Van Aert vince in volata l’ultima tappa del Tour, da Chatou a Parigi (108,4 km): per il belga del team Jumbo-Visma è il terzo successo in questa edizione. Niente da fare per Cavendish, che non riesce a battere il record di Merckx (35 vittorie). Passerella sui Campi Elisi per il 22enne sloveno Tadej Pogacar, al suo secondo trionfo consecutivo nella Grande Boucle e già ribattezzato, appunto: “il nuovo Cannibale”
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È stato il giorno della “sfilata” sugli Champs Elysees, un classico ormai per Tadej Pogacar, 22 anni appena e ancora padrone del Tour de France dopo il trionfo del 2020. Nell’ultima fatica, in una Parigi baciata dal sole, festa anche per il belga Wout Van Aert, al terzo sigillo in questa 108^edizione: beffato in volata Mark Cavendish, che si consola con la maglia verde ma non riesce nell’impresa di superare il primato delle 35 vittorie di Merckx e si dispera, al traguardo, per aver sprecato il “rigore” decisivo. Non un gran periodo, per gli inglesi.
Wout Van Aert “brucia” Cavendish all’arrivo di Parigi, nell’ultima tappa del Tour – ©Getty
Pogacar, un altro Tour da record. L’Italia non brilla
Se l’anno scorso non potè vantare (anche) il titolo di più giovane vincitore della storia – nel 1904 Henri Cornet aveva 19 anni e 352 giorni – oggi nessuno potrà negargli la medaglia di corridore più precoce ad averne vinti due, di Tour. L’unico a indossare le tre maglie (gialla, a pois e bianca) in due edizioni. Lui sì meglio di Eddy Merckx! E da moltiplicare x 2… ci sarebbe anche il numero di tappe conquistate: tre, come nel 2020, quando soffiò la maillot jaune – non senza un leggerissimo senso di colpa – al connazionale Primoz Roglic, che fino a un paio d’anni fa guardava soltanto in tv, rimontato a un passo dal trionfo nella crono di La Planche des Belles Filles. Stavolta non ha avuto rivali, Tadej: ha strappato la leadership a Mathieu van der Poel all’ottava tappa (il 3 luglio Le Grand-Bornand) e non l’ha più mollata, dominando sui Pirenei e lasciando le briciole ai vari Carapaz, Uran, Kelderman. L’unico a tenergli testa è stato il danese Jonas Vingegaard, arrivato da rincalzo di Tom Dumouilin (quello che sostiene che Pogacar pedali “come un minatore”) e diventato l’uomo di punta della Jumbo-Visma dopo il ritiro dello stesso Roglic. Non pervenuto Vincenzo Nibali – re della corsa francese nel 2014 – che ha concentrato le sue energie psico-fisiche per l’assalto all’oro olimpico e l’Italia, senza il suo asso (lo “Squalo” è stato l’ultimo azzurro a prendersi una tappa, nel 2019 a Val Thorens) è rimasta ancora a bocca asciutta, consolandosi con il 12° posto in classifica generale dell’inossidabile 31enne lombardo Mattia Cattaneo, al migliore grande giro della sua carriera. Chapeau.
Il podio del Tour 2021: Pogacar tra i Vingegaard (papà e figlio) e Carapaz – ©Getty
La festa di Pogacar sui Campi Elisi con i compagni dell’UAE Emirates – ©Getty
Tadej, dalla Slovenia con furore: storia di un predestinato
L’enfant prodige del ciclismo mondiale è nato il 21 settembre del 1998 (il magico anno di Marco Pantani) a Komenda, un paesino di 5mila anime che vive di agricoltura e cavalli. Il suo nome comincia a circolare nel 2018 dopo l’exploit nel Tour de l’Avenir, confermato dalla vittoria del Giro del Friuli, due successi che convincono Andrej Hauptman, talent scout dell’UAE Emirates, a offrigli un contratto da professionista con il team di Abu Dhabi e portarlo alla Vuelta ’19, che chiude subito sul podio, trampolino alla scalata della Grande Boucle. Scalatore e cronoman, talvolta criticato di sprigionare fin troppi watt da quelle gambine (c’è perfino chi avrebbe percepito degli “strani rumori metallici” dalla ruota posteriore del suo bolide), è un po’ il Djokovic del pedale, si trova a suo agio su tutte le superfici: non per niente lo scorso 25 aprile ha messo in bacheca anche la sua prima classica monumento, sulle côtes della Liegi-Bastogne-Liegi, battendo allo sprint il campione del mondo Julian Alaphilippe. Dice di non avere idoli, ad eccezione di Luka Doncic, stella dei Mavericks nell’Nba e sloveno come lui. Vive a Montecarlo con la fidanzata Urska Zigart, anche lei ciclista, nel 2020 campionessa di Slovenia nella cronometro, tre partecipazioni al Giro Rosa. E foodblogger, a tempo perso: nutrizionista di fiducia del ragazzo ai tempi del lockdown. “Faccio in modo che Tadej non perda peso”, scrive scherzosamente in testa al suo account Instagram, condito di biscotti e pizza a volontà.
Tadej e la fidanza Urska, anche lei campionessa di ciclismo – Instagram @tadejpogacar @urskainthekitchen
Il “nuovo Cannibale”: le cifre di un trionfo
Non potrà certo cavarsela con un nuovo frullatore in regalo per la sua bella, il caro Tadej, che si porterà a casa per la seconda volta una cifra vicina ai 600mila euro: 500mila per la generale (200mila euro al 2° classificato e 100mila al 3°), più i 25mila per la maglia a pois e altrettanti per quella di miglior giovane, cui ne andranno sommati 11mila per ogni successo di tappa. Numeri da capogiro per il ciclismo, un po’ meno per lui, che ha già un ingaggio da top-cyclist (5 milioni a stagione) sebbene non sia il tipo da accontentarsi. Lo ha detto anche Merckx, e chi meglio di lui: “Pogacar è il nuovo cannibale”. E non basteranno le torte della morosa a fargli passare l’appetito.
Pogacar primo in tre classifiche, ma non poteva indossarle tutte le maglie… – ©Getty
L’ordine d’arrivo della 21^ e ultima tappa
1) WOUT VAN AERT (JUMBO-VISMA) 02h39’37”
2) JASPER PHILIPSEN (ALPECIN-FENIX) s.t.
3) MARK CAVENDISH (DECEUNINCK-QUICK STEP) s.t.
4) LUKA MEZGEC (TEAM BIKEEXCHANGE) s.t.
5) ANDRÉ GREIPEL (ISRAEL START-UP NATION) s.t.
Classifica generale (Maglia gialla)
1) TADEJ POGACAR (UAE TEAM EMIRATES) 83h01’56”
2) JONAS VINGEGAARD (JUMBO-VISMA) +5’20”
3) RICHARD CARAPAZ (INEOS GRENADIERS) +7’03”
4) BEN O’CONNOR (AG2R CITROEN) +10’02”
5) WILCO KELDERMAN (BORA-HANSGROHE) +10’13”
6) ENRIC MAS (MOVISTAR TEAM) +11’43”
7) ALEXEY LUTSENKO (ASTANA-PREMIER TECH) +12’23”
8) GUILLAUME MARTIN (COFIDIS) +15’33”
9) PELLO BILBAO (BAHRAIN VICTORIOUS) +16’04”
10) RIGOBERTO URAN (EF EDUCATION-NIPPO) +18’34”
12) MATTIA CATTANEO (DECEUNINCK-QUICK STEP) +24’58”
Classifica scalatori (Maglia a pois)
1) TADEJ POGACAR (UAE TEAM EMIRATES): 107 punti
2) WOUTER POELS (BAHRAIN VICTORIOUS): 88
3) JONAS VINGEGAARD (JUMBO-VISMA): 82
Classifica a punti (Maglia verde)
1) MARK CAVENDISH (DECEUNINCK QUICKSTEP): 337 p.
2) MICHAEL MATTHEWS (TEAM BIKEEXCHANGE): 291
2) SONNY COLBRELLI (BAHRAIN VICTORIOUS): 227
Classifica giovani (Maglia bianca)
1) TADEJ POGACAR (UAE TEAM EMIRATES)
2) JONAS VINGEGAARD (JUMBO-VISMA)
3) DAVID GAUDU (GROUPAMA-FDJ)
Classifica a squadre
1) BAHRAIN VICTORIOUS: 249h16’47”
2) EF EDUCATION-NIPPO: +19′ 12”
3) JUMBO-VISMA: +01h 11’35”
Tadej Pogacar re di Parigi: la “cartolina” finale dall’Arco di Trionfo – ©Getty
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