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    Accusato di viaggiare a 176 km/h, dice la verità al giudice: “Andavo a 195 km/h”

    Se cercate di togliervi dai guai quando venite fermati per eccesso di velocità ricordatevi di non prendere esempio da questo folle guidatore neozelandese. L’uomo è stato infatti fermato su una strada vicino Hastings perchè viaggiava a 176 km/h, o almeno era quello che pensava la polizia. Il folle infatti, arrivato davanti al giudice ha ammesso che nel momento del reato andava a 195 km/h, aggravando così la sua già difficile situazione.
    Guidava senza patente da 36 anni: la maxi multa finale è una stangata
    Recidivo
    Troppo onesto o troppo sciocco, fatto sta che l’uomo, coinvolto in una gara clandestina contro un altro guidatore che voleva “sfidare”, è stato sanzionato con la sospensione della patente per 18 mesi. Una conseguenza pesante, ma giustificata dal fatto che il ragazzo era già stato in passato condannato per altri reati finendo anche in carcere nel 2006 sempre per illegalità commesse al volante. Un vero e proprio “amante” delle infrazioni su 4 ruote, circa 20 accumulate in 18 anni. A nulla è servito l’intervento dell’avvocato che ha cercato di attenuare la condanna sostenendo che il reato fosse stato commesso in una zona isolata, di campagna e libera dal traffico, poiché il fattaccio su una strada così buia avrebbe potuto portare a ben più gravi conseguenze. Oltre alla sospensione della licenza di guida, il giovane dovrà scontare anche 150 ore di servizio sociale.
    In auto panetti di droga con logo CR7: arrestato un incensurato LEGGI TUTTO

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    Guidava senza patente da 36 anni: la maxi multa finale è una stangata

    È possibile guidare per 36 anni un’auto non propria, senza avere la patente e non essere mai beccati? A quanto pare sì. Lo ha scoperto la polizia che, la mattina del 13 febbraio 2022, ha fermato un 50enne a Dalmine, in provincia di Bergamo. La pattuglia si trovava sulla strada provinciale 525 per dei controlli di routine quando ha alzato la paletta facendo segno al conducente a bordo di una Mercedes nera di fermarsi. Da quel momento è bastato davvero poco per far emergere la verità.
    La scoperta della polizia
    Una dopo l’altra, sono venute a galla tutte le infrazioni. L’auto, priva di assicurazione, non era di proprietà del conducente. Non solo: era anche sottoposta a sequestro. E poi il tocco finale: l’uomo al volante non aveva mai preso la patente. “Il conducente della Mercedes non aveva né precedenti penali né precedenti segnalazioni riguardanti il mancato possesso dell’abilitazione di guida, il che fa pensare che non fosse mai stato controllato prima di domenica scorsa. Si parla di 36 anni di guida senza patente”, ha spiegato il comandante della Polizia locale di Dalmine, Aniello Amatruda, come riporta l’Eco di Bergamo. Com’è finita per il 50enne? Una maxi multa da 6.000 euro che corrispondo a 5.100 euro per aver guidato senza licenza più 867 euro a carico del proprietario della vettura per la mancata assicurazione.
    Patente e carta d’identità false, tenta la doppia truffa alla polizia LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Rivola: “Curioso di vedere come sarà Vinales sotto pressione”

