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    Ciclismo, Fabio Aru dice addio al professionismo: si fermerà dopo la Vuelta

    Fabio Aru dirà addio al professionismo dopo la Vuelta di Spagna. “Arrivare a questa conclusione non è stato facile- ha annunciato sul sito del Team Qhubeka NextHash – ma è qualcosa a cui penso da tempo e di cui da tempo discuto con i miei familiari. Corro con la mia bici da 16 anni e da più di un decennio da professionista, ma ora è giunto il momento di dare la priorità ad altre cose nella mia vita, alla mia famiglia per esempio. Durante la mia carriera, come ogni ciclista, ho passato un tempo significativo lontano da casa e per me questo è ora il momento giusto di cambiare”.

    “Spero di essere stato in grado di dimostrare i veri valori della sportività durante la mia carriera e nel farlo ho cercato di rendere le persone orgogliose di me – ha aggiunto nel suo annuncio-. Voglio anche esprimere un profondo senso di gratitudine a tutti i miei ex compagni di squadra e al personale delle mie ex squadre – Astana e Emirates – che mi hanno elevato durante la mia carriera. Abbiamo condiviso alcuni momenti incredibili di cui sarò per sempre grato. Infine, voglio rendere un omaggio speciale al Team Qhubeka NextHash”. Poi un messaggio anche su Facebook. LEGGI TUTTO

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    Jacobs portabandiera alla cerimonia di chiusura. “I sospetti doping? Quello che è successo è frutto del lavoro”

    Marcell Jacobs passeggia sulle polemiche. Dopo la batteria della staffetta azzurra 4×100, che ha stabilito il nuovo record italiano (37.95) qualificandosi per la finale, il neo campione olimpico dei centro metri ha voluto commentare lo scetticismo di alcuni quotidiani americani e inglesi sui suoi risultati strepitosi degli ultimi cinque mesi, con allusioni neanche tanto velate […] LEGGI TUTTO

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    Chris Froome dopo il Tour: “Sono felice di essere tornato”

    Chris Froome dopo il Tour è soddisfatto della sua prova, nonostante questa sia stata un’edizione totalmente differente per lui. L’obiettivo era quello di vincere la quinta Grande Boucle, ma il corridore era consapevole che non era pronto per raggiungere questo nuovo traguardo. Dopo un importante infortunio degli scorsi mesi, il britannico ha sfruttato al meglio queste tre settimane di corsa.

    Chris Froome dopo il Tour. Le dichiarazioni
    Il corridore ha affrontato durante le tre settimane di corsa del Tour diversi inconvenienti come la caduta nel quale è rimasto coinvolto. Però, nonostante le difficoltà, non si è perso d’animo e ha portato a conclusione la sua corsa. Froome ha parlato della sua esperienza nelle strade francesi  all’agenzia EFE. Al riguardo, il corridore ha dichiarato: “Una corsa diversa e speciale. È stato un giorno molto bello, tra i vigneti. Questo Tour de France per me è stato molto difficile, molto diverso da quelli che ho fatto in precedenza, però sono felice di essere tornato in questa bella corsa. Ho guadagnato molta fiducia, spero di poter tornare al mio livello passo dopo passo”.
    Quali saranno i prossimi obiettivi stagionale del corridore britannico del team Israel Start-Up Nation? Non resta che attendere qualche giorno per scoprirli. LEGGI TUTTO

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    Pogacar re del Tour de France, Van Aert vince a Parigi l'ultima tappa

    Van Aert vince in volata l’ultima tappa del Tour, da Chatou a Parigi (108,4 km): per il belga del team Jumbo-Visma è il terzo successo in questa edizione. Niente da fare per Cavendish, che non riesce a battere il record di Merckx (35 vittorie). Passerella sui Campi Elisi per il 22enne sloveno Tadej Pogacar, al suo secondo trionfo consecutivo nella Grande Boucle e già ribattezzato, appunto: “il nuovo Cannibale”

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    È stato il giorno della “sfilata” sugli Champs Elysees, un classico ormai per Tadej Pogacar, 22 anni appena e ancora padrone del Tour de France dopo il trionfo del 2020. Nell’ultima fatica, in una Parigi baciata dal sole, festa anche per il belga Wout Van Aert, al terzo sigillo in questa 108^edizione: beffato in volata Mark Cavendish, che si consola con la maglia verde ma non riesce nell’impresa di superare il primato delle 35 vittorie di Merckx e si dispera, al traguardo, per aver sprecato il “rigore” decisivo. Non un gran periodo, per gli inglesi.

    Wout Van Aert “brucia” Cavendish all’arrivo di Parigi, nell’ultima tappa del Tour – ©Getty

    Pogacar, un altro Tour da record. L’Italia non brilla
    Se l’anno scorso non potè vantare (anche) il titolo di più giovane vincitore della storia – nel 1904 Henri Cornet aveva 19 anni e 352 giorni – oggi nessuno potrà negargli la medaglia di corridore più precoce ad averne vinti due, di Tour. L’unico a indossare le tre maglie (gialla, a pois e bianca) in due edizioni. Lui sì meglio di Eddy Merckx! E da moltiplicare x 2… ci sarebbe anche il numero di tappe conquistate: tre, come nel 2020, quando soffiò la maillot jaune – non senza un leggerissimo senso di colpa – al connazionale Primoz Roglic, che fino a un paio d’anni fa guardava soltanto in tv, rimontato a un passo dal trionfo nella crono di La Planche des Belles Filles. Stavolta non ha avuto rivali, Tadej: ha strappato la leadership a Mathieu van der Poel all’ottava tappa (il 3 luglio Le Grand-Bornand) e non l’ha più mollata, dominando sui Pirenei e lasciando le briciole ai vari Carapaz, Uran, Kelderman. L’unico a tenergli testa è stato il danese Jonas Vingegaard, arrivato da rincalzo di Tom Dumouilin (quello che sostiene che Pogacar pedali “come un minatore”) e diventato l’uomo di punta della Jumbo-Visma dopo il ritiro dello stesso Roglic. Non pervenuto Vincenzo Nibali – re della corsa francese nel 2014 – che ha concentrato le sue energie psico-fisiche per l’assalto all’oro olimpico e l’Italia, senza il suo asso (lo “Squalo” è stato l’ultimo azzurro a prendersi una tappa, nel 2019 a Val Thorens) è rimasta ancora a bocca asciutta, consolandosi con il 12° posto in classifica generale dell’inossidabile 31enne lombardo Mattia Cattaneo, al migliore grande giro della sua carriera. Chapeau.

    Il podio del Tour 2021: Pogacar tra i Vingegaard (papà e figlio) e Carapaz – ©Getty

    La festa di Pogacar sui Campi Elisi con i compagni dell’UAE Emirates – ©Getty

    Tadej, dalla Slovenia con furore: storia di un predestinato
    L’enfant prodige del ciclismo mondiale è nato il 21 settembre del 1998 (il magico anno di Marco Pantani) a Komenda, un paesino di 5mila anime che vive di agricoltura e cavalli. Il suo nome comincia a circolare nel 2018 dopo l’exploit nel Tour de l’Avenir, confermato dalla vittoria del Giro del Friuli, due successi che convincono Andrej Hauptman, talent scout dell’UAE Emirates, a offrigli un contratto da professionista con il team di Abu Dhabi e portarlo alla Vuelta ’19, che chiude subito sul podio, trampolino alla scalata della Grande Boucle. Scalatore e cronoman, talvolta criticato di sprigionare fin troppi watt da quelle gambine (c’è perfino chi avrebbe percepito degli “strani rumori metallici” dalla ruota posteriore del suo bolide), è un po’ il Djokovic del pedale, si trova a suo agio su tutte le superfici: non per niente lo scorso 25 aprile ha messo in bacheca anche la sua prima classica monumento, sulle côtes della Liegi-Bastogne-Liegi, battendo allo sprint il campione del mondo Julian Alaphilippe. Dice di non avere idoli, ad eccezione di Luka Doncic, stella dei Mavericks nell’Nba e sloveno come lui. Vive a Montecarlo con la fidanzata Urska Zigart, anche lei ciclista, nel 2020 campionessa di Slovenia nella cronometro, tre partecipazioni al Giro Rosa. E foodblogger, a tempo perso: nutrizionista di fiducia del ragazzo ai tempi del lockdown. “Faccio in modo che Tadej non perda peso”, scrive scherzosamente in testa al suo account Instagram, condito di biscotti e pizza a volontà.  

    Tadej e la fidanza Urska, anche lei campionessa di ciclismo – Instagram @tadejpogacar @urskainthekitchen

    Il “nuovo Cannibale”: le cifre di un trionfo
    Non potrà certo cavarsela con un nuovo frullatore in regalo per la sua bella, il caro Tadej, che si porterà a casa per la seconda volta una cifra vicina ai 600mila euro: 500mila per la generale (200mila euro al 2° classificato e 100mila al 3°), più i 25mila per la maglia a pois e altrettanti per quella di miglior giovane, cui ne andranno sommati 11mila per ogni successo di tappa. Numeri da capogiro per il ciclismo, un po’ meno per lui, che ha già un ingaggio da top-cyclist (5 milioni a stagione) sebbene non sia il tipo da accontentarsi. Lo ha detto anche Merckx, e chi meglio di lui: “Pogacar è il nuovo cannibale”. E non basteranno le torte della morosa a fargli passare l’appetito.

    Pogacar primo in tre classifiche, ma non poteva indossarle tutte le maglie… – ©Getty

    L’ordine d’arrivo della 21^ e ultima tappa

    1) WOUT VAN AERT (JUMBO-VISMA) 02h39’37”
    2) JASPER PHILIPSEN (ALPECIN-FENIX) s.t.
    3) MARK CAVENDISH (DECEUNINCK-QUICK STEP) s.t.
    4) LUKA MEZGEC (TEAM BIKEEXCHANGE) s.t.
    5) ANDRÉ GREIPEL (ISRAEL START-UP NATION) s.t.

    Classifica generale (Maglia gialla)

    1) TADEJ POGACAR (UAE TEAM EMIRATES) 83h01’56”
    2) JONAS VINGEGAARD (JUMBO-VISMA) +5’20”
    3) RICHARD CARAPAZ (INEOS GRENADIERS) +7’03”
    4) BEN O’CONNOR (AG2R CITROEN) +10’02”
    5) WILCO KELDERMAN (BORA-HANSGROHE) +10’13”
    6) ENRIC MAS (MOVISTAR TEAM) +11’43”
    7) ALEXEY LUTSENKO (ASTANA-PREMIER TECH) +12’23”
    8) GUILLAUME MARTIN (COFIDIS) +15’33” 
    9) PELLO BILBAO (BAHRAIN VICTORIOUS) +16’04”
    10) RIGOBERTO URAN (EF EDUCATION-NIPPO) +18’34”
    12) MATTIA CATTANEO (DECEUNINCK-QUICK STEP) +24’58”

    Classifica scalatori (Maglia a pois)

    1) TADEJ POGACAR (UAE TEAM EMIRATES): 107 punti
    2) WOUTER POELS (BAHRAIN VICTORIOUS): 88
    3) JONAS VINGEGAARD (JUMBO-VISMA): 82

    Classifica a punti (Maglia verde)

    1) MARK CAVENDISH (DECEUNINCK QUICKSTEP): 337 p.
    2) MICHAEL MATTHEWS (TEAM BIKEEXCHANGE): 291
    2) SONNY COLBRELLI (BAHRAIN VICTORIOUS): 227

    Classifica giovani (Maglia bianca)

    1) TADEJ POGACAR (UAE TEAM EMIRATES) 
    2) JONAS VINGEGAARD (JUMBO-VISMA)
    3) DAVID GAUDU (GROUPAMA-FDJ)

    Classifica a squadre

    1) BAHRAIN VICTORIOUS: 249h16’47”
    2) EF EDUCATION-NIPPO: +19′ 12”
    3) JUMBO-VISMA: +01h 11’35”

    Tadej Pogacar re di Parigi: la “cartolina” finale dall’Arco di Trionfo – ©Getty

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    Settimana Ciclistica Italiana, Diego Ulissi vince la classifica finale in Sardegna

    E’ Diego Ulissi il primo vincitore della Settimana Ciclistica Italiana – sulle strade della Sardegna, conclusasi a Cagliari. Il portacolori della UAE Team Emirates, vincitore della prima e della quarta frazione della gara organizzata dalla Natura Great Events e dal Gruppo Sportivo Emilia, si è imposto con sul belga Sep Vanmarke e su Giovanni Aleotti che ha conquistato la maglia di miglior giovane.

    L’ultima tappa, che si è corsa con partenza ed arrivo a Cagliari, ha visto nelle fasi iniziali una fuga a cinque : Adriano Brogi, Stefano Di Benedetto, Stefano Pirazzi, lo spagnolo Sagastibel Azurmendi e il francese Lucas De Rossi. Raggiunti i battistrada, a circa 60 chilometri dall’arrivo, il gruppo ha proceduto ad altissima andatura verso il traguardo dividendosi in due tronconi. Nel primo molto attivi i compagni di squadra del leader Ulissi sempre pronti a chiudere ogni attacco.

    Inevitabile quindi lo sprint a ranghi compatti con il tedesco Pascal Ackermann (Bora Hansgroe) vincere nettamente sul colombiano Johnatan Restrepo e sul belga Sep Vanmarke. Per Ackermann si tratta della terza affermazione su cinque tappe ndisputate della Settimana Ciclistica Italiana – sulle strade della Sardegna.  LEGGI TUTTO

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    Tour de France, Van Aert vince la 20^ tappa a cronometro. Pogacar in maglia gialla

    Pronostico rispettato. Wout Van Aert era il favorito di questa cronometro di una trentina di chilometri corsa sfiorando vigneti che sono patrimonio dell’Unesco e, in pratica, ha chiuso il Tour de France, e infatti ha vinto. Ma, ovviamente, sorride anche Tadej Pogacar che, a 23 anni non ancora compiuti, oggi si e’ piazzato ottavo e puo’ gia’ festeggiare il secondo trionfo personale nella gara a tappe piu’ importante del calendario ciclistico, che si concludera’ domani sui Campi Elisi parigini.

    E’ stata quindi la giornata dei dominatori. Di Van Aert, gia’ vincitore sul Ventoux, che in questa crono non ha avuto rivali (al secondo posto il danese Kasper Asgreen, staccato di 21″, e terzo l’altro danese Jonas Vingegaard a 32″) , e di Pogacar che di questo Tour e’ stato il grande protagonista fin dagli inizi, scatenando paragoni con i grandissimi del passato. E anche provocando maldicenze, alle quali peraltro non ha mai dato peso, anche perche’ il ciclismo per lui continua ad essere soprattutto divertimenti, e forse proprio questo e’ il suo segreto. Domani festeggera’ sul gradino piu’ alto del podio, su cui saliranno anche Vingegaard e Carapaz, rispettivamente secondo e terzoi, visto che la cronometro di oggi a livello di posizioni dei primi dieci della classifica non ha cambiato nulla.

    Quanto a Van Aert, adesso volera’ in Giappone con l’intenzione, affatto nascosta, di conquistare l’oro olimpico nella prova in linea su strada di Tokyo 2020. Per Vincenzo Nibali, che sulle strade nipponiche vuole rifarsi della cocente delusione di Rio 2016 (cadde quando sembrava destinato alla vittoria), il belga sara’ un gran brutto cliente.
     Domani 21/a e ultima tappa, l’occasione giusta per Mark Cavendish per provare ad imporsi allo sprint e, cosi’ facendo, battere il record di vittorie parziali nella ‘Grand Boucle’, migliorando il primato di 34 che ora detiene assieme al Cannibale Eddy Merckx.  LEGGI TUTTO