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    Cicli MBM, e-bike 2022: otto nuovi modelli presto sul mercato

    Sono otto i nuovi modelli di e-bike che Cicli MBM ha presentato al Tennis Club Napoli, dal 9 al 12 ottobre. Otto modelli che racchiudono il prossimo futuro dell’azienda: mentre sette saranno disponibili sul mercato già l’anno prossimo, per uno (si tratta dell’MBM e-Full) bisognerà aspettare il 2023. Queste bici, differenti sia nel look che nelle caratteristiche tecniche, andranno ad arricchire l’ampia gamma già in listino, che vanta circa 60 esemplari tra elettriche, ibride, citybike, old style, folding, cruiser, mountain bike, freestyle e bici da bambino. Tra le novità presentate a Napoli da MBM anche  il rinnovato sito web e il portale CRM (Customer Relationship Management) per migliorare le relazioni tra azienda, negozio e cliente finale.Guarda la galleryCicli MBM, le nuove e-bike 2022
    Moto Parrilla Carbon: e-bike pronta per l’avventura!
    La Rue
    Ma veniamo ai nuovi modelli, tra cui spicca La Rue (versione femminile), una city e-bike disponibile in moltissimi colori e con linee e forme che la fanno sembrare una bici tradizionale. Il motore Etrotek (sul mozzo posteriore) e batteria 7 Ah – 252 Wh (integrata e fissata nel tubo obliquo) sono invisibili, così come i cavi (elettrici, freni, deragliatore) che passano tutti internamente. Telaio in lega d’alluminio 6061 progettato con tech 3D per massimizzare l’equilibrio fra estetica e prestazioni tecniche. Prezzi indicativi 1.200-1.300 euro Iva inclusa.
    Ramp
    Ramp è una e-MTB hardtail dotata di ruote da 29” e caratterizzata da un design audace con batteria integrata, gravity motor case e passaggio dei cavi interno. Disegnato con tech 3D, il telaio è idroformato per una resistenza maggiore e un peso decisamente inferiore grazie agli spessori della lamiera ridotti. La cassa del motore a gravità si inserisce all’interno del tubo obliquo per poi venire saldata, aumentando così la resistenza complessiva. Prezzi indicativi 3.400-3.700 euro Iva inclusa.
    Sonar
    Passiamo a Sonar, che viene presentata come una e-Gravel leggera, grazie al telaio in lega di alluminio e alla forcella in carbonio multifunzionale. È dotata di un movimento centrale integrato nel tubo obliquo, dove troviamo anche la batteria, facilmente estraibile. La presa per la ricarica, presente anche sulla bici, si trova sopra il movimento centrale. La forcella è realizzata in carbonio monoscocca e i cavi dei freni anteriori sono integrati al suo interno. È previsto un supporto per il parafango. Prezzi indicativi 3.300-3.600 Iva inclusa.
    Rambla Man e Lady
    Le due versioni sono city e-bike, e hanno le stesse caratteristiche tecniche declinate per l’uomo e per la donna. L’unica differenza la fa il tubo orizzontale nella variante “Man”. Dotate di motore Oli Sport One 60 Nm – 250 W e batteria 10,4 Ah – 360 Wh, c’è anche un display firmato sempre Oli sport One – Color display. Ruote Wanda 28×1.75 nel doppio colore brown/cream e incluso il cestino. Prezzi indicativi 1.900-2.000 Iva inclusa.
    New Funk
    Per chi ama pedalare in città, ma combina l’uso della bici ai mezzi pubblici, può trovare una buona soluzione nella New Funk, e-bike compatta con ruote da 20” e dalle dimensioni ridotte (peso intorno ai 25 kg), con manubrio pieghevole. Il telaio è in alluminio idroformato con doppio tubo orizzontale per migliorare la rigidità complessiva mentre il motore, l’Oli Move One, è capace di erogare una coppia di 50 Nm ed è inserito nel movimento centrale con tutte le opzioni selezionabili dal display LCD. Prezzi indicativi circa 2.000 euro Iva inclusa.
    New Chaos
    Ruote da 26”, look sfrontato e un motore Oli (modello Sport One) da 250W capace di garantire una coppia di 60 Nm. Ecco le principali caratteristi di New Caos, la nuova e-MTB hardtail di Cicli MBM. Troviamo anche la batteria integrata da 10,4 Ah e 360 Wh, il display a colori, i freni e i dischi firmati Shimano, così come il deragliatore posteriore Deore M5120 a 10 velocità. La forcella anteriore è una Suntour 100/120 mm. Prezzi indicativi 2.400-2.600 euro Iva inclusa.
    BMW, e-bike e monopattino elettrico per una mobilità intelligente LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “La prima volta che ho conosciuto Rossi ero nervosissimo”

    ROMA – “Ricordo la primissima volta che ho incontrato Rossi. Stavamo cenando e lui è entrato assieme al nostro allenatore. Ero nervosissimo, era strano essere davanti al mio idolo e potergli stringere la mano”. Pecco Bagnaia, intervistato ai microfoni della CNN, ha raccontato del primissimo incontro con Valentino Rossi, attualmente suo collega e avversario in MotoGp, anche se tra un mese arriverà il ritiro dal Motomondiale. I due hanno anche collaborato a lungo nella VR46 Academy, essendone il ducatista uno dei membri di spicco.
    L’amicizia con Rossi
    “Penso che ora siamo buoni amici e stiamo parlando molto del mio campionato – ha aggiunto Bagnaia, attualmente secondo in classifica piloti dietro a Fabio Quartararo -. Nell’ultimo mese mi ha sempre incoraggiato a puntare ad essere sempre il migliore e di migliorare ogni volta”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir: “Non ho sentito pressione da campione in carica”

    ROMA – Joan Mir, intervistato durante il podcast ufficiale della MotoGp, ha raccontato il lungo percorso per arrivare in classe regina, dove nel 2020 si è laureato campione, spiegando le difficoltà economiche della famiglia e la perseveranza con cui ha inseguito il sogno fin da piccolo: “Ricordo che io e mio padre non avevamo i soldi per pagare una squadra nel campionato spagnolo – ha raccontato -. Ho dovuto costruire tutto partendo da zero, cercando di vincere i campionati per poter essere notato da altre squadre e per poter salire di livello. Non avevo l’opportunità di pagare un team. Era una grande responsabilità. Quest’anno si diceva che avessi una grande pressione addosso, perché dovevo difendere il titolo. Non penso quella fosse pressione, penso ne avessi molta di più in passato”.
    Sulle fatiche del passato
    “Quella era pressione, perché le aspettative non erano le migliori, ma ero obbligato a vincere per essere contattato da qualcuno e ricevere delle offerte – ha aggiunto Mir -. Non potevo restare due anni nella stessa categoria. Non era divertente, in gara era tutto troppo intenso, però mi sono goduto il percorso e il miglioramento”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir: “Difendere il titolo? Non ho sentito pressione”

    ROMA – “Ricordo che io e mio padre non avevamo i soldi per pagare una squadra nel campionato spagnolo. Ho dovuto costruire tutto partendo da zero, cercando di vincere i campionati per poter essere notato da altre squadre e per poter salire di livello. Non avevo l’opportunità di pagare un team”. Joan Mir, intervistato durante il podcast ufficiale della MotoGp, ha raccontato il lungo percorso per arrivare in classe regina, dove nel 2020 si è laureato campione, spiegando le difficoltà economiche della famiglia e la perseveranza con cui ha inseguito il sogno fin da piccolo. “Era una grande responsabilità – ha detto -. Quest’anno si diceva che avessi una grande pressione addosso, perché dovevo difendere il titolo. Non penso quella fosse pressione, penso ne avessi molta di più in passato”.
    Sul passato
    “Quella era pressione, perché le aspettative non erano le migliori, ma ero obbligato a vincere per essere contattato da qualcuno e ricevere delle offerte – ha aggiunto Mir -. Non potevo restare due anni nella stessa categoria. Non era divertente, in gara era tutto troppo intenso, però mi sono goduto il percorso e il miglioramento”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, il poster del Gp dell'Emilia-Romagna omaggia l'ultima di Rossi a Misano

    ROMA – La prossima gara della MotoGp, in programma a Misano, sarà a suo modo storica: sarà infatti l’ultima volta di Valentino Rossi sul “suo” tracciato. Dopo 26 stagioni e nove titoli mondiali, quindi, il Dottore – che ha già annunciato il ritiro a fine stagione – girerà per l’ultimo weekend sul tracciato intitolato a Marco Simoncelli, situato ad appena 20 minuti da Tavullia, luogo di nascita e meta di pellegrinaggio per tutti i fan del numero 46. Un’edizione storica che il poster del Gp dell’Emilia Romagna, firmato Aldo Drudi, ha voluto celebrare ritraendo proprio il Dottore in sella alla Yamaha nell’atto di salutare.
    Le parole di Aldo Drudi
    E’ stato lo stesso autore della locandina, Aldo Drudi, a spiegare il significato per poster: “L’obiettivo è festeggiare Valentino sul circuito di casa, davanti ai suoi tifosi italiani; è un tributo. Il colore predominante è il giallo, l’unico soggetto della locandina è Rossi, in una posizione diversa dal solito: non è una posizione di corsa, non è esultanza, ma un intimo saluto, con il pubblico in sottofondo. Si chiude un capitolo glorioso e la storia si apre a qualcos’altro”, le sue parole a Sky Sport. LEGGI TUTTO

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    Dieci anni senza Sic: su Rai Play arriva “Simoncelli, il sogno spezzato”

    Il 23 ottobre 2011 muore Marco Simoncelli. Quella montagna di riccioli che era il suo casco naturale non è bastato a proteggerlo dalla terribile scivolata sul circuito di Sepang. La scena del pilota romagnolo esanime in mezzo alla pista, mentre il suo casco, quello vero, rotola via verso l’erba, ammutolisce e toglie ogni speranza. È dedicata al sogno spezzato di Sic, come tutti lo chiamavano, la terza puntata di Ossi di Seppia, quello che ricordiamo dal 19 ottobre su RaiPlay.
    Dieci anni fa, lo schianto fatale in Malesia. Il pilota a soli 24 anni è già una promessa del motociclismo. È in lotta per la quarta posizione quando perde il controllo della sua Honda che scarta verso il centro della pista. Simoncelli gli resta aggrappato, scivola e viene tamponato dalle due ruote che lo seguono e che non hanno potuto fare nulla per evitarlo e travolgerlo. Sul collo evidenti i segni delle gomme di una moto che procedeva a trecento chilometri orari. Arriva in ospedale già in arresto cardiocircolatorio e alle 11 ore italiane circa, un’ora dopo l’incidente, viene data notizia del decesso.
    La vita di Simoncelli diventa una favola: arriva in libreria “58”
    Un vuoto enorme oltre i confini del motociclismo
    “Non avrei mai pensato di dover raccontare la morte del mio amico Sic”, dice Paolo Beltramo, storico inviato ai box del motomondiale, voce narrante di questa terza puntata. Quello che ricordiamo lascia un vuoto enorme che va oltre i confini del motociclismo. E quella morte in diretta, sotto l’occhio delle telecamere, tragicamente regala a Marco la gloria e l’amore della gente che lui aveva sognato.
    Ossi di Seppia, quello che ricordiamo è la prima serie Tv non fiction dell’era post pandemia, prodotta da 42° Parallelo, è una esplorazione emozionale del passato che, in ventisei puntate e altrettanti eventi (che si avvalgono del repertorio tratto dalle Teche Rai e dagli archivi fotografici) ripercorre quei fatti che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese, che hanno segnato le nostre vite e che rimarranno appunto… quello che ricordiamo. LEGGI TUTTO

