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    Ayrton Senna, su Sky va in onda un docufilm su gli ultimi giorni della leggenda della Formula 1

    Su Sky e in streaming su NOW un nuovo imperdibile appuntamento della produzione originale Sky Sport “Storie di Matteo Marani”. Da sabato 11 dicembre alle ore 22.45 su Sky Sport Uno, il programma d’inchiesta e approfondimento storico torna con un coinvolgente ed emozionante episodio, “L’ultimo giro di Ayrton”, dedicato al pilota più amato nell’intera storia della Formula 1: Ayrton Senna.
    La storia del campione brasiliano
    Ayrton Senna è stato un campione in pista e un mito fuori dei circuiti, in grado di avvicinare migliaia di persone all’automobilismo grazie al suo talento e carisma. A 27 anni dalla scomparsa – ingiusta e straziante – nessuno l’ha mai dimenticato. “Storie di Matteo Marani” torna su Sky e in streaming su NOW per raccontare l’ultimo giorno dell’asso brasiliano, ricostruendo attraverso gli atti del processo e le voci dei protagonisti ciò che accadde davvero il primo maggio 1994 alla curva del Tamburello. Ne esce un’inchiesta dal sapore forte, dai colori vividi, in cui verità e nostalgia emergono prepotenti.
    La tragedia di Imola
    Il sesto giro del Gran Premio di San Marino divenne “L’ultimo giro di Ayrton” per colpa di troppi errori nella preparazione della monoposto e per una serie incredibile e assurda di fattori. L’inchiesta è però anche un modo per ricostruire sino in fondo la grandezza incomparabile del fuoriclasse. Tre milioni di brasiliani lo piansero a San Paolo, molti artisti si sono ispirati a lui, la Nazionale di calcio gli dedicò la Coppa del Mondo del ’94 vinta sull’Italia di Roberto Baggio. Una dimostrazione di amore che non si è mai interrotta, nemmeno dopo un quarto di secolo, con migliaia di tifosi che ancora oggi si recano in processione a Imola per ricordare il loro idolo.
    Racconti e testimonianze inedite
    Proprio dal circuito romagnolo, luogo in cui si correva quella terza gara del Mondiale F1 del 1994, si dipana la nuova puntata del programma curato da Fabio Fiorentino e Andrea Parini. Gli ultimi momenti della corsa, riletti con la telemetria e le clamorose perizie del tribunale, si accompagnano ai momenti esaltanti delle grandi vittorie di Ayrton, ripercorrendo una carriera straordinaria, unica, irripetibile. Lo raccontano gli amici dei box come Giancarlo Minardi, uomini della Formula 1 come Flavio Briatore, tifosi come Alessandro Del Piero. Il tutto corredato da un ricorso moderno e al tempo stesso sapiente alle immagini più toccanti e con documenti assolutamente inediti.
    Il tributo a una leggenda
    Storie di Matteo Marani si trasforma così in grande tributo a Senna, alle sue imprese, alla sua immensa classe, dai tempi del kart alla William FW16 sulla quale perse la vita. Perché se è vero che a Imola morì il campione, è vero che da quel momento e da quel preciso punto al Tamburello nacque una leggenda. La leggenda di Ayrton. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner senza filtri: “Rossi un combattente, Pedrosa ti ipnotizzava”

    ROMA – Ai microfoni ufficiali della MotoGp Casey Stoner si confessa. Il due volte campione del mondo (2007 in Ducati e 2011 con Honda) si volta a guardare la propria carriera e ne svela aneddoti e ricordi, anche quelli poco felici: “La mia forza è quella di non essere orgoglioso. E penso che tanti piloti abbiano troppo orgoglio. Vogliono che sia la moto ad adattarsi a loro, mentre devono aggirare l’ostacolo”. Poi una parola su Dani Pedrosa, suo compagno di squadra nel biennio 2011-2012: “Ti ipnotizzava in pista. Mi distruggeva vedere cosa riusciva a fare in pista con la mia stessa moto e ho imparato molto da lui. Rossi? Leggeva bene i momenti della corsa sotto pressione e ha grande spirito combattivo”.
    I segni del paddock
    Cosa significhi essere un pilota ai massimi livelli lo sa bene Casey Stoner che confessa la sua esperienza non certamente positiva con il paddock della MotoGp: “Purtroppo nei box ho imparato più cose negative che positive. In quegli anni ho imparato cosa sono disposte a fare le persone quando desiderano fortemente una cosa. Avevo gli occhi anche dietro perché le persone pensavano solo ai propri interessi. Ci vuole però anche rispetto per gli avversari”. L’australiano poi svela la sua moto preferita: “È la Honda del 2012 ma con gli pneumatici del 2011: da quando è cambiata la mescola abbiamo fatto molta fatica”. Un ricordo piacevole però Stoner lo conserva gelosamente e racconta il suo giorno più bello in MotoGp: “Sicuramente il Gran Premio di Phillip Island del 2011. Era il mio compleanno, sono arrivato primo e ho portato a casa il mio secondo mondiale”, ricorda. LEGGI TUTTO

