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    Tour de France, la 6^ tappa da Macon a Dijon: percorso e altimetria

    È il momento dei velocisti al Tour de France. Dopo la volata di Saint-Vulbas, 163,5 chilometri quasi completamente piatti sposteranno il gruppo da Macon a Dijon, meravigliosa capitale della Borgogna. Ci si attende una tappa molto simile a quella odierna, con un ritmo tranquillo mantenuto dal gruppo e forse qualche tentativo di fuga destinato a essere riassorbito per regalare una chance agli uomini della velocità.

    Altimetria della tappa

    Ci sono appena 12 metri di dislivello tra partenza e destinazione, con l’unico guizzo del Col du Bois Clair al km 10 (altitudine di 396 metri, 1,6 km in salita con pendenza media del 6%, GPM di quarta categoria). Per il resto nessuna insidia da affrontare, con un solo traguardo volante in quel di Cormatin. Una vera e propria “tappa di trasferimento” per permettere alla carovana di proseguire il suo giro della Francia e avvicinarsi alle zone che decideranno l’esito della corsa. Pogacar è destinato a mantenere almeno per un altro giorno la sua maglia gialla. Sarà invece sfida aperta per quella verde, riservata al migliore della classifica a punti. Start fissato per le 13:35, conclusione prevista invece alle 17:19. Il Tour de France è in diretta integrale su Eurosport, canale 210 del telecomando Sky.  LEGGI TUTTO

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    Cavendish al Tour de France 2024 supera Eddy Merckx per le vittorie di tappa

    Dopo aver sofferto nei giorni scorsi, a partire dalla prima tappa, in cui ha rischiato seriamente il ritiro, Mark Cavendish entra nella leggenda del ciclismo: con la vittoria nella quinta tappa del Tour 2024, a Saint-Vulbas, Cannonball supera Eddy Merckx per numero di successi alla Grande Boucle: 35 a 34. E pensare che a maggio 2023 aveva annunciato il ritiro…
    IL RACCONTO DELLA 5^ TAPPA DEL TOUR

    Riavvolgiamo il nastro di qualche giorno. 29 giugno 2024, prima tappa del Tour da Firenze a Rimini. Mark Cavendish entra subito in crisi, gli Appennini per il campione britannico sono un calvario che sembra non finire. I compagni di squadra lo scortano come si scorta un cavaliere disarcionato, gli mettono il ghiaccio sul collo, lo sostengono in qualunque modo. Persino gli altri corridori del gruppo gli passano borracce e gli versano acqua addosso. E’ il rispetto che merita un grande, non solo per i suoi 39 anni, ma perché campione assoluto, amato dal gruppo e un veterano a cui consentire di provare a realizzare il sogno, quello di superare il più grande di tutti i tempi per vittorie di tappa al Tour. Cavendish soffre tantissimo, vomita mentre percorre una delle tante discese dopo uno dei tanti colli affrontati tra la Toscana e la Romagna. Soffre anche nei giorni successivi, meno per fortuna, ma spesso al limite del tempo massimo. Ma non molla di un centimetro, perché il sogno è più grande della sofferenza: è anche così che nascono le grandi imprese del ciclismo.

    3 luglio 2024: Cannonball supera Merckx ed entra nella leggenda
    E poi arriva il giorno in cui Cavendish torna “Cannonball” ed entra nella leggenda del ciclismo. Si perché Cavendish condivideva con un certo Eddy Merckx, fino al 3 luglio 2024 e al traguardo di Saint-Vulbas, il record di vittorie di tappa alla Grande Boucle: 34 a testa. Il britannico aveva annunciato il ritiro dalle corse durante il Giro d’Italia 2023, poi un po’ la vittoria nella tappa finale ai Fori Imperiali, un po’ la caduta e il ritiro al Tour de France il luglio successivo, e soprattutto quel sogno di superare il Cannibale, l’uomo più vincente della storia del ciclismo, gli avevano fatto cambiare idea. “Non è ancora finita” aveva detto, e il suo ex compagno di squadra e direttore della Astana Alexandre Vinokourov lo ha volentieri accontentato. “Solo un altro anno eh” aveva scherzato Cavendish. Ed eccoci qui a raccontare un uomo diventato leggenda: a Saint-Vulbas, 5^ tappa del Tour de France 2024, “Manx Missile” sbaraglia tutta la concorrenza, I Philipsen, i Kristoff, i De Lie, gli Jakobsen, in una volata pazzesca. A 39 anni ha regolato con potenza e classe tutti gli altri velocisti, molto più giovani di lui. E ha messo la sua ruota davanti a quella del più forte di tutti i tempi, Eddy Merckx. Ora Cannonball guida la classifica di vittorie di tappa al Tour: 35 successi, contro i 34 del Cannibale. E, cosa ancora più clamorosa, Merckx perde un record, la notizia è di per sé pazzesca. Ma chissà che in questi giorni Cavendish non ci riprovi, giusto per mettere un po’ di distanza in più rispetto alla generazione di giovani fenomeni che sta dominando il ciclismo di oggi. Pogacar è a 12 successi di tappa, non si può stare troppo tranquilli per il record…

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    La festa con moglie e figli
    Ad aspettarlo al traguardo moglie e figli. Un trionfo condiviso con abbracci e baci in famiglia, con un sorriso aperto, liberatorio. L’abbraccio a Vinokourov carico di gratitudine per la fiducia posta in lui dall’Astana. E l’omaggio degli avversari: l’abbraccio di Pogacar, i complimenti sinceri di Philipsen, nessuno nel gruppo oggi è triste per aver perso, ma felice per aver assistito a un momento storico. Una carriera, quella di Cavendish, che meritava un epilogo del genere. Nato nel 1985 nell’Isola di Man, abituata alle due ruote ma molto più rumorose e a motore, non poteva che appasionarsi alla velocità. E alla competizione: si narra che a 16 anni, mentre svolgeva il lavoro di impiegato in una banca, si mise in testa di superare il record di transazioni compiute in una giornata. E riuscì a batterlo. Per fortuna il suo destino è poi finito sulla bicicletta, con una carriera da mito del ciclismo. L’amore per la bicicletta scoppiato a 11 anni, da piccolo un esordio da terzino e il tifo per il Leeds, anche qualche esperienza con la danza prima di dedicarsi anima e corpo alle due ruote. Impressionante il suo palmares. Al Tour con quella di oggi fanno 35 tappe. 16 i successi al Giro, 3 alla Vuelta. In totale in carriera 161 successi, primatista tra i corridori in attività. Ha conquistato nel 2009 la Milano-Sanremo, l’unica classica adatta a un velocista come lui. Un mondiale in linea nel 2011 a Copenaghen, tre volte oro iridato in pista nell’americana, argento olimpico nell’omnium a Rio nel 2016. Evviva Mark Cavendish.

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    Tour de France, Pogacar vince la tappa di Valloire ed è di nuovo in maglia gialla

    Tadej Pogacar ha vinto in beata solitudine la quarta tappa del Tour, la prima di montagna e con traguardo in territorio francese, a Valloire, sfilando la maglia gialla di leader all’ecuadoregno Richard Carapaz e riprendendosela così dopo un solo giorno. Per lo sloveno è il 12° successo alla Grande Boucle. Partito da Pinerolo e percorsi 139,6 chilometri, dopo aver attaccato nell’ultimo chilometro del Galibier e protagonista di una splendida discesa, il leader della UAE Emirates ha preceduto di 35″ un terzetto composto dal belga Remco Evenepoel, dal compagno di squadra Juan Ayuso e dallo sloveno Primoz Roglic. Il suo grande rivale Jonas Vingegaard è stato l’unico a riuscire a seguirlo all’inizio, ma ha poi perso terreno poco prima della vetta ed è stato ripreso durante la discesa verso Valloire, finendo quinto, a 37″.

    Ciccone brilla ed è in top ten
    Il primo degli italiani è Giulio Ciccone (Lidl-Trek), nono con un distacco di 2’41”. In classifica generale Pogacar, che ha beneficiato di diversi abbuoni in cima al Galibier e all’arrivo, ha un vantaggio di 45″ su Evenepoel e 50″ su Vingegaard. Ciccone é nono anche nella generale, con un ritardo di 3’20”. “Sono molto felice. Era più o meno il piano e lo abbiamo eseguito molto bene. È stata una tappa da sogno e finire da solo è davvero grandioso – ha commentato Pogacar all’arrivo. Mi sono allenato molto qui in passato, quindi conoscevo perfettamente la tappa, era come correre a casa”. Il Galibier ha fatto la selezione, frenando le ambizioni di Carapaz (giunto 32mo, a +5’10”) come di tanti altri, a cominciare da Romain Bardet, che ha incassato un distacco di 9’53”. Primoz Roglic è rimasto attardato in cima al Galibier, ma lo sloveno è poi riuscito a raggiungere il gruppo di Evenepoel sfruttando la discesa. È al quinto posto, a 1’14” dal connazionale nella classifica generale. “Pogi” ha approfittato del ritmo imposto dalla sua impressionante squadra, la UAE Emirates, nonostante fosse in inferiorità numerica sui tornanti innevati. Poco prima della vetta erano in due a circondare il loro leader, Ayuso e Almeida, mentre Vingegaard e Roglic erano soli. A testimoniare questo potere, il compagno di squadra di Pogacar e prodigio spagnolo Juan Ayuso è ora quarto nella generale e secondo dietro Evenepoel nella graduatoria della maglia bianca (miglior giovane). LEGGI TUTTO

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    Tour de France, Pogacar stupisce ancora sul Galibier. E “dribbla” anche una marmotta

    Che Tadej Pogacar fosse un fenomeno, di quelli che nascono una volta ogni 50 anni, lo sapevamo già da tempo e non solo per un palmares da veterano a 26 anni ancora non compiuti. Ma lo sloveno non smette mai di stupirci, emozionarci, alzare l’asticella verso qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto prima. Aggiungiamo anche che in questa Grande Boucle “Pogi” dispone di una squadra fortissima, con un Almeida leader aggiunto che fa il vice capitano e riprende Ayuso sul Galibier, invitandolo a tornare a tirare. La UAE ha imposto un ritmo altissimo sulle rampe della storica salita della Grande Boucle (seppur presa dal versante di Briançon), che comunque rimanda a Pantani nel 1998 tanto per dire e tanto per restare sul tema doppiette Giro-Tour. Tadej ha aspettato l’ultimo chilometro di salita per attaccare, non voleva spingere troppo, per sua stessa ammissione (mancano ancora tanti giorni fino a Nizza). 

    Una discesa capolavoro
    Ma è a fine salita, con il solo Vingegaard a restare quantomeno in scia, che Pogacar sprigiona genio, intuizione e rapidità di esecuzione. La discesa verso Valloire è una pennellata continua ai limiti dell’impossibile, con velocità folli e traiettorie da far trattenere il fiato davanti alla televisione. Spingendo da matti con le gambe nei tratti pedalabili. Alla fine saranno 35 i secondi su Evenepoel, Ayuso, Roglic, 37 su Vingegaard e Carlos Rodriguez. Con gli abbuoni fanno maglia gialla con 45 secondi su Evenepoel (occhio al belga, tra gli avversari è uno di quelli con più gamba) e 50 sull’eterno rivale in terra francese Vingegaard (che va detto, è quasi un miracolo vada così forte dopo lo schianto di aprile). 

    Nizza è ancora lontana ma “Pogi” non smette di stupire
    La strada verso Nizza è ancora lunga e piena di insidie, ma se voleva dare una prova di forza oggi Pogacar ha raggiunto l’obiettivo, dando un segnale agli avversari. Che ora dovranno rispondere, a partire dalla cronometro del 5 luglio. Resta un altro, ennesimo capolavoro di un corridore che più che essere accostato ai grandi del passato diventerà lui stesso pietra di paragone per il futuro. Con anche il brivido di aver dovuto “dribblare” una marmotta mentre correva in picchiata verso Valloire. “Stupor mundi” al Tour de France, si chiama Tadej Pogacar. LEGGI TUTTO

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    Tour de France, la 5^ tappa da St Jean de Maurienne a Saint Vulbas: percorso e altimetria

    Dopo la fatica, il giusto riposo. Al termine del tappone alpino con passaggio dall’Italia alla Francia, il Tour riserva una nuova chance agli sprinter. 177,4 chilometri da Saint-Jean de Maurienne a Saint-Vulbas, con lievissimo dislivello dai 499 metri di partenza ai 217 di arrivo. Dalla Savoia ci si trasferisce nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi. 

