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    Lightyear 0, l'auto che percorre 70 km grazie ai raggi del sole

    L’auto che si ricarica al sole esiste, si chiama Lightyear 0, ed è pronta a spiccare il volo grazie all’ingegno ed alla dedizione dell’azienda produttrice Lightyear. Dopo 6 anni di sviluppo, in cui si sono stabiliti dettagli e caratteristiche, il veicolo è pronto per iniziare la così detta Fase 0, ossia quella dei test, che verranno effettuati a luglio e agosto. Successivamente verrà prodotta in massa in autunno con le consegne nel mese di dicembre. Il suo prototipo era stato presentato 3 anni fa, nel 2019, in Olanda. Si chiamava Lightyear One.  La Lightyear ha poi continuato a mettere a punto la vettura e dagli inziali 59 km di autonomia quotidiani che poteva fare grazie alla luce del sole, si è riusciti a passare a 70 km. Insomma, un vero e proprio successo, oltre che traguardo. Guarda la galleryLightyear 0, l’auto che si ricarica con il sole sarà prodotta in autunno

    Lightyear 0: il sole come risorsa

    È incredibile quanto, anno dopo anno, la tecnologia vada avanti riuscendo a far convivere ambiente e veicoli. Lightyear ha trovato la soluzione, anche se l’auto, ovviamente, non sarà sprovvista di batteria. Lo avrà e sarà di 60 kWh e si dice potrà dare un’autonomia di 625 km. Si aggiungerà il sole che contribuirà a darle fino a 70 km di percorrenza giornalieri. Ma attenzione. Essendo un’auto che si ricarica grazie alla luce solare, come tale dovrà essere parcheggiata proprio al sole. Da esso la Lightyear ricaricherà più o meno 10 km di autonomia ogni ora. Su tetto e cofano sono installati i pannelli solari, una grande risorsa, che andranno ad occupare 5 m², arrivando fino alla parte posteriore del veicolo con un peso di 1575 kg.

    Secondo quanto riporta l’azienda, prendendo come riferimento la Spagna del sud, il rendimento solare massimo sull’intero anno garantisce 11.000 km di percorrenza, mentre se si vuole valutare una giornata lavorativa di, per esempio, 50 km ad Amsterdam nei mesi estivi, con la luce del sole, l’auto potrebbe percorrere all’incirca 2.100 km fra una ricarica e l’altra presso una colonnina. La vettura, inoltre, ha 4 motori distribuiti uno per ogni ruota ed all’interno si trovano 5 posti. Dopo la Fase 0 dei test estivi, inizierà la Fase 1 che comprenderà la produzione di massa. Il prezzo della Lightyear 0 non si conosce.

    Addio auto benzina, Diesel e GPL entro il 2035, la protesta dei Costruttori: “Troppo presto” LEGGI TUTTO

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    Balli “bollenti” in autostrada: tre ragazze in intimo diventano virali

    Soprattutto in estate, vedere scene abbastanza singoli in autostrada non è una rarità. Un po’ per il caldo, un po’ per il traffico, può succedere veramente di tutto. Eppure riusciamo ancora a farci stupire. Basti vedere le immagini che stanno circolando in rete e che ritraggono tre giovani disinibite, in mutande e reggiseno, ballare scatenate in autostrada. Le ragazze hanno deciso prima di sporgersi dai finestrini e poi di salire sul tetto della vettura su cui viaggiavano e di esibirsi in intimo. Al momento non è dato sapere in quale tratta autostrade si sia svolta la scena, quello che è certo è che le giovani sono diventate le regine del web.
    Autostrada “scatenata”
    Non è chiaro neppure il perché di questo gesto. Un colpo improvviso di caldo? Voglia di mettersi in mostra? Non siamo certo qui per giudicare, ma quando si guida ci sono delle regole del Codice della Strada che vanno rispettare e, in questo caso, ne sono state infrante diverse. Senza contare che l’esibizione è continuata a lungo: una volta uscite dalla coda, le giovani si sono fermate in un’area di sosta, hanno parcheggiato la vettura e continuato il loro ballo in intimo. Uno spettacolo che è valso loro centinaia di migliaia di visualizzazioni. E chissà che nel corso di questa afosa estate non decidano di esibirsi di nuovo.
    Si ubriaca in diretta e provoca un incidente d’auto: 36enne finisce in guai seri LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Martin: “Se non avrò una Ducati ufficiale, ne cercherò un'altra”

