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    Max Cioffi alla nona: “Con Bergamo un legame sempre più solido”

    La “nona” di Max. Un simbolo di fedeltà ai colori rossoblù è senza dubbio Massimiliano Cioffi. Milanese di nascita, ormai adottato da Bergamo per ragioni di militanza, il centrale compirà 30 anni il prossimo 24 luglio. Nelle ultime undici stagioni, le sole due “deviazioni di percorso”, peraltro decisamente proficue, sono state in A3 a San Donà e Tuscania (dal 2019 al 2021). Esperienze che, nella scorsa estate, hanno riconsegnato all’Agnelli Tipiesse un giocatore ancor più affidabile che si è ritagliato egregiamente il suo spazio. Ed ha pure conquistato il primo trofeo della carriera, la Supercoppa.
    NOVE – “Fa quasi impressione pensare ad un numero di stagioni così alto. Eppure tra Olimpia e Agnelli Tipiesse, il mio legame con la società e la città è diventato ogni giorno più solido. Sono felicissimo di proseguire la mia avventura con coach Graziosi che ringrazio per la fiducia rinnovata”.
    GREGARIO? PER NULLA – “Essere nel reparto con Cargioli e Larizza mi ha permesso di lavorare tanto e bene facendomi trovare pronto quando si sono presentate le opportunità. Specie quando, purtroppo, è arrivato l’infortunio di Jacopo. Sono soddisfatto del mio rendimento, pur consapevole che quest’anno dovrò fare ancora meglio. E sarà un piacere ritrovare Igor Jovanovic”.
    INFORTUNIO, CHE MALEDIZIONE – “Il mio stop è arrivato nel momento peggiore. Una sofferenza non solo fisica (caviglia ko ndr), ma anche perché non ho potuto aiutare in alcun modo la squadra ed i compagni nella fase determinante. Vorrà dire che terremo questa rabbia agonistica come credito per il prossimo futuro”. LEGGI TUTTO

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    La “sesta” del capitano: Cargioli, la seconda pelle è rossoblù

    “Dare più importanza ai fatti rispetto alle parole”. Al sesto anno consecutivo a Bergamo, tra Olimpia e Agnelli Tipiesse, con quattro trofei in bacheca di cui tre alzati al cielo da capitano (due volte la Coppa Italia, altrettante la Supercoppa), Antonio Cargioli è tutto in queste parole. Diretto e convinto, quasi lapidario. Il 27enne milanese di nascita, ma dal sangue e dalle radici emiliane si limita a pochi concetti, ma essenziali. Giusto per non girare troppo attorno agli obiettivi. Con l’umiltà requisito basilare per guardare con fiducia al nuovo percorso.
    PAROLA D’ORDINE “CONCRETEZZA” – “L’annata che ci aspetta dovrà essere all’insegna del tanto lavoro e delle poche parole: profilo basso e pedalare. Sicuramente, anche se ritengo d’ottimo livello il gruppo che si sta formando, non partiamo favoriti. Questo ci potrà perciò permettere di lavorare con meno pressione, concentrati su noi stessi e sulla costruzione di un collettivo tosto. Dovremo essere bravi a mettere a fattor comune le esperienze di ognuno per creare, nel più breve tempo possibile, la giusta amalgama fra i confermati ed i nuovi arrivi. Credo che con l’impegno di tutti dovremo e potremo riuscire a creare qualcosa di molto buono”.
    BERGAMO – “Il mio amore per questa città e per questi colori è acclarato. Cosi come l’attaccamento alla maglia che ieri era dell’Olimpia e oggi è dell’Agnelli Tipiesse. Non me ne sono andato nei momenti difficili, non lo avrei fatto stavolta dopo un finale di stagione così amaro che il pensiero provoca ancora tanta rabbia”
    LEGAMI – “Sono state e sono tante le persone che mi hanno sempre sostenuto e che continuano a farlo. Qui sono a casa. Ed è anche tanto merito della società che mi ha offerto un’altra occasione per scendere in campo con il rossoblù addosso per una nuova sfida che non vedo l’ora di vivere”. LEGGI TUTTO

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    Agnelli Tipiesse, Mazzon: “L’occasione che cercavo”

