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    F1, Marko: “Incredibili le accuse della Mercedes a Verstappen”

    SAN PAOLO – Il Gran Premio del Brasile si è infuocato tra venerdì e sabato con la multa nei confronti di Max Verstappen e la penalità a Lewis Hamilton. Il primo ha toccato la monoposto del rivale dopo la qualifica, cavandosela con una sanzione di 50 mila euro. Nel complesso Helmut Marko accetta la decisione, pur non mandandole a dire alla scuderia di Brackley: “È un’ammenda piuttosto grossa, ma va bene così. È stato un errore, e lo accettiamo. La cosa incredibile è che la Mercedes accusi Max di aver presumibilmente danneggiato l’ala posteriore con le sue dita”, le parole del consigliere Red Bull a f1-insider.com. 
    La risposta di Wolff
    Puntuale la risposta di Toto Wolff dopo la gara sprint: “Quello che è chiaro è che non abbiamo un’ala illegale – afferma il team principal austriaco -. Era un difetto sul lato destro di entità minima. Questo significa che in realtà abbiamo avuto uno svantaggio in termini di prestazioni. A fine della giornata c’è stata una direttiva tecnica che spiega i regolamenti in modo chiaro, e l’accettiamo. Ora però guarderemo ogni singolo pezzo di nastro che cade, e posso promettere che faremo molte domande nelle prossime gare. Una volta c’era qualcosa comeun accordo tra gentiluomini, che ovviamente non si verificherà più”.  LEGGI TUTTO

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    Montezemolo: “Schumacher un vero uomo squadra. La Superlega? Si va in quella direzione”

    «Mi piace sempre guardare avanti…». L’uomo che s’è inventato un treno dal nulla e ne ha visti di pazzi sfrecciare, ama i grandi spazi e l’idea che la vita non si debba fermare più di tanto nelle stazioni polverose e anche un po’ spettrali dei ricordi, anche se lui ne ha una marea di cose da ricordare. Magnifiche e tristi, nella stessa enorme pentola. Nel suo ufficio romano, una strada esclusiva nel cuore dei Parioli, tiene alle spalle il poster a tutta parete del deserto dell’Arizona, da Paris Texas, il film di Wim Wenders. Una fonte d’ispirazione oltre che un toccasana per claustrofobici iperattivi della sua fatta. Manca solo la chitarra evocativa di Ry Cooder, ma il tema è quello. La fuga in avanti come conquista ma anche dissolvenza, esplorazione e perdizione. Viene al mondo, Luca di Montezemolo, quando gli italiani gemono per Fausto Coppi e le italiane sospirano sulle pagine di “Bolero”. Aristocratico d’estrazione e passionale di natura, l’enfant non sarà più così prodigioso, ma resta, a 74 anni, più che mai acceso dentro, più enfant che mai, grazie anche alla compagnia del suo migliore amico, Lupo, 11 anni, il più giovane dei cinque figli. Sfrenato almeno quanto il padre, anche se il piccolo, per ora, preferisce le quattro zampe dei cavalli alle quattro ruote dei bolidi. S i è svegliato di ottimo umore l’uomo che, giusto trent’anni fa, diventava il capo assoluto di una Ferrari ai minimi e rachitici storici della sua gloria. Ha voglia di svago, di parlare della Rossa, ma anche di pallone, di ciclismo, di donne, di tutto. Dei tanti fantasmi che sgomitano nella testa e nelle foto alle pareti del suo ufficio. L’Avvocato su tutti, di cui era il prediletto, Enzo Ferrari, Lauda, Schumacher. Struggente e celebre la foto di lui, Michael e Todt in parrucca rossa e sigari che festeggiano da fuori di testa la vittoria del 2000, e poi Cassius Clay, Ratzinger, Ciampi, Napolitano, John Kennedy, Gino Paoli, Lucio Dalla. R acconta Montezemolo. Gli occhi che si bagnano quando rievoca l’addio a Maranello davanti a tutta la sua gente. Scaramantico vero, ogni tanto gli scattano le corna, come il braccio meccanico del dottor Stranamore. Ci vediamo con il sole e ci salutiamo, due ore dopo, sotto un acquazzone tropicale. Nel frattempo, ha recitato a memoria la formazione del Bologna tricolore di Bernardini e cantato le canzoni di Gino Paoli. Piovono memorie sparse. L’unica volta che salì sul podio, quella volta a Shanghai, la prima in Cina, e si ritrovò sotto la doccia con Barrichello. Del presidente Ciampi al volante della Ferrari, tre all’ora, sotto gli occhi della moglie Franca, che quasi sviene dallo spavento. E quella volta che Schroeder, allora cancelliere, gli disse: « Strana questa Ferrari, vince con tecnologia italiana e umanità tedesca » .

    « Come dormo? Benissimo. Le dico di più, se dormo meno di sette ore sto male…Mi è capitato due o tre volte in cui sono stato le ore di notte a guardare il soffitto » .

    Parliamone.

    «Quando arrivai da presidente alla Ferrari, il 15 novembre del ‘91. Uno dei momenti più difficili della mia vita » .

    Ansia da prestazione?

    « Da liquidazione, più che altro. Non dico che arrivai al punto di pensare di dover fare il liquidatore della Ferrari, ma certo non immaginavo di trovare un’azienda in quelle condizioni. Il New York Times pubblicò un articolo sulla Ferrari entrata in cassa integrazione. L’ultimo mondiale vinto era del ’79 e non si vendevano le macchine. Le vetture di serie erano rimaste indietro a livello di innovazione » .

    Le altre notti insonni?

    « Quando mi fu chiesto di fare il presidente della Fiat. Il giorno prima ero stato eletto presidente della Confindustria. Altra situazione drammatica. Me la ricordo come fosse oggi. La Fiat era nelle mani delle banche. Prima la morte di Gianni poi, 16 mesi dopo, quella di Umberto. La famiglia Agnelli mi chiese in modo pressante di accettare: “Non puoi dirci di no” » .

    […]

    118 GP vinti, 14 titoli mondiali tra piloti e costruttori, cui aggiungere i 5 da direttore sportivo. 11 titoli consecutivi dal ’99 al 2004. I momenti difficili?

    « Tanti. Trovai un’azienda in cui, ogni due minuti, mi si diceva: “Se fai questo, Enzo Ferrari si rivolterà nella tomba”. Non era vero, lui guardava sempre avanti. Le difficoltà con gli amministratori delegati della Fiat. Ci tenevo a dare alla Ferrari un’autonomia. L’Avvocato mi sosteneva in questo » .

    Come si costruisce una squadra vincente di Formula Uno?

    « Un’ alchimia complicata. Molto più che costruire una squadra di calcio. Prendi la Roma in difficoltà di oggi, aggiungi un centrocampista forte, un centrale affidabile e risolvi. Prendi la Lazio. Inconcepibile tenere fuori un talento come Luis Alberto. Sarri trova il modo di farlo giocare e ritrova la squadra » .

    Sempre simpatizzante laziale?

    « L a prima partita della mia vita allo stadio fu un Lazio-Bologna all’Olimpico. Mi ci portò Steno con i due figli, Carlo ed Enrico Vanzina, miei amici. Aggiunga che alla scuola dove andavo, la Boccioni, erano tutti romanisti. Bastian contrario? Un po’ sì. Conobbi poi Ziaco, il medico della Lazio, quando mi feci male giocando a calcio. Tornai da lui quando Ronnie Peterson, a Zandvoort, uscendo dai box m’investì rompendomi spalla, gomito, tibia e perone. Conobbi Maestrelli, i figli, i giocatori di quella Lazio. Mi piaceva l’ambiente. Ma, tenga conto che oggi ho tutta la famiglia di romanisti, nipoti e figli, dal più grande che vive a Londra al più piccolo, Lupo di 11 anni »

    […]

    La scelta di Schumacher?

    « Lo feci contattare da Niki Lauda per il primo affondo. Arrivò da noi al momento giusto. Tre anni prima non avrebbe fatto la differenza, non avevamo la macchina né l’organizzazione ».

    Il rapporto con Michael?

    « Forte, ma meno stretto di quello con Niki. Veniva a casa mia d’estate con il figlioletto Miki, quello che ora fa il pilota, e lo copriva amorevolmente con la zanzariera. Era sempre avanti Michael. Fu lui a farmi scoprire Dubai venti anni fa. Faceva lì la preparazione d’inverno. Fuori dalle gare, Schumi non un uomo così forte, aveva bisogno di sostegno psicologico. L’incidente con Villeneuve lo fece soffrire molto. Lo rendeva unico la grandissima attenzione ai dettagli, come Niki Lauda. Era un vero uomo squadra. Vincesse o perdesse era sempre un “noi”, mai un “io”. Ricordo quando Massa ebbe quel bruttissimo incidente che per un millimetro non perse l’occhio. Noi ci trovammo in agosto senza piloti. Lo convocai d’urgenza » .

    […]

    La Juventus di Andrea Agnelli. Undici anni controversi.

    « Contano i risultati, c’è poco da dire o da contestare. Nove scudetti parlano chiaro. La Superlega? Un tema che prima o poi dovrà essere affrontato nelle forme giuste. Il trend va in quella direzione. Allora, furono decisamente sbagliati i modi e il timing » .

    I suoi calciatori mitici.

    « Maradona su tutti. Mi chiamava spesso per le Ferrari. Quella volta che a Torino gli facevano i cori: “Ciuccia la banana”. Disse all’Avvocato prima della partita: “Se non smettono, gli faccio due gol”. Ne fece uno. Quello su punizione. Un gol impossibile, contrario alla legge della fisica… Quand’ero bambino Omar Sivori. Come tifoso, Bulgarelli. Poi c’era questo ungherese, Detari, genio e sregolatezza, un Cassano ante litteram. E Platini. Intelligentissimo. Agnelli lo beccò nello spogliatoio che fumava di nascosto in un angolo. “Avvocato, l’importante è che non fumi Furino”. Era una primadonna, ma i compagni l’amavano tutti »

    Tutta l’intervista esclusiva sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio LEGGI TUTTO

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    F1 Gp Brasile, diretta gara: dove vederla in tv

    SAN PAOLO – Al via la diciannovesima gara della stagione di Formula 1. Dopo la pole position di Valtteri Bottas davanti a Max Verstappen, è tempo di assegnare la vittoria nel Gran Premio del Brasile. La gara sul circuito di Interlagos, valevole per la diciannovesima tappa del Mondiale 2021, sarà trasmessa in diretta su Sky Sport F1 (canale 207 del decoder) alle ore 18, mentre in chiaro sarà visibile in differita su TV8. La visione in streaming è disponibile su Sky Go. LEGGI TUTTO

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    Diretta gara F1 Gp Brasile: dove vederla in tv

    SAN PAOLO – Tutto pronto per la diciannovesima gara della stagione di Formula 1. Dopo la pole position di Valtteri Bottas davanti a Max Verstappen, è tempo di assegnare la vittoria nel Gran Premio del Brasile. La gara sul circuito di Interlagos, valevole per la diciannovesima tappa del Mondiale 2021, sarà trasmessa in diretta su Sky Sport F1 (canale 207 del decoder) alle ore 18, mentre in chiaro sarà visibile in differita su TV8. La visione in streaming è disponibile su Sky Go. LEGGI TUTTO

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    F1, Sainz: “Partenza grandiosa, ce n'era bisogno”

    SAN PAOLO – “La partenza è stata grandiosa. Ce n’era bisogno. Era una cosa che volevo migliorare e ci sono riuscito. Ho faticato molto con Checo e Max, ma sono riuscito a passare. Poi alla fine ho faticato molto a tenere dietro Checo, ma ci sono riuscito”. Queste le parole di Carlos Sainz dopo il terzo posto nella Sprint Race al Gran Premio del Brasile, diciannovesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il pilota spagnolo della Ferrari si è detto molto soddisfatto del risultato, arrivato soprattutto grazie a una partenza perfetta.
    Verso la gara
    “Sono stato sempre al limite. In curva 1 eravamo sempre vicini ma sono riuscito a gestire – ha aggiunto Sainz, che poi ha parlato delle possibili condizioni nella gara di domenica pomeriggio -. Oggi fa fresco, ci sono state temperature più fredde in pista e questo ha aiutato a far rendere meglio le gomme morbide. Ma domani alle 14 sarà diverso”. LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc settimo nella Sprint: “Devo lavorare su me stesso”

    SAN PAOLO – “Le soft erano meglio per la partenza, poi la media dovrebbe essere migliore ma devo capire perché ho fatto più fatica di Sainz, che ha disputato un’ottima gara”. Queste le parole di Charles Leclerc, ai microfoni di Sky Sport, dopo il settimo posto nella Sprint Race al Gran Premio del Brasile, diciannovesimo appuntamento della Formula 1. Il monegasco della Ferrari prova ad assumersi la responsabilità del risultato al di sotto le aspettative, soprattutto se confrontato con quello del compagno di squadra Carlos Sainz, terzo al traguardo dopo una grande partenza.
    Verso la gara
    “In gara tutto è possibile, la scelta della gomma alla partenza sarà un qualcosa cui guardare, poi cercheremo di essere davanti alla McLaren con entrambe le macchine – ha aggiunto Leclerc -. Devo lavorare su me stesso, perché la macchina va forte”. LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton: “Mi sono divertito tantissimo”

    SAN PAOLO – “Mi sono divertito tantissimo in pista, non potevo fare altro dall’ultimo posto. Non avevo idea di quale fosse il risultato possibile ma non volevo buttarmi giù, dovevo continuare a spingere”. Queste le parole di Lewis Hamilton, ai microfoni di Sky Sport, dopo il quinto posto nella Sprint Race al Gran Premio del Brasile, diciannovesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il pilota della Mercedes, partito dall’ultima posizione, si è reso autore di una grande rimonta, ma partirà decimo per via della penalità di cinque posizioni inflittagli per la sostituzione del motore endotermico.
    Verso la gara
    “Ho preso tanta energia dai fan, aver rimontato mi tiene in lotta per la gara – ha aggiunto Hamilton – Sarà dura ma sono contento del bilanciamento che abbiamo e del duro lavoro che tutti stanno continuando a fare”. LEGGI TUTTO

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    F1, Bottas in pole: “La partenza è stata la chiave”

    SAN PAOLO – “La partenza è stata la chiave oggi. Sono partito bene, abbiamo azzardato con le soft ma ha funzionato. Max faticava a seguirmi in alcune curve. Sono contento che tutto abbia funzionato fino alla fine. Grazie ai fan per tutto il supporto”. Queste le parole di Valtteri Bottas dopo il successo nella Sprint Race al Gran Premio del Brasile, diciannovesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il pilota finlandese della Mercedes partirà dalla pole position nella gara di domenica, in programma alle ore 18 italiane.
    Le parole di Verstappen
    Anche Max Verstappen, secondo al traguardo, ha parlato dopo la Sprint Race a Interlagos: “Partenza? Non è stata delle migliori anche perché avevo la mescola dura. Poi però il passo è stato buono. Ma qui quando sei vicino non riesci a passare. Loro sono velocissimo in rettilineo. Devi fare grandi curve per passare. Oggi non è stato possibile, ma domani ci riproverò”. LEGGI TUTTO