    ROMA – “Se non avrò una moto ufficiale Ducati il prossimo anno, allora cercherò un’altra moto ufficiale”, queste le parole di Jorge Martin che, in un’intervista ai microfoni della MotoGp, svela le proprie carte per il 2023. La storia dello spagnolo nella classe regina parte però dagli alti e bassi del 2021, forse troppa pressione per l’allora rookie di casa Pramac, che è ora maturato: “La scorsa stagione è stata fantastica, ero molto competitivo. L’obiettivo era essere in top 5 ma non lo abbiamo centrato. Stiamo puntando a ritrovare la nostra sicurezza. Dopo l’incidente di Portimao del 2021 ho subito lavorato per il recupero, era impossibile guidare”. Ora “Martinator” si è operato al tunnel carpale ed è pronto per tornare al top della forma fisica.
    Le parole di Martin
    “Il mio corpo ha però recuperato bene – aggiunge Martin – e se sono in forma posso sempre lottare per il podio come poi è successo dopo la pausa estiva. Dobbiamo capire bene dove dobbiamo essere il prossimo anno, dobbiamo gestire meglio la pressione e ho imparato a tralasciare le cose che sono fuori dal mio controllo”. Per un posto sulla Desmosedici, lasciata libera da Jack Miller, Martin deve battere la concorrenza di Enea Bastianini: “I suoi risultati sono migliori dei miei – ha detto sul riminese – e ha una moto fantastica. In Pramac ho la migliore squadra che potessi avere. La concentrazione in questo momento è rivolta su me stesso”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Martin: “Senza una Ducati ufficiale mi guarderò attorno”

    ROMA – Jorge Martin, in un’intervista ai canali ufficiali dellaMotoGp, mette le cose in chiaro per il 2023: “Se non avrò una moto ufficiale Ducati il prossimo anno, allora cercherò un’altra moto ufficiale”. La storia dello spagnolo nella classe regina parte però dagli alti e bassi del 2021, forse troppa pressione per l’allora rookie di casa Pramac, che è ora maturato: “La scorsa stagione è stata fantastica, ero molto competitivo. L’obiettivo era essere in top 5 ma non lo abbiamo centrato. Stiamo puntando a ritrovare la nostra sicurezza. Dopo l’incidente di Portimao del 2021 ho subito lavorato per il recupero, era impossibile guidare”. Ora “Martinator” si è operato al tunnel carpale ed è pronto per tornare al top della forma fisica.
    La maturità di Martin
    “Il mio corpo ha però recuperato bene – aggiunge Martin – e se sono in forma posso sempre lottare per il podio come poi è successo dopo la pausa estiva. Dobbiamo capire bene dove dobbiamo essere il prossimo anno, dobbiamo gestire meglio la pressione e ho imparato a tralasciare le cose che sono fuori dal mio controllo”. Per la sella sulla Desmosedici, lasciata vacante da Jack Miller, Martin deve però fare i conti con Enea Bastianini: “Sta facendo bene in termini di risultati – ha detto il 23enne sul riminese – e ha una moto strepitosa, per quanto mi riguarda in Pramac ho il miglior team che potessi desiderare. Voglio concentrarmi su me stesso”. LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton non molla: “In Canada a qualunque costo”

