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    Ciclismo, Tour de France: Roglic conquista la maglia gialla. La seconda sui Pirenei è di Pogacar, si ritira Aru

    Pirenei, atto secondo: cambia la maglia gialla. La prende Primoz Roglic, secondo sul traguardo di Laruns. La tappa la vince un altro sloveno, Tadej Pogacar. Già sul tratto più duro Col de Marie-Blanque aveva acceso la miccia. E’ stato poi quello più fresco in una volata senza tattiche e astuzie, dove contava solamente spingere. E se non ci fosse stata la tappa del vento, in cui ha pagato l’inesperienza dei 22 anni… Non parla però solo sloveno questo Tour. Egan Bernal c’è: stavolta per non patire i cambi di ritmo, spesso è messo personalmente a tirare. Crescita di condizione evidente per il vincitore del Tour dello scorso anno. La seconda sui Pirenei, che anticipa il primo giorno di riposo, dice anche che Landa quando la strada sale c’è sempre, che Quintana è ancora carente sui dettagli, che i francesi Martin e Bardet ancora possono dire tanto, che Rigoberto Uran zitto zitto guadagna punti, che Adam Yates pur non crollando è rientrato nei ranghi. E che Marc Hirschi è corridore veramente tosto. Anch’egli 22enne, svizzero come Cancellara, l’ultimo di quelle parti a vincere una tappa alla Grande Boucle. “E’ il Kylian Mbappé del ciclismo”, lo ha definito il buon Fabian alla stampa transalpina. E lui continua a rispondere. A Nizza è stato battuto solo da Alaphilippe. Stavolta fa vedere cose ancora più importanti: inizia ad attaccare in discesa subito dopo il primo GPM, viene raggiunto, riparte, resta solo, si illude, viene ripreso all’ultimo km. Morale ferito, eppure il primo a rilanciare in volata: è terzo, ma i tempi per una impresa sono maturi.Tanti spunti nel giorno in cui Pau viene celebrata per la 72esima volta sede di tappa, un rito iniziato nel 1930. Fu uno dei due Tour di Andre Leducq (uno capace di vincere grazie a un pedale di fortuna offerto da uno spettatore quando tutto sembrava perduto). Quel giorno però si parlò italiano: vittoria di Alfredo Binda, in maglia gialla Learco Guerra. Tempi lontanissimi, lo certifica il Col del la Hourcere. E’ una primizia per il Tour: 11,1 km all’8,8%, Fabio Aru però non lo metterà nel libro dei ricordi. Abandon: radio corsa sentenzia una situazione precaria che, a parte un guizzo dei giorni scorsi durato esattamente 7 km, era apparsa chiara. Nel dna del sardo non ci sono tracce di quell’Aru che seppe conquistare 3 anni fa la maglia gialla. La crisi, il ritiro, tutto ci può stare: però forse la scelta di partecipare ad una corsa come il Tour poteva essere valutata con maggiore attenzione. E Pogacar, come se non bastasse, perde una pedina preziosa. Durissimo il commento di Giuseppe Saronni, che nella formazione emiratina ha un ruolo dirigenziale, ha analizzato duramente la situazione ai microfoni di Rai 2: “Aru ci ha deluso. Ha dei problemi, anche psicologici. Non reagisce alle prime difficoltà: va giù, non ha quel carattere. Dobbiamo fare delle valutazioni su chi ha deciso di portarlo al Tour de France“. Cenni di cronaca ulteriori. Partenza a tutta, difficile trovare spazio per la fuga. Poi ci riesce Hirschi. Dietro la Jumbo monopolizza: Dumoulin ormai fa il gregario a Roglic, ma questo si era già capito. La tappa è dura ma non durissima. Se decide sul Col de Marie Blanque, prima categoria, 7.7 km all’8.6%. Pogacar attacca, ma ormai hanno capito che è pericoloso. Con lui vanno Roglic, Landa e Bernal. Dietro Quintana, i francesi, Uran non mollano. Hirschi cerca una crono disperata per resistere, ma i sogni sfumano sul più bello. E la Slovenia fa ancora festa: “Ringrazio il team, hanno fatto un gran lavoro – spiega Pogacar -. Dopo una tappa così dura è pazzesco aver vinto proprio qua per la prima volta al Tour. Sono contento di questa prima settimana, abbiamo sbagliato solo la tappa in cui c’è stato il ventaglio”. Parola a Roglic: “E’ stato davvero difficile oggi,ma ho visto i miei compagni motivati. A quel punto ho capito che poteva essere una buona giornata. E’ stato davvero un buon lavoro, fin dal km 0. La maglia gialla è sempre stata il mio sogno, la dedico alla mia famiglia, sono molto orgoglioso”.ORDINE D’ARRIVO1. Tadej Pogacar        (Slo, UAE-Emirates)      in 3h55’17″2. Primoz Roglic        (Slo, Jumbo-Visma)              s.t.3. Marc Hirschi         (Svi, Team Sunweb)              s.t.4. Egan Bernal          (Col)                           s.t.5. Mikel Landa          (Esp)                           s.t.6. Bauke Mollema        (Ned)                     a    0’11″7. Guillaume Martin     (Fra)                           s.t.8. Romain Bardet        (Fra)                           s.t.9. Richie Porte         (Aus)                           s.t.10. Rigoberto Uran       (Col)                           s.t.11. Nairo Quintana       (Col)                           s.t.15. Adam Yates           (Gbr)                     a    0’54″16. Miguel Angel Lopez   (Col)                           s.t.17. Tom Dumoulin         (Ned)                           s.t.33. Thibaut Pinot        (Fra)                     a    9’28″CLASSIFICA GENERALE1. Primoz Roglic         (Slo, Jumbo-Visma)       in 38h40’01″2. Egan Bernal           (Col, Ineos-Grenadiers)   a     0’21″3. Guillaume Martin      (Fra, Cofidis)            a     0’28″4. Romain Bardet         (Fra)                     a     0’30″5. Nairo Quintana        (Col)                     a     0’32″6. Rigoberto Uran        (Col)                            s.t.7. Tadej Pogacar         (Slo)                     a     0’44″8. Adam Yates            (Gbr)                     a     1’02″9. Miguel Angel Lopez    (Col)                     a     1’15″10. Miguel Landa          (Esp)                     a     1’42″14. Tom Dumoulin          (Ned)                     a     3’22″15. Richard Carapaz       (Ecu)                     a     3’42″24. Thibaut Pinot         (Fra)                     a    28’32” LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Tour: le smorfie di Pinot, corridore da romanzo

