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    Sinner, nessuna udienza al TAS prima di febbraio: il caso va oltre l’Australian Open

    Jannik Sinner nella foto – (foto Brigitte Grassotti)

    Il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha pubblicato il calendario delle udienze previste fino all’11 febbraio 2025, e tra queste non compare quella di Jannik Sinner. Un’informazione significativa che indica che il caso del numero 1 del mondo non verrà discusso prima di quella data.
    Il TAS ha reso noto tutte le udienze programmate per i prossimi mesi nella sua sede di Losanna, in Svizzera, ma il nome di Sinner non figura tra quelle in agenda. Questa informazione conferma che il caso non verrà discusso prima dell’Australian Open 2025, primo Slam della stagione, e che la decisione definitiva arriverà solo dopo l’11 febbraio.
    Si potrebbe anche arrivare ad una conciliazione tra le parti. Questa ipotesi è ventilata dall’avvocato Marco Consonni, legale specializzato in questioni sportive anche relativamente alle spinose problematiche del doping. In una dichiarazione rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Consonni afferma che accusa e difesa “potrebbero rendersi disponibili a una mediazione per trovare una composizione della controversia al di fuori del TAS”. “In ambito conciliativo ogni tipo di soluzione negoziale sarebbe possibile, Sinner potrebbe beneficiare di un accordo che comporterebbe effetti più lievi rispetto a una decisione sfavorevole, definitiva e non impugnabile”.

    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Hurkacz annuncia il suo nuovo staff: Lendl e Massu

    Hurkacz con Lendl e Massu

    Hubi rilancia. Anzi… raddoppia. Era atteso in questi giorni, quelli dedicati all’avvio della preparazione per il 2025, l’annuncio del nuovo coach di Hubert Hurkacz dopo la separazione dal coach statunitense Craig Boynton, colui che l’ha portato nella top10. Il polacco ha comunicato la sua decisione con una bella foto postata sul proprio profilo Instagram, insieme ai suoi nuovi coach. Due sì, e che coach: Ivan Lendl e Nicolas Massu. Una coppia davvero insolita e prestigiosa.
    “Avere Nicolas Massu e Ivan Lendl nel mio team è un onore”, ha detto Hurkacz in una dichiarazione raccolta dal sito ATP. “La loro conoscenza e dedizione mi ispirano a lavorare più duramente che mai e sono pronto a impegnarmi al massimo. Sono emozionato e ottimista per la stagione 2025 e oltre. Questo è stato un anno di alti e bassi; ho imparato molto e sono cresciuto, e posso finalmente dire di essere completamente sano e pronto per le sfide che mi attendono”. La seconda parte del 2024 di Hubert infatti è stata guastata da un discreto problema al ginocchio sofferto sui prati di Wimbledon e che non gli ha consentito di giocare al meglio delle proprie possibilità, oltre a tenerlo fermo per diverse settimane.

    Ivan Lendl dopo una straordinaria carriera da giocatore e diversi anni passati riposando nel Connecticut e giocando a golf (pure ad ottimo livello),  è rientrato in pista allenando per alcuni periodi vari giocatori di grande calibro. La collaborazione da coach con maggiore successo è stata certamente quella con Andy Murray, che grazie ai consigli del severo maestro ceco ha alzato a dismisura il proprio livello di gioco, andando a vincere quel titolo a Wimbledon che Ivan ha sempre agognato e mai raggiunto. Poi Lendl ha cercato di aiutare anche Sasha Zverev, senza tuttavia ottenere grandi risultati.
    Massu è passato alla storia per la sua vittoria dell’Oro olimpico ai giochi di Atene 2004, facendo pure il bis in doppio col connazionale Fernando Gonzalez. Da coach il suo rapporto più significativo è quello con Dominic Thiem. Proprio il cileno ha dichiarato in merito alla nuova collaborazione: “Sono molto motivato e felice di iniziare questo nuovo capitolo lavorando con Hubi. Non è solo una brava persona, ma anche un vero professionista. Sono emozionato di unirmi al suo team e credo che insieme possiamo raggiungere grandi traguardi. Non vedo l’ora di iniziare la pre-stagione in Florida insieme a Ivan”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Kyrgios attacca duramente sul caso Swiatek: ‘Tennis marcio, nessuna scusa’. Spunta la lista dei farmaci dimenticati