    ROMA – Le immagini di Lewis Hamilton che si tocca, dolorante, la schiena all’uscita dell’abitacolo della sua W13 hanno fatto il giro del web. Il porpoising – anche se Christian Horner, team principal Red Bull, non ci crede – ha lasciato il segno sul sette volte iridato, che però sui propri social rassicura tutti e scrive: “È stata dura e ho avuto difficoltà nel dormire, ma il giorno successivo alla gara mi sono svegliato con sensazioni positive. La mia schiena ne ha risentito, ma fortunatamente non è niente di serio”.
    Le parole di Hamilton
    Le frasi di Toto Wolff, che addirittura ipotizzava un possibile forfait del pilota britannico per il Gran Premio del Canada, nona tappa della Formula 1, sono dunque acqua passata. Hamilton infatti afferma: “Ho fatto agopuntura e fisioterapia e sto già lavorando con il team per migliorare. Dobbiamo continuare a lottare. Dobbiamo farlo ora o mai più. Sarò lì questo weekend e non me lo perderei per nulla al mondo”. LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton stringe i denti: “In Canada ci sarò”

    ROMA – Hanno fatto impressione le mani di Lewis Hamilton sulla sua schiena malconcia al Gran Premio dell’Azerbaijan. Gli effetti del famoso porpoising – anche se Christian Horner, team principal Red Bull, è scettico – hanno compito pesantemente il sette volte iridato, che però sui propri social rassicura tutti e scrive: “È stata dura e ho avuto difficoltà nel dormire, ma il giorno successivo alla gara mi sono svegliato con sensazioni positive. La mia schiena ne ha risentito, ma fortunatamente non è niente di serio”.
    Destinazione Montreal
    Le frasi di Toto Wolff, che addirittura ipotizzava un possibile forfait del pilota britannico per il Gran Premio del Canada, nona tappa della Formula 1, sono dunque acqua passata. Hamilton infatti afferma: “Ho fatto agopuntura e fisioterapia e sto già lavorando con il team per migliorare. Dobbiamo lottare ancora, questo è il momento. Questo fine settimana sarò lì, niente al mondo potrà impedirmelo”. LEGGI TUTTO

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    Disastro Ferrari, adesso cambia tutto: cosa succederà

    Tocca togliere gli occhi dal film che ci eravamo fatti di una Ferrari superiore, ma frenata nelle ultime uscite da eventi anomali e difficilmente ripetibili. La realtà da mettere a fuoco sembra in effetti essere un’altra: una Rossa ottima ma ancora acerba, instabile, a fronte di una Red Bull comunque in strada nonostante tribolazioni minori. Le rotture alla pompa benzina avvenute nelle prime tre gare (due ritiri di Max Verstappen), mentre la Ferrari metteva in cascina una doppietta, una vittoria e complessivamente cinque podi tra Charles Leclerc e Carlos Sainz, sono state risolte a Milton Keynes, e il team dei bibitari s’è rimesso in carreggiata fronteggiando anche, non senza fortuna, altri problemi tecnici come quelli che affliggono l’ala mobile di Verstappen. Pertanto Houston abbiamo un problema, e anche bello grosso.Guarda la galleryLeclerc e Sainz si ritirano: la maledizione Ferrari scatena i social

    Ferrari, i rischi di Leclerc

    Leclerc in questo weekend in Canada dovrà già montare il terzo motore della stagione (l’ultimo utilizzabile senza penalità) e i tecnici stanno accertando se dovrà fare ricorso al quarto turbo: in questo caso pagherà già posizioni al via, perdendone cinque sulla griglia di domenica. La tabella relativa ai pezzi di motore finora in uso (la power unit è un puzzle composto di sette parti) è molto eloquente: se la Ferrari sarà al terzo V6 per Leclerc già in Canada (Sainz lo ha montato a Imola, quarto GP dell’anno), i team clienti Alfa e Haas sono in condizioni analoghe. Già giovedì scorso Günther Steiner, capo della Haas, se n’era uscito con una delle sue battute abrasive: «Mi credereste se dicessi che non ho alcuna preoccupazione? Beh, non dovreste crederci, dopo tutto quello che è successo». E il peggio doveva ancora arrivare.