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    Valentino Rossi e Antonio Cairoli saranno ricevuti da Mattarella al Quirinale

    ROMA – Sono tante le cose che accomunano Valentino Rossi e Antonio Cairoli: la nazionalità, il numero di titoli conquistati (nove) e quel decimo sigillo che è mancato a entrambi, fino al momento del ritiro da MotoGp e Motocross, che per entrambi è arrivato nell’autunno del 2021. Saranno loro due, nella giornata di mercoledì 8 dicembre, le punte di diamante della delegazione della FMI che sarà ospite al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oltre a Rossi e Cairoli, accompagnati dal presidente della federazione Giovanni Copioli, ci saranno i vincitori della Sei Giorni Enduro 2021, della Sei Giorni Junior, del Motocross delle Nazioni e del Mondiale Motocross Junior.
    Il commento di Copioli
    Il presidente Copioli ha parlato con soddisfazione dell’imminente visita al Quirinale: “Siamo davvero orgogliosi di rendere visita al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ringrazio sentitamente il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha contribuito a rendere possibile questo incontro. Sarà un’occasione speciale per tutti noi e per il motociclismo italiano. Avremo la possibilità di sottolineare la grande portata del nostro movimento, che vede impegnati atleti capaci di scrivere la storia dello sport, grandi campioni e giovani talenti. Ci apprestiamo a vivere con immensa soddisfazione questa giornata intensa ed emozionante”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner a tutto tondo: “Ho imparato molto da Pedrosa, Rossi aveva grande spirito combattivo”

    ROMA – È Casey Stoner a tutto tondo quello che si racconta ai microfoni ufficiali della MotoGp. Il due volte campione del mondo (2007 in Ducati e 2011 in Honda) ripercorre la propria carriera e ne svela aneddoti e ricordi, anche quelli poco felici: “La mia forza è quella di non essere orgoglioso. E penso che tanti piloti abbiano troppo orgoglio. Vogliono che sia la moto ad adattarsi a loro, mentre devono aggirare l’ostacolo”. Poi una parola su Dani Pedrosa, suo compagno di squadra nel biennio 2011-2012: “Ti ipnotizzava in pista. Ho imparato molto da lui e mi distruggeva vedere cosa riusciva a fare in pista con la mia stessa moto. Rossi? Ha grande spirito combattivo e leggeva bene le gare sotto pressione”.
    Stoner e il paddock
    Casey Stoner confessa poi la sua esperienza non certamente positiva con il paddock della MotoGp: “Purtroppo nei box ho imparato più cose negative che positive. In quegli anni ho imparato cosa sono disposte a fare le persone quando desiderano fortemente una cosa. Avevo gli occhi anche dietro perché le persone pensavano solo ai propri interessi. Ci vuole però anche rispetto per gli avversari”. Il classe 1985 poi svela la sua moto preferita: “È la Honda del 2012 ma con li pneumatici del 2011: da quando è cambiata la mescola abbiamo fatto molta fatica”. Infine Stoner racconta il suo giorno preferito: “Sicuramente il Gran Premio di Phillip Island del 2011. Era il mio compleanno, ho vinto e ho conquistato il mondiale”, conclude l’australiano. LEGGI TUTTO

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    Valentino Rossi e Antonio Cairoli al Quirinale da Mattarella

    ROMA – Valentino Rossi e Antonio Cairoli hanno in comune tante cose: la nazionalità, il numero di titoli conquistati (nove) e quel decimo sigillo che è mancato a entrambi, fino al momento del ritiro da MotoGp e Motocross, che per entrambi è arrivato nell’autunno del 2021. Saranno loro due, nella giornata di mercoledì 8 dicembre, le punte di diamante della delegazione della FMI che sarà ospite al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oltre a Rossi e Cairoli, accompagnati dal presidente della federazione Giovanni Copioli, ci saranno i vincitori della Sei Giorni Enduro 2021, della Sei Giorni Junior, del Motocross delle Nazioni e del Mondiale Motocross Junior.
    Le parole di Copioli
    Il presidente Copioli ha parlato con soddisfazione dell’imminente visita al Quirinale: “Siamo davvero orgogliosi di rendere visita al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ringrazio sentitamente il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha contribuito a rendere possibile questo incontro. Sarà un’occasione speciale per tutti noi e per il motociclismo italiano. Avremo la possibilità di sottolineare la grande portata del nostro movimento, che vede impegnati atleti capaci di scrivere la storia dello sport, grandi campioni e giovani talenti. Ci apprestiamo a vivere con immensa soddisfazione questa giornata intensa ed emozionante”. LEGGI TUTTO