    Terzo a chi? Il reparto degli schiacciatori dopo gli innesti di Roberto Cominetti e di Tim Held, accoglie il terzo volto nuovo. Riccardo Mazzon, 26enne veneto di Cittadella, l’ultima stagione a Mondovì si appresta ad arricchire il ventaglio di opzioni a disposizione di Gianluca Graziosi. Il laterale, 197 cm, formatosi a Treviso ha nel curriculum esperienze con Tuscania, Brescia, Castellana Grotte e Santa Croce prima della parentesi a Lecce in A3 ed il ritorno, nell’ultimo torneo, con la maglia della Synergy.
    BERGAMO, NUOVA CHANCE – “Già nel recente passato si era ventilata l’ipotesi Bergamo. Ma era rimasta tiepida da ambo le parti. Adesso la chiamata è arrivata, non nego che mi abbia piacevolmente sorpreso ma stavolta sono salito al volo sul treno. Era ciò che cercavo. Si prospetta un anno alquanto importante, per me e per la squadra. Io voglio riscattare l’ultimo torneo, per l’Agnelli Tipiesse non partire con i favori del pronostico si potrebbe rivelare un vantaggio. Lo ha insegnato a tutti Reggio Emilia, un exploit che deve fare scuola”.
    MONDOVì “DOUBLE FACE” – “Sapevo a cosa sarei andato incontro se avessi accettato la proposta piemontese. Una squadra costruita all’ultimo, si espone immediatamente al rischio di una retrocessione che purtroppo non siamo riusciti ad evitare. Perdere non piace a nessuno, farlo in modo frequente e con una retrocessione aritmetica nettamente in anticipo ha reso ancor più complesso l’ultimo mese in palestra. Eppure Mondovì è stata una scelta consapevole. Perché il primo obiettivo era quello di testare la tenuta del ginocchio operato, perciò avevo bisogno di un club in grado di darmi spazio con continuità. Al netto del risultato negativo, personalmente sono soddisfatto. Soprattutto della tenuta sul piano fisico”.
    SE NON PUOI BATTERLI UNISCITI A LORO – “Prima o poi sarei dovuto approdare a Bergamo. Anche perché se non in amichevole non ho mai vinto una volta da avversario. A questo punto meglio essere dalla parte giusta e dare tutto quello che ho. Scherzi a parte, sono pronto a dare tutto per i colori rossoblù. Non vedo l’ora di cominciare a lavorare e a sudare. Poi con coach Graziosi la qualità è garantita perciò sono molto curioso ed impaziente di mettermi a sua disposizione. L’ho sempre apprezzato dalla parte opposta della rete, adesso ho tutta l’intenzione di dare il mio contributo dapprima per il livello del 6 vs 6 e poi per metterlo in difficoltà nelle scelte facendomi trovare sempre al massimo della condizione. Anche perché la concorrenza stimola ognuno all’inverosimile”.
    WILLY, NUOVAMENTE TU – “Padura Diaz ed io siamo amici, ci siamo sentiti nel momento della trattativa e siamo felici di ritrovarci dopo Santa Croce (2019/2020 ndr). In questo gruppo è il più esperto e sarà ancora un fulcro proprio per la sua mentalità. Sprona tutti, si tiene sempre in forma anche in estate, non sgarra di una virgola ed è un riferimento per tutti i compagni da cui, giustamente, pretende tantissimo”. LEGGI TUTTO

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    Mattia Catone: “A Bergamo per diventare grande”

