Non c’era vettura migliore che in Casa Ferrari potessero scegliere per proseguire la fantastica storia di passione del Ferrari Challenge Trofeo Pirelli della 296 GTB. Così, dopo 30 anni e 31 stagioni (l’ultima si conclude oggi al Mugello) ecco che sul palcoscenico del Challenge in Rosso sale l’erede dall’anima sportiva del modello forse più innovativo della gamma Ferrari, Purosangue a parte, che ha davvero tutto per non far rimpiangere le altre 8 vetture che l’hanno preceduta nel difficile compito di esaltare il programma del monomarca del Cavallino Rampante. E del resto il parterre era davvero impressionante per poterlo deludere passando da 348 Challenge (1993-95), F355 Challenge (1995-2001), 360 Challenge (2000-2006), F430 Challenge (2006- 2011), 458 Challenge (2011-2013), 458 Challenge Evo (2014-17), 488 Challenge (2017-2019) e 488 Challenge Evo (2020-2023).
Ma la 296 Challenge, con tutto il rispetto di c’è stato prima, è pronta ad alzare l’asticella della sfida. A portare un monomarca tradizionalmente destinato ai Gentleman Driver, verso qualcosa di estremo, di molto più estremo, quasi propedeutico a piloti che si vogliono cimentare nel GT, senza perdere però quell’approccio, quasi democratico, che solo un gioiello come la 296 GTB, pardon, Challenge, può garantire. Le prime foto “liberate” a inizio settimana, pur nel loro impatto notevole emozionale, non rendono merito al lavoro fatto da tutto il team di Maranello per trasformare forse il modello stradale più divertente in assoluto della storia, in qualcosa di ancora più evoluto per la pista. Ma a vederla da vicino, la 296 Challenge dà proprio l’idea di essere la trasposizione per la pista, la belva da competizione, del modello che a suo tempo abbiamo provato nei dintorni di Siviglia.
Propulsione
Intanto, cominciamo col dire che la 296 GTB è stato modificata a ogni livello: motoristico, aerodinamico e dinamico. E proprio dal motore partiamo: per la prima volta nel Challenge dopo la lunga storia del V8, viene adottato un propulsore sei cilindri biturbo, proprio quello innovativo della GTB. Ma la versione Challenge ne monta uno completamente de-ibridizzato, cioè il V6 da 2.992 cc in grado di erogare 700 cv, con la mostruosa potenza specifica pari a 234 Cv/l in grado di scrivere un nuovo record per il segmento, è stato privato della parte elettrica. Di fatto è stata aumenta la velocità massima (+10%) dei turbocompressori portata a 180.000 gir./min ed è stato fatto lo stesso per la pressione della sovralimentazione, e aumentando anche la pressione della camera di combustione, l’avvio della scintilla è stato anticipato. La triplice modifica ha prodotto un aumento di ben 37 cv rispetto alla 296 GTB e GTS.
Per essere ancora più chiari, la 296 Challenge è qualcosa che si avvicina sensibilmente alla sua gemella 296 GT3 che regala spettacolo nella categoria superiore. Un ulteriore passo in avanti rispetto a un’auto derivata dalla produzione – con modifiche contenute rispetto al modello stradale – a vettura sottoposta a una serie di profondi interventi al fine di ottimizzarne l’utilizzo in pista.
Aerodinamica
L’altra differenza sostanziale, arriva dal reparto aerodinamico che comunque è frutto delle scelte sulla propulsione. Qui la 296 Challenge adotta soluzioni derivate dalla 296 GT3 che hanno permesso di raggiungere valori di carico verticale estremi e senza precedenti. A questo risultato contribuiscono l’inedito l’S-Duct che convoglia l’aria verso il radiatore centrale per uscire attraverso uno sfogo praticamente a griglia sul cofano, mentre il layout dell’ala posteriore a “collo di cigno” (un altro elemento che richiama il lavoro già svolto per la 296 GT3), e una serie di dispositivi massimizzano la stabilità del carico aerodinamico al variare delle condizioni di assetto. Soluzioni geniali per garantire il necessario raffreddamento al motore privato della parte elettrica. Morale della favola, la 296 Challenge arriva a generare oltre 870 Kg di carico verticale alla velocità di 250 km/h, con l’ala nella posizione di massima incidenza (ci sono 7 possibili regolazioni) per un incremento del carico stesso del 18% rispetto alla 488 Challenge Evo
Dinamica e freni
A completare il pacchetto di modifiche sulla Ferrari 296 Challenge, ecco l’impianto frenante, che per la prima volta adotta i dischi CCM-R PLUS, tecnologia derivata dalle applicazioni sportive più estreme che ridoce di tre volte l’usura dei dischi e di due quelle delle pastiglie. L’introduzione di questa innovazione, insieme all’evoluzione per l’utilizzo in pista dell’ABS EVO Track adottato sulla 296 GTB, ha permesso di raggiungere un livello di performance e ripetibilità della frenata inimmaginabile finora. A questo contribuiscono anche i nuovi pneumatici Pirelli che sono stati appositamente sviluppati per questo modello. Il risultato finale è stupefacente: la 296 Challenge è infatti in grado di migliorare di ben 2’’ il tempo sul giro registrato all’Autodromo internazionale del Mugello rispetto alla 488 Challenge Evo – presentata alle Finali Mondiali svoltesi sul medesimo circuito toscano nel 2019 e che aveva debuttato nella stagione 2020 – e di mantenere costante la prestazione durante tutta la gara. La 296 Challenge farà la propria apparizione a partire dalla stagione 2024 quando la vettura sarà protagonista del Ferrari Challenge Trofeo Pirelli nelle serie internazionali Europe e North America. Dal 2025 è atteso il debutto anche nelle serie nazionali UK e Japan.
Ultimo dettaglio: il costo. Siamo a 390.000 euro, IVA compresa. Ma non abbiamo dubbi: per chi può permetterselo, sono soldi spesi non bene, ma benissimo. LEGGI TUTTO