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    Honda NT1100 DCT: ecco il test su strada della nuova touring-crossover

    Un mezzo dal forte carattere estetico, destinato sicuramente a dividere. La nuova NT1100 raccoglie l’eredità della vecchia NT, mescolandola ad una filosofia crossover ispirata alla più recente produzione del marchio. Il risultato è un’inedita categoria di touring-crossover, che ibrida i due emisferi alla ricerca di un’esperienza di viaggio su asfalto il più gratificante possibile. Un incrocio di mondi che si coglie subito anche nel design. All’avantreno spiccano i richiami all’X-ADV (il disegno del faro è lo stesso) rimodellati in chiave motociclistica attraverso volumi importanti (ma allo stesso tempo armoniosi). La sella ampia, le carene protettive, il codino solido, con cui ben si sposano le valige in dotazione, inneggiano a gran voce alla voglia di orizzonti e di paesi lontani. Complessivamente, un design che esprime eleganza e sobrietà (anche un po’ troppo), ben sottolineate dalle tre colorazioni previste: Matte Iridium Grey Metallic, Pearl Glare White e Graphite Black. VOTO: 7

    Honda NT1100 DCT: i suoi dati tecnici

    La base meccanica è nota. Ad equipaggiare questa novità è infatti il collaudato bicilindrico parallelo di 1.084 cm3 da 102 CV e 104 Nm già a bordo della best seller Africa Twin. La messa a punto, però, è specifica per la NT, al fine di incrementare fluidità e attitudine stradale. Come ormai da consuetudine per la Casa giapponese, poi, non poteva mancare una versione DCT (a 6 rapporti), sicuramente un’opzione azzeccata per un mezzo di questo genere. Interessante il dato dichiarato sui consumi, soprattutto alla luce del peso non proprio piuma della moto pari a 238 chili con il pieno (248 la DCT): 20 km/l nel ciclo medio, per un’autonomia di 400 km grazie al serbatoio da 20,4 litri.Il telaio a semi-doppia culla in acciaio, con telaietto reggisella in alluminio, è associato a sospensioni ad escursione maggiorata (150 mm), con forcella Showa SFF-BP e mono-ammortizzatore entrambi regolabili nel precarico molla (idraulico, con registro remoto “a pomello”, al posteriore).Le geometrie della ciclistica ricercano la massima attitudine stradale, attraverso un interasse relativamente corto e un avantreno, sì agile, ma anche capace di infondere stabilità alle alte velocità. L’impianto frenante sfrutta pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini che lavorano dischi di 310 mm all’avantreno. Gli pneumatici misurano 120/70-17” e 180/55-17”, che più stradali non si può.Piuttosto completo, anche il pacchetto elettronico. Il cruscotto prevede un touch screen TFT a colori da 6,5” dotato di connettività Apple CarPlay, Android Auto tramite tecnologia Bluetooth. Il comando del gas è Throttle by Wire e la gestione motore prevede 3 Riding Mode preimpostati (TOUR, URBAN, RAIN) e 2 completamente personalizzabili, compresi i livelli del controllo di trazione e dell’antiwheelie.Le luci sono full-LED e con sistema DRL automatico; in più, gli indicatori di direzione prevedono la disattivazione automatica e la funzione di lampeggio per la segnalazione della frenata di emergenza. Inoltre, di serie, sono previste anche delle pratiche valigie laterali, le manopole riscaldabili, il cavalletto centrale, il cruise control e le prese USB e ACC. VOTO: 9

    Honda NT1100 DCT: la sua comodità

    Per una moto votata (anche) ai lunghi viaggi, questa è una voce importantissima. Forse la più importante. E bisogna dire che la NT non delude le aspettative, nonostante qualche particolare migliorabile.Ma partiamo dai plus, che sono tanti e subito evidenti. A partire dalla seduta, che sfrutta una sella ampia e comoda sia per il pilota che per il passeggero: alta 820mm, grazie anche alla particolare rastrematura nella zona di giunzione con il serbatoio, consente (più o meno) a tutti di poggiare saldamente i piedi a terra. Insomma, la classica Honda facile da manovrare e approcciare, anche se vedendola parcheggiata, viste e dimensioni, magari non lo diresti. Come spiccatamente Honda è anche la posizione di guida, con una triangolazione sella/pedane/manubrio che non presta il fianco a critiche. Semplicemente perfetta.

    Si guida correttamente inseriti nel corpo moto, con il busto dritto e le braccia ben distese. Un’immediata sensazione di comfort, ben supportata dall’ampia carenatura che protegge durante la guida deviando i flussi d’aria insieme ai piccoli deflettori aerodinamici (di serie), e al parabrezza regolabile su 5 posizioni. Quest’ultimo, solo nella posizione più alta (l’escursione è di 164 mm), in velocità innesca qualche vortice nella zona del casco; peccato, inoltre, che la regolazione sia manuale e non elettrica. Altro piccolo neo è il blocchetto al manubrio sul lato sinistro: d’accordo, le funzioni sono tante e servono comandi per governarle, ma oltre a essere davvero affollato di tasti (serve un po’ di pratica, sulle prime) anche la dimensione ampia non aiuta: ad esempio, con la mano normalmente sulla manopola, durante la guida, per usare il tasto di scalata del DCT il dito tende a finire sempre sul pulsante delle frecce, appena più in alto. Le valigie laterali, infine, nonostante non riescano ad ospitare comodamente un casco integrale (ne entrano due, invece, nel baule posteriore in optional), godono di un’elevata sfruttabilità grazie ai volumi ampi (in totale 65 litri, 33 + 32) e omogenei. In conclusione, tante virtù e qualche piccolo neo che non intacca l’elevata valutazione complessiva. VOTO: 8,5

    Honda NT1100: una guida divertente

    Ma come se la caverà una moto così, quando si tratta di fare sul serio su un bel tratto di strada particolarmente guidato? Le incredibili curve del Monserrat, tra misto stretto e passaggi veloci in cui sciogliere le briglie, hanno rappresentato un ottimo banco di prova.Di sicuro, la NT è un mezzo che privilegia l’approccio touring, a quello sportivo. Una moto con cui pennellare traiettorie una curva dopo l’altra. Ma quando la voglia di sportività si impossessa del polso destro, lei di certo non si tira indietro. Nonostante il peso non proprio piuma, la manovrabilità è davvero elevata. Come anche la capacità di manetenere la traiettoria una volta impostata la curva. Convince a pieno l’avantreno, sempre solido e comunicativo, mentre il mono va un po’ indurito rispetto alla regolazione standard (posizione 7 su ben 34 click a disposizione), per migliorare la precisione quando si vuole esagerare sul guidato. Grazie al comodo comando remoto sotto alla sella, l’operazione richiede appena pochi secondi.

    Ottima la frenata; bella la spinta in uscita di curva del bicilindrico, che conferma le sue doti di versatilità d’uso (e destinazione) non facendo rimpiangere (anche grazie all’elettronica, davvero efficace nel gestire l’erogazione) potenze maggiori o frazionamenti diversi (come il quattro cilindri da 1000cc che molti ipotizzavano su questo modello).Contrariamente ad altre Honda, poi, in cui il DCT genera talvolta un po’ di beccheggio all’alteriore, grazie al buon sostegno offerto dalla forcella in frenata, e a una regolazione ottimale dell’acceleratore elettronico (piacevolmente smooth, e praticamente privo di effetto on/off), qui il fenomeno non si presenta. Tra i riding mode disponibili – che tra i parametri principali, regolano potenza, freno motore e controllo di trazione – Tour è quello che globalmente si apprezza di più, e che riesce maggiormente a far sentire “la moto nel polso”; ferma restando la possibilità di sfruttare le due modalità “custom” per settare a piacere ogni livello di intervento dell’elettronica. In conclusione, non si tratta certo di una moto da coltello tra i denti, e le pedane che arrivano a grattare abbastanza in fretta l’asfalto lo testimoniamo (parliamo ovviamente di ritmi di guida elevati, da tester), ma su questa NT, all’occorrenza, ci si può divertire davvero tanto, levandosi più di qualche sfizio.Precisa, solida, e insospettabilmente agile, le sue doti migliori. VOTO: 8

    Honda NT1100: il prezzo

    Il prezzo di listino, che parte dai 14.290 euro della versione standard, per arrivare ai 15.290 euro della DCT oggetto della prova, è in linea con la dotazione proposta di serie e la qualità generale del mezzo. VOTO: 8