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    Simoncelli, il sogno spezzato: in esclusiva su Rai Play il ricordo del Sic

    Il 23 ottobre 2011 muore Marco Simoncelli. Quella montagna di riccioli che era il suo casco naturale non è bastato a proteggerlo dalla terribile scivolata sul circuito di Sepang. La scena del pilota romagnolo esanime in mezzo alla pista, mentre il suo casco, quello vero, rotola via verso l’erba, ammutolisce e toglie ogni speranza. È dedicata al sogno spezzato di Sic, come tutti lo chiamavano, la terza puntata di Ossi di Seppia, quello che ricordiamo dal 19 ottobre su RaiPlay.
    Dieci anni fa, lo schianto fatale in Malesia. Il pilota a soli 24 anni è già una promessa del motociclismo. È in lotta per la quarta posizione quando perde il controllo della sua Honda che scarta verso il centro della pista. Simoncelli gli resta aggrappato, scivola e viene tamponato dalle due ruote che lo seguono e che non hanno potuto fare nulla per evitarlo e travolgerlo. Sul collo evidenti i segni delle gomme di una moto che procedeva a trecento chilometri orari. Arriva in ospedale già in arresto cardiocircolatorio e alle 11 ore italiane circa, un’ora dopo l’incidente, viene data notizia del decesso.
    La vita di Simoncelli diventa una favola: arriva in libreria “58”
    Un vuoto enorme oltre i confini del motociclismo
    “Non avrei mai pensato di dover raccontare la morte del mio amico Sic”, dice Paolo Beltramo, storico inviato ai box del motomondiale, voce narrante di questa terza puntata. Quello che ricordiamo lascia un vuoto enorme che va oltre i confini del motociclismo. E quella morte in diretta, sotto l’occhio delle telecamere, tragicamente regala a Marco la gloria e l’amore della gente che lui aveva sognato.
    Ossi di Seppia, quello che ricordiamo è la prima serie Tv non fiction dell’era post pandemia, prodotta da 42° Parallelo, è una esplorazione emozionale del passato che, in ventisei puntate e altrettanti eventi (che si avvalgono del repertorio tratto dalle Teche Rai e dagli archivi fotografici) ripercorre quei fatti che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese, che hanno segnato le nostre vite e che rimarranno appunto… quello che ricordiamo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Beirer: “Terzo team? Dorna non ci ha informato correttamente”

    ROMA – Pit Beirer ha parlato in un’intervista ai microfoni di “Speedweek”. Il direttore del motorsport per KTM ha parlato degli obiettivi della casa motoristica austriaca in MotoGp, mostrando l’ambizione di avere un terzo team in classe regina in futuro: “Nelle ultime stagioni, non abbiamo cercato attivamente alcun partner perché ci è stato detto dalla Dorna che sarebbe stato meglio avere due squadre per ogni produttore. Quindi ci siamo tirati indietro, quando abbiamo notato che stava succedendo qualcosa con Avintia e Gresini. Eppure ora vediamo la Ducati con quattro squadre e noi con due fino al 2024. Ci sembra di non essere stati informati correttamente. Inoltre avere quattro squadre sotto contratto vuol dire avere un grande potere”. 
    Contatti con Cecchinello in passato
    “Abbiamo negoziato con Lucio (Cecchinello, ndr) due anni fa, ma sembra essere un partner Honda molto fedele – ha raccontato Beirer -. Ecco perché non abbiamo mai avuto una conversazione approfondita. Non avrò bisogno di un terzo team finché le nostre squadre occuperanno le ultime due file, come a Misano. Sicuramente, non appena vedremo le formazioni più stabili e prestazioni di alto livello, punteremo ad avere davvero un altro team in MotoGP” – ha concluso. LEGGI TUTTO