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    Superbike, Razgatlioglu: “Non sapevo di aver vinto”

    SAN JUAN – Vincere il giorno del proprio compleanno allungando nella classifica mondiale. Non è iniziato male il weekend argentino di Toprak Razgatlioglu, alla ricerca del primo titolo mondiale in carriera. Tuttavia c’è stato un curioso finale durante gara-1, il pilota turco non aveva capito che la gara fosse terminata. “Può sembrare strano ma non ho visto la bandiera a scacchi. Ho visto solo il team festeggiare ma ho continuato a spingere dato che pensavo mancasse ancora un giro. Dopo sono stato avvisato, sicuramente domani farò più attenzione alla bandiera a scacchi”, afferma il leader iridato.
    “Obiettivo vincere tutte e tre le gare”
    Razgatlioglu è partito con il piglio del campione nel penultimo impegno stagionale. Il pilota Yamaha potrebbe festeggiare già in serata il titolo mondiale, ma con i suoi 29 punti di vantaggio su Rea dovrebbe vincere entrambe le gare con il nordirlandese sempre a secco. “Se devo vincere il mondiale vorrei farlo con Jonathan in pista. In questo weekend siamo davvero forti e voglio vincere tutte e tre le gare perché ho grande fiducia in questa Yamaha. Le condizioni saranno ancora diverse ma io voglio essere di nuovo competitivo”, conclude così Toprak Razgatlioglu. LEGGI TUTTO

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    F1: Ricciardo realizza un sogno, ad Austin guiderà la NASCAR

    ROMA – Al momento della firma con la McLaren Daniel Ricciardo aveva espresso un desiderio: la possibilità di guidare la Chevrolet Monte Carlo, utilizzata da Dale Earnhardt del campionato mondiale NASCAR 1984, se durante la prima stagione avesse ottenuto almeno un podio. Il numero ha centrato l’obiettivo in grande stile, non solo centrando una delle prime tre posizioni, ma prendendosi il lusso di trionfare nel Gp di Monza, riuscendo a “conquistare” la NASCAR
    Ricciardo guiderà la vettura ad Austin
    Tenendo fede all’accordo l’amministrato delegato Zack Brown darà la possibilità all’australiano di realizzare un sogno, quello di salire sull’auto guidata dal pilota statunitense scomparso prematuramente in gara a Daytona. Non c’è ufficialità sulla data, l’unica cosa certa è che Ricciardo sarà sulla vettura NASCAR durante il prossimo weekend, quando l’intero Circus si sposterà in quel di Austin, negli Stati Uniti, per dar vita al diciassettesimo Gp della stagione 2021. LEGGI TUTTO

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    F1: Ricciardo vince la “scommessa”, ad Austin guiderà la NASCAR

    ROMA – Prima di intraprendere il suo nuovo percorso in McLaren, al posto di Carlos Sainz passato alla Ferrari, Daniel Ricciardo  aveva “preteso” di inserire all’interno del contratto una clausola che gli avrebbe permesso di girare con la Chevrolet Monte Carlo, utilizzata da Dale Earnhardt del campionato mondiale NASCAR 1984, se durante la prima stagione avesse ottenuto almeno un podio. Obiettivo centrato a Monza quando l’australiano è riuscito a centrare addirittura il colpo grosso, portandosi a casa il primo Gran Premio della stagione.
    Il premio sarà “riscosso” ad Austin
    L’amministratore delegato del team, Zack Brown non ha potuto che tener fede agli accordi e pagare pegno, dando così la possibilità all’australiano di realizzare un sogno, visto che Earnhardt scomparso in gara a Daytona nel 2001, è stato degli idolo sportivi del pilota McLaren. La data dell’evento non è ancora ufficiale, l’unica cosa certa è che Ricciardo sarà sulla vettura NASCAR durante il prossimo GP di Austin, in programma la prossima domenica 24 ottobre, per quello che sarà il diciassettesimo impegno della stagione di F1. LEGGI TUTTO

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    Superbike, Rea su Rossi: “Lui il più grande, belle le sue parole su di me”

    SAN JUAN – Un rammarico nella carriera di Jonathan Rea è quello di non essere mai stato a tempo pieno in MotoGp, partecipando a soli due GP in sostituzione di Stoner nel 2012, “un peccato” per Valentino Rossi, che da sempre apprezza il campione del mondo della Kawasaki. “Ricevere questo parole da Valentino è molto bello perché è il più grande di tutti i tempi nel motociclismo e abbiamo molto rispetto l’uno per l’altro. A volte mi manda dei messaggi dopo una gara o viceversa, io sono un grande fan, suo e di quello che ha fatto nella sua carriera. Naturalmente è un peccato perché non ho mai avuto la possibilità di esserci a tempo pieno e nelle due wildcard nel 2012, sono stato settimo e ottavo, davvero niente male ma è andata così”, le parole di Rea ad Autosport.com.
    “Cosa avrei potuto fare in MotoGP?”
    “Ho avuto alcuni momenti difficili nella mia carriera con la mia vecchia squadra (Ten Kate Honda), alcuni grandi momenti e altri momenti difficili. Quando sono entrato in Kawasaki sono stato molto felice.  – continua il nordirlandese – La vita è stata davvero bella con me, ho vinto tanto. L’unico punto interrogativo che devo pormi è ‘cosa avrei potuto fare in MotoGP?’ Non lo so. Ma non posso avere rimpianti”. Rammarico per come sarebbe potuta andare in nella classe regina del Motomondiale, ma la carriera di Rea è stata piena di soddisfazione in Superbike dove è in lotta con Razgatlioglu per la conquista, di un difficile, settimo titolo iridato consecutivo. LEGGI TUTTO

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    Superbike, Rea: “Rossi il più grande, belle le sue parole nei miei confronti”

    SAN JUAN – Jonathan Rea e la classe regina del Motomondiale si sono sfiorati solamente in due occasioni, in sostituzione di Stoner nel 2012, ma per il nordirlandese non c’è mai stata la possibilità di cimentarsi per un’intera stagione in MotoGp, “un peccato” come lo ha definito Valentino Rossi, estimatore del campione del mondo in carica Superbike. “Ricevere questo parole da Valentino è davvero bello perché è il più grande di tutti i tempi nel motociclismo e abbiamo molto rispetto l’uno per l’altro. A volte mi manda dei messaggi dopo una gara o viceversa – ha raccontato Rea al sito Autosport.com – io sono un grande fan, suo e di quello che ha fatto nella sua carriera. Naturalmente è un peccato perché non ho mai avuto la possibilità di esserci a tempo pieno e nelle due wildcard nel 2012, sono stato settimo e ottavo, davvero niente male ma è andata così”.
    “In Kawasaki super felice”
    Nonostante il numero 1 della Kawasaki non abbia avuto la grande opportunità in MotoGp, la sua carriera ha svoltato in Superbike dove deve recuperare uno svantaggio nei confronti di Razgatlioglu vicino a conquistare il primo mondiale in carriera dopo sei anni di dominio da parte di Rea. “Ho avuto alcuni momenti difficili nella mia carriera con la mia vecchia squadra (Ten Kate Honda), alcuni grandi momenti e altri momenti difficili. Quando sono entrato in Kawasaki sono stato molto felice. La vita è stata davvero bella con me, ho vinto tanto. L’unico punto interrogativo che devo pormi è ‘cosa avrei potuto fare in MotoGP?’ Non lo so. Ma non posso avere rimpianti”, ha concluso il campione nordirlandese. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: “Troppe gare rendono il mondiale F1 meno speciale”

    ROMA – Non ha risparmiato polemiche l’ufficializzazione del nuovo calendario per la stagione 2022 della F1. Tra i primi ad esporsi c’è stato Sebastian Vettel, che ha espresso i suoi dubbi riguardanti il numero di GP e l’elevato stress a cui verrà sottoposto tutto il Circus. “Esprimo solo una mia opinione, ma non penso che si dovrebbero disputare così tante gare. In primis offrire al pubblico un così elevato numero di Gran Premi finisce col renderli un po’ meno speciali. Inoltre noi piloti siamo dei privilegiati, arriviamo in pista il mercoledì sera e spesso torniamo a casa la domenica sera, ma c’è una grossa parte del personale delle squadre che arriva in pista il lunedì mattina e per molti diventa quasi un’attività da sette giorni a settimana, e non hai davvero tempo per te stesso”, spiega l’ex ferrarista.
    “Serve equilibrio”
    “In un momento in cui le persone stanno tornando consapevoli che la vita è propria, noi inseriamo più gare in calendario. Ovviamente ci sono tanti interessi, ma credo che sia necessario fare in modo che ci sia maggiore equilibrio tra la vita a casa e il tempo trascorso fuori. – continua Vettel –  Per questo motivo un numero equilibrato di gare aiuterebbe anche a mantenere alta la passione di chi lavora nel Circus, evitando che dopo qualche stagione siano costretti a mollare, una cosa che vediamo non così raramente”. Le parole del pilota Aston Martin suonano come un monito per non disperdere un’ampia fetta di lavoratori fondamentali per il mondo F1 che il sempre più alto numero di gare in programma potrebbe “obbligare” a compiere scelte diverse. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: “Troppi Gran Premi rendono la F1 meno speciale”

