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    Harley-Davidson andrà alla Africa Eco Race: Pedrero sulla Pan America 1250

    L’Harley-Davidson parteciperà ufficialmente alla Africa Eco Race. Per il marchio statunitense si tratta di un ritorno in uno dei rally raid più difficili al mondo e lo farà con in sella il veterano Joan Pedrero. A partire dal 28 dicembre 2024, il pilota spagnolo inizierà insieme agli altri partecipanti una gara con un tragitto di 5.903 chilometri fino al Lac Rose a Dakar il 12 gennaio 2025. La moto di Pedrero sarà di nuovo la rivoluzionaria Pan America 1250, quella del debutto storico nel 2024, quella con cui ha fatto scalpore conquistando il primo posto nella categoria Maxi-Trail. Una moto da avventura rivoluzionaria che combina l’iconico patrimonio del marchio con la tecnologia all’avanguardia. Alimentata dal motore Revolution Max 1250, la Pan America 1250 ha dimostrato prestazioni, resistenza e affidabilità eccezionali durante la campagna 2024. Gareggiando con solo minime modifiche, la moto quasi di serie ha affrontato le condizioni estreme del rally con un successo notevole, sottolineando la sua capacità come vera macchina da avventura. LEGGI TUTTO

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    Red Bull, sì a Lawson: “Imparerò da Verstappen”

    Ciao Checo, benvenuto Liam. Red Bull, come per altro ampiamente previsto, cambia ancora. A pochi mesi dal rinnovo (fino al 2026) con Sergio Perez che non ha portato i risultati auspicati, il team austriaco con base a Milton Keynes ha rotto indugi e contratto, promuovendo Liam Lawson dalla Racing Bulls. Troppo caro il prezzo pagato in termini di manc LEGGI TUTTO

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    I talenti hanno guidato la notte del Golden Boy

    Non solo un palcoscenico internazionale. Non solo gli occhi di tutto il mondo puntati addosso, pronti a celebrare i talenti del futuro e i “fenomeni” dell’ultimo anno solare. Per i protagonisti dell’European Golden Boy premiati lunedì sera c’è stata un’altra passerella d’eccezione: ciascuno di loro, infatti, ha raggiunto il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, splendida location scelta per questa edizione, a bordo del… futuro. In perfetto stile Golden Boy. Ad accompagnarli in questo viaggio, infatti, è stato BYD, leader mondiale nella produzione di veicoli a nuove energie (NEV), offi cial car e partner dell’evento: per l’occasione, la tech company ha messo a disposizione ben sette unità del nuovo SUV 100% elettrico Sealion 7, presentato alla stampa italiana appena una settimana fa, sottolineando il proprio impegno per un futuro sostenibile e tecnologicamente avanzato, al fianco di una Seal, la berlina per eccellenza del marchio. Con un’autonomia WLTP di 502 km, una velocità massima di 215 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi, la Sealion 7 rappresenta l’eccellenza della Serie Ocean, pensata per soddisfare le esigenze dei clienti europei più attenti all’innovazione. Una comoda ed elegante “coccola” per ciascuno dei vincitori, prima dell’abbraccio della platea del Mauto e gli applausi di tutto il mondo di fronte a un premio che, ancora una volta, è riuscito ad anticipare il futuro proprio come sta facendo BYD. Che, per restare in tema calcistico e soprattutto di giovani talenti, ha recentemente annunciato di essere uno sponsor ufficiale del Campionato Europeo Under 21 in programma il prossimo anno in Slovacchia: una partnership che rappresenta un’importante pietra miliare poiché il brand diventa così il primo marchio NEV a collaborare in modo continuo e costante sia con il Campionato Europeo – è stato lo sponsor di Germania 2024 – sia con l’Europeo Under 21. LEGGI TUTTO

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    Vasseur: “La nuova Ferrari ha tutto per vincere. Leclerc è cresciuto, Hamilton…”

    “Abbiamo fatto un buon passo in avanti rispetto al 2023. Siamo migliorati in tutte le aree: macchina, strategie, piloti, sviluppi, approccio… Certo, guardare quei 14 punti che ci dividono dalla McLaren e dal titolo costruttori non fa piacere affatto, ma gli altri numeri sono positivi. Abbiamo fatto il 60% di punti in più, il 400% di vittorie in più, il 175% dei podi in più e ridotto il gap dal vertice del 97%. L’unico meno (43%) è davanti alle pole. Ci stiamo lavorando”.
    Che 2025 si aspetta?
    “Veniamo da una stagione con quattro team vicini e sette piloti che si sono divisi le vittorie. Buono per la F1, i tifosi e voi media, meno per noi… Sarà così anche la prossima. La lezione è che per vincere bisogna essere perfetti, avere una buona macchina e partire davanti, meglio se in pole. E soprattutto che tutto può cambiare in fretta. La Red Bull doveva dominare, poi è arrivata la McLaren. Quindi noi… Si può sempre recuperare, bisogna sempre restare concentrati. Quindi dobbiamo lavorare per evitare i troppi alti e bassi che abbiamo avuto. E sarà importante fare punti quando soffri e reagire in fretta quando hai problemi, come quest’estate noi. Proprio questo mi fa essere fiducioso”.
    Una Ferrari in crescita e quindi favorita?
    “Non m’interessa essere favorito a gennaio, ma vincere alla fine. McLaren da luglio è molto forte, Mercedes è stata più altalenante a seconda delle piste, un po’ come noi. Alla fine l’unico parametro che mi interessa sono i decimi di differenza tra un’auto e l’altra. E non mi guardo indietro. Mai”.
    Cosa serve quindi per centrare il Mondiale nel 2025?
    “Lavorare sui dettagli. E evitare gli ‘zeri’. Rotture, incidenti, errori… In un campionato che si decide per 14 punti su oltre 600 uno “zero” fa un’enorme differenza. Noi in Canada ne abbiamo avuti due… Insomma, dobbiamo evitare ogni singolo errore e prendere ogni singola decisione giusta”.
    Alle porte c’è la rivoluzione 2026.
    “Come tutti dovremo anticipare il momento in cui le risorse si concentreranno sul progetto dell’anno successivo, ma dipenderà da quando sei in lotta per il Mondiale. Il problema è non rischiare di fare come la Mercedes nel 2021, che ha pagato sul 2022 la lotta fino all’ultimo con la Red Bull. Ma se ce l’hai, è un buon problema. Significa che lotti per il titolo”.
    Dopo due anni, la rivoluzione delle figure apicali, gli arrivi di Serra, D’Ambrosio ed Hamilton, si può dire che questa è la “sua” Ferrari?
    “Il progetto non ha un nome e se pensi di aver costruito la ‘tua’ squadra sei finito. L’approccio deve essere quello del miglioramento continuo, dipartimento per dipartimento. Abbiamo cambiato tante persone, ma è normale. Poi dico che ora serviranno cambiamenti più ‘leggeri’ che in passato, ma continuando a sviluppare anche la squadra. Però ora vedo un approccio buono, la capacità di reagire. Lavoriamo come team. Nessuno viene criticato se sbaglia. Non conosco il passato della Ferrari, ma sono orgoglioso di com’è la squadra adesso”. LEGGI TUTTO

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    Vasseur, l’intervista: “Hamilton è ferrarista da sempre”

    Se n’è avuta prova nel pranzo prenatalizio con la stampa della Formula 1, in cui la sessione di domande e risposte con Fred Vasseur è stata tolta dalla tavola e strutturata in una conferenza stampa. Atmosfera meno conviviale, più ingessata. Passaggi su Lewis non meno di quindici, mentre un paio su Carlos Sainz che si è appena congedato e solo uno, incredibilmente, incentrato su Charles Leclerc. Lo sbilanciamento si spiega col fatto che LH44 è oggi l’elemento di grande novità del mondo ferrarista. Come eccipiente c’è stata diffusione di lodi per il campionato appena concluso e di ottimismo per quello che arriva: niente che non si sia già ascoltato, pertanto non riproporremo. Vasseur ha annunciato che la SF-25 verrà presentata il 19 febbraio, il giorno dopo la kermesse generale della Formula 1 a Londra. La nuova Rossa andrà subito in pista a Fiorano ma per abituare Hamilton a volante, procedure e protocolli sono previsti già in gennaio dei test con la F1-75 del 2022, la più recente monoposto utilizzabile. 
    Dunque questo è stato il primo approccio all’argomento-Lewis: i programmi. «Partiamo a inizio gennaio, ma con date da stabilire. I tempi sono un po’ critici perché l’inverno della Formula 1 è sempre più corto e quando presenteremo la nuova macchina saremo già a sei settimane dal Mondiale. Ma non si tratta certo di un debuttante».
    Ne ha già parlato con lui? «Ho evitato di toccare temi tecnici o che riguardano la nostra collaborazione, per rispetto della Mercedes».
    Lo presenterete con un evento dedicato? «No perché siamo concentrati sullo sviluppo e sulla performance, non sullo show».
    Pensa che sarà competitivo già dal primo GP in Australia (16 marzo)? «Dovrà apprendere molte nuove procedure ma ha grande esperienza e acquisirà conoscenze al simulatore. Nulla che mi preoccupi».
    I TPC (Testing Previous Car, test con vetture non successive al 2022) sono ormai limitati per regolamento: è un problema? «Lo sarà semmai per Mercedes che deve far girare Antonelli».
    Con Lewis arriverà qualche tecnico? «No perché non abbiamo intenzione di replicare la Mercedes all’interno della Ferrari. Abbiamo i nostri ragazzi e le risorse giuste per vincere: lavoriamo dunque per creare un originale, non voglio una copia». 
    Come lo ha convinto a raggiungere la Ferrari? «Non è stato difficile. Abbiamo cominciato a parlare un anno fa ed è stato tutto molto rapido: innanzi tutto nel 2023 avevamo vinto più gare della Mercedes (uno a zero: le Ferrari era stata l’unica a interrompe re l’imbattibilità della Red Bull, ndr), e non è stato difficile dimostrargli che avevamo un buon progetto. Ma in realtà lui aveva la Rossa in mente da ventidue-ventitré anni. Ne avevamo parlato assieme già nel 2004 e so che la desiderava. Si sono dovuti allineare molti pianeti, con Lewis sul mercato e la Ferrari disponibile ad accoglierlo. Ecco perché convincerlo è stato facile». 
    Lui sta studiando l’italiano, lei no. «Il 99 per cento del lavoro si svolge in lingua inglese, l’italiano semmai può essere utile per facilitare il rapporto con i meccanici».
    La sfida con Leclerc sarà più utile al Mondiale costruttori che a quello dei piloti. «Non è una cosa che mi spaventi, sono reduce da quella tra Charles e Carlos. Charles e Lewis ne hanno già parlato e sarà bello se potranno lottare per le prime due posizioni. In effetti la concorrenza potrebbe comportare qualche controindicazione per la corsa al Mondiale piloti, ma l’emulazione all’interno della coppia fa crescere la prestazione».
    È un problema l’isolamento geografico della Ferrari rispetto alla grande maggioranza dei team? «Lo è perché per loro è più facile attrarre il personale: chi passa dalla Red Bull alla Mercedes non cambia casa, né la scuola dei figli. Da noi è diverso ma il reclutamento continua, incluso quello dei piloti come avete visto. Lewis ci sta portando la sua esperienza in Mercedes, una cosa enorme quando si limano i centesimi di secondo».
    Si è posto il problema del dopo-Hamilton? Sainz è un’opzione? «Per l’anno prossimo puntiamo al Mondiale, e naturalmente siamo concentrati anche sulla rivoluzione tecnica del 2026: solo dopo cominceremo a pensare ai piloti del futuro (ma Lewis vincendo l’ottavo Mondiale nel 2025 potrebbe lasciare, ndr)».
    Per finire, curiosi i toni che ha usato per parlare di Leclerc, più adatti a un rookie che a un pilota esperto: «Negli ultimi dodici mesi è migliorato molto nell’approccio al weekend e nella gestione della gara. Dobbiamo ancora progredire sotto tutti gli aspetti, ma è sulla strada giusta». Ne riparleremo all’alba di sabato 15 marzo, dopo la prima qualificazione.  LEGGI TUTTO

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    Formula 1 e il piano per il Gran Premio d’Africa, parla Aleo: «Trattative in corso»

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    Verstappen furioso ad Abu Dhabi: scintille al team radio, insulta i giudici durante la gara!

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