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    Sinner: oggi visita e risonanza magnetica a Monte Carlo

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    C’è apprensione per le condizioni fisiche di Jannik Sinner. L’azzurro, n.2 del mondo, già dal torneo di Monte Carlo ha avvertito un problema all’anca, non così grave ma persistente e fastidioso. Dopo l’uscita di scena in semifinale nel principato, Jannik è arrivato a Madrid e nel corso del suo match di terzo turno contro Kotov ha palesato il problema, dicendo al suo angolo “Mi fa male, che devo fare?”. Ha stretto i denti Sinner, e dopo il trattamento del suo fisioterapista Giacomo Naldi è sceso di nuovo in campo contro Karen Khachanov, disputando una buona partita e vincendo in tre set. In campo contro il russo è sembrato piuttosto libero nei movimenti, ma purtroppo lo sforzo dell’incontro – molto tirato sul lato atletico per la potenza dei colpi e la durezza degli scambi – certamente non ha aiutato lo stato dell’anca, tanto da portarlo alla decisione di ieri di ritirarsi dal torneo di Madrid, senza così giocare il suo match di quarti di finale contro Auger-Aliassime. Un ritiro precauzionale per non aggravare la situazione.
    “La mia anca mi ha dato fastidio questa settimana e sta lentamente diventando più dolorosa. Seguendo il consiglio dei medici abbiamo deciso che era meglio non giocare oltre e peggiorare la situazione”. Così Jannik Sinner sui social ha spiegato la decisione di ritirarsi. “Farò altri esami e seguirò i consigli degli specialisti sul recupero”.
    Secondo quanto riporta Sky Sport, Sinner oggi a Monte Carlo vedrà il suo specialista di fiducia e si sottoporrà anche a una risonanza magnetica all’anca dolorante, per valutare nel dettaglio la situazione dell’articolazione ed escludere altri eventuali problemi più seri. Al momento non trapela nient’altro, si attende l’esito del controllo strumentale, dopo di che verrà fatta una valutazione del caso.
    Anche la partecipazione agli Internazionali d’Italia a questo punto è in dubbio. Il torneo inizia il 7 maggio, ma Jannik è sicuro di non scendere in campo prima del 10. Saranno sufficienti 8 giorni di fisioterapia e riposo per esser a posto e giocare al Foro Italico, a meno di un mese dall’inizio di Roland Garros? Attendiamo notizie dalla visita, è il primo passo che potrà chiarire la situazione attuale, sperando che lo sforzo di Madrid non abbia complicato il quadro.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Alcaraz: “Se tutto andrà bene… giocherò con Rafa il doppio alle Olimpiadi”

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Il mondo della racchetta ieri in tarda serata a Madrid si è stretto attorno a Rafael Nadal, battuto da Lehecka in due set, in quello che sembra esser stato il suo passo d’addio nel maggior torneo spagnolo. A tirar su il morale idealmente al campione di Maiorca c’ha pensato Carlos Alcaraz, affermando di esser convinto della reale possibilità di giocare il doppio al torneo olimpico proprio insieme al più grande tennista spagnolo della storia, Rafa.
    “Se tutto andrà bene, Rafa e io giocheremo il doppio alle Olimpiadi di Parigi“, dichiara il giovane numero tre del mondo, come raccoglie La Nacion. “Ne abbiamo parlato un po’ io e Rafa e siamo dell’idea di giocare il doppio lì, ma prima che ciò accada avremo molte settimane prima. Abbiamo parlato di quanto sarebbe bello giocare un torneo prima delle Olimpiadi, ma sarà difficile”.
    Ormai siamo assai vicini a Parigi, grande obiettivo di entrambi: “Il prossimo torneo su terra battuta sarà Roma e poi Roland Garros” continua Alcaraz, “Entrambi i tornei sono molto importanti per noi in singolare e oltretutto nessuno di noi due arriverà a questo momento importante nella miglior condizione fisica. Quindi sarà difficile disputare un torneo su terra battuta prima dei Giochi, ma potrebbe essere bellissimo riuscire a farcela e soprattutto giocare insieme il doppio olimpico”.
    Il torneo olimpico di tennis si giocherà dal 27 luglio al 4 agosto al Roland Garros, nell’impianto dove Nadal ha trionfato 14 volte, record assoluto di vittorie per un singolo tennista in un Major.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    “Grande Marco!” Il saluto di Djokovic a Panichi, ufficiale la separazione dal trainer italiano

    Novak e Marco Panichi (Instagram Djokernole)

    “Grande Marco!” Così inizia il post social con il qualche Novak Djokovic ringrazia e saluta Marco Panichi, suo preparatore fisico dal 2019, confermando così le voci arrivate dalla Serbia nei giorni scorsi della loro separazione.
    “che straordinari anni di collaborazione abbiamo avuto. Abbiamo raggiunto la vetta, vinto titoli, battuto record. Ma soprattutto, mi sono goduto i nostri giorni più “ordinari” di allenamento dentro e fuori dalla palestra. Infinite ore di “carciofini” e risate che mi hanno fatto sentire super motivato a prepararmi per il successo. Grazie Romanista (come ti chiama Goran) per tutta l’energia, lo sforzo e il tempo che hai investito nel rendermi il miglior giocatore e la migliore persona possibile che posso essere. Con tanto affetto ❤️ e ci vediamo presto a Roma. Forzaaaa”.