    “Pineto è stata la mia culla, con l’Agnelli Tipiesse tanti incastri perfetti telecomandati dal destino. Held? Mi ha chiesto se lo stavo prendendo in giro…”. Il ruolo di vice Jovanovic in cabina di regia sarà ricoperto da Mattia Catone. Il talentuoso palleggiatore, classe 2001, originario proprio della città abruzzese, spicca il volo per approdare alla corte di Gianluca Graziosi. Con l’Abba dapprima l’apprendistato alle spalle di Pier Paolo Partenio, nell’ultima stagione la titolarità conquistata in corso d’opera
    CHE TIMING – “Quando ho saputo di questa opportunità, ero incredulo. Anche perché ritengo che sia il momento migliore per fare la prima esperienza lontano dalla mia città. Impossibile dire no a Bergamo. Per la storia, per l’ambiente, le persone e le ambizioni. Non vedo l’ora di cominciare”
    LE SFIDE – “Amo le sfide e quella con l’Agnelli Tipiesse è molto di più. A partire da un allenatore il cui curriculum parla da solo, cosi come la capacità di far crescere al meglio i giovani. L’ho sempre ammirato, ora potrò imparare direttamente da lui in palestra attraverso il lavoro di ogni giorno. Ho voglia di dimostrare tutto il mio valore con l’obiettivo d’ottenere il mio spazio”.
    DNA 50% OROBICO – “Mia mamma Melania è nata a Bergamo da genitori bergamaschi. Mio nonno anni fa si è innamorato di Pineto e ha deciso di trasferirsi. Ecco perché di fronte all’opportunità di vivere la prima esperienza fuori regione proprio nella sua terra d’origine mi è parso un sogno ad occhi aperti”
    DI NUOVO CON TIM – “Quando ho chiamato Held per dirgli che l’avrei raggiunto in rossoblù mi ha chiesto se lo stesso prendendo in giro. Era euforico perché abbiamo l’opportunità di ritrovarci nella stessa squadra a distanza di due stagioni dal torneo in A3 con l’Abba. Siamo diventati molto amici, perciò vivremo un mix di emozioni forti insieme. Non per nulla mi raggiungerà tra poco per trascorrere qualche giorno di vacanza insieme”
    IL BIENNIO IN A3 – “Due anni strani, ma decisamente formativi. Nel primo mi sono fatto le ossa come vice di Partenio. Nell’ultimo campionato ho cominciato in ballottaggio con Leoni poi sono diventato titolare fisso una volta arrivato Martinelli. Un percorso un po’ in balia degli eventi che tuttavia mi ha insegnato tantissimo e che mi ha dato la chance di confrontarmi direttamente con la terza serie nazionale. Un bel cammino del quale sono estremamente soddisfatto e che ora mi consentirà di fare il salto di categoria”
    IGOR, IL NUOVO RIFERIMENTO – “Ho studiato Jovanovic. E’un palleggiatore fortissimo dal quale avrò l’occasione d’apprendere moltissimo sia tecnicamente che caratterialmente. Un elemento estremamente esperto che so quanto bene abbia già fatto nel suo primo spaccato a Bergamo. Ora torna fresco del titolo in Spagna e cercherò di seguirlo con la massima attenzione sotto ogni aspetto”. LEGGI TUTTO

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    Held, l’uomo-mercato è rossoblù: “Bergamo, che onore e che carica”