    Nick Kyrgios nella foto – Foto GETTY IMAGES

    Nick Kyrgios non ha usato mezzi termini nel commentare il caso doping di Iga Swiatek, accusando l’ITIA e attaccando le giustificazioni della polacca. Secondo l’australiano, un professionista non può sempre nascondersi dietro la scusa di “non sapere cosa stava assumendo”.
    NUOVI DETTAGLIEmergono nuovi particolari sulla gestione del caso da parte dell’ITIA. Tra i dettagli più significativi, Swiatek aveva presentato una lista di 14 medicinali e/o integratori alle autorità dopo la positività, ma curiosamente il farmaco che ha causato il test positivo non era incluso in questo elenco.
    LA SPIEGAZIONE E I DUBBILa polacca ha giustificato l’omissione dicendo di essere stanca, di aver dormito solo poche ore e di aver dimenticato di includere il medicinale perché non era presente nella lista da cui ha copiato le informazioni da inviare all’autorità competente.
    LA DECISIONE DELL’ITIANonostante l’ITIA abbia trovato “strana” questa dimenticanza, dopo due colloqui con la giocatrice ha accettato le sue spiegazioni, una decisione che ha alimentato ulteriormente le polemiche sulla gestione del caso.

    The excuse that we can all use is that we didn’t know. Simply didn’t know. Professionals at the highest level of sport can now just say “we didn’t know” 👏
    — Nicholas Kyrgios (@NickKyrgios) November 29, 2024

    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    WTA 125 Buenos Aires: I risultati con il dettaglio dei Quarti di Finale (LIVE)

    Nicole Fossa Huergo ITA, 26.05.1995

    🇦🇷 WTA 125 Buenos Aires – Quarti di Finale Singolare – Cancha Central – ore 16:30

    🎾 Sara Bejlek 🇨🇿 vs Leolia Jeanjean 🇫🇷⏰ Inizio: 16:30🏟️ Superficie: Terra battuta🌤️ Meteo attuale: Parzialmente soleggiato, 22°C

    Il match deve ancora iniziare

    🎾 (3) Maria Lourdes Carle 🇦🇷 vs (6) Julia Riera 🇦🇷⏰ Inizio: Dopo il primo incontro🏟️ Superficie: Terra battuta🌤️ Meteo attuale: Parzialmente soleggiato, 22°C

    Il match deve ancora iniziare

    🎾 Jazmin Ortenzi 🇦🇷 vs (4) Mayar Sherif 🇪🇬⏰ Non prima delle: 21:00🏟️ Superficie: Terra battuta🌤️ Meteo attuale: Parzialmente soleggiato, 20°C

    Il match deve ancora iniziare

    🇦🇷 WTA 125 Buenos Aires – Quarti di Finale Singolare e Semifinali Doppio – Cancha 3 – ore 16:30

    🎾 Katarzyna Kawa 🇵🇱 vs (7) Darja Semenistaja 🇱🇻⏰ Inizio: 16:30🏟️ Superficie: Terra battuta🌤️ Meteo attuale: Parzialmente soleggiato, 22°C

    Il match deve ancora iniziare

    🎾 Nicole Fossa Huergo 🇮🇹 / Valeriya Strakhova 🇺🇦 vs Maja Chwalinska 🇵🇱 / Katarzyna Kawa 🇵🇱⏰ Inizio: Dopo il primo incontro🏟️ Superficie: Terra battuta🌤️ Meteo attuale: Parzialmente soleggiato, 21°C

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    Intervista a Marija Čičak: “Arbitrare è ancora un hobby, anche a Wimbledon”

