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    Vincenzo Nibali annuncia il ritiro dal ciclismo: “A fine anno smetto”

    Ha atteso di tornare nella sua Messina con la maglia dell’Astana, squadra con la quale aveva vinto il Tour del 2014, per annunciare l’addio al ciclismo. Vincenzo Nibali lo ha fatto, con gli occhi lucidi, durante il ‘Processo alla tappa’ al termine della frazione che si chiudeva proprio sullo Stretto. “Questo sarà il mio ultimo Giro d’Italia e a fine stagione chiuderò la mia carriera ciclistica”, ha detto il ciclista siciliano, che a novembre compirà 38 anni. 

    “E’ arrivato il momento di restituire tempo ai miei cari”
    “Oggi sono qui, aspettavo da anni questa tappa, sapevo che ci sarebbe stata questa occasione. Voglio annunciare che questo sarà il mio ultimo Giro d’Italia e che chiuderò la mia carriera a fine anno. È arrivato il mio momento, ho raccolto moltissimo in una carriera molto lunga, ma è giusto così. Non bisogna dimenticare che sono andato via di casa quando avevo 15 anni, ho dato tanto al ciclismo, adesso è giunto il momento di restituire del tempo a tutti coloro ai quali l’ho sottratto”. 

    La carriera e le vittorie di Vincenzo Nibali
    Nibali è uno dei sette ciclisti ad aver conquistato almeno un’edizione di tutti e tre i Grandi Giri, avendo vinto la Vuelta a España nel 2010, il Giro d’Italia nel 2013 e nel 2016 e il Tour de France nel 2014. Gli altri sono Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Felice Gimondi, Bernard Hinault, Alberto Contador e Chris Froome, È inoltre uno dei soli quattro corridori (insieme a Merckx, Hinault e Gimondi) ad aver vinto i tre Grandi Giri e almeno due classiche monumento: il Giro di Lombardia, nel 2015 e nel 2017, e la Milano-Sanremo, nel 2018. A queste grandi vittorie si aggiungono due titoli italiani nella prova in linea, nel 2014 e nel 2015, due Tirreno-Adriatico, nel 2012 e nel 2013, e altri sette podi nei tre Grandi Giri. LEGGI TUTTO

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    Giro d'Italia, Demare vince la tappa di Messina, Lopez Perez in rosa

    Arnaud Demare ha vinto la 5^ tappa del Giro d’Italia, Catania-Messina di 174 km. Lo spagnolo Lopez Perez conserva la maglia rosa. Tappa caratterizzata da una fuga fin dal chilometro zero, con protagonisti Jaakko Hänninen (AG2R Citroen Team), Alessandro Tonelli (Bardiani Csf Faizanè), Mattia Bais e Filippo Tagliani (Drone Hopper Androni Giocattoli), Mirco Maestri (EOLO-Kometa). Si va forte in gruppo, tanto che perdono contatto prima Ewan e poi Cavendish, due dei grandi favoriti per la vittoria finale. La fuga si esaurisce a una sessantina di chilometri dall’arrivo, quando parte il lungo treno verso il traguardo di Messina. Si arriva allo sprint, dove a imporsi è Arnaud Demare, che precede Gaviria e Nizzolo, primo degli italiani al traguardo. Per il francese della Groupama FDJ è la sesta vittoria al Giro. Invariata la classifica generale, con lo spagnolo Lopez Perez che resta saldamente in maglia rosa. Giovedì la 6^ tappa, ancora pianeggiante, da Palmi a Scalea di 192 km. 

    Mercoledì 12 maggio la 6^ tappa, Palmi – Scalea /Riviera dei Cedri, 192 km
    Sarà ancora volata, in questa tappa tutta calabrese tra le province di Reggio Calabria e Cosenza, con appena 900 metri di dislivello. Gli uomini di classifica dovranno solo cercare di non perdere terreno in cadute o incidenti meccanici: negli ultimi 5 chilometri non c’è neppure una curva. Spettacolo mozzafiato a bordo del mar Tirreno. LEGGI TUTTO

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    Giro d'Italia: Cavendish vince la tappa di Balatonfured, Van der Poel sempre in rosa

    Il britannico ha vinto in volata la terza tappa Kaposvar-Balatonfured di 201 km bruciando allo sprint Demare e Gaviria. Van der Poel sempre in maglia rosa, Sobrero 4° in generale, primo degli italiani, 12° Nibali. Lunedì il giorno di riposo, martedì il primo ‘tappone’ sull’Etna
    IL RACCONTO DELLA 1^ TAPPA – LA CRONO DI BUDAPEST – CLASSIFICHE

