalla scorsa primavera, quando alcuni media lanciarono come “ufficiale” la creazione del Masters 1000 in Arabia Saudita prima degli Australian Open, prontamente smentita e non accaduta.
    Non resta che attendere domenica, nella tarda mattinata, quando l’ATP comunicherà le sue decisioni. La speranza che si possa mettere un bello spumante in fresco, pronto a brindare. Anzi, due bottiglie…
    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Lanciato l’ATP No. 1 Club: Becker celebra l’ingresso di Sinner tra i più grandi “credo che sarà lui l’uomo da battere per molto tempo”

    Sinner celebra il numero 1 ATP con Becker e Gaudenzi: cerimonia speciale a Torino – Foto ATPTOUR

    Durante la cerimonia di premiazione di Jannik Sinner come numero 1 ATP di fine anno presentata da PIF alle ATP Finals, Boris Becker e il presidente ATP Andrea Gaudenzi hanno presentato il pionieristico ‘ATP No. 1 Club’, creato per celebrare i campioni passati e presenti che hanno raggiunto il vertice dello sport.“Era un sogno d’infanzia diventare il migliore”, ha ricordato Becker. “Non ci credi davvero. Mi ci sono voluti alcuni anni. Sono stato a lungo numero 2 prima di diventare numero 1. Ma essere tra i grandi del tennis è qualcosa di molto speciale.”Il campione tedesco ha rivelato che da bambino non avrebbe mai immaginato possibile raggiungere il vertice: “Avrei detto: ‘Sei pazzo, è impossibile’. Ma eccoci qui, e sono molto felice che Andrea abbia creato questo No. 1 Club perché rappresenta la storia anche per i giovani giocatori – chi c’era prima, chi ha aperto la strada per avere tornei come le ATP Finals a Torino.”
    Gaudenzi ha sottolineato il significato di questa nuova iniziativa: “Raggiungere il numero 1 mondiale è il massimo traguardo nel nostro sport. Richiede eccellenza e costanza per 52 settimane per scalare la montagna più alta. Solo 29 giocatori ci sono riusciti, da Ilie Nastase nel 1973 fino al nostro nuovo numero 1 Jannik Sinner.”“Il nostro sport ha un’eredità incredibile e siamo orgogliosi di lanciare questo No. 1 Club per celebrare e onorare i nostri più grandi campioni negli anni a venire”, ha aggiunto il presidente ATP.
    Accogliendo Sinner sul campo tra gli applausi dei tifosi italiani, Becker ha espresso grande ammirazione per l’ascesa del giovane campione: “Onestamente, non sono davvero sorpreso. Lo conosco da molti anni e è sempre stato talentuoso, ma ciò che spiccava era la sua determinazione. Ha sempre messo tutto in gioco per il tennis. Viveva e respirava tennis, ha lasciato casa a 13 anni per diventare il miglior tennista possibile.”Con un record di 66 vittorie e 6 sconfitte in questa stagione e sette titoli, inclusi i suoi primi due Slam (Australian Open e US Open), Sinner ha dimostrato una maturità eccezionale.“La costanza che ha a soli 23 anni è straordinaria”, ha concluso Becker. “Mantiene sempre un certo livello, non scende mai sotto quella soglia e, ripeto, non sono sorpreso. Penso che rimarrà intorno al numero 1 per molto tempo. Sì, abbiamo Alcaraz e molti altri. Ma credo che sarà lui l’uomo da battere per molto tempo.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sinner riceverà stasera il premio di n.1 ATP di fine 2024 (prima dell’incontro Zverev – Rublev)

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    L’appuntamento è fissato per il prime time televisivo: prima dell’inizio del match serale di singolare (Zverev vs. Rublev, non prima delle 20.30), Jannik Sinner riceverà all’Inalpi Arena il premio di n.1 ATP di fine 2024. Il prestigioso riconoscimento verrà consegnato alla presenza del Presidente dell’ATP, Andrea Gaudenzi. Jannik è diventato n.1 del ranking mondiale il lunedì successivo a Roland Garros, lo scorso 10 giugno, ed è attualmente alla 23esima settimana consecutiva sul trono del tennis mondiale. Sopra di lui Carlos Alcaraz, fermo a 36 settimane da leader del ranking mondiale.
    Sinner alle Finals 2024 è caccia dell’ottavo titolo stagionale, dopo i successi all’Australian Open, Rotterdam, Miami, Halle, Cincinnati, US Open e Shanghai, e vanta un record complessivo di 65 vittorie a fronte di 6 sconfitte. Lo scorso anno ricordiamo la sua splendida cavalcata alle Finals, con tre vittorie nel round robin (inclusa la primissima in carriera vs. Djokovic), il successo su Medvedev in semifinale e lo stop per mano di un fortissimo Djokovic nel match per il titolo.
    Da Torino, Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    “Premium Tour” e fondi sauditi, lavori in corso. Si parla anche di un “Contender Tour”