    Honda NT1100: il voto finale

    La NT1100 è sicuramente un mezzo che si rivolge a motociclisti che badano al sodo e cercano versatilità e comfort, dal day by day, alle esplorazioni del fine settimana. Poi, grazie all’equipaggiamento di serie, dentro il necessario, e via… a caccia di emozioni e di strade divertenti su cui guidare. Anche in coppia.Perfetta per il genere di moto, infine, l’opzione DCT (con cambio “automatico”; e manuale all’occorrenza), che sulla NT riesce a esaltare al massimo le sue doti intrinseche.  VOTO FINALE: 8,1 LEGGI TUTTO

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    F1, Sainz : “Esordio in Ferrari positivo. Sogno il podio ad Abu Dhabi”

    ROMA – Arrivato a Maranello due mesi prima dell’esordio stagionale in Bahrein, per Carlos Sainz si temeva in Ferrari un primo anno complicato. Ora però che la stagione sta per concludersi, il pilota spagnolo dall’Expo di Dubai ha ripercorso con piacere il suo esordio con la Ferrari e ha tirato le somme di questo 2021: “Per me è stato positivo. Essere veloce, migliorare e portare punti alla squadra senza aver fatto i test invernali con la macchina è stata una grande sfida per me”. Il tempo di entrare a contatto con la famiglia del Cavallino e i suoi meccanismi, e poi Sainz ha iniziato a prendere confidenza anche con la SF21, complice anche il rapporto amichevole con Charles Leclerc, suo collega di scuderia. “Tre podi, a Monaco, in Ungheria e in Russia, e altri sedici piazzamenti a punti. Ora voglio finire alla grande la stagione e mi sento pronto per qualunque cosa accada nel 2022”, ha aggiunto.
    Ad Abu Dhabi per il podio
    E Sainz nel GP degli Emirati Arabi vuole fare bella figura. Per concludere al meglio la stagione però lo spagnolo vuole lasciare il segno ad Abu Dhabi, ultima gara per il 2021 di Formula 1, andando magari a sparigliare le carte nella faida sportiva tra Hamilton e Verstappen.  “Spero di essere tra i primi cinque, forse anche sul podio. Le ultime gare sono state entusiasmanti e mi piace sempre correre in queste città dall’atmosfera moderna. La gara di Abu Dhabi è sempre emozionante e, si spera, con la nuova pista e il nuovo layout, sarà ancora più emozionante”. Ora l’ultima gara, poi a Maranello sarà tempo di volgere lo sguardo verso il 2022, stagione nella quale la Ferrari è obbligata a riscattare un’annata grigia e di transizione, visto anche il cambio delle regole che incombe sul prossimo mondiale. LEGGI TUTTO

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    F1, Sainz e la Ferrari: “Primo anno positivo. Ad Abu Dhabi voglio il podio”

    ROMA – Carlos Sainz e il primo anno alla Ferrari. Il pilota spagnolo, in visita all’Expo di Dubai, ha commentato il suo esordio con il Cavallino e ha tirato le somme di questo 2021: “Per me è stato positivo. Essere veloce, migliorare e portare punti alla squadra senza aver fatto i test invernali con la macchina è stata una grande sfida per me”. Il tempo di entrare a contatto con la famiglia di Maranello e i suoi meccanismi, e poi Sainz ha iniziato a prendere confidenza anche con la SF21, complice anche il rapporto amichevole con il suo collega di scuderia, Charles Leclerc. “Tre podi, a Monaco, in Ungheria e in Russia, e altri sedici piazzamenti a punti. Ora voglio finire alla grande la stagione e mi sento pronto per qualunque cosa accada nel 2022”.
    Obiettivo podio ad Abu Dhabi
    Per finire bene la stagione però lo spagnolo vuole lasciare il segno ad Abu Dhabi, ultima gara per il 2021 di Formula 1, andando magari a mettere scompiglio nel duello tra Hamilton e Verstappen. E Sainz nel GP degli Emirati Arabi vuole fare bella figura: “Spero di essere tra i primi cinque, forse anche sul podio. Le ultime gare sono state entusiasmanti e mi piace sempre correre in queste città dall’atmosfera moderna. La gara di Abu Dhabi è sempre emozionante e, si spera, con la nuova pista e il nuovo layout, sarà ancora più emozionante”. Ora l’ultima gara, poi in Ferrari si inizierà a pensare al 2022, anno nel quale la scuderia italiana è chiamata a lottare per il titolo. LEGGI TUTTO