More stories

  • in

    Mercedes Classe A, restyling a tutto ibrido

    Berlina o hatchback, le novità della Classe A
    Presentata nel 2018 è sempre disponibile nelle due versioni di carrozzeria, la hatchback a cinque porte, più apprezzata nel nostro mercato, e la berlina. Il design globale della vettura non cambia, si nota però subito il cofano che risulta più inclinato in avanti con due nuove nervature longitudinali al centro e l’effetto “naso di squalo” accentuato dalla griglia ridisegnata con il motivo a stella, il tutto conferisce una linea più netta al frontale della vettura. Sensazione accresciuta anche dai fari a Led che risultano più sottili rispetto ai precedenti.
    Tra le novità introdotte anche i cerchi, ora disponibili con dimensione fino a 19 pollici. Aggiornamenti anche al posteriore con un nuovo diffusore e i fari a Led.
    Abitacolo tech
    Internamente la nuova Classe A dispone ora di una plancia con display aggiornati con il doppio schermo indipendente di serie, uno da 7 pollici e uno da 10,25 pollici al centro del cockpit, optional la soluzione di display da 10,25 pollici con un look wide-screen. L’infotain- ment di bordo dispone ora della nuova generazione dell’MBUX che è più capace di dialogare e imparare, inoltre alcune azioni possono essere attivate anche senza pronunciare “Hey Mercedes”. L’assistente vocale MBUX è anche in grado di spiegare le funzioni del veicolo e fornisce assistenza quando si desidera collegare lo smartphone via Bluetooth.
    Disponibile attualmente solo in Germania, ma lo sarà presto anche in Italia, la guida turistica audio “Tourguide” che fornisce informazioni sui punti di interesse lungo il percorso e legge circa 3.400 cartelli turistici lungo le autostrade.
    È stato integrato anche un sensore di impronte digitali per l’identificazione e l’autorizzazione del conducente alle funzioni della vettura.
    La plancia è arricchita anche dalle tre prese d’aria con il design a turbina già viste su modelli più alti di gamma. Aumentato anche il comfort a bordo con i sedili di alta qualità, dotati di un rivestimento tridimensionale, disponibili già nell’allestimento entry level e il nuovo volante in pelle nappa con le razze sdoppiate, che inglobano vari comandi per la gestione dei sistemi di assistenza alla guida.
    Aggiornamenti anche per quanto concerne i sistemi di assistenza alla guida con il mantenimento della corsia che utilizza il controllo attivo dello sterzo e non la frenata laterale, risultando così più soft nell’intervento, e una nuova visualizzazione a 360 gradi della vettura nelle fasi di parcheggio con telecamere a immagini tridimensionali.
    A tutto ibrido
    Le novità però contemplano anche le motorizzazioni, soprattuto per quanto riguarda i propulsori a benzina 1,3 litri da 136 e 163cv e 2.0litri da 224 e 306 cv, sono stati elettrificati con un sistema mild hybrid a 48 volt, da 10kW, e di nuovo motorino di avviamento a cinghia (RSG) che serve anche per ricaricare la batteria in fase di frenata.
    Per quanto riguarda la versione plug-in hybrid con motore termico di 1.332 cm3, dispone ora di un’unità elettrica da 80 kW, per una potenza di sistema di 218 cv. La batteria si può ricaricare a 3,7 kW standard, o con corrente alternata fino a 11 kW o in corrente continua fino a 22 kW. In corrente continua la batteria si ricarica dal 10% all’80% in circa 25 minuti. Invece per la versione più potente, la AMG 45 S da 421 cv, non è prevista l’elettrificazione. Disponibili sempre i Diesel 2,0 litri 116, 150 e 190 cv.
    Quanto costa la nuova Classe A
    I prezzi partono da 35.120 euro per le versioni a benzina e 36.523 per le Diesel, da segnalare una razionalizzazione degli optional offerti nei pacchetti. LEGGI TUTTO

  • in

    Ducati, Bastianini punta Jerez e fissa l’obiettivo: “Voglio i punti”

    ROMA – L’appuntamento di Jerez, il quarto della stagione di MotoGP potrebbe essere il momento del rientro di Enea Bastianini, dopo l’infortunio rimediato nella Sprint di Portimao. Il pilota della Ducati, che ha dovuto già saltare l’Argentina e Austin, ha infatti parlato ai microfoni di Sky Sport 24, affermando: “Le ultime indicazioni sono state buone, l’ultimo test di Misano è stato molto più positivo rispetto a quello pre-Austin. Non ho tentennato, partirò per Jerez anche se non sono al cento per cento. Non riesco a stare a casa, ho voglia di correre”. LEGGI TUTTO

  • in

    Fabio Barone ancora da record con la Ferrari

    L’uomo dei record, il Barone Rosso ha centrato il pokerissimo, la cinquina, fate voi. Fabio Barone e la sua Ferrari F8 Tributo oggi sul pericolosissimo percorso che porta ai Santuari di Meteora, nella Grecia Nord Occidentale, ha infatti conquistato il quinto record da Guinness dei Primati della sua lunga carriera. Centosettantatrè secondi, ben cinque in meno rispetto al precedente limite stabilito da un pilota greco qualche tempo fa per percorrere quattro chilometri disseminati di curve, senza la possibilità di scatenare gli oltre 720 cv del bolide di Maranello guidato dal pilota romano, ma cercando curva dopo curva di mantenere un ritmo costante e un assetto adeguato per conservare il grip necessario a non perdere secondi preziosi durante l’ascesa. Così, dopo aver battuto Google nel lunghissimo tragitto da Roma a Capo Nord, l’anno scorso; aver fatto meglio del cronometro alla Transfagarasan in Transilvania, nel 2015; sulla Tianmen Mountain Road in Cina, nel 2016 e al Canyon della Valle del Dades in Marocco, nel 2018, Barone è riuscito a compiere l’ennesima impresa circondato come sempre dal suo team composto dai fedelissimi della prima ora.
    Al termine del rapidissimo tentativo, Barone era evidentemente stravolto per lo stress e l’emozione. Ma è riuscito a raccontare le sue sensazioni «È stata durissima, molto più di quello che si può pensare. Un percorso davvero incredibile, ricco di difficoltà e pericoli, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. E oltre alla mia Ferrari F8 Tributo devo ringraziare tutti i miei uomini. Sono stati speciali, come sempre. Senza di loro, non avrei fatto nulla di tutto questo. Nè oggi, né prima»
    Barone: “Impresa complicata, ringrazio il mio team”
    Fabio, come ti eri preparato per questo nuovo record?
    «La preparazione è stata lunga e decisamente complicata, probabilmente per le 50 primavere che ho accumulato, ma la passione e la volontà sono rimaste immutate nel tempo, altrimenti non potrei pensare di realizzare imprese del genere. Ma quello che mi dà la forza, lo ripeto, è il team, un gruppo di persone, oltrechè professionisti, legati da una grande amicizia».
    Rispetto alle altre imprese che hai portato a termine, come poni in classifica questa appena realizzata in Grecia sul percorso di Meteora?
    «Probabilmente dopo Roma-Capo Nord, questa è stata la più complessa, sia per quanto riguarda le varie autorizzazioni, sia per il percorso in generale. I test che abbiamo effettuato su queste curve lo scorso ottobre erano andati decisamente male, al punto che istintivamente abbiamo tentennato, c’era venuto qualche dubbio sull’effettiva possibilità di tentare e centrare il record. In realtà, proprio quei giorni sono stati fondamentali. Ci sono serviti per comprendere la direzione da prendere. E abbiamo trovato le soluzioni giuste a ogni problema».
    Tra le tante, qual è stata la cosa più difficile da fare?
    «Se devo essere sincero, le ansie e i timori sono tantissime al punto che è difficile fare una graduatoria. Ma se devo dirne una su tutte, mi preoccupava molto il poco grip dell’asfalto. Alla fine abbiamo trovato l’escamotage per superare il problema con le gomme giuste».
    Quali accorgimenti hai apportato alla tua Ferrari F8 Tributo per vincere anche questa sfida così complicata?
    «Abbiamo lavorato sull’aerodinamica anteriore, utilizzato molto carbonio per alleggerire ulteriormente il peso e ottimizzato l’elettronica in base al percorso. Detta così, sembra molto semplice, invece c’è voluto tempo e tanto lavoro per individuare le soluzioni più giuste e adatte alla situazione che abbiamo affrontato».
    E adesso, quale sarà la prossima sfida? Hai già qualcosa in testa?
    «No, stavolta dico basta davvero. Non ho più l’età e le energie per portare avanti progetti così complessi, faticosi e impegnativi. Adesso, mi sento troppo stanco per immaginarmi impegnato in altre avventure. E dopo cinque record da Guinness dei Primati, direi che la mia parte l’ho fatta…». Dobbiamo crederci, davvero? LEGGI TUTTO

  • in

    Toyota, la neutralità tecnologica è la strada per la decarbonizzazione

    In fondo, sarebbe stato sufficiente che i fenomeni di Bruxelles, i politici dell’UE che hanno deciso senza sapere, o facendo finta di farlo, si fossero impegnati a frequentare la sede di Toyota Motor Italia a Roma – o qualsiasi altra del Costruttore giapponese – per capire quali decisioni erano più corrette per tutti i cittadini del Vecchio Continente, invece di imporre ideologicamente solo l’elettrico che oggi è ancora per pochissimi avrebbe avuto bisogno di ben altra preparazione (infrastrutturale e culturale) prima di essere diffusa per… legge. Già, sarebbe stato meglio andare a lezione dove la sostenibilità è di casa per filosofia, per scelta, da appena 26 anni, come in Toyota. Che nel 1997 portò sul mercato la prima ibrida, la Prius, tra la derisione di chi faceva denaro a palate con il Diesel, oggi denigrato a comando. 
    La filosofia di Toyota
    Nel dubbio, meglio ricordare e fare un tuffo in un universo di sano realismo e democrazia della mobilità come quello voluto e realizzato da Luigi Ksawery Lucà, AD di Toyota Motor Italia con l’evento “Let’s go beyond”, sempre fedele ai dettami della Casa madre e del n.1 Akio Toyota che dall’1 aprile non è più il Ceo, ma ancora tutto controlla. Una carrellata salutare per ribadire che Toyota è sempre più intenzionata a…”offrire soluzioni di mobilità per tutti, seguendo i principi del kaizen, il miglioramento continuo che si costruisce uno passo alla volta e proprio per questo ogni passo conta. La decarbonizzazione è fondamentale per un futuro migliore e serve un ampio ventaglio di soluzioni. Il nemico non sono le varie tecnologie ma la CO2 che va ridotta il prima possibile. Per questo continueremo a introdurre veicoli a batteria, ma anche ibride, full o plug-in, come il nuovo C-HR e la nuova Prius, senza dimenticare l’idrogeno e le fuel cell. Una politica che in 25 anni ha consentito a Toyota di introdurre 22 milioni di vetture elettrificate nel mondo (350.000 in Italia), risparmiando 160 milioni di tonnellate di CO2″.
    Quali sono i prossimi passi
    E il miglioramento non si ferma, come il progresso. “Entro il 2025 il 90% della nostra gamma sarà elettrificata, al 2030 la gamma sarà al 50% elettrica, per diventarlo al 100% nel 2035, in linea con le normative UE, ma sempre in grado di accompagnare la transizione che durerà altri 10-15 anni con un’offerta globale, già capace di portarsi avanti, visto che le vendite sono al 75% elettrificate e il parco circolante al 50%. A livello di stabilimenti la neutralità carbonica in Europa sarà raggiunta nel 2030, mentre nel 2040 sarà estesa a tutta la filiera, tra fornitori, logistica e servizi”.
    Gli altri due pilastri dell’ecosistema Toyota sono da una parte WeHybrid, dall’altra Kinto. La prima, è la geniale soluzione che  raggruppa un insieme di servizi destinati ai clienti Toyota tesi a incentivare stili di guida sostenibili e un corretto utilizzo della tecnologia full hybrid. A oggi 55 mila utenti WeHybrid hanno percorso più di 100 milioni di km in EV risparmiando 6mila tonnellate di CO2.
    La sfida: diventare servizio alla mobilità
    KINTO invece, terzo brand globale del Gruppo, rappresenta come spiega Mauro Caruccio, Presidente e CEO di KINTO Italia (e di Toyota Financial Service): “… la sfida del Gruppo Toyota nel percorso di trasformazione verso la Mobility Company grazie a innovative soluzioni di mobilità. Per vincere questa sfida è fondamentale porre al centro le persone, comprendere le nuove esigenze di mobilità con l’obiettivo di vantaggi per tutti, combinato disposto tra l’utilizzo virtuoso delle tecnologie elettrificate e delle piattaforme di mobilità. KINTO ne è un esempio concreto: un sistema di valori che si traduce in un ventaglio di servizi per persone, aziende, comunità e istituzioni. Una visione che prevede la creazione di un ecosistema di mobilità aperto, inclusivo e affidabile, semplice e intuitivo oltre che sostenibile, che consente movimento semplice e veloce, per tutti, senza lasciare indietro nessuno”.

    In tutto si tratta di 5 servizi che coprono esigenze di mobilità che vanno da 5 minuti a 72 mesi che in tre anni hanno già conquistato 50.000 utenti. Un bel modo, insieme a tutto il resto, per gestire la transizione.  LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP, Pedrosa: “Io lavoravo per la squadra, Marquez pensava a se stesso”

    ROMA – Uno dei più importanti piloti della storia della MotoGP è senza ombra di dubbio Daniel Pedrosa che, probabilmente, ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato. Lo spagnolo, recentemente intervistato da ‘Revelo’, ha raccontato alcuni dettagli inerenti il suo tormentato rapporto con Marc Marquez: “Da quando sono arrivato in Honda ho sempre pensato al bene della squadra e a come aiutare per lo sviluppo della moto. Lui, invece, pensava soltanto a se stesso. Le linee guida del team erano chiare, il più veloce era il numero uno e sceglieva i componenti”. Una filosofia estremamente diversa, dunque, che non ha fatto certamente nascere un amore tra i due. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP, test per Bastianini a Misano sulla Ducati Panigale

    ROMA – Enea Bastianini punta Jerez per il suo ritorno in MotoGP dopo l’infortunio alla scapola. In vista del Gran Premio di Spagna, il classe 1997 ha effettuato alcuni test sul circuito di Misano in sella alla Panigale V4 alla presenza del team manager Davide Tardozzi e del collaudatore Michele Pirro, che ha sostituito Bastianini ad Austin chiudendo undicesimo. Bastianini ha postato sui social alcune foto della giornata “Dieci giri a Misano a bordo della Panigale V4S per capire le mie condizioni. Dopo settimane di riposo e riabilitazione mi sento pronto a tornare in pista. Giovedì volerò a Jerez per il check finale dei medici. Ci vediamo là”. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP, Bezzecchi: “Senza Valentino Rossi non sarei qui”

    ROMA – Nelle ultime settimane, Marco Bezzecchi si è preso la scena in MotoGP, soprattutto dopo la gara in Argentina, in cui ha centrato la prima vittoria, salendo anche in prima posizione nella classifica piloti; un successo grazie al quale, inoltre, è diventato il terzo pilota cresciuto nell’Academy di Valentino Rossi a salire sul gradino più alto del podio, dopo Franco Morbidelli e Francesco Bagnaia. Il pilota riminese ha concesso un’intervista a Speedweek, parlando proprio del rapporto con il Dottore: “Nel 2015, ho vinto sette gare su dieci al CIV; anche Valentino guardava le corse, e a fine anno sono stato invitato nell’Academy. L’ho incontrato la prima volta che sono andato al ranch. È stato fantastico, perché sapeva tutto di me: conosceva il mio nome, che tipo di pilota ero, il mio stile di guida… non me l’aspettavo!”.  LEGGI TUTTO

  • in

    Formula E, Cassidy vince a Berlino, Andretti e DS Penske sul podio

    Nei restanti 10 giri non accade molto, in realtà. Le posizioni contendibili restano quelle ai margini del podio, con il terzo che cambia titolarità e va a Jean Eric Vergne, dopo un confronto con Mitch Evans e Antonio Felix Da Costa. 
    Jaguar regina di Berlino in gara-1, ma c’è anche Maserati sul podio
    Cassidy in rimonta
    Chi comanda in modo autorevole e dal giro 23 rompe gli indugi, è Nick Cassidy. Il pilota Envision – partito ottavo – vince gara-2 a Berlino, controllando sulla Andretti di Jake Dennis, secondo. Un powertrain Jaguar, uno Porsche – entrambi con i team clienti -, uno DS Penske nelle prime tre posizioni.
    La cavalcata di Cassidy verso la vittoria inizia al giro 23, con un super sorpasso in curva 6, dove con una manovra salta tre monoposto e, 7 giri più tardi, è al comando dell’ePrix. 
    Le strategie
    Una gara-2 uguale al sabato per quanto riguarda le strategie di smarcamento dell’Attack Mode, per nulla un reale vantaggio nel recuperare posizioni. Così, entro i primi 10 giri di gara, la quasi totalità dei piloti ha esaurito i 4 minuti obbligatori di attivazione della modalità a 350 kW (476 cv).
    Prima ancora del via, il “momento Cavallo Pazzo” registra l’invasione di un paio di tifosi, a interrompere la procedura di partenza sedendosi davanti alle piazzole delle monoposto. Superato il momento di protesta degli attivisti, il via all’ePrix. 
    Niente da fare per la Cupra
    Le prestazioni ABT Cupra sfumano su un asfalto asciutto, diversamente dalla qualifica corsa sul bagnato e che ha visto le due monoposto motorizzate Mahindra avere un passo nettamente superiore a tutti gli altri. Rimonta bene, invece, Maserati, che chiude con Guenther sesto, in un recupero di ben 15 posizioni.

    This is the moment @nico_mueller led an E-Prix for the first time! @SABIC #BerlinEPrix pic.twitter.com/RlEX3lEuCh
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) April 23, 2023

    Mortara, invece, pure nel gruppetto dei primi 10, ha concluso la gara con la rottura dell’ala anteriore, finita sotto la ruota anteriore destra e la necessità di fermarsi ai box per sostituirla.
    Cassidy-Envision, potenziale concretizzato
    Il ritmo al rallentatore imposto alla corsa, per gestire l’energia, ha caratterizzato tre quarti di gara, prima che Cassidy rompesse gli indugi e andasse all’attacco. 
    “Sapevo che eravamo in partita, lo siamo stati nelle ultime 5 gare. Ieri ho avuto una grande occasione e ho sbagliato, oggi l’abbiamo concretizzata”, dice a caldo Cassidy.
    Dennis: “Felicissimo dei 18 punti”
    Una superiorità di prestazione riconosciuta da Jake Dennis, ieri protagonista di un attacco finito male, per problemi anche ai freni, nel quale è rimasto coinvolto anche un incolpevole Da Costa. 
    Torna a conquistare punti, dopo un grande avvio di stagione, Dennis: “Non vedere l’arrivo dall’Arabia Saudita era qualcosa di sconvolgente. Sì, avevo più energia in gara ma il riferimento era così alto che avrei dovuto prendere troppi rischi. Sono felicissimo, vediamo il traguardo e portiamo a casa 18 punti. A 8 giri dalla fine Nick ha alzato il ritmo e per superarlo avrei dovuto prendere troppi rischi”, ammette l’inglese.
    Giù dal podio finiscono Evans, seguito da Da Costa, Guenther, Wehrlein – che resta leader del mondiale -, Vandoorne, Mueller e Ticktum.
    Vergne: “Gara caotica”
    “É stata davvero una gara caotica, sono felice che sia finita”, è il “sospiro di sollievo” di Vergne. “È stata una di quelle gare dove nessuno voleva essere al comando, decisamente strategica e difficile: sono molto contento di aver ottenuto il podio. 
    Il campionato non è qualcosa a cui pensi in questo momento, restano moltissime gare e noi come squadra dobbiamo fare ancora molto. Dobbiamo spingere per recuperare le prestazioni delle Jaguar”.
    Il mondiale tornerà in pista il prossimo 6 maggio, quando si correrà l’ePrix di Monaco. LEGGI TUTTO