    Il tour nei prossimi anni potrebbe essere rivoluzionato

    Il tennis si muove verso un futuro nuovo e diverso, ma nessuno ancora conosce quale sarà la meta finale. Mentre il tour maschile e femminile avanzano sulla terra battuta in Europa, non si sono affatto fermate le manovre politiche dietro le quinte. ATP-WTA, gli Slam, i ricchi fondi sauditi, 3 attori principali intenti a scrivere la sceneggiatura di un film in continuo divenire, senza sapere quale sarà il porto d’arrivo ma una sola certezza: entro qualche anno, forse il 2027, la stagione tennistica non sarà più come la conosciamo oggi. Troppi i nodi al pettine, le questioni irrisolte, per l’insoddisfazione generale. I tennisti vogliono giocare di meno (spingono soprattutto per due mesi di totale off-season al termine dell’anno), ATP e WTA sono convinti che il prodotto tennis generi molto meno denaro di quanto sia il suo potenziale, con i sauditi pronti a portare fiumi di dollari a patto di cambiare lo status quo almeno in parte; gli Slam – leader della stagione – non ci stanno, non vogliono assistere passivamente ad un’eventuale rivoluzione che rischia di svalutare il loro potere sportivo ed economico.
    È inappropriato parlare di “guerra”, visto quello di terribile che sta davvero accadendo in più regioni del mondo, anche a due passi a casa nostra… ma è sicuro che da mesi le riunioni tra i leader del tennis sono state molte e piuttosto agitate. Il collega Russel Fuller è tornato sull’argomento con un dettagliato articolo sulla BBC nel quale parla degli sviluppi più recenti. Secondo il britannico la situazione è in totale divenire, non c’è ancora un piano prevalente, pronto per essere approvato e implementato, ma sembra che le forti tensioni vissute all’inizio del 2024 si siano un po’ placate. Tutte per parti in causa convengono sul fatto che uno scontro frontale non conviene a nessuno, quindi la situazione sarebbe un po’ più distesa, anche se le posizioni non sono ancora così vicine da portare ad un prossimo accordo.
    Il primo passo ufficiale è stato l’annuncio delle WTA Finals nella capitale saudita Riyadh per i prossimi tre anni. Nel corso del torneo di Madrid si svolgeranno altre riunioni che potrebbero sfociare nella fumata bianca di un altro successo per i sauditi: l’annuncio del decimo Masters 1000, da svolgersi a Riyadh. La creazione di un decimo mille – originariamente destinato alla prima settimana dell’anno o sull’erba prima di Wimbledon – ha subito una notevole accelerazione negli ultimi mesi. Il mese scorso, l’ATP ha emesso un invito a presentare offerte ad Arabia Saudita, Dubai, Doha, Abu Dhabi e Australia. Fuller riporta che la scadenza per le offerte è stato il 24 aprile, poche ore prima che il consiglio dell’ATP inizi due giorni di riunioni in cui sarà possibile identificare un vincitore o optare per un secondo round di offerte. Una volta chiaro il candidato prescelto, per un evento che non inizierà prima del 2027, potrebbero essere necessari almeno 18 mesi per selezionare una data nel calendario.
    È molto probabile che questa sia tra gennaio e febbraio. Organizzarlo in Arabia Saudita nella prima settimana dell’anno sarebbe considerato un gesto ostile da parte di Tennis Australia: comporterebbe la morte della United Cup e perderebbe il suo cast maschile di punta nelle due settimane precedenti gli Australian Open. Organizzarlo a febbraio, in Arabia Saudita, non causerebbe problemi a Tennis Australia ma potrebbe mettere in pericolo l’esistenza dei tradizionali eventi indoor europei e sudamericani sulla terra battuta che si svolgono in quel periodo. Già l’ATP sta affrontando pesanti critiche per l’ulteriore decurtazione degli eventi America Latina, e i tornei indoor in Europa – Rotterdam su tutti – hanno una tradizione assai radicata, forte anche dalla voglia dei moltissimi tennisti europei di tornare per qualche settimana nel vecchio continente dopo la lunga trasferta “down under”.
    Un’altra complicazione viene dal fatto che se i sauditi avessero successo ottenendo il decimo 1000 annuale, vorrebbero creare un evento combined. Il potere politico nel paese spinge per tornei ed eventi femminili, per mostrare al mondo i progressi sociali a livello di diritti e libertà. Specchietto per le allodole? Può essere, ma tant’è. Al momento non ci sono ulteriori licenze disponibili per gli eventi WTA 1000 e, a meno che non ne venga venduta una, i proprietari esistenti – compresi quelli di Doha e Dubai – avrebbero la possibilità di porre il veto a qualsiasi piano di espansione.