    “Siate cacciatori di finali”. Un imprinting dalle giovanili di Modena, preso più alla lettera tanto da portare Reggio Emilia ad una stagione sensazionale. La sua esplosione lo ha fatto diventare l’oggetto del desiderio sul mercato e Tim Held ha scelto l’Agnelli Tipiesse. Si potrebbe quasi affermare per “saldare un conto” visto che un suo ace ha chiuso gara 3 di semifinale play-off a Bergamo. In realtà è un nuovo capitolo che si apre. Sotto i migliori auspici, intrigante al grado più elevato e con il preciso intento di dare nuova propulsione. Classe 1998 (195 cm) lo schiacciatore nato a Macerata, è figlio di uno dei centrali più forti di sempre, Henk Jan, oro olimpico con l’Olanda ad Atlanta 1996, prima ancora argento a Barcellona 1992 e con una militanza di 15 anni nella nostra serie A.
    BERGAMO, UN ONORE – “La telefonata è stata un onore. Perché la società lavora benissimo da tanti anni e vuole puntare sempre al massimo. Una sfida che mi entusiasma e che ho accettato con grande carica. Anche in funzione della mia crescita personale poiché ritengo coach Gianluca Graziosi la figura ideale per continuare nella direzione più giusta”
    FRECCIA INSERITA – “Avevo bisogno di sentire la fiducia. Qualche situazione mi ha consentito di guadagnarmi il posto da titolare a Reggio come era successo nell’annata precedente a Pineto in A3. Quando sei un’alternativa, la prospettiva di provare a conquistare il posto è una benzina ulteriore, che ti fa dare più del massimo ogni giorno. Per essere protagonista, per fare bene, per vincere”.
    INSEGNAMENTI – “Vincere è bello, ma lo è ancor più quando non sei favorito. A Reggio Emilia nessuno si sarebbe aspettato un cammino simile. Eppure abbiamo portato a compimento qualcosa di impronosticabile. Siamo riusciti a creare un gruppo eccezionale, che ha fatto squadra fuori e dentro la palestra focalizzando gradualmente i propri punti deboli e quelli di forza. Fisicamente si può essere forti quanto si vuole, ma è la testa a fare la differenza”.
    “PRIMA” DA TITOLARE – “Ho sfruttato a dovere le mie occasioni, agevolato anche da un palleggiatore come Garnica. A braccio sciolto e divertendomi, ossia due prerogative che voglio portare anche a Bergamo dove sarò, per la prima volta, nello schieramento-base. E questa è un’altra motivazione incredibile”.
    CHE TANDEM CON ROBY – “E’ bellissimo ritrovare Cominetti. Insieme abbiamo vissuto qualcosa di eccezionale, c’è tanta voglia di ripeterci con questa maglia. Continuando, naturalmente, a migliorare tecnicamente. A proposito di feeling credo sarà immediato anche quello con Jovanovic: mi piace moltissimo il suo modo di stare in campo”.
    PAPA’, UN MAESTRO – “E’il mio primo tifoso. Nel primo anno a Reggio è stato il mio allenatore e, grazie ai suoi consigli, ho imparato a gestirmi. Dopo la vittoria della Coppa Italia mi ha detto che ero pazzo per il valore dell’impresa. Allo stesso tempo però mi ha esortato a mantenere i piedi per terra perché è stato il mio primo trofeo, ma la strada è lunga e va affrontata sempre con grande umiltà e pensando a lavorare quotidianamente”.
    “CACCIATORI DI FINALI” – “La mia filosofia d’approccio alla pallavolo nasce da quanto mi hanno inculcato Andrea Tommasini e Francesco Petrella nel settore giovanile di Modena. Loro ripetevano sempre questo motto, diventato un caposaldo tanto per me quanto per Mattia Catellani (vice Garnica a Reggio ndr). Insieme abbiamo trascorso otto anni della nostra carriera, dai vivaio gialloblù ai successi con la Conad. Siamo accomunati da quelle parole ed è stato fantastico averle concretizzate insieme con le vittorie di Coppa Italia e play-off”. LEGGI TUTTO

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    Andrea Baldi-bis: “Bergamo, resto per migliorare ancora”

    Al primo pallone in attacco in serie A2 non ha sbagliato chiudendo il match con Ortona, a Mondovì ha chiuso oltre il 70% mostrando la sua “pasta”. Non è stato da meno in altri scampoli di stagione, ma dalla prossima Andrea Baldi vuole incidere ancor di più. I miglioramenti sono parsi evidenti, con i consigli di coach Graziosi e del suo staff tecnico unitamente a quelli di Williams Padura Diaz che lo sta facendo maturare sotto la sua “ala”. L’opposto bresciano classe 2000 si appresta a giocarsi la sua seconda occasione in rossoblù, rinvigorito nella consapevolezza e con il solito vademecum imperniato su poche parole e molti fatti.
    IL “SECONDO” E’SERVITO – “Sono felice per la conferma. Mi sono sentito a mio agio immediatamente con la società, l’allenatore ed i compagni. Arrivando da un contesto di serie B e decisamente diverso da quello dell’Agnelli Tipiesse, un anno fa sono entrato in punta di piedi, con tutta l’umiltà che è necessaria e desideroso d’apprendere ogni minima sfumatura”.
    LA GIUSTA CARICA – “La società mi ha chiesto espressamente di proseguire insieme e questa convinzione, oltre che gratificarmi, mi motiva tantissimo. Soprattutto perché sono estremamente a mio agio nell’ambiente e con le persone che ne fanno parte. Sono già arrivati giocatori di notevole levatura (Copelli, Jovanovic, Toscani e Cominetti ndr) e la linea del rinnovamento intrapresa in questo modo mi piace davvero moltissimo. In primis perché mi consentirà di continuare nel modo migliore la mia crescita”.
    LO “SWITCH” – “Fino a tre anni fa il mio mondo sarebbe dovuto essere quello del lavoro. Avevo messo la pallavolo in stand-by, ho ripreso e a Bergamo quella passione che si era riaccesa è letteralmente esplosa. Ho percepito chiaramente che le ambizioni, il raggiungimento degli obiettivi e l’idea di fare sempre un passetto in più sarebbe dipeso tutto solo e soltanto da me. Mi sono rimboccato le maniche anche perché non avrei potuto immaginare e desiderare un trampolino migliore di questo”.
    WILLY, LA GUIDA – “E’ bellissimo sapere che condivideremo ancora lo stesso ruolo nella stessa squadra. Da Padura Diaz ho imparato tantissimo, mi ha aperto un mondo. Quando mi vedeva in difficoltà non esasperava mai un tono, mai una parola fuori luogo. La tranquillità che sa trasmettere ai compagni in allenamento per me è un esempio che sto cercando di assorbire nella maniera più proficua. Io stesso accetto sempre di buon grado i rimproveri e memorizzo il più possibile i consigli. E’uno degli opposti più forti della A2, un modello umanamente e tecnicamente”. LEGGI TUTTO