    Marija Čičak nella foto

    Prima donna ad arbitrare una finale maschile a Wimbledon, Marija Čičak si racconta in un’intervista esclusiva a Sportklub, rivelando i segreti di una delle professioni più delicate del tennis.“Non era esattamente il mio sogno, per me era come un hobby, e così lo vedo ancora oggi. Il giorno in cui ho arbitrato la finale maschile di Wimbledon era ancora un hobby, non è cambiato nulla”, racconta la Čičak, possessore del distintivo d’oro, il massimo riconoscimento per un arbitro.
    La croata spiega il lungo percorso per diventare arbitro internazionale: “Si parte dall’esame nazionale, poi il distintivo bianco attraverso i camp ITF di quattro giorni, seguito dal bronzo per il riconoscimento internazionale. Da lì si procede per merito: numero di partite arbitrate, quali partite ti assegnano in WTA, ATP, ITF e Slam”.
    “Prima di tutto, devi tollerare bene lo stress. Serve una buona vista, ovviamente, e capacità di comunicare correttamente con giocatori e staff dei tornei. Anche se sei solo sulla sedia, rappresenti una categoria. Siamo tutti umani, tutti commettiamo errori. Io vado a ogni partita con l’intenzione di dare il 100%, di essere precisa, ma a volte si sbaglia e bisogna chiedere scusa”.
    “Tollero che a volte imprechino o gridino, soprattutto se è la prima volta e non sono diretti a nessuno. Finché tutto rimane a livello conversazionale, va bene. A volte i giocatori sanno che riceveranno un’avvertenza verbale, quindi rompono la racchetta per sfogarsi, alcuni addirittura giocano meglio dopo. Non ho problemi con questo, fino a un certo punto posso capirli”.
    “Sono favorevole a mantenere il fattore umano, anche se sappiamo che dipenderemo sempre più dalla tecnologia. Non è una questione di gusti personali, perché alla fine non decido io la direzione che prendiamo”.
    Sul suo futuro, la Čičak apre a nuove possibilità: “Il percorso logico è diventare supervisor dei tornei. Prima rispondevo sempre di no a questa possibilità, ora non sono più così sicura. Alla fine, quello che mi interessa è svolgere bene qualsiasi ruolo, sarebbe sicuramente una sfida”.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Halep durissima sul caso Swiatek: “Due pesi e due misure, la ITIA mi ha distrutta”

    Simona Halep nella foto

    Simona Halep rompe il silenzio sul caso doping di Iga Swiatek con parole di fuoco, denunciando la disparità di trattamento tra il suo caso e quello della polacca da parte dell’ITIA.
    “Sto cercando di capire, ma è impossibile per me. Posso solo chiedermi come sia possibile una differenza così grande nella gestione e nella risoluzione. Non trovo e non credo ci sia una risposta logica, può essere solo malafede da parte dell’ITIA, l’organizzazione che ha fatto di tutto per distruggermi nonostante le prove che ho presentato”, ha dichiarato la rumena.
    La Halep evidenzia le similitudini tra i due casi, mettendo in luce il diverso approccio dell’ITIA: “Come posso accettare che la WTA e il Consiglio delle Giocatrici non abbiano voluto il mio ritorno con il ranking che avevo quando è iniziato tutto, come meritavo?”.
    “Ho perso due anni di carriera, molte notti insonni, pensieri oscuri, ansia, domande senza risposta, ma ho vinto. Ho dimostrato che era una contaminazione e che il passaporto biologico era una pura invenzione. E ho vinto qualcosa di più: mantenere la mia coscienza tranquilla e pulita”, ha aggiunto la rumena.
    “Mi sono sentita frustrata e delusa, ma mai colpevole. Sono orgogliosa di essere chi sono”, ha concluso Halep, definendo il supporto ricevuto la sua “più grande vittoria” nella vita.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    L’amara riflessione di Fritz sui casi doping che hanno scosso il tour quest’anno

    Taylor Fritz n.4 ATP

    Il pregiudizio e l’estrema difficoltà nel formare un’opinione onesta su questioni dure come le positività ai controlli antidoping sono per Taylor Fritz aspetti gravi, “che mi fanno impazzire”. Questo ha scritto il n.4 del mondo statunitense con un secco commento sul social X, scritto di getto dopo esser venuto a conoscenza del nuovo caso di positività di una super star del tennis, stavolta Iga Swiatek, squalificata un mese dopo il controllo positivo dello scorso 12 agosto. È interessante riportare lo sfogo di Fritz, poiché sottolinea come in quest’epoca dominata dai social e da un paradossale eccesso di informazioni purtroppo poche volte verificate ed attendibili, sia sempre più difficile farsi un’opinione. Che tu sia appassionato o giocatore Pro (e quindi ancor più grave) ci limita alla simpatia, alla vicinanza, al supporto cieco di una tennista per partito preso, senza la volontà di analizzare la questione in modo oggettivo, cercando di capire le informazioni a disposizione. Questo il post di Taylor scritto ieri sera sul social X.