    Questa la faccenda politica vista dal lato ATP-WTA e sauditi. Ci sono gli Slam, forti dei 4 tornei più prestigiosi e ricchi dell’anno, che spingono per il loro Premium Tour, lanciato da Craig Tiley di Tennis Australia e ritenuto molto interessante dai suoi tre “colleghi” di categoria. Un piano definito “molto aggressivo”, poiché comporterebbe una vera rivoluzione dell’annata rispetto allo status quo, ma anche assai intrigante per i giocatori che vedrebbero la nascita di un tour sul modello della F1, meno tornei, molto ricchi, con buone pause. Giocare di meno, giocare “meglio”, guadagnare di più… difficile non essere attratti da un piatto del genere. Ma quelli che ambiscono ad entrare in questo Premium Tour senza averne la classifica? Si verrebbe a creare una spaccatura netta, nettissima, che all’ATP non piace affatto.
    Dopo alcuni discreti incontri iniziali tra i tornei del Grande Slam, incluso uno a Londra nella settimana prima degli Australian Open di quest’anno, tutti gli interessati sono stati invitati a un summit a Indian Wells a marzo. Fuller racconta che in quell’incontro il presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi rivelò un’offerta alternativa di 1,3 miliardi di dollari da parte dell’Arabia Saudita. Quella particolare offerta non è più sul tavolo, a causa dell’inizio del processo di offerta ATP e della conferma che Riyadh ospiterà le finali WTA. Ma il modo in cui è stato presentato all’incontro è stato accolto molto male dagli Slam. Da allora, sembra che le discussioni siano diventate più collaborative e cordiali. Si riporta che Gaudenzi e i presidenti dei quattro Grandi Slam hanno recentemente iniziato a incontrarsi regolarmente. Sono stati lanciati vari modelli del Premium Tour: il prototipo prevedeva una stagione con 10 tornei oltre ai quattro Grandi Slam, oltre alle ATP e WTA Finals e alla Coppa Davis e alla Billie Jean King Cup. Tutti gli eventi da svolgersi all’aperto, tabelloni da 96 con una durata di 12 giorni. La novità sarebbe la creazione una sorta di play off e play out con tabelloni da 64 giocatori per determinare chi possa entrare (e uscire) dai tornei Premium. Un secondo livello, a cui è stato dato il nome provvisorio di Contender Tour, che gestirebbe eventi che attualmente possiedono lo status ATP e WTA 500. Ci sarebbero in pratica promozioni e retrocessioni ogni stagione, oltre a spareggi di fine anno, prima di otto settimane di vacanze. 
    La proposta è allettante per i migliori, ma subito è stata sollevata una critica assai corretta: la proposta di impedire ai giocatori del Premium Tour di competere altrove (in quelli che sono oggi i tornei 500) non regge poiché 14 o 15 eventi in una stagione non affatto sarebbero sufficienti per i giocatori sconfitti ai primi turni del tour maggiore, che rischierebbero di giocare una manciata di partite in un anno. Come ritrovare condizione giocando poco o nulla? Non si può fare. Una via di mezzo potrebbe esser quella di consentire l’accesso ad almeno una manciata di tornei del Contender Tour, come ancora di salvezza. Basterà?
    Se questo piano verrà mai alla luce, di fatto gli attuali ATP e WTA 250 verrebbero declassati a eventi Challenger, con molti proprietari delle date attuali che vedrebbero il loro prodotto – pagato a carissimo prezzo – totalmente svalutato. Alcuni hanno già ventilato cause milionarie nel caso. Insomma, comunque la si guardi, le acque sono e restano agitate, trovare una soluzione che accontenti tutti sembra impossibile. “I giocatori non saranno d’accordo, perché i giocatori hanno bisogno di giocare. Un tennista classificato 50 o 60 perderà ogni primo o secondo round, quindi non sarà in grado di mantenere la sua posizione in classifica. Il loro obiettivo è quello di avere il maggior numero di posti di lavoro durante l’anno. Il Premium Tour sarà riservato ai migliori 20 giocatori, tutto qui” afferma un non identificato proprietario di un evento ATP 250 alla BBC. “Il tennis è fatto di prossimità e diversità. Quindi la diversità è che puoi giocare ovunque; la vicinanza è che anche in una piccola città puoi incontrare i giocatori. È la forza del tennis.”
    La situazione al momento sembra questa. C’è voglia di cambiamento, di maggiore unione nella governance del tennis. C’è la voglia di alzare il giro economico grazie all’apporto dei soldi sauditi o della rivoluzione degli Slam. Ma c’è anche la presa di coscienza che una guerra frontale non serve a nessuno. Forse ancora siamo lontani da quel che sarà il futuro. La ragione porterebbe a un compromesso tra le 3 grandi parti in causa – Slam, ATP-WTA, Sauditi, ma con “billions” sul tavolo, la ragione avrà la meglio? Staremo a vedere. Quel che sembra ormai certo è che dal 2026 o forse 2027, la stagione del tennis sarà molto, molto diversa.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO