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    MotoGp, Alex Marquez: “Devo migliorare ed essere un pilota più completo”

    ROMA – Alex Marquez ha le idee piuttosto chiare per il 2022 e non vede l’ora di tornare in pista. Il pilota spagnolo di MotoGp vuole infatti riscattarsi dopo un’ultima stagione al di sotto delle aspettative ed è consapevole di dover invertire il trend. “Devo migliorare e cercare di essere un pilota più completo. Non posso permettermi di avere i tanti alti e bassi che hanno caratterizzato il mio 2021. Ovviamente se la moto è buona tutto diventa più facile, ma comunque devo migliorare sotto tanti punti di vista” ha spiegato ai microfoni di SpeedCafe.com il fratello di Marc.
    Il bilancio di Alex Marquez
    “Abbiamo lavorato bene con tutto il team della Honda, finendo la stagione con un’ottima prestazione – ha proseguito Alex, riferendosi al quarto posto centrato a Portimao – Il miglioramento è stato significativo e, visto il punto di partenza di inizio stagione, direi che non è male. Quando si fa fatica, come successo nel 2021, è bene imparare come pilota ad essere più completo possibile, nonostante le difficoltà”. Il 25enne iberico punta dunque a fare bene nell’imminente Motomondiale, magari replicando il 2020, dove chiuse 14° in classifica generale ma si tolse la soddisfazione di salire sul podio per ben due volte. LEGGI TUTTO

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    ePrix Riad gara2: la safety car incorona Mortara, Giovinazzi solo 21°

    Premia Mortara e Venturi la seconda uscita della Formula E, premia il team che piazza sul podio anche Di Grassi, terzo. Tra i due piloti motorizzati Mercedes si inserisce un ottimo Frijns, su Virgin Racing che corre con powertrain Audi.
    Formula E, Giovinazzi 20esimo al debutto: “Qui tutto più difficile rispetto a F1”
    De Vries dalla pole alla delusione
    Così l’epilogo di un ePrix che parte a rilento, su tempi di conserva, De Vries a gestire il via dalla pole e Mortara a inseguirlo. Purtroppo, le operazioni di recupero della Mahindra non sono state celeri, un po’ impacciati i commissari a bordo pista e la gru a operare intorno alla monoposto. Si resta con un finale a metà. 
    Vittoria con merito per Mortara, Venturi ha corso con passo vincente e, soprattutto, Di Grassi e Mortara hanno mostrato aggressività buona per guadagnare in pista la posizione. 
    “Prendo questa vittoria, preferisco molto di più essere frustrato in qualifica e prendermi questo risultato. Dopo l’errore di ieri in qualifica, regalare la vittoria al team, con il mio compagno terzo, è una grande soddisfazione.
    È stata una gara molto molto strategica, avevamo un po’ di energia più degli altri, on molta. Ho cercato di restare calmo e concentrato”, commenta a caldo Mortara.
    Pronti, via e il gruppetto da seguire è formato da quattro piloti: De Vries controlla su Mortara, Frijns e Di Grassi, poi Lotterer poco più staccato. Corrono via così i primi 13 minuti di gara.
    Venturi all’attacco
    Le due manovre decisive avvengono in contemporanea, in una situazione che, dopo l’utilizzo del secondo Attack Mode, ha rimescolato le posizioni: De Vries davanti a Di Grassi, Frijns davanti a Mortara. Dopo 19 minuti di gara, Di Grassi attacca De Vries in fondo al dritto principale, il pilota Mercedes prova a resistere ma ad avere la meglio è Di Grassi. In contemporanea, stessa curva e stessa manovra all’esterno, Mortara attacca e passa Frijns.

    The battle for the lead! HARD RACING between @nyckdevries and @LucasdiGrassi ????His @VenturiFE teammate @edomortara also joining the fight with @RFrijns at the #DiriyahEPrix pic.twitter.com/CPRtdbCl6x
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) January 29, 2022

    Frijns facile facile in seconda
    Iniziano i 20 minuti neri di De Vries, che perde subito la posizione su Mortara, arretra ancora su Frijns quando passa in Attack Mode per smarcare la seconda attivazione. Davanti, Mortara passa Di Grassi, che controlla su Frijns.
    Ma il pilota Virgin Racing si prende la seconda posizione con una manovra facile facile, sul rettilineo, senza resistenza da parte di Di Grassi. “Sono riuscito ad andare primo con l’Attack Mode, poi abbiamo corso molto conservativi, in risparmio energetico; lui ha provato a passarmi (Frijns; ndr) e subito dopo è arrivata la Safety Car. Questo risultato non è mio, di Edo, è di tutta la squadra”, analizza il pilota brasiliano.

    .@edomortara passes teammate @LucasdiGrassi using ATTACK MODE and picks up the lead of the #DiriyahEPrix ??Follow LIVE timing here https://t.co/NqfsxKU5B4 pic.twitter.com/aH2jtRW2VW
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) January 29, 2022

    De Vries-Vergne a ruotate
    Per Frijns c’è una gara2 a Riad molto brillante, con tempi in gara sul ritmo dei migliori e l’impressione che la Safety Car abbia un po’ impedito un ultimo assalto alla leadership. 
    “Sono molto contento, soprattutto dopo la giornata di ieri. Mercedes qui ha dimostrato d’essere molto veloce, ho provato a stare dietro di loro e mi sono sentito a mio agio”, racconta Frijns.
    Detto del gruppo di macchine, ben nove, che si è compattato ai 15 minuti dalla fine, c’è un De Vries che chiude solo 10°. Perde ben 5 posizioni quando Vergne lo attacca, l’olandese va lungo, si trova a fare a ruotate con la DS e nell’uscita lenta da curva 19 ne approfittano per superarlo Lotterer, Dennis, Vandoorne e Rowland.

    Reigning world champion and yesterdays race winner @nyckdevries has dropped back to P9 This race is far from over!Follow LIVE timing here https://t.co/NqfsxKU5B42022 #DiriyahEPrix | @MercedesEQFE pic.twitter.com/WV1GvucT2K
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) January 29, 2022

    Completerà l’opera Wehrlein, portando De Vries 10°. Si chiude così, a 8 minuti dalla fine, il secondo ePrix della Formula E 2022.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Ezpeleta sul finale di F1: “Non lo vorrei mai, non mi piacciono queste cose”

    ROMA – Ancora una settimana, e inizierà la nuova stagione di MotoGp. I primi test sono ormai alle porte, con i piloti della classe regina che sfileranno sul circuito di Sepang il 5 febbraio alla ricerca delle prime sensazioni. Per Carmelo Ezpeleta, è il momento giusto per fare un riassunto di quella che è la situazione del campionato a due ruote, facendo anche un paragone con quanto successo in F1, dove non si sono ancora placate le polemiche dopo il finale della scorsa stagione: “Non mi farebbe piacere vedere un finale di MotoGp come quello visto in F1”, ha sentenziato il Ceo di Dorna a Marca. Il dirigente ha poi aggiunto: “Mi piacerebbe che ci fossero due piloti che lottano per il titolo all’ultima gara, ma il modo in cui è finito… è stato un campionato fantastico, ma il finale ha originato controversie che non vanno bene. Mi piacerebbe, se possibile, avere un campionato aperto fino all’ultimo, ma non mi piace che al termine si crei il dubbio, e che il vicecampione non parli più. Non è una cosa che vorrei. Così come non avrei voluto, nonostante tutto il mondo fu contento dal punto di vista dell’impatto mediatico, il pasticcio successo tra Rossi e Marquez nel 2015. Non mi piacciono queste cose”. 
    “Ultimi due anni di Rossi sottovalutati” 
    La prossima, sarà la prima stagione, dopo 25 anni, senza Valentino Rossi. A proposito del campione di Tavullia, Ezpeleta ha detto: “Valentino non avrebbe potuto correre fino a 60 anni, lo ha fatto finché ha ritenuto di essere in grado di farlo. Credo che si sia dato poco valore agli ultimi due anni di Rossi, perché era sempre indietro. Ma Valentino, a Valencia, ha corso un decimo più lento rispetto a quello che ha vinto, mantenendo un rendimento bestiale. Quello che cambia è che prima quello gli avrebbe permesso di arrivare terzo, ora arriva quindicesimo, decimo, diciottesimo. Posso solo dirgli grazie per tutto, non avrei potuto chiedergli di più. E ha ancora un piede nel Motomondiale, con una squadra con cui ha fatto un lavoro fenomenale: creare la scuola di Tavullia, l’Academy”.
    E sulle prospettive future: “Abbiamo passato due anni difficili; non pensiamo che sia passato tutto e siamo pronti ad agire nello stesso modo, ma speriamo di poter tornare alla normalità nel 2022 e 2023. La pandemia ci ha permesso di imparare molte cose che possono essere migliorate in un anno normale, ed è su questo che stiamo lavorando. Ciò di cui sono più orgoglioso, è l’unione tra tutte le parti coinvolte, nonostante gli interessi diversi. Le squadre hanno capito che il bene generale del campionato richiede di fare cose diverse. Il consenso che abbiamo ottenuto negli ultimi 10-15 anni nonostante la grande diversità di opinioni, è ciò che mi rende più orgoglioso”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Ezpeleta: “Non vorrei un finale come quello di F1. Ultimi due anni di Rossi sottovalutati”

    ROMA – Ancora pochissimi giorni, e si apre ufficialmente il sipario sulla stagione 2022 di MotoGp. I primi test sono ormai alle porte, con i piloti della classe regina che sfileranno sul circuito di Sepang il 5 febbraio alla ricerca delle prime sensazioni. Per Carmelo Ezpeleta, è il momento giusto per fare un riassunto di quella che è la situazione del campionato a due ruote, facendo anche un paragone con quanto successo in F1, dove non si sono ancora placate le polemiche dopo il finale della scorsa stagione: “Non mi farebbe piacere vedere un finale di MotoGp come quello visto in F1”, ha sentenziato il Ceo di Dorna a Marca. Il dirigente ha poi aggiunto: “Mi piacerebbe che ci fossero due piloti che lottano per il titolo all’ultima gara, ma il modo in cui è finito… è stato un campionato fantastico, ma il finale ha originato controversie che non vanno bene. Mi piacerebbe, se possibile, avere un campionato aperto fino all’ultimo, ma non mi piace che al termine si crei il dubbio, e che il vicecampione non parli più. Non è una cosa che vorrei. Così come non avrei voluto, nonostante tutto il mondo fu contento dal punto di vista dell’impatto mediatico, il pasticcio successo tra Rossi e Marquez nel 2015. Non mi piacciono queste cose”. 
    “Non avrei potuto chiedere di più a Rossi” 
    La prossima, sarà la prima stagione, dopo 25 anni, senza Valentino Rossi. A proposito del campione di Tavullia, Ezpeleta ha detto: “Valentino non avrebbe potuto correre fino a 60 anni, lo ha fatto finché ha ritenuto di essere in grado di farlo. Credo che si sia dato poco valore agli ultimi due anni di Rossi, perché era sempre indietro. Ma Valentino, a Valencia, ha corso un decimo più lento rispetto a quello che ha vinto, mantenendo un rendimento bestiale. Quello che cambia è che prima quello gli avrebbe permesso di arrivare terzo, ora arriva quindicesimo, decimo, diciottesimo. Posso solo dirgli grazie per tutto, non avrei potuto chiedergli di più. E ha ancora un piede nel Motomondiale, con una squadra con cui ha fatto un lavoro fenomenale: creare la scuola di Tavullia, l’Academy”.
    E sulle prospettive future: “Abbiamo passato due anni difficili; non pensiamo che sia passato tutto e siamo pronti ad agire nello stesso modo, ma speriamo di poter tornare alla normalità nel 2022 e 2023. La pandemia ci ha permesso di imparare molte cose che possono essere migliorate in un anno normale, ed è su questo che stiamo lavorando. Ciò di cui sono più orgoglioso, è l’unione tra tutte le parti coinvolte, nonostante gli interessi diversi. Le squadre hanno capito che il bene generale del campionato richiede di fare cose diverse. Il consenso che abbiamo ottenuto negli ultimi 10-15 anni nonostante la grande diversità di opinioni, è ciò che mi rende più orgoglioso”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Rossi sul 2006: “Sconfitta che mi ha fatto crescere”

    ROMA – Imparare dalle sconfitte per trarre preziosi insegnamenti e tornare a vincere. È quanto acccaduto a Valentino Rossi, che in un episodio della docu-serie prodotta dalla MotoGp “Tales of Valentino”, ripercorre il Mondiale del 2006. In quell’occasione, il Dottore si era reso protagonista di una splendida rimonta nella seconda parte della stagione, presentandosi all’ultima gara con soli otto punti di distacco da Nicky Hayden, salvo poi cadere e consegnare il titolo nelle mani dello statunitense. “Ho fatto un grande step perché ho capito che, se avessi voluto vincere ancora, avrei dovuto cambiare molto le mie abitudini. Più allenamenti e più vita da atleta”, ha spiegato Rossi. 
    Un miglioramento anche dal punto di vista psicologico
    Un radicale cambio di stile di vita, confermato dall’allora capotecnico Jeremy Burgess: “Per la prima volta, Valentino ha iniziato ad allenarsi in palestra. Non lo aveva mai fatto prima: negli anni alla Honda non aveva avuto bisogno di questo tipo di lavoro”. Un miglioramento sensibile non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico, come ha sottolineato l’ex team manager della Yamaha Davide Brivio: “Perdere il titolo a Valencia lo ha aiutato negli anni successivi. Forse aveva bisogno di tornare coi piedi per terra. Lo ha aiutato ad accettare gli alti e bassi”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Rossi rivela: “Sconfitta 2006 mi ha fatto fare ulteriore step”

