Ciclismo, Tour de France: Roglic conquista la maglia gialla. La seconda sui Pirenei è di Pogacar, si ritira Aru
Pirenei, atto secondo: cambia la maglia gialla. La prende Primoz Roglic, secondo sul traguardo di Laruns. La tappa la vince un altro sloveno, Tadej Pogacar. Già sul tratto più duro Col de Marie-Blanque aveva acceso la miccia. E’ stato poi quello più fresco in una volata senza tattiche e astuzie, dove contava solamente spingere. E se non ci fosse stata la tappa del vento, in cui ha pagato l’inesperienza dei 22 anni… Non parla però solo sloveno questo Tour. Egan Bernal c’è: stavolta per non patire i cambi di ritmo, spesso è messo personalmente a tirare. Crescita di condizione evidente per il vincitore del Tour dello scorso anno. La seconda sui Pirenei, che anticipa il primo giorno di riposo, dice anche che Landa quando la strada sale c’è sempre, che Quintana è ancora carente sui dettagli, che i francesi Martin e Bardet ancora possono dire tanto, che Rigoberto Uran zitto zitto guadagna punti, che Adam Yates pur non crollando è rientrato nei ranghi. E che Marc Hirschi è corridore veramente tosto. Anch’egli 22enne, svizzero come Cancellara, l’ultimo di quelle parti a vincere una tappa alla Grande Boucle. “E’ il Kylian Mbappé del ciclismo”, lo ha definito il buon Fabian alla stampa transalpina. E lui continua a rispondere. A Nizza è stato battuto solo da Alaphilippe. Stavolta fa vedere cose ancora più importanti: inizia ad attaccare in discesa subito dopo il primo GPM, viene raggiunto, riparte, resta solo, si illude, viene ripreso all’ultimo km. Morale ferito, eppure il primo a rilanciare in volata: è terzo, ma i tempi per una impresa sono maturi.Tanti spunti nel giorno in cui Pau viene celebrata per la 72esima volta sede di tappa, un rito iniziato nel 1930. Fu uno dei due Tour di Andre Leducq (uno capace di vincere grazie a un pedale di fortuna offerto da uno spettatore quando tutto sembrava perduto). Quel giorno però si parlò italiano: vittoria di Alfredo Binda, in maglia gialla Learco Guerra. Tempi lontanissimi, lo certifica il Col del la Hourcere. E’ una primizia per il Tour: 11,1 km all’8,8%, Fabio Aru però non lo metterà nel libro dei ricordi. Abandon: radio corsa sentenzia una situazione precaria che, a parte un guizzo dei giorni scorsi durato esattamente 7 km, era apparsa chiara. Nel dna del sardo non ci sono tracce di quell’Aru che seppe conquistare 3 anni fa la maglia gialla. La crisi, il ritiro, tutto ci può stare: però forse la scelta di partecipare ad una corsa come il Tour poteva essere valutata con maggiore attenzione. E Pogacar, come se non bastasse, perde una pedina preziosa. Durissimo il commento di Giuseppe Saronni, che nella formazione emiratina ha un ruolo dirigenziale, ha analizzato duramente la situazione ai microfoni di Rai 2: “Aru ci ha deluso. Ha dei problemi, anche psicologici. Non reagisce alle prime difficoltà: va giù, non ha quel carattere. Dobbiamo fare delle valutazioni su chi ha deciso di portarlo al Tour de France“. Cenni di cronaca ulteriori. Partenza a tutta, difficile trovare spazio per la fuga. Poi ci riesce Hirschi. Dietro la Jumbo monopolizza: Dumoulin ormai fa il gregario a Roglic, ma questo si era già capito. La tappa è dura ma non durissima. Se decide sul Col de Marie Blanque, prima categoria, 7.7 km all’8.6%. Pogacar attacca, ma ormai hanno capito che è pericoloso. Con lui vanno Roglic, Landa e Bernal. Dietro Quintana, i francesi, Uran non mollano. Hirschi cerca una crono disperata per resistere, ma i sogni sfumano sul più bello. E la Slovenia fa ancora festa: “Ringrazio il team, hanno fatto un gran lavoro – spiega Pogacar -. Dopo una tappa così dura è pazzesco aver vinto proprio qua per la prima volta al Tour. Sono contento di questa prima settimana, abbiamo sbagliato solo la tappa in cui c’è stato il ventaglio”. Parola a Roglic: “E’ stato davvero difficile oggi,ma ho visto i miei compagni motivati. A quel punto ho capito che poteva essere una buona giornata. E’ stato davvero un buon lavoro, fin dal km 0. La maglia gialla è sempre stata il mio sogno, la dedico alla mia famiglia, sono molto orgoglioso”.ORDINE D’ARRIVO1. Tadej Pogacar (Slo, UAE-Emirates) in 3h55’17″2. Primoz Roglic (Slo, Jumbo-Visma) s.t.3. Marc Hirschi (Svi, Team Sunweb) s.t.4. Egan Bernal (Col) s.t.5. Mikel Landa (Esp) s.t.6. Bauke Mollema (Ned) a 0’11″7. Guillaume Martin (Fra) s.t.8. Romain Bardet (Fra) s.t.9. Richie Porte (Aus) s.t.10. Rigoberto Uran (Col) s.t.11. Nairo Quintana (Col) s.t.15. Adam Yates (Gbr) a 0’54″16. Miguel Angel Lopez (Col) s.t.17. Tom Dumoulin (Ned) s.t.33. Thibaut Pinot (Fra) a 9’28″CLASSIFICA GENERALE1. Primoz Roglic (Slo, Jumbo-Visma) in 38h40’01″2. Egan Bernal (Col, Ineos-Grenadiers) a 0’21″3. Guillaume Martin (Fra, Cofidis) a 0’28″4. Romain Bardet (Fra) a 0’30″5. Nairo Quintana (Col) a 0’32″6. Rigoberto Uran (Col) s.t.7. Tadej Pogacar (Slo) a 0’44″8. Adam Yates (Gbr) a 1’02″9. Miguel Angel Lopez (Col) a 1’15″10. Miguel Landa (Esp) a 1’42″14. Tom Dumoulin (Ned) a 3’22″15. Richard Carapaz (Ecu) a 3’42″24. Thibaut Pinot (Fra) a 28’32” LEGGI TUTTO