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    Divieto vendita auto benzina e diesel entro il 2035 in Italia?

    Niente più automobili a benzina o diesel in vendita in Italia? La Camera ha appena approvato l’ordine del giorno che porta la firma di Giuseppe Chiazzese (M5S) e che impegna il Governo a valutare l’opportunità di vietare dal 2035 la commercializzazione di nuove auto con emissioni di CO2 superiori ai 50 g/km. Anche il nostro Paese, dunque, si sta adeguando a quello che succede in altri stati come in Francia, Regno Unito e in California. La mobilità sostenibile sembra essere la strada scelta per il futuro.
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    Le conseguenze
    Se ciò dovesse andare in porto, considerando l’attuale parco macchine, sarebbero ammesse solo le elettriche e, al massimo, le ibride plug-in. Gli obiettivi di questa azione, inoltre, rientrano in quelli più ampi del PNIEC, il Piano Energia e Clima che l’Italia ha presentato alla fine del 2019 alla Commissione Ue e che mira ad avere, nel nostro Paese, 6 milioni di auto elettriche circolanti (4 elettriche e 2 plug-in) nel 2030. Se ciò dovesse avverarsi, sarebbe un risultato straordinario, ma guardando la situazione attuale – nonostante la crescita importante del segmento – potrebbe rivelarsi una prospettiva utopica.
    Mercedes Vision EQXX, avanti tutta la ricerca sull’elettrico LEGGI TUTTO

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    MyMazda, l'app si aggiorna e introduce nuove funzioni

    Mazda ha ufficialmente lanciato la nuova app MyMazda, scaricabile gratuitamente da Apple AppStore e da Google Play Store. La versione aggiornata dell’app introduce servizi di connessione attraverso l’Europa con funzionalità in grado di eliminare le barriere fra auto e conducente per offrire un’esperienza ancora più diretta.
    MX-30: l’elettrica è la prima a utilizzare la nuova app
    La prima auto del marchio a beneficiare dell’app sarà Mazda MX-30 (gli altri modelli verranno coinvolti a partire dai primi mesi del 2021). L’elettrica godrà, grazie alla tecnologia, di alcune nuove funzionalità, tra cui le notifiche in caso il conducente dimentichi di collegare il cavo di ricarica, la possibilità di gestire la ricarica utilizzando un timer, il monitoraggio dell’avanzamento della ricarica, un indicatore di autonomia, informazioni in tempo reale sulla disponibilità e la posizione dei punti di ricarica, visualizzando dati fondamentali come i tipi di presa e gli orari di apertura, oltre a inviare in pochi secondi la destinazione direttamente al sistema di navigazione. Ma Mazda MX-30 godrà in esclusiva anche di un’altra funzione: gli utenti potranno scegliere fino a tre destinazioni contemporaneamente e inserirne le posizioni da remoto (anche da app di terzi) direttamente nel sistema di navigazione. I conducenti potranno così pianificare un viaggio sul proprio dispositivo quando non sono in auto e di avere immediatamente a disposizione le indicazioni del percorso una volta acceso il veicolo.

    Climatizzazione: batteria e marcia ottengono benefici
    Altre utili funzioni dell’app aggiornata consentono di gestire da remoto le impostazioni della climatizzazione. Nel caso di MX-30, non essendo necessario il motore termico, gli utenti possono definire la temperatura dell’abitacolo, attivare o disattivare la ventilazione del parabrezza e regolare il riscaldamento del lunotto prima di salire a bordo. Con effetti positivi sulla mobilità: la capacità di preriscaldare o preraffreddare l’auto mentre è collegata alla rete elettrica riduce infatti la richiesta alla batteria durante la marcia. LEGGI TUTTO

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    Ducati e Ciesse Piumini in partnership per la collezione speciale Autunno-Inverno

    Ottobre 2020 – Ducati e Ciesse Piumini, storico brand italiano di abbigliamento outdoor del gruppo Mittel Spa, annunciano la partnership per la realizzazione di una collezione di piumini per la stagione Autunno-Inverno 20-21.

    Un connubio perfetto che vede tecnologia, design e leggerezza come valori portanti di un progetto nel quale entrambi i protagonisti rappresentano storia, passione, dinamismo. Ducati ha scelto l’esperienza di Ciesse Piumini per sviluppare insieme una gamma di tre prodotti di altissima qualità, arricchiti e valorizzati da dettagli in pieno stile Ducati.
    La proposta realizzata per Ducati da Ciesse vede protagonista il piumino d’eccellenza 800 Fill Power che rappresenta la combinazione perfetta tra tecnologia e performance. Per la collezione Autunno da donna è stato selezionato un piumino classico con fit moderno, mentre per l’uomo un modello funzionale e versatile in ogni situazione. Per l’inverno è stato scelto un capospalla da uomo in tessuto softshell, che i dettagli color rosso Ducati rendono elegante e dinamico.
    “La collaborazione tra Ducati e Ciesse Piumini unisce le caratteristiche distintive dei due brand italiani, fondendo stile e prestazioni in una collezione unica e innovativa”, ha commentato Andrea Ferraresi, Direttore Centro Stile Ducati. “Siamo convinti che, attraverso questa partnership in cui crediamo fortemente, i nostri appassionati potranno usufruire di un prodotto esclusivo e alla moda durante le stagioni più fredde”.
    “Siamo molto orgogliosi di questa collaborazione in quanto ci consente di dare grande spazio al nostro know-how in termini di innovazione, stile e qualità”, ha dichiarato Fabio Primerano, Presidente Esecutivo di Sport Fashion Service, Società che fa capo al Gruppo Mittel e proprietaria del marchio Ciesse Piumini. “Sia Ciesse Piumini che Ducati rappresentano oggi due importanti realtà del Made in Italy, condividendo un forte legame con le proprie radici. Spirito sportivo, eccellenza nel design, ambizione, performance ed esperienza sono i valori comuni guidati da innovazione e qualità. Siamo sicuri che attraverso questa partnership saremo in grado di sviluppare e comunicare idee sempre più innovative che guardano al futuro”.
    I capi saranno disponibili in tutti i concessionari della rete Ducati e acquistabili anche online, a partire da novembre, dal sito di e-commerce Shop.ducati.com. LEGGI TUTTO

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    Labirinto della Masone: una passeggiata tra il verde e l'arte

    Un nuovo fantastico percorso a tappe per svelare la storia del Labirinto e soprattutto del suo geniale creatore, Franco Maria Ricci. Ha deciso di riaprire in questo modo lo splendido complesso di Fontanellato, vicino a Parma, ideato (nelle sue proprietà di famiglia) da chi ha sempre avuto a cuore l’arte e il bello. Il Labirinto della Masone è il più grande esistente e si estende su un percorso lungo oltre 3 chilometri dove regnano incontrastate le piante di bambù (in totale sono circa 200 mila), alte tra i 30 centimetri e i 15 metri e appartenenti a venti specie diverse. Scelto e amato da Ricci per la sua flessuosa eleganza, il bambù è in realtà una pianta forte e vigorosa, con una crescita molto rapida e in grado di ridurre notevolmente l’anidride carbonica restituendo ingenti quantità di ossigeno. E a differenza dell’incubico Labirinto di Minosse, quello della Masone è un giardino fatto per passeggiare, smarrendosi piacevolmente di tanto in tanto.

    Gli edifici al suo interno, sede della Fondazione Franco Maria Ricci, sono ispirati alle utopie architettoniche neoclassiche di Boullée, Lequeu, Ledoux e Antolini; progettati seguendo i canoni della tradizione italiana ed europea, si integrano armoniosamente con il paesaggio circostante. Accanto al Labirinto sono presenti inoltre un museo, che custodisce l’intera collezione di opere d’arte di Franco Maria Ricci, un archivio, una biblioteca e spazi per mostre temporanee e per l’ospitalità. Disposta su cinquemila metri quadrati, eclettica e curiosa, la collezione d’arte raccoglie circa cinquecento pezzi che attraversano cinque secoli di storia dell’arte, dal XVI al XX. Si va dalla grande scultura del Seicento a quella neoclassica, ai busti dell’epoca di Napoleone, da manieristi come Carracci e Cambiaso ad artisti legati agli anni d’oro del ducato di Parma, dalla pittura dell’Ottocento, tra cui spicca Hayez, al Novecento delle opere di Wildt, Ligabue, Savinio. In un allestimento né casuale né scientifico, ma che rispecchia le scelte e il gusto del collezionista. LEGGI TUTTO

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    Gravina in Puglia, alla scoperta di preziosi tesori

    Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia nasconde un ambiente dal fascino antico e magnetico. Si tratta di un luogo che lascia il segno, basta uno sguardo e riempie gli occhi e l’anima. È Gravina in Puglia, in provincia di Bari, una cittadina magica anche solo per la sua suggestiva posizione, aggrappata a una roccia. Il giallo ocra dei palazzi e delle chiese, a ridosso di un burrone, richiama quello delle rocce circostanti, scavate e modellante dall’incessante scorrere del torrente Gravina e degli altri corsi d’acqua che insistono sul territorio. Nascono così crepacci, gravine e puli, che sin dalla preistoria hanno dato rifugio all’uomo, consentendo il proliferare di insediamenti e siti di cui è ricco il territorio. I greci la chiamarono Sidion, terra dei melograni, mentre i romani Silvium, terra dei boschi, ma il nome del borgo lo si deve all’imperatore del Sacro Romano Impero Federico II, che coniò l’espressione “Grana dat et vina”, da cui Gravina.

    L’accesso più suggestivo alla città, caratterizzata da un affascinante impianto medievale, è quello che la collega alla chiesa rupestre della Madonna della Stella: l’omonimo ponte-viadotto, risalente al XVII secolo e ricostruito dagli Orsini dopo il crollo del 1722. Una struttura imponente, lunga 90 metri e alta 37, che sorvola la gravina di Botromagno, offrendo un colpo d’occhio emozionante. Sono proprio le chiese rupestri una delle più grandi ricchezze custodite dal territorio. Inoltrandosi tra le viuzze della parte più antica del borgo, si incontra la chiesa-grotta di San Michele, patrono della città. Una costruzione nella roccia dal fascino unico, composta da 5 navate e “sorretta” da 14 pilastri. Oggi vi si possono scorgere solo alcune tracce delle pareti un tempo interamente affrescate, come ad esempio il celebre Cristo Pantocratore, all’interno del primo abside. L’abside centrale, invece, conserva la statua di San Michele delle Grotte. Altro luogo simbolo di Gravina è il bastione, ciò che rimane delle antiche fortificazioni urbane. Si trova nella parte nord-ovest del borgo, proprio di fronte al ponte-acquedotto, su cui regala una veduta affascinante. La sua nascita si fa risalire al XIV secolo, periodo in cui Gravina era sotto il dominio del re d’Ungheria; in seguito, poi, fu ampliato e irrobustito. Imperdibile! Come imperdibile è una visita alla cosiddetta “Gravina Sotterranea”, un percorso a 15 metri di profondità, che si articola lungo suggestivi scalini che puntano al sottosuolo. Un’esperienza, che a partire dalla cava grande da cui veniva estratto il tufo per costruire gli edifici in superficie, tra un cunicolo e l’altro, permette di conoscere l’impressionante sistema di grotte, cisterne, cantine, forni seicenteschi e ambienti di servizio, in cui osservare anche arredi e strumenti di lavoro originali.

    Ma i tesori di Gravina non terminano qui, dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta al Castello Svevo del 1223, fatto edificare da Federico II sulla collina di fronte al paese (visitabile solo all’esterno); fino ad un altro dei simboli del borgo, il complesso delle sette camere, con il caratteristico canyon su cui si trovano centinaia di aperture scavate nella roccia di tufo. LEGGI TUTTO

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    Mezzi di trasporto pubblici troppo pieni? Per il Mit con l'80% siamo tutti al sicuro

    Dopo l’apparente tregua estiva dal Coronavirus, i contagi sono tornati a salire e la situazione si fa sempre più preoccupante. Tra i momenti della vita quotidiana da tenere particolarmente sotto controllo c’è sicuramente il tempo che i cittadini trascorrono all’interno dei mezzi di trasporto pubblici, essenziali per gli spostamenti soprattutto nelle grandi città. È per questo che, subito dopo il rientro dalle vacanze, una delle prime notizie uscite è stata quella riguardante la capienza massima dei mezzi pubblici, il cui coefficiente di riempimento non deve essere superiore all’80%. Le polemiche non sono mancate: il coefficiente da molti è ritenuto troppo alto, aumentando quindi il rischio di contagio. Adesso, però, una simulazione effettuata dall’Ufficio studi dell’Asstra afferma che, qualora la capienza fosse inferiore all’80%, il sistema dei trasporti sarebbe a rischio. Chi ha ragione? Analizziamo entrambe le tesi.
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    Da una parte
    Il coefficiente di riempimento non deve essere superiore all’80%, aveva dichiarato il Mit, e si prevede anche una maggiore riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti. “Tale coefficiente di riempimento – si legge in una nota del Ministero dei Trasporti – è consentito anche in relazione al ricambio dell’aria interna dei veicoli di superficie e dei treni metropolitani. Infatti, la maggior parte degli impianti di climatizzazione consente una percentuale di aria prelevata dall’esterno e un ricambio ad ogni apertura delle porte in fermata”. In alcune città, però, circolano ancora tram di vecchia generazione, privi di impianti di climatizzazione: su questi mezzi, il Mit invita all’apertura permanente dei finestrini.
    Dall’altra
    Ma se c’è chi pensa che l’80% sia un coefficiente di capienza troppo alto per i mezzi pubblici, l’Ufficio studi dell’Asstra (l’associazione che riunisce le società di trasporto pubblici locale) è pronto a smentirlo. Se si verificasse una riduzione ulteriore del riempimento dei mezzi, dichiarano dall’Asstra “risulterebbe difficile per gli Operatori del Tpl continuare a conciliare il rispetto dei protocolli anti Covid-19 e garantire allo stesso tempo il diritto alla mobilità per diverse centinaia di migliaia di utenti ogni giorno, con il conseguente rischio di fenomeni di assembramento alle fermate e alle stazioni”. Prima di affermare questo, l’associazione ha simulato una capienza dei mezzi di trasporto pubblico locale al 50%. Se così fosse verrebbe impedito “a circa 275 mila persone al giorno di beneficiare del servizio di trasporto sia per motivi di studio che di lavoro”.  Continua l’Asstra: “Le ulteriori limitazioni al servizio di Tpl obbligherebbero buona parte dell’utenza a fare ricorso alla mobilità privata per continuare ad effettuare i propri spostamenti. Ipotizzando che l’utenza trasferisca le proprie abitudini di mobilità dal mezzo pubblico all’autovettura, si potrebbero generare da oltre 42 mila a oltre 250 mila spostamenti in auto in più ogni giorno solo nelle ore di punta mattutine”.
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    Le proteste dei sindacati a Roma
    A dire la loro sulla situazione mezzi pubblici, soprattutto a Roma, sono anche i sindacati Cgil, Cisl e Ugl dopo alcune scene a piazzale Flaminio le cui immagini hanno fatto il giro del web. Le foto diffuse dall’associazione TrasportiAmo descrivono folle sulle banchine e negli accessi in stazione per prendere i treni: tutto questo, ovviamente, senza alcun riguardano per le norme di distanziamento che il momento impone. “Riceviamo giornalmente decine di segnalazioni che riguardano l’eccessivo affollamento sugli autobus circolanti a Roma e sui treni che trasportano i pendolari verso la Capitale. Il rischio di un’incidenza negativa sulla salute dei lavoratori e dei cittadini è alto ed è necessario mettere in campo le opportune contromisure” dicono i sindacati, rivolgendosi soprattutto al prefetto di Roma Matteo Piantadosi.
    “Già da tempo abbiamo chiesto che si incrementi l’offerta di mezzi pubblici per garantire ai pendolari condizioni di trasporto più agevoli, più sicure e in linea con le ordinanze emanate per riorganizzare il settore in funzione delle misure anti contagio”. E qual è la soluzione proposta dai sindacati? Si trovano d’accordo con le tesi sopra elencate? “Riteniamo di fondamentale importanza ripensare l’organizzazione dei servizi e i tempi di vita della città, agendo in sinergia con tutte le istituzioni e i soggetti pubblici e privati, con interventi sul lavoro agile e la rimodulazione degli orari di lavoro e di apertura degli esercizi commerciali, allo scopo di rendere gli spostamenti dei cittadini compatibili con l’offerta del servizio”. LEGGI TUTTO

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    Land Rover e Segway, spostarsi per la città in “edizione limitata”

    Una mobilità urbana diversa, ripensata per integrare diversi mezzi di trasporto garantendo il distanziamento e, nel contempo, il rispetto dell’ambiente. Land Rover lancia un’offerta dedicata a coloro che utilizzano l’auto in città dando loro la possibilità di eseguire gli spostamenti dell’ultimo miglio con un mezzo alternativo, versatile ed ecologico: il monopattino elettrico. La Casa inglese proporrà infatti un’edizione limitata dei propri modelli Range Rover Evoque e Discovery Sport offrendo come dotazione un Segway-Ninebot MAX G30.
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    Mobilità urbana
    L’auto è uno dei mezzi migliori per rispettare le norme di distanziamento sociale in epoca di Covid, ma spesso il traffico e la scarsità di parcheggio la rendono di difficile utilizzo. Land Rover ha deciso di ovviare a questo problema offrendo ai suoi clienti un mezzo alternativo come il monopattino elettrico per percorrere gli ultimi chilometri di strade cittadine dopo aver posteggiato l’auto. Un esempio di mobilità integrata che punta a facilitare gli spostamenti.

    L’iniziativa è stata pensata dopo che uno studio ha rivelato il sempre maggiore utilizzo di questi mezzi per la mobilità urbana individuale da parte dei clienti Land Rover. L’indagine, condotta a giugno, ha registrato il trend dell’uso dei monopattini elettrici in costante crescita, portando alla nascita di queste versioni speciali, realizzate in collaborazione con il leader del settore, Segway.
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    Per godersi la città
    Land Rover ha deciso di offrire la possibilità dell’abbinamento auto-monopattino con i suoi due modelli più urbani, la Evoque e la Discovery Sport. La Casa produrrà 200 esemplari con questo allestimento, che comprende il tetto panoramico per godersi a pieno ogni viaggio in città. Le Evoque e Discovery Sport con Segway saranno in vendita da ottobre a dicembre.

    “In un momento di grandi cambiamenti nella mobilità in generale ed in particolare di quella urbana – ha spiegato il presidente di Jaguar Land Rover Italia, Daniele Maver – la soluzione migliore consiste in un modello integrato che prevede l’uso della vettura per la parte principale del percorso per poi passare a mezzi più’ piccoli e versatili con cui arrivare a destinazione, spostandosi dal parcheggio, alla sede di lavoro, ad esempio, senza incidere sul traffico e sull’inquinamento ambientale. La partnership con Segway-Ninebot ci permette di avere un monopattino tecnologicamente avanzato, da ripiegare e riporre all’interno del bagagliaio, per spostamenti sempre più’ sostenibili”.
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    Audi A3 Sportback plug-in, ordini al via

    L’annuncio è arrivato nelle scorse settimane e tra poco  l’Audi A3 Sportback alla spina arriverà nelle concessionarie. A quale prezzo? 40 TFSI e S tronic partono da 39.200 euro, lordi. Perché? Rientrando nell’ecobonus (nella fascia 31—60 g/km di CO2), con la rottamazione e lo sconto della Casa può beneficiare di un incentivo totale fino a 6.500 euro. 
    La promozione Audi Value prevede anche una rata di 199 euro al mese per due anni (fino al 31 ottobre le prime tre gratuite) alla fine dei quali si più decidere se sostituirla, restituirla o riscattarla.

    Audi A3 Sportback 40 TFSI e S tronic, disponibile in quattro allestimenti – base, Business, Business Advanced e S Line edition – è accreditata di una autonomia elettrica di 67 km nel ciclo WLTP concessa dalla una batteria dalla capacità dii 13 kWh (quasi il 50% della versione precedente).
    Il motore a benzina (1.4 TFSI da 150 cavalli) e i propulsore elettrico (80 kW) erogano una potenza di sistema di 204 cavalli. Abbinati al cambio S Tronic a doppia frizione a sei marce permettono una accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,6 secondi e una velocità massima è di 227 km/h. In modalità elettrica la punta raggiungibile è di 140 km/h.
    Luci diurne a led con 15 elementi
    A batteria carica (da presa domestica servono circa 4 ore per un “pieno”) le emissioni di CO2 sono limitate a 30 g/km e il consumo medio nel ciclo WLTP  è di 1,4 litri/100 km (percorrenza di 71 km/litro). Le batterie riducono di 100 litri capacità del bagagliaio, che varia da 280 a 1.100 litri.
    Rispetto alle altre A3 Sportback la caratterizzazione esterna sta nelle luci diurne a led formate da 15 elementi. In abitacolo una finitura blu (elettrico, ovviamente) scorre su pannelli plancia e porte, mentre i rivestimenti dei sedili sono in parte realizzati con materiale riciclato.
    Il Virtual Cockpit di A3 SP 40 TFSI e fornisce informazioni specificherelative all’utilizzo di motore elettrico, termico, ai flussi di energia, alla carica della batteria e allo stile di guida, determinante per l’autonomia. 
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