    ROMA – Una sconfitta cocente può anche essere un grande stimolo per migliorare il proprio modo di lavorare e tornare a vincere. È quanto acccaduto a Valentino Rossi, che in un episodio della docu-serie prodotta dalla MotoGp “Tales of Valentino”, ripercorre il Mondiale del 2006. In quell’occasione, il Dottore si era reso protagonista di una splendida rimonta nella seconda parte della stagione, presentandosi all’ultima gara con soli otto punti di distacco da Nicky Hayden, salvo poi cadere e consegnare il titolo nelle mani dello statunitense. “Ho fatto un grande step perché ho capito che, se avessi voluto vincere ancora, avrei dovuto cambiare molto le mie abitudini. Più allenamenti e più vita da atleta”, ha spiegato Rossi. 
    “Ha imparato ad accettare gli alti e bassi”
    Un radicale cambio di stile di vita, confermato dall’allora capotecnico Jeremy Burgess: “Per la prima volta, Valentino ha iniziato ad allenarsi in palestra. Non lo aveva mai fatto prima: negli anni alla Honda non aveva avuto bisogno di questo tipo di lavoro”. Un miglioramento sensibile non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico, come ha sottolineato l’ex team manager della Yamaha Davide Brivio: “Perdere il titolo a Valencia lo ha aiutato negli anni successivi. Forse aveva bisogno di tornare coi piedi per terra. Lo ha aiutato ad accettare gli alti e bassi”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir preoccupato: “Otto Ducati in griglia, è ingiusto”

    ROMA – La nuova stagione di MotoGp è alle porte, e ha destato scalpore la massiccia presenza di Ducati sulla griglia di partenza. Saranno infatti ben otto i piloti a correre in una Scuderia motorizzata dall’azienda di Borgo Panigale, con le ultime annate che fanno pensare che anche il 2022 sarà favorevole ai piloti che potranno fare affidamento su una Ducati. A tal proposito, Joan Mir è tra i piloti preoccupati da questa sorta di monopolio: “Quando vedo il potenziale che hanno, da pilota pensoa sia ingiusto”, ha spiegato in un’intervista rilasciata a Speedweek, “essendoci sei diversi costruttori, è qualcosa di molto strano”. 
    Mir preoccupato anche dalle qualifiche 
    Lo spagnolo, campione iridato nel 2020, ha aggiunto: “Non solo sarà più difficile vincere, ma anche entrare in Q2”, facendo riferimento alle enormi difficioltà mostrate da Suzuki proprio in qualifica. E proprio per questo motivo, Mir non ha ancora deciso il suo futuro, ed è in attesa di eventuali sviluppi anche guardando ad altre Scuderie: ad esempio, non è un mistero che il suo è uno dei nomi sul taccuino di Honda per affiancarlo a Marc Marquez.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir: “Ingiuste otto Ducati in griglia”

    ROMA – La massiccia presenza di Ducati sulla griglia di partenza della MotoGp non è certo passata inosservata. Saranno infatti ben otto i piloti a correre in una Scuderia motorizzata dall’azienda di Borgo Panigale, con le ultime annate che fanno pensare che anche il 2022 sarà favorevole ai piloti che potranno fare affidamento su una Ducati. A tal proposito, Joan Mir è tra i piloti preoccupati da questa sorta di monopolio: “Quando vedo il potenziale che hanno, da pilota pensoa sia ingiusto”, ha spiegato in un’intervista rilasciata a Speedweek, “essendoci sei diversi costruttori, è qualcosa di molto strano”. 
    “Sarà difficile entrare in Q2”
    Lo spagnolo, campione iridato nel 2020, ha aggiunto: “Non solo sarà più difficile vincere, ma anche entrare in Q2”, facendo riferimento alle enormi difficioltà mostrate da Suzuki proprio in qualifica. E proprio per questo motivo, Mir non ha ancora deciso il suo futuro, ed è in attesa di eventuali sviluppi anche guardando ad altre Scuderie: ad esempio, non è un mistero che il suo è uno dei nomi sul taccuino di Honda per affiancarlo a Marc Marquez.  LEGGI TUTTO