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    MBK Booster: l’amore segreto di… Luciano Pavarotti

    Se c’è una voce che nessuno nel mondo dimenticherà, è quella di Luciano Pavarotti. Il tenore, dal timbro di voce squillante e profondo, ha scosso sin dal suo esordio nella lirica le corde del cuore in tutti coloro che lo hanno ascoltato. Considerato uno dei dieci massimi rappresentanti della musica lirica, esibendosi non solo nel nostro (e suo) Paese ma approdando persino negli Stati Uniti, “Big Luciano” è sicuramente un tenore che, nonostante la sua scomparsa nel 2007, continua a rappresentare la musica italiana. 
    Ma in pochi sanno che il tenore di Modena aveva anche un altro hobby, sconosciuto ai più: quello per le due ruote. Anzi, per un modello in particolare: l’MBK Booster.
    Pavarotti e quella foto sull’MBK Booster

    Pavarotti infatti non era un amante dello sfarzo e la prova ci arriva da alcune foto pubblicate recentemente su Instagram, che lo immortalano in sella all’MBK Booster, lo scooter Yamaha di piccola cilindrata molto in voga negli anni ’90 e 2000. L’MBK Booster è stato prodotto dalla Casa giapponese come BW’S nel 1988, poi dal 1990 prodotto negli stabilimenti francesi di MBK.
    Pavarotti è la dimostrazione che per essere felici non bisogna per forza andare in sella ad una moto di grossa cilindrata, ma basta anche un piccolo scooter neppure tanto costoso, purché sia un meraviglioso compagno di viaggio (e di avventure).
    Royal Enfield, una custom dedicata a Freddie Mercury LEGGI TUTTO

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    Audi, viaggi elettrici senza pensieri con il charging ecosystem