    Loudenvielle – Oggi inizia un’altra carriera per Thibaut Pinot. La prima, quella che si è interrotta bruscamente ieri sul Port de Balès, gli ha riservato una tale dose di sfortune da renderlo un personaggio ormai da romanzo, al di là del bene e del male che è comunque riuscito a compiere in bicicletta: il non moltissimo che ha vinto, tra cui tappe a Giro, Tour e Vuelta e un Lombardia, e il moltissimo che avrebbe potuto vincere, con le qualità che ha. Ma quelle, da sole, non bastano. Men che meno in uno sport spietato come questo.Stavolta è stata la caduta di Nizza a bloccarlo. Ha un ematoma sulla schiena e non riesce a spingere in salita. Aveva provato a mascherare il tutto, poi sul Balès, nemmeno in cima e nemmeno dopo un particolare forcing di questo o quell’altro, si è lasciato andare. Si è trovato la squadra attorno ed è scivolato via via fino ai 19 minuti incassati, e il tempo l’ha passato chiacchierando con i compagni e facendo smorfie di dolore. Le sue solite. Quelle che lo renderanno un’icona. Tibo indietro, Tibo e un altro Tour che se ne va. L’ha finito solo due volte. Questo non è finito, ma è come se lo fosse. Quello buono sembrava lo scorso, dopo la vittoria sul Tourmalet, con Madiot in estasi mistica e la Francia pronta ad aprire Champagne in cantina dal 1985. Niente da fare. Una botta al manubrio col ginocchio in una tappa di pianura. Altre lacrime e altre smorfie, e i compagni intorno. E così nel 2017, nel 2016 e nel 2013. E così al Giro 2018, quando prese la polmonite tra Bardonecchia e Cervinia. Lo portarono in ospedale ad Aosta. L’Italia poteva costargli la pelle, l’Italia che ama: ha un tatuaggio in italiano, “Solo la vittoria è bella”, era un ragazzo quando vinse il Giro della Valle d’Aosta e la Settimana Bergamasca.Ciclismo LEGGI TUTTO

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    Tour de France, Peters vince l'8^ tappa. Yates resta maglia gialla. Risultati e classifica

    Impresa del 26enne dell’Ag2r, che corona una lunga fuga vincendo in solitaria la prima tappa pirenaica di questo Tour sul traguardo di Loudenvielle. Per il francese seconda vittoria in carriera dopo il successo di Anterselva nel 2019 al Giro d’Italia. Adam Yates mantiene la maglia gialla, ritiro per Giacomo Nizzolo

    Benvenuti sui Pirenei. L’8^ tappa del Tour de France 2020, la prima di montagna, va al 26enne francese Nans Peters e dà i primi scossoni di classifica in questa Grande Boucle. Il corridore dell’Ag2r vince dopo una lunga fuga, prima con alcuni compagni di avventura poi in solitaria. Da Cazeres sur Garonne a Loudenvielle: 141 chilometri di una frazione con tanta salita. Col de Menté, Port de Balès e, infine, il Col de Peyresourde, prima dello scollinamento a 11 km e mezzo dal traguardo e della discesa finale verso il traguardo. Peters, seconda vittoria in carriera (aveva vinto ad Anterselva nel 2019 al Giro d’Italia), corona un’impresa indimenticabile: grandi gambe sulle asperità di giornata, abbinate a un’ottima guida della bici in discesa. Al contrario di Ilnur Zakarin, naufragato negli ultimi chilometri dopo un tentativo di recupero. Il francese, prima di tagliare il traguardo, si mette le mani sul casco, sembra quasi non crederci. Sul podio di giornata anche il danese della Trek-Segafredo, Toms Skujins, e lo spagnolo della Movistar, Carlos Verona.

    L’ordine d’arrivo dell’8^ tappa
    1. NANS PETERS (Ag2r)2. TOMS SKUJINS (Trek) + 00h 00′ 47”3. CARLOS VERONA (Movistar) + 00h 00′ 47”4. ILNUR ZAKARIN (CCC) + 00h 01′ 09”5. NEILSON POWLESS (EF) + 00h 01’41”

    Adam Yates resta in giallo
    Scaramucce tra gli uomini di classifica sul Peyresourde e nel finale. Il migliore dei big è stato Tadej Pogacar, uscito con le ossa rotte nella 7^ tappa nella battaglia dei ventagli. Lo sloveno della Uae Emirates ha recuperato 40 secondi sui rivali. Adam Yates conserva la maglia gialla, per alcuni chilometri messa in pericolo da un attacco di Primoz Roglic. Tra gli sconfitti Emanuel Buchmann, arrivato a 1’43’’ dai migliori. A 2’47’’ dal gruppetto maglia gialla Tom Dumoulin e Alejandro Valverde, mentre è letteralmente crollato Thibaut Pinot. Il francese si è sfilato a 40 chilometri dal traguardo ed è uscito di classifica. Da segnalare anche i ritiri del neo campione europeo Giacomo Nizzolo (problema a un ginocchio) e di Diego Rosa. I Pirenei hanno fatto la prima selezione, ma domani, domenica 6 settembre, è già tempo di altre salite. In particolare il Col de Marie Blanque (7,7 chilometri all’8,6% di pendenza media) con gran premio della montagna a 8 chilometri dal traguardo della 9^ tappa. Si preannunciano altre scintille.

