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    MotoGP, Marquez in crisi. Rins: “Non ho idea di cosa sia successo”

    Rins e il momento di Marquez
    “E’ difficile vedere un pilota come Marquez così in difficoltà, ha un sapore molto cattivo anche per me perché Marc ha un talento incredibile. Certo, alla fine bisogna provare a ribaltare la situazione vincendo e mettendo a punto una moto vincente, ma non è semplice. Pensavo che in Germania Marquez avrebbe vinto, ma non ho idea di cosa sia successo, potrebbe essere la pressione, non so”. Queste le dichiarazioni rilasciate a Dazn Espana dal pilota della Honda LCR, Alex Rins, che ha parlato del momento di crisi del connazionale Marc Marquez. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Rins sulla crisi di Marquez: “Notizia pessima anche per me”

    ROMA – La stagione di MotoGP ha già emesso qualche parziale verdetto con la lotta per il titolo che sembra essere ormai ridotta a tre piloti: il campione del mondo in carica Francesco Bagnaia, lo spagnolo Jorge Martin e il centauro del Team Mooney VR46 Marco Bezzecchi. Con un po’ di sorpresa tra questi nomi non figura quello dell’otto volte iridato Marc Marquez che, dopo i numerosi infortuni, sembra non essere più lo stesso. Il problema dell’iberico, però, non può essere ricondotto soltanto a motivi fisici, poiché la Honda non ha la stessa velocità delle avversarie. LEGGI TUTTO

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    Sainz giura amore alla Ferrari: “Farò di tutto per restare nel team”

    ROMA – Carlos Sainz nel corso delle sue stagioni in Ferrari ha sempre dimostrato un certo attaccamento alla squadra, fornendo delle buone prestazioni in pista, ma a causa dei problemi della vettura è riuscito a conquistare una sola vittoria in Formula 1. Adesso lo spagnolo sta per arrivare ad un anno dalla scadenza del suo contratto e, per questo motivo, ha bisogno di portare a casa dei risultati più convincenti per meritarsi il rinnovo. Da parte di Sainz le idee sembrano essere abbastanza chiare, ma ci sono ancora molti mesi prima della decisione definitiva.
    Sainz: “Non c’è posto migliore”
    “Futuro? Voglio restare in Ferrari, questa è la mia priorità. Non c’è un posto migliore in Formula 1 e spero di poter tornare a vincere con la Ferrari, magari lottando anche per il titolo. Abbiamo degli obiettivi comuni, quindi non vedo perché dovremmo separarci. Farò tutto il possibile per continuare in questa squadra, ma vorrei che il mio futuro venisse deciso prima dell’inizio della prossima stagione”. Queste le dichiarazioni del pilota della Ferrari, Carlos Sainz, rilasciate durante un’intervista a ‘Mundo Deportivo’. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Sainz e il futuro: “Non c’è posto migliore in F1”

    ROMA – Anche questa stagione per la Ferrari si sta rivelando di transizione, nella speranza che il 2024 possa essere l’anno buono per il riscatto del team di Maranello. Anche il prossimo anno la coppia di piloti sarà composta da Charles Leclerc e Carlos Sainz, ma per quest’ultimo potrebbe essere l’ultima stagione a bordo della Rossa, visto il contratto in scadenza. Lo spagnolo, dunque, dovrà cercare di fare il possibile per fornire prestazioni migliori del compagno, in modo tale da convincere la Ferrari a puntare ancora su di lui.
    Sainz: “Ferrari è la mia priorità”
    Il pilota della Ferrari, Carlos Sainz, nel corso di un’intervista rilasciata a ‘Mundo Deportivo’, ha ribadito la sua volontà di restare nel team di Maranello: “La mia priorità è restare in Ferrari, attualmente non c’è un posto migliore in Formula 1. Ho l’ambizione di tornare a vincere con la Ferrari e anche di lottare per il Mondiale. Preferirei iniziare la prossima stagione, in cui è prevista la scadenza del mio contratto, sapendo già cosa farò l’anno successivo. Ad ogni modo farò tutto il possibile per continuare a correre con la Ferrari”. LEGGI TUTTO

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    Vasseur esclusivo: “Nessun privilegio a Leclerc rispetto a Sainz”

    L’intervista esclusiva a Vasseur
    Fred Vasseur dopo sei mesi alla guida della Ferrari…
    «…sono ancora vivo!»
    Ma in una condizione ben peggiore rispetto alle aspettative di inizio anno.
    «Andavano oltre la realtà e al lancio in febbraio non potevamo immaginarlo. Ci è apparso chiaro con i test invernali. Un fatto spiacevole, ma la reazione della squadra è stata positiva: ognuno si fa in quattro per sviluppare».
    Fate tremendamente fatica, ma quali sono gli obiettivi a questo punto? Per l’anno, e poi questo impegno di vincere il Mondiale: quanto dovranno aspettare ancora i tifosi?
    «Non possiamo parlare di obiettivi e di scadenze, se non dicendo: dobbiamo sviluppare tutte quelle piccole cose che contribuiscono alla prestazione della macchina. I tifosi, i giornalisti, gli sponsor vorrebbero sapere quando si tornerà a vincere: dare una risposta precisa sarebbe sciocco. Perderei tempo se mi lambiccassi pensando a dov’è la Red Bull e dove siamo noi. Concentriamoci su noi stessi, e basta».
    Spesso ci si riferisce alla Ferrari vincitutto dell’era Schumacher: la comandava Jean Todt col pugno di ferro. Lei crede nel pugno di ferro?
    «Non è il mio sistema, e quelli erano altri tempi. Io in squadra devo convincere ognuno che possa fare la differenza. Al pugno di ferro preferisco la psicologia».
    Dai tempi di Domenicali si dice che la Ferrari ha tutto per vincere. Non sembra questo il caso, dunque cosa manca?
    «Ciò che è mancato a Todt tra il 1993 e il 2000, eppure gli ingredienti erano completi: c’era Jean, c’era Schumacher, c’erano gli ingegneri giusti, c’era la Bridgestone, c’era la Marlboro. C’era la Ferrari! Ma non tutto funzionava e hanno dovuto sincronizzarsi per riuscirci. La vera impresa di Todt è stata sopravvivere ai primi sette anni di sconfitte, più che vincere per i successivi sette».
    Perché ha dato la notizia dei due tecnici top in arrivo ma non ne fa i nomi?
    «Perché sono ancora in attività in altre squadre e non sappiamo quando potremo averli con noi. I tempi che abbiamo a disposizione in Formula 1 non sono quelli di un allenatore di calcio: se prendo un ingegnere lo potrò utilizzare magari due anni più tardi e il suo lavoro farà effetto al terzo anno. Quest’anno assumeremo un’ottantina di tecnici, la metà nuovi e l’altra metà per sostituire chi va via, o in pensione o viene spostato in altri settori. I nomi li comunicheremo quando iscriveranno i figli a scuola… Bisogna agire con discrezione per cercare di ridurre al massimo il loro periodo di gardening».
    È arrivato il momento della separazione da Laurent Mekies: come lo vive?
    «Bene. Abbiamo fatto le stesse scuole in Francia, ci conosciamo da venticinque anni, mi ha aiutato molto quando sono arrivato in Ferrari, il nostro rapporto è sempre stato ottimo e voglio che continui così quando saremo concorrenti. È dura separarmi da Laurent (che non sarà più al muretto a Spa, ndr) ma lui è giustamente ambizioso: sarà uno dei dieci team principal della Formula 1, non potevo negargli questa possibilità».
    Lo aveva definito un pilastro: sostituirlo non sarà facile.
    «Distribuiremo le sue competenze al nostro interno fra tre-quattro persone: Diego Ioverno, da poco tornato al muretto e quindi visibile, si occuperà di regolamenti e rapporti con la FIA. Ma bisognerà dedidere quante persone dedicare all’aerodinamica, che linea prendere per i nuovi regolamenti 2026, quante risorse spostare dal 2024 al 2026, tutte questioni delicate e strategiche».
    Lei dice di voler tenere Leclerc e Sainz anche oltre il 2024, ma la squadra sembra favorire Charles e per Carlos, che legittimamente aspira a diventare campione del mondo, sembra esserci sempre meno spazio. Lei stesso ha detto che il titolo piloti si insegue puntando su uno soltanto.
    «No no, non mettetemi in bocca parole di Helmut Marko! Io non l’ho mai detto, né l’ho mai fatto. Dico solo che se vuoi puntare al Mondiale piloti, a un certo punto della stagione devi fare una scelta e privilegiare chi è più avanti in classifica. Comunque non siamo oggi in queste condizioni».
    Lo farebbe anche se davanti ci fosse Carlos?
    «La sua domanda presume che Charles sia numero uno, ma non è così. Ho cominciato questo lavoro venticinque anni fa pensando che a due piloti si dovesse dare lo stesso supporto, e non ho intenzione di cambiare. Tutti i team si muovono in questo modo, con l’eccezione della Red Bull con Verstappen e Perez».
    Li terrebbe entrambi nel 2025, oltre le attuali scadenze contrattuali?
    «Perché no? Ma cominceremo a parlare verso fine stagione ed entrambi lo sanno bene: gliel’ho detto appena sono arrivato. Oggi l’unica priorità è sviluppare la macchina».
    Vive la SF-23 come una scomoda eredità?
    «È un’eredità degli ultimi dieci anni. I tempi in Formula 1 sono lunghi, ecco perché non posso immaginare di cambiare mentalità in squadra in soli sei mesi. Un team di Formula 1 è come una grande nave: i cambiamenti di rotta avvengono lentamente».
    Cosa direbbe ai tifosi per spiegare in sintesi l’attuale situazione?
    «Siamo in un mondo competitivo in cui ognuno lavora per dare il meglio, come Mercedes che ha vinto sette campionati di fila, o Red Bull sei volte campione in dodici anni. E il nome Ferrari non basta per vincere: il successo scaturisce dal lavoro, non dalla storia. Credo che noi si stia andando nella giusta direzione e abbiamo grandi risorse come altre due o tre squadre, mentre una volta questo privilegio spettava solo a uno o due team. Ora scusatemi ma devo andare: ho una riunione con il mio capo».
    Dunque chi è il capo della squadra Ferrari: lei o l’a.d. Benedetto Vigna?
    «La Scuderia Ferrari è parte dell’azienda Ferrari S.p.A., dunque il boss è Vigna». LEGGI TUTTO

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    F1, Alonso punta il terzo titolo: “Non correrei se non ci credessi”

    ROMA – L’attuale Mondiale di Formula 1 ha un solo ed incontrastato padrone di nome Max Verstappen. Il pilota olandese, infatti, è reduce da sette vittorie consecutive ed occupa saldamente la prima posizione della classifica iridata. Nessuno sembra in grado di fermarlo e, con ogni probabilità, Max andrà a laurearsi per la terza volta campione del mondo, superando nell’albo d’oro un campione del calibro di Fernando Alonso. Quest’ultimo è tornato nel circus da qualche anno e alla guida dell’Aston Martin ha ritrovato una certa costanza nell’appuntamento con il podio.
    Alonso: “Serve posto giusto al momento giusto”
    Il pilota dell’Aston Martin, Fernando Alonso, nel corso di un’intervista rilasciata ad AS, non ha nascosto il suo desiderio di conquistare il terzo titolo mondiale in Formula 1: “Credo nella possibilità di raggiungere il terzo titolo mondiale, se non fosse così non correrei perché una stagione di Formula 1 prevede tanti sacrifici, tra viaggi e preparazione. Per arrivare in alto in questa categoria non serve soltanto l’ambizione personale, ma bisogna essere nel posto giusto al momento giusto. Ora sono in un buon posto e in un buon momento, ma non ho nessuna ossessione”. LEGGI TUTTO

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    Superbike, Camier contro Ducati: “Avvantaggiata dal regolamento”

    ROMA – Se in MotoGP Francesco Bagnaia la sta facendo da padrone, in Superbike è Alvaro Bautista a portare alla gloria la Ducati, che presto potrebbe centrare il suo secondo titolo consecutivo. In questo momento nessuno sembra in grado di contrastare lo strapotere del team di Borgo Panigale, tanto che gli avversari iniziano a storcere il naso e a lamentarsi di presunti vantaggi della Ducati. In particolar modo nelle ultime settimane è stata la Honda a prendere una chiara posizione su tale argomento, chiedendo a gran voce un intervento dei vertici del motociclismo. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Vasseur si difende: “Undercut di Leclerc scelta giusta”

    ROMA – Proseguono i problemi in casa Ferrari che, nel Gran Premio di Ungheria di Formula 1, non è riuscita ad andare oltre il settimo e l’ottavo posto con Charles Leclerc e Carlos Sainz. La macchina sembra avere qualcosa in meno, non solo rispetto alla dominante Red Bull, ma anche a degli avversari come McLaren e Mercedes che, fino a qualche settimana fa, era più in difficoltà. Il team principal Frederic Vasseur deve ancora trovare la formula magica per risolvere i problemi della squadra, ma i tifosi iniziano a spazientirsi e per questo motivo arrivano numerose critiche nei suoi confronti.
    Vasseur contro le critiche
    “A nostro avviso il pit stop anticipato di Leclerc era il modo migliore per difenderci. Sainz è partito con le soft e aveva usura nelle gomme, mentre Charles poteva finire una ventina di secondi davanti al termine della corsa. Nessuno può sapere cosa succederà prima della chiamata. E’ sempre semplice parlare dopo la bandiera a scacchi, più difficile farlo durante la gara”. Così il team principal della Ferrari, Frederic Vasseur, durante un’intervista concessa ai media esteri a poche ore dal Gran Premio di Ungheria. LEGGI TUTTO