    A fianco di Nole dal torneo di Foro Italico dovrebbe esserci quindi Gebhard Phil-Gritsch, preparatore austriaco già a fianco del n.1 del mondo per molti anni in passato, a stretto contatto con l’allora coach Marian Vajda.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Djokovic visita il padre a Belgrado (in ospedale per delle fratture). Possibile slittamento dell’arrivo a Roma

    Novak col papà Srdjan in una foto d’archivio

    Improvviso contrattempo sulla strada di Novak Djokovic verso gli Internazionali d’Italia. Il campione serbo infatti è volato da Monte Carlo a Belgrado per assistere il padre Srdjan, ricoverato in ospedale a seguito di una caduta accidentale occorsa domenica a Belgrado. Secondo quanto riporta il medio serbo Sport Klub, il 63enne padre di Novak si è rotto l’omero e una spalla cadendo cadendo da una sedia mentre stava dando da mangiare a degli uccelli nella sua abitazione, un’incidente banale ma doloroso che lo costringerà a sottoporsi a un intervento chirurgico.
    Il numero 1 del mondo è tornato immediatamente nella sua città natale per stare al fianco del padre. Insieme a Novak presenti anche il fratello Marko e lo zio Goran, entrambi visti entrare presso l’ospedale di Belgrado dove Srdjan è ricoverato.
    La situazione non è grave, ma questo incidente potrebbe avere come ripercussione un arrivo del campione a Roma in ritardo rispetto a quanto previsto sul piano originario. Djokovic ha deciso di saltare il Masters 1000 di Madrid per continuare la sua preparazione a casa, focalizzando l’attenzione sul torneo italiano come ultimo evento in preparazione del Roland Garros, dove il prossimo mese dovrà difendere il titolo conquistato lo scorso anno. Punti pesanti, con Jannik Sinner ormai a ridosso nel ranking mondiale.
    Djokovic ha giocato solo 15 partite finora in stagione, senza alcun titolo. Non gli accadeva dal 2022, stagione nella quale per le note questioni legate al vaccino anti-covid non gli fu permesso di giocare in Australia e nemmeno nei due Masters 1000 in America. Gli Internazionali d’Italia furono allora il suo primo alloro in stagione.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Djokovic rilancia: “Ho ancora il fuoco dentro, la stagione è lunga”

    Il serbo alla cerimonia Laureus di Madrid

    Novak Djokovic si dice fiducioso per il resto della sua stagione, ancora molto lunga, forte di un fuoco dentro tutt’altro che spento. Il n.1 del mondo sta vivendo il suo peggior inizio stagionale da molti anni a questa parte, senza la sua “classica” vittoria agli Australian Open e con qualche sconfitta sorprendente, come quella patita da Nardi a Indian Wells. Parlando alla CNN a latere dei Laureus Award – dove ha ricevuto il premio di sportivo del 2023 – il serbo afferma di credere assolutamente nelle sue possibilità di vincere qualcosa di importante nel 2024, magari partendo dalla difesa della coppa dei Moschettieri di Roland Garros.
    “Roland Garros? Sono campione in carica, sto lavorando per questo”, afferma Nole parlando con la leggenda della NFL Tom Brady. “Quando si parla di Slam, non pretendi altro che la vittoria. Questa è la mentalità. Quest’anno è un po’ diverso, ma va bene. Sento ancora energia dentro, il fuoco non si è spento, voglio fare ancora molto in questo sport, mi godo il brivido della competizione e vedo quanto lontano posso arrivare. Siamo appena al quarto mese della stagione. L’anno del tennis è molto lungo, ci sono ancora tre Slam, le Olimpiadi e tanti altri tornei. Quindi mi preparo e cerco di vincere di più”.
    Così sente la sfida con la nuova generazione, che con Alcaraz e Sinner ha dimostrato di aver un livello adeguato a batterlo: “Mi piace competere con generazioni diverse. Ci sono i giovani che stanno emergendo – Alcaraz, Sinner – sono tutti incredibilmente affamati, in forma e veloci, ma uso la mia adattabilità per adeguare la mia tattica e il mio gioco a loro e capire cosa serve per rimanere al top e competere con questi ragazzi e provare a vincere più titoli”.
    Il 2024 non è partito bene: “Non è stato l’inizio che ho avuto per gran parte della mia carriera. Sono stato davvero benedetto ad iniziare la maggior parte delle stagioni negli ultimi 20 anni della mia carriera con una vittoria in Australia. Ovviamente quando inizi l’anno con una vittoria in un torneo del Grande Slam hai il vento in poppa e dà il tono per il resto della stagione.”
    Djokovic ha confermato la propria presenza al Masters 1000 di Roma del mese prossimo per testare la sua condizione in vista di Roland Garros. Con il suo 37esimo compleanno ormai alle porte, il serbo resta fiducioso: “Sento l’importanza di ricordare sempre a me stesso di vivere nel presente, ricordare da dove vieni, il viaggio, il percorso, anche le persone che ti circondano. Ho molte persone intorno a me, oltre alla mia famiglia. C’è una grande squadra che mi aiuta a dare il meglio. Persone che mi aiutano a preparare la prossima sfida”.
    Parole ferme, che sembrano confermare la sua voglia di giocare e vincere ancora. Lo ritroveremo al Foro Italico, sarà l’ultimo banco di prova prima di Parigi, dove dovrà difendere il titolo 2023. Contro Sinner, Alcaraz, Medvedev e altri forti competitor, servirà una versione di Novak migliore rispetto a quella vista finora nel 2024.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Lo scorso weekend il tennis (e Sinner) ha superato la Serie A di calcio per ascolti tv

    La stretta di mano tra Jannik e Stefanos a Monte Carlo 2024

    Incredibile ma vero. Lo scorso fine settimana il tennis ha superato il calcio per ascolti televisivi. Secondo quanto riporta il collega Simone Salvador, esperto di sport-media, la semifinale giocata da Jannik Sinner contro Stefanos Tsitsipas al Masters 1000 di Monte Carlo (giocata nel primo pomeriggio) ha avuto su Sky Sport 1.087.000 spettatori (combinando Sky Sport 1 e la APP mobile di Sky Go), un dato interessante non essendo quella partita una finale o un match di Coppa Davis.
    L’incontro di calcio della 32a giornata di Serie A più visto è stato Inter-Cagliari, con 952.000 telespettatori, oltre 100mila in meno rispetto alla partita di tennis giocata, e purtroppo persa, da Sinner, seguito di poco dal derby di Torino (Juventus – Torino), con 946.000 spettatori.
    Siamo lontanissimi dal dato di ascolto più alto mai registrato in Italia per una partita di tennis, ossia i 6 milioni 686 mila telespettatori per la finale Sinner – Djokovic delle ATP Finals di Torino 2023, ma è significativo come una partita importante ma nemmeno “top” del tour ATP abbia superato per numero di spettatori una partita della capolista del nostro campionato di calcio.
    La crescente passione per il tennis in Italia sta mettendo a rischio la leadership assoluta del calcio. È assolutamente una buona notizia, per noi appassionati di tennis ma in generale, poiché un Paese non ancorato ad una sola disciplina dominante è di sicuro più vario e interessante.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Carbonell: “Nei giovani vedo meno passione, ad eccezione di Sinner. Alcaraz? Manca continuità”

