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    Ciclismo, Simone Velasco è campione italiano: vittoria a Comano Terme

    Simone Velasco conquista la prova in linea dei Campionati Italiani 2023. Il portacolori della Astana  trionfa grazie ad una splendida volata sul traguardo di Comano Terme, in Trentino, al termine di una prova lunga 227 Km lanciata con grande potenza per regolare un gruppetto di sei uomini che si è giocato la vittoria dopo una serie di scatti nella tornata conclusiva. Alle sue spalle, come nel 2022, Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty) si è dovuto accontentare della piazza d’onore. Il bergamasco è stato autore di una gara tutta all’attacco, restando in avanscoperta per 70 Km prima di essere ripreso quando mancavano 6 Km alla conclusione. Ha completato il podio Kristian Sbaragli (Alpecin-Deceuninck) davanti al sorprendente Filippo Magni (Green Project-Bardiani) e al padrone di casa Matteo Trentin (UAE-Team Emirates).  Tutti si aspettavano gli scalatori puri, a partire da Giulio Ciccone, invece è venuta fuori una corsa ricca di colpi di scena che ha visto il trionfo dell’emiliano Velasco che all’arrivo ha voluto dedicare la vittoria a Gino Mader, morto dopo una terribile caduta al Giro della Svizzera. “E’ stata una giornata durissima per il caldo e per il percorso esigente – le parole di Velasco ai microfoni di Rai Sport – Siamo partiti subito forte, abbiamo tenuto la corsa con la Trek, Basso ha fatto un bel lavoro, Battistella ha provato a muoversi in un momento decisivo. Io sono rimasto sulle ruote, in volata sono consapevole del mio spunto veloce e oggi ce l’ho fatta. Tutti ieri mi dicevano che ero uno dei favoriti, io ho voluto mantenere basse le aspettative ma a crono ero stato quarto e ho avuto buone sensazioni e si sono viste in strada. Questa maglia è un sogno – ha aggiunto – l’ho inseguita per tanto tempo. La dedico a mia figlia, che per la prima volta è venuta a vedermi, alla mia famiglia, alle persone che mi hanno aiutato e che non ci sono più e in particolare a Gino Mader”.  LEGGI TUTTO

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    Tour de France, Froome non ci sarà. La Israel Premier Tech non lo convoca

    Chris Froome, quattro volte vincitore del Tour de France (2013, 2015, 2016 e 2017), non è stato selezionato per l’edizione 2023 dal suo team: la Israel Premier Tech oggi ha annunciato la sua squadra di otto corridori per la Grande Boucle e il britannico non c’è. Sarà la prima volta dal 2011 che Froome non parteciperà al Tour de France che prenderà il via sabato 1 luglio da Bilbao, nei Paesi Baschi. Anche se i risultati di Froome (38 anni) non sono più quelli di un tempo, la sua assenza dal Tour 2023 è comunque una sorpresa.

    La decisione di Israel Premier Tech 
    Dopo il grave incidente di cui era stato vittima a giugno 2019 (in ricognizione durante la crono del Giro del Delfinato), Froome non era più tornato ai livelli di prima. L’anno scorso ha conquistato il terzo posto sull’Alpe d’Huez dopo una fuga, prima di arrendersi pochi giorni dopo, positivo al Covid-19. “La scelta della squadra è stata difficile quest’anno, ma pensiamo di aver scelto gli otto corridori che più probabilmente raggiungeranno i nostri obiettivi”, ha commentato Kjell Carlström, capo della squadra. Israel PT partirà con il canadese Michael Woods come leader, insieme a Guillaume Boivin, Simon Clarke, Hugo Houle, Krists Neilands, Nick Schultz, Corbin Strong e Dylan Teuns.  LEGGI TUTTO

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    Morte Rebellin, scarcerato il camionista che lo investì e uccise

    Come riporta l’Ansa, è stato scarcerato il camionista tedesco 62enne che ha investito e ucciso il 30 novembre scorso a Montebello Vicentino l’ex campione di ciclismo Davide Rebellin. Wolfgang Rieke era stato arrestato giovedì scorso con l’accusa di omicidio stradale ed omissione di soccorso su mandato europeo emesso dalla Procura di Vicenza. Secondo quanto trapela, il giudice tedesco ha sospeso l’arresto provvisorio in attesa della decisione finale sull’estradizione dell’uomo. L’autotrasportatore, uscito dal carcere di Munster (Germania) nel pomeriggio, ha ottenuto una sorta di obbligo di firma settimanale. LEGGI TUTTO

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    Giro della Svizzera, Evenepoel vince la tappa e dedica la vittoria a Mader

    Il campione del mondo Remco Evenepoel ha reso omaggio a Gino Mäder vincendo la settima tappa del Giro della Svizzera, a Weinfelden, indicando il cielo con le dita e con una mano sul cuore, mentre tagliava il traguardo. Questa competizione era ripresa 24 ore dopo l’annuncio della morte del 26enne svizzero, caduto in un burrone giovedì scorso nella discesa del passo dell’Albula, nel tratto finale della quinta tappa. La frazione di ieri era stata neutralizzata per permettere al gruppo di rendergli omaggio. Poi gli organizzatori, che avevano deciso di proseguire la manifestazione “d’accordo con la famiglia di Gino Maeder”, hanno scelto sabato di congelare i tempi a 25 km dall’arrivo per non far correre rischi ai corridori nel finale di tappa. Ma dal canto loro, 36 atleti tra i 150 ancora presenti oggi hanno deciso di non prendere il via, in particolare quelli dei team Bahrain-Victorious (la formazione di Mäder), Tudor Pro Cycling e Intermarché-Circus-Wanty.  

    Nessun “attacco” nella prima parte della tappa

    Secondo Evenepoel, quarto in classifica, i favoriti avevano concordato di non darsi battaglia prima della decisione degli organizzatori sugli ultimi 25 chilometri. “Abbiamo deciso tra i corridori piazzati nella classifica generale di non attaccare per buona parte della corsa”, ha rivelato l’iridato belga prima del via. Così la prima parte della tappa si è svolta in ‘corteo’ e la lotta per la vittoria parziale è iniziata solo nell’ultima parte della tappa, quando Evenepoel è andato in fuga a 17 km dal traguardo per poi vincere per distacco.  Il giro della Svizzera si concluderà domani con una cronometro individuale di 25 chilometri tra San Gallo e Gaiserwald. Il danese Mattias Skjelmose difenderà il suo primato in classifica, soprattutto contro Evenepoel che dovrà recuperare i 46 secondi di ritardo che ha attualmente. LEGGI TUTTO

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    Morte Rebellin, arrestato camionista tedesco che lo investì e uccise

    Wolfgang Rieke, 62 anni, l’autotrasportatore tedesco che ha investito e ucciso il 30 novembre dello scorso anno Davide Rebellin, 51 anni, è stato arrestato su mandato di arresto europeo richiesto dal gip di Vicenza. Lo ha comunicato la Procura della Repubblica di Vicenza. Il camionista è in stato di fermo nel carcere Münster (Germania). Secondo l’ordinanza, si legge nella nota della Procura, il decesso di Rebellin “è da imputare esclusivamente ad una pluralità di norme comportamentali da parte di Rieke”. Davide Rebellin, lo scorso 30 novembre, era in sella alla sua bicicletta per un allenamento, quando fu urtato e travolto da un camion, nei pressi dello svincolo autostradale di Montebello Vicentino. L’autotrasportatore non si fermò per prestare soccorso, e fu individuato il successivo 2 dicembre.
    La ricostruzione dell’incidente
    Stando alle ricostruzioni fatte dalla Procura di Vicenza, l’uomo dopo l’investimento era sceso dal Tir avvicinandosi alla vittima per poi risalire sull’autoarticolato e allontanarsi. Una scena che è stata vista da alcuni testimoni che erano riusciti anche a scattare delle foto. Queste sono state utilizzate per risalire all’identità dell’uomo. Una nota ufficiale diffusa dal procuratore di Vicenza, Lino Giorgio Bruno, aveva confermato che l’autista ha precedenti penali specifici: nel 2001 era stato condannato dal Tribunale di Foggia per essere fuggito dopo un incidente senza prestare soccorso alle persone coinvolte. Pena successivamente dichiarata estinta per decorso del tempo. Nel 2014 gli era stata invece ritirata la patente dalla polizia stradale di Chieti per guida in stato di ebbrezza. Oggi la svolta definitiva invece per la tragica morte di Rebellin. LEGGI TUTTO