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    “Mister Promo” e doppio MVP: Roberto Cominetti, un bergamasco a Bergamo

    Mister Promozione? Senza dubbio. Doppio MVP di Coppa Italia e play-off? Acclarato. Uno dei migliori schiacciatori della stagione? Lapalissiano. Con Reggio Emilia è stato uno degli artefici di un sensazionale “double” stoppando i sogni dell’Agnelli Tipiesse. Ora in rossoblù vuole “ridare” ciò che ha “tolto” alla sua amatissima città. A 25 anni Roberto Cominetti (190 cm) torna a riabbracciare quella Bergamo con cui ha mosso i primi passi e che poi lo avrebbe visto iniziare, giovanissimo, il suo percorso da Monza. Il suo valore è sotto gli occhi di tutti, il peso ed il significato del colpo di mercato messo a segno dalla dirigenza orobica non hanno bisogno di ulteriori commenti. Perché è un cerchio che si chiude. E una storia di famiglia che può finalmente proseguire sulle orme di papà Luciano, prima giocatore e poi allenatore di Sav e Olimpia. Di padre in figlio. Sembra un romanzo, è la splendida realtà.
    UN BERGAMASCO A BERGAMO – “Giocare con la maglia ed i colori della mia città con l’obiettivo preciso di portarli in alto è uno stimolo enorme. A Bergamo ho vissuto la mia infanzia, voglio che il mio presente ed il mio futuro anche extra campo siano qui. Poi giocare davanti alla mia famiglia e a tanti amici sarà una ragione in più, una carica ulteriore”.
    AGNELLI TIPIESSE E BASTA – “Già nella scorsa stagione si era presentata l’opportunità. Ma avevo bisogno di quella continuità che ho trovato a Reggio Emilia. Adesso però mi sento pronto e molto motivato. Dunque appena ho ricevuto la proposta non ho voluto ascoltare altro. Un’occasione del genere non si poteva lasciar sfuggire. E’il momento giusto. Ho raggiunto la maturità sul piano fisico, tecnico e mentale”.
    TARANTO, LA PRIMA PROMOZIONE – “Un’esperienza decisamente formativa. Quando sono arrivato non ero pronto, ho accusato la pressione. Invece, gradualmente, sono cresciuto all’interno di una squadra formata da ragazzi abituati a vincere e che erano stati acquistati per continuare a farlo. Da loro ho preso tutta l’esperienza possibile, che si è rivelata determinante per il mio percorso”
    REGGIO EMILIA, UN CLAMOROSO BIS – “Avevo bisogno di giocare, ho trovato il campo, la continuità d’impiego e di rendimento. Reggio mi ha dato la libertà d’esprimermi, senza quelle pressioni che poi giustamente ci siamo creati cammin facendo a suon di risultati. Anche perché sotto pressione mi trovo alquanto a mio agio e ne beneficia la qualità della mia performance”.
    IL CLOU – “Al rientro dal Covid, il ko con Bergamo al PalaBursi ha fatto scattare qualcosa in noi. Il quarto parziale perso ai vantaggi è stata la scintilla per farci capire che, una volta trovata la forma, avremmo potuto superare ogni avversaria. E così è stato. Abbiamo scritto una pagina di storia che dev’essere un insegnamento per l’intero movimento pallavolistico, non solo per la A2”
    IL TESORETTO – “L’arma in più è stata la tranquillità. Ma anche il saper mettere sul taraflex la forza dei nervi distesi. Perché quando si andava sotto di 5-6 punti non si è mai persa la bussola. Abbiamo atteso pazientemente il momento per tornare in carreggiata e superare. E’la stessa ricetta che voglio portare a Bergamo perché è uno status determinante per fare grandi cose”. LEGGI TUTTO