    ROMA – Ha subito suscitato reazioni l’uscita del nuovo calendario F1 per la stagione 2022, il primo da 23 GP. Proprio uno dei veterani del Circus, Sebastian Vettel, ha espresso le proprie perplessità in merito ad una scelta che penalizza l’unicità degli eventi ed il lavoro dello staff delle squadre, obbligato a sobbarcarsi una mole di lavoro sempre maggiore. “Questa è solo la mia opinione, ma penso che non si dovrebbero disputare così tante gare per una serie di ragioni. La prima è che offrire al pubblico un così elevato numero di Gran Premi finisce col renderli un po’ meno speciali. Inoltre noi piloti siamo dei privilegiati, arriviamo in pista il mercoledì sera e spesso torniamo a casa la domenica sera, ma una grossa fetta del personale delle squadre arriva in pista il lunedì mattina per effettuare vari lavori e per molti diventa quasi un’attività da sette giorni a settimana, e non hai davvero tempo per te stesso”, afferma il pilota Aston Martin.
    “Serve equilibrio”
    L’ex ferrarista punta sul fatto che già diversi componenti dei team stanno rinunciando al lavoro nei box, privilegiando quello in fabbrica. “In un momento in cui le persone stanno diventando consapevoli che la vita è propria, noi inseriamo sempre più gare in calendario. Ovviamente ci sono tanti interessi, ma credo che sia necessario maggiore equilibrio tra la loro vita a casa e il tempo trascorso fuori. Per questo motivo un numero equilibrato di gare aiuterebbe anche a mantenere viva la passione di chi lavora, evitando di mollare tutto dopo qualche stagione, una cosa che vediamo non così raramente”, conclude Vettel. LEGGI TUTTO

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    Il team principal della Haas: “Schumacher sta dimostrando il suo potenziale”

    ROMA – Gran Premio di Turchia positivo per Mick Schumacher, reduce dal suo miglior piazzamento in griglia, un quattordicesimo posto che ha permesso al tedesco di entrare per la seconda volta in stagione nel Q2. Nonostante il contatto in gara con Alonso, con tanto di scuse dello spagnolo, che lo ha costretto a finire nelle zone basse della classifica, c’è entusiasmo sul futuro di Schumi Jr. “A giudicare l’andamento dell’ultimo fine settimana Mick è stato nel complesso sfortunato, anche perché aveva dato l’impressione di ben adattarsi al circuito ed alle condizioni avverse della stessa pista. In ogni caso, sta dimostrando il suo potenziale non solo in questa circostanza, ma anche nel corso di tutta la stagione. Sono molro soddisfatto e mi auguro che ci siano altre occasioni per poter mettere in luce tutto il suo talento”, ha affermato Gunther Steiner ai microfoni di gpfans.com.
    “Finale di mondiale complesso”
    “C’è sempre da imparare e cercheremo di capire come mai ad Istanbul siamo stati più veloci. In ogni caso, sarà veramente complesso a far bene nella parte conclusiva del mondiale, dato che non intendiamo investire molto a sei gare dal termine. Certamente vorremmo comprendere la ragione di questo exploit: se la troveremo sarà tanto di guadagnato, altrimenti resterà un mistero”. Riferimento all’ottima prova di Schumacher anche nella terza sessione di prove libere dove il numero 47 ha ottenuto un incoraggiante tredicesimo posto, dimostrando un feeling speciale con la pista turca, l’unica in cui la Haas è riuscita ad emergere dalle ultime posizioni. LEGGI TUTTO