    Corre veloce il processo di elettrificazione, ed è importante, per le Case, riuscire a far percepire l’effettiva fruibilità di piattaforme e infrastrutture sempre più capillari e di facile approccio. Un processo frutto di dinamiche aggregate, che Audi concepisce come un vero e proprio ecosistema (soluzioni di accesso, soluzioni hardware e soluzioni software) al servizio dei guidatori. Nasce così Audi charging ecosystem, rete interconnessa di servizi e stazioni di ricarica, che punta ad assistere i clienti a partire dall’acquisto dell’auto, con una mission ben precisa: eliminare l’ansia da ricarica durante i viaggi e nella vita di tutti i giorni.Una filosofia che abbiamo potuto sperimentare grazie a un’experience lungo le strade del Centro Italia tra Roma, Perugia e Firenze, a bordo di una prestante Audi e-tron S Sportback. Ma prima, approfondiamo i cardini del progetto.
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    Audi, nuova rete di ricarica veloce
    Cuore dell’Audi charging ecosystem è il debutto di un’inedita rete di colonnine HPC presso i dealer del marchio, con potenze di ricarica superiori o uguali a 150 kW (accessibili anche a clienti di altri marchi), che si sommano a numerose soluzioni per il rifornimento domestico (infrastrutture di ultima generazione sviluppate con il partner Enel X) e, soprattutto, pubblico. Il network Audi e-tron Charging Service, infatti, grazie all’integrazione con le reti Enel X e IONITY, a cui la rete Audi HPC si va a sommare, annovera in Italia oltre 24.000 charging point (circa 326.000 in tutta Europa), tutti fruibili con un’unica card e un unico contratto a tariffe vantaggiose. Due i piani tariffari: City, con un canone mensile di 4,83 euro; e Transit, dedicato a chi fa più strada, a 17,51 euro (fatta eccezione per i clienti dei modelli full electric Audi, che per un anno accedono al servizio senza canoni fissi). Ai costi fissi di abbonamento si sommano le tariffe a consumo standardizzate sull’intero territorio nazionale: 0,43 euro/kWh se si ricarica in corrente alternata (AC), 0,54 euro/kWh con colonnine in corrente continua (DC). Tariffe che, purtroppo, dal 19 aprile aumenteranno rispettivamente a 0,55 e 0,60 euro/kWh, a causa dei rincari dell’energia a livello globale.
    I pilastri dell’ecosistema Audi
    Enel X, IONITY e la nuova rete Audi HPC rappresentano dunque l’ossatura di un progetto infrastrutturale destinato a espandersi sempre di più in futuro. Volkswagen Group ed Enel X hanno recentemente costituito in Italia una joint venture finalizzata a realizzare, possedere e gestire entro il 2025 oltre 3.800 punti di ricarica ad alta potenza (sino a 350 kW) in 700 località. Il network sarà aperto a tutti i conducenti di veicoli elettrici di qualsiasi produttore.Audi, inoltre, è anche uno dei membri fondatori di IONITY e sin dagli albori è partner della joint venture votata alla creazione di una rete europea di ricarica ultra rapida HPC con potenze sino a 350 kW. Il network, parte integrante della strategia dei quattro anelli per lo sviluppo della mobilità elettrica, adotta energia 100% rinnovabile e può oggi contare su 20 stazioni attive in Italia. Entro il 2025, si passerà dalle oltre 1.500 unità attuali a circa 7.000 charging point in Europa. In aggiunta, le colonnine IONITY non verranno più collocate esclusivamente in autostrada o nelle vicinanze della rete autostradale, ma anche nelle grandi città e lungo le principali arterie viarie. Il numero delle stazioni aumenterà in modo significativo, passando da 400 a oltre 1.000. 
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    Con Ionity si ricarica superfast
    Col piano tariffario Transit del servizio Audi e-tron Charging Service, la ricarica presso le colonnine ultrafast IONITY godono di condizioni particolarmente vantaggiose: una tariffazione a consumo di 0,31 euro/kWh sensibilmente inferiore allo standard praticato da IONITY, pari a 0,79 euro/kWh. Una riduzione di oltre il 60%, quindi, rispetto al prezzo solitamente applicato dal network di ricarica ad alta velocità.Da dicembre 2021, rifornendo presso la rete IONITY, le Audi e-tron godono di un ulteriore vantaggio grazie al servizio Plug & Charge (PnC), che permette di ricaricare le batterie con un sistema automatico, quindi senza scheda RFID (Radio Frequency Identification) o app. A beneficiarne sono i modelli Audi e-tron e Audi e-tron Sportback, nelle configurazioni 55 quattro ed S, prodotti dal 1 dicembre 2021 e con un contratto e-tron Charging Service attivo. Gli utenti devono semplicemente attivare l’opzione PnC mediante l’app myAudi o l’MMI. 
    Audi HPC, oltre i 150 kW
    La rete infrastrutturale si completa con l’Audi high power charging (HPC) realizzata presso i dealer. Attualmente sono 16 le concessionarie già operative, alle quali se ne aggiungeranno altre 3 entro il mese di giugno, per arrivare all’inclusione di tutti i 54 dealer ufficiali nel 2023 con l’obiettivo di coprire entro il 2025 l’intera rete Audi, inclusi i Service partner. Le stazioni HPC Audi ricaricano con potenze superiori o uguali a 150 kW. Nel caso di Audi e-tron e Audi e-tron Sportback nelle varianti 55 quattro ed S, rifornibili d’energia a 150 kW in corrente continua (DC), ciò significa che è possibile disporre dell’80% dell’autonomia in meno di 30 minuti.
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    Il viaggio tra Roma, Perugia e Firenze
    Abbiamo sperimentato l’ecosistema Audi in un tour di circa 400 chilometri (con una sosta di ricarica intermedia), partendo dalla consegna dell’auto in concessionaria – simbolicamente, come se fossimo al momento del ritiro dopo l’acquisto – per poi proseguire in un tipico tragitto a breve/medio raggio, come una giornata di appuntamenti di lavoro da una città all’altra, o una passeggiata nel week-end. Protagonista della giornata, una e-tron S Sportback; modello che non ha certo bisogno di presentazioni: full electric da 503 CV, capace di accelerare da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e che grazie a un pacco batterie di 95 kWh raggiunge un’autonomia dichiarata di 378 km (ciclo WLTP, in modalità di guida “efficiency” con climatizzatore e riscaldamento spenti).