    Tomas Carbonell

    Il torneo 500 di Barcellona ha visto in Spagna il ritorno come commentatore per il canale Teledeporte di Tomas Carbonell, catalano 55enne ex n.40 ATP negli anni ’90. Era una delle voci più apprezzate del tennis iberico, quindi il suo ritorno ai microfoni per l’edizione 2024 del “Godò” è stata salutata con soddisfazione dal pubblico nazionale. Il media puntodebreak ha approfittato per intervistarlo, spaziando su vari temi. Oltre a varie faccende più personali e relative alla Spagna, Carbonell ha parlato anche del momento del tennis attuale, soffermandosi su di un punto a lui molto caro. Ritiene infatti che il tennis oggi sia cambiato troppo per colpa delle valanghe di dollari ricevute dai giocatori di altissimo livello, e questo ha portato ad una minore passione in loro, con l’eccezione di Jannik Sinner che secondo Carbonell invece è un professionista serissimo animato da un amore totale per il gioco e la sua professione, esattamente come gli immortali della disciplina.
    “Negli ultimi anni alcune cose stanno migliorando molto, come i premi e la qualità dei tornei. Anche i giocatori si evolvono con il loro tennis” commenta Carbonell. “Di negativo direi che vedo sempre meno passione, mi piacciono i giocatori che giocano per la gloria, ma quando sei miliardario… uno zero in più o uno zero in meno cambia poco, un successo in più o uno meno ugualmente. Resto dalla parte di giocatori che hanno passato la loro vita a giocare come ha fatto Federer, o anche come continua a farlo Djokovic, tennisti che giocano per vincere gli Slam, che continuerebbero a farlo anche gratuitamente. Questo si sta un po’ perdendo con le nuove generazioni, ad eccezione di Jannik Sinner. Gli altri stanno perdendo quella visione romantica che ho di questo sport”.
    Ecco cosa distingue Sinner dagli altri per Carbonell. “Come dicono gli americani, Sinner è un tennista h24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Lo vedi parlare e ti rendi conto che per lui non esistono martedì né domeniche, non esistono giorni festivi né giorni feriali: vuole essere un mito. Ciò che conta per lui è migliorare ogni giorno, avvicinandosi ai suoi idoli. Se farà la storia? In questo momento ti dico di sì. Jannik ha l’intelligenza per riuscirci. Non solo devi amare quel che fai, devi anche essere intelligente. Rafa, Roger e Novak lo hanno sempre dimostrato: non solo sono stati molto bravi, sono stati anche molto intelligenti e questo li ha portati ad essere quel che sono diventati”.
    “È difficile paragonare le epoche, sono discorsi affascinanti ma che lasciano il tempo che trovano. Prima parlavamo di Sampras come del migliore della storia, ma ora ne abbiamo avuti tre contemporaneamente superiori a lui. Questo è molto difficile da ripetere, qualunque epoca paragoni a quella che sta terminando finisce per essere peggiore. Ma questo non significa che non ci si possa emozionare di nuovo. Per me Sinner è un’ispirazione che mi fa emozionare nuovamente“.
    Immancabile la domanda su Alcaraz, nuovo fenomeno del tennis spagnolo: “Quello che mi piace di più di Carlos è quello che trasmette in campo, proprio quello che Sinner non ha. Col tempo Sinner sarà un giocatore di cui si parlerà molto per via dei suoi titoli, ma Alcaraz ha qualcosa che nessun altro ha: quando gioca, viene voglia di giocare con lui. Partecipi alle sue partite, quando fa un punto ti fa alzare dalla sedia. Sinner ha altre cose molto buone, ma Alcaraz ha una passione irrefrenabile. Spero che la sua salute sia dalla sua parte. Non sono preoccupato per la sua carriera, ma sono preoccupato per le sue disconnessioni. Carlos è un giocatore che ha bisogno di giocare tanto, che corre molti rischi, un giocatore che è tutto o niente. La continuità lo aiuterebbe a essere un giocatore migliore. Veniamo da un periodo in cui si diceva che Alcaraz non raggiungeva i suoi obiettivi e, all’improvviso, vince Indian Wells. Ma ora, all’improvviso, smette di giocare di nuovo. Questo è ciò che mi preoccupa, questo andirivieni può impedire ad Alcaraz di essere un tennista capace di fare lo storia”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Murray proverà a curarsi senza operazione alla caviglia

    Andy Murray, classe 1987

    Soffre, ma non molla mai. Andy Murray è alle prese con l’ennesimo infortunio, stavolta una grave distorsione alla caviglia sofferto a Miami, ma nemmeno questo problema sembra fermare la sua voglia di continuare e ripresentarsi per i tornei estivi, in particolare sull’erba, della prossima estate e magari l’Olimpiade, dove potrebbe davvero appendere simbolicamente la racchetta al chiodo. Secondo quanto riporta la BBC, il 36enne scozzese avrebbe deciso di non sottoporsi ad un intervento chirurgico per sanare i tendini della caviglia e provare la via riabilitativa, con la speranza di tornare in tempo per la stagione sui prati e Wimbledon.
    Un portavoce del tre volte campione Slam ha affermato al media britannico che la riabilitazione sta procedendo meglio del previsto e che quindi lo rivedremo in campo tra qualche mese, senza tuttavia specificare un’ipotesi di data del suo rientro.
    “L’ultimo aggiornamento di Andy è che ora ha tolto lo scarpone protettivo e non subirà un intervento chirurgico alla caviglia”, ha detto il portavoce. “La sua riabilitazione sta andando bene e spera di ricominciare presto a colpire in campo. Al momento non ha ancora una data per tornare alle competizioni”.
    Murray compirà 37 anni il prossimo maggio. Il suo 2024 è iniziato con prestazioni modeste, molte battaglie perlopiù perse, tanto che in patria (e non solo) molti gli hanno consigliato di ritirarsi, ormai lontanissimo dai suoi giorni migliori. Lui ha risposto in modo piccato a più critiche, finendo per affermare che difficilmente andrà avanti dopo l’estate, fissando pertanto come suoi ultimi obiettivi Wimbledon e il torneo Olimpico. Vedremo se le sue condizioni fisiche saranno sufficienti per gareggiare in questi eventi. Ricordiamo che Andy ha vinto ben due medaglie d’oro alle Olimpiadi in singolare, Londra 2012 e Rio 2016.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO