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    F1, Ferrari 2022 supera i crash test: via libera della FIA

    ROMA – La FIA ha approvato il telaio della Ferrari 2022. I crash test frontali, svolti nel CSI di Bollate, hanno convinto la Federazione, che ha già dato l’autorizzazione alla Rossa per scendere in pista nei test di Barcellona, che si svolgeranno dal 23 al 25 febbraio. C’è però una tappa intermedia, forse la più importante. Ossia, la presentazione della monoposto per la prossima stagione di Formula 1, che si terrà tra il 16 e il 18 febbraio. C’è da precisare che la Ferrari aveva già svolto dei crash test nel 2020, in vista della rivoluzione regolamentare, poi slittata a causa della pandemia.
    Il commento di Binotto
    Dopo i risultati dei test, il direttore sportivo della Ferrari, Mattia Binotto, ha detto: “Mercedes e Red Bull hanno metodi, simulazioni e strumenti che li hanno portati a sviluppare le monoposto che tutti abbiamo visto. Sarebbe dunque presuntuoso da parte nostra affermare che li batteremo. Il nostro approccio deve essere quello di chi vuole giocarsela”. Sugli obiettivi della Ferrari nel 2022, Binotto ha poi sottolineato: “Come Ferrari noi dobbiamo ambire sempre al meglio. Non vogliamo iniziare la stagione sottotono dal punto di vista delle aspettative e quindi vogliamo vincere il maggior numero di gare possibile”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp in lutto: morto Earl Hayden, padre di Nicky

    ROMA – Si è spento Earl Hayden, padre del campione del mondo 2006 MotoGp, Nicky Hayden. Capostipite di una famiglia dedita alle corse, se n’è andato dopo aver lottato a lungo contro la sua malattia. I medici hanno preferito dimetterlo dall’ospedale per fagli trascorrere in Natale con i propri cari, nella sua casa a Owensboro, Kentucky. Hayden senior aveva descritto le dinamiche e la storia della sua famiglia nel libro “The First Family of Racing”, dove racconta anche la storia di suo figlio, anche lui scomparso.
    Padre e figlio
    La morte di Earl Hayden va a colpire una famiglia già privata di Nicky, morto nel maggio del 2017 dopo il grave incidente stradale di Misano Adriatico. Ora tutto il mondo delle due ruote di stringe attorno alla famiglia Hayden, con il profilo ufficiale della MotoGp che esprime vicinanza: “Siamo rattristati nell’apprendere la morte del padre di Nicky Hayden, Earl. Stiamo accando alla famiglia in questo momento difficile con tutto in nostro affetto”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, la rivelazione di Jorge Lorenzo: “In Ducati ero depresso”

    ROMA – La MotoGp gli ha dato tanto, ma a farne le spese è stata la sua salute mentale. Jorge Lorenzo si confessa in un’intervista a DAZN, dove rivela di aver avuto un periodo di forte scoramento. Il cinque volte campione del mondo, infatti, ha detto addio alle corse due anni fa, in modo inaspettato, all’età di 32 anni. “Dei due anni in Ducati – dice lo spagnolo – ho bei ricordi. Forse l’unico momento brutto è stato prima del Mugello. Ero entrato un po’ in depressione”.
    Il biennio in Ducati
    Il biennio in Ducati di Lorenzo, il 2017-2018, ha fruttato allo spagnolo solo sette podi e tre vittorie, risultati non all’altezza dei piazzamenti ottenuti con la Yamaha, con la quale ha tenuto testa a Valentino Rossi. Il 34enne maiorchino ricorda così quei momenti: “Avevo capito che ero rimasto senza moto nel momento migliore della mia carriera. Vedevo tutto nero e volevo solo dormire”. E forse il ritiro di Lorenzo è stato proprio causato da questa condizione: “Lo sport ora è perfezionismo. Devi essere metodico e ossessivo, altrimenti non puoi pensare di competere con i migliori al mondo”,  ha spiegato. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Jorge Lorenzo confessa: “Ero andato in depressione”

    ROMA – Un periodo buio poi il ritiro improvviso dalla MotoGp. Jorge Lorenzo si racconta in un’intervista a DAZN, dove rivela di aver avuto un periodo di forte scoramento. Il cinque volte campione del mondo, infatti, ha detto addio alle corse due anni fa, in modo inaspettato, all’età di 32 anni. “Dei due anni in Ducati – dice lo spagnolo – ho bei ricordi. Forse l’unico momento brutto è stato prima del Mugello. Ero entrato un po’ in depressione”.
    Un nemico invisibile
    Il biennio in Ducati di Lorenzo, il 2017-2018, ha fruttato allo spagnolo solo sette podi e tre vittorie, risultati non all’altezza dei piazzamenti ottenuti con la Yamaha, con la quale ha tenuto testa a Valentino Rossi. Il 34enne maiorchino ricorda così quei momenti: “Avevo capito che ero rimasto senza moto nel momento migliore della mia carriera. Vedevo tutto nero e volevo solo dormire”. Una condizione che ha portato Lorenzo al ritiro: “Lo sport ora è perfezionismo. Devi essere metodico e ossessivo, altrimenti non puoi pensare di competere con i migliori al mondo”,  ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Bugatti, venduta La Bouteille Noire: la costossima bottiglia di Champagne

    Bugatti ci ha abituato al suo estro e alla sua esclusività, oltre le quattro ruote, ma con La Bouteille Noire ha superato ogni aspettativa. Si tratta di una bottiglia di Champagne realizzata in collaborazione con Champagne Carbon (che è stata anche sponsor della Formula 1) e IXO: una proposta extralusso battuta all’asta a Londra, in un evento esclusivo, aperto a collezionisti Bugatti. Ma c’è di più. La Bouteille Noire (il cui nome si ispira a La Voiture Noire) è un pezzo unico: chissà chi è il facoltoso proprietario che è riuscito ad accaparrarsela. 
    Carbonio e pelle Havana Brown
    Ben 314 pelli singole di carbonio preimpregnato sono state utilizzate per realizzare l’articolo, tipologia di carbonio che si ritrova sulle Bugatti stradali. Tocchi de La Voiture Noire sono nel case, l’alloggiamento della bottiglia, nel rivestimento interno in pelle Havana Brown, la stessa degli interni della hypercar.
    Ancora, alla base del supporto, l’illuminazione rossa è uguale per disegno e processo produttivo alla luce posteriore de La Voiture Noire, un pezzo unico inserito in una base in alluminio. Per aprire il case, basta premere un pulsante in acciaio e si schiude sulla bottiglia, presentata con luci a led e “offerta” da un meccanismo che solleva il collo della bottiglia stessa.
    Alla base, un sistema di ventilazione allo stato solido, con 14 ventole di ricircolo, fa sì che la temperatura sia sempre ottimale per conservare il pregiato champagne.
    Nessuna notizia sul prezzo
    Quale sia stata la cifra pagata dal collezionista Bugatti è top secret. Un indizio di massima, per capire quale sia il solo valore dello champagne: 15 litri – questa è la capacità della bottiglia Carbon – hanno un costo sul mercato di circa 5.000 euro, contati male e su un prodotto commerciale. La lavorazione unica, i materiali, il pregio, l’esclusività, sono tutti fattori che portano il valore dell’oggetto su cifre che tranquillamente, immaginiamo, permetterebbero di acquistare una validissima auto nuova a molti “normali”.
    La Bouteille Noire pezzo d’arte
    “Con La Bouteille Noire non è mai stata più vera la definizione che le creazioni Bugatti vanno oltre il campo dell’ingegneria e del design di vertice, divenendo pezzi di arte. Quando abbiamo intrapreso questo progetto, lavorando accanto a Champagne Carbon e IXO, sapevamo che non sarebbe stato accettabile nulla che fosse inferiore alla perfezione.
    La filosofia tanto delle nostre moderne hypercar che delle nostre icone storiche è riassunta ne La Bouteille Noire”, spiega il direttore dello stile Bugatti, Achim Anscheidt, che lavorerà con il proprietario del pezzo unico per personalizzarlo.
    “Non vedo l’ora di collaborare ulteriormente con il nuovo proprietario de La Bouteille Noire, per personalizzare questa scultura, pezzo unico. Utilizzeremo le competenze dei nostri designer, artigiani e artigiane a Molsheim per rappresentare il personale senso di stile del cliente in una forma incredibile”.
    Volete acquistare una Bugatti? Per mantenere una supercar servono cifre da capogiro LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Doohan sprona Miller: “Ora le aspettative sono tutte per lui”

    ROMA – La Ducati ha potuto festeggiare un finale di stagione in MotoGp quasi perfetto. Cinque vittorie nelle ultime nove gare, che sono bastate alla scuderia di Borgo Panigale per la conquista del titolo costruttori su Yamaha e Suzuki. Quattro di questi cinque trionfi se li è presi Francesco Bagnaia, che ha chiuso il 2021 al secondo posto dietro Quartararo, andando però inevitabilmente a oscurare l’altro pilota Ducati, Jack Miller. L’australiano ora è spronato a migliorarsi da un suo connazionale illustre, Mick Doohan, che al portale Speedcafe.com ha detto: “Il suo obiettivo deve essere quello di vincere, è la sua unica opzione”.
    Ispirare i giovani
    Il cinque volte campione del mondo, ora 56enne, ha dato un consiglio a Miller, che ha raccolto solo cinque podi in questa stagione: “La chiave è la costanza. Deve diventare un vincitore seriale di gare e, quando non riesce a vincerle, deve sempre cercare il piazzamento migliore. Così si vincono i campionati”. Doohan, che di titoli ne ha vinti cinque consecutivi (dal 1994 al 1998), ha paragonato il 2022 del suo compatriota a un puzzle: “Lui ha tutti i pezzi a sua disposizione, deve solo incastrarli l’uno con l’altro. Spero per lui che riesca a farlo e che possa ispirare una nuova generazione di giovani piloti”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Doohan su Miller: “Vincere è l'unica opzione che gli rimane”

    ROMA – La stagione della Ducati in MotoGp si è conclusa in crescendo. Cinque vittorie nelle ultime nove gare, che sono valse alla scuderia di Borgo Panigale la conquista del titolo costruttori su Yamaha e Suzuki. Quattro di questi cinque trionfi se li è presi Francesco Bagnaia, che ha chiuso il 2021 al secondo posto dietro Quartararo, andando però inevitabilmente a oscurare l’altro pilota Ducati, Jack Miller. L’australiano ora è spronato a migliorarsi da un suo connazionale illustre, Mick Doohan, che al portale Speedcafe.com ha detto: “Il suo obiettivo deve essere quello di vincere, è la sua unica opzione”.
    Mettere insieme i pezzi
    Il cinque volte campione del mondo, ora 56enne, ha dato un consiglio a Miller, che ha raccolto solo cinque podi in questa stagione: “La chiave è la costanza. Deve diventare un vincitore seriale di gare e, quando non riesce a vincerle, deve sempre cercare il piazzamento migliore. Così si vincono i campionati”. Doohan, che di mondiali ne ha vinti cinque consecutivi (dal 1994 al 1998), ha usato una metafora per guidare il suo conterraneo: “Lui ha tutti i pezzi del puzzle a sua disposizione, deve solo metterli insieme. Spero per lui che riesca a farlo e che diventi un idolo per una nuova generazione di giovani piloti”. LEGGI TUTTO

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    F1, la top-10 scelta dai piloti: trionfa ancora Verstappen

    ROMA – Con il passare degli anni sono diventate ormai una consuetudine le varie classifiche di merito al termine della stagione di F1. Il sito ufficiale della F1 ha chiesto a ogni protagonista del Circus di stilare la propria top-10 finale, in cui vige lo stesso sistema di punti delle gare, nel completo anonimato con anche la possibilità di votare se stessi. Lo stesso portale F1.com ha pubblicato solo i primi dieci posti, senza il punteggio finale, precisando la correttezza nel voto dei piloti. Il vincitore? Sempre Max Verstappen.
    La classifica finale
    L’olandese della Red Bull riesce a spuntarla ancora una volta nel testa a testa con Lewis Hamilton mentre al terzo posto si è piazzato Lando Norris. Carlos Sainz, come nella classifica iridata, vince il duello in casa Ferrari terminando al quarto posto proprio davanti a Charles Leclerc. Dietro di loro sesto Alonso, settimo Gasly, ottavo Russell, nono Ocon con una sorpresa al decimo posto: Mick Schumacher. Il giovane tedesco della Haas, nonostante una prima stagione difficile, ha impressionato i colleghi con le proprie prestazioni nonostante gli zero punti ottenuti in classifica. LEGGI TUTTO