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    Spin S200, arrivano in Europa i monopattini elettrici telecomandati

    I monopattini elettrici telecomandati stanno per sbarcare sul mercato europeo: si tratta degli Spin S200, costruiti dalla stessa Spin (appartenente al Gruppo Ford) in collaborazione con Segway-Ninebot. Cos’hanno di diverso rispetto agli altri e-scooter? Il fatto di essere dotato di un innovativo sistema automatico che li riconduce al parcheggio senza nessun passeggero. Ma andiamo con ordine.

    Mezzi ‘green’ a tre ruote
    In procinto di debuttare prima negli Stati Uniti e in seguito in Europa (anche se l’azienda non ha ancora specificato i Paesi né le città), i Spin S200 sono monopattini elettrici a tre ruote dotati di tre sistemi di frenata indipendenti: uno rigenerativo al posteriore, e due a tamburo sia all’anteriore che al posteriore.
    Come vengono parcheggiati autonomamente
    Grazie all’accordo stipulato con la software house Tortoise, è stato inoltre possibile creare la piattaforma Spin Valet: grazie a delle telecamere installate nella zona anteriore e posteriore di ogni monopattino, il team Spin può controllare il percorso da remoto telecomandando il mezzo fuori dal percorso dei pedoni, di altri marciapiedi o del traffico stradale, parcheggiandolo così in maniera autonoma, naturalmente a una velocità di sicurezza che non salirà oltre i 5 km/h.
    Monopattini elettrici, come viaggiare più sicuri con cinque regole
    Una scelta ecosostenibile
    “Questa partnership segna un punto di svolta nei piani operativi concreti per portare questi e-scooter telecomandati nelle strade della città – ha dichiarato Ben Bear, Chief Business Officer di Spin -. Oltre a fornire affidabilità ai consumatori e più ordine nelle strade della città, questo mezzo potrebbe migliorare significativamente l’economia delle corse, oltre che aiutare a ridurre le emissioni di carbonio e il lavoro operativo necessario per mantenere e riposizionare le flotte”.
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    MotoGp, Guintoli: “Così abbiamo creato la Suzuki vincente”

    ROMA – “Abbiamo lavorato duramente e uno dei più grandi miglioramenti è arrivato tra il 2017 e il 2018. Il motore era molto migliorato. Tutti gli strumenti messi in atto per cercare di contrastare quel problema erano davvero utili, perché avevamo fatto un’immersione profonda nella moto. Questo ci ha permesso di capire ancora di più la GSX-RR”. Sono le parole di Sylvain Guintoli, collaudatore della Suzuki, uno degli artifici del successo della casa di Hamamatsu, che spiega l’evoluzione del progetto nel corso degli anni.

    La svolta
    “Dopo di che è stata tutta una questione di piccoli passi aerodinamica, freno motore, stabilità. Si trattava di fare piccoli aggiustamenti, tutte queste piccole cose si sommano. L’anno successivo, nel 2019, la moto stava migliorando sempre di più e così i risultati” ha proseguito il nativo di Montélimar al sito ufficiale Suzuki. Poi è arrivata la svolta, con Mir che si è laureato campione del mondo. “Nel 2020 la grande differenza è stata il nuovo telaio – ha ammesso Guintoli -permette ai piloti di frenare più forte e questo è stato un grande vantaggio. Joan frena tardi e frena forte, quindi questo lo ha davvero aiutato. Inoltre il nuovo motore era anche migliore in alcune aree. Abbiamo fatto un grande passo in avanti. Storicamente Suzuki ha sempre costruito moto che si guidano bene e curvano bene. Fa parte del DNA e questa GSX-RR 2020 era una sorta di evoluzione definitiva in quel senso” ha concluso. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Dovizioso: “Io alla Honda? Aperto a tutte le soluzioni”

    ROMA – “La Honda? Io sono aperto, però in questo momento non sto cercando un posto per rientrare a tutti i costi. Mi interessano soltanto progetti di un certo tipo, ci deve essere la voglia di provare a vincere insieme. Se dovesse esserci un’idea di questo tipo, magari per il 2022, sarò il primo a essere contento”. Lo ha detto Andrea Dovizioso tornando a parlare del suo futuro dopo il divorzio dalla Ducati. Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, il Dovi ha chiarito: “Non sono pronto per fare semplicemente il tester, io mi sento ancora un pilota”.

    Stagione 2020
    La stagione 2020 del Motomondiale si è conclusa con il divorzio tra Dovizioso e la Ducati: il pilota forlivese non ha rinnovato il contratto con la casa di Borgo Panigale, dopo una collaborazione iniziata nel 2013. Il 34enne romagnolo, che alla guida della Desmosedici è andato più volte vicino al titolo MotoGP (ha chiuso al 2° posto in classifica per tre anni consecutivi, dal 2017 al 2019), ha deciso di prendere un anno sabbatico nel 2021. Eppure, il possibile interessamento della Honda (che attende di capire quando e come potrà rientrare in pista l’infortunato Marc Marquez) potrebbe convincere Dovizioso a tornare subito in sella. LEGGI TUTTO