    Il ritorno di ‘Cannonball’. A distanza di 9 anni dall’ultimo trionfo al Giro, Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl Team) ha vinto la terza tappa ungherese Kaposvar-Balatonfured di 201 km come ai vecchi tempi: ‘sbranando’ allo sprint il francese Arnaud Démare e il colombiano Fernando Gaviria. Per il 36enne fenomeno dell’Isola di Man è il 160° sigillo in carriera e il 16° nella corsa Tricolore (5 nel 2013, 3 nel 2012, 2 nel 2011, 3 nel 2009 e 2 nel 2008), l’ultimo il 26 maggio del 2013 nella Riese Pio X-Brescia. Domenica di ‘relax’ per Mathieu Van der Poel, sempre in maglia rosa, in una giornata caratterizzata dalla fuga di tre corridori: Mattia Bais, Filippo Tagliani e Samuele Rivi, scappati via nelle pedalate iniziali e ripresi ai -30 dall’arrivo. C’è stato il primo ritiro: Jan Tratnik non è partito, ancora dolorante per la caduta nello stage d’apertura di questa 105^ edizione. Sabato, il britannico Simon Yates si era preso la crono di Budapest con il tempo di 11’50″41 davanti a Van der Poel, che aveva conquistato la leadership grazie al successo nella première di Visegrad. Terzo l’altro olandese Tom Dumoulin, quindi un grande Matteo Sobrero: il campione italiano in carica della cronometro è 4° in classifica generale, dove spicca anche il 12° posto di Vincenzo Nibali che, martedì, proverà a fare l’impresa sull’Etna, nella ‘sua’ Sicilia. 

    ©LaPresse

    L’ordine d’arrivo della 3^ tappa
    1) Mark Cavendish (Quick Step-Alpha Vynil Team) 
    2) Arnaud Demare (Groupama-FDJ) s.t.
    3) Fernando Gaviria (Uae Team Emirates) s.t.

    Giro 2022: la classifica generale
    1) VAN DER POEL (Alpecin-Fenix) 9h43’50”
    2) YATES (Team BikeExchange) +11″
    3) DUMOULIN (Jumbo-Visma) +16″
    4) SOBRERO (BikeExchange-Jayco) +24″
    5) KELDERMAN (BORA) s.t.
    6) TULETT(Ineos) s.t.
    7) FOSS (Jumbo-Visma) +28″
    8) MOLLEMA (Trek-Segafredo) s.t.
    9) BILBAO (Bahrain-Victorious) +29″
    10) SCHMID (Quick-Step) s.t.
    12) NIBALI (Astana) +30″

    ©LaPresse

    Lunedì riposo, martedì la 4^ tappa sull’Etna
    Come detto, martedì 10 maggio – dopo il giorno di riposo – il Giro sbarca in Sicilia per il primo ‘tappone’ di questo Giro, lungo 166 km. Da Avola alla ‘capitale’ del barocco, Noto, per attraversare le zone di Pantalica e Vizzini in avvicinamento al vulcano. L’ascesa finale, che si conclude al Rifugio Sapienza, affronta un percorso inedito: salita da Ragalna (come nel 2018), per spostarsi sul versante ‘classico’ di Nicolosi (come nel 2011) per gli ultimi, decisivi 14 km, che potrebbero infiammare la classifica generale.

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    Giro d'Italia: Simon Yates vince la crono di Budapest, Van der Poel resta in rosa

    Un ‘regale’ Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco) vince la crono cittadina di Budapest lunga 9,2 chilometri con il tempo di 11’50″41 davanti a Mathieu Van der Poel, che resta in maglia rosa dopo il successo nella prima tappa del Giro d’Italia a Visegrad. Terzo un altro olandese, Tom Dumoulin, quindi un grande Matteo Sobrero: il 24enne piemontese, campione italiano a cronometro in carica ora è 4°  in classifica e da sabato indossa anche la maglia bianca, quella assegnata al migliore scalatore. Da registrare la super prova dell’infinito Vincenzo Nibali, che sale dal 21° al 12° posto della generale. Domenica terza e ultima frazione in Ungheria (adatta ai velocisti) prima del trasferimento in Sicilia per il tappone sull’Etna. Lunedì il primo dei tre giorni di riposo. LEGGI TUTTO

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    Giro d'Italia 2022: Yates, Dumoulin, Carapaz e Almeida i favoriti per la vittoria finale

    Giro d’Italia, solo la parola, il nome e la fantasia ti richiama immediatamente alla corsa Rosa, unica nel suo genere che unisce l’Italia da Nord a Sud o da est a ovest, dagli Appennini alle Alpi, dalle grandi città ai piccoli centri, da strade sperdute e mai viste a lunghe corsie parallele alla nostra costa, isole comprese.