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    Morto Gino Mader, era caduto ieri al Giro di Svizzera

    Tragedia nel mondo del ciclismo. Il 26enne Gino Mader, svizzero della Bahrain Victorious, è morto questa mattina per le conseguenze della caduta avvenuta ieri nelle fasi finali della quinta tappa lungo una discesa molto ripida verso l’arrivo a La Punt. Maeder è uscito di strada ed è caduto per una decina di metri da un burrone finendo in uno stagno, dove è rimasto esanime. Rianimato sul posto, è stato quindi portato via con l’elisoccorso all’ospedale di Coira. Le sue condizioni sono da subito apparse molto gravi e questa mattina è arrivata la notizia del decesso. Nello stesso punto, dove in discesa i corridori hanno raggiunto anche i 107 km orari, era caduto aduto anche un altro corridore, Magnus Sheffield, portato a sua volta in ospedale con contusioni e una commozione cerebrale. Al termine della tappa, Remco Evenepoel aveva polemizzato con l’organizzazione della corsa:  “Non è stata un’idea intelligente collocare il traguardo di una tappa del genere dopo una discesa. Ma ovviamente serve sempre più spettacolo” LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Maeder cade in un burrone al Giro di Svizzera: è in gravi condizioni

    Un ciclista elvetico, Gino Maeder della Bahrain Victorious, ha riportato gravi conseguenze in una caduta nel finale della quinta tappa del Giro di Svizzera ed è stato portato in elicottero all’ospedale di Coira. Il team ha spiegato che il 26enne Maeder è uscito di strada ed è caduto per una decina di metri da un burrone finendo in uno stagno, dove è rimasto esanime. Rianimato sul posto, è stato quindi portato via con l’elisoccorso. “I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con Gino, afferma la Bahrain, che al momento non ha dato particolari sulle sue condizioni. Nello stesso punto, lungo una discesa molto ripida verso l’arrivo della tappa a La Punt. è caduto anche un altro corridore, Magnus Sheffield, portato a sua volta in ospedale con contusioni e una commozione cerebrale. Al termine della tappa, Remco Evenepoel ha puntato l’indice sull’organizzazione. “Non è stata un’idea intelligente collocare il traguardo di una tappa del genere dopo una discesa. Ma ovviamente serve sempre più spettacolo”. La tappa è stata vinta per distacco dallo spagnolo Juan Ayuso mentre il danese Mattias Skjelmose ha ripreso la maglia gialla di leader della classifica generale. LEGGI TUTTO

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    Giro del Delfinato: Ciccone vince l’ottava tappa, corsa a Vingegaard

    Giulio Ciccone ritrova il sorriso al Giro del Delfinato. Rientrato in gara dopo aver saltato il Giro d’Italia per Covid, l’abruzzese della Trek-Segafredo ha vinto l’ultima tappa da Le Pont-de-Claix a La Bastille di 153 km. Una vittoria costruita con una fuga da lontano, in una frazione contrassegnata da sei gpm, che Ciccone ha dedicato alla futura moglie Annabruna con cui convolerà a nozze il prossimo 21 giugno. “Gli ultimi 500 metri sono stati veramenti lunghi – ha ammesso Ciccone dopo la gara, al terzo successo stagionale – È stato bello vincere davanti a tutta questa gente. Il Giro d’Italia era nei miei programmi, ma adesso ho il Tour de France in testa con la certezza che la mia condizione migliora. Prima mi sposo, poi farò i campionati nazionali e infine ci sarà il Tour”.

    Vingegaard re della generale
    La vittoria della 75^ edizione del Giro del Delfinato è andata a Jonas Vingegaard. Per il danese è l’undicesima vittoria stagionale, il modo migliore per avvicinarsi al Tour de France in cui dovrà difendere la vittoria dello scorso anno contro Tadej Pogacar. Vingegaard ha chiuso la gara con 2’23” di vantaggio su Adam Yates e 2’56” su Ben O’Connor. “Per me è un grande risultato – ha spiegato il corridore della Jumbo Visma – Il Delfinato è una delle gare più belle del mondo, sono molto contento di essere riuscito a vincere qui. Non sono mai stato solo, la mia squadra ha fatto un ottimo lavoro per tutta la settimana”. LEGGI TUTTO