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    Prima al Nord. La motivazione di Toscani: “Bergamo, una garanzia”

    “Ministro della Difesa”. Etichetta abusata, scontata e perfino logora quando si devono aprire le porte per un nuovo libero. Quasi un “luogo comune” che viene forzato per questioni di ruolo. Per tanti forse, non per tutti. Sicuramente non per lui. Perché Alessandro Toscani, ortonese doc classe 1998, è il nuovo padrone della seconda linea dell’Agnelli Tipiesse. Studente di Giurisprudenza, ha disputato l’ultima stagione a Castellana Grotte dopo la formazione ed il lungo percorso con la Sieco Service Ortona e l’annata a Potenza Picena. Era il 2017/2018 ed il suo compagno di reparto un “certo” Francesco D’Amico.
    BERGAMO, UNA GARANZIA – “Ho scelto una società che non ha bisogno di presentazioni. Serietà allo stato puro, obiettivi e continuità di risultati impressionante da quando calca il palcoscenico della serie A2”
    EFFETTO “CICCIO” – “La presenza di Gianluca Graziosi è stata l’elemento decisivo per la destinazione. Un tecnico il cui percorso parla chiaro, cosi come fanno altrettanto i tantissimi giovani che ha saputo forgiare negli anni. Penso anche solo al primo anno dell’Olimpia in A, con Cavuto e Pierotti su tutti. E dalla prima chiacchierata con lui non posso che confermare tutte le sensazioni positive maturate nel tempo”.
    CASTELLANA GROTTE – “Un campionato contrassegnato da tanti saliscendi. Prima che il Covid si abbattesse sul gruppo, si era in linea con gli obiettivi ed il rendimento. Poi purtroppo da quel momento sono subentrati tanti problemi e ne abbiamo risentito sul piano sia fisico che mentale. Fino alla resa in gara 3 dei quarti play-off con Reggio Emilia, ossia l’avversario che si è dimostrato più squadra di tutti e che ci ha lasciato in dote un preziosissimo insegnamento sull’importanza del collettivo e sulla sua forza. Che talvolta può ribaltare ogni pronostico”.
    LE CARATTERISTICHE – “Sono ancora giovane e, naturalmente, devo migliorare ogni aspetto circa il mio ruolo. Dovessi mettere la lente d’ingrandimento, lo farei sulla difesa. In ricezione, invece, ho più solidità e sicurezza”
    NICOLAI, IL RIFERIMENTO – “Da ortonese non posso che avere il mio esempio in Paolo Nicolai. Un beacher capace di fare la storia dal punto di vista dei risultati, ma un modello assoluto come persona. Ci conosciamo benissimo, ne apprezzo le doti tecniche quanto quelle umane. Emblema di umiltà, capacità, voglia e sacrificio”.
    LA “PRIMA” AL NORD – “Il mio curriculum ha sempre preso forma tra il centro ed il sud Italia. Bergamo coinciderà con la mia prima esperienza al nord. Uno stimolo in più e tanta curiosità anche dal punto di vista dell’ambiente. Che spero di trovare caldissimo grazie al supporto dei nostri tifosi, a cui rivolgo un saluto e che non vedo l’ora di conoscere”. LEGGI TUTTO