    ROMA – Uno dei temi della nuova MotoGp sarà la presenza di Maverick Vinales nel box Aprilia. A tal proposito, Massimo Rivola, patron della scuderia italiana, ha parlato così al portale “motorsport.com” dell’arrivo dello spagnolo a Noale: “Sono molto contento di avere Vinales e di notare come si sia integrato. Il nostro progetto è quello di tenerlo il più possibile: ha l’età perfetta (27 anni, ndr). Nel 2021, le cinque gare con noi erano un test, sono curioso di vedere come reagirà Maverick sotto pressione davanti a un calendario di 21 Gran Premi”. Dopo l’addio burrascoso con la Yamaha, Vinales ha infatti provato una sella presso il team italiano, con il quale ha già fatto registrare buoni tempi nei test ufficiali a Mandalika.
    Le parole di Rivola
    Il cammino di preparazione di Vinales verso il 2022 dunque prosegue, con l’Aprilia che ha trovato in lui un pilota d’esperienza. “Vinales ha portato con sé – ha infatti continuato Rivola – una grande conoscenza. In Suzuki e Yamaha le moto sono ben sviluppate e credo che la sua sensibilità possa portarci un vantaggio sotto questo aspetto”. Una variabile potrebbe però essere la capacità di Vinales di mantenere i nervi saldi, ragion per cui si è deciso si optare per un mental coach da affiancare allo spagnolo: “Dopo quello che mi è stato detto di lui, voglio vedere se siamo riusciti a farlo maturare”, ha infatti concluso il CEO dell’Aprilia. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Rivola: “Voglio vedere come Vinales reagirà alla pressione”

    ROMA – “Sono entusiasta di avere Vinales e di notare come si sia integrato. Il nostro progetto è quello di tenerlo il più possibile: ha l’età perfetta (27 anni, ndr). Nel 2021, le cinque gare con noi erano un test, sono curioso di vedere come reagirà Maverick sotto pressione davanti a un calendario di 21 Gran Premi”. Ha parlato così ai microfoni di “motorsport.com” Massimo Rivola, CEO di Aprilia Racing e uomo che ha reso possibile il passaggio di Vinales alla casa di Noale. Dopo l’addio burrascoso con la Yamaha, Vinales ha infatti provato una sella presso il team italiano, con il quale ha già fatto registrare buoni tempi nei test ufficiali a Mandalika.
    Sotto i riflettori
    Il cammino di preparazione di Vinales verso la MotoGp 2022 dunque prosegue, con l’Aprilia che ha trovato in lui un pilota d’esperienza. “Vinales ha portato con sé – ha infatti continuato Rivola – una grande conoscenza. In Suzuki e Yamaha le moto sono ben sviluppate e credo che la sua sensibilità possa portarci un vantaggio sotto questo aspetto”. C’è però da valutare, appunto, la tenuta psicologica del 27enne, a cui Rivola ha anche affiancato un mental coach: “Dopo quello che mi è stato detto di lui, voglio vedere se siamo riusciti a farlo maturare”, ha detto concludendo il manager dell’Aprilia. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “I tifosi di Valentino Rossi mi facevano di tutto”

    ROMA – Casey Stoner ha raccontato alcuni aneddoti sui tifosi di Valentino Rossi. Gli episodi che l’australiano va a rievocare sono di quando i due erano rivali per il titolo. “Mi minacciavano – ha detto Stoner al podcast Gypsy Tales – mi scrivevano scritte offensive sul camper. Quando uscivamo dai box non perdevano occasione per infastidirci. Rossi non ha mai fatto qualcosa di concreto per fermare tutto ciò”.
    Le parole di Stoner
    Stoner continua poi il racconto: “Quando eravamo in scooter – ha detto l’ex pilota MotoGp – c’era anche chi provava a prendermi per il braccio per farmi cadere. Volevano farmi del male per condizionare la mia gara”. Anche Jorge Lorenzo e Marc Marquez in passato hanno denunciato questi comportamenti da parte dei sostenitori. “Da quelle azioni ho imparato molto e non cambierei nulla di quello che ho fatto, anche se potessi tornare indietro”, ha infine concluso Stoner. LEGGI TUTTO

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    Stoner: “I fan di Valentino Rossi mi facevano di tutto, cercavano di condizionarmi”