    Red Bull in perfetta tabella di marcia

    Al contrario la Red Bull è in perfetta tabella di marcia e ha corso il primo terzo di stagione senza troppo spettinarsi: il motore con cui ha debuttato in Bahrain è stato usato fino a Montecarlo per entrambi i piloti – niente rotazioni tra circuiti veloci e lenti – il secondo è stato montato a Baku (ottavo weekend), ha fruttato la doppietta Verstappen-Perez e ora è pronto ad affrontare il filotto Montreal-Silverstone-Red Bull Ring, tutte piste severe con le power unit. Le rotture di Charles e dell’Alfa di Bottas, unitamente alla MGU-H saltata sempre sulla macchina di Leclerc in Spagna, impongono un passo indietro sia sulla parte termica sia su quella elettrica, per poi provare a farne due in avanti. A Maranello hanno già un’idea dopo aver studiato le telemetrie, ma le power unit rotte potranno essere aperte e analizzate da oggi.

    La Ferrari cambia i piani

    Cambiano i piani a questo punto, perché la priorità assoluta non è più presentare lo sviluppo aerodinamico previsto per Silverstone, ma mettere in sicurezza la tenuta dei motori. Non è escluso che in Canada la Ferrari, non avendo il tempo di rimediare con sviluppi di affidabilità, sia costretta a ridurre le potenze. Mattia Binotto ha invitato alla tranquillità per Montreal («Charles avrà un motore fresco e questo rassicura, semmai siamo preoccupati per le gare seguenti»), ma va osservato che neanche i motori nuovi danno garanzie: il V6 saltato domenica dietro la schiena di Leclerc non aveva neanche due GP e mezzo di vita (Miami, Spagna e venti giri a Baku). Ogni power unit dovrebbe invece reggerne in sicurezza otto, visto che l’originario calendario era di 23 gare (o in alternativa sei GP, nel caso Maranello abbia previsto già in origine l’uso di un quarto motore pagando penalità). Il fronte dei cedimenti idraulici occorsi a Sainz e sull’Alfa di Zhou non è meno caldo. In questo caso la Brembo, che fornisce tutte le squadre motorizzate da Maranello, ha voluto ribadire che le avarie sono avvenute a monte dei suoi sistemi frenanti e solo con i cali di pressione (i circuiti funzionano a 220 bar) questi sono andati in protezione, arrestandosi all’istante.

    Guarda la galleryFerrari, Gp Azerbaijan disastroso: si ritirano sia Leclerc che Sainz FOTO  LEGGI TUTTO

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    Johnny Depp vince il processo e la sua moto va all'asta: si parte da 250mila dollari

    In Cry Baby, Johnny Deep è forse diventato definitivamente il sex symbol che tutti conosciamo. A renderlo ancora più affascinante nella pellicola cult degli anni ‘90 è stata anche l’Harley Davidson del 1955 modello K su cui sfrecciava. L’esemplare rosso acceso sta per essere messo all’asta a seguito della causa per diffamazione vinta dall’attore nei confronti dell’ex moglie Amber Heard. 
    Noemi versione motociclista sportiva: il cambio look in sella alla Honda 
    Chi offre di più?
    Fascino ribelle ed eleganza da vendere. Non stiamo parlando di Johnny Depp, ma della moto utilizzata sul set di Cry Baby. L’esemplare unico andrà in vendita dal prossimo 25 giugno su Kruse GWX Auctions e il prezzo base è di 250mila dollari. Per chi non può permettersi questo modello da collezione, c’è comunque un modo per goderselo: attualmente infatti, l’Harley è in esposizione al museo di Branson, nello stato americano del Missouri, dove resterà fino al giorno dell’asta. 
    Annalisa, sexy centaura: l’estate si fa bollente  LEGGI TUTTO