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    Poste Italiane, con il noleggio Leasys e Leaseplan la flotta si rinnova

    Poste Italiane ha rinnovato il suo accordo con Stellantis. Il Gruppo continuerà con Leasys a fornire i veicoli a noleggio. In aggiunta, arrivano le soluzioni firmate Leaseplan. E così, complessivamente, su una flotta che vede 17mila unità in totale, già 13mila saranno a disposizione dell’azienda dal mese di giugno.
    Il rinnovamento della flotta sarà all’insegna della sostenibilità ambientale, in un percorso di riduzione delle emissioni che vedrà Poste Italiane operare con veicoli che spaziano dalle Fiat Panda mild hybrid al furgone Peugeot Expert elettrico.
    Poste Italiane, le nuove auto
    Saranno modelli a marchio Fiat (qui trovi i modelli sul mercato dell’usato), Fiat Professional, Opel e Peugeot a offrire soluzioni di mobilità per Poste Italiane, non senza adeguamenti specifici dei veicoli.
    I casi specifici di Panda mild hybrid e Fiat Ducato sono d’esempio. La Panda, infatti, vedrà il sedile del passeggero sostituito da una cassetta portavalori e da uno spazio per ospitare la borsa porta lettere. Nel caso del furgone Ducato, l’ampio spazio di carico è dotato di scomparti funzionali a ospitare la corrispondenza di vario tipo.
    Le motorizzazioni che popolano la flotta a noleggio fornita da Leasys e da Leaseplan prevede l’alimentazione mild hybrid, l’elettrico a batteria e, per i veicoli impiegati nelle grandi città, il bifuel a metano.
    Oltre a Panda e Ducato, spazio al Peugeot e-Expert e alla Opel Corsa elettrica. Entro il mese di giugno è prevista la consegna di 12.761 veicoli sui circa 17 mila complessivamente oggetto del rinnovamento della flotta. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: Il fallimento della filosofia Ducati

    TORINO – Pecco Bagnaia per terra e il mondo Ducati che casca. E’ la filastrocca del Motomondiale, che conferma, anzi aggrava, la pessima sensazione avuta l’anno scorso: ovvero che a Borgo Panigale abbiamo la moto migliore, ma non riescono a farla vincere. Un paradosso iniziato già nel biennio di sogni infranti con l’esplosione di Andrea Dovizioso e del progetto Desmosedici e che ha portato alla rottura finanche burrascosa tra il forlivese e la Ducati. Solo che adesso è diventato certezza. Triste certezza. Più moto in pista (8), una torma di rosse davanti in tutte le sessioni di prove, ma poi la domenica a far festa è Fabio Quartarato con una Yamaha che non va avanti se non con il francese. E allora ti chiedi? Com’è possibile?

    FENOMENO CHI? La risposta, di quasi tutti, è che Dovizioso perdeva perché contro c’era Marc Marquez come adesso Bagnaia si deve inchinare al definitivo inquadramento di Quartararo nella “specie” fenomeni. Vero, ma il discorso andrebbe rovesciato. E quindi la domanda che andrebbe fatta diventa: Bagnaia è o non è un fenomeno? La risposta non deve essere mortificante per un ragazzo dalle qualità umane prim’ancora che tecniche eccezionali, com’è vero che il 2020 di Quartararo dimostra che serve tempo per maturare, costruirsi addosso certezze. Ma la Ducati non è il posto dove farlo. Non lo è perché l’uomo non è mai stato messo al centro, neppure dalla rivoluzione filosofica di Gigi Dall’Igna, che ha voluto (e c’è riuscito) costruire una moto “facile”, vincente su tutte le piste e con tutti i piloti. La storia però dice che vincono i campioni, anche con moto che altri non riescono a portare magari neppure a punti (vedi la Honda di oggi): Valentino Rossi con la Yamaha del 2004, Casey Stoner con la Ducati del 2007, Marc Marquez con la Honda degli ultimi titoli, Fabio Quartararo con questa Yamaha.