    L’altimetria della tappa

    Gli unici ostacoli per i velocisti sono solo un paio di Gran Premi della Montagna di quarta categoria nella seconda metà del percorso: il primo a Cote du Cheval Blanc (1,5 km con pendenze del 4,3% a 335 metri di altezza), il secondo a Cote de Lhuis (3 km con 4,8% di pendenze a 383 metri di altezza). In aggiunta anche un traguardo volante ad Aoste, per un nuovo, breve excursus in territorio italiano. La partenza è prevista alle ore 13:20, con arrivo atteso per le 17:16. Il giro è in diretta su Eurosport, canale 210 di Sky, e in streaming su NOW.  LEGGI TUTTO

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    Tour de France, la 4^ tappa da Pinerolo a Valloire: percorso e altimetria

    Li vediamo già, Tadej Pogacar, Jonas Vingegaard e la nuova maglia gialla Richard Carapaz duellare sul Col du Galibier. Perché da oggi non si scherza più: il Tour scatterà da Pinerolo per arrivare a Valloire, in Francia, dopo 139.6 chilometri e 3600 metri di dislivello. Si scalerà il Sestrière, subito dopo la partenza: un lunghissimo GPM di seconda categoria che salirà a oltre 2mila metri di altitudine (39.9 km al 3,7%); discesa a Cesana Torinese e ancora su, sul Col de Montegenèvre e passaggio da Briançon verso il Galibier: 2642 metri di altitudine, 23 km al 5% di pendenza media con lo scollinamento a 19 km dall’arrivo nel dipartimento della Savoia, nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi.

    Dove seguire il Tour de France
    Tutta la corsa sarà trasmessa in diretta integrale da Eurosport, canale 210 del telecomando Sky. La partenza da Pinerolo è fissata per le ore 13.15, con arrivo previsto intorno alle 17. La tappa si potrà seguire anche su Sky Go e su NOW. LEGGI TUTTO

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    Tour de France, la 3^ tappa in diretta live

    1) VAUQUELIN (Kévin Arkéa-B&B Hotels) 4h43’42”
    2) ABRAHAMSEN Jonas Uno-X Mobility +36″
    3) PACHER Quentin (Groupama-FDJ) +49
    4) RODRÍGUEZ Cristián (Arkéa-B&B Hotels) s.t.
    5) TEJADA Harold (Astana Qazaqstan) s.t.
    6) OLIVEIRA Nelson (Movistar) +50″
    7) LAURANCE Axel (Alpecin-Deceuninck) +1’12”
    8) TEUNISSEN Mike (Intermarché-Wanty) +1’33”
    9) HOULE Hugo (Israel-Premier Tech) +1’36”
    10) CARAPAZ Richard EF Education – EasyPost +2’21” LEGGI TUTTO

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    Tour de France, la 3^ tappa da Piacenza a Torino: percorso e altimetria

    Prima occasione per i velocisti, ma non crediate sia una passeggiata. Terza tappa da almeno 200 km su tre, e altrettante salitelle di 4ª categoria. La prima nella Tortona (1,1 km al 6,3%) dell’addio a Fausto Coppi, in mezzo il Barbaresco (1,5 km al 6,5%) e l’ultima a Sommariva Perno (3 km al 4,6%), ai -45 km. Poi sarà bagarre per tenere coperte le ruote veloci prima di lanciare i rispettivi treni per la volata. Torino ospita per la terza volta un arrivo del Tour. Nel ’56 vinse l’enfant du pays Nino Defilippis, nel ’61 il francese Guy Ignolin e nel ’66 il nostro Franco “Cuore matto” Bitossi. LEGGI TUTTO