    PRIMA TAPPA
    Il primo tratto, autostrada e superstrada dalla Capitale (via Appia) fino a Perugia, fila via – ovviamente entro i limiti di velocità – con un buon passo. Oltre 100, i chilometri di autonomia residua all’arrivo, quindi un margine sufficiente a far fronte a imprevisti, varie ed eventuali. In ogni caso, grazie all’e-tron trip planner – e alla possibilità di verificare istantaneamente quante ricariche siano necessarie per raggiungere una determinata destinazione e dove effettuarle – si viaggia sempre piuttosto tranquilli (il sistema, inoltre, si aggiorna costantemente sulla base dello stato del terminale, del traffico e dello stile di guida).
    SECONDA TAPPA
    Un pranzo veloce, il tempo di fare il pieno di elettroni alla colonnina fast (HPC) della concessionaria Audi di Perugia, e si riparte. Stavolta, su strade statali, attraversando piccoli centri e persino un passo: il valico della Scheggia tra Arezzo e Firenze. Qui, tra le geometrie tipiche del misto stretto di montagna, emerge forte il piacere di guidare un’auto con tanta coppia sin da subito, che tira via dalle curve a colpi di bazooka. Una ricerca di sensazioni sportive, quasi motociclistiche, che in genere incide in maniera importante sul consumo dei motori elettici, così come l’ultimo tratto di autostrada fino a Firenze con la paura di perdere il treno del ritorno per la Capitale. Eppure, nonostante questo, al momento della riconsegna della e-tron, un’autonomia residua ancora una volta intorno ai 100 km ci ha permesso di capire che sì, il sistema a elettroni globalmente inteso è ancora assolutamente perfettibile, ma i passi in avanti sono concreti e tangibili; e una giornata “a batterie” non è più quell’incubo da cui non vedevi l’ora di risvegliarti fino solo a qualche tempo fa.
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    Benzema inarrestabile: la tripletta al Chelsea fa impazzire tutti, come le sue auto di lusso!

    Grazie a Karim Benzema, autore di un’incredibile tripletta, il Real Madrid iera ha sconfitto il Chelsea e ora si prepara al ritorno dei quarti di finale di Champions League al Bernabeu con una marcia in più, forte di un vantaggio consideravole sui rivali. Gran parte del merito va proprio all’attaccante francese che sta vivendo un momento di grandissima forma, fatto di reti ma anche di prestazioni esaltanti (e c’è chi parla di numeri da Pallone d’Oro) che fanno impazzire non solo i suoi tifosi ma tutto il mondo del calcio. D’altronde, di fronte a tanto talento è difficile restare indifferenti. Lo è altrettanto davanti alla collezione incredibile di supercar che possiede Benzema, in grado di far battere il cuore a qualunque appassionato di auto. E pensare che la sua prima vettura è stata una Mini Cooper S.Guarda la galleryBenzema, alla collezione di supercar si aggiunge una Porsche 911
    Un garage multimilionario
    “La prima auto che ho avuto è stata una Mini Cooper S – ha dichiarato qualche tempo fa l’attaccante -. L’ho acquistata da un amico e gli è costato vendermela. Era completamente nera”. Da quella Mini, Benzema non si è più fermato: con le auto e pure con i gol. Il suo garage, ormai, è famoso quasi quanto le sue prestazioni: basti pensare allo scalpore suscitato dall’acquisto della Bugatti Chiron Noire Sports, hypercar in edizione limitata dal valore di 2,5 milioni di euro e 1500 cavalli di potenza. La passione per i modelli della Casa di Molsheim è grande, ed è testimoniata anche dalla presenza nella sua collezione di una Bugatti Veyron.
    La lunga lista continua con le sue numerose Cadillac, per arrivare in tempo a prendere il suo jet privato. Poteva poi mancare una Ferrari? Impossibile. Rossa fiammante, è la 458 Spyder. Tra i marchi italiani c’è poi Lamborghini: Benzema ha scelto una Aventador e una Urus, il Suv più prestazionale della categoria. E poi ci sono una Mercedes-AMG G63, uno dei fuoristrada di lusso più diffusi tra i vip; una Mercedes SLR McLaren “Stirling Moss”, edizione super limitata della coupé/roadster; la recente McLaren 756 LT Spider da 350mila euro; ma anche una Rolls-Royce Wraith, una Porsche 911, una BMW M6 e diverse Audi: Q5, RS6 e Q8, con le quali il campione ama spostarsi nel quotidiano.
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    MotoGp, Aprilia: la vittoria mette a rischio le concessioni

    ROMA – Per l’Aprilia questo potrebbe essere l’unico aspetto negativo della vittoria nel Gran Premio d’Argentina firmata Aleix Espargaro. Il team italiano rischia infatti di perdere le concessioni, ossia quei vantaggi che FIM e Dorna garantiscono alle scuderie minori per uniformare il più possibile il livello di competitività in pista. Nella scorsa stagione, la casa di Noale ha registrato il suo primo podio nell’era MotoGp, nello scorso weekend il primo trionfo e leadership del mondiale per Espargaro, che ora punta il Gran Premio delle Americhe con rinnovata fiducia.
    Aprilia senza concessioni?
    Nel 2021 e nel 2022 Aprilia è stata ed è l’unica scuderia a godere di questo regime introdotto nel 2016 per aiutare i costruttori alle prese con prestazioni sottotono. Tra questi vantaggi ci sono quelli di avere a disposizione nove motori invece di sette per stagione, il diritto di non punzonare il motore dopo l’ultimo test ufficiale della prestagione, oltre a sei wildcard invece di tre, più giorni di test a disposizione oltre le giornate della pre-season. Piccoli e grandi deroghe che hanno permesso all’Aprilia di emergere dal suo periodo buio, ma che ora potrebbero essere revocate. LEGGI TUTTO

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    F1, Gp d'Australia avanti come previsto: DHL evita i ritardi di consegna

    ROMA – Il programma del Gran Premio d’Australia era a rischio per ritardi nella consegna dei pacchetti. Dalle ricostruzioni del portale “Autosport” emerge infatti come la nave cargo che trasportava i materiali tecnici di tre team fosse in ritardo per più di sette giorni. Crucuale sarebbe stato in questo senso l’intervento di DHL, partner del Circus per la logistica, che avrebbe messo su un aereo il tutto, facendolo arrivare per tempo a Melbourne. È stato Paul Fowler, vicepresidente responsabile della logistica del motorsport di DHL, a recarsi al porto di Singapore per risolvere di persona la faccenda.
    Il commento di Fowler
    Un rischio questo per la Formula 1 che il Motomondiale invece ha già sperimentato in Argentina. Fowler traduce in cifre le difficoltà logistiche che il motorsport sta affrontando, disagi che sembrano collegati al conflitto in Ucraina, il rialzo dei carburanti e delle materie prime: “Tutte le squadre hanno cinque o sei set di kit da spedire in giro per il mondo per l’allestimento dei box ai Gran Premi. Quindi, tutto quello che vedete nel paddock è tutto materiale trasportato via mare. In corso c’è una sorta di guerra dei prezzi: prima dall’Europa all’Asia e viceversa si pagavano circa 900 dollari per container, ma il prezzo è schizzato a circa 20.000 dollari”.  LEGGI TUTTO

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    F1, consegna materiali a rischio: DHL evita ritardi per il Gp d'Australia

    ROMA – La Formula 1 avrebbe potuto modificare il programma orgirinale del Gran Premio d’Australia a causa di ritardi nella logistica. Dalle ricostruzioni del portale “Autosport” emerge infatti come la nave cargo che trasportava i materiali tecnici di tre team fosse in ritardo per più di sette giorni. Crucuale sarebbe stato in questo senso l’intervento di DHL, partner del Circus per la logistica, che avrebbe messo su un aereo il tutto, facendolo arrivare per tempo a Melbourne. È stato Paul Fowler, vicepresidente responsabile della logistica del motorsport di DHL, a recarsi al porto di Singapore per risolvere di persona la faccenda.
    Le parole di Fowler
    Un rischio questo per la Formula 1 che il Motomondiale invece ha già sperimentato in Argentina. Fowler traduce in cifre le difficoltà logistiche che il motorsport sta affrontando, disagi che sembrano collegati al conflitto in Ucraina, il rialzo dei carburanti e delle materie prime: “Tutte le squadre hanno cinque o sei set di kit da spedire in giro per il mondo per l’allestimento dei box ai Gran Premi. Quindi, tutto quello che vedete nel paddock è tutto materiale trasportato via mare. C’è quasi una guerra di prezzi ora: le tariffe dall’Europa all’Asia e viceversa, che erano di circa 900 dollari a container, ora ammontano a circa 20.000 dollari”.  LEGGI TUTTO

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    Lancia, per il CEO Napolitano il futuro passa dalle auto elettriche alle vendite in Europa

    Ma Napolitano non è uomo da tirarsi indietro con il mare in burrasca e da buon velista qual è, è pronto a navigare seguendo vento e corrente: “lI futuro di Lancia è già presente ed entro la fine del 2022 avremo un primo assaggio del nuovo corso che ci porterà a diventare un Marchio credibile nel mercato premium, all’insegna di una mobilità innovativa, pulita e sicura. Il nostro domani poggia su basi solide, ben radicate in un passato glorioso e un presente costellato dai successi della Ypsilon: la fashion city car è infatti leader del segmento B in Italia, oltre che la seconda vettura più venduta in Italia, con una quota del 14,3%. Un primato consolidato dalla Ypsilon Alberta Ferretti, la nuova serie speciale nata dall’incontro con la famosa stilista italiana e presentata a Milano lo scorso febbraio, che ha già raggiunto il 10% come mix di quota. E il 2022 è iniziato molto bene, nonostante le difficoltà che tutti conosciamo con la quota del brand salita al 3,2%. Tutti numeri che declinati con i tre pilastri del nostro piano a dieci anni, approvato e budgettizzato dal Board daranno vita a una gamma capace di coprire il 50% del mercato, con una cadenza di un nuovo prodotto ogni due anni”.
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    Lancia verso il rilancio, con Ypsilon e le altre
    Per la cronaca, parliamo della nuova Ypsilon nel 2024, della nuova Aurelia (ma è solo un nickname, un nome di riferimento) nel 2026 e della nuova Delta (anche qui solo riferimento) nel 2028: “Il piano industriale presentato qualche settimana fa da Tavares indicava però chiaramente che al 2030 il cluster premium deve moltiplicare di 5 volte i profitti e i ricavi devono aumentare da 4 alll’11%. Quindi non possiamo perdere tempo, ma dobbiamo sfruttare ogni occasione per creare le condizioni giuste affinché i modelli che lanceremo trovino la strada spianata per ottenere i risultati che ci aspettiamo. Mi rendo conto si pensi che c’è da aspettare due anni per una nuova vettura. Ma qui non si tratta tanto di lanciare un nuovo modello, ma di rilanciare un brand, qualcosa di totalmente nuovo. In realtà, dobbiamo ricostruire un Marchio e dobbiamo renderlo credibile nel mondo premium: non è una cosa che s’improvvisa, va costruita passo a passo, preparando la rete, i servizi al cliente, la qualità del prodotto”.
    “Della nuova Ypsilon avrete un assaggio entro la fine dell’anno – ha proseguito Napolitano – sarà una vettura di 4 metri, più grande, trasversale. Una sfida importante perché dobbiamo andare a prendere anche un target più maschile. È presto per dire se la ‘vecchia’ (piano con le parole… ndr) Ypsilon resterà sul mercato, ma la nuova sarà solo elettrica o ibrida. Comunque siamo ai dettagli”.
    Diverso il discorso per la (teorica) Aurelia (sarà un crossover?) e per la (teorica) Delta. “Nel primo caso, il lavoro è in stato avanzato. Ma parliamo dell’ammiraglia Lancia. Una vettura di circa 4.60 metri. Quando abbiamo avviato il design, siamo partiti proprio dalla base dell’Aurelia; ora direi che non è più come all’inizio. Parliamo di una vettura con dimensioni importanti, che cercheremo di far sembrare ancora più importante. Sarà solo elettrica e cercheremo di arricchirla con il meglio di quello che ha Lancia in termini di tecnologia. Elettrica ovviamente sarà anche la Delta che ho voluto come primo input muscolare, dura e sono stato assecondato dai designer nei primi sketch, ma difficilmente resterà così…”.
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    Lancia, la sostenibilità è al primo posto
    Già, la sostenibilità elegante: per Lancia significa focalizzarsi sul suo design senza tempo, reinterpretato in chiave moderna e contemporanea, lavorando su alcuni dei suoi elementi più iconici. Ad esempio, racconta sempre Napolitano “lo stilema del ‘calice’, che dà forma al frontale di tutte Lancia, sarà rivisitato grazie ad innovativi elementi illuminanti. Anche i volumi diventeranno sostenibili, anche se sempre eleganti, attraverso nuove linee più leggere, affusolate e sinuose. Il tutto si traduce nell’elettrificazione del brand per una mobilità innovativa e pulita. Dal 2026, il Marchio lancerà infatti solo modelli 100% elettrici e dal 2028 venderà solo vetture elettriche, due anni prima rispetto al programma della stessa Stellantis. Senza dimenticare che sostenibilità elegante significa anche utilizzare materiali innovativi che consentiranno a Lancia di diventare il Marchio di Stellantis con la più alta percentuale di materiali riciclati. Nei modelli di cui sopra, il 50% delle superfici che si toccano saranno realizzate con materiali riciclati o eco-sostenibili”.
    E qui arriviamo all’altro pilastro, la centralità del cliente che per Napolitano è parte integrante della rivoluzione Lancia: “Non vogliamo essere secondi a nessuno in termini di valore del brand e per soddisfazione dei clienti. Quindi necessariamente questa soddisfazione parte da quando si entra nell’abitacolo. E prendendo ispirazione dagli esclusivi interni delle sue vetture del passato, infatti, la prossima generazione del Marchio offrirà un ambiente accogliente e familiare. Lavoreremo molto sugli interni, che somiglieranno quasi a oggetti di interior design e per questo stiamo pensando ad una collaborazione con qualche designer italiano di grande spessore. Se invece si considera la tecnologia di bordo sarà semplice e intuitiva, coerente con il DNA del Marchio. Lo conferma ad esempio, la S.A.L.A. (Sound Air Light Augmented), un’interfaccia virtuale, essenziale e intelligente, con cui il cliente, avrà il controllo dell’abitacolo premendo un solo tasto: dal suono dell’impianto audio al climatizzatore, fino all’illuminazione”.
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    Lancia pronta a tornare in Europa
    Raccontato a parte il pilastro finale, quello cioè della responsabilità sociale, costruire la rete di concessionarie giusta per “esportare” il Marchio Lancia anche in Europa. “Nelle prossime settimane annunceremo l’apertura dei primi mercati esteri e per ognuno di essi la nomina di un country manager, il quale dovrà costruire la sua squadra, lavorare in coordinamento con noi alla strategia di lancio della nuova Ypsilon, nominare la rete di vendita. Nel tempo puntiamo ad aprire 100 punti vendita in Europa, nelle 60 più importanti città europee, da sommare a quelli italiani che oggi sono 220. Alla fine dovremmo arrivare intorno ai 250. Non ci serve capillarità, non ci servono tanti showroom o grandi dealer. Ci serve grande qualità, nel servizio ai nostri clienti per trovare il nostro spazio all’interno di quei mercati. Non è necessario entrare in tutti i mercati, ma avere un posizionamento credibile dove conta, entrare e cercare clienti, appassionati, anche tra i collezionisti. Ecco cerco concessionari che abbiano questa stessa passione, questo cuore, questa energia. Non imporremo Lancia in nessun mercato. Per questo la parola d’ordine è qualità. Lo è già per Stellantis, figuriamoci per il Premium”.
    “Se la macchina non è perfetta non esce dalla linea di produzione – ha precisato Napolitano, che poi ha proseguito – Per questo quando ho presentato il nostro piano al board non mi sono fatto attrarre dalla trappola di voler far tutto e subito. Poi, se servirà e le cose andassero bene, faremo sempre in tempo ad aggiungere delle cose. Ora noi dobbiamo farne poche e ben fatte. in questo devo dire che sto imparando molto da… Imparato (CEO Alfa Romeo ndr), con lui abbiamo uno scambio di informazioni costante e totale, la nostra è una strategia comune, condividiamo tutto, al netto della diversificazione di stile e contenuti. Come pure mi sta dando un grande aiuto lo stesso Tavares, grande appassionato di Lancia, di auto, di corse. Vederlo correre su una Stratos privata è stato un piacere. E a chi non piacerebbe rifare una Delta Integrale, sarebbero esercizi ideali per rafforzare il brand, am per ora stiamo sognando”.
    Poi Napolitano tocca il caso delle vendite on line, dove il processo di acquisto segue un iter ormai diventato quasi abituale: “È un processo che molto spesso non inizia in concessionaria, ma a casa, in ufficio, insomma online e noi vogliamo essere un benchmark all’interno di Stellantis con un uso massivo del digitale, in particolare fuori dall’Italia, dove prevediamo che almeno il 50% delle vendite sarà fatta su Internet. Ma questo non intaccherà assolutamente il ruolo del leader, che alla fine casa lo stesso strumento del cliente”.
    Sguardo rivolto al futuro
    La chiusura arriva con i fuochi artificio quando ai tocca il discorso del logo e Napolitano non si nega. “Lo abbiamo studiato, lo stiamo studiando in maniera approfondita. Ha ancora tutti gli elementi della storia che racchiude, ma si è un po’ indebolito rispetto al suo impatto. Pochi loghi portano con se il nome del fondatore, diciamo che si potrebbe fare qualcosa per rinforzarlo. Ha elementi nobili e si presta molto ai nuovi NFT. Sto studiando anche il metaverso che mi appassiona perché ti dà la possibilità di creare, inventare. In teoria potrebbero anche sostituire le concept car ma si possono fare anche entrambe. Le one-off? Mi scrivono in tanti, ma dovrei farle con un motore tradizionale e non lo troverei affine alla linea scelta dal brand, piuttosto devo fare qualcosa di appropriato. La Lancia anche fuori dall’Europa? Potrebbe essere interessante, ma è un progetto ancora più lontano. Diciamo che non è tra le priorità, c’è così tanto spazio in Europa. Non ci sto nemmeno pensando, perchè la lista delle cose da fare è così lunga…”.
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    Telepass, dal 1° luglio +45% sugli abbonamenti Family

    Non sono bastati i prezzi del carburante alle stelle. Adesso, a gravare sulle tasche degli italiani, arriva anche Telepass con un annuncio che pare più una stangata. L’azienda sta comunicando ai possessori del canone Family che dal 1° luglio 2022 ci sarà un aumento pari al 45%. La brutta notizia sta gradualmente iniziando ad arrivare ai clienti e consiste nella modifica unilaterale del contratto, dell’automatico aumento del canone Telepass Family e, se attiva, dell’opzione Twin.
    I motivi del rincaro
    Proviamo quindi a capire la cifra reale di questo aumento e, per chi non fosse disposto ad accettarlo, come fare per disdire il contratto. Il rincaro consiste in 0,57 euro in più al mese per coloro che hanno sottoscritto un canone Telepass Family. Ogni tre mesi, dunque, questi clienti si ritroveranno a pagare 5,49 euro (invece di 3,78 euro), Iva inclusa. Il sovrapprezzo, come anticipato sopra, riguarda anche l’opzione Twin (cioè la possibilità di avere un secondo dispositivo da utilizzare su di una seconda auto con lo stesso canone): in questo caso si parla di +0,28 euro al mese. Quali sono i motivi dietro ciò? Dall’azienda parlano di un “progressivo mutamento del contesto tecnologico, di mercato e organizzativo in cui opera Telepass. La proposta di modifica unilaterale introduce alcune ulteriori previsioni, sugli strumenti di pagamento dei pedaggi e sulla fatturazione, volte ad adeguare le modalità di prestazione dei servizi allo sviluppo tecnologico e normativo”.
    Per chi decidesse di recedere il contratto può farlo entro il 30 giugno 2022, senza penale, ed entro i successivi sei mesi dovrà restituire il dispositivo.
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