    ANCHE ROSSI Ci ha provato a prendere campioni a dire il vero, la Ducati. Anzi, l’aveva fatto. Con Valentino non era questa Ducati, non era pronta. Con Jorge Lorenzo non ha avuto pazienza o peggio ha messo sé stessa davanti al pilota. Poi s’è sentita dire non da tutti. Viñales, Quartararo, Marquez stesso. Qualcosa vorrà pur dire. E se volete una conferma prendete la Ktm, dove vige ancora più forte la politica del prima viene la Casa, poi il pilota. Risultati? Pochi, pochissimi. LEGGI TUTTO

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    Quando Berger “tradì” Ferrari: all'asta la Lamborghini Countach della discordia

    In pochi resistono al fascino di una Lamborghini. Non ci riuscì neanche Gerhard Berger. E pensare che nel 1987, quando l’austriaco approdò in Ferrari, una regola imponeva al pilota di non poter acquistare auto di altri marchi. Una “legge” bypassata a causa di una Lamborghini Countach 5000 Quattrovalvole. Quella “Lambo” verrà venduta all’asta il prossimo 26 giugno dalla casa Aguttes.Guarda la galleryLamborghini Countach 5000 Quattrovalvole di Gerhard Berger
    Lamborghini 5000 Quattrovalvole vs Ferrari Testarossa
    In realtà Berger acquistò la Lamborghini poco dopo la vittoria al GP del Portogallo 1989, quando già sapeva che l’anno prossimo si sarebbe accasato alla McLaren. Insomma, i rimorsi per aver “tradito” il Cavallino erano pochi. E poi, chi non si sarebbe lasciato attrarre dalla 5000 Quattrovalvole, l’ultima Countach prodotta (1985) prima della sua rinascita avvenuta nel 2021. Realizzata in risposta alla Ferrari Testarossa, aveva un V12 potenziato rispetto alle prime due serie, con cilindrata aumentata a oltre 5000 cc (5,2 litri) e la novità delle quattro valvole per cilindro, più i sei carburatori Weber. E una nota di thriller. La 5000 Quattrovalvole infatti, all’uscita sul mercato, si dice dichiari “solo” 455 cavalli perché nel caso la Testarossa avesse registrato numeri più alti, allora a quel punto lo staff di Sant’Agata Bolognese avrebbe rivelato le cifre reali della motorizzazione che, a quanto rivelato dai collaudatori dell’epoca, potevano spingersi fino a 470 cv. Non ce ne fu tuttavia bisogno, dato che la Testarossa presentò 390 cv. Le prestazioni – velocità massima di 295 km/h – consentivano alla Countach 5000 Quattrovalvole di scattare da 0 a 100 km/h in 5 secondi netti.
    Countach di Berger, il prezzo
    L’esemplare acquistato da Berger, verniciato di un rosso acceso, dal 1989 al 2002 ha percorso soltanto 11.000 km circa. In seguito sono stati realizzati ben 40.000 euro di lavori di ristrutturazione degli esterni, oltre ai nuovi cerchi che hanno rimpiazzato gli originali. Chi vorrà portarsela a casa dovrà sborsare una cifra tra i 350.000 e i 450.000 euro.
    Schumacher, la Jordan 191 del debutto in F1 va all’asta LEGGI TUTTO

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    F1, Russell: “Mai così vicini a Red Bull e Ferrari”

    ROMA – George Russell, ovvero la costanza fatta a pilota. Nove piazzamenti in top 5 su nove tappe stagionali in Formula 1 per il 24enne di King’s Lynn, che al Gran Premio del Canada si è piazzato in quarta posizione. “Sapevo che saremmo stati in grado di uscire dal solco delle Haas e delle Alpine. Eravamo preoccupati – dice il britannico – che Leclerc e Perez potessero rimontarci, ma con un po’ di fortuna li abbiamo tenuti dietro di noi. Alla fine il nostro passo di gara era più vicino a Ferrari e Red Bull di quanto abbiamo visto per tutta la stagione”.
    L’analisi di Russell
    Ora che il problema porpoising sembra essere quantomeno tamponato, Russell può concentrarsi sulla guida. Questo il Gran Premio del Canada visto dalla sua monoposto: “Con il senno di poi è tutto più facile e probabilmente mi sarebbe piaciuto rientrare ai box sotto la prima virtual safety car, ma alla fine non credo che avrebbe cambiato il mio risultato finale. Il ritmo era davvero forte nel primo stint, così come nel secondo stint, ma nell’ultimo stint non non riuscivo proprio a far funzionare le gomme. Quindi è stato un po’ un peccato non essere nella lotta. In ogni caso, buoni punti per il team”. LEGGI TUTTO

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    F1, Bottas: “Bello tornare a punti, complimenti a Zhou”

    ROMA – Al termine del Gran Premio del Canada, nona tappa della Formula 1, Valtteri Bottas si è concesso ai microfoni “Sky Sports” per commentare la sua settima posizione: “Siamo soddisfatti della gara, soprattutto per il ritmo mostrato. È sempre bello ottenere punti con entrambe le vetture dopo un paio di gare difficili. Ma la cosa più importante è stata vedere che potevamo lottare con gli altri del nostro gruppo e che siamo tornati al livello di inizio della stagione”. “La mia domenica è stata abbastanza semplice: sono partito con la gomma dura e poi tutto è andato alla perfezione. Sono contento anche per Zhou. Può trarre molta fiducia da questo weekend”, ha poi aggiunto il finlandese.
    Le parole di Zhou
    Arrivato anche per effetto dei 5 secondi comminati a Fernando Alonso, Zhou può gioire per il suo quinto punto stagionale. “Finalmente abbiamo fatto un lavoro fantastico. È grande sospiro di sollievo per me. Abbiamo concluso una gara dopo tutti i ritiri e – aggiunge l’esordiente – siamo arrivati addirittura ai punti. Con i pit stop sono stato un po’ sfortunato e sono rimasto bloccato dietro a Stroll per tutta la gara. Superarlo era impossibile, perché gli arrivavo vicino in curva 10, poi non avevo velocità sul dritto. Nel complesso però sono felice ed è stato un gran weekend per noi”. LEGGI TUTTO

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    Verstappen supera Clark e Lauda, è nono per vittorie in F1

    ROMA – Max Verstappen vince il Gran Premio del Canada e si porta a 26 successi in Formula 1. Ora l’olandese è nono nella classifica dei piloti più vincenti di sempre, superando Jim Clark (25 vittorie in 72 Gp e due mondiali) e Niki Lauda (25 vittorie su 171 partenze e tre mondiali). La vetta dei più grandi è occupata da Lewis Hamilton (103 vittorie), che ha scalzato il record di Michael Schumacher (91). Ora per Verstappen l’obiettivo si chiama Jackie Stewart (27 vittorie), con uno sguardo a Nigel Mansell (31) e Fernando Alonso (32)
    Sui 150 Gran Premi
    Non solo. Verstappen ieri a Montreal ha disputato il suo 150esimo Gran Premio nella sua carriera in Formula 1. A parità di Gran Premi, Max Verstappen è così il quinto pilota per vittorie sulle prime 150 domeniche. Il classe 1997 non può però recuperare più terreno su Lewis Hamilton (34 vittorie su 150 Gran Premi). Michael Schumacher (48 vittorie) domina questa speciale statistica, Sebastian Vettel è secondo a 41 trionfi, mentre sul terzo gradino del podio ci sono Alain Prost e Ayrton Senna a 39. LEGGI TUTTO

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    Zhang aspetta Lukaku e Dybala con… la bici nerazzurra!

    Da quando è diventato presidente dell’Inter nell’ottobre 2018, Steven Zhang si è gettato a capofitto nell’universo nerazzurro, mostrando ai tifosi la propria passione per il club milanese. E il 30enne originario di Nanchino, figura di riferimento del Gruppo Suning, lo ha fatto anche con le auto. Zhang ha infatti mostrato più volte sui propri profili social il suo parco auto con colori rigorosamente nerazzurri. A partire dalla sua Abarth fino alla Pagani Huayra da 2,5 milioni di euro. Ma, oltre al rombo dei motori, il presidente dell’Inter non ha esitato a passare una giornata di relax in bicicletta. E anche in questo caso, i colori non possono che essere quelli del club meneghino. Anche se la differenza tra la supercar e la bici, salta sicuramente all’occhio!Guarda la gallerySteven Zhang, con la Pagani e la bicicletta la passione è solo nerazzurra!

    Steven Zhang a Milano, bagno di folla con la McLaren Speedtail da 2 milioni! FOTO

    Lukaku e Dybala in arrivo, il presidente si rilassa…

    Zhang ha infatti pubblicato una stories su Instagram in cui è immortalato, sorridente, al manubrio di una bicicletta nerazzurra. Non un modello sportivo, intendiamoci. Un classico modello da “passeggio”, con tanto di cestino portaoggetti davanti e dietro. Insomma, il presidente interista si è voluto rilassare, ricaricando le energie per queste ultime giornate del mese di giugno, calde non solo per le temperature, ma anche per le operazioni di calciomercato. 

    L’Inter infatti è ormai vicinissima al ritorno in squadra di Romelu Lukaku. L’attaccante belga, protagonista dello scudetto nerazzurro 2020-21, è a un passo dalla firma e dal prendere il volo Londra-Milano per riunirsi alla sua amata Inter. Allo stesso tempo, la società sta portando avanti la trattativa per l’acquisto di Paulo Dybala, che non ha rinnovato il proprio contratto con la Juventus ed è ormai prossimo ad accasarsi alla corte di Simone Inzaghi. Chissà se Steven Zhang andrà ad accogliere il belga e l’argentino in aeroporto. In tal caso, dovrà scegliere: si va con i 700 cv e 1.000 Nm di coppia della Pagani Huayra oppure in bicicletta?

    I 385 cv della Porsche di Lautaro Martìnez fanno dimenticare l’incidente del 2018 LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Tardozzi difende Bagnaia: “Diventerà un campione”

    ROMA – La caduta di Pecco Bagnaia al Gran Premio di Germaniapotrebbe significare la fine del sogno mondiale per il torinese della Ducati. L’imprevisto al circuito del Sachsenring gli fa infatti perdere terreno su Fabio Quartararo, sempre più leader della MotoGp. Guai però a mettere sulla graticola il pilota, parola di Davide Tardozzi, team manager della scuderia italiana, ai microfoni di “Sky Sport”: “Bagnaia va difeso ora, perché ci sta dando grandi soddisfazioni. Siamo una cosa sola, questo è il bello del nostro rapporto. Se c’è stato un errore non possiamo farci niente. Deve mettere a punto alcune cose, ma diventerà un campione e la Ducati è competitiva”.
    Le parole di Tardozzi
    La foto di Bagnaia che inveisce contro la Desmosedici tradisce una certa irritazione da parte del pilota, che infatti è ancora incredulo di come abbia potuto perdere il controllo del posteriore. Tardozzi va incontro al piemontese e afferma: “La reazione di Pecco è comprensibile. Abbiamo già analizzato i dati e la pista nel pomeriggio era nelle peggiori condizioni possibili: era molto calda e scivolosa. Anche Miller stava cadendo nello stesso punto. Il fatto che Quartararo abbia provato la fuga, potrebbe aver spinto Bagnaia a spingere troppo in curva. Lì un paio di chilometri orari possono fare la differenza”. LEGGI TUTTO