    Il Giro è una ventata di sport di fatica nel nostro meraviglioso territorio. Storia e tradizione si incastrano magnificamente nel quadro italico dove il ciclista non è il meccanico ma un moderno atleta che corre sopra una bici di carbonio con il cambio automatico e ruote a profilo. Pochi grammi e tanti da Watt da far esplodere.

    Assai diverso da un tempo nel mezzo e nell’abbigliamento ma mai dimenticare il passato, è la nostra memoria che ci viene raccontata anche quando si sale in sella ora pensando a ben 105 edizioni e a quel 13 maggio del 1909 quando 127 coraggiosi si incamminarono all’alba per la prima volta in sei tappe mostruosamente lunghe. Quella Milano nebbiosa, fredda e infida non esiste più, il Giro nella sua lunga corsa è cambiato ma ha mantenuto due cose su cui nessuno può discutere: fatica e bellezza. La fatica di coloro che partecipano, tutti, nessuno escluso e bellezza del nostro paese, una cartolina turistica che non tramuta mai o meglio cambia come cambia il paesaggio: “saluti da…” beh impossibile scrivere da dove perché il Giro è passato da tutti gli angoli di Italia e suoi francobolli valgono molto perché associati a quella stampa indelebile che si chiama ricordo.

    E’ inutile tornare indietro perché è un esercizio troppo nostalgico e forse ci fa rimanere su episodi troppo specifici, ognuno di noi, di voi, ha un suo particolare ricordo, aneddoto come quei piccoli bimbi delle scolaresche urlanti di gioia al passaggio dei girini nel loro paese, una festa indimenticabile nel vedere i propri beniamini dal vivo e non più rappresentati nei tappi e qualche ora fuori dai banchi, forse era l’Italia del biancofiore e dei covoni come ripeteva spesso nelle cronache Sergio Zavoli uno dei tanti fini dicitori del “racconto” Giro. Il Giro è così ti ispira la narrazione, l’epopea legata a quelle emozioni di teatrale scenicità che solo i corridori sanno fare.

    Se Zavoli ci ha salutato da poco non posso non citare colui che ci ha sempre accompagnato dal teleschermo: Adriano de Zan, no non vi è nessuno ricorrenza è solo che ogni tanto mi piace ricordarlo, sono passati 21 anni ma nelle mie orecchie vi è sempre la sua voce e quando siamo alla vigilia ricordo perfettamente i suoi rituali. Che meraviglia, il Giro è questo, cito Adriano e come non se ne fosse mai andato come tutti quelli che lui e Zavoli o Ferretti hanno raccontato. Compaiono sulle strade come a dire “noi ne abbiamo fatti tanti di chilometri, asfalto, sterrato e sudore” Affacciatevi e vedete se il Giro passa, bisogno far festa. Ma ora spostata la patina di polvere bisogna capire o non capire che cosa vedremo.

    Non vi sono i super campioni o “il protagonista”, son tanti ed evviva l’incertezza. Di certo nessuno parte battuto sulla carta. Simon Yates, Dumoulin, Carapaz e Almeida i più accreditati ma ne ve sono molti che possono e vogliono vestire a Verona la Maglia Rosa, come lo stesso intramontabile Nibali che con Ciccone hanno la nostra benedizione per cercare lo stellone azzurro. Certamente Carapaz potrà contare sulla migliore squadra, Team Ineos (ultime due edizioni vinte) con Sivakov e Porte al suo fianco ma Pello Bilbao, Landa e Lopez altri nomi di “probabili” o perenni incompiute.

    Si vedrà in un Giro che parte dalla storica Budapest (doveva già essere sede di partenza due anni fa) e percorrerà 3446 chilometri con oltre 50mila metri di dislivello e 164 km di media giornaliera. Si capirà qualcosa sull’Etna, quarta tappa, e di sicuro nella nona, al Blockhaus, in Abruzzo si farà la conta per poi allacciarsi le cinture da Torino alla crono di Verona. Una terza settimana micidiale, andate e vedere in dettagli e capirete. La benedizione finale la darà il passo Fedaia, fatica, sacrificio sofferenze per affrontare quelle rampe che hanno segnato la storia e per fare ora la storia servirà quell’ultima stilla di energia, per fare girare le maledette pedivelle dove i watt lasciano spazio alla qualifica di “Eroi”.

    Grazie Giro per esserci da tanti anni e sempre nuovo e bello. LEGGI TUTTO