    What drives me CRAZY about these situations (in terms of going on X) is not the actual cases themselves. It’s tough to know exactly what happened/all the details in all of these specific instances, so the speculation talk isn’t really my favorite thing to do. It’s fine to have…
    — Taylor Fritz (@Taylor_Fritz97) November 28, 2024

    “Ciò che mi fa IMPAZZIRE in queste situazioni non sono i casi in sé. È difficile sapere esattamente cosa è successo/tutti i dettagli in tutti questi casi specifici, quindi il discorso delle speculazioni non è proprio la mia cosa preferita. Va bene avere le proprie oneste opinioni, ma ciò che non riesco a comprendere e ciò che è così sconvolgente da vedere come giocatore, è il pregiudizio FOLLE del pubblico del tennis che arriva a sostenere qualsiasi tesi che concorda con quello che loro vogliono credere. Se è un rivale del giocatore che supporti che risulta positivo, allora sei tra quelli che dicono “chiamiamolo dopato/imbroglione/disonoriamolo il più possibile”; e se è il tuo giocatore preferito di cui si tratta, allora è “innocente, senza farsi domande”. Come fai a non essere in grado di rimuovere il tuo pregiudizio personale e di formarti un’opinione educata e onesta? Anche se come giocatore puoi provare la tua innocenza (non sto dicendo che qualcuno lo sia o meno), le persone che supportano giocatori rivali o hanno pregiudizi nei tuoi confronti continueranno sempre a sostenere ciecamente che sei un imbroglione, e questo fatto mi rattrista davvero per tutti i veri giocatori innocenti che devono passare attraverso tutto questo”.
    Un riflessione importante che merita di essere condivisa, visto l’enorme caos mediatico provocato dall’annuncio della positività e squalifica, seppur brevissima, della tennista che all’epoca dei fatti era n.1 WTA.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il tennis si spacca sul caso Swiatek: “Sistema ingiusto e poco trasparente.” Nuovo affondo di Kafelnikov

    Yevgeny Kafelnikov nella foto

    Il caso doping di Iga Swiatek continua a generare reazioni contrastanti nel mondo del tennis, evidenziando una profonda spaccatura nel modo di affrontare questi temi delicati.
    IL PROBLEMA DELLA DISPARITÀEva Lys, numero 133 WTA, ha sollevato una questione cruciale sulla gestione dei casi di doping: “Sto iniziando a pensare che non tutti ricevano un processo equo. Tutte meritiamo le stesse opportunità”, ha scritto la tedesca, facendo riferimento a casi precedenti gestiti in modo molto diverso e con tempistiche più lunghe.
    L’AFFONDO DI KAFELNIKOVL’ex campione russo Yevgeny Kafelnikov ha scelto la via dell’ironia caustica per criticare il sistema: “Mi chiedo perché non ho usato steroidi durante la mia carriera”, ha scritto sarcasticamente, concludendo con un’accusa pesante: “È una vera vergogna quello che sta succedendo al tennis attuale”.
    I NODI DEL SISTEMACome già emerso durante il caso Sinner, il tennis fatica ancora a trovare un protocollo uniforme per la gestione dei casi di doping. I punti critici evidenziati dai giocatori sono:– Tempi di comunicazione delle positività– Disparità di trattamento tra top player e altri tennisti– Mancanza di trasparenza nel processo decisionale– Differenze nelle sanzioni per casi simili
    IL PRECEDENTE HALEPMolti hanno fatto riferimento al caso di Simona Halep, costretta a una lunga battaglia legale per dimostrare la sua innocenza, evidenziando come le procedure e i tempi di gestione possano variare significativamente da caso a caso.
    LA NECESSITÀ DI RIFORMALe reazioni al caso Swiatek hanno riacceso il dibattito sulla necessità di un sistema antidoping più trasparente ed equo nel tennis, che garantisca:– Procedure standardizzate per tutti gli atleti– Tempistiche definite e uguali per tutti– Maggiore chiarezza nei criteri decisionali– Equità nelle sanzioni
    Il tennis si trova ora di fronte alla necessità di ripensare il proprio sistema antidoping per garantire quella credibilità e uniformità di trattamento che il mondo dello sport richiede.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO