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    MotoGp, Alex Marquez: “La Honda non si è evoluta”

    ROMA – La Honda ha faticato, e non poco, in questa prima fase della stagione di MotoGp. La casa giapponese ha collezionato finora solo un terzo posto nella gara inaugurale del Qatar con Pol Espargaro, mentre Marc Marquez è ai box per problemi fisici. Al programma “El Larguero de la Cadena SER” ha invece parlato il fratello del “Cabroncito”, Alex Marquez, pilota Honda LCR ma da poco promesso sposo della Gresini per il 2023: “Honda ha puntato su una nuova moto,  in Qatar ho iniziato ad avere problemi. Quando hanno portato nuove componenti e idee, queste non hanno funzionato. Ecco perché non ci siamo evoluti”.
    Honda in sofferenza
    La riconferma che quello della Honda è di fatto un problema non isolato, ma sistemico, si trova nelle parole di Marquez, che aggiunge: “Tutta la Honda sta soffrendo. Non è facile”. Ora però per lui si aprirà un nuovo capitolo, quello in sella alla Ducati Gresini: “Quando la proverò a novembre – dice cauto lo spagnolo di Cervera – potrò farmi un’idea dei suoi punti di forza e di debolezza. È un team che ha vinto molto. Hanno molta esperienza e tradizione ed è qualcosa che mi ha aiutato a fare questo passo”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Puig: “Voglio solo che la moto funzioni”

    ROMA – “Non mi preoccupa tutto ciò. Voglio solo che la moto funzioni. Per me quello che dicono gli italiani, gli spagnoli o chi altro non è un problema. Non mi condiziona”. Queste le parole di Alberto Puig, numero uno del muretto Honda in MotoGp, in un’intervista a “Radio Marca”, dove commenta un rumor che rimbalza sul web e non solo. Il manager potrebbe infatti essere sostituito. Forse anche da un italiano. Voci alimentate da un’Ala Dorata fin qui deludente, al netto dei problemi fuori della pista, come l’operazione a cui si è sottoposto Marc Marquez.
    Una moto diversa
    Il 2022 infatti è stato finora avido di soddisfazioni per la casa giapponese e Alberto Puig non lo nasconde: “Non stiamo ottenendo i risultati a cui siamo abituati, non stiamo andando al nostro livello. Marquez è un pilota che entra molto forte in curva. Questa moto è stata realizzata con un concept diverso, con un po’ più di peso nella parte posteriore, in modo da avere più grip e il bilanciamento non è ancora equilibrato in questo momento”. L’ambizione però resta sempre la stessa, a costo di aspettare il 2023: “Vogliamo vincere il campionato, non singole gare. Pensiamo al prossimo anno e ad avere una moto fin dal primo giorno competitiva”, ha detto per concludere lo spagnolo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Puig: “Quello che dicono gli italiani non mi condiziona”

    ROMA – Alberto Puig, team manager della Honda in MotoGp, potrebbe essere sostituito. Forse anche da un italiano. È questa la voce che rimbalza nel paddock in questa lunga pausa estiva, che vede l’Ala Dorata fare un primo bilancio di una stagione fin qui deludente. A “Radio Marca”, però, lo spagnolo afferma: “Non mi preoccupa tutto ciò. Voglio solo che la moto funzioni. Per me quello che dicono gli italiani, gli spagnoli o chi altro non è un problema. Non mi condiziona”.
    Le parole di Puig
    Il 2022 però è finora stato avido di soddisfazioni per la casa giapponese e Alberto Puig non lo nasconde: “Non stiamo ottenendo i risultati a cui siamo abituati, non stiamo andando al nostro livello. Marquez è un pilota che entra molto forte in curva. Questa moto è stata realizzata con un concept diverso, con un po’ più di peso nella parte posteriore, in modo da avere più grip e il bilanciamento non è ancora equilibrato in questo momento”. L’obiettivo però è sempre lo stesso, anche con uno sguardo al futuro: “Vogliamo vincere il campionato, non singole gare. Pensiamo al prossimo anno e ad avere una moto fin dal primo giorno competitiva”, ha infatti concluso Puig. LEGGI TUTTO

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    MG4 Electric, batterie sottili e 450 km di autonomia per la nuova elettrica

    La nuova piattaforma modulare MSP e le batterie super sottili sono certamente le più importanti novità di MG4 Electric, pronta al debutto in Europa. Si tratta di un modello che si presenta come una hatchback rialzata, aggressiva e affilata. Ma più in generale si parla di nuova architettura, di un elevato livello di efficienza e di un design evoluto che introducono il nuovo corso stilistico della Casa. Nel Vecchio Continente, la nuova MG arriverà nell’ultimo trimestre del 2022 e l’obiettivo è chiaro: segnare un nuovo capitolo nel percorso del brand inglese oggi proprietà del Gruppo SAIC. 
    MG4 Electric, il battesimo del nuovo pianale
    Continua senza sosta l’offensiva di modelli a zero emissioni marchiati MG. Dopo il Suv Marvel R, la wagon MG5 e la rinnovata ZS EV, ora tocca alla nuova MG4 Electric ampliare ulteriormente la gamma elettrica dello storico brand. Lunga 4,28 metri, larga 1,83 e alta 1,50, la nuova “4” si inserisce nel segmento C, con una carrozzeria da tradizionale hatchback a 5 porte arricchita da tratti da Suv, per cercare di ritagliarsi uno spazio in una delle fasce di mercato in cui la concorrenza è più agguerrita.
    Le carte in regola per fare bene, alla nuova MG4 Electric, non mancano: oltre che sul design aggressivo e sportivo, evoluzione di quello visto finora sui modelli MG, il nuovo modello può contare sull’adozione del nuovo pianale MSP (Modular Scalable Platform). Sviluppata appositamente per i modelli a zero emissioni, questa piattaforma consente di ottimizzare il peso e la gestione dello spazio, oltre che migliorare i livelli di sicurezza. Tutti i prossimi modelli di MG di fascia media nasceranno su questa base, che man mano offrirà nuove funzionalità. La MSP è infatti predisposta per gestire sistemi di guida autonoma oltre che per ricevere aggiornamenti over-the-air. Non solo: in futuro sarà anche possibile sostituire il pacco batteria, magari acquistandone uno e poi sostituendolo più avanti con uno più capiente.
    Le batterie: due versioni, da 51 e 64 kWh
    Altro cavallo di battaglia della nuova MG4 Electric è proprio il pacco batterie, denominato “One Pack”. Spesso appena 110 mm, sarà disponibile in due versioni: da 51 e 64 kWh, che garantiranno un’autonomia rispettivamente di 350 e 450 km secondo il ciclo WLTP. Di base la trazione sarà posteriore, ma si potranno scegliere anche versioni a trazione integrale. La potenza dei motori elettrici sarà invece compresa tra 170 e 204 cavalli. Brillanti le prestazioni dichiarate, con un’accelerazione zerocento coperta in meno di 8 secondi, mentre la velocità massima sarà limitata elettronicamente a 160 km/h.
    Addio auto benzina, Diesel e GPL entro il 2035, la protesta dei Costruttori: “Troppo presto” LEGGI TUTTO

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    Rivoluzione Ducati: ecco la prima moto elettrica da gara

    TORINO – La sigla V21L può non dire nulla, ma porta con sè una grande sostanza. Di più, storica. è il nome della prima moto elettrica Ducati da competizione, il prototipo che il prossimo anno riempirà la griglia del Mondiale di MotoE con 18 moto. Un nuovo salto nel futuro per la Casa di Borgo Panigale, che in pochi mesi ha accettato e superato la sfida, sfruttando anche l’appartenenza al Gruppo Volkswagen, che ha fatto della mobilità elettrica un elemento essenziale della propria strategia 2030 “New Auto”.Oggi la Ducati ha svelato la V21L, nata dalla collaborazione tra il reparto R&D e Ducati Corse e destinata a rivoluzionare un settore ancora inesplorato grazie soluzioni tecniche mai adottate prima, specie per pacco batteria, motore e inverter. Il tutto sviluppato in pista dai collaudatori Michele Pirro e Alex De Angelis, ma poi provato anche da Claudio Domenicali, grande appassionato di superbike. «Qualche settimana l’ho provata in pista e mi sono reso immediatamente conto di star vivendo un momento storico – racconta l’a.d. Ducati -. Il mondo sta attraversando un periodo complesso e la sostenibilità ambientale è un elemento che tutti gli individui e tutte le aziende devono considerare una priorità se si vuole preservare il delicato equilibrio del pianeta. Come Ducati abbiamo colto questa necessità e siamo andati alla ricerca di una sfida che ci consentisse di contribuire all’obiettivo comune di riduzione delle emissioni di CO2 e al contempo di tenere fede al nostro DNA legato alle competizioni. Il risultato che abbiamo raggiunto è sorprendente. Sentito un grande senso di orgoglio per quello che ancora una volta siamo stati capaci di creare».Una moto che pesa 225 kg, ovvero 12 in meno rispetto alla richiesta della Dorna, e sprigiona 110 kW (150 CV!), che al Mugello le hanno permesso di raggiungere i 275 orari. Tutto grazie a un pacco batteria (1.152 celle) sagomato per seguire il naturale andamento della zona centrale della moto e di 110 kg, ricaricabile all’80% in 45 minuti. L’inverter, di appena 5 kg, è derivato da un modello ad alte performance impiegato nelle competizioni automobilistiche per mezzi elettrici (sfruttata la collaborazione con Porsche?), il motore (21 kg) ha un regime di 18.000 giri.«Non è soltanto un’impresa tecnologicamente entusiasmante, è anche la maniera migliore per interpretare le sfide del nuovo millennio – sottolinea Vincenzo De Silvio, R&D Director Ducati -. Far crescere le competenze interne all’azienda già oggi è fondamentale per farci trovare pronti quando sarà il momento di mettere in produzione la prima Ducati elettrica stradale». Un traguardo che fino a pochi mesi fa sembrava lontanissimo. Anzi, non interessante. LEGGI TUTTO

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    Incredibile Ecclestone: mi prenderei una pallottola per Putin! Zelensky faccia il comico

    TORINO – Incredibile Ecclestone. Il GP di Gran Bretagna è pur sempre “casa sua”, anche se la sua vita attuale si svolge tra il Brasile (il Paese della moglie) e la Svizzera (dove ha uno chalet di lusso a Gstaad). Così non riesce proprio a trattenersi, lanciandosi in una serie di dichiarazioni che sembrano fatte apposta per scatenare il caos. Anche se, a dire il vero, non scatena granché. Ormai la Formula 1 non dipende più da lui e lui non ha più nessun ruolo.

    CONFLITTO – Un po’ punzecchia su scenari di mercato (per esempio sostenendo che la Mercedes si sia stufata di Hamilton), un po’ insinua dubbi sulle operazioni dietro le quinte (riferendosi all’ingaggio di una figura ex Mercedes da parte della Fia). Ma soprattutto si esibisce su temi di politica internazionale, intervenendo sul conflitto tra Ucraina e Russia. «Mi prenderei una pallottola per lui – dice riferendosi a Putin -. Preferirei che non facesse male, ma mi prenderei una pallottola. Putin è una persona di prima classe e quello che sta facendo è qualcosa che credeva fosse la cosa giusta da fare». E ancora: «Come molti uomini d’affari, commette errori di tanto in tanto. E in questi casi, bisogna fare del proprio meglio per uscirne». E certo, suona un po’ strano sentire che i missili sui civili, gli ospedali o le scuole siano un errore dal quale uscire… Del resto, Ecclestone ne ha anche per Zelensky: «Quell’altra persona in Ucraina… Da quel che ho capito faceva il comico… Sembra che voglia continuare a svolgere quella professione».

    PROVVEDIMENTI – La Formula 1 prende le distanze, benché Ecclestone sia fuori dal Mondiale dal 2017: «I commenti di Ecclestone sono le sue opinioni personali e sono in netto contrasto con la posizione dei moderni valori dello sport». Forse Ecclestone, giusto per il gusto della provocazione, vorrebbe che la Formula 1 prendesse provvedimenti nei suoi confronti, tipo bandirlo dai circuiti. In realtà non accadrà perché, è un po’ triste ammetterlo, ormai Bernie non fa più notizia. Come dicevano i latini, sic transit gloria mundi. LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton su Piquet: “Queste persone non ci rappresentano più”

    ROMA – “Sono incredibilmente grato a tutti coloro che mi hanno manifestato il proprio sostegno. Sono passati ormai due anni da quando ci siamo inginocchiati in Austria (per Black Liver Matters, ndr), ma le sfide sono tutt’oggi ancora presenti. Io ho spesso subito manifestazioni di razzismo, ma anche negatività e critiche. Quindi non c’è nulla di nuovo. Non so perché continuiamo a dare voce a queste persone, che non rappresentano più il nostro sport”. Con queste parole su Nelson Piquet Lewis Hamion apre il Gran Premio di Gran Bretagna. La polemica con l’ex pilota brasiliano ha tenuto banco in questi ultimi giorni e si è trascinata fino alla conferenza stampa che apre la decima tappa di questa Formula 1.
    Le parole di Hamilton
    “Dobbiamo guardare al futuro e dare ai giovani – aggiunge il britannico – una piattaforma che sia più rappresentativa. Quella in mia difesa è stata una reazione istintiva che ormai c’è da parte di ogni azienda del mondo. Ma non è sufficiente, bisogna continuare ad agire. La discriminazione non è da promuovere, viviamo in un periodo difficile e bisogna unire e non dividere, perché siamo tutti uguali”, chiude infatti il pilota Mercedes, vero e proprio mattatore sul circuito di Silverstone. LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton risponde a Piquet: “Non so perché si dia voce a queste persone”

    ROMA – È la sua gara di casa ma le domande rivolte a Lewis Hamilton lo portano oltreoceano, in Brasile, dove abitaNelson Piquet. L’ex pilota Formula 1 lo ha chiamato con un termine razzista e il sette volte iridato gli risponde così in conferenza stampa al Gran Premio di Gran Bretagna: “Sono incredibilmente grato a tutti coloro che mi hanno manifestato il proprio sostegno. Sono passati ormai due anni da quando ci siamo inginocchiati in Austria (per Black Liver Matters, ndr), ma le sfide sono tutt’oggi ancora presenti. Io ho spesso subito manifestazioni di razzismo, ma anche negatività e critiche. Quindi non c’è nulla di nuovo. Non so perché continuiamo a dare voce a queste persone, che non rappresentano più il nostro sport”.
    Il giudizio di Hamilton
    “Dobbiamo guardare al futuro e dare ai giovani una piattaforma che sia più rappresentativa – ha aggiunto Hamilton -. Quella in mia difesa è stata una reazione istintiva che ormai c’è da parte di ogni azienda del mondo. Ma non è sufficiente, bisogna continuare ad agire. La discriminazione non è da promuovere, viviamo in un periodo difficile e bisogna unire e non dividere, perché siamo tutti uguali”, ha infatti concluso il pilota di Stevenage. LEGGI TUTTO