Domenico Sottile
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Dormono nel carro armato col motore acceso: 4 militari finiscono in ospedale
Un errore banale, che però poteva costare la vita. Un gruppo di militari svizzeri impegnato in una esercitiazione nella zona del Passo del Sempione, in Canton Vallese, ha avuto a che fare con una brutta esperienza. Secondo alcune testate locali, infatti, le reclute hanno tutte subito una forte intossicazione da monossido di carbonio dopo aver trascorso la notte all’interno di un carro armato.
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Intossicati dal monossido di carbonio
Secondo le prime indiscrezioni, che sembrano trovare conferma anche dal portavoce dell’Esercito svizzero Daniel Reist, i quattro avrebbero sì passato la notte all’interno del mezzo corazzato, ma lasciando il motore acceso per far funzionare il sistema di riscaldamento. Cosa, questa, che è costata ai giovani militari proprio l’intossicazione da monossido di carbonio.
Tuttavia, nessuno dei quattro giovani ha subito danni gravi o è in pericolo di vita, anche se tutti sono stati ricoverati in ospedale e si trovano ora attaccati a dei respiratori. LEGGI TUTTO - in Motori
MotoGp, Agostini: “Vedere Rossi così fa male”
ROMA – Giacomo Agostini non vuole entrare personalmente nel merito dell’addio alle corse di Valentino Rossi, evidenziando la difficoltà della decisione. Tuttavia, la leggenda del motomondiale, 15 volte campione del mondo, dà il suo giudizio sul finale di carriera del pesarese: “Mi chiedono di dire a Rossi di smettere, ma non posso farlo, perché è una scelta personale – ammette -. Il padre di Valentino dice che può correre altri 3 o 4 anni, ma io non sono il padre e non dico niente. Sicuramente non mi piace vederlo così, fa male perché è stato uno spettacolo per tanti anni e lo ammiravano tutti perché dava gioia. Finché c’è vita c’è speranza, ma la realtà è quella che è“.
Agostini ripercorre il suo ritiro
Un inizio di stagione molto complicato quello vissuto dal numero 46 della Yamaha che in molti hanno visto come una resa anticipata del Dottore, sempre meno competitivo contro avversari più giovani. Agostini, però, non vuole dare consigli al nove volte campione del mondo: “Quando ho iniziato a non vincere più mi sentivo molto male – prosegue in un’intervista ai microfoni di ‘As’ – perché si cominciava a dire che ero finito e non ero quello di prima. Avevo abituato i miei tifosi a festeggiare ogni volta che venivano al circuito, invece ad un certo punto andavano via tristi. Quando ho deciso di lasciare ci ho pensato molto, perché è significato lasciare il mio grande amore. La gioia che ti dà la vittoria, il podio, il pubblico che ti ama, non te la può dare nessuna altra cosa. Dire basta è difficile per tutti”, conclude. LEGGI TUTTO - in Motori
Mobilità elettrica: ecco i costi dei dispositivi di ricarica e delle infrastrutture
Per provare a dare una risposta al quesito, ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ha eseguito uno studio chiamato “Mercato e caratteristiche dei dispositivi di ricarica per veicoli elettrici”, che in breve ha saputo regalare un focus sulla mobilità e sulle infrastrutture di ricarica, ormai diventate uno snodo di fondamentale importanza per il comparto automotive.
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Ecco i dispositivi analizzati
Secondo quanto si apprende dallo studio, sono stati in tutto 225 i modelli di dispositivi di ricarica per le auto elettriche censiti ed analizzati da ARERA – tutti sistemi di ricarica presenti al momento sul mercato e destinati all’acquisto da parte di consumatori, aziende, amministrazioni pubbliche o gestori di punti di ricarica -, con potenze dai 2 kW ai 350 kW e prodotti da 24 differenti aziende. Apparati che vanno dalle wallbox casalinghe alle colonnine stradali, dalla ricarica slow e quick (l’86% degli apparati) a quelle fast e ultra-fast.
Dall’analisi effettuata dall’Autorità è emerso che i prezzi di tali sistemi spaziano dai 700 euro per i dispositivi ideati per le famiglie, agli oltre 80 mila per le ricariche ultra-veloci ad uso degli operatori professionali di ricarica, con un prezzo unitario per ogni kW installato che va da 36 a 580 euro, in relazione alla velocità di ricarica (quindi potenza elettrica in gioco) e con costi medi di 1200 euro per le wallbox “intelligenti”.
Offerta ampia
La prima ricognizione sui sistemi di ricarica delle auto elettriche, quindi, secondo ARERA ha evidenziato come l’offerta di dispositivi risulti ampia e variegata, con un’industria italiana particolarmente attenta a presidiare questo settore di mercato.
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