    ROMA – Tra le rivalità lungo la carriera di Valentino Rossi c’è quella con l’australiano Casey Stoner. Il Dottore, che anche dopo il ritiro conta una fanbase di dimensioni globali, è stato però accusato dal due volte campione del mondo di non essersi schierato contro alcuni atteggiamenti dei propri tifosi. “Mi minacciavano – ha detto Stoner al podcast Gypsy Tales – mi scrivevano scritte offensive sul camper. Quando uscivamo dai box non perdevano occasione per infastidirci. Rossi non ha mai fatto qualcosa di concreto per fermare tutto ciò”.
    Le parole di Stoner
    Come se questo non bastasse, dalle parole di Stoner emergono comportamenti se possibile ancor più da condannare: “Quando eravamo in scooter – ha detto l’ex pilota MotoGp – c’era anche chi provava a prendermi per il braccio per farmi cadere. Volevano farmi del male per condizionare la mia gara”.  Conclude Stoner: “Da quelle esperienze ho imparato molto e se tornassi indietro non cambierei nulla di quello che ho fatto”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir: “Per il Qatar saremo pronti”

    ROMA – Dopo la tre giorni di test in Indonesia, sulla nuova pista di Mandalika, i team della MotoGp si fermano per elaborare i dati raccolti. Tra le scuderie in crescendo c’è sicuramente la Suzuki di Joan Mir e Alex Rins, che nell’ultimo giorno in Indonesia si è piazzato sesto, girando in 1:31.477. Problemi invece per il campione del mondo nel 2020, che ha saltato le prove di ieri per un problema allo stomaco. “Sentivo – ha detto Mir – come se si muovesse tutto. Dopo la colazione mi sono sentito molto peggio, ma, nonostante ciò, penso che possiamo lasciare Mandalika soddisfatti per i dati del primo e secondo giorno di test. Per la gara in Qatar saremo pronti”.
    Il commento di Rins
    La Suzuki, dunque, per la giornata di ieri aveva a disposizione solo Rins, capace di posizionarsi prima di Vinales e Zarco. “La nostra GSX-RR – ha detto il catalano – è migliorata molto rispetto all’anno scorso. Funziona bene e abbiamo lavorato in modo ottimale sia a Sepang che a Mandalika. Ci sono altre cose da mettere a punto, ma questo primo test ci ha dato fiducia”. Anche Davide Tardozzi, team manager della Ducati, ha evidenziato i passi avanti fatti dalla Suzuki, il cui obiettivo per il 2022 è tornare a trionfare. La casa di Hamamatsu è infatti chiamata a dimostrare che il titolo iridato di Mir sia stato causato da una vera egemonia in pista. Con i due piloti spagnoli che vogliono oltretutto riscattare la passata stagione che ha visto proprio loro come i primi fra i delusi. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Tardozzi: “Vogliamo che Bagnaia rimanga con noi”

    ROMA – Tra i due piloti del team factory della Ducati, solo PeccoBagnaia è riuscito a piazzarsi per almeno un giorno nella top 5 dei test ufficiali di Mandalika. I quali non hanno lasciato pienamente soddisfatta la Ducati. Il pilota italiano è tuttavia in odore di rinnovo, che sembrerebbe – stando alle parole del team manager, Davide Tardozzi -, davvero una questione di giorni. “Pecco – ha detto ai microfoni ufficiali della MotoGp – è un pilota che vorremmo mantenere nella nostra famiglia. Stiamo perfezionando gli ultimi dettagli, ma lui vuole rimanere e penso troveremo una soluzione al più presto. Noi vogliamo lui e lui vuole la Ducati: ci sarà un accordo”.
    Su Marini
    Nel complesso, però, Tardozzi è mediamente contento della prima sessione di test: “Siamo soddisfatti solo all’80% – ha precisato-. Il risultato di Luca Marini (pilota del VR46 Racing Team, ndr), primo nel Day-2, ci dà fiducia, ma dobbiamo anche confrontare i nostri tempi con quelli degli altri. Honda e Suzuki hanno fatto grandi passi avanti”. Una tre giorni di prove dolceamara quindi per la scuderia di Borgo Panigale, che avrà tenterà sicuramente di sfruttare gli ultimi giorni prima dell’inizio della MotoGp per trovare un assetto ottimale per la Desmosedici. Il countdown per il 6 marzo, data del primo Gran Premio, quello in Qatar, è già infatti iniziato. LEGGI TUTTO