    La nuova classifica generale
    1. ADAM YATES (Mitchelton-Scott)2. PRIMOZ ROGLIC (Jumbo-Visma) +00h 00′ 03”3. GUILLAUME MARTIN (Cofidis) +00h 00′ 09”4. ROMAIN BARDET (Ag2r La Mondiale) +00h 00′ 11”5. EGAN BERNAL (Ineos) +00h 00′ 13”6. NAIRO QUINTANA (Team Arkea) +00h 00′ 13”7. MIGUEL ANGEL LOPEZ (Astana) +00h 00′ 13”8. RIGOBERTO URAN (Ef Pro Cyclyng) +00h 00′ 13”9. TADEJ POGACAR (Uae Emirates) + 00h 00′ 48”10. ENRIC MAS (Movistar) + 00h 01′ 00”

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    Ciclismo, Tour de France: a Peters la prima sui Pirenei. Adam Yates resta in giallo, crollo di Pinot e Alaphilippe

    Il Tour inizia a mostrare la sua cattiveria. Vero, la prima sui Pirenei lascia in maglia gialla un ottimo Adam Yates e i distacchi tra i primi restano sostanzialmente lillipuziani. Ma verdetti e sensazioni non mancano. Roglic fa parte delle seconde: è quello che sembra avere la forma migliore. Ormai il capitano della Jumbo indiscusso è lui, Dumoulin non ne ha più di tanto e farà il gregario. Tra i colombiani, Nairo Quintana (pur con qualche timidezza di troppo) sembra tornato ai livelli di qualche stagione fa. Bernal invece, pur non perdendo nulla, continua a soffrire sulle accelerazioni. Molto bene Pogacar, vittima del vento nel giorno precedente, che mostra la rabbia del riscatto e guadagna una manciata di secondi: “E’ stata una buona giornata per me – spiega il giovane scalatore sloveno – nel tratto in discesa ho recuperato 40″ andando più veloce che potevo”. I verdetti in larga parte riguardano i francesi. Sul Port de Balés, seconda ascesa di giornata, va in scena l’ennesimo calvario di Thibaut Pinot. Vederlo destreggiarsi nel vento, senza goffagini, nella tappa precedente, aveva indotto in errore. Invece la smorfia della resa, sofferta e fragile, è di quelle già viste tante volte nei grandi giri. Sul Peyresourde, terza ascesa prima della picchiata verso il traguardo, alza bandiera bianca Julian Alaphilippe: scatta, ma è l’attacco alla baionetta contro chi ha bombe e mitragliette… Anche lui fuori dai giochi.Narrata finora, la giornata sembra infausta per i padroni di casa (a proposito, anche sul fronte italiano sono dolori. Si sono ritirati Rosa e Nizzolo). Ci sono però un paio di salvatori della patria. Il primo è il vincitore di tappa, di gran lunga il più bravo dei fuggitivi di giornata. Nans Peters: è di Grenoble, tanto che tra i suoi alias c’è il ‘Guerriero delle Alpi’. Intanto si prende i Pirenei, facendosi spazio nella schiera di quelli che vincono poco ma bene: è la seconda vittoria in carriera, la prima nello scorso Giro d’Italia, nella tappa di Anterselva. Peters vince anche perché Ilnur Zakarin, il più pericoloso tra i compagni di fuga, è assalito dai tormenti quando la strada scende. Le picchiate dalle cime pirenaiche sono poco raccomandabili, e lui al Giro d’Italia quasi si ammazzò scendendo dal Colle dell’Agnello. Stavolta in 5/6 curva dà la sinistra sensazione di un replay, se la cava ma alla fine la tappa gli scivola di mano. Gli altri salvatori francesi sono due intellettuali: Guillaume Martin e Romain Bardet. Quest’ultimo sembrava sparito dal radar dopo tante delusioni, ci rientra guizzo finale (un paio di secondo presi a Yates) che fa ben sperare. Per chiudere, dai verdetti torniamo alle sensazioni. Domenica altra tappa ‘seria’, con il Col de Marie Blanque nel finale. Potrebbe essere il momento giusto per dare un primo volto al cattivo del Tour.ORDINE D’ARRIVO1. Nans Peters (Fra, AG2R-La Mondiale) in 4h02’12″2. Tom Skujins (Lat, Trek-Segafredo) a 47″3. Carlos Verona (Esp, Movistar) s.t.4. Ilnur Zakarin (Rus) a 1’09″5. Neilson Powless (Usa) a 1’41″6. Ben Hermans (Bel) a 3’42″7. Quentin Pacher (Fra) s.t.8. Soren Kragh Andersen (Den) a 4’04″9. Tadej Pogacar (Slo) a 6’00″10. Romain Bardet (Fra) a 6’38″11. Miguel Angel Lopez (Col) a 6’40″12. Adam Yates (Gbr) s.t.13. Egan Bernal (Col) s.t.16. Primoz Roglic (Slo) s.t.17. Nairo Quintana (Col) s.t.30. Tom Dumoulin (Ned) a 8’47″38. Julian Alaphilippe (Fra) a 18’07″45. Fabio Aru (Ita) a 19’44″64. Thibaut Pinot (Fra) a 25’23″CLASSIFICA GENERALE 1. Adam Yates (Gbr, Mitchelton-Scott) in 34h44’52″2. Primoz Roglic (Slo, Jumbo-Visma) a 3″3. Guillaume Martin (Fra, Cofidis) a 9″4. Romain Bardet (Fra) a 11″5. Egan Bernal (Col) a 13″6. Nairo Quintana (Col) s.t.7. Miguel Angel Lopez (Col) s.t.8. Rigoberto Uran (Col) s.t.9. Tadej Pogacar (Slo) a 48″10. Enric Mas (Esp) a 1’00″15. Tom Dumoulin (Ned) a 2’20″17. Richard Carapaz (Ecu) a 2’40″26. Julian Alaphilippe (Fra) a 11’42″29. Fabio Aru (Ita) a 18’10″30. Thibaut Pinot (Fra) a 18’56” LEGGI TUTTO

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    Classifiche aggiornate Tour de France dopo l’ottava tappa: Adam Yates sempre maglia gialla

    Pochi minuti fa si è conclusa l’ottava tappa del Tour de France che ha visto la vittoria in solitaria del transalpino Nans Peters che dopo pochi chilometri è andato subito in fuga, non facendosi più raggiungere; a 47 secondi sono giunti al traguardo il lettone Tom Skujins e lo spagnolo Carlos Verona. Tra i favoriti di questo Tour, bel passo in avanti di Tadej Pogacar l’unico che in salita ha fatto la differenza e che alla fine della frazione guadagnando 40 secondi preziosi sui rivali e molto probabilmente, se ieri pomeriggio non avesse forato, sarebbe la nuova maglia gialla che invece è ancora ad appannaggio di Adam Yates che oggi in verità è stato abbastanza in difficoltà come anche Egan Bernal, ma sono riusciti a limitare i danni grazie all’esperienza.Ora andiamo a vedere tutte le classifiche aggiornate dopo otto tappe.

    Classifiche aggiornate Tour de France dopo l’ottava tappa
    Classifica generale (maglia gialla)
    1) Adam Yates 34h44’52”2) Primoz Roglic +3″3) Guillaume Martin +9″4) Romain Bardet   +11″5) Egan Bernal +13”6) Nairo Quintana +13″7) Miguel Angel Lopez +13″8) Rigoberto Uran +13”9) Tadej Pogacar +48″10) Enric Mas +1’00
    Classifica a punti (maglia verde)
    1) Peter Sagan 138 punti2) Sam Bennett 131 punti3) Wout Van Aert  106 punti4) Bryan Coquard 106 punti5) Alexander Kristoff 93 punti
    Classifica dei GPM (maglia a pois)
    1) Benoit Cosnefroy 35 punti2) Nans Peters 31 punti3) Ilnur Zakarin 25 punti4) Tom Skujins 24 punti5) Quentin Pacher 20 punti
    Classifica dei giovani (maglia bianca)

    1) Egan Bernal  34h45’05”2) Tadej Pogacar +35”3) Enric Mas +47”4) Sergio Andres Higuita +2’35”5) Neilson Powless +31’36” LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Tour de France: bis di Van Aert in una tappa dominata dal vento

    LAVAUR – È bastato un po’ di vento per dare uno scossone a un Tour de France che nelle sue primissime uscite aveva regalato più sbadigli che sussulti. Un assalto in due puntate che ha prima escluso buona parte dei velocisti e poi creato sconquassi tra gli uomini di classifica. Il merito del primo agguato va alla Bora-Hansgrohe di Peter Sagan, che al minimo sentore di vento laterale ha impresso un ritmo folle alla carovana, spezzando il gruppo in tre tronconi già in avvio di tappa per tagliare fuori gli sprinter. Il secondo golpe lo ha condotto la Ineos, giocando in contropiede dopo aver frenato il tentativo solitario dell’incorreggibile Thomas De Gendt: Landa e Pogacar sono le vittime illustri di un’azione coordinata con il solito Julian Alaphilippe, fantasioso da par suo. Il lavoro della Bora-Hansgrohe, però, non ha portato alla vittoria di Peter Sagan, rimasto spettatore di una volata ristretta: sulla parte destra della carreggiata si è stagliata la figura furtiva di Wout Van Aert, che conferma il suo momento di grazia imponendosi sul traguardo di Lavaur dopo aver lavorato con la squadra per proteggere dalle imboscate i capitani Dumoulin e Roglic.LA CRONACA DELLA TAPPAIl primo agguatoMentre Cosnefroy e Schar volavano sulle prime rampette di giornata per mettere in cascina punti per la maglia a pois, la Bora-Hansgrohe coglieva al balzo l’occasione per mettere a ferro e fuoco il gruppo: nessuna chance per i due attaccanti e plotone diviso in tre tronconi. A inseguire quello di testa, il tentativo disperato e infruttuoso della Deceuninck di riportare in corsa la maglia verde Sam Bennett, che a fine giornata ha dovuto cedere lo scettro della classifica a punti a Sagan, architetto con i suoi compagni di squadra dell’accelerazione letale. Ewan, Viviani, Bol, Nizzolo e le altre ruote veloci si sono subito arrese a una giornata infausta, osservando da lontano il corso degli eventi. A infiammare il gruppo a metà tappa ci ha pensato il tentativo solitario, visionario come da copione, di Thomas De Gendt: lo si attendeva nella frazione vinta da Lutsenko, invece il belga della Lotto-Soudal ha cercato di sfruttare la “giornata libera” regalatagli dalle difficoltà di Ewan per sorprendere tutti con un attacco solitario sferrato a una novantina di chilometri dal traguardo. Ma l’occasione per il ristretto gruppo di testa era troppo ghiotta, e non appena le ruote del belga sono state riagguantate, a 35 km dall’arrivo, è partito il contropiede.L’azione della IneosIl primo a suonare la carica è stato Kwiatkowski, una fucilata che ha colto di sorpresa Landa – forse tradito anche da un mini tamponamento di qualche chilometro prima, che aveva costretto all’affannato rientro Pello Bilbao e Mohoric – e la maglia bianca Pogacar. La seconda sparata, direttamente a firma Alaphilippe, ha ulteriormente frazionato il plotone: nel gruppetto di fondo era presente Richie Porte, in quello di mezzo anche Bauke Mollema. La Ineos, intenta a trainare gli altri verso Lavaur, per la terza volta nella storia designata come traguardo di tappa dopo i successi di Rik Verbrugghe e Mark Cavendish, ha però perso per strada Carapaz, e a nulla è valso il sacrificio di Castroviejo: il vincitore dello scorso Giro d’Italia è stato ben presto ripreso dal “gruppo Pogacar”. Tutti in fila per Sagan, dunque, e invece lo slovacco ha clamorosamente deluso le attese: tredicesima piazza per la nuova maglia verde, bruciato anche da uomini di classifica come Bernal (nuova maglia bianca ai danni di Pogacar) e Yates. Ci ha provato, invano, Julian Alaphilippe, comunque uno dei grandi protagonisti di giornata. A trionfare in questa volata anomala davanti a Boasson Hagen e Coquard è stato il “solito” Van Aert, che si conferma uomo ovunque della Jumbo-Visma: secondo successo personale, terzo di squadra. Il nativo di Herentals non è certo il tipo che si fa ingannare da una folata di vento.Ordine di arrivo1 VAN AERT Wout (Team Jumbo-Visma)2 BOASSON HAGEN Edvald (NTT Pro Cycling) s.t.3 COQUARD Bryan (B&B Hotels – Vital Concept) s.t.4 LAPORTE Christophe (Cofidis, Solutions Crédits) s.t.5 STUYVEN Jasper (Trek – Segafredo) s.t.6 VENTURINI Clément (AG2R La Mondiale) s.t.7 HOFSTETTER Hugo (Israel Start-Up Nation) s.t.8 BERNAL Egan (INEOS Grenadiers) s.t.9 YATES Adam (Mitchelton-Scott) s.t.10 VALVERDE Alejandro (Movistar Team) s.t.Classifica generale1 YATES Adam (Mitchelton-Scott) 30h36’00”2 ROGLIC Primoz (Team Jumbo-Visma) +3″3 MARTIN Guillaume (Cofidis) +9″4 BERNAL Egan (INEOS Grenadiers) +13″5 DUMOULIN Tom (Team Jumbo-Visma) +13″6 QUINTANA Nairo (Arkea) +13″7 BARDET Romain (AG2R La Mondiale) +13″8 LOPEZ Miguel Angel (Astana) +13″9 PINOT Thibau (Groupama) +13″10 URAN Rigoberto (EF Pro Cycling) +13″ LEGGI TUTTO

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    Tour de France 2020: a Lutsenko la tappa di oggi, Adam Yates maglia gialla. Classifica

    Alexey Lutsenko ha conquistato in solitaria, dopo una lunghissima fuga, la 6^ tappa del Tour de France, 191 km con arrivo in salita a Mont Aigoual. Adam Yates mantiene la maglia gialla. Venerdì la 7^ frazione, Millau-Lavaur, con probabile arrivo in volata

    Al termine di una lunghissima fuga, Alexey Lutsenko ha conquistato in solitaria la 6^ tappa del Tour de France 2020, 191 chilometri da Le Teil con arrivo in quota ai 1500 metri del Mont Aigoual. Adam Yates mantiene la maglia gialla. Il kazako del team Astana (secondo a vincere una tappa al Tour dopo il suo team manager Vinokourov), andato in fuga dopo pochi km dal via, si è scrollato di dosso il resto dei fuggitivi (tra questi Van Avermaet, Roche, Boasson Hagen e Oss), lasciandosi alle spalle lo spagnolo Herrada. Movimento nel finale nel gruppo della maglia gialla, arrivato con quasi 3′ di ritardo, con Alaphilippe che sprinta per cercare di guadagnare qualche secondo (ne guadagnerà uno). Da segnalare uno scatto ai -20 di Fabio Aru, al primo scossone significativo del sardo di questo Tour de France. Damiano Caruso, 28° al traguardo, è stato il primo del italiani. Venerdì la 7^ frazione, Millau-Lavaur di 168 km, con probabile arrivo in volata. 

    L’ordine d’arrivo della 6^ tappa

    1) Alexey Lutsenko (ASTANA) in 04h 32′ 34”
    2) Jesus Herrada (Cofidis) +55”
    3) Greg Van Avermaet (CCC) +2’15”

    La classifica generale

    1) Adam Yates (Mitchelton-Scott) in 27h 03′ 57”
    2) Primo Roglic (Jumbo-Visma) +3″
    3) Tadej Pogacar (UAD) +7″

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