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    Lapo Elkann sferza così la Ferrari e la Juventus

    TORINO – Il cinguettio dell’appassionato, del tifoso. Lapo Elkann richiama le sue squadre del cuore a dare il massimo, a tornare su, a prendersi trofei. Scrive su Twitter: «La Ferrari ha bisogno di serietà e di una squadra vincente nei box e fuori: è ora di darci una SVEGLIATA, basta con la politica e i giochini, così non si VINCERÀ MAI». La sferzata per la Rossa è servita. Così il dibattito con risposte e contro-risposte. Alessio, un follower: «Lapo, la verità è che agli occhi di noi tifosi la presidenza è assente… La Ferrari ha bisogno di persone con passione come te…». «Lo so purtroppo», scrive laconico Lapo. Un altro: «Ora che ha fatto questo post ci sarà la svolta». L’ammissione è immediata: «Purtroppo no, ma le cose vanno dette». Piovono i suggerimenti: serve Adrian Newey, no Toto Wolff, macché Christian Horner. Che poi sono gli uomini vincenti di questi ultimi anni, con la Mercedes e con la Red Bull. Insomma, un po’ di F1 mercato LEGGI TUTTO

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    Schumacher, il messaggio social che commuove i tifosi della Ferrari

    Spirito di squadra
    Sui profili del 54enne ex pilota tedesco, che nel dicembre 2013 è rimasto gravemente ferito in un incidente su una pista da sci a Méribel (trascorrendo poi diversi mesi in coma farmacologico), è comparso infatti un messaggio per ricordare la storica vittoria ottenuta alla guida della Rossa nel Gp di Imola del 2000.  “Senza la mia squadra non sono niente” le parole postate a corredo di alcune foto, in cui si vede Schumi esultare per il trionfo insieme al team di Maranello. LEGGI TUTTO

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    Leclerc, lo sfogo sui social: “Avete il mio indirizzo. Ora basta”

    ROMA – Anche l’amore verso il proprio idolo deve avere un limite. È quello che pensa Charles Leclerc, pilota monegasco della Ferrari che nel giorno di Pasqua ha lanciato sui social un particolare appello ai suoi tifosi.
    Il messaggio ai fan
    “Ciao a tutti. Negli ultimi mesi, il mio indirizzo di casa è diventato pubblico per qualche motivo, portando molte persone a radunarsi sotto il mio appartamento, suonare il campanello e chiedere foto e autografi – ha scritto in una storia Instagram il 25enne pilota monegasco della Ferrari -. Anche se sono sempre veramente felice di essere disponibile per voi e apprezzo davvero il vostro sostegno, vi prego di rispettare la mia privacy e di non venire a casa mia. Mi assicurerò di fermarmi per tutti quando mi vedete per strada o in pista, ma non scenderò se venite a trovarmi a casa – ha aggiunto Leclerc -. Il vostro sostegno, sia di persona che sui social media, significa molto per me, ma c’è un limite che non dovrebbe essere oltrepassato. Buona Pasqua a tutti”. LEGGI TUTTO

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    Il preparatore di Alonso: “Tre segreti dietro al fenomeno”

    Fabrizio è uno che quando lo chiami in causa si rintana nella conchiglia come il paguro bernardo: non schivo, di più, ma se lo prendi bene ti squaderna una Neverending Story. Il tema è naturalmente questo promettente ragazzino di quarantun anni, sotto contratto con Aston Martin per correre sino ai quarantaquattro (fine 2024). E poi chissà, sarà lui il primo a saperlo visto che ogni mattina si alza per scoprire qualcosa di nuovo dentro sé stesso. Borra lo segue da vent’anni, alternandosi con Edoardo Bendinelli. «E dobbiamo stare bene attenti – racconta Borra -, perché Fernando ha una memoria prodigiosa e se tu sgarri con un’inesattezza, un dettaglio che magari negli anni ha finito per sfuggirti, ti riprende e ti corregge».
    E allora non c’è domanda con cui si possa davvero incominciare. Spieghi lei chi è oggi Fernando Alonso. «Un pilota con un approccio rigorosamente scientifico da quando lo conosco, e di anni ne aveva diciassette, allievo nella Minardi. C’è un talento di base come i grandissimi campioni, gli Schumacher, gli Hamilton, i Verstappen; ma questo DNA conta fino a un certo punto, perché va applicato nell’ambito di un continuo aggiornamento scientifico».
    Da dove partiamo? «Da un discorso vecchio ma sempre valido, il triangolo della salute: strutturale, emotivo, chimico-nutrizionale. E partiamo dalla buona vecchia vita da atleta, che lui segue da sempre. Questa è la base».
    E sopra la base ci si monta… «La scienza, che fa passi da gigante e ci spinge di anno in anno a inserire qualcosa di nuovo nei programmi di preparazione. Preciso che io ed Edoardo non facciamo i tuttologi, ma sui diversi temi consultiamo i migliori esperti, poi le cose vanno spiegate per bene a Fernando che deve prima accettarle, altrimenti non se ne fa nulla. Quando lui dice sì noi partiamo, inserendo nuovi aspetti nella preparazione».
    Viene voglia di saltare subito all’ultimo gradino. «La nuova frontiera è l’aspetto cognitivo. Ricerche universitarie negli Usa hanno dimostrato come la neuroplasticità del cervello si possa allenare e possa migliorare a qualsiasi età, anche a ottant’anni. Parliamo di più aspetti: memoria, attenzione, velocità nel prendere decisioni, capacità di elaborazione, intelligenza selettiva, decisioni doppie, reattività. Se alleni tutto questo, puoi sfruttare la neuroplasticità per combattere l’invecchiamento e mantenere qualità che avevi a vent’anni. Ma bisogna cominciare da ragazzi, è troppo facile scoprirlo quando ne hai bisogno a quarant’anni. Fernando, su fronti avanzati come questo, sperimenta su sé stesso».
    D’accordo, ora torniamo un passo indietro, a scoperte già applicate da tempo. «Il sistema nervoso autonomo e il ritmo circadiano, sistema simpatico/parasimpatico. Di giorno dev’essere attivo il primo, di notte il secondo. Lui ogni mattina, appena sveglio, fa un test della variabilità cardiaca con un apparecchio; scopre così se di notte è stato attivo il sistema parasimpatico, che fa recuperare. Se, al contrario, è rimasto attivo il simpatico, è stato prodotto cortisolo, l’ormone dello stress: noi diciamo di aver dormito male. E’ come aver lasciato acceso un computer che non ha funzionato ma ha consumato. In quel caso adattiamo l’allenamento».
    Attento Borra, lei sta ammazzando la poesia. «Quella arriva alla fine della storia, quando uno dell’età di Fernando riesce a produrre quel livello di prestazioni, e a mantenerle. Alonso è Alonso anche perché, per fare un altro esempio, allena la reattività con un sistema di luci che alcuni hanno scoperto di recente, ma lui usa dal 2006. Giochiamo d’anticipo, prevenendo i problemi».
    E c’è l’aspetto emotivo. «Che è una parola generica, perché raccoglie studio del sistema nervoso autonomo, gestione neuromuscolare e motivazione. Tre cose che si completano tra loro e che continuiamo a studiare».
    Dunque: se la neuroplasticità si allena fino agli ottant’anni, avremo Fernando in Formula 1 per altri quaranta, giusto? (ride) «In realtà non sappiamo quanto correrà ancora, neanche lui lo sa perché, come dicevo, scopre sé stesso giorno dopo giorno. Fino a che il fisico e la testa gli danno queste risposte, continua. E la Formula 1 attuale lo aiuta, perché è sempre più importante la gestione delle risorse tecniche, a cominciare da gomme e benzina».
    Ultima cosa: come fa Fernando ad avere questa straordinaria lucidità in gara, a sapere sempre dove sono gli avversari e dov’è il suo compagno? «Guarda i maxischermi».
    Scusi? «Controlla la gara tenendo d’occhio i maxischermi per il pubblico, oltre a richiedere costantemente informazioni via radio».
    Le sue migliori armi? «Talento e approccio scientifico li abbiamo già detti; poi prodigiosa memoria, la capacità di elaborarla velocemente, la motivazione. Ma fondamentalmente: si diverte».  LEGGI TUTTO

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    Il messaggio di Lapo Elkann: “Ferrari, è l’ora della sveglia!!!”

    TORINO – Lapo Elkann versione tifoso sostenitore e pungolatore. Dopo la Juve e il Milan da imitare, ecco il cinguettio sulla Rossa addormentata e pasticciona di questo inizio di campionato mondiale: «Formula 1: Ferrari, è l’ora della sveglia!!!!». Il flop in Australia e le polemiche interne hanno fatto traboccare il vaso, ultracolmo. E il nipote di Gianni Agnelli, un grande fan di Maranello, non può stare inerme di fronte a questa pericolosa china intrapresa dal Cavallino e allora su Twitter è pronto e subito pubblicato il richiamo accorato alla svolta, a tornare dove la storia indica di stare, con la Rossa competitiva e capace di dare battaglia su ogni pista. LEGGI TUTTO

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    ITA Airways sponsor del centenario dell'Autodromo Nazionale di Monza

    ITA Airways sarà Title Sponsor del Centenario dell’Autodromo Nazionale di Monza. Il senso di questa importante partnership è stato illustrato questa mattina, presso la lounge di ITA Airways, Piazza di Spagna, al Terminal E dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, in una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, il Presidente del CONI, Giovanni Malagò e il Presidente Esecutivo di ITA Airways, Alfredo Altavilla,
    L’incontro con i media è stato preceduto dallo svelamento del primo velivolo ITA Airways con il logo per le Celebrazioni del 100° di Monza, un Airbus A330 nuova livrea azzurra dedicato a Tazio Nuvolari, il “Mantovano volante”, universalmente considerato uno dei più grandi piloti di tutti i tempi. 
    Conosciuto in tutto il mondo come “Il Tempio della velocità”, l’Autodromo di Monza è il secondo impianto più antico al mondo ancora in funzione – l’unico nel quale si disputino ancora gare di Formula1 – ed è considerato il tracciato più veloce, oltre che uno dei più spettacolari e sfidanti, dell’intero Mondiale. 
    Per celebrare questo incredibile secolo di grande sport, tre aerei con nuova livrea azzurra della flotta ITA Airways vestiranno il Logo delle Celebrazioni dell’Autodromo: oltre all’Airbus A330 dedicato a Tazio Nuvolari, in flotta altri due Airbus A319 che portano il nome di Alberto Ascari, due volte Campione del Mondo di Formula 1 (1952 e ‘53, entrambi su Ferrari), Michele Alboreto (vice-campione mondiale di F1 nel 1985, su Ferrari).  

     La grande novità di ITA Airways sarà inoltre quella di dedicare l’Ammiraglia della sua flotta, ovvero il nuovo Airbus A350, livrea azzurra al mito Enzo Ferrari – “il Drake” – leggendario fondatore e della scuderia omonima, la più titolata nella storia della Formula 1, con 31 titoli mondiali (16 Costruttori, 15 Piloti).
    E’ la prima volta in assoluto che l’uomo che ha cambiato la storia dell’automobilismo mondiale ha un aereo con il suo nome, e solo ITA lo poteva fare. 
    Un ringraziamento particolare all’ingegnere Piero Ferrari e al management Ferrari che hanno permesso che questo accadesse. 
    L’airbus A350 della flotta ITA Airways rappresenta la massima espressione della tecnologia, della sostenibilità e dell’innovazione. È la prima volta che la Compagnia di Bandiera ha in flotta questo aeromobile, per di più in ben 6 unità. Il nome Enzo Ferrari sarà scritto su sfondo rosso, anche questa un’unicità, perché rosso e Ferrari sono una cosa unica, al pari di ITA Airways e l’azzurro, come esclusivo è questo dettaglio di colore rosso tra tutti gli aerei della flotta. Il Connubio tra Enzo Ferrari e ITA Airways è naturale: come Ferrari ha innovato le corse, ITA Airways vuole essere pioniere dell’innovazione nel trasporto aereo. E oggi ACI e l’Autodromo Nazionale di Monza, con la presenza del Coni, hanno dato la possibilità di rendere concreto questo legame. I quattro aerei in livrea azzurra di ITA Airways con il logo celebrativo dell’autodromo di Monza rientrano nella strategia della Società di essere al fianco dello sport. 
    L’aereo “Enzo Ferrari” sarà l’ambasciatore nel mondo delle eccellenze del nostro Paese, ed il suo primo volo sarà speciale. Infatti, al prossimo Gran Premio di Monza di settembre sorvolerà il circuito di Monza e saluterà la griglia di partenza. Sarà un momento unico e sarà un’occasione di grande visibilità dell’Italia a livello mondiale. Inoltre, proprio questo volo sarà alimentato con il SAF, il jet fuel più ecologico al mondo, perché innovazione e sostenibilità vanno di pari passo.

    “Con imprese sportive straordinarie, che sono entrate nel mito – ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’Automobile Club d’Italia, la Federazione Italiana dello Sport Automobilistico – Nuvolari, Ascari, Alboreto e, naturalmente, Ferrari, hanno fatto volare e incontrare generazioni di appassionati e tifosi del motorsport di ogni parte del mondo. Ed è proprio questo gemellaggio ideale tra emozioni – quelle dell’automobilismo sportivo e quelle del volo – unitamente alla condivisione di valori fondamentali, comuni allo sport e all’aviazione -massima professionalità, forte competitività, continua innovazione tecnologica, grande attenzione al futuro sostenibile – l’idea alla base di questa importante partnership tra ACI e ITA Airways”. 
    “Quest’anno – ha concluso Sticchi Damiani – i nostri piloti voleranno insieme: l’augurio di tutti noi è quello che riescano a condurre ITA Airways e il Circuito Nazionale di Monza verso un futuro sempre più luminoso e fortunato”. 
    “Siamo fieri – ha dichiarato Giovanni Malagò, Presidente del CONI – che l’ACI, attraverso questa prestigiosa partnership, rinsaldi il legame del nostro movimento con ITA Airways. La celebrazione del Centenario dell’Autodromo di Monza e l’attribuzione del naming di quattro aerei a figure e interpreti intramontabili, capaci di imprese leggendarie, esalta l’importanza della storia dell’automobilismo e la fondamentale attività promossa dalla Federazione per il suo sviluppo. La compagnia di bandiera – ha aggiunto Malagò – riconosce, una volta di più, il valore dello sport italiano come espressione dell’eccellenza del Paese, facendolo volare nel mondo nel segno dell’orgoglio collettivo. Una sinergia vincente per arrivare sempre più lontano, sempre più in alto”.
    “Monza è il Gran Premio d’Italia e non poteva non esserci la Compagnia di Bandiera, con ACI è una partnership naturale, siamo entrambi ambasciatori della migliore Italia nel mondo.” Ha dichiarato Alfredo Altavilla, Presidente Esecutivo di ITA Airways. “A maggior ragione per l’anniversario del centenario del circuito. È la prima volta che la Compagnia di Bandiera è presente al Gran Premio d’Italia e questa partnership, grazie ad ACI, rafforza il connubio tra ITA Airways e lo sport. Dopo gli aerei intitolati a diversi sportivi, ecco quelli dedicati a quattro figure che hanno scritto la storia dell’automobilismo italiano, con l’esclusivo aereo intitolato ad Enzo Ferrari. Come lui ha innovato le corse, noi vogliamo essere pionieri dell’innovazione nel trasporto aereo. Con convinzione e determinazione stiamo cambiando dei paradigmi da tempo consolidati nel settore, perché sappiamo che le più grandi opportunità arrivano proprio dalla discontinuità che dobbiamo essere capaci di sfruttare al meglio. Ed è quello che stiamo facendo.”

    “Quando abbiamo lanciato il logo del Centenario alla Expo di Dubai – ha sottolineato Ludovico Fois, Responsabile comunicazione e Consigliere per le relazioni esterne e istituzionali di ACI – ci siamo dati l’obiettivo di dare grande risalto internazionale alla storia del Circuito e, soprattutto, al suo futuro. La scelta di ITA Airways come Title Sponsor del Centenario è un fondamentale tassello di questo percorso, reso possibile dalla presenza di valori condivisi forti e dalla voglia di trasmettere la passione per lo sport e l’energia italiana nel mondo. Il claim scelto – “Quest’anno, i nostri piloti voleranno insieme” – incarna perfettamente questo connubio ideale, unendo i nostri due mondi in una emozionante narrazione comune. LEGGI TUTTO

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    F1, Marko: “Avevamo detto a Perez di non attaccare in quella curva”

    ROMA – Helmut Marko ha parlato dell’incidente di Sergio Perez nel Gran Premio d’Austria, undicesimo appuntamento della Formula 1. Il pilota messicano è finito fuori pista dopo un contatto con la Mercedes di George Russell, venendo costretto al ritiro. Per il consigliere della Red Bull, però, le responsabilità sono anche dell’ex Racing Point. “Prima della partenza avevamo detto di non fare attacchi all’esterno in quella curva,non è possibile – ha detto ai microfoni di “Sky Sport Deutschland” -. Non era da fare. L’abbiamo già visto in passato. Non funziona. Dopo quell’episodio aveva un sacco di danni al fondo,avrebbe potuto finire la gara con due giri di ritardo, quindi non aveva senso. Era meglio risparmiare il chilometraggio”
    Il commento di Marko
    “Non credo che alle Mercedes piaccia quando le nostre auto attaccano all’esterno della curva 4,è stato un peccato, perché si vedeva che Checo era davanti – ha aggiunto Marko -. È stata quasi un’imitazione perfetta dell’incidente con Lewis e Albondi qualche anno fa. È un peccato non aver avuto più spazio”. LEGGI TUTTO

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    F1, Marko sull'incidente di Perez: “Avevamo detto di non attaccare in quella curva”

    ROMA – “Prima della partenza avevamo detto di non fare attacchi all’esterno in quella curva, non è possibile. Non era da fare. L’abbiamo già visto in passato. Non funziona. Dopo quell’episodio aveva un sacco di danni al fondo, avrebbe potuto finire la gara con due giri di ritardo, quindi non aveva senso. Era meglio risparmiare il chilometraggio” Helmut Marko ha parlato così ai microfoni di “Sky Sport Deutschland” dell’incidente di Sergio Perez nel Gran Premio d’Austria, undicesimo appuntamento della Formula 1. Il pilota messicano è finito fuori pista dopo un contatto con la Mercedes di George Russell, venendo costretto al ritiro. Per il consigliere della Red Bull, però, le responsabilità sono anche dell’ex Racing Point.
    Le parole di Marko
    “Non credo che alle Mercedes piaccia quando le nostre auto attaccano all’esterno della curva 4,è stato un peccato, perché si vedeva che Checo era davanti – ha aggiunto Marko -. È stata quasi un’imitazione perfetta dell’incidente con Lewis e Albondi qualche anno fa. È un peccato non aver avuto più